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La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -


Gigared

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Principali partecipanti

Aveva visto e sentito tutto quello che si erano detti nel locale, da dietro una finestra in frantumi. Interessante il fatto che Mullen dicesse agli altri di stargli lontano perché era pericoloso vederlo con lui, Mike non riusciva a capire il perché, ma il dubbio che i tatuaggi c’entrassero qualcosa era forte, doveva sapere di più e pazienza che davanti a lui ci fosse un sospetto di terrorismo e di omicidio multiplo, nessuno sapeva che era li e Mike non voleva buttare la sua vita nel cesso con una mossa avventata, in più era solo, senza radio e compiere un arresto era fuori discussione.

Con calma ricaricò la pistola, rimpiangendo di non aver preso il suo fucile automatico per un attimo, poi decise il suo piano di azione, controllò che i guanti fossero in ordine, aspettò che la situazione dentro si calmasse, aveva sentito colpi di gente che si picchiava, poi con calma entrò nel locale, la Desert Eagle spianata e puntata su Paul Mullen:

“Interessante storia, signori. Ora che ne dite di mettere tutti le mani in alto e di spiegarmi cosa succede?”

La reazione che notò fu curiosa, la ragazza del pony con gli occhi valutò la possibilità di scappare dietro il bancone, Mullen fissò la ragazza, Sheila se il file che aveva su di lei non era sbagliato del tutto, che sorrise come una volpe chiusa nel pollaio, mentre il quarto occupante, era un ragazzino gracilino che sembrava volersi nascondere dalla vista del poliziotto.

In un attimo valuto la pericolosità di coloro che gli erano davanti, la ragazza della bici sembrava interessata scappare più che a combattere, così come il ragazzino, che era una faccia nota, Mullen e Sheila erano decisamente pericolosi, soprattutto la ragazza che sembrava pregustarsi un combattimento in cui Mike avrebbe dovuto andare a incontrare le celesti schiere in fretta.

Non essendo quello l’obiettivo di Mike, il poliziotto spostò la mira su Sheila e nel frattempo notò i grossi cannoni che portavano i due, guarda caso due Sword of Avalon!

“Immagino che nessuno di noi abbia voglia di finire la sua esistenza in questo cesso di posto, meglio se lasciamo perdere i cannoni e si discute un attimo, voi due siete in possesso di notizie che sono molto importanti per me, abbastanza da farmi dimenticare che almeno uno di voi due è implicato nell’esplosione del bar, nell’assassinio di una cameriera sopravvissuta e del ferimento di quattro poliziotti.”

Sapeva di aver perso l’iniziativa e se questi avessero voluto far fuoco il suo testamento sarebbe entrato subito in atto, la sua speranza era che i due fossero abbastanza intelligenti da capire che non aveva intenzioni ostili e che gli altri due non facessero mosse stupide.

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Fu un attimo. Sheila scattò come una gatta, spingendo via il ragazzo e gettando in faccia al poliziotto un pezzo di metallo. Mike schivò ma la distrazione fu determinante. Lei prese dalal cintura un coltello e il braccio si allungò verso la gola del poliziotto.

Poi un tonfo ed un gemito e lei si ritrovò a terra, sulle ginocchia. Mike aprì gli occhi appena in tempo per vedere Paul tenere ferma Sheila, con un braccio che le stringeva il collo e l'altro che teneva la pistola, pronta a sparare in caso di necessità, pur se gli occhi dicevano che non voleva assolutamente farlo.

«Stai ferma, bellezza! Ferma.» Le ripeteva con calma e determinazione.

«E' uno di loro... è un maledetto sbirro... lo sai... lo sai quello che...»

«Lo so... lo so... ma non questa volta. Fidati di me. Non questa volta.» Guardò gli occhi di Mike cercando un consenso e lo trovò, pur se confuso. «Raccolgi pure la pistola.... lentamente! Non voglio che ti sorprendano disarmato.»

