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La notte in cui il sole morì


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PROLOGO

Benvenuti nel racconto delle nuova campagna che masterizzo, le sessioni sono divise in brevi capitoli, cercherò di narrarla in modo che ricordi un romanzo fantasy più che una sera di hobby tra amici.

AMBIENTAZIONE

Ci troviamo nel continente di Arator molto a nord del mondo civilizzato, una landa barbara di ghiacci, deserti freddi e alti picchi, circondato dall' oceano di Borea su tre lati. Questa penisola (della grandezza della germania) è stata colonizzata dal impero caduto di Bael thurat molti secoli fa, tuttavia qui l'antico impero resistette molto più che nel resto del mondo, marchiando la terra su cui ancora dominava.

Secoli piu tardi la civiltà si ritirò da questa terra inospitale, citta stato sorsero su suo territorio data l'assenza di un potere sufficiente a unificarle in un regno.

Ora il grande capoguerra Markus Victus, condottiero della città stato di Crownwing sulle coste ad est della penisola, ha lanciato una chiamata alle armi di ogni avventuriero, soldato ,maschio che potesse reggere l'ascia; per muovere guerra alla sua eterna rivale, Cittadel Ark unico grande castello dei tempi di Bael Thurat ancora in piedi, restaurato e fortificato da un antico ordine, Legio Mortis un manipolo di devoti alla regina corvo, odiati per i loro trascorsi da inquisitori nelle terre limitrofe.

La Legio Mortis oramai è solo una pallida ombra del ordine che in passato aveva turbato le notti di molti popolani, meno di un centinaio di accoliti militano sotto il comando di Alek detto anche L'Arkam o dententore della cittadella, un possente paladino ormai invecchiato male e probabilmente privo del potere e della lucidità della sua gioventù.

LUOGO DI PARTENZA

Un folto gruppo di mercenari, avventurieri e spade al soldo si sta dirigendo verso la città di Crownwing, si trovano a bordo della "flagello dei flutti", un vetuso galeone militare per il trasporto delle truppe, ormai provato dagli anni;

Il mare in tempesta sballota ogni cosa sul ponte, e la vita nelle stive è molto dura, il ventre della nave è popolato da quasi un centinaio di parassiti che vivono togliendo vite a pagamento, ogni notte il sangue bagna i ponti gia luridi della nave.

Questa notte tuttavia è diversa, l'aria è elettrica, il vento strappa il sartiame e lo fa danzare nel aria come macabre vesti attorcigliate al corpo degli alberi, persino i peggiori tagliagole si rannicchiano nelle loro fetide cuccette in attesa che questa buia e cupa notte passi.

Nel silenzio della notte, interrotto solo dai tuoni che rotolano giu dal cielo, un povero mozzo penzola impicato dalle cime impazzite avvolto come in un sudario dalle bianche e lacere vele del galeone...

Questa è una notte di orrore, questa è una notte di incubi; stanotte anche chi si vanta di aver ucciso, stuprato e mutilato, si sente perso, condannato a rimanere solo, al buio con la sua follia....

nel prossimo post scriverò gli sviluppi della sessione come primo capitolo ^^

commentate per favore, ditemi la vostra perchè la storia è aperta magari la scriveremo insieme ^^

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domani pomeriggio ho la prima sessione cosi conoscerò i protagonisti del racconto ( mi hanno tenuto completamente fuori dalla loro organizzazione xD).

Allora prima sessione finita, descrivo tecnicamente i personaggi e altre due cosette qui al di fuori della narrazione della storia.

