MadLuke Inviata 18 Ottobre 2011 Segnala Inviata 18 Ottobre 2011 PROLOGO Era cominciato tutto un po' per gioco. Una bella ragazza, conosciuta casualmente nella bottega del sarto dove era solito andare le rare volte che riteneva fosse giunto il momento di comparsi una camicia o un nuovo paio di pantaloni. Pareva che lei fosse una nuova commessa, ed era molto gentile e graziosa nonché irresistibilmente timida mentre si impegnava per svolgere al meglio i compiti che mastro Erwin le affidava. Nonostante fosse evidente l'impegno e l'attenzione che ci profondeva nelle sue mansioni, non si esimeva dal rispondere educatamente ad ognuno dei clienti che a vario titolo attaccavano bottone con lei: dalla signora intrattabile che pretendeva di conoscere ognuno dei passaggi attraverso i quali la stoffa era stata prodotta, al fine di poterne valutare la qualità, al ricco mercante che non perdeva occasione per farle delle avances, neanche troppo velate. Ad ognuno di loro lei rispondeva educatamente, con tono serio se era opportuno, o dissimulando con un sorriso il suo imbarazzo se le chiacchiere si facevano troppo audaci. E poi via, di corsa nel retrobottega per evitare che si creasse ulteriore imbarazzo per i clienti ma soprattutto per lei che comunque rimaneva una ragazza fondamentalmente riservata, davvero poco avvezza a destreggiarsi tra i complimenti degli uomini, a differenza di lei, sempre così sicuri di sé. Aveva stimato dovesse avere vent'anni circa, la carnagione olivastra, una chiostra perfetta di denti bianchi che solo di rado si potevano ammirare, quando gli riusciva di farla sorridere, occhi grandi e scuri e una fluente chioma di capelli lisci, neri come la pece, che lei teneva raccolti con una semplice coda; impossibile resistere a un si tanto irresistibile bocconcino, anche per lui che aveva già conosciuto tante donne e altrettante ne millantava. Ma lei era diversa da tutte e doveva assolutamente conquistarla, averla, farla sua. Ci impiegò diverse settimane e un vestito completo nuovo per riuscire a strapparle la promessa di una piacevole passeggiata al suo fianco, il pomeriggio della domenica a venire. Pur non andando pazzo per Rashlar, il padrone ne fu quasi lieto, se non altro non doveva più vederlo in continuazione, ogni giorno nel suo negozio a chiedere un chiarimento sulla giacca, fare una domanda sui colori, lamentarsi del prezzo o qualunque altra chiacchiera a vuoto potesse passargli per la testa, qualunque scusa pur di venire a trovare la sua nuova preda. A questo punto il mastro cominciava però a sperare non gliela rovinasse; anche se ogni tanto, raramente per la verità, la richiamava per qualche imprecisione nel suo lavoro, in fondo era proprio una brava ragazza, onesta e affidabile. Chissà quali grilli avrebbe potuto mettergli in testa quello scapestrato. Dopo pochi istante che aveva colpito col battente, la porta si aprì, e lei gli apparse davanti, splendida come sempre in un vestito lungo giallo ambra che non le aveva mai visto. Gli ci volle qualche istante per riprendersi da quella meravigliosa visione e togliersi il cappello per salutarla, quindi le porse il braccio al quale lei si appoggiò per scendere i due gradini d'ingresso dell'abitazione. Lui la guardò ancora una volta negli occhi prima di avviarsi verso i giardini della città, era proprio incantevole e come solo molto raramente gli era successo in vita sua, per alcuni secondi rimase senza parole. Lei lo gratificò di un radioso sorriso. Era proprio una creatura speciale e lui iniziava a sentire delle sensazioni di cui neanche ricordava più l'esistenza, ammesso che le avesse mai realmente provate. Che si stesse realmente innamorando, lui? No, non poteva essere, non lui, era solo una quieta passeggiata nel giardino cittadino, e sembrava dovesse essere un magnifico pomeriggio per entrambi, ma niente di più. Nel giro di un paio di settimane certamente lui avrebbe ripreso a fare il cascamorto con qualcun altra, di sicuro sarebbe andata così, ne era convinto. Eppure le sue mani così delicatamente appoggiate sul suo avambraccio sembrava potessero tenerlo stretto a lei per tutto il tempo del mondo, era meravigliosa, ed ogni cosa andava per il meglio... Così meravigliosa, così "per il meglio". Dunque che ci facevano ora nella soffitta di quella casa in fiamme, lui e i suoi amici, mentre allo stremo delle loro forze, provati dall'intenso calore, cercavano di non morire arrostiti e al contempo di catturare, o se necessario a uccidere, quella meravigliosa commessa dalla carnagione olivastra della sartoria? Da sola stava tenendo testa a tutti loro. Quanto tempo era passato da quell'idilliaco pomeriggio: mesi, anni? La voce del suo amico che lo richiamava alla fuga non gli diede tempo di rispondersi: <<Qui crolla tutto tra poco, dobbiamo fuggire, ora!