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Inviata

Qualche componimento dal mio blog

Vi ricordate quando ho scritto che in effetti, al di là delle banalizzazioni giacobbiane degli esoteristi della domenica, il mito dei nephilim poteva essere una buona fonte di ispirazione poetica?

Beh, ecco qua. ^^

http://giochiepensieri.blogspot.com/2009/10/fuori-programma-e-i-figli-di-dio-videro.html

Qualcosa come 180 endecasillabi rimati devo dire che risultano pesanti da scrivere in un paio di giorni.

Spero che mi perdoniate eventuali errori e sviste, e spero che questa poesia possa piacervi. :)

PS: e da bravo spammer, mi pubblicizzo anche il blog.:lol:

  • Mi piace 1
  • 2 settimane dopo...

Inviato

Ho letto la poesia, bella!!!! complimenti! è bella la storia e anche come è scritta!

c'è qualche errorino di ortografia ma davvero carina! :)

Se hai un po' di tempo e voglia leggi il mio ultimo racconto "Amore oltre".

Ciao! :)

Inviato

Grazie, ma... dove sono gli errori? Purtroppo quando si scrivono molti versi scappa qualche svarionata, e il correttore automatico è utile quanto un paio di mutande in carta vetrata in casi simili.

(immaginarsi, prego, le mutande in carta vetrata)

Vorrei migliorare quanto più possibile il mio "pezzo forte" (sino a nuova opera), per quanto condivida il parere dello Pseudo-Longino riguardo alle eventuali sviste.

Insomma, Michelle, potresti aiutarmi un po' segnalandomi gli errori?

Poi appena posso, febbre permettendo (da 37,1 a 37,9 in un'ora... pazzia? no, questo è FeAnPi), mi dedico alla lettura del tuo lavoro...

Inviato

Di solito non bazzico da queste parti visto che la mia llicenza poetica rasenta l'analfabetismo, ma sono rimasta colpita dal titolo - E i figli di dio videro... - e conoscendo quasi a memoria quel passo, ne sono rimasta incuriosita. Non sono molto brava con le parole quindi mi perdonerai un semplice "Bellissima!" come commento: davvero Bellissima!

Inviato

Grazie, sono contento del fatto che ti piaccia. :)

E, a quanto pare, la scelta del titolo si è dimostrata azzeccata: all'inizio il componimento si chiamava "Nephilim", perché volevo incentrarlo di più sul frutto della relazione, ma poi ho optato per la citazione pari pari del passo biblico.

Inviato

Grazie, sono contento del fatto che ti piaccia. :)

E, a quanto pare, la scelta del titolo si è dimostrata azzeccata: all'inizio il componimento si chiamava "Nephilim", perché volevo incentrarlo di più sul frutto della relazione, ma poi ho optato per la citazione pari pari del passo biblico.

Probabilmente sarei stata attirata anche dal mito dei Nephilim... in ogni caso potresti provare a scriverne il seguito (non so se si dice così in poesia) perchè trovo che stile e tema sia molto interessante. ^^

Inviato

Grazie. :)

Purtroppo, ora come ora sono un po' in "pausa creativa", sia a causa di vicende personali sia soprattutto a causa dell'influenza che mi sono beccato a Lucca.

Ma, in effetti, non sarebbe male puntare su un'altra poesia di questo genere. ^_^

Inviato

Di solito non bazzico da queste parti visto che la mia llicenza poetica rasenta l'analfabetismo, ma sono rimasta colpita dal titolo - E i figli di dio videro... - e conoscendo quasi a memoria quel passo, ne sono rimasta incuriosita. Non sono molto brava con le parole quindi mi perdonerai un semplice "Bellissima!" come commento: davvero Bellissima!

Caspita mi ha tolto le parole di bocca!!

Stessa identica cosa, "di solito non bazzico da queste parti", "attirato dal titolo e i figli videro.." e il "bellissima"! ;-)

complimetissimi ti ammiro anche per la tua personalità svarionata

(la mia è simile ma senza vene poetiche :-p )

Inviato

uhm..forse nella tua poesia è giusto che "cielo" sia scritto come "celo" per metrica..a me sembrava un errore di battitura..

in effetti io mi dò solo alla prosa :-D

cmq le riletture non fanno mai male, si scoprono sempre errorini qua e là nei propri lavori!

ciaooo!!

Inviato

Grazie mille sul serio allora! :)

Le riletture le dò eccome, il problema è che l'errore di battitura capita troppo spesso, e avendo scritto questa poesia direttamente al PC ho avuto una fase di correzione in meno: le letture da monitor non rendono mai.:banghead:

Questa poesia, per dirne una, l'avrò riletta cinque o sei volte prima di metterla on line, ma certe cose mi sono proprio sfuggite... è per questo che servono i correttori di bozze, ma averceli i correttori di bozze...:lol:

Inviato

Va beh ma vai tranquillo, mica servono i correttori di bozza!!!

è che quando scrivi tu è normale che non trovi subito gli errori..

quando leggono gli altri li trovano + facilmente..

se riesco a rileggerla magari ti segnalo anche gli altri che avevo visto ok?

(sempre se ce ne erano altri, ora nn ricordo :) )

ciaoo!

Inviato

Mi dispiace per le vicende personali e per l'influenza... e aspetto trepidante il proseguo - che poetica che sono! - di questo splendido componimento... che farò leggere anche a quel pigrissimo del mio ragazzo, chè sicuramente saprà apprezzarla come e più di me.

