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Exalted - Per il Trono Scarlatto, mi Alzo e Combatto.


Fiammingo

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Inviata

Mattino. Hai appena terminato di infilarti l'armatura e ti stai accingendo ad indossare il tuo magico collare, quando vieni interrotto da un servitore il quale bussa alla sottile porta del tuo vasto e comodo alloggio. Senza distogliere lo sguardo dallo specchio, mentre aggiusti la posizione dell'artefatto, mugugni un consenso al suo ingresso, e con cautela si fa avanti un secco servitore di porpora vestito, che con un profondo inchino fa un paio di passi avanti nella stanza. Lo guardi mentre avverti qualche dettaglio, quali l'esatta posizione della cintura ed il nodo degli stivali, perfezionarsi grazie all'effetto del collare dorato, ed il servo si protende ancor più verso il terreno, visibilmente nervoso. Si scusa brevemente per l'invasione, quindi si risolleva ed annuncia con timore la convocazione da parte di tua madre, Cathak Garel, l'Onorevolissima, come proclamato dal servo, per le dieci del giorno stesso. Hai appena mezzora per raggiungerla nel Santuario di famiglia, realizzi mentre il messaggero si allontana, così decidi di ultimare i preparativi. Raccogli la Daiklave dalla rastrelliera posta accanto all'ampio futon, quindi stringi la Pierta Focale che ti è stata donata dalla tua famiglia e con solennità estrai una parte della spada dal fodero metallico, specchiandoti nel piatto dell'arma. Avvicini la Pietra all'apposito spazio vuoto ricavato nella parte iniziale della lama, e la lasci andare nel momento in cui avverti il suo movimento: la Pietra s'incastra spontaneamente nell'incavo della spada, e viene rapidamente circondata da un filo di metallo dorato che serpeggia dall'elsa fino al foro, circondandolo di ghirigori. Rinfoderi la spada, con un gentile suono metallico, e rimani un momento a fissare la sua elsa verde di giada, decorata d'incisioni color fuoco, prima di appenderla alla cinta e lasciare che si sistemi da sola nella corretta posizione, mentre avverti l'Essenza che scorre tra te e l'arma magica. Ti concedi un ultimo istante davanti allo specchio per controllare la correttezza della postura prima di lasciare la stanza.

Percorri con aria solenne i corridoi del Palazzo, salutando con un cenno o un breve inchino i familiari che incroci, quindi il piazzale che si apre dinanzi ad esso, e sali la larga scalinata sul lato nord fino a raggiungere l'ingresso del Santuario di Tuchara. Fai appena in tempo a notare la limpidezza del cielo, perchè vieni accolto, e quasi raggiunto da una bellissima ancella in kimono, che ti saluta con un leggero inchino e per nome, prima di spalancare per te la porta in pietra del Santuario. Entri nella sua familiare sala principale, intrisa di luce calda e decorata di drappi alle pareti e incisioni sulle colonne. La percorri nella sua interità per raggiungere il trono dove siede tua madre, che alla tua vista si alza e fa qualche passo verso di te. Lesto, ti abbassi fino ad appoggiare un ginocchio per terra e chini il capo: "Mia Signora." Ti limiti a dire.

