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Inviata

Mi aspetto molto da questo film...

In "Munich", sfidando certezze ed emozioni dello spettatore,

il regista svela la strategia omicida del Mossad dopo Monaco '72

Israele fra terrorismo e vendetta

così torna il grande Spielberg

Nel film, con protagonista l'Eric Bana di "Hulk", tante domande

ancora attuali sul conflitto mediorientale. Tra suspence e violenza

di CLAUDIA MORGOGLIONE

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Mathieu Kassovitz ed Eric Bana

ROMA - Addio alle soluzioni semplici, alle contrapposizioni manichee della Guerra dei mondi. Perché in Munich, per raccontare la tragedia israeliana alle Olimpiadi del '72 - e soprattutto le sue conseguenze, materiali e morali, su un gruppo di agenti supersegreti del Mossad - Steven Spielberg torna all'antico: alla carne e al sangue di Salvate il soldato Ryan, alla complessità di Schindler's List. E perfino alla tensione narrativa e alla suspence di un'opera di tutt'altro genere, come Lo Squalo.

Insomma: nella sua ultima fatica, presentata in anteprima alla stampa italiana (e nelle nostre sale dal 27 gennaio), il grande autore si ripresenta nella sua forma migliore. Con un film accolto bene dai critici di mezzo mondo. E con una storia che, comunque la si pensi, è un pugno nello stomaco dello spettatore. Una sfida alle certezze politiche ed etiche di noi tutti, sullo sfondo di una guerra al terrorismo che oggi, a inizio 2006, appare più attuale che mai.

Questo perché Munich non è affatto la ricostruzione dell'impresa del commando palestinese Settembre nero, l'azione armata - con tanto di sequestro - che provocò la morte di undici tra atleti e preparatori della delegazione israeliana, alle Olimpiadi di Monaco '72. Quello fu un episodio terribile ma circoscritto, ventuno ore di angoscia finite in tragedia, e seguite, in tutto il mondo, dai 900 milioni di spettatori che guardavano i Giochi. No, quei fatti sono solo la premessa del film. Che racconta invece un'altra storia, la storia del "dopo": vicende rimaste segrete per anni, su cui non esistono ammissioni ufficiali, ma solo ricostruzioni giornalistiche e documentaristiche (tra cui il libro Vendetta di George Jonas, da cui la pellicola è tratta).

Dopo il massacro di Monaco, infatti, il premier israeliano Golda Meir decide di adottare una strategia estrema: uccidere a uno a uno undici alti dirigenti palestinesi sospettati di essere coinvolti, in un modo o nell'altro, nell'assalto al Villaggio olimpico. Per far capire che chiunque colpisca il suo paese verrà scovato e ammazzato, ovunque si trovi. Per questo un misterioso dirigente dei servizi segreti (Geoffrey Rush, bravo come sempre) organizza una squadra "fantasma" ("voi non lavorate per me", continua a ripetere), incaricata di eseguire la catena di delitti.

Capo della banda è il protagonista del film, Avner (l'Erica Bana di Hulk, in una veste in cui davvero non lo si immaginava), ufficiale del Mossad con moglie incinta di sette mesi. E che, sotto l'effetto della rabbia per i fatti di Monaco, accetta di lasciare la famiglia, di scomparire e diventare un vendicatore. Accanto a lui, l'ebreo sudafricano Steve (l'inglese Daniel Craig, fresco di investitura a nuovo James Bond), il più convinto della necessità degli omicidi; il più dolce Robert (Mathieu Kassowitz, già regista dell'Odio), belga, fabbricante di giocattoli ed esperto di esplosivi; il tedesco Hans (Hanns Zischler), specializzato in documenti falsi; il saggio e amaro Carl (Ciaran Hinds), che ha il compito di cancellare le tracce degli assassinii.