  • 8 mesi dopo...
Inviato

Questo lavoro è stato scritto fra martedì e oggi. O meglio: ne ho scritto metà martedì nel giro di un'oretta, ho scribacchiato due quartine mercoledì e giovedì, e oggi ho buttato giù tutto il resto.

Spero che il lavoro vi piaccia. ^^

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Fredda, una luce splendeva nel buio;

Rigide stelle marcavano il corso

Delle battaglie, ed intanto accorreva

Cupo il dolore, affilando il suo morso.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Molti i campion, d'ogni parte vocati.

Grandi massacri, le stragi insensate

Erano sorte, compagne ai dannati,

Quando le faglie si fur spalancate.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Faglie sul cuore di tenebre oscure,

Come tumori nei cuori mortali,

S'erano aperte portando sciagure

Empie, una guerra che mai ebbe uguali.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Giunsero poi dalle faglie dannate,

Come dei feti abortiti dal male,

Neri gli araldi, le forze elevate

Oltre ogni modo, nessuna morale.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Forti, le braccia recavano morte,

Senza rimorsi annientavan nazioni.

Solo era salvo chi aperte le porte

Tutto s'offriva alle lor perversioni.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Quale d'un nembo di tenebre l'ombra

Buia ricopre di sagome cupe

Terre, e una valle di vita fa sgombra,

Tale era il mondo, qual preda alle lupe.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Lupe crudeli nei loro ululati,

Eran le stirpi dei molti seguaci

Giunti agli araldi da tenebra nati

Come scherani crudeli e rapaci.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Pure, non tutti allor strinsero l'armi

Quale masnada del cancro profondo

Né, questo è certo, mai posso scordarmi

Della grandiosa riscossa del mondo.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Chi disperato cercando vendetta,

Altri volendo soltanto aiutare

Quanti soffrivano in terra negletta,

Molti allor giunsero il mondo a salvare.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Dura battaglia, crudeli i nemici:

Pallida e spenta, speranza sfumare

Quasi sembrava in quei giorni infelici.

Pure, non smisero mai di lottare.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Risero, prima, gli araldi tiranni:

Nulla, si disser, ci possono fare.

Venne poi il tempo, coi mesi e con gli anni,

Nostro, e i tiranni facemmo tremare.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Passo per passo ripresa è la terra.

Vengon respinti i gran soggiogatori

Quando anche i giusti si infiammano in guerra.

Forti, essi avanzano, liberatori.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Fino a quei cancri di tenebra oscura

Donde son nati ricacciano gli empi,

Sì che la terra ritorni a esser pura,

Sì che mai più si rivedan tal scempi.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Chiusa ecco infine ogni faglia dannata;

Morti gli oscuri, son liber gli oppressi.

Gioia per molti, la tenebra è andata,

Pure gli eroi non saran più se stessi.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Empia, la guerra ha corrotto i soldati:

Essa richiama al massacro il cuor loro,

Sembra lor spingere ai gesti passati

Degli aguzzini, non lascia ristoro.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Sanno i campioni che cosa hanno dato:

Persa è purezza, il coraggio non vale,

Ogni campione sa che è condannato.

Rende la guerra ogni uomo animale.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Dunque, essi vanno in ritiro dal mondo.

Grande è il dolore, svaniti gli eroi.

Pur, v'è conforto al dolore profondo:

Resta ancor forte il messaggio, arde in noi.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

Questo dovere, fratelli, ci è dato:

Nostro dover raccontare la storia,

Fare che al mondo non venga scordato

Quanto è accaduto, servarne memoria.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,

Pochi ricordi ne sono rimasti.

Trema chi sa, le celate memorie

Sfumano ormai nelle pallide storie.

PS: potete leggerlo anche nel mio blog.

Inviato

Bella! lo stile c'è tutto, il ritornello eccetera! direi che a parte la 4° quartina dove manca una rima, il resto è pressochè perfetto!!! se vuoi integrarla con altro materiale, io ti consiglierei di stare sul gusto della ballata ed inserire una figura di eroico paladino della luce (come in molti testi dei Rhapsody) e, descrivendo il terrore che provoca la sua spada di luce, avvicinarti ancora di più al gusto medievale-cavalleresco...SE VUOI.

ma questi sono solo consigli di un niubbissimo, è splendida!

Inviato

Azz, quella quartina mi era sfuggita, grazie. Ho rimediato.

Per il resto, il paladino/singolo eroe preferirei non inserirlo per rendere il tutto più corale: la forma è fantasy ma non prettamente medievaleggiante (il ritmo degli endecasillabi riprende il ritmo dell'esametro dattilico classico), potrebbe adattarsi anche a un mondo futuro; e allo stesso modo a livello di tematiche voglio che emerga non un singolo eroe armato dello strumento definitivo, ma più individui spinti dalla disperazione, dal coraggio e dall'altruismo che, centimetro dopo centimetro, riescono a salvare il mondo a prezzo della propria dannazione.

Inviato

Ne sono lieto. :)

Però come da licenza CC sotto la quale è pubblicata non puoi alterarla, e devi far sapere ai giocatori che l'ho scritta io. ;)

Altrimenti ti mando contro il gatto ninja. ^_^

Inviato

veramente bella e si adatta a ogni epoca e non solo nel fantasy( mi ha ricordato un pò la situazione nella seconda guerra mondiale, ma potrei dire una cavolata)

Inviato

Più che altro l'ho scritta per essere universale: il tono è sempre sul fantastico, ma può essere fantastico medievale, fantastico contemporaneo o anche fantastico futuristico.

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