D@rkraven Inviato 26 Gennaio 2011 Segnala Inviato 26 Gennaio 2011 Heh! concordo d'Annunzio era una gran sagoma! strano tipo. Il fatto è (tornando IT) che la ripetizione smodata e identica a sé stessa rende il componimento davvero pesante... Non c'è modo di alleggerirlo? La libertà dalla schiavitù dovrebbe renderti quasi frizzante, non spingerti a rimuginare e mugugnare battendo la testa contro il muro. Pressante è diverso da pesante. Se vuoi (ma è una gran bestemmia quella che sto per dire) puoi rompere il verso in un flusso di ricordi incastonati l'uno all'altro, legati da una punteggiatura veloce... No, fai conto che non l'abbia detto Scusami, sto studiando il decadentismo e mi affascina assai. In uno schema classico in questo periodo non posso essere molto d'aiuto. Ti dico solo che il giambico è arduo da realizzare in Italiano, perchè le parole usano spesso più di due sillabe, impedendo la costruzione precisa dello schema di accenti. A meno che tu intenda un'altra cosa con 'trimetro giambico'.
FeAnPi Inviato 26 Gennaio 2011 Autore Segnala Inviato 26 Gennaio 2011 Partendo dall'omega anziché dall'alfa, naturalmente voglio replicare il trimetro giambico, ma c'è il grosso problema di usare uno schema con variazione senza sputtanare il giambo vero e proprio (e un verso con la finale accentata alla lunga pesa). Per il resto, flusso ininterrotto no grazie, e la punteggiatura esiste per essere usata. E' forse l'unica innovazione utile tirata fuori nei secoli di decadenza delle lingue indoeuropee verso le loro eredi attuali molto meno espressive e precise. Ci devo pensare. Di sicuro non è un componimento euforico, ma amaro, molto amaro, al quale ho voluto donare un tono particolare ma troppo caricato tirando i metri quasi a forza (un po' come Carducci nel più blasfemo degli inni mai scritti da un italiano pluriblasonato, ma molto in piccolo). Devo pensare a una soluzione, anche se voglio evitare per quanto mi è possibile di riprendere a lavorare su questa cosa.
FeAnPi Inviato 18 Febbraio 2011 Autore Segnala Inviato 18 Febbraio 2011 Stavolta qualcosa di rapido. Non sono pienamente convinto di alcuni passi, ma un po' di allenamento metrico non può che farmi bene. Oggi la luna evocava un antico Racconto perduto, Mentre nel cielo brillava, velata Da nubi sottili, Quasi completa di luce e candore, Memoria o mistero. Fredda, una lunga carezza del vento Svelava il suo volto Pallido. A lungo ho tentato, ma invano, Con l'anima e gli occhi, Pura d'averne l'immagine piena Specchiata nel vuoto, Nero e curioso, che il cielo scrutava Cercando risposte. Lievi, sottili, le nuvole rade Danzavano attorno Bianco al mistero che invano guardavo Con occhi rapiti. Fermo, ho scrutato per lunghi momenti Quel volto celeste. Niente da lei trapelava: le nubi, Nient'altro, vedevo. Colta la forma, sfuggiva il colore Lunare, nascosto Sotto al suo velo che tanto mistero Sembrava donare Cupo a quel cielo. Ma quando lo sguardo, Levato di nuovo, Priva la luna rivide di nubi, Del velo pudico, Tutto scomparve il mistero, il segreto Svaniva nel bianco. (articolo originale sul mio blog)
FeAnPi Inviato 9 Marzo 2011 Autore Segnala Inviato 9 Marzo 2011 Stavolta due poesie di lunghezza abbastanza diversa. La prima mi è venuta spontanea, la seconda invece è composta dietro richiesta di Lone Wolf. Il mio primo lavoro poetico su commissione, eh. ^^ ... che poi in realtà forse ne avrei potuto comporre un altro in passato, ma sono *lieto* di non averlo fatto alla fine. Eccovi il link.