Lasciò il collo di Sheila e la aiutò a rialzarsi in piedi. Vedeva che voleva piangere, ma che non avrebbe mai mostrato questa debolezza davanti a tanta gente. Nessuno l'aveva mai vista piangere. Nessuno tranne Paul. E gli aveva giurato che non si sarebbe più ripetuta una cosa del genere.

«CHI non mi dovrebbe sorprendere disarmato, di grazia?» Chiede Mike, mettendo la pistola nella fondina solo per poi estrarla di nuovo e tenerla in mano.

«Gli stessi che hanno fatto questo casino e che ci vogliono uccidere.» Risponde Paul, guardando gli altri due nella sala. Veela aveva già abbassato le mani e continuava a guardarlo con odio, mentre Eliah le abbassa proprio mentre lo guarda. «Non voglio morti... non più. Forse un giorno ti dirò perché ho fatto tutto questo, ma ora non c'è tempo. Dobbiamo andarcene da qui ed in fretta. Non abbiamo...» Si interruppe quando vide l'espressione allarmata di Sheila. ma non fu quella che lo colpì, quanto gli occhi colmi di paura, una sensazione che lei non aveva mai mostrato prima d'ora. Nulla le faceva paura. Nulla... tranne... tranne loro, quelli che li volevano uccidere.

«Tutti sul restro, presto!» Urlò Paul, seguito da una scarica di mitra proveniente dall'alto.

Si gettarono tutti a terra, rialzandosi poi con agilità, mentre entravano nel laboratorio. Sheila rimase di guardia alla porta insieme a Mike. Non sopportava tanto l'idea di stare vicina ad un poliziotto, ma stavolta ne andava della sua pelle. E poi avrebbe potuto farsi scudo col suo corpo. Il sorriso maligno apparve di nuovo sulle sue labbra.

Paul continuò adi imprecare, mentre cercava qualcosa freneticamente tra le macerie ed i pezzi di PC. Ogni tanto nominava un certo Remy, dannandolo per la sua precisione e accuratezza. E rovistava lanciando un'occhiata verso l'entrata della stanza. Eliah sembrava essere scosso mentre Veela indecisa sul da farsi. Da una parte lo odiava, ma dall'altra sentiva che la ricerca che lui stava facendo poteva essere la salvezza per tutti.

Un colpo di pistola ed un gemito.

Sheila ne aveva fato secco uno. Perlomeno Paul sperava che fosse rimasto secco. Poi una raffica di mitra e Mike si tuffò nel laboratorio.

«Siamo bloccati, dannazione! E lì fuori ce ne sono almeno una decina!» Urlò a Paul.

Inutile, Paul lo sapeva. Ormai lo avevano trovato, avevano capito tutti i suoi giri. Dovevano solo eliminarlo. E lei aveva fatto l'errore di contattarlo, in modo che potessero farli fuoi entrambi. Non capiva come mai lei avesse deciso di fare una cosa del genere. Doveva sapere che era stupida. Se lui era la causa di tutto perché mai andare a cercarlo e offrire quindi un ottimo bersaglio a loro?

«Remy!» Paul si blocca. Sheila era collegata a lui. Lui sapeva tutto dei suoi movimenti. Ma il rifugio sotto la sua casa era schermato. Lo è sempre stato. Non poteva chiamarlo né ricevere nessun segnale da sotto casa. Quindi non era sotto casa. E sapeva che sarebbe andato da lui. E la casa è esplosa, ma dentro vi erano due killer, pronti ad ucciderli, immolandosi. Il tutto per far credere che lui era rimasto vittima di una delle sue bombe. Così la polizia avrebbe avuto il suo bombarolo morto e avrebbe chiuso il caso del dinamitardo folle.

Gran bella pensata.

«Scusa...» Eliah gli tira una manica.

«Cosa vuoi?» Gli risponde bruscamente.

«Ho trovato... questo. Ti può essere utile?» Gli mostra un piccolo congegno con un solo pulsante.

