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[Dimensioni] Glennascaul Cap. 5


mantis

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Inviato

L'estralo, dopo essere rientrato in camera con i compagni, osserva incuriosito per qualche minuto i libri sottratti dalla biblioteca *Se o savesi miôr la lôr lenghe non mi displasares lei alc, ma no je timp di piardi sui libris, miôr polsà, che no sai ce ch'al pò sucedi chest gnot..* poi si appoggia allo stipite della finestra ed osserva i movimenti e le luci nel castello e nel villaggio sottostante mentre crescono le ombre della notte.

Quando Spark pronuncia il nome di Mizar si desta e si gira verso il giovane "Sior Mizar? Cosa c'entra Sior Mizar?"


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Inviato

Il libro che Spark ha in mano, non molto voluminoso ma denso di parole, come l'altro, parla di storie cavalleresche, una sorta di antologia che raccoglie le storie più belle ed importanti. In particolare una di questa sembra avere più note e sottolineature delle altre.

E' la storia della Castellana di Veliya, città capitale del Silvallis. Alla richiesta di Flann, Spark inizia a leggere: <<Vi è una specie di persone che fa sembiante di esser leale e di celare così bene un segreto che in loro convien fidarsi; e quando avviene che qualcuno si apra con loro tanto che essi ne sappiano gli amori e gli atti, li spargono per il paese, ne fanno poi gabbo e scherno.>>

Così inizia il racconto della castellana di Veliya che, in sintesi, narra di una nobildonna innamorata di un cavaliere vassallo del duca e della loro relazione segreta. Nei loro incontri la dama faceva attendere l'uomo nel cortile e quando vedeva un cagnolino uscire dall'uscio, quello era il segno che in casa non c'era più nessuno e che poteva entrare. La donna aveva fatto giurare al bel cavaliere di non dire mai a nessuno della loro relazione pena la fine stessa della storia.

Accade peró che la moglie del duca si invaghì del vassallo, uomo bello e fiero, ed un giorno, in privato, glie lo disse. L'uomo, innamorato della castellana, replicó alla duchessa che egli già nutriva un amore per un altra donna e che mai avrebbe fatto un torto così grande al duca suo amico e mentore.

Stizzita dal rifiuto, la dama si ritiró dal lui meditando vendetta. Così la sera, a letto, raccontó mentendo al marito, che il suo fidato vassallo le aveva dichiarato il suo amore coprendolo di disonore.

Il duca, ingenuo, credette alla moglie e non dormì per il terribile pensiero. La mattina seguente convocó il vassallo dicendogli ció che era accaduto. Questi, sconvolto, giuró che nulla di tutto ció era vero, ma se avesse detto che sua moglie gli aveva dichiarato il suo amore, avrebbe ferito il duca, se invece non si fosse difeso sarebbe stato cacciato dal regno e non avrebbe più visto la sua amata. Così pensó che l'unico modo per discolparsi era di svelare al duca il suo amore per sua nipote la castellana. Il duca che amava quest'uomo volle credergli a patto che, come prova, il cavaliere lo conducesse in segreto la sera stessa dalla castellana, dove avrebbe potuto vedere se il loro amore era vero o una menzogna.

Quella sera il cavaliere andó a trovare la sua dama, seguito di nascosto dal duca, entró nella sua casa e passó la notte con lei. Il duca vide che era tutto vero e tornó dalla moglie dicendole che si era sbagliata sul conto del suo vassallo perchè aveva la prova che egli amava un'altra dama.

La duchessa si corrucció molto e la sera a letto, si finse amareggiata e disperata perchè suo marito non voleva dirle chi era l'amante del cavaliere. Impietositosi, il duca glie lo disse, facendo il suo gioco e rivelandole il nome, ma dicendole che se mai avesse fatto parola di tutto questo, egli stesso l'avrebbe uccisa.

Tempo dopo il duca tenne una festa a casa sua invitando i nobili e i vassalli delle sue terre. Durante i festeggiamenti la duchessa si avvicinó alla castellana e parlandole tra le righe le disse: "Voi siete brava maestra, perchè avete appreso l'arte di addestrare il cagnoletto." A queste parole la castellana rimase sconvolta e si ritiró in una camera del castello dove pianse e si disperó pensando che il suo amore era stato tradito e che il suo amante fosse intimo conoscente della duchessa. Tutto quello che aveva era perso e, dalla disperazione, morì.

Il cavaliere non vedendola più inizió a cercarla fino a che la trovó stesa sul letto già fredda e rigida. Una ragazzina, che aveva segretamente assistito agli ultimi attimi di vita della castellana, riferì tutto all'uomo. Disperato, il cavaliere prese la sua spada e si trafisse a morte, lasciando questo mondo accanto alla sua amata.

