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Inviata

Ho adottato nel mio sistema di gioco altre diverse lingue legate all'ambientazione creata da me... in modo da rendere il mondo più reale possibile. Secondo voi è una cosa giusta o sbagliata? I PG si sentiranno degli ignoranti non sapendo la lignua del posto ogni volta che devono andare in una nuova località popolata dalla razza che domina? Oppure renderà l'ambientazione più reale, facendo ricorrere ad altri mezzi i PG per comunicare (traduttori assoldabili, etc...)?

Ditemi cosa ne pensate...

P.S: contando i lignuaggi da me creati + quelli sul MDG pag. 79 sono in tutto 27... un numero che non mi sembra ne tropo alto ne troppo basso (come nella 4ed dove esistono solo 10 linguaggi)...


Inviato

Io volevo fare la stessa cosa per la mia ambientazione; non mi sembra niente di così sbilanciante né esagerato, d'altronde perchè non dovrebbe esistere la figura del traduttore? Inoltre se non sbaglio c'è un incantesimo di basso livello che permette di parlare qualunque linguaggio, quindi non mi pare un'idea malsana. Se poi vogliamo parlare di realismo è anche giusto che i pg si sentano degli ignoranti quando si trovano in una località nuova in cui si parla un idioma diverso dal loro: mai stato all'estero? Io sono tornato 3 giorni fa da Berlino e se non fosse stato per l'inglese mi sarei sentito fuori del mondo dato che di tedesco so dire solo wurstel (e non sono neanche sicuro che si scriva così).

Inviato

Non mi sembra un'idea malvagia, anzi, però devi contare alcune cose.

Una lingua diversa di solito dipende da una lontananza e, di conseguenza, da un blocco. Se c'è una sola grande pianura intervallata da altopiani e colline, non si possono formare tantissime lingue, visto che tutti possono comunicare. Si può invece ritrovare tutto ciò in una zona montana, dove le montagne separano le varie popolazioni. O, ancora meglio, nelle isole, dove è possibile trovare molti linguaggi anche se non sono lontanissime. Quindi coerenza, :-).

Evita come la morte l'effetto "cambio lingua istantaneo". Se vuoi introdurre i pg in una zona dove si parla un'altra lingua, ci dovrebbe essere una zona in mezzo dove si parlino più o meno entrambe le lingue.

Inviato

è una cosa bellissssssima. Io ne ho creato qualcuno per divertirmi. al massimo uso parole simili per il nanico e il gigante, per esempio, che usano lo stesso algfabeto. poi il sottocomune potrebbe essere un elfico contaminato dal nanico, dato che i nani sono creature sotterranee... eccetera eccetera... comunque la vedo come una bellissima idea. altrimenti potresti usare lingue già esistenti tra le lingue normali che conosci; per crearne qualcuna veloce. a volte puoi usare il tuo dialetto se proprio devi esprimere un parlante difficile da tradurre... così gliu altri capiscono poco. ;)

  • Amministratore
Inviato

Secondo me qui bisogna fare considerazioni di verosimiglianza e di praticità.

Partiamo dalla verosimiglianza. Molto dipende dalla scala e dalla storia della tua ambientazione. Per darti un'idea, nell'Italia di oggi ci sono 12 minoranze linguistiche riconosciute giuridicamente, e questo considera tutta la varietà di dialetti/parlate locali che hanno numeri e produzione letteraria ma non uno status giuridico. Quindi, anche una zona relativamente piccola avrà una sua lingua locale e una sorta di Comune per comunicare con le zone limitrofe, specie se parliamo di entità di livello superiore (regni etc). Oltre a questo, non è insensato pensare a una lingua Comune, che venga usata per la comunicazione "internazionale" da mercanti etc, ma questa sarà probabilmente limitata nell'uso solo alla comunicazione fondamentale (numeri, direzioni etc). Le cose poi si complicano ulteriormente se aggiungi varietà di razze, lingue di altra natura (extraplanari, arcane etc) e così via.

In concreto, cosa succede? Aumentare il numero delle lingue per il "realismo" serve a poco se le lingue rimangono un sistema binario (o la sai o non la sai, differenza 1/2 punti abilità). Più plausibile sarebbe pensare di dare a ogni PG l'accesso a un paio di lingue di partenza (diciamo locale, nazionale e Comune -con le restrizioni di cui sopra), più magari qualche bonus per Intelligenza/scolarizzazione (magari bonus dipendenti dalla classe?), e trattare le altre lingue come qualsiasi altra skill, con dei gradi e delle prove per comunicare in una lingua che non sia la propria (Int, senza addestramento - comunicare a gesti etc.).

Veniamo alle considerazioni di ordine pratico. Prima di tutto, allungare la lista delle lingue e/o rendere più verosimile l'apprendimento servono a poco se la campagna si svolge in una zona limitata, e anzi rischi di sortire l'effetto di spingere i PG a rimanere dove sanno parlare.

Ma in realtà, finché il problema si risolve con un incantesimo di 1° livello, forse ci si complica la vita senza grandi benefici. ;)

  • Mi piace 1
Inviato

Appoggio anche io l'idea, anzi direi che mi sembra una cosa essenziale per un'ambientazione. Naturalmente esiste una lingua "comune", ma ovviamente nel villaggio sperduto della terra desolata è già tanto se la parlerà una persona.