Lo prende e lo preme.

Improvvisamente sente gemere degli uomini, mentre Sheila si getta dentro il laboratorio. «Ma sei fuori?» Gli dice, alzandosi in piedi.

Le urla continuano. Sono urla di agonia, di angoscia, di dolore. Si affaccia dal laboratorio e vede una decina di uomini in fiamme. E capisce. ecco perché la sala era completamente ignifuga. E soprattutto ecco l'uscita di sicurezza!

Sheila balza fuori e con la pistola fredda tutti quegli uomini in fiamme, sfogando una rabbia repressa da tempo. Quando è sicura che anche l'ultimo è immobile a terra, smette di sparare, ansimando rabbiosamente.

«La macchina!» Dice «Hanno lasciato una macchina fuori di qui...» Spalanca gli occhi: ancora paura «E ne stanno arrivando altri.»

«Tutti in macchina, svelti!» Urla Paul. Poi si gira verso Veela, rimasta in silenzio ed in disparte. Aspetta che gli altri passino davanti a lui e le tende una mano «Mi spiace davvero. So cosa significa perdere qualcosa che per te è la speranza di una nuova vita. Mi spiace.» I suoi occhi sono carichi di un dolore vero, sincero «Non so se posso aiutarti in qualche modo, ma per il momento, fidati di me... di noi.»

Veela non risponde. Gli passa accanto senza prendere la sua mano e si infila in macchina. Lui la segue ed entra.

Poi partono sgommando.

«Dove siamo diretti?» Chiede Mike.

«Non lo so...» Dice Paul «Per ora fuori città... poi... non lo so...»

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Che botta di culo! Uscito di casa, mentre si incamminava per prendere un taxi o qualcosa di simile incontrò un suo vekkio amico munito di una Sheeva fiammante e si fece accompagnare sino sotto casa della piccola amica inchiodata nella rete. Molto deprimente come costruzione, sembrava un castello medioevale riuscito male; doveva avere molti anni quella costruzione. Salì le scale dopo aver passato la porta ormai inesistente e cercò l' appartamento di Cyberslave. Era il numero 23. Pure l' illuminazione lasciava desiderare e Nicholas dovette scavalcare vari barboni semi-addormentati per arrivarci.

Dopo poki minuti era davanti la porta, del 23 ne rimaneva soltanto l' ombra. Lo sporco aveva lasciato spazio alle cifre inesistenti e si poteva leggere i numeri grazie al pulito che ne rimeneva sotto. Non dovevano essere state strappate da tanto; bè, poko male, dettaglio inutile. Stupidamente provò a bussare per vedere se arrivava nessuno e se nel frattempo la sua amica era riuscita a scollegarsi. Nulla. Estrasse la sua Malorian Arms e sparò sulla serratura che reagì esplodendo in mille scheggie di legno misto a ferro. Cazzo se funzionavano i proiettili esplosivi che si era procurato!

Appena entrato nell' appartamento venne investito da un forte odore di fritto, che schifo! Odiava la roba fritta! Quella donna, se donna era, iniziava a stargli meno simpatica. Cercò brevemente per l' appartamento e la trovò, era una donna almeno...ma molto molto diversa da come era nel cyberspazio. Ci stava a stento nella poltrona e il collegamento neurale sembrava infinitamente piccolo confronto alla sua mole. Non badando a lei richiuse la porta ( o ciò che ne rimaneva) e iniziò a percuisire la casa. Niente droga, merda. Dopo 10 minuti circa di ricierca aveva trovato solo poki pezzi di ricambio per apparati ottici (che avrebbe preso in prestito) e un mitragliatore non di grosso calibro (che avrebbe preso in prestito pure quello).

Ormai preso dallo sconforto si tuttò sul divano e iniziò a pensare ove poteva essere. Mentre il suo sguardo vagava per la stanza la luce che filtrava trà le tapparelle iniziò a diminuire; la giornata stava per finire.

