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Inviata

mi rendo conto che è forse un'argomento un po' assurdo, ma da quando sono passato alla nuova edizione di D&D (ovvero quando è uscita) la mia percezione della "morte del mio personaggio" è cambiata totalmente. nelle 3.x precedenti, quando moriva un mio pg aspettavo con tantissima ansia il momento in cui gli altri compagni mi avrebbero resuscitato, mentre in questa edizione vedo la morte del personaggio molto più tranquillamente, anzi, spesso non vorrei tornare in vita con quel personaggio. prendo la morte come una "fine" effettiva del pg, nonostante siamo ormai giunti ad un livello tale da poter resuscitare i nostri compagni. voi come vivete le morti dei vostri personaggi in quarta edizione? avete una qualche idea di un possibile motivo per cui percepisco così diversamente la morte dei miei personaggi? (sempre che non sia un mio trip mentale, ovviamente.. XD)


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Inviato

no no, anche io tendo a preferire un'altro pg. sarà che nel nostro mondo il ritorno dall'altro mondo è lasciato a zombie e lich, mentre i pg lo fanno molto raramente. io preferisco così. un pg non è necessariamente un eroe di mille leggende. anzi, spesso fiirà in sordina. anche ai miei compagni piace l'idea di una morte naturale e normale, o di una vecchiaia serena. l'opzione "immortalità" non è mai stata usata.

forse il punto è che pur essendo supereroi i pg della 4a non raggiungono mai livelli davvero divini. certo, hanno poteri devastanti, un sacco di risorse e capacità, ma non possono sollevare 84 tonnellate a turno e lanciarle...è più naturale la loro morte di una vita prolungata troppo...e poi rescuscitare toglie il gusto del rischio al gioco. il pg deve essere molto realistico. deve temere la morte (o meno, a seconda del pg) e quindi anche il giocatore non deve dirsi "ah, mi getto dal dirupo sulla schiena del drago con il maldidenti, tanto resuscito. già che ci sei, nano, mi passi quel cristallo magico instabile. mi serve per frenare la discesa raschiandolo brutalmente contro quella parete di reagenti?"

Inviato

ho cominciato a preferire personaggi con storie autoconclusive, in efetti, hanno il loro obbiettivo e una volta compiuto di solito tendono ad andarsene. nonostante questo però, trovo che sia molto più epico l'eroe che muore nella sua avventura, piuttosto di uno che è morto 16 volte e resuscitato altrettante.. è come perdere 10 volte, senza rimetterci la vita, ma l'immagine ne risente pesantemente. nella 3.5 la mortalità era talmente casuale che una resurrezione ci stava anche bene (certe volte era SOLO sfiga!), mentre in questa edizione è difficile che si muoia per sfortuna, molto più probabile creparci per poca attenzione/gestione del proprio personaggio o gruppo. comunque non mi dispiace per nulla, rende i personaggi davvero epici piuttosto che insert coin..

Inviato

Ciao! :)

Sono d'accordissimo con la visione da voi proposta e la condivido appieno.

Credo la verità sia un pò in ogni affermazione. In quarta (ormai il mio D&D preferito di sempre ;)) contano moltissimo le scelte personali e soprattutto di gruppo. Alle volte, basta farsi prendere la mano da una via pericolosa e lasciarci le penne.

Personalmente, sono molto a favore delle storie lunghe e articolate, ma complessità e prolissità a volte si mescolano e vengono fuori storie sì belle, ma a un certo punto talmente trite e ritrite da diventare quasi stucchevoli.

E parlo io, che da giocatore ho concluso meno di un anno fa una campagna di 5 anni e mezzo a Lot5R. :)

Ma visto che non si può avere sempre una prospettiva di gioco immane, comincio ad apprezzare l'idea di campagne più o meno brevi: 1 anno e mezzo di gioco intenso è più che sufficiente per narrare tantissime avventure e anche una storia a progressione veloce può diventare qualcosa di estremamente stimolante.

Ed è qui che la morte gioca un ruolo piuttosto importante, in questo senso: come dicevate voi, il fattore "random" della morte nelle vecchie edizioni, le rendeva più una burocrazia frustrante...Ora, nonostante l'accesso direi anche "prematuro" a Raise Dead, alla fine si hanno talmente tante opzioni e stimoli, che si piange un istante, si ricorda il pg con un sorriso e ci si tuffa in una nuova idea...

Un pò come nei vecchi romanzi delle Dragonlance o, che so, nei romanzi fantasy di Martin: un gruppo di uomini e donne in un mondo malsano e contorto...Qualcuno muore, si piange...ma il mondo va avanti ed ecco un losco figuro incappucciato che si presenta alla compagnia in cerca di fortune, con una preziosa informazione....O il prode cavaliere in cerca di vendetta per il suo fratello appena splattato su un muro da un feroce Vampiro...

