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fantasy classico contro fantasy atipico


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Io tendo per il fantasy atipico (nell'accezione descritta dal creatore del topic^^) perché già il fantasy in generale mi ha stufato... xD

E mi permetto di fare un piccolissimo appunto a Mad Master (non è una fritica eh!^^): Eberron NON è Steampunk^^ Puoi considerarlo "simil-steampunk" solo perché a livello visivo ci assomiglia ma nello steam-punk è il vapore a far funzionare i macchinari, non la magia. Potenzialmente la magia nemmeno esiste nello steampunk (o quando esiste si tratta di magia runica tipo full metal alchemist o erboristeria... cosa del genere insomma, non certo la magia di Eberron^^).

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Infatti ho scritto che tutte le ambientazioni ufficiali di D&D sono high fantasy e che IN AGGIUNTA possono ricadere in altri sottogeneri...

Eberron ricade anche nello steampunk, o comunque in un paio di suoi sottogeneri più specifici, non tanto per il vapore, quanto per l'atmosfera da rivoluzione industriale con tecnologie futuristiche... Invece del vapore c'è la magia, ma ciò deriva dal fatto che comunque si tratta di high fantasy...

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Perchè una cosa sia fantasy, ci deve essere la magia, nella trama o nell'ambientazione, che devono comunque essere consistenti e "credibili"... Il fantasy classico, poi, ha un'ambientazione di tipo medievale o rinascimentale, di cui Tolkien è solo uno degli esponenti più noti (ma non il solo, il primo in assoluto è stato il nostro Ariosto con l'Orlando Furioso)...

Little OT: E il ciclo arturiano? E' antecedente all'Orlando Furioso di un bel po' ;-)

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"Ciclo arturiano" non descrive un'opera singola e non è nemmeno un genere specifico... E' l'insieme di tutte le leggende, i miti e le psudocronache che hanno a che fare con Artù e i suoi cavalieri... Spesso sono opere di carattere differente e che addirittura narrano cose contrastanti... Il tutto spalmato su diversi secoli e prodotto da centinaia di autori...

La cosa che più si avvicina ad un'opera fantasy è il poema cavalleresco "La Morte d'Arthur", per capirsi quello da cui hanno tirato fuori il film Excalibur, scritto qualche decennio prima dell'Orlando Furioso, ma più orientato verso il sacro e la cronaca che il fantasy...

L'opera dell'Ariosto invece contiene tutti gli elementi tipici del genere: magie e incantesimi, creature magiche e fantastiche, luoghi fatati e immaginari, eroi e duelli, eccetera...

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Visto che mi sembra di aver capito che il fantasy atipico è quello che va di più, dovendo avere un'ambientazione tarata per voi...quali sono gli elementi che vorreste trovare?

1) Nuove razze (almeno 3 o 4) dotate di una propria personalità e proprie tradizioni. Ad esempio, non vale creare gli uomini-cinghiale e poi caratterizzarli con gli stessi stereotipi dei nani.

2) Possibilemente 1 o 2 nuove classi base che si integrino con il BG del setting e magari sfruttino qualche meccanica tipica

3) Un setting che si scosti dal classico Medioevo europeo, andando invece a parare su periodi storici o culture differenti (ad esempio un'ambientazione preistorica o medio-orientale)

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Personalmente non mi fa impazzire l'atipico perchè se non si è bravi si può cadere nel banale anche se non si può giudicare a priori. Spesso è più importante una buona avventura che il setting in cui si gioca..

Atipico e banale sono praticamente degli ossimori comunque. È molto più facile cadere nel banale con qualcosa trito e ritrito come un fantasy à la Tolkien. Anzi, direi che già solo il fatto di usare un fantasy à la Tolkien è banale in sé.

Per il resto, mi trovo d'accordo con Mad Master.

3) Un setting che si scosti dal classico Medioevo europeo, andando invece a parare su periodi storici o culture differenti (ad esempio un'ambientazione preistorica o medio-orientale)

Io invece preferisco un fantasy che parta da delle premesse e le sviluppi in modo coerente.