Blain Lacros ladro umano multiclasse ranger (8 abilita con addestramento piu factotum) giovane 21enne arrogante, spavaldo, solare e poco rispettoso. neutrale e non adora nessun dio

Cyan Oldwolf condottiero umano (ritualista marziale) saggio, fatalista, responsabile, un veterano di molte campagne di ventura oramai 55enne padrino di Blain. neutrale adora kord con superficialità piu per superstizione che per fede

Morkai Eboneyes warlock razza albo (elfo dagli occhi completamente neri nessuna variazione) patto sconosciuto, cupo, silenzioso e molto irritabile, non mi è stato specificato il patto, lo dedurrò dai poteri. neutrale adora ioun anche se è tentato dal culto di vecna

"doomgate" forgiato guerriero enorme, raggiunge i 2.20 metri, in armatura completa in piastre elmo pieno compreso, muto, il suo nome è solo un soprannome preso dalla decorazione del suo scudo. legale buono adora la tecnologia come se fosse una divinità

la prossima settimana arriva un nuovo giocatore ^^.

allora il party mi piace molto, molto equilibrato anche se manca un controllore, dovrebbero comunque cavarsela bene

inizio a scrivere il primo capitolo ^^

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ATTO 1 "I lupi del crepuscolo"

CAPITOLO 1 Il flagello dei flutti

Dopo piu di un mese in mare Blain ne aveva davvero troppo.... l'ambiente sotto coperta puzzava di sudore e vomito, al aria aperta si pativa l'umidità e il freddo...

Dannazione avrebbe fatto meglio a restare a Mareblu, una città costiera del sud, tra le braccia di Theresa a ridere e scherzare con un buon idromele stretto in pungo, ma invece no...

Aveva seguito Cyan, il suo padrino, in questa guerra; Ti Farai un nome, dice lui.

Cyan, quel vecchio ormai dovrebbe stare con lui in taverna a raccontar storie di guerra e di gloria invece di trascinarlo a forza su questa zattera nel mezzo di una tempesta, anche i bimbi sanno che solo una nave su due attraversa l'oceano di Borea... Dannazione...

Dopo piu di un mese i reumatismi torturavano le ossa del povero Cyan, l'umidita era terribile e gli odori del galeone lo erano di più. Ma se tutto questo è per Blain allora può sopportarlo, la prima grande guerra, il battesimo di fuoco di quel debole debosciato del suo alievo, sperava tanto di averlo portato sulla sua strada e non sulla strada del mattatoio.

Lui, il vecchio lupo ormai avrebbe dovuto lasciare quel genere di esperienze ai piu giovani, ma la sete di violenza brucia sempre nelle viscere di chi se ne è fatto macchia, anche se facilmente non tornerà piu a casa; il cuore del veterano brama di morire in nome della sua brutale storia.

Dopo piu di un mese di viaggio Morkai prova solo due cose, odio per tutti questi luridi caproni suoi compagni e un profondo senso di vuoto, vuoto fisico, detro morkai non c'è piu ne cibo ne bevande... tutto in pasto ai pesci, rigurgitato fuori bordo...

Dopo tutto come malignamente dicono quelle scimmie, gli elfi stanno bene nei boschi non nel oceano, Ma loro non sanno...

Loro non capiscono che cosa muove il mondo, non sono le loro asce, le loro morti a modificare il futuro; Morkai sà... Morkai ha cambiato il suo stesso futuro e ora ne paga il caro prezzo... per sfuggire alla catene del fato si è imprigionato in ben piu scure catene... Morkai sà....

Dopo piu di un mese di viaggio... solo un passeggero resiste a gli stenti del viaggio, solo uno non si lamenta, solo uno non parla...

solo uno nella sua brunita corazza non mangia, non vomita, non parla o non massacra i suoi colleghi durante le frequenti risse...

enorme, possente ogni passaggiero ha timore di lui, ognuno ha la sua storia inventata da narrare su di lui, un solo passeggiero è una silente sentinella,

immensa, inamovibile.

Quella notte, tutti lo sepperò, quella notte ogni anima sulla nave fremette di orrore, quella dannatissima notte ogni oncia del coraggio dei conquistatori sul galeone cedette alla più cruda delle paure, quella notte il buio era re...

un povero mozzo perse la vita in quella notte, e tuttavia molti lo invidiarono, lui si salvò.

Lui fuggi in tempo....