Dove poteva essere? Una grassona come quella dove poteva mettere le cose di valore? Dove poteva mettere una cicciona le cose a cui gli importava? Ma in frigo! Cazzo, come poteva non averci pensato prima! L' aveva solo aperto e aveva spostato le varie schifezze ma non l' aveva smontato.

Armato di nuovo vigore si avvicinò al frigo tirandosi sù le maniche con un' espressione simile al cacciatore che con il suo arco ha beccato la preda e ora deve solo andarla a raccogliere.

Estrasse automaticamente i vari arnesi dal suo braccio e iniziò a smontarlo. Ci mise meno del previsto e trovò all' interno del congelatore una busta con 40 fialette dal colore verde veleno. Era molto di più di quello che gli serviva!

Valkiria bella.... stò arrivando!

Pero' non poteva portarsi via tutto questo senza che quella demente di Cyberslave non reagisse...cavolo!

Ma gli servivano soldi e gli servivano subito. Era stata sfortunata. La legge della giungla doveva farsi valere ora...è selezione naturale alla fine.

La sua pistola fumò e un rivolo di sangue iniziò a scendere dal foro che si era aperto nella testa. Stranamente non era esplosa... singolare!

Nicholas alzò le spalle e con fare disinvolto uscì dall' appartamento sperando che i fantasmi di Cyberslave non lo tormentassero la notte...

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Che casino è successo!!

Il pensiero attraversa la menti di Eliah, mentre si fionda in macchina, sul sedile posteriore. Alla guida c'è il poliziotto; la ragazza, Sheila se non sbaglia, è seduta di fianco con la pistola puntata proprio sull'autista.

Dietro l'uomo, Paul si chiama, Eliah e Veela formano un groviglio di corpi disordinato, mentre si sistemano sullo scomodo sedile posteriore.

Eliah butta l'occhio in bagagliaio e nota la presenza si alcune armi.

"Ehi. Guarda dietro. Potrebbero tornare utili.." dice a Paul, indicando dietro le sue spalle con il pollice della mano sinistra.

Poi mentre corrono, e Paul da le indicazioni a Mike sulla strada da fare, Eliah torna con la mente a quello che è successo prima.

La ragazza, Sheila, è molto agile, veloce e decisa in quello che fa. L'ha dimostrato sia nel combattimento con Veela, sia in quell'attacco al poliziotto. E sembra anche aver un conto aperto con tutti i poliziotti, a giudicare dalle breve frasi dette a Paul e da come guarda ora Mike.

Paul forse è altrettanto abile. Non ne è certo, ma dal breve movimento che ha fatto per fermarla quando voleva ammazzare il poliziotto gli è sembrato molto pronto e deciso. E ora ha anche qualcosa in mente a quanto pare.

E inoltre gli sembra di aver già sentito parlare di un Paul, mentre era con uso padre. Ma sapeva ancora poco su di lui, e non poteva identificarlo, ancora. Ma forse ci sarebbe riuscito, prima o poi.

Di Veela sa ancora poco, ma sembra a prima vista essere implicata in cose troppo più grandi di lei. E' una corrieria, per quanto abile a sopravvivere, e non è abituata a sparatorie e liti tra bande.

Mike l'ha riconosciuto ormai. E' un poliziotto, anche se non ricorda la carica. Forse ora è tenente, forse qualcosa in più o in meno. Ma non è quello l'importante. La cosa importante è che era stato un agente SWAT. E questo può essere un bene o un male, ma fino a che il poliziotto non lo riconosce non c'è da preoccuparsi.

Il loro viaggio continua, diretti fuori città; passano l'uscita dagli squallidi livelli inferiori, continuano qualche minuto e prendono una strada che porta velocemente fuori città, una sorta di autostrada.

Paul convince Sheila ad abbassare la pistola, e Mike si rilassa un po' alla guida.

Si, in effetti dev'essere fastidioso guidare con una Sword of Avalon puntata alla testa! pensa Eliah.

