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Misteri d'Oriente - Il Vecchio della Montagna


Fiammingo

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Inviato

"Magari... lì posso trovare indizi sulla pozione che mi ha dato lo speziale" penso, avvicinandomi al negozio pieno di fiale, incuriosito "e magari qualcosa di utile per la missione... Nel frattempo, aguzzo orecchie per sentire eventuali notizie che girano, magari anche il negoziante dell'altro negozio, se il negozio è lì vicino...


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Inviato

Ti avvicini alla bianca facciata e spingi la porta di legno tarlato. L'ambiente è minuscolo e le pareti sono interamente ricoperte di scaffali ricolmi di fiale e flaconi multicolori. Qualche pergamena polverosa è sparpagliata qua e là, ed una candela fissata all'interno di un cranio illumina malamente la stanza. A quanto pare la bottega è vuota, non c'è traccia del proprietario.

Inviato

Immediatamente dopo le tue parole, una tenda di perline che non avevi neanche notato si scosta ed un vecchio dalla lunga barba bianca entra nella stanza; la sua veste azzurra è trapunta di zaffiri: "Benvenuto nella bottega di Slig l'alchimista, viandante. Quale tra i miei tesori può esaudire i tuoi desideri? Parla, cosa posso fare per te?"

Inviato

"Salve! Scusi il disturbo... mi piacerebbe vedere cosa avete... e vorrei sapere con precisione cosa c'è in questa ampolla... sa, non vorrei berla per poi trovarmi morto senza saperne il perchè!"

Beh, il vecchio Slig era... esattamente il tipo che mi sarei aspettato come proprietario di quel negozio... lui o una bella ragazza dai grandi occhi marroni, dalla pelle scura e liscia... e un velo sul viso... ma ci si accontentava!

Inviato

Slig ti scruta attentamente, prima di risponderti. "Sai, Straniero, credo di conoscere il cuore degli uomini. Ed il tuo mi sembra puro. Non so dirti di cosa si tratti quel liquido blu, identificare una sostanza non è così semplice. Tuttavia, voglio aiutarti a raggiungere i tuoi scopi. Ti venderò uno dei miei elisir più rari." Si volta e fruga tra le fiale e le storte di vetro, poi lancia un grido di trionfo e ti mostra un flacone ricolmo di liquido chiaro. "È proprio lei! La mia cara pozione di levitazione! Procurai un tappeto, uno qualunque, e aspetta che sorga la luna. Poi versa questa sostanza sul tappeto e lui ti porterà volando dove desideri! L'elisir costa 5 pezzi d'oro. Non è molto caro, Straniero, ne convieni?" Conclude con un occhiolino, invitandoti con una mano a comprare la pozione, e con l'altra indicandoti vagamente la porta, gentilmente.

Inviato

...Cuore Puro? Ma se avevo appena pensato... ma vabbè...

"Ne, convengo, amico mio!" gli allungo 5 mo "Sai mica quando ci sarà la luna piena? E se non sbaglio qui vicino c'è un negozio di tappeti, vero?"

Spero davvero non sia una patacca... penso tra me e me.

Inviato

"Non ti serve la luna piena, basta che sia notte! Sì, quello qui affianco è un negozio di tappeti, potrebbe servirti! Ti consiglio di visitarlo!" Sorride il vecchio, congedandosi.

Raggiungi il banco davanti alla variopinta bottega del venditore di tappeti. Palpi e soppesi diversi tessuti finemente lavorati, poi ti soffermi ad osservare un bel tappeto di broccato rossiccio. Completamente assorto nel tuo esame, non noti l'omino grassottello che è scivolato alle tue spalle. "Benvenuto nella bottega di Mok'Het. I miei tappeti sono i più raffinati d'Oriente, viandante. Sei forse un mago, venuto a lavorare alla Fortezza? Gli stregoni di Alamuth sono i miei migliori clienti. Il tuo aspetto mi dice che giungi da molto lontano. Dimmi, in cosa posso servirti?"

Inviato

Il viso rotondo dell'ometto si illumina. "Incantare, eh? Beh, si dà il caso che questi siano i miei pezzi più ordinari, sebbene splendidi, s'intende! I miei pezzi migliori, quelli dotati di poteri molto speciali, li tengo nel retrobottega." Ti dice con un occhiolino. "Vuoi vederli?"