Cinque persone diversissime, che cominciano con metodicità a portare avanti il loro compito. E che mano mano, tra successi e qualche fallimento, vedono sgretolare le proprie certezze: è giusto uccidere undici persone per vendicare le undici vittime innocenti di Monaco? La guerra al terrorismo va condotta così, con la sola legge della punizione esemplare dei colpevoli, senza tribunali né sentenze? E soprattutto: chi entra, magari per un giusto desiderio di fare qualcosa, in questo girone infernale dell'"ammazzare tutti", può mai uscirne indenne?

Interrogativi che si incarnano nel personaggio di Avner: nella sua calma iniziale, nelle sue angosce crescenti. E senza una soluzione definitiva, senza rassicurazione finale: l'unica cosa che può salvare il nostro eroe è l'amore per sua moglie e sua figlia, suggerisce Spielberg. Ma una riconciliazione col suo Paese, con le cose che ha fatto, sembra impossibile. Ecco perché non sorprende che il film, presentato in anteprima anche ad alcuni autorevoli esponenti della comunità ebraica romana, abbia suscitato reazioni diverse: alcuni hanno lodato la sua complessità, la sua ricerca di soluzioni non facili; altri l'hanno accusato di inesattezze e inaccuratezze storiche.

Quel che è certo è che, sullo schermo, il regista porta dilemmi morali destinati a rimanere senza risposta. E che sembrano particolarmente attuali proprio in questi giorni, mentre tutta Israele guarda col fiato sospeso l'ultima battaglia - quella per la vita - del suo leader Ariel Sharon.

Altro elemento chiave del film: tutti i personaggi sono mostrati con grande pietas, palestinesi compresi. Non a caso una delle scene più toccanti è quella in cui Avner, fingendosi un terrorista tedesco, si confronta con il giovane capo di un commando dell'Olp Ciascuno esibisce le sue ragioni, tutte a loro modo giuste; ciascuno non riesce a vedere quelle dell'altro. Anche se il loro destino, allo spettatore, appare tragicamente identico: quello di essere, come dice di se stesso il palestinese, dei "senza patria".

Munich, però, non è solo la rappresentazione astratta di una grande questione etico-politica, ma anche un film dal ritmo mozzafiato. Un thriller pieno di suspence ambientato in 14 paesi diversi, che ha richiesto la creazione di 120 set, e in cui Spielberg ha diretto ben duecento attori, in ruoli grandi o piccoli (tra loro anche la nostra Valeria Bruni Tedeschi). Il tutto con uno stile che è un omaggio ai classici del genere degli anni Settanta, come Il braccio violento delle legge e I tre giorni del Condor.

Discorso a parte, infine, merita una delle scene clou della storia, quella dell'assalto al Villaggio Olimpico. Un evento che Spielberg mostra a pezzetti, nel corso della pellicola, in una serie di flashback. "Ho pensato che ci fosse bisogno di ricordare continuamente che cosa ha dato il via a questa situazione di sangue per sangue", ha dichiarato il regista. "Potete immaginare - ha aggiunto - quanto sia stato arduo girarla. Ho usato attori arabi per fare i palestinesi, e israeliani per gli israeliani... e loro se la sono presa molto a cuore. E' stata una catarsi emotiva: due settimane difficili per tutti". Ma, visto il risultato sul grande schermo, si può dire che ne valeva la pena.

da Repubblica di oggi....


Inviato

odio spielberg, non sopporto il suo modo di far finta di fare film finti impegnati strizzando l'occhio al grande pubblico. sono veramente pochi i suoi film che mi piacciono.

c'e` una frase nel trailer che mi ha fatto rabbrividire, una vecchia signora israeliana (presumibilmente qualcuno importante, ma non ho capito chi) che dice:

"viene un giorno in cui una societa` deve scendere a compromessi coi propri principi"

ma cosa vuol dire?

mi immagino il solito film con eric bana che ammazza tutto e tutti e poi ogni tanto si strugge divorato dal rimorso e si pone le solite domande di una banalita` imbarazzante.

no, no, grazie. ho gia` dato. piuttosto mi guardo eccezziunale veramente

Inviato
Prima si vede e poi si giudica mio caro pinguino...
per vedere devo pagare, e i film di spielberg mi hanno gia` ampiamente spaccato i maroni, quindi mi terro` il dubbio
Inviato

Io ne ho visti già abbastanza di film del cavolo, visto che la storia mi interessa e penso che Spielberg non sia banale (per lo più il film è stato contestato) andrò a vederlo...