Veela si è messa comoda sul sedile, conscia di non poter far niente ora, anche se un po' innervosita dalla nuova situazione. Sembra ansiosa.

Il viaggio prosegue velocemente, mentre Paul spiega che il loro obiettivo è un boschetto, ormai abbastanza spoglio anche, in cui troverà alcuni suoi "amici".

Mentre lo dice non sembra troppo convinto di come andranno le cose, Eliah lo capisce dalla sua espressione, ma non cambia nulla.

Mike continua a chiedere qualche spiegazione, ma Paul si limita a dire che tra poco tutti capiranno.

Eliah si guarda indietro. La strada corre dietro di loro, liscia e sinuosa come un serpente; non si nota anima viva per miglia...sono soli...o forse...un bagliore!

Per un attimo il ragazzo scorge un riflesso sulla strada, qualcosa di metallico in movimento, e poi scompare. Non ne è certo, ma crede che qualcuno li stia seguendo. Ma resta a distanza. Non sarebbe difficile raggiungerli, volendo, visto che Mike non sta correndo eccessivamente forte. Ma non nota altro.

Dopo un'ora di viaggio escono dall'autostrada, prendono una laterale stretta e tortuosa, e si dirigono verso un boschetto, a una decina di chilometri di distanza; una mezzoretta buona per raggiungerla, viste le condizioni della strada. Ma paul dice che è meglio percorrere quella strada, per non destare sospetti pericolosi.

Eliah si guarda ancora indietro, e in lontananza vede un po' di polvere alzarsi, per qualche secondo, e poi più niente.

Veela lo osserva, e guarda dietro. Ma è tardi e la ragazza non vede nulla.

Su guardano, gli occhi della ragazza che vanno a interrogare Eliah, e lui si volta, facendo spallucce.

Il viaggio è quasi finito, il boschetto è vicino e Paul fa fermare la macchina a circa cinquecento metri dagli alberi. Scendono tutti, le armi in mano, per chi le ha. Eliah si mette dietro a Mike, per proteggersi da eventuali sorprese e per non farsi guardare troppo dal sospettoso poliziotto.

Poi una voce li sorprende da dietro:

"E cosi sei venuto a trovarci eh, Paul?",la voce è metallica, segno di un sintetizzatore vocale non troppo recente. Istintivamente si voltano, per guardare l'interlocutore ma la voce li ferma:

"NO FERMI! Non voltatevi o vi buco. Solo paul e Shiela possono farlo. E devono anche dirmi che siete, e sperate che la spiegazione mi piaccia..."

Lascia morire la frase in un silenzio carico di significato, mentre mike stringe la pistola più forte; Eliah vede le nocche delle sue mani sbiancare dallo sforzo e dalla tensione.

Forse non è stata una buona scelta quella di mettermi dietro a lui..

"E non fate mosse avventate. Non sono il solo a tenervi sotto tiro..."

Paul si gira con un sorriso, mentre Sheila ha un espressione più dura e severa.

"Ciao, Tom, sempre prudente noto..."

lascio morire qua per ora..fatemi sapere se volete preseguire voi, altrimenti vado avanti io, anche se mi servono indicazioni se avete già delle idee..

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«La prudenza non è mai troppa, specie con voi due.» Risponde Tom, il fucile puntato contro Sheila e gli occhi che rivelano rabbia.

Lei gli risponde con unbacio ironico, soffiandolo con la mano.

«Brutta troia!»

«Andiamo, Tom...» Dice Paul «Solo perché non te l'ha data non signifca che sia una troia... anzi, al contrario.»

«Tu stai zitto, razza di traditore!» Tom fa un cenno e dalla boscaglia escono altri cinque uomini, armati anche loro di un fucile. Il resto della Famiglia.

Paul li osserva con attenzione. Sono solo cinque. E gli altri? Dovevano essere almeno una ventina, senza contare gli eventuali figli che dovevano aver dato alla luce in cinque anni e quei ragazzi che ora dovevano essere cresciuti.