Inviato

"Per un tappeto qualunque sono 3 monete d'oro," risponde, "Ma seguimi pure." Segui il grasso mercante nel retrobottega e lo osservi mentre accende una piccola lampada ad olio. "Devo fare attenzione" Spiega. "La merce potrebbe prendere fuoco! Guarda, quello che ti interessa è qui." Dice indicando un tappeto sul pavimento. Ti chini per osservare da vicino il tappeto "speciale" del mercante, ma non noti nulla di particolare. Stai perdendo tempo, pensi seccato: in fondo, qulaunque tappeto va bene per usare la pozione levitante di Slig ed entrare nella Fortezza. Ti volti e vai verso la porta, ma un dolore folgorante ti attraversa il cranio. Cadi sulla schiena e intravedi in una nebbia rossastra i due complici di Mok'Het che ti hanno colpito alle spalle. Sfortunatamente per loro, non svieni in seguito al colpo, riesci a riprenderti quasi del tutto rapidamente e, sebbene la tua vista rimanga lievemente sfocata, estrai la spada e ti prepari ad affrontare i due uomini armati di mazze ed il loro grasso capo, che dietro di loro sta estraendo una piccola balestra da sotto la veste.

Inviato

"Una trappola? Maledetto infingardo! Ti denuncierò alle autorità legali per questo!" Gridi.

Quando uno dei due scagnozzi cerca di sferrarti un altro colpo, diretto ancora alla testa, che pari sollevando la spada giusto in tempo, ti rendi conto che probabilmente non ti rendi conto che probabilmente non potrai denunciarlo, perché sembrano avere tutta l'intenzione di fare un combattimento all'ultimo sangue. "Mi hai già creato troppi problemi, viandante!" Ruggisce il grasso proprietario del negozio, caricando la sua balestra.

"Problemi? Che problemi ti ho causato? Volevo solo un tappeto?" Replichi, sollevandoti da terra, roteando la spada per colpire uno dei due scagnozzi, cercando di sfondare le sue difese con un colpo al petto.Tuttavia, egli non si fa trovare impreparato, e balza all'indietro, schivando il tuo colpo. Subito, l'altro si fa avanti, portando un colpo al tuo fianco, per spaccarti qualche costola. Sfortunatamente per lui, riesci a girare la spada e bloccare un altro colpo. La paura ti assale però, quando vedi il proprietario premere il grilletto della balestra: questo è un colpo che non potrai parare.

Istintivamente, abbassi la testa, e odi il sibilo del dardo che sfila sopra di te, prima di conficcarsi su un tappeto dall'altro lato della stanza. Sei riuscito ad evitare quel colpo, ma una mazzata possente ti raggiunge alla gamba. Nonostante l'armatura, l'urto è doloroso, ed il ginocchio ti cede, portandoti in posizione ribassata rispetto ai tuoi avversari, una mano poggiata al tappeto sotto di voi per evitare di cadere ulteriormente. Con gli occhi innietati di sangue, e con la forza di volontà che sostiene solo chi è dedito ad una giusta causa, ti rialzi tenendoti solo con i piedi, anche se con grande sforzo. "Dimmi, mercante! Perchè! C'è un motivo?" E' il tuo quesito senza risposta. Nel mentre, prendi la spada con due mani, e la scagli con tutta la forza che hai in corpo verso il furfante che avevi già tentato di colpire. Esegui un affondo in avanti, ignorando il dolore ed incrementando con il tuo peso la potenza del colpo. La manovra ti riesce molto veloce, ed il tuo nemico non riesce a controbattere. La spada si conficca nel suo ventre, da parte a parte, facendo schizzare fuori un fiotto di sangue. Riesci a tenerti in equilibrio nonostante il peso dell'ormai inerte nemico ti faccia scivolare le mani dalla spada, aiutato da un secondo dardo scagliato dalla balestra del mercante, che ti raggiunge alla spalla, perforando l'armatura, e da un altro possente colpo, sferrato dall'altro sgherro in direzione della tua schiena. Hai ucciso uno dei tuoi nemici, ma ora sei a terra, privato dell'arma, le chiazze rosse di nuovo ad offuscarti la vista, le mani che stringono le fibre dello spesso tappeto su cui sei sdraiato, accanto a te il mercante che carica un altro, ultimo colpo nella balestra. Dietro di lui il suo aiutante sopravvissuto. Inizialmente pensi di curarti, usando l'energia divina, la ferita alla spalla, ma quando vedi che il grasso uomo sopra di te sta per spararti, decidi di rinunciarvi: raccogli tutto quello che rimane delle tue forze e ti spingi in avanti, sul tappeto, raggiungi il corpo morto davanti a te e lo sollevi, rotolando per usarlo come scudo. Con un'imprecazione, il mercante scaglia rapidamente il dardo verso la tua figura in movimento. Un dolore atroce ti avvolge la gamba: realizzi che sei stato colpito appena sotto il ginocchio.

"Maledetto figlio di... BELZEBU'!" E' tutto quello che riesci a gridargli contro, sfinito dal dolore come sei. In quel momento la tenda all'entrata del retrobottega si apre di colpo. I due tuoi avversari indietreggiano di un paio di passi vedendo chi fa il suo ingresso: Slig! La sua barba bianca ondeggia mentre con lo sguardo feroce agita le mani, dando vita ad un incantesimo. Il mercante estra rapido un piccolo pugnale, e si scaglia verso l'incantatore, ma Slig è più veloce: un fiotto di luce candida parte dalle sue mani, investendo il mercante e scaraventandolo via. Il grasso uomo si solleva da terra ed urta il tavolino dove aveva lasciato la lampada ad olio, facendola cadere: in pochi istanti, all'interno della stanza si scatena un inferno di fiamme. Veloce, Slig ti porge la mano, gridando: "Presto!!"