Buio... infinito, eterno

fiaccole lontane, torce nei sogni.

nel buio torce e lanterne fluttuano, nel vuoto, sopra ad uno sporco selciato...

una scena orrenda si rivela, ammantata di una luce unta e spenta...

una tavolata, un macabro banchetto, molti ospiti immobili siedono al tavolo del loro signore, deformi....

mostruosi, divorano tranci di carne fetida traforata da vermi, immobili come statue....

alcuni divorano arti dei commensali a loro vicini, cannibali... mostri

Un grande lord soprassiede questo sontuoso banchetto, adagiato su uno scranno sbreciato di solido granito,

usurato dal tempo e dal' umidità,

Il sommo padrone, ibrido tra uomo e bestia, un gracile corpo maschile sorregge una orrenda testa canina,

Il muso di un lupo, allungato, zanne marce sporgono dalle fauci, eppure è cosi umano...

gli occhi come quelli dei bambini, cosi lucidi e sinceri... una sola parola

un solo verbo rieccheggia in quelle sale buie...

Eclissi...

Tutti sognarono il signore del branco cannibale e le sue sale, tutti sulla nave piansero e si disperarono, due uomini grandi e grossi morirono di inermi nelle loro cuccette, avvolti da coperte intrise di sudore e del puzzo di paura.

tre si gettarono nel buio e freddo abbraccio del oceano...

Tutti invidiarono il mozzo.

Fortunato piccolo mozzo, scampato al orrore che ora macchia i sogni di ognuno di loro...

La mattina il sole non si alza, un pallido disco di luce compare oltre miglia e miglia di nubi,

quello fu il primo giorno senza piu luce, il primo giorno senza la vita del sole, La notte lo aveva ucciso... ognuno di loro sapeva...

Nessuno fu lieto della parola sussurata dal equipaggio, nessuno era felice... Terra!

terra... si, terra di chi?...

un urlo di terrore squote le viscere della nave.

un nuovo corpo, suicida... il sesto...

morto con i polsi tranciati, o forse strappati a morsi da un lupo, panico, follia...

un foglio intinto di sangue dice, meglio ora per mano mia, che dopo sulla terra del lupo...

per inciso io posto tutto per avere dei commenti positivi/negativi non abbiate paura di dire la vostra, io lo faccio per quello

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CAPITOLO 2 il porto pallido

una linea scoscesa di scogli e rupi saluta il nostro sguardo, fiordi brulli incoronati dalla bruma.

Lucide rocce bagnate dai flutti impediscono l'attracco del galeone, una solo ansa abbraccia con la pietra una piccola baia spiaggiosa; troppo piccola per la nave, sufficiente per le scialuppe, il passo sopra la baia è sorvegliato da un piccolo villaggio, appena visibile oltre le mura....

Mura bianche, ossa di immense creature marine, balene, capodogli e altre cose più oscure.... bianche difese venute dal mare proteggono coloro che dal mare traggono la loro vita.

Porto pallido si chiama, quello sperduto avamposto, tra due frontiere l'oceano e le steppe...

Quaranta case circondate da possenti difese, sorprendentemente la popolazione non è rurale come ci si potrebbe aspettare, mercenari, militari, miliziani controllano le mura, le case e l'ordine del villaggio.

Questo luogo caratteristico, facilmente un tempo abitato da pescatori, ora è il primo e più facile approdo ad Arator... primo passo della grande chiamata alle armi...

Metà degli edifici, vecchie baracche fatte con relitti e sartiame, sono stati restaurati con calce e pietre, ospitano fucine, empori, armerie, tutto quello che le spade al soldo possano desiderare...

Questo clima militare cosi familiare aiuta a dimenticare l'orrore della notte ai passeggeri del "flagello dei flutti", il sapore del metallo, la tensione nel aria sono come l'odore e l'accoglienza di una casa per questi tagliagole... Ma l'orrore non si dimentica, la paura si.... l'orrore mai.

Una massa di nuovo sangue e carne inonda le vie strette del villaggio, molti dormiranno al addiaccio nei vicoli, solo i pochi con un po di conio si potranno permettere un pagliericcio in una sala comune del unica taverna.