«Sì, traditore. Ci hanno sterminato. Siamo rimasti solo noi.»

Sheila sospira e la sua mano va al tatuaggio che ha sotto la maglia. Paul guarda in terra, poi riprende a fissare Tom. «Mi spiace... non sapevo.»

«Ovvio che non lo sapevi, razza di imbecille! Te ne sei andato per scoparti questa troia e ci hai lasciati soli! Come pretendi che...»

E' un attimo.

Paul sente solo un leggero spostamento d'aria, poi vede Tom disteso a faccia in giù, una Sword of Avalon puntata alla tempia ed il fucile calciato via. «Sheila, no!»

Ma Sheila stavolta non lo vuoel ascoltare. Guarda i restanti cinque nomadi armati con un gesto di sfida. Solo tre di loro la conoscono e sanno di cosa è capace. Gli altri invece stanno fermi, stupiti da una reazione del genere. Comunque sia, né gli uni né gli altri hanno intenzione di agire. «Stai lontano, scacciaguai. E voi cinque anche... o presto annaffieremo questo be boschetto con il sangue di un'idiota... sempre che tu ce l'abbia un po' di sangue in testa, Tom.»

Mike si gira a vedere la scena, finalmente libero da quel cannone puntato alle sue spalle. Veela osserva Sheila con un misto di sfida e attrazione. Eliah continua a stare dietro al poliziotto, guardando però con interesse la scena. E Paul non può far altro che aspettare.

«Vi hanno sterminati, Tommino? Be', non ci metto niente a completare l'opera... e lo sai.» Spinge ancora di più la pistola sulla tempia di Tom «Non ce l'ho mai avuta con voi. E se vi ho portato via il vostro amatissimo Paul l'ho fatto solo perché lui è voluto venire con me.» Guarda i cinque nomadi «Gettate quei ferrivecchi lontani da voi e lentamente.» Li osserva eseguire l'ordine, poi si volta di nuovo verso Tom, ancora in terra, dolorante e rabbioso, mentre lei con una mano gli tiene un braccio dietro la schiena, torcendolo «Gli avete dato uan scelta, ricordi? O voi o me. E lui ha scelto me. Lo considerate traditore solo perché ha scelto me quando siete voi che gli avete imposto questa scelta. Solo perché io ero una rinnegata, scappata dalla mia Famiglia.» Gli torce ancora un po' il braccio. Tom geme «Hai visto che fine ha fatto la mia famiglia? Si sono tutti ammazzati in un suicidio collettivo dopo una messa a quel loro assurdo dio. E tu pensi che io avessi voglia di fare la stessa fine?» Ancora una torsione più decisa «No, mio caro... proprio no. E ti faccio notare un'altra cosa.» Si avvicina con la bocca al suo orecchio «Lo so perché hai voluto che Paul andasse via con me. Perché non ti ho dato quello che volevi. Lo so, fidati.» Si rialza e lo lascia libero, alzandosi in piedi a pochi metri da lui.

Tom si mette in ginocchio, la mano che si tocca il braccio dolorante. «Bene... ora cosa volete?»

«Tre cose...» Dice Paul avvicinandosi e accosciandosi di fronte a lui, guardandolo negli occhi.

«Dimmi... ma non ti prometto niente.»

«Tranquillo. La prima cosa è: sai chi ha sterminato la nostra... tua Famiglia?»

«No, non lo so. So solo che erano professionisti. Gente seria, Paul. gente che sa sparare, combattere e uccidere senza lasciare tracce o lasciando quelle che vuole. Infatti, noi stessi siamo accusati dell'omicidio degli altri membri della nostra famiglia.» Continua a massaggiarsi il braccio «So solo che ho visto uno di loro che aveva un tatuaggio come il tuo, solo con...»

«... due segni egizi sotto la costellazione.» Aggiunge Sheila.

«Esatto.» Annuisce Tom, alzandosi in piedi «Esatto.»