Inviato

non so, spielberg mi piace abbastanza, anche se magari qualche strizzata d'occhio nei film teoricamente inmpegnati la da (un colpo al cerchio un colpo alla botte). sinceramente, la trama non mi attira in modo pazzesco, ma il punto ovviamente non è questo. non solo, almeno. cmq penso che lo andrò a vedere. poi vi dico

Inviato

a causa dell' argomento trattato penso che non vedrò mai questo film ...

E' facile sfruttare un dramma come il settembre nero, qui Spilberg sembra quasi che stia facendo lo stesso gioco dei fotografi che utilizzano il B/N.

Dio non si sa ancora come furono andate le cose realmente e ci fanno un film sopra ?

Bha sarò stupido io a non capire ...

[Edit]

Tiè me so corretto da solo :mrgreen:

Inviato

Non penso che andrò a vederlo, non mi attira particolarmente e temo il mattonazzo paternalista. Se capiterà, sicuramente non prenderò per oro colato ciò che dice Spielberg, nè per falsità sicura.

Sono abbastanza d'accordo, in oltre, con l'Uomo del Monte (che ha detto "Sì" ben di rado, da quando è sul Forum... ;-) ), a parte per uno "sta" che andrebbe cambiato in uno "stia"... ADC Rulez senza pietà!

Inviato

a causa dell' argomento trattato penso che non vedrò mai questo film ...

E' facile sfruttare un dramma come il settembre nero, qui Spilberg sembra quasi che stia facendo lo stesso gioco dei fotografi che utilizzano il B/N.

Dio non si sa ancora come furono andate le cose realmente e ci fanno un film sopra ?

Bha sarò stupido io a non capire ...

[Edit]

Tiè me so corretto da solo :mrgreen:

Non è detto... per quanto riguarda la trama da quanto ne so tratta il DOPO attentato ed è ispirato a quanto realmente è successo a livello di servizi segreti. Gli israeliani decisero di uccidere tutti i mandanti dell'attentato ed organizzarono una squadra che eseguisse il compito, uno per uno. Il film tratta di questo ed ha creato molte polemiche perchè sembra tratti il tema dell'uso della violenza contro il terrorismo...

Inviato

Non è detto... per quanto riguarda la trama da quanto ne so tratta il DOPO attentato ed è ispirato a quanto realmente è successo a livello di servizi segreti. Gli israeliani decisero di uccidere tutti i mandanti dell'attentato ed organizzarono una squadra che eseguisse il compito, uno per uno. Il film tratta di questo ed ha creato molte polemiche perchè sembra tratti il tema dell'uso della violenza contro il terrorismo...

Devi perdonarmi Strikeiron ma non ci stò a questo genere di film ...

Non è stato fatto per informare e ne per non far dimenticare.

Spilberg lo preferisco nella Guerra dei Mondi o addirittura in quella sozzeria melodrammatica di AI .

Inviato

Devi perdonarmi Strikeiron ma non ci stò a questo genere di film ...

Non è stato fatto per informare e ne per non far dimenticare.

Spilberg lo preferisco nella Guerra dei Mondi o addirittura in quella sozzeria melodrammatica di AI .

occhio a trinciare giudizi. imho la guerra dei mondi è stato uno dei più brutti film di spielberg e AI certo non è un granchè, ma non lo definerei mai una sozzeria :rolleyes:

  • Mi piace 1
Inviato

occhio a trinciare giudizi. imho la guerra dei mondi è stato uno dei più brutti film di spielberg e AI certo non è un granchè, ma non lo definerei mai una sozzeria :rolleyes:

Ma che il post è su i miei commenti ?