Il "Drakkar Affondato" recita la targa... un enorme polena di una nave nordica spunta appena sotto gli architravi che reggono il tetto della taverna, coperto di conchiglie e altre creaturine marine, la sagoma di un drago stilizzato è appena intuibile, facilmente le tavole hanno riposato a lungo nei fondali del oceano...

Morkai sorrise nel varcare la soglia del locale, le sue scorte di danari erano inarrivabili anche per il più ricco tra quei barbari. Prese una stanza singola e si allontanò dalla chiassosa sala comune.

I ricordi di storie narrate da marinai ubriachi si risvegliarono nella mente di Cyan... il drakkar... i teschi, era tutto troppo confuso, forse un po di idromele avrebbe sciolto le sue memorie su questo luogo, con l'inganno trascino Blain con lui promettendo abbondanti cameriere e bevute da re.

Teschi, si certo ora ricordava, li alla taverna si brindava coi teschi, antichi resti umani, ripuliti e svuotati; rivestiti di ghisa al interno... macabre coppe ricavate dalle teste degli sconfitti, predoni che tentano ancora oggi di appropriarsi della civilta insita in quelle bianche pareti, Blain schifato dal idea di bere dentro le teste di chissachì perde subito di vista Cyan mirando una cameriera.

La donna, Blain non ne era certo, non era affascinante ma era quantomeno somigliante ad una femmina... la segui, la provoco e si fece cacciare a calci dalla taverna in breve tempo.

Solo sborsando altro oro Cyan riusci a far tornare il suo protetto nelle sale fumose e sovrappopolate della locanda, noto appena l'immensa sagoma corazzata di Doomgate; come tutti sulla nave erano soliti chiamare il taciturno colosso, in un angolo buio in attesa di qualcuno o qualcosa...

Morkai era furente, aveva pagato molto per la sua solitudine e tuttavia non ne poteva godere. Il baccano risaliva le scale e rombava nelle sue sensibili orecchie...

Ora basta si infuriò, scese le scale e una scia di ombre danzanti si attardo dietro di lui...

Una debole ma roboante voce zitti tutti i commensali nel locale, gli ubriachi, i sobrii... tutti.

Nessuno comprese la spigolosa frase uscita dalle labbra della piccola ed esile figura ammantata di vesti purpuree, ma neppure uno dubito della sua pericolosità... tutti tranne Glosh.

Immaginate un burbero energumeno con l'intelligenza pari a quella di una porta, la stazza come quella di un bue, con almeno due secchiate di alcool nel corpo e con braccia piu grosse delle cosce di una persona normale, ecco lui è Glosh...

Il Bestione caracolla quasi addosso al piccolo e fragile incantatore, gli strattona il mantello, gli urla in faccia frasi sconnesse piene di insulti e schizzi di bava...

Morkai non apprezza i rozzi esseri umani, e non apprezza soprattutto quando i suddetti esseri lo strattonano, lo insultano e lo coprono di saliva, fissa negli occhi la povera bestia da soma che lo ha infastidito... scorge il dubbio, il cavernicolo sà, sà di aver sbagliato, percepisce la paura... percepisce il panico...

Morkai si gusta secondo per secondo mentre gli arti del bruto ardono fino al osso striando il bianco con scure linee di dolore...

Urla, Grida di dolore... il Grosso bue in ginocchio vede le falangi scurite sparse intorno a lui, piange vedendo i monconi carbonizzati al posto delle sue forti mani...

Nessuno Sfiora Morkai mentre con passo leggero esce allegro dalla taverna... nessuno respira, l'apnea continua fino a che il terribile elfo esce dal locale.

Una risata spavalda copre il brusio spaventato, Blain ride di gusto, ubriaco quanto basta per deridere un mutilato, ride della stupidita del bruto, si gode la sua ignoranza, si gode gli ultimi secondi prima che mezza clientela gli salti addosso...

Teschi volanti si infrangono sulle pareti, la paura e la tensione trovano sfogo in un rissa di rara violenza, catalizzata dallo scherno del giovane offensivo...