Per intenderci, normalmente il processo è questo. Si prende un'ambientazione storica o presunta tale che ci aggrada (Medioevo, Preistoria, Oriente, è indifferente). Ci si infilia qualche elemento fantastico. E poi o l'autore non si interessa di come i due elementi possono convivere, oppure si cerca di giustificare il mix dei due elementi a priori, con risultati scadenti. È il famoso problema dell'inutilità dei castelli in D&D, che gli stessi autori hanno segnalato ma che non si sono mai preoccupati di risolvere.

Per me invece il vero fantasy dovrebbe essere questo: si introducono prima degli elementi fantastici e dopo si sviluppa un'ambientazione coerente. Ogni fantasy dovrebbe partire dalla preistoria in un certo senso...

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ok, mi spiego meglio.

Quello che intendo è che con un fantasy classico, molti ingredienti sono prestabiliti o quasi. Nell'atipico invece dato che gran parte dei dettagli e sfumature del setting vanno create da zero o quasi si può cadere nell'incoerenza con altri elementi già creati. Il fantasy classico da una base abbastanza sostanziale e che permette di poter uscire dagli schemi rimanendo coerenti. La coerenza è sostanziale e quindi in fase di gioco il DM deve sempre stare attento e il classico diciamo che ti viene incontro da 'sto punto di vista.

Poi un fantasy atipico è final fantasy VII e ormai lo trovo banale (ma son gusti).

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Banale e incoerente hanno significati diversi. Quindi non stai spiegando meglio, stai dicendo un'altra cosa. :-p

Comunque non è per niente vero che i fantasy che imitano Tolkien siano per questo più coerenti. Anzi, il contrario di solito.

Questo perché dato che gli autori di fantasy originali devono costruire tutto da zero saranno molto più consapevoli di ogni singolo elemento della loro ambientazione.

Quelli che scopiazzano da Tolkien invece spesso e volentieri non sanno quello che fanno. Ma siccome siamo tutti familiari con gli elementi base di un fantasy medievale tolkieneggiante, il lettore medio sarà portato a non notare le incoerenze dell'ambientazione e a spegnere il cervello. Ma le incoerenze sono lì.

Tanto è vero che fantasy come i Forgotten Realms, Dragonlance e il Mondo Emerso in quanto a coerenza interna fanno acqua da tutte le parti. Però sono così rassicurantemente familiari, che hanno un sacco di fan. Avessero le stesse incoerenze e parlassero di qualcosa non di moda, non se li filerebbe nessuno.

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E va anche detto che i Reami e Dragonlance sono infinitamente più coerenti del Mondo Emerso, pur essendo nati ad un tavolo di gioco e non dalla mente (bacata?) di uno/a scrittore/ice come quest'ultimo...

Mad... perchè sparare sulla croce rossa?

La Troisi è già messa male di suo, girare il coltello nella piaga sa di caotico malvagio :lol:

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Banale e incoerente hanno significati diversi. Quindi non stai spiegando meglio, stai dicendo un'altra cosa. :-p

Comunque non è per niente vero che i fantasy che imitano Tolkien siano per questo più coerenti. Anzi, il contrario di solito.

Questo perché dato che gli autori di fantasy originali devono costruire tutto da zero saranno molto più consapevoli di ogni singolo elemento della loro ambientazione.

Quelli che scopiazzano da Tolkien invece spesso e volentieri non sanno quello che fanno. Ma siccome siamo tutti familiari con gli elementi base di un fantasy medievale tolkieneggiante, il lettore medio sarà portato a non notare le incoerenze dell'ambientazione e a spegnere il cervello. Ma le incoerenze sono lì.

Tanto è vero che fantasy come i Forgotten Realms, Dragonlance e il Mondo Emerso in quanto a coerenza interna fanno acqua da tutte le parti. Però sono così rassicurantemente familiari, che hanno un sacco di fan. Avessero le stesse incoerenze e parlassero di qualcosa non di moda, non se li filerebbe nessuno.

Un Fantasy tipico alla D&D non è certo un Fantasy alla Tolkien, poichè nelle sue ambientazioni la magia non è poi così diffusa, non è high magic.

In effetti, concepire D&D anche solo come un'ambientazione medievale sarebbe già errato (medievaleggiante no, poichè in fin dei conti vi s'ispira), dato che per logica dovrebbe spingere ad una massiccia rielaborazione di ogni cosa, solo per fare un esempio, prendete le osservazioni in materia d'arte militare fatte sul "Perfetto Combattente" (pagina 123, "Arte della guerra fantasy").