Ti rialzi con fatica: "Grazie!" gli urli, o meglio, provi ad urlare, visto che riesci solo a sputare sangue. Il vecchio ti tira in parte, poi con un gesto rapido della mano destra pone fine all'incendio: i tappeti dell'intera stanza si sollevano, avvolgendo i corpi bruciati dello scagnozzo morto e del suo padrone, e si stringono al centro della stessa, contenendo le fiamme. Poi si adagiano, così avvolti in sé stessi, in un angolo. Capisci che l'altro scagnozzo se l'è data a gambe.

"Uff... grazie..." Boccheggi. "Figurati." Dice con aria grave Slig.

Inviato

Ti risvegli col buio, giaci in un angolo del piazzale della Fortezza, avvolto nel tappeto rosso decorato da due aquile dorate che avevi adocchiato in precedenza nella bottega del venditore di tappeti. Hai l'aria dimessa, sembri un qualsiasi mendicante, e nessuno sembrerebbe averti dato attenzione durante la giornata. Ti riprendi lentamente. Scopri di essere quasi del tutto guarito, e concludi l'opera con l'aiuto di Dio.

Sfruttando la fitta oscurità, ti avvicini alla torre ovest del palazzo, guidato dalla pallida luce lunare. Tutti dormono, solo un gatto nero incrocia i tuoi passi, silenzioso. Giunto alla base della torre, ti fermi. Getti un'occhiata alla luna che brilla sopra la tua testa, desideroso di seguire alla lettera le istruzioni di Slig. Srotoli il tappeto al suolo e versi lentamente l'elisir sul tessuto. Il tappeto si attorciglia in tutti i sensi, poi si ridistende immobile, a qualche centimetro da terra. Felice che funzioni, sali sul tappeto, ma ti rndi conto che il peso dell'armatura ne compromette la stabilità. A malincuore, decidi di abbandonarla, e la nascondi nella sabbia. Poi ti siedi a gambe incrociate al centro del tappeto, e gli ordini con voce esitante di salire. Funziona! Il tappeto sale e sale ancora, leggero nell'aria... A circa dieci metri dal suolo vedi davanti a te la torre ovest del palazzo. Da qui riusciresti ad addentrartici. Oppure, potresti provare a spingerti più in alto, fino alla vertiginosa torre del Vecchio della Montagna, che domina tutti gli altri edifici.

Inviato

"E andiamo!" dico con entusiasmo

Non troppo entusiasmo però. Non mi sento proprio al meglio. E mi rode davvero un casino.

So che non sono frasi adatte ad un fedele di dio, ma...

Mi dirigo verso la torre ovest, la più vicina. Da lì potrei infiltrarmi a piedi!

Inviato

Fai fermare il tappeto all'altezza di una delle feritoie della torre ovest, poi scivoli all'interno senza far rumore. Dall'interno della torre, si aprono due passaggi: una piccola scala a chiocciola che scende nella torre, e il cammino di ronda che corre lungo il muro di cinta.

Inviato

C'è l'ho fatto! Sono entrato! Senza difficoltà! ... sta andando anche troppo bene!...strano!

"Mmmm" rifletto tra me e mè "Il cammini mi esporrebbe agli occhi di tutti... meglio prendere la scala a chiocciola!"

Inviato

La scala scende fino al pianerottolo inferiore della torre, dove resti prudentemente nascosto nell'ombra per non correre il rischio di venir scoperto. Sei sbucato in un angolo dell'armeria della Fortezza, una vasta sala con le pareti decorate di trofei d'ogni genere: scudi lavorati, alabarde affilate, panoplie che sostengono sciabole incrociate, e tutti gli stendardi conquistati ai nemici. Una dozzina di Assassini sono sparpagliati nella stanza, apparentemente immersi nel sonno. Alcuni tengono gli occhi socchiusi, ma la loro aria sconvolta e i narghilè che giacciono al loro fianco lasciano capire che si trovano sotto l'effetto di qualche stupefacente. Per il momento, questi uomini non rappresentano un pericolo: anche se tentassero di attaccarti, potresti disarmarli facilmente. Sforzandoti di restare nell'ombra attraversi la sala d'armi in direzione della porta in fondo, ma inciampi in un Assassino che si era assopito appoggiato alla parete, con il narghilè ancora stretto tra le mani. E' talmente intossicato dalla droga che la tua presenza non gli sembra affatto strana. "Hei, amico! Dove vai a quest'ora così tarda?" chiede.

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