Ogni singolo avventore partecipa alla grande mischia, ventri infranti, teschi, sgabelli, tutto vola come per magia al interno del "drakkar affondato" sangue schizzato macchi le pareti, denti spaccati scricchiolano sotto gli stivali, avventori ridotti a brandelli adornano il bancone, troppo ubriachi per sentire il dolore, ridacchiano per poi risaltare nel torrente di corpi sudati e malconci...

Blain dal volto rigato di sangue per i colpi ricevuti si ripara sotto la protezione esperta di Cyan, che a suon di gomitate calci bassi e colpi al inguine guadagna quasi l'uscita di quella bolgia infernale.

Blain vede la lama,

un coltello lucido si alza dietro il suo padrino,

scende lentamente,

in un arco preciso...

Una mano guantata, foderata con del metallo brunito. Una mano enorme seguita da un insensata massa metallica si infrange sul volto del vile accoltellatore, il cranio non regge l'impatto, si sfonda e il suo contenuto si riversa dalle falle della testa del avventore sul pavimento...

L'armato brunito spinge rudemente Cyan ancora ignaro e lo stupito Blain fuori dalla taverna molto rudemente, la rissa raggiunge livelli ancora più insensati di violenza...

Fuori a godersi lo spettacolo davanti ad una vetrata, l'incantatore ghignante se la gode, il caos da lui creato lo diverte molto... nota i tre al uscita, nota più che altro l'immenso guerriero, e nota anche di più sotto gli strati di metallo....

Cyan sa che una rissa tale richiamerà li più milizia di quanta il porto pallido dispone, quindi scappa molto schiettamente, corre via per i vicoli, seguito dal frastornato Blain, dal Poderoso soldato e anche dal elfo crudele incuriosito più che mai...

Ri-invito chi segue la mia pagina a commentare la storia ^^

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CAPITOLO 3 Braccati

In fuga, tra i magazzini distrutti e botteghe restaurate, le mura bianche paiono essere ovunque.

Alte quasi tre metri e spesse almeno la metà, sono un ostacolo tanto per entrare tanto per uscire dal villaggio; Cyan non apprezza il fatto di essere seguito da quel crudele tessi-magie e dalla armeria ambulante, uno fa troppo rumore, l'altro troppo poco...

Blain con un forte calcio sfonda il legno marcio e umido di un magazzino fatiscente, Morkai ride forte e allude alla stupidità del giovane spiegandogli che le guardie noterebbero subito un magazzino dal uscio violato... Blain non regge lo scherno, un pò per l'alcool, un po per l'adrenalina schizza avanti velocemente, o almeno cosi crede, col pugno serrato diretto alla mascella del suo antagonista.

Gli occhi completamente neri scintillarono, Morkai non aspettava altro, una pallida e opaca ombra avvolge le sue mani. Neri guanti di Tessuto vivo avviluppano dapprima le mani, poi l'intera figura del elfo; se materia viva mai sfiorasse l'oscuro rivestimento, marcirebbe velocemente trasformando la carne in putredine e riempendo di cancri gli organi e le parti interne del corpo della vittima...

Fu un enorme scritta a salvare la vita del giovane spavaldo, un immensa scritta agli occhi del poveretto, che impatto forte contro il suo viso schiantandolo su una botte vetusa, infrangendo il debole legno con un rumore schiccante.

La sillaba ga del iscrizione doomgate sullo scudo della montagna di ferro che accompagna i fuggischi rimase impressa per tutta la notte sulla fronte del frastornato Blain, come monito all' avventatezza e alla pericolosità della serpe nel loro seno...