"Zuko." Esordisce lei. "Alzati, alzati pure. Camminiamo. Ti chiederai perchè ti ho convocato. Ebbene, Zuko, questo per te è un giorno importante. Oramai hai superato i trent'anni, la tua legione è riconosciuta come capace ed attiva, sei considerato un ottimo generale, la tua carriera è in piena crescita. Eppure, non basta. Desidero da te qualcosa di più. Vedi, da quando l'Imperatrice è scomparsa tra le Casate è in atto una continua sottile guerriglia, fatta di alleanze e campagne militari contro nemici comuni. In questi cinque anni ci sono stati numerosi svolgimenti. Allo stato attuale, Cathak è tra le poche Casate che potrebbero porre qualcuno sul Trono, al posto di Fokuf. Non siamo a corto di personalità di spicco, primo fra tutti Cainan stesso, ma egli è in età avanzata e il suo governo non sarebbe sufficientemente duraturo per essere stabile. Per questa ragione, è giunto il momento per tutti noi di elevare la posizione di giovani promettenti, così da trovare validi pretendenti per il Trono, da presentare contro Mnemon, con l'aiuto soprattutto della Casata V'neef. Tu sei un ottimo elemento, Zuko, sono orgogliosa di te, ma il tuo curriculum dev'essere arricchito in fretta. Per questa ragione ho deciso di affidarti una missione delicata, perchè tu possa divenire in breve tempo un Sangue di Drago degno di stima in tutta l'Isola Benedetta, un giusto erede al Trono scarlatto. Ma veniamo.." dice aprendo la porta del Santuario, e cominciando a camminare al tuo fianco lungo la piazza e poi giù per la scalinata che conduce sul monte Tuchara. Davanti a voi, mentre scendete, si staglia in una sottile nebbiolina la cittadina di Arjuf, col suo porto. "Veniamo a cose più pratiche: la missione è apparentemente semplice. Un villaggio semisperduto del sudest ha da qualche tempo rifiutato le nostre imposte. Il tuo compito è portare una presenza armata nel paese per convincere gli abitanti a ragionare col satrapo locale. Tuttavia, presumo che la spedizione possa rivelarsi una vera e propria Caccia al Wyld: non è il primo villaggio che si comporta così, e gli altri erano segretamente controllati da uno o più Anatema. Dovrai essere cauto, è la tua prima Caccia al Wyld, cerca di rispettare la prassi: costringi il Solare alla resa o annientalo, lui e tutti i suoi adoratori. Perderemo un villaggio, ma la Casata ci guadagnerà in immagine, e altri villaggi sceglieranno di denunciare i Solari piuttosto che renderli loro guide. Non credo di doverti raccomandare che per una perfetta riuscita della caccia dovrai essere tu stesso ad uccidere l'Anatema." Garel si ferma, si volta verso di te, ti mette le mani sulle spalle e ti guarda fisso negli occhi. Vedi i suoi capelli rosso scuro arricciarsi sulle punte, ed emanare alcune deboli fiammelle innocue, così come vedi ardere i suoi occhi del potere del Fuoco. Questi segni sono indici di grande padronanza del proprio elemento, così come la sua bellezza e la sua perpetrante gioventù sono simbolo di un'ottima Linea di Sangue, Linea che condividi anche tu. "Accetterai di portare a termine quest'onorevole Missione? Ti senti pronto?"


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Inviato

Ascolto mia madre parlare in un rigoroso silenzio, anche se la mia mente viene travolta da un'ondata di pensieri. Quando il suo discorso giunge al termine, mi sento eccitato come se mi trovassi nel cuore di una battaglia, una delle tante che ho combattuto insieme alla mia legione. Da troppo tempo nell'Impero manca un potere forte, in grado di gestire le varie Casate. E' giunta l'ora che qualcuno prenda il posto di quel burattino di Fokuf. Prima di rispondere inspiro profondamente e stringo l'elsa della mia Daiklave per darmi coraggio. Sì, mia Signora, sono pronto. Mi sento onorato dalla fiducia che riponete in me, fiducia che vedrò di non deludere. Faccio un cenno col capo in segno di rispetto. Quanto tempo mi è concesso per prepararmi, mia Signora?

Inviato

[Fokuf è il Reggente, Mnemon è la Maestra della casata omonima, nonchè figlia dell'Imperatrice e con ogni probabilità la più grande Stregona della Dinastia. Ella è praticamente l'unica valida proposta per il Trono, ma manca ancora di qualche supporto, specialmente militare. Quindi probabilmente intendevi quel burattino di Fokuf.]