La notizia si sparse subito per il castello e il duca accorse. Quando vide i due amanti morti uno accanto all'altra e seppe la storia dalla ragazzina tornó dalla moglie e senza proferire parola sguainó la spada e la colpì alla nuca a morte come le aveva promesso.

Egli mentre tutti udivano raccontó la tragica storia e con cordoglio e orrore si sciolse la corte.

Il duca fece seppellire insieme i due amanti e la duchessa in un altro luogo. Fu talmente sconvolto da questa storia che nessuno lo sentì mai più ridere e poco dopo partì come soldato oltremare.

Spark nota come una delle pagine della storia, quella che parla del colloquio tra la dama e la duchessa sia strappata, anche se questo non impedisce all'investigarore di capire il senso della storia.

Spoiler:  

Dando una rapida occhiata Flann riesce a capire che gli eventi della storia di Aragrad risalgono fino ad un decennio or sono, data in cui è stato scritto il libro.

Molte parole sono spese per la famiglia Malatete che da generazione governa il paese, in particolar modo durante la guerra oscura, quando molti demoni avevano invaso la zona e di come i prodi condottieri Malatete li avessero sconfitti e sterminati, unendo le loro forze a quelle dell'Impero.

Sicuramente i quadri in biblioteca sono riferiti ai componenti della famiglia.

Di stregoneria se ne parla riferendosi ad antichi culti pre Luminens, probabilmente attribuiti alla dea Wingran di cui c'è tutta una sezione da approfondire.

Inviato

Alla fine della lettura, Flann commenta sorridendo:

"Ah, sì. Conosco bene questa storia... è piuttosto nota nelle mie terre, ove non c'è dama che non si strugga per le triste sorte della castellana di Veliya. Ricordo che di noi mestieranti ce n'era uno in particolare che la cantava mirabilmente in sonetti; e per questa ragione era tra i bardi più richiesti della zona. Anton de' Jacopucci il suo nome, ma tutti noi lo chiamavamo solo Pucci. E come se lo contendevano le fanciulle! Tra una lacrima e l'altra, più di una alla fine finiva per essere consolata dal Pucci... drame, e sottane! Un bastardo che ci sapeva fare."

"Almeno, si direbbe che Mizar abbia scelto bene il dono per Cesca; a giudicare dal gran numero di note a margine, dev'essere stata una lettura piena di spunti di riflessione per la nostra dama dei sogni. Sapete cos'è che mi piacerebbe sapere? Se questo dono è precedente o successivo alla sua... amicizia con Paulo Malatete. Se fosse successivo, chissà... il cagnoletto potrebbe anche avere un significato particolare. Indica forse il rapporto tra Mizar e Cesca? O tra Cesca e Paulo? E perchè la pagina strappata? Ma le mie sono solo speculazioni senza sostanza, temo."

*Che razza di intrigo...*

Inviato

<<Va bene, ma come ci aiuta tutto questo?>> chiede dubbioso il ragazzo dopo qualche secondo di silenziosa riflessione. <<L'unica cosa che mi viene in mente è che dobbiamo assolutamente parlare con Mizar... ma questo possiamo ben dire che lo sapevamo già.>> Stancamente l'investigatore sospira tra le sue elucubrazioni, per poi proseguire: <<E pensare che a quest'ora potevamo già essere riusciti a contattarlo, o magari addirittura a liberarlo dalla sua prigionia... dovete sapere infatti che prima di lasciare Lumismia, sono riuscito a farmi dare dal capo dei chierici di Luminens nientemeno che un certificato scritto che mi autorizza ad investigare per suo conto. Meglio essere furbi e cogliere l'occasione, ho pensato, dato che durante le mie indagini avevo scoperto che anche Paolo Malatete era scomparso! Ma il fatto che un simile documento fosse in mio possesso era un'informazione troppo delicata per sbandierarla ai quattro venti, e tra tutti i... diciamo 'battibecchi' che abbiamo avuto dopo pranzo, ho capito che eravate delle persone di cui potevo fidarmi solo quando ormai era troppo tardi per andare e tornare dalla prigione prima che ci cercassero per la cena. Mi rincresce signori, ma possiamo dire che un po' è stata anche colpa vostra...>> dice volgendo un fugace sguardo al menestrello, uno sguardo però privo di qualsiasi sentimento negativo e che non serba alcun rancore, uno sguardo al massimo solo leggermente divertito (nella sfortuna) che sembra voler dire semplicemente 'il destino ha voluto così, mannaggia'. <<Beh, se non altro avremo ancora una buona carta da giocare nel caso il barone non ci vorrà aiutare... e comunque lo sapremo presto, perché a giudicare dall'ora che si è fatta ci chiameranno per la cena da un momento all'altro. Che ne facciamo di questi libri?>>

Inviato

Riprendendosi dallo stupore per la notizia appena appresa, lo stregone si schiarisce la gola, rivolgendo un cenno di assenso alle parole del giovane investigatore.