Dopo una manciata di minuti di attesa il vecchio lupo finalemente trova un uscita, una piccola porta di servizio scavata nel osso di qualche immensa bestia marina, conduce ad una piccola sala collegata al esterno, facilmente usata per il trasporto dei rifiuti cittadini a giudicare dal fetore di verdure marce e di escrementi, il piccolo corridoio lordo come le vesti di un mendicante, popolato da ratti e insetti vomitevoli sbuca su una unta scogliera imbrattata di colate di liquami e macchiata di sostanze poco piacevoli, a picco su una piccola baietta, circa cinque metri piu in basso, dove le onde possiedono un tinta ocra e un insana schiuma giallastra troneggia sulle creste delle onde...

work in progress finirò domani ora vado a cenare u_u

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Siamo partiti dal livello 4 per dare una spinta in più al inizio, per ora combinano più casini che altro, hanno affrontato solo una taverna furiosa xD, nella prossima si avrà il battesimo di fuoco per il gruppo in un combattimento serio ^^. Grazie dei complimenti

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CAPITOLO 3b Braccati

Il vento in cima alla scogliera sembra una gelida lama che risale lungo la schiena, puro brivido.

La furia primordiale tuona, la potente risacca assorda impattando sulla ripida parete di roccia, innalzando i malati flutti in cielo come per liberarsene.

Urla... Tumulti filtrano nel laido tunnel, le grida della milizia vagano nel vento trasportate dal interno della candida cittadina, tutti e quattro sanno bene che rimanere li è una follia.

Le ossa dei piedi paiono ribellarsi tanto dolgono per il contatto col gelido suolo, come se la terra stessa cercasse di cacciarli da li. Dovevano fuggire lontano, si ma lontano dove?

E' davvero una situazione cosi difficile? Davvero non ci sono altre possibilità?

Un invocazione lacera lo stesso tessuto della realtà, nessuno si scompone; Loro sono inferiori... non riuscirebbero mai a percepire quello che accade; non riuscirebbero mai a impedirgli di richiamare l'attenzione di una simile entità su di loro.

In una manciata di secondi riceve la risposta, un tumulo, una tomba sotto una rupe, La cuccia del lupo deforme...

Morkai suda terrificato dalla prospettiva di calarsi nelle viscere stesse della profonda e buia tana, non ha scelta se desidera davvero raggiungere i suoi scopi... non ha scelta...

Il gruppo riceve di buon grado la notizia, nessuno pensa al come, il perfido incantatore, sbarcato insieme a loro, conosca le cordinate di questo porto sicuro. Un luogo dove nascondersi, un luogo dove riposare, dove tutti riposano...

Dopo un oretta passata marciando seguendo la scogliera, il gelo inizia a sopraffare le forze della compagnia, Blain si lamentava gia da diversi minuti con insistenza senza che nessuno gli prestasse orecchio, Cyan respira pesante, l'eta rallenta il suo passo e scava ombre profonde nella sua mente, si immagina morto e rigido su lande che non conosce, brama il calore... Doomgate marcia come un soldato scandito da una sonata di guerra, ma l'unico suono che accompagna i suoi movimenti è il tintinnare del metallo e il rumore secco del cuoio in tensione e non trionfanti tamburi o fiere fanfare.

Morkai davanti a tutti cammina senza fretta, conosce la meta, conosce i pericoli a cui si avvicina, passo dopo passo...

Ad ogni falcata sente piu strette le catene che lo opprimono, percepisce la buia cappa di paura che ricopre queste terre come un cupo e stracciato sudario...

Sa che una belva lo attende...

Una bestia affamata, che aspetta ferina nel buio delle sue sale

Aspetta un nuovo Banchetto...

La cittadina ormai è un pallido bagliore arancione al orizzonte, poco piu che una macchia sul nero telo del cielo... di fronte a loro si erge orgoglioso un rozzo portale in pietra, sovrastato da una cupola di terra, sterpaglie e rampicanti adornano la volta, nulla di vivo cresce qui, l'erba è grigia e secca, i cespugli spogli paiono contorcersi in agonia come se cercassero inutilmente di allontanarsi dal cupo monte e dalla sua terra morente.

Una consunta iscrizione adorna la sommità del portale squadrato, essa recita:

Qui Giace il grande Lupo, capobranco dei predoni del sud, grande fra il suo popolo, temuto dagli stranieri.

Che nessuno violi la pace del predatore che riposa sazio nelle viscere della terra o ne saggerà l'immenso appetito.

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