"Ottimo, ottimo." Risponde tua madre, riprendendo a camminare. "Partirai oggi stesso. I tuoi uomini sono già stati mobilitati, ti stanno aspettando al porto, sulla nave che ti porterà nella Soglia. entro stasera sarete salpati. Ma c'è ancora una cosa che voglio dirti, prima della tua partenza. Vedi, per essere un più che valido Sangue di Drago, avrai bisogno anche di una degna moglie. Per questa ragione, quando tornerai, quando tornerai vittorioso, ti metterò in condizione di scegliere una compagna che generi una prole che ci renda orgogliosi, che mi renda orgogliosa. Ma non voglio che tu pensi troppo a questo, resta focalizzato sulla Missione. A tal proposito, ti affiancherò una Storica nascente, tua cugina Togashi, che ti rimarrà fedelmente vicino, trascrivendo le tue gesta direttamente dal campo. Trattala bene, ella è giovane e promettente, diverrà sicuramente una brava trascrittrice di battaglie." Garel smette di parlare, si limita a continuare a camminare, a discendere le scale in pietra, ammirando la vista che vi si para dinanzi. Tira qualche profondo respiro, poi si ferma. La imiti, ed attendi. Passano i secondi, i minuti. Non osi parlare, perchè non sembra che Garel voglia che tu lo faccia, così ti limiti a guardare a tua volta la ripida discesa che conduce alla città, un panorama che hai sempre trovato surreale: le scalinate sembrano scomparire una cinquantina di metri più avanti, come se fossero talmente ripide da cadere quasi verticalmente, per un effetto ottico, ai due lati della rampa si sollevano due picchi minori, e oltre la scala si può vedere una parte della pianura che precede la città, il suo porto, le sue navi, il mare.

"Bene, Zuko, dal momento che hai accettato, forse dovresti andare a prepararti, per partire il prima possibile." Riprende Garel voltandosi per cominciare a risalire le scale. "Voglio raccomandarmi nuovamente con te: non lasciarti trascinare dal momento, prima la diplomazia, e solo una volta provata la presenza di un Anatema, passare all'attacco fisico. Non attaccare la popolazione a meno che non si dimostrino vani i tentativi di farli ragionare. Non essere troppo avventato, ma non farti scrupoli: se c'è una possibilità che il popolo possa aiutare un Anatema a fuggire o a difendersi, spazza via il popolo." La donna si ferma di nuovo, e ti guarda fisso negli occhi. "Va', e rendimi fiera di te, Zuko." detto questo ti lascia solo a risalire le scale, lei si ferma ancora a guardare il panorama.

Inviato

Una moglie? Perchè mai dovrebbe servirmi una moglie per essere considerato degno? Io sono un guerriero, non ho il tempo per stare a riempire delle culle! penso mentre risalgo le scale. Ma siccome mia madre a deciso così, non mi resta che onorare la sua decisione. Mi ritiro nella mia stanza per completare alcuni ultimi preparativi. Mentre controllo di aver preso tutto l'equipaggiamento necessario, lancio un'occhiata allo specchio. Mi sorprendo di quanto i miei lineamenti siano simili a quelli di mia madre, così come i capelli di colore rosso scuro, che io porto in un rigido taglio militare. I miei occhi, però, sono ambrati, e la mia pelle è abbronzata grazie al sole delle campagne militari a cui ho partecipato. Appena ho finito di prepararmi, mi dirigo verso il luogo in cui son state radunate le mie truppe.