>> <<Ci penso io!>> uno dei suoi compari si avvide di una lanterna appoggiata sul tavolino, la scagliò con forza sul pavimento dove il fuoco iniziava a lambire anche i suoi piedi e lei fu costretta a ripararsi il viso con le mani per non ustionarsi. Mentre Rashlar e Smeril sfilavano alle sue spalle, Dianoth rovesciò a terra un piccolo armadietto in modo da crearle un ulteriore ostacolo, quindi scese le scale anche lui le scale di gran carriera, ben deciso a non morire in quel rogo. Avevano appena terminato le scale per raggiungere il pianterreno, e non mancava che una decina di passi all'uscita quando si sentì un gran tonfo e tutti compresero che un'altra sezione del soffitto doveva essere crollata. <<Forza non fermatevi, via di corsa!>> il fumo cominciava a essere soffocante e le parole gli morirono in gola, ma infine ce l'avevano fatta, erano fuori dall'abitazione, un po' logori ma sani e salvi, ed era ciò che più contava. Continuarono a correre ancora per qualche decina di metri, finché decisero che erano sufficientemente al sicuro dal fuoco e dal crollo della struttura prima di potersi fermare a riprendere fiato. <<Uff! - sbuffò Rashlar - Ce l'ha fatta. Ci è scappata eh!>> Neanche gli altri avevano ancora esaurito il fiatone: <<Già, si, ci è... "scappata"...>> <<Si, ma anche se non ce l'abbiamo fatta, non credo si possa essere salvata>> <<Già, per "sfuggire" a noi è comunque rimasta intrappolata tra le fiamme e certo nessuno potrebbe sopravvivere in quell'inferno>> <<Proprio così...>> Rashlar che ancora parlava piegato su di sé, le mani sulle ginocchia, finalmente si eresse e prese a guardare bene la casa che inesorabilmente crollava su stessa; dapprima gli parve di vedere una sagoma informe muoversi in mezzo alle fiamme, ma era certo la sua vista lo stesse ingannando. Guardò meglio e vide una figura umana emergere tra le fiamme, sembrava una torcia vivente mentre oltrepassava le colonne spezzate della veranda antistante l'ingresso principale. Tutti si misero a guardare, lo sguardo attonito, incapaci di dire una singola parola. Man mano che la figura lentamente si avvicinava, le fiamme sembravano estinguersi dal suo corpo, rivelando delle fattezze femminili. L’elegante vestito che indossava le era scivolato di dosso, completamente bruciato, ma una mezza tunica corta continuava a coprirle il busto, perfettamente integra e preservata dalle fiamme. La sua pelle bronzea riluceva al fuoco che le avvolgeva il capo, come una voluminosa chioma incendiaria. Qualunque cosa "lei” fosse, non era umana. Sembrava un arco si fosse improvvisamente materializzato tra le sue mani, con un gesto lento ed armonioso incoccò una freccia la cui punta prese fuoco un istante prima di essere scoccata. Il sibilo di una frazione di secondo sembrò durare un'eternità, ma il grido di estremo dolore del suo amico, quando il dardo si impiantò nella sua spalla, li riportò tutti alla realtà. Cos'era "lei", come erano arrivati a tutto questo, cosa gli rimaneva da fare ora? Ricordare tutto questo, ricordarlo in fretta era l'unica cosa che potesse salvare lui e i suoi amici da morte certa.
Mithril Inviato 18 Ottobre 2011 Segnala Inviato 18 Ottobre 2011 Come mai l'hai pubblicato? volevi dei pareri?
MadLuke Inviato 18 Ottobre 2011 Autore Segnala Inviato 18 Ottobre 2011 No. Ho letto la descrizione del forum e allora ho pensato "allora pubblico anche il mio" nell'eventualità qualcuno possa trarre piacere dalla lettura. Se poi vuoi esprimere il tuo parere lo leggerò senz'altro, ma in realtà ho già le mie idee su come continuare, cosa scrivere, ecc. Ciao, MadLuke.
Messaggio consigliato
Crea un account o accedi per commentare
Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento
Crea un account
Crea un nuovo account e registrati nella nostra comunità. È facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Hai già un account? Accedi qui.
Accedi ora