Comunque, più che sull'area geografica, i linguaggi dovrebbero basarsi sull'etnia.

Inviato

Secondo me qui bisogna fare considerazioni di verosimiglianza e di praticità.

Partiamo dalla verosimiglianza. Molto dipende dalla scala e dalla storia della tua ambientazione. Per darti un'idea, nell'Italia di oggi ci sono 12 minoranze linguistiche riconosciute giuridicamente, e questo considera tutta la varietà di dialetti/parlate locali che hanno numeri e produzione letteraria ma non uno status giuridico. Quindi, anche una zona relativamente piccola avrà una sua lingua locale e una sorta di Comune per comunicare con le zone limitrofe, specie se parliamo di entità di livello superiore (regni etc). Oltre a questo, non è insensato pensare a una lingua Comune, che venga usata per la comunicazione "internazionale" da mercanti etc, ma questa sarà probabilmente limitata nell'uso solo alla comunicazione fondamentale (numeri, direzioni etc). Le cose poi si complicano ulteriormente se aggiungi varietà di razze, lingue di altra natura (extraplanari, arcane etc) e così via.

In concreto, cosa succede? Aumentare il numero delle lingue per il "realismo" serve a poco se le lingue rimangono un sistema binario (o la sai o non la sai, differenza 1/2 punti abilità). Più plausibile sarebbe pensare di dare a ogni PG l'accesso a un paio di lingue di partenza (diciamo locale, nazionale e Comune -con le restrizioni di cui sopra), più magari qualche bonus per Intelligenza/scolarizzazione (magari bonus dipendenti dalla classe?), e trattare le altre lingue come qualsiasi altra skill, con dei gradi e delle prove per comunicare in una lingua che non sia la propria (Int, senza addestramento - comunicare a gesti etc.).

Veniamo alle considerazioni di ordine pratico. Prima di tutto, allungare la lista delle lingue e/o rendere più verosimile l'apprendimento servono a poco se la campagna si svolge in una zona limitata, e anzi rischi di sortire l'effetto di spingere i PG a rimanere dove sanno parlare.

Ma in realtà, finché il problema si risolve con un incantesimo di 1° livello, forse ci si complica la vita senza grandi benefici. ;)

Ok la mia mabientazione è grande come la Terra... quindi dovrebbero esserci 2000 lingue? Secondo me no! Perchè siamo comuqnue in un mondo fantastico... nella sono stati gli uomini stessi a creare le loro lingue per necessità di documentare e registrare, mentre nella maggior parte delle ambientazioni (penso) sono stati gli déi a insegnare a tutti la stessa lingua che poi è stata variata per razza e locazioni geografiche molkto distanti (continenti diversi o regioni separate da enromi catene montuose)...

comunque, come hai detto te, finché un incantesimo di livello 1 risolve il problema non c'è da preoccuparsi di non sapere le lingue... però seocnod me avere una grande disponibilità di lingue rende più realistica l'ambientazione in cui i PG giocano.

Inviato

si, bell'idea! (molto carrida, oserei, dire) io approvo in pieno, con le dovute segnalazioni già fatte.

un'altra cosa di cui dovrei tener conto è la lingua comune. io nell'ambientazione che stavo creando avevo messo 4 lingue comuni a seconda della zone, ed era tutt'altro che scontato che ogni persona parlasse almeno una di quelle lingue.

(insomma, io non posso sopportare il fatto che se crei un nano questo parla automaticamente sia il nanico sia il comune!)

Inviato

Ok la mia mabientazione è grande come la Terra... quindi dovrebbero esserci 2000 lingue? Secondo me no! Perchè siamo comuqnue in un mondo fantastico...

Ma non eri tu quello che voleva il realismo? Se è grande come il nostro mondo allora è più che naturale che si siano sviluppate centinaia di possibili lingue, varianti e sottovarianti.

Inviato

In una mia ambientazione usata in 3.0 avevo inserito una settantina di lingue e dialetti per il continente base in cui si svolgeva la campagna, comprese tre o quattro lingue "comuni" usate per il commercio e la diplomazia in varie parti dello stesso... Perfino le varie razze di elfi e nani non parlavano le stesse lingue e i PG si sono trovati diverse volte con la necessità di trovare modi per comunicare coi locali... E' stato interessante vedere come se la cavavano...

Inviato

Ma non eri tu quello che voleva il realismo? Se è grande come il nostro mondo allora è più che naturale che si siano sviluppate centinaia di possibili lingue, varianti e sottovarianti.

Ma diventerebbe una cosa ingestibile... volgio realismo, ma che si possa gestire ;-)

Inviato

In un'ambientazione multilingua, i bardi e gli esperti diventano classi molto, molto utili... Possono imparare letteralmente decine di lingue, così da fare da interpreti o da scribi, ottenendo un enorme potere sociale (cosa che avveniva anche da noi in passato)...

Un ulteriore passo per gestire il tutto potrebbe essere l'introduzione di una "lingua" che in realtà rappresenti la conoscenza dei gesti convenzionali e del linguaggio del corpo usato dai membri di una certa razza in una certa area... Quella relativa alla propria area di origine sarebbe gratuita, come la lingua parlata madre, ma se ne potrebbero acquisire altre... Non sarebbero linguaggi dei segni in senso moderno, ma proprio la conoscenza dei gesti tipici di una cultura o più culture collegate...

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