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Inviata

Ciao a tutti, vi propongo un racconto breve che ho scritto qualche tempo fa.

Critiche, commenti ed opinioni sono gradite, quindi buona lettura.

FIAMME SU WOLFSBURG

Stava albeggiando, quando il giovane Rosnar uscì dalla fattoria, diretto verso i boschi. Appeso alla cintura aveva il suo coltello, che suo padre gli regalò pochi giorni prima in occasione del suo dodicesimo compleanno. Era emozionato, perchè quella era la prima volta che i suoi genitori gli permettevano di andare a caccia da solo.

Nel breve tragitto che lo separava dai territori di caccia, Rosnar incontrò alcuni dei suoi vicini, diretti al lavoro nei campi. Un veloce saluto, e il ragazzo proseguì la sua “avventura”.

Giunto al bosco, Rosnar iniziò a guardarsi attorno, facendo attenzione a tutto ciò che lo circondava, come gli aveva insegnato suo padre. “Voglio catturare un cervo, o almeno un cinghiale” - pensò, incamminandosi tra gli alberi, e cercando le tracce lasciate dagli animali. Dopo pochi minuti, Rosnar trovò le tracce di un cervo.

Il ragazzo le seguì attraverso il bosco per quasi due ore. Il cervo era controvento, a meno di dieci metri da lui, totalmente all'oscuro della sua presenza. Rosnar si preparava ad attaccalo, quando un rumore improvviso mise in fuga l'animale. Rosnar si guardò attorno e vide che, lungo la strada che portava al suo villaggio, stava passando un gruppo numeroso di cavalieri. Il ragazzo si avvicinò furtivamente alla strada, e vide meglio i cavalieri. Erano una ventina, tutti quanti indossavano delle splendide corazze, su cui era impresso lo stemma di Heironeus. Anche i cavalli indossavano delle corazze, non splendide come quelle dei cavalieri, ma altrettanto efficaci.

“Paladini di Heironeus!” - pensò Rosnar - “Cosa ci fanno da queste parti?” Il passaggio dei cavalieri distrasse il ragazzo, quel tanto che bastava affinchè non si accorgesse dell'uomo che gli si stava avvicinando furtivamente. Il colpo alla testa fu tremendo, e Rosnar crollò al suolo.

Quando si riprese, la prima cosa che sentì era il suo sangue sulla faccia. Rosnar era giovane e forte, ma nonostante questo faticò a rimettersi in piedi. Vacillando si diresse verso il suo villaggio, dove lo avrebbero aiutato. Dopo un viaggio reso difficile dalla sua ferita, giunse al limitare del bosco, da dove poteva vedere il luogo in cui era nato e cresciuto.

La battaglia infuriava tra i campi che circondavano il villaggio. I pochi superstiti tra i suoi compaesani stavano combattendo contro i cavalieri che aveva incontrato pocanzi, a un centinaio di metri dal luogo in cui si trovava. Rosnar si nascose tra i cespugli, terrorizzato. Voleva andare ad aiutare la sua gente, ma la paura gli impediva di muoversi.

Mentre osservava la battaglia, Rosnar vide infine qualcosa che lo spinse ad intervenire: da quel che restava della sua casa vide uscire la sua sorellina Varla, inseguita da un guerriero. Rosnar, nonostante il dolore provocato dalla ferita alla testa, uscì fuori dai cesupugli e corse verso sua sorella. Mentre correva, sentiva il calore che provava quando il suo corpo cambiava.

Le ossa del ragazzo si deformavano, il muso si allungava e il pelo cresceva velocemente sul corpo di Rosnar. La trasformazione era dolorosa, ma anche piacevole, e le sensazioni che provava dopo di essa erano indescrivibili.

Il giovane lupo mannaro si abbattè con tutta la sua forza sul guerriero, buttandolo al suolo. Le zanne di Rosnar si chiuserò sulla gola dell'uomo e, tra gli schizzi di sangue, il guerrierò morì.

Rosnar osservava confuso il corpo dell'uomo che aveva appena ucciso. Aveva già ucciso in forma di licantropo, ma solamente animali durante le battute di caccia. Non aveva mai ucciso un essere umano...

Le urla di Varla distolsero Rosnar dal corpo dell'uomo. Guardandosi attorno, Rosnar si rese conto che la battaglia era finita, e che i cavalieri sopravvissuti si stavano avvicinando a lui, intenzionati ad uccidere gli ultimi due lupi mannari di Wolfsburg.

Quando comprese che non avrebbe potuto vincere contro tutti quei guerrieri, Rosnar si caricò in groppa la sorella e fuggì nel bosco, dove i cavalli non avrebbero potuto inseguirli.


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