«Bene... allora domanda due.» Dice Paul, alzandosi anche lui «Vi andrebbe di fare una sortita in ospedale e porre fine alla vita di una ragazza che tano è.... già morta?»

«O tentare di salvarla...» Aggiunge Mike.

Paul lo guarda con una leggera ostilità, ma gli ochci tradiscono questa speranza.

«Dammi più indicazioni.» Risponde Tom.

Paul si miette a spiegare tutta la storia, di come quella Sword of Avalon fosse la causa di tutto, rubata ad uno di questi agenti segreti per sbalgio, insieme ad un chip da verificare. Gli racconta poi degli attentati che ha subito e della ragazza in coma usata come esca per lui. E per finire aggiunge qualche dettaglio sul tradimento di Remy.

«Be'... è una missione suicida.» Ammette Tom.

«Loro si aspettano della galline in fuga. Non si aspettano delle aquile di attacco. Punteremo su questo.» Afferma Sheila, carezzando la sua pistola.

«Ed ormai abbiamo anche coinvolto loro. Siamo tutit morti qui. E' solo questione di tempo.» Commenta Paul, allargando le braccia «A meno che non siamo noi a fare la prossima mossa.»

Tom riflette. Cerca conferma negli sguardi dei suoi compagni e poi in quelli di Paul. E' tutto vero. Fa male ammetterlo, ma è vero. «Tu non avevi un cazzo da fare quel giorno? Non potevi lasciar stare quella pistola al suo padrone?» Sorride «Affare fatto. Preferisco morire attaccando piuttosto che scappando.»

Paul sorride, pur se è un sorriso amaro.

«E la terza domanda?» Chiede Tom.

«Dobbiamo trovare un certo Nicholas, un hacker. Me lo ha consegnato Remy. Non so perché lo abbia fatto, ma in entrambi i casi ci può fornire un aiuto: o esaminando il mio chip o dicendomi i suoi rapporti con Remy.»

Tom annuisce. «Bene. Io direi che possiamo riposarci qui per la notte. Poi domani partiremo. Ormai ci hanno lasciati in pace....»

Sheila sgrana gli occhi.

Paul comprende. «Ma certo... vi hanno lasciati in vita perché siete delle esche per attirare me!» Prende la pistola «Presto tutti via da qui! Dobbiamo trovare un rifugio in cui nessuno di noi è mai stato prima, per ora. Prima che arrivino.» Si volta verso Mike, Veela e Eliah «Anche voi siete in ballo ormai. Volete ballare?»

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Eliah ha seguito tutta la scena.

Ha riconosciuto alcuni membri di questa banda, e ora che ha visto il tatuaggio di Paul ha anche capito chi è. Ma non sa molto su di lui.

Però ricorda che forse una volta suo padre l'ha incontrato, per non sa quale motivo. Forse per intrattenere degli accordi di pace, come li chiamava Aston.

Ma per ora è meglio non dire niente, sulla sua identità, a quei nomadi.

Non sono un gruppo molto nutrito, ma per fare quello che hanno in testa bastano. Anche se Eliah non capisce di che utilità può essere lui. Ma per ora gli conviene stare con loro; tanto a cambiare si rischia di finire di nuovo a elemosinare.

ODIA ELEMOSINARE!

"Beh, se serve un posto dove andare, io ne conosco qualcuno. Non chiedetemi perchè, non ve lo dirò, ma conosco qualche buco ben nascosto, uno anche non molto distante da qua." Osserva il volto stupito degli altri nomadi e aaggiunge.

"Eh si..voi non lo sapete ma ci sono molti posti dai quali controllarvi..ma ora che siete stati sterminati non credo ci sarà più nessuno.." notando Tom aprire la bocca lo blocca.

"NO! Non chiedere nulla...te l'ho già detto...non ti dirò perchè conosco quel posto..se volete andiamo..e tu mike? che intendi fare?? preferisci tornare al distretto o stai qui con noi??"