<<Direi di nasconderli nelle nostre camere.. Anche se non so quanto questo possa essere utile>>

Inviato

"Non vale la pena pensarci, Spark. Al posto tuo, anch'io avrei tenuto nascosto quel lasciapassare. Che dovrai comunque usare con molta prudenza in questo posto... da quello che abbiamo appreso conversando con i villici del borgo, il barone Malatete tollera malamente le intromissioni del clero. Figurarsi la sua reazione se pretendessi di curiosare nel suo castello nel nome di Luminens! Non siamo personaggi così rilevanti da poter affrontare la collera di un nobile armati solo di un pezzo di carta.

Invece, se tu fossi così servizievole da lasciarti manovrare dal barone, lasciando trasparire la tua antipatia per chierici e inquisitori... chissà, potremmo perfino riuscire ad andare da Mizar con la sua benedizione. Ad ogni modo, lo scopriremo davvero presto."

"E riguardo ai libri, io li lascerei proprio qui in bella mostra sul tavolo. Così, se dovessero accusarci di averli rubati, potremo cadere dalle nuvole e professarci innocenti: quale ladro mai lascerebbe così in vista il malloppo? Avremo miglior agio nello spiegare che si tratta di un equivoco, che l'unico nostro intendimento era di attendere la cena immersi in letture erudite. Saziare la mente in attesa di saziare anche il corpo, insomma. Che ne dite?"

Spoiler:  
Scusate la lentezza nelle risposte... è un periodaccio!
Inviato

Daeyon

Alle parole di chiesa di Lumines faccio una smorfia

... maledetti ...

E poi chiudo il libro sbuffando...

<< Allora che facciamo? Anche se nascondiamo i libri qui in camera non so perche' ma verrano trovati, ho come il brutto presentimento che sanno che ci siamo mossi perche' i cani non arrivano a caso secondo me. Io credo che dobbiamo prepararci al peggio, e tenere le armi a portata di mano. Mi chiedo anzi come mai non ci hanno ancora fatto chiamare...>>

Il mio e' un tono ironico, quasi di sfida nei confronti di eventuali presenze del castello

Inviato

<<Beh, ad essere sincero credo che qui ormai sappiano già tutti quanti che indago anche per conto di Saramad Didier (capo dei Chierici di Luminens di Lumismia)... quando mi sono presentato ho dovuto mostrare il documento in questione a quel messer Brugor, altrimenti non mi avrebbero lasciato entrare>> rispondo alle parole di Flann, il mio sguardo espressivo che sembra aggiungere quello che invece sto solo pensando: *Magari io fossi in grado di rigirare le persone come sai fare tu con la tua abile parlantina!* <<Sicuramente il Barone Malatete ne verrà informato appena farà ritorno dai suoi impegni.>>

<<Piuttosto, sei davvero sicuro che sia saggio lasciare i libri in bella mostra? Non dimenticare che abbiamo dovuto scassinare la serratura della porta della biblioteca per entrare, abbiamo bloccato l'altra porta con una sedia mentre ce la svignavamo, e abbiamo perfino lasciato dietro di noi tracce della mia polvere rivela-impronte. Dannazione, se solo fossero arrivati dopo, la reazione chimica della polvere avrebbe potuto affievolirsi a tal punto da poter essere scambiata per della polvere normale, e invece... diamine...>> Il ragazzo appare un po' scoraggiato per il suo sciocco errore di giudizio. *Non avrei dovuto usare la mia povere... ma ho voluto mostrare le mie capacità, come uno stupido ragazzino!* Ma subito dopo si riprende d'animo, proseguendo il discorso: <<Cioè, volevo dire, mi sembra difficile riuscire a raggirarli, sicuro di essere così abile? Se ci ritroviamo contro tutto il castello non avremo tante possibilità di uscirne tutti interi...>>

<<...e a proposito, quante armi siete riusciti a tenervi? Quando siete entrati vi hanno perquisito giusto?>>

Inviato

Deyon

@Mantis

Spoiler:  

Quando ci hanno perquisito e mi hanno sequestrato le armi ho con me almeno un paio di pugnali? Uno da corpo a corpo magari un po piu' grandino e uno da lancio?

Estraggo il mio grosso coltello osservandolo come fosse una bella donna

<< Questo amico mio, 5 libbre di freddo acciao, e a differenza delle donne, non mi ha mai tradito...>>

Inviato

"E' vero ragazzo, la nostra posizione è delicata. Ma non siamo privi di difesa. Tu stesso, proprio ora, hai svelato la principale: tutti sanno che sei qui per un incarico ufficiale."