Per cui, definire Fantasy tipico in D&D = Fantasy alla Tolkien, mi pare significhi non aver ben capito la differenza fra un'ambientazione dove la magià è presente seppur limitata, e una dove i mostri, la magia ecc... sono molto più comuni.

Fatta quest'osservazione (non mi pare di esser andato OT, se si scusatemi, volevo esprimermi in materia all'argomento del topic :-) ), personalmente sono per l'atipico.

Campagne e storie tipiche ne ho giocate/lette fin troppe, ormai m'hanno stancato, preferisco variare ;-)

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Un Fantasy tipico alla D&D non è certo un Fantasy alla Tolkien, poichè nelle sue ambientazioni la magia non è poi così diffusa, non è high magic.

In effetti, concepire D&D anche solo come un'ambientazione medievale sarebbe già errato (medievaleggiante no, poichè in fin dei conti vi s'ispira), dato che per logica dovrebbe spingere ad una massiccia rielaborazione di ogni cosa, solo per fare un esempio, prendete le osservazioni in materia d'arte militare fatte sul "Perfetto Combattente" (pagina 123, "Arte della guerra fantasy").

Per cui, definire Fantasy tipico in D&D = Fantasy alla Tolkien, mi pare significhi non aver ben capito la differenza fra un'ambientazione dove la magià è presente seppur limitata, e una dove i mostri, la magia ecc... sono molto più comuni

D&D=Fantasy alla Tolkien funziona perchè si fa riferimento ad alcuni concetti che sono alla base della visione tolkeniana del fantasy. Ovvio che D&D non copi paro paro l'ambientazione di tolkien (non c'è Monte Fato, non ci sono le paludi dei morti, non c'è il Beleriand, non c'è Dor-lòmin, etc) ma diversi concetti si:

-i nani bassi, brutti, beoni, simpaticissimi che vivono nelle montagne e sono dei bravissimi fabbri esperti nel combattimento con asce e scudi

-gli elfi con le orecchie a punta, bellissimi, a prima vista molto gai, più antichi degli uomini, immortali-quasi immortali, che vivono in mezzo alle foreste e sono bravi con gli archi

-i mezzuomini (halfling) tutti piccolini, che si riuniscono in piccole-medie comunità dediti alla spensieratezza

-il malvagio cattivissimo che riacquista potere e minaccia di distruggere il mondo

-la ricerca di artefatti potentissimi in grado di modificare il corso degli eventi (i silmaril o Andùril hanno la stessa valenza della spada di Kas o dell'occhio e della mano di Vecna, per intenderci)

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Un Fantasy tipico alla D&D non è certo un Fantasy alla Tolkien, poichè nelle sue ambientazioni la magia non è poi così diffusa, non è high magic.

È una caratteristica abbastanza irrilevante. Sia Tolkien che D&D fanno parte dello stesso genere, classificato come high-fantasy. Questo è quello che conta.

Le somiglianze si sprecano. Poi certo, non sono la stessa ambientazione, vogliamo gridare al miracolo per questo? :rolleyes:

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Forse sono stato frainteso.

So che D&D è d'ispirazione tolkeniana, gli elementi che ci sono in comune li ho ben presenti.

Il punto è che definire D&D come analogo alle opere di Tolkien (in effetti proseguendo su sta strada si va OT :banghead: ) è secondo me un errore nonostante le similitudini.

Perchè mostri, magie ecc... sono strutturati in modo assolutamente differente, la stessa arte militare che si può trovare in Tolkien si rifà molto più a quella presente in un mondo reale che a quella che si potrebbe trovare in D&D, e qui rimando al paragrafo del Perfetto Combattente che avevo già indicato.

Non c'è bisogno che ci sia il Monte Fato, ciò che cambia è la struttura di qualunque storia, perchè non solo in Tolkien, anche in altre saghe, la magia esiste, ma è qualcosa che appare poco, molto poco rispetto a D&D, seppur importanti oggetti magici possano avere ruoli chiave.

Comunque sia, Atipico Forever :cool:

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