Eliah dice la frase, mentre si sposta di lato, verso Veela, certo che a quella rivelazione più di qualche arma si sposterà a mirare l'uomo.

Ed è cosi. Un nomade estrae una pistola da dietro la schiena, sconvolto dalla scoperta di avere un poliziotto davanti.

Ma Mike non resta fermo, e anche la sua pistola punta il volto del nomade.

"Beh?" fa Tom. "Che intendete fare??Ammazzrvi qui?? Su sbirro, decidi che fare, e fallo in fretta che dobbiamo andare via da qui, se vogliamo salvare le chiappe!"

ihihihi è bello infiammare un po' gli animi... :twisted::twisted:

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Sinceramente Veela non capisce. E' seduta in macchina, con accanto il ragazzino e quel maledetto bastardo. la tipa lo chiama Paul, lei ancora non sa come si chiama... oppure sì, ha sentito quel Paul dire il suo nome, ma non se lo ricorda. Ed evita di fissarla troppo a lungo. Mai far vedere il proprio interesse con tipi del genere. Lo sbirro è inoffensivo: ha una pistola puntata alla tempia però, mentre guida e dimostra un certo sangue freddo. Per un istante Veela si sorprende ad ammirarlo... è duro, tenace quel tipo... sembrerebbe a posto. Ma è uno sbirro...

Ma che importa? Con la coda dell'occhio vede Eliah guardare dietro, attraverso il lunotto posteriore... la macchina va veloce, molto veloce, ma sono inseguiti.

C'era da aspettarselo.

Veela nota che i sedili puzzano di plastica, l'interno è praticamente nuovo di pallino. Chiunque fossero quei tipi sono attrezzati al meglio... Sente qualcuno commentare che ci sono delle armi lì dietro. Ma lei nemmeno guarda, fa scattare il caricatore della pistola, lentamente... per fortuna è ben oliata e fa poco rumore... gli altri mnemmeno la sentono mentre estrae il caricatore con indifferenza. Bene, ci sono ancora proiettili.

E poi è un insieme di eventi veloci, che non riesce a comprendere, parlano di qualcuno che lei non conosce con un tipo e la sua banda...

Non ha paura, ma vorrebbe capirci qualcosa. Sembra che il bastardo debba andare in ospedale a far secco qualcuno, nonostante lui e la tipa nel frattempo abbiano prurito alle mani e per passatempo vogliano far fuori quella banda di teppistelli loro amici...

E poi parla di un hacker..e del fatto che loro, bene o male sono tutti morti.

Sì bello, questo lo sapevo da me, ma c'è altro.

E poi Paul chiede loro di entrare in quel ballo, ma lei in ballo c'è già da tempo...da tutta la sua vita. Da quando ha chiuso con quell'altra vita... ed ora bene o male sembra che qualcosa la costringa ad indossare su di sè quella persona sepolta, quell'odio antico che non vuole più vedere...

Non vuole più essere lei. Ma questo per fortuna gli altri non lo sanno, nè occorre che lo sappiano. Lo sbirro è l'unico che potrebbe fregarla, senza saperlo, ma quello è un problema del quale si occuperà quando ce ne sarà il bisogno... Per ora deve soltanto aspettare e vedere cosa accade.

Poi Eliah fa qualcosa di stupido... dice agli altri che quel Mike è uno sbirro. Veela si trattiene, tesa, mentre i teppisti lo tengono sotto tiro e Mike a sua volta tiene sotto tiro gli altri. Basta un colpo e qui è una strage, pensa lei....

-Bene, ragazzi, non è il caso di mettersi a litigare adesso. Togliamoci da qua senza che nessuno si faccia male, ma prima di ballare con qualcuno preferisco sapere in quale storia sto ballando. Non so quanto tu sappia, Paul e quanto no, ma sarebbe il caso che tu ci dessi una prospettiva più generale, bello mio.- esclama, decisa, mettendosi davanti allo sbirro.

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