"Ora, io penso che un semplice barone non possa semplicemente arrestare un uomo mandato dal sommo chierico di Luminens senza scatenare una reazione. E' davvero così desideroso il barone di attirare su di sè l'inimicizia palese di un notabile così influente, così vicino ai Venerabili Sei? E' sufficientemente potente da resistere alle conseguenze di un simile sgarbo? Non conosco quanto siano influenti le relazioni del barone Malatete, ma immagino che la risposta ad entrambe le domande sia no. E dunque, se io fossi in lui o nel suo consigliere, cercherei di fare buon viso a cattivo gioco. Magari cercherei di screditare il legato agli occhi del suo signore in modo indiretto, e nel mentre lo farei girare a vuoto ad esempio lanciandolo su una falsa pista. Poi, se l'investigatore in possesso del mandato iniziasse a fare troppe domande pericolose... un incidente può sempre capitare. Ma di sicuro, non lo arresterei."

"Purtroppo noi siamo più a rischio di te, perchè non abbiamo nessun documento ufficiale; ad eccezione di Myrsus, che in qualità di membro dell'Ala Celeste non può certo essere trattato come se fosse un semplice, cencioso guitto vagabondo. E non dimentichiamoci che tutti noi siamo qui per Mizar. Qualunque cosa ciò significhi."

"Ecco perchè non nasconderei i libri. Puoi giustificare a testa alta il tuo interesse per la lettura, anche a costo di ammettere (ma perchè farlo?) che hai scassinato una serratura, semplicemente in virtù del tuo mandato. Mentre farsi cogliere con la refurtiva nascosta, come un ladro, ti screditerebbe agli occhi del tuo mandante... e sarebbe la tua fine, e la nostra."

Inviato

<<Hai ragione...>> risponde l'investigatore con garbo anche se non del tutto convinto. <<Anche se, a giudicare da quelle specie di ragni giganti che sembrano scorrazzare indisturbati per il maniero, direi che essere arrestati è proprio l'ultima delle nostre preoccupazioni... se qui a castello agisce una qualche forza oscura che ci vuole morti, di sicuro sbatterci in prigione non è tra le sue prime opzioni per toglierci di mezzo. Comunque d'accordo, lasciamo i libri in bella vista.>>

Inviato

Mentre stanno discutendo, il loro dibattito viene interrotto da quattro rintocchi alla porta: toc, toc, toc, toc.... che gettano tutti in un inaspettato silenzio.

Inviato

Daeyon

Sorrido a quel ticchettare per nulla inaspettato e guardo i miei compagni e rompo il silenzio della stanza

<< Forse bastva solo chiederlo... Su signori ...>>

Sorrido verso Flann facendogli l'occhiolino e abbasso il tono delle voce

<<... si va in scena ...>>

Rinfodero le armi tenendole pronte e mi avvicino alla porta parlando con voce normale e ferma

<<Chi e'?>>

Inviato

Alla domanda di Daenyon segue una lunga pausa, poi una voce femminile risponde lontana e titubante.

<<Perdonate messeri, lady Secrane manda a dirvi che lorsignori possono scendere per la cena.>>

La porta rimane chiusa. Le tenebre sono scese su Aragrad e, immersi nella lettura, il tempo è volato senza che i sei se ne accorgessero.

Inviato

I quattro colpi alla porta fanno quasi trasalire dalla paura lo stregone che si volta di scatto alla rmato verso di essa.

<<Ma che diavolo...>>

Le parole però gli muoiono in gola quando sente che è solo un servitore.

*Questa castello finirà per farmi diventare paranoico..*

<<A quanto pare questa cena è finalmente arrivata>> dice con un mezzo sorriso Myrsus <<Direi che l'idea di Flann è la migliore, come al solito: lasciamo i libri qui, in bella vista e andiamo a questa famigerata cena>>

Inviato

Daeyon

Rispondo con voce ferma

<<Ringraziamo sua signoria per l'invito, finiamo di prepararci e arriveremo quanto prima>>

Mi volto verso i miei compagni a bassa voce

<< Bene signori, rassettate i vostri abiti e prepariamoci, la signora ci attende >>

Inviato

*Già, i ragni. Spark ha ragione, ma purtroppo non possiamo farci niente... molti misteri in questo castello sono fuori dalla nostra portata. E forse, è meglio che sia così! Dovremo giocarci le nostre carte migliori, sperando che vada tutto per il meglio.*

Il menestrello ricambia il sorriso di Daenyon senza dire nulla, poi afferra la viella preparandosi ad uscire. Sulla porta si volta, il solito ghigno beffardo stampato sulla faccia:

"Ebbene miei signori, il pubblico chiama. E' tempo di andare in scena!"

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