Dopo tutto, con tutte le combinazioni e opzioni disponibili in 3-4 manuali e con tutto questo stimolo fantasy-eroico, come fai a non avere voglia di farti un altro pg? :)

Gli eroi a volte sono tali per aver fallito con onore, più che per aver vinto con dieci resurrection. ;)

Inviato

Se devo essere sincero mi sembra che tutto dipenda dalla visione del PG, non dell'edizione

Io in 3.5 ho sempre giocato personaggi completi e soddisfacenti, che danno un ultimo discorso epico in punto di morte (si, i Clichè sono la mia vita) e poi si spengono. Niente di anormale. Sinceramente penso la colpa possa essere del Master, che dà resurrezioni troppo facilmente. Personalmente, il mio paladino è resuscitato, ma ha dovuto scalarsi gli inferi e trovare una via di fuga per farlo, non è bastato pagare un chierico. Io normalmente faccio che una resurrezione ti dà la possibilità di resuscitare, ma la cosa non è automatica.

Inviato

Mah!

ti dirò che in due anni di gioco è morto solo un pg nel mio gruppo, sarà perché abbiamo un paladino che cura a manetta e tiene su da solo il gruppo.

Anche nei casi più critici abbiamo avuto due TS vs morte falliti e poi è terminato l'incontro.

Non so se sia per la composizione del gruppo o perché gli scontri sono sempre bilanciati da manuale, ma anche quando sono difficili i PG dell 4° sono invincibili.

A me sembra invece che la percezione della morte sia sparita perché non si muore mai!

ciao :)

Inviato

beh, nella campagna primaria che stiamo gestendo ora (da quando è uscito D&D4, e siamo a liv 9) mi sono già morti due PG (uno per colpa di un'altro pg che l'ha massacrato, l'altro a causa effettivamente di una serie di tiri fortunatissimi - tipo 3 critici su 4 attacchi - di un elite). nelle campagne alternative poi non ne parliamo che ho perso il conto...

Inviato

Mah!

ti dirò che in due anni di gioco è morto solo un pg nel mio gruppo, sarà perché abbiamo un paladino che cura a manetta e tiene su da solo il gruppo.

Anche nei casi più critici abbiamo avuto due TS vs morte falliti e poi è terminato l'incontro.

Non so se sia per la composizione del gruppo o perché gli scontri sono sempre bilanciati da manuale, ma anche quando sono difficili i PG dell 4° sono invincibili.

A me sembra invece che la percezione della morte sia sparita perché non si muore mai!

ciao :)

Ciao cara. ;)

Guarda...poi per carità, ognuno ha la sua esperienza e lungi da me da voler fare una "regola d'oro" su questo argomento...Ma, ben conscio del fatto che i miei scontri sono sì difficili, ma mai sbilanciati, ti dico che ho sterminato 3 compagnie e mezzo in 10 livelli.

E' il d&D, un gioco di eroi che fanno cose superlative, ma che possono anche fare epocali figuracce con un tiro al momento sbagliato o con una scelta azzardata.

Se prendi "livello X - scontro di livello X" è piuttosto probabile che la morte sia un'eventualità molto lontana, ma difficilmente non stendo 1/2 pg per combattimento e ti garantisco che né baro, né sono troppo cattivo.

La sfida tattica e il divertimento sono direttamente proporzionali alla profondità dello scontro e al rischio di morire.

Quando i giocatori/pg alla fine del combattimento esultano o tirano un sospiro di sollievo, significa che la sfida è stata sensata, non impossibile, ma impegnativa.

L'estrema pregevolezza del bilanciamento dell'edizione non è sempre riscontrabile, specialmente in scontri "troppo" livellati e senza ritocchi al danno inflitto dai mostri.

Con quei ritocchi (che applico solo quando lo ritengo opportuno) e con un pò di "mano pesante" sull'xp budget (neanche troppa), la tattica acquista valore e si muore, aivoglia se si muore. ;)

Inviato

io sono d'accordo con elam, in questa edizione è molto piu difficile per un giocatore vedere morire il proprio alter ego, non impossibile (ho il record di 5 pg morti in 4a a dispetto di tutti gli altri XD). tra i ts, la morte a -1\2 degli hp e le numerose ed efficaci guide ho visto calare molto il tasso di mortalità, esentando le decisioni idiote tipo...

ah i golem di carne non possono entrare in questo boschetto consacrato dai druidi se resteremo qui non avremo problemi... e il guerriero usci correndo ._. ....

ma appunto per questo la morte di un pg può risultare anche piu dolorosa vedendo rare possibilità di perderlo, ma forse sono troppo tenero come master io xD

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