FeAnPi Inviato 12 Marzo 2011 Autore Segnala Inviato 12 Marzo 2011 Eccovi il link ad altre due poesie, scritte entrambe ieri come autofesteggiamento del compleanno. La prima è una traduzione di un frammento di Archiloco che mi ha sempre affascinato, la seconda una riflessione nata a partire da un distico. Potrebbe far discutere, e qualcuno potrebbe reputarla offensiva, ma mi pare di aver già chiarito sul blog come, sostanzialmente, non sia mica colpa mia se alcuni individui si riconoscono nei personaggi deprecati.
FeAnPi Inviato 17 Marzo 2011 Autore Segnala Inviato 17 Marzo 2011 Il titolo del thread è l'incipit della mia ultima poesia. Niente di che, sia chiaro. Solo un esercizio di stile che ho deciso di condividere sul mio blog.
FeAnPi Inviato 3 Aprile 2011 Autore Segnala Inviato 3 Aprile 2011 Con un ritardo di circa due settimane rispetto alla sua "causa scatenante", ho pubblicato sul mio blog una poesia che spero si possa considerare l'ultima di un certo filone. Davvero, va bene che i mezzi pubblici sono per definizione aperti a tutti, ma a volte le coincidenze diventano davvero fastidiose. -___-
Demian Inviato 3 Aprile 2011 Segnala Inviato 3 Aprile 2011 Mi è piaciuta molto. Però le bambine cattive non rimangono mai da sole, sanno mostrarsi per ciò che non sono a chi non le conosce davvero
FeAnPi Inviato 3 Aprile 2011 Autore Segnala Inviato 3 Aprile 2011 Guarda, le "bambine cattive" riusciranno anche a farlo, ma quelle semplicemente viziate spesso non ne sono, per fortuna, capaci. Solo chi è tanto stupido e sognatore da cascarci da solo, come sono stato io, rischia qualcosa. PS: grazie!
FeAnPi Inviato 17 Aprile 2011 Autore Segnala Inviato 17 Aprile 2011 Mai capitato di finire qualcosa e di non sentirsene quasi per niente soddisfatti? Ecco, è esattamente la mia sensazione nel rileggere la mia ultima poesia. Vi chiedo se vi va di darmi un giudizio a riguardo: temo di essermi incamminato lungo una via che non batto spesso, col risultato di perdermi a metà strada ricorrendo soltanto ai peggiori stereotipi. -__-'
FeAnPi Inviato 24 Aprile 2011 Autore Segnala Inviato 24 Aprile 2011 Questa è l'ultima poesia che ho messo sul blog (al momento la penultima che ho scritto), uploadata oggi come parziale autogiustificazione del mancato proseguimento dei lavori riguardo all'ambientazione per RuneQuest. Spero che vi piaccia.
FeAnPi Inviato 2 Maggio 2011 Autore Segnala Inviato 2 Maggio 2011 Introduzione forse un po' altisonante per una nuova poesia, scritta già da tempo ma messa solo oggi sul blog. Qui vi rimando al relativo post, mentre se siete troppo pigri per cliccare su un link la potere direttamente leggere di seguito. Raspano il cuore gli artigli d'un mostro Feroce e bestiale, Folle per l'ira da tempo repressa, Che lotta con rabbia Sempre più cupida, orrore a vedersi, Per essere infine Libero e senza alcun freno alla furia Provata e sofferta. Tremo al pensiero del giorno nel quale La bestia funesta, Giunta alla fine all'estremo cancello Del cuore ormai stanco, Senza alcun freno sarà la padrona Dell'anima, il corpo Solo uno schiavo dell'essere oscuro Uscito alla fine Dalla prigione d'un cuore che teme, Di certo vigliacco, Troppo il dolore provato, talvolta, Nel freddo soffrire.
FeAnPi Inviato 5 Maggio 2011 Autore Segnala Inviato 5 Maggio 2011 Non dico nulla, vi lascio solo il link alla poesia in questione. Tirata fuori, salvo un paio di modifiche dell'ultimo minuto, proprio "sul momento".