Dio se odio questo genere di cose :banghead:

Inviato

che palle questi personaggi che bisogna osannare. o distruggere.

a me da duel (ih ih) in avanti il cinema di spielberg ha fatto quasi sempre schifo... i motivi sono tanti :sleep:

ho smesso per principio di andarli a vedere al cinema i suoi film.

li vedo quando li passano in televisione, tanto per, se capita. così tanto per partecipare a discussioni come questa :cool:

però il tema trattato in Munch è interessante. mi sa che per discutere dovrò aspettare che qualche amico affitti il dvd. ma sono paziente

Inviato

sì, è sui tuoi commenti. non si può?

Ma chi t' ha chiesto nulla :mrgreen:

Io metto il mio parere, tu il tuo, e basta ! Non mi interessano critiche su ciò che IO penso,

non ho certo bisogno di qualcuno che mi faccia capire cosa mi può piacere e cosa no.

E con questo chiudo la mia piccola nota ot

Inviato

Ma chi t' ha chiesto nulla :mrgreen:

Io metto il mio parere, tu il tuo, e basta ! Non mi interessano critiche su ciò che IO penso

sai? criticare in senso lato ciò che qualcuno pensa si chiama forum

ps: non voglio fare flame, è solo che dirmi di non riferirti a un tuo post mi sembra assurdo...

Inviato

Il film è lungo, lunghissimo: 2 ore e 43 minuti per la precisione.

Inizia ovviamente lento, con delle musiche soporifere di John Williams (l'autore della colonna sonora di Guerre Stellari per intenderci) ed oggettivamente pian piano evolve in thriller, in un crescendo di tensione, quasi una spirale di eventi in cui tutto ed enormemente si complica. In cui i nemici e gli amici si confondono. In cui si vuole vedere come andrà a finire.

Un vero film di spie e di spionaggio, detto così banalmente.

Ma nonostante ci sia dietro una buona regia ed un buon montaggio c'è un ma, alla fine.

Ed il "ma" in questione è che il film in sé stesso NON è paternalistico, NON è assolutamente buonista, NON è nemmeno facile da capire in tutti i suoi aspetti: è invece un vero e proprio pugno allo stomaco dello spettatore. È la vecchia storia vista e rivista dell'eroe che finisce per perdere sé stesso, per forse non ritrovarsi mai. É la vecchia storia dell'occhio per occhio, della violenza che chiama altra violenza in una spirale dalla quale tutto indica quanto sia impossibile uscire. Perché alla fine in certe cose si può andare avanti "fino all'ultimo uomo" o "fino alla sicura vittoria finale" come dicono i protagonisti stessi durante il film.

Ma tra tanti vincitori si capisce subito, durante il film, come l'unica vera sconfitta sia l'umanità delle persone coinvolte assieme alla disgregazione del mondo in cui vivono, parlano, pensano, agiscono ed amano. Assieme al dissolversi delle certezze e degli ideali che li hanno sempre guidati ed accompagnati. Sapete? Mi ricorda il concetto del male nel mondo Tolkeniano… dove nulla sarà mai come prima. Ed il film si fa apprezzare per la capacità di riannodare qui e là i temi che vuole trattare, per come non sia epico, né moralistico, ma crudo e reale. Si avverte la sensazione di un tentativo spesso riuscito di descrivere fin nelle piccole cose il "così è andata".

Vi sono così situazioni e scene che spiccano in tutto il film… sicuramente tra esse meritano molto il pezzo dell'attentato telefonico; l'attentato all'hotel Olympics; tutto l'episodio di Atene e verso la fine l'episodio dello sgabuzzino.

Per quanto riguarda la scena finale del film non è altro che un ammiccamento, una traccia che il regista lascia lì a dire che gli errori di ieri sono gli stessi errori che stiamo facendo adesso.

A parte il fatto che il film esprima idee che personalmente condivido sono uscito dalla sala soddisfatto di averlo visto. Perché per una volta pagare il prezzo del biglietto ne era valsa proprio la pena. Voto: 8.

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