FeAnPi Inviato 16 Maggio 2011 Autore Segnala Inviato 16 Maggio 2011 Ecco l'ultima poesia lunga che ho scritto, messa nel blog da pochi minuti mentre faccio di corsa mille altre cose. E' molto caricata e non totalmente autobiografica, e ammetto di averla scritta puntando al patetismo. Però ho anche avuto modo di sperimentare un nuovo espediente versificatorio, per cui mi sento parzialmente giustificato. L'articolo originale sul blog nel quale l'ho pubblicata è questo, se siete troppo pigri per fare un click, invece, vi rimando al fondo della pagina. Spoiler: Spoiler: Molto al fondo... Spoiler: Spoiler: Parecchio al fondo... Spoiler: Spoiler: Circa qui... Spoiler: Eccoci! Spoiler: Quanto ho sofferto? Il ricordo talvolta Mi suscita ancora Nuovo dolore. Difficile vive- Re avendo per anni, Spinto da mille timori, nascosto Con cuore indurito Quanto provavo, soppresso gli amori, Ma ancora più duri Furono i giorni nei quali scoprivo, Frenato soltanto Dalla mia misera, opaca visione D'amante, che a nulla M'era servito l'averle svelato, Sincero, che cosa M'ero alla fine concesso d'avere Nel cuore, quel vano, Pazzo sentire d'un uomo che crede Diamanti il carbone, e Molto s'affanna lodando, cercando La gemma che crede, Folle, si trovi nascosta laddove Soltanto i rifiuti Regnano, e incensa la cenere grigia. Nel baratro caddi, Freddo l'abisso mi accolse di quanti Si dannano, inquieti, L'anima amando chi vale ben poco, e Per quanto da tempo, Gronde di sangue versato le mani Ferite dai vetri in- Franti che tutte ricoprono nere Le mura dell'ampio Baratro oscuro, abbia infine raccolto Le forze e scalato Fredde di morte le mura scoscese Seguendo la luce Calda che filtra, lontana, quel gelo Lo porto nel petto. Ora m'impongo freddezza, e non amo, Per quanto talvolta Lievi, gentili carezze nel cuore Mi rubino ancora i Battiti, e donino sogni fugaci, Già fumo al mattino. Troppo ho sofferto, il ricordo d'allora Mi pesa, maligno, e Quando talvolta mi prende di nuovo L'amore nascente Dura m'impongo la stessa domanda: Ne vale la pena? Troppo ho timore d'andare di nuovo Incontro allo stesso Lungo destino di giorni sofferti. Non voglio rischiare. Certo verranno altri giorni, nei quali Di nuovo l'amore Mio ricambiato con pari sentire Sarà col suo abbraccio Caldo capace di sciogliere il gelo Che sento, ma intanto Soffro la fredda corazza nel cuore, ed Aspetto che quella Pace, presente nei volti che vivo- No amore, mi baci.
FeAnPi Inviato 27 Maggio 2011 Autore Segnala Inviato 27 Maggio 2011 Sul blog ho pubblicato una piccola poesia che, sebbene ispirata come altre alla produzione greca, è un po' diversa dai miei soliti componimenti. Se vi va, datele un'occhiata.
Buster Inviato 27 Maggio 2011 Segnala Inviato 27 Maggio 2011 Mi piace!!! Quei "prefissi" alla fine del verso schiudono le porte a nuovi significati!!! Mi piace molto.
FeAnPi Inviato 27 Maggio 2011 Autore Segnala Inviato 27 Maggio 2011 Grazie! Lo stratagemma della parola "spezzata" fra due versi l'ho mutuato da Saffo, e lo sto sperimentando solo di recente in quanto è un'altra di quelle cose talvolta sgradevoli, ma mi sta dando buoni risultati al momento.
FeAnPi Inviato 5 Giugno 2011 Autore Segnala Inviato 5 Giugno 2011 La prima delle due poesie risale a qualche settimana fa; se non sbaglio, l'ho scritta durante un attacco di febbre. -__- La seconda, invece, è "nata" solo ieri. Spero che vi piacciano.
FeAnPi Inviato 16 Giugno 2011 Autore Segnala Inviato 16 Giugno 2011 Ho appena pubblicato sul blogo una poesia scritta qualche settimana fa. Non ha molte pretese, non sono troppo convinto neanche io della parte finale, ma fino a che non avrò voglia, tempo e modo per produrre aggiornamenti migliori vi toccherà accontentarvi.
FeAnPi Inviato 25 Giugno 2011 Autore Segnala Inviato 25 Giugno 2011 Questo è l'incipit di una nuova poesia, scritta qualche tempo fa, che ho pubblicato oggi sul mio blog. Spero che vi possa piacere.
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