Spoiler:  
Scusa, ho editato :P
Inviato

Cammini per oltre un'ora nella luce del sole mattutino che risale il limpido cielo, dapprima per le scale di pietra che risalgono in monte Tuchara, quindi per le colline coltivate che lo separano dal mare, infine per la tumultuosa cittadina di Arjuf. Attraversi risaie e campi di cereali, alcuni alti fino a due metri, ed i contadini che incroci ti salutano con riverenza, sorridendo. Una volta entrato nella città, invece, ti confondi nella folla, e gli unici a salutarti sono i mercanti e passanti più attenti ed umili, ed uno sbadato, grasso venditore di frutta che ti viene addosso, rovesciando il cesto di merce, il quale dedica diverso tempo a scusarsi e ad assicurarti del suo rammarico, raccogliendo i succosi frutti. Sei circondato da una moltitudine di colori, la città è praticamente in festa ogni qualvolta giunge il giorno di mercato (una volta la settimana), addirittura alcuni festoni decorano il cielo azzurro sopra la tua testa. E poi danzatori, poeti, fannulloni, barboni, compratori, mercanti, tutti sono felici e cantano e ballano, discutono animatamente e si scambiano cordiali saluti da finestra a finestra, gli unici individui allontanati dalla folla sono i radi lebbrosi e drogati, che giacciono rannicchiati negli angoli sporchi o seduti nei vicoli, il prezioso fumo nascosto non troppo bene alla vista. Oramai conosci questa città, e non hai difficoltà a trovare la via per il porto. D'altronde, anche se non avessi mai messo piede in quelle strade, avresti poche possibilità di sbagliarti, seguendo il forte odore di salsedine che si solleva dal mare, a sud. Il vento che lo porta risale le vie a raffiche, sferzando tendaggi e vesti, sollevando gonne e tappeti in mostra, scompigliandoti i capelli. A passo cadenzato giungi infine al porto, una lunga banchina con una numerosissima fila di moli che si allungano nella baia. Invano cerchi la nave su cui viaggerai: essa è ormeggiata al largo, e vieni raggiunto invece dal tuo Capitano, Iroh, vestito di un completo elegante, decorato a colori caldi, scortato da un paio di muscolosi e rozzi marinai. "Signore." Ti dice. "La nave ci sta aspettando al largo. La raggiungeremo con la scialuppa. Gli uomini sono già a bordo. Una bella giornata, non trovate?" Conclude porgendoti una mano per aiutarti a salire sulla scialuppa di circa nove metri, a venti posti abbondanti, pronta a partire sotto le remate di sei marinai verso il largo.

Inviato

Concordo, Iroh rispondo sorridendo. Caro Iroh...son tanti anni che ci conosciamo ormai, e tu mi sei sempre stato fedele. Non avrei potuto desiderare un Capitano migliore. penso mentre mi avvalgo del suo aiuto per salire sulla scialuppa.

Inviato

La scialuppa parte lentamente, spinta dalle vigorose vogate dei rematori, e si allontana dal porto. In breve tempo il profilo di numerose navi si staglia all'orizzonte, e in una decina di minuti vi avvicinate ad un'alta nave ancorata nel mare blu: è una tipica nave della marina del Reame, probabilmente, pensi, offerta dalla casata Peleps, un galeone lungo circa settantacinque metri di altezza per circa trenta di altezza, completamente realizzato in legno e decorato con fregi dorati. La forma della nave è usata molto spesso, queste navi molto alte sono formate da quattro o cinque piani, sette alberi, e sfruttano una piccola dose di Essenza, garantita dagli Eccelsi a bordo, per viaggiare con appena un paio di metri di chiglia immersa nell'acqua. Difatti, questi enormi galeoni sono in grado perfino di risalire i fiumi. Quando giungete nei pressi della nave, una porta si apre lungo un fianco della chiglia, ed una passerella viene fatta scivolare fino alla scialuppa. Iroh si alza per primo ed ancora ti aiuta a salire sulla passerella e raggiungere la nave. Nel mentre alcune corde vengono lanciate dalla cima della nave, prontamente afferrate dai marinai per assicurare la scialuppa, che verrà poi issata. Vieni accolto da un altro paio di marinai, che ritirano la passerella, e dal Capitano della nave, che si presenta come il Capitano Peleps Kiruno. Il piano a cui sei salito, il più basso, è un immenso magazzino, ma non sei costretto a passare tra le riserve d'acqua e cibo poiché è stato ricavato un corridoio. Vieni fatto salire al piano superiore, il piano dei rematori, che stanno iniziando a riposizionarsi: sono almeno un centinaio, forse più, dei lunghi remi vengono calati fuori dalla nave, con due uomini ciascuno. Il piano successivo è nient'altro che l'immenso alloggio del tuo Artiglio. I militanti si mettono sull'attenti quando arrivi, pronti ad accogliere un tuo discorso con grida di battaglia. Il quarto piano, ti spiega il Capitano Kiruno, è riservato agli alloggi degli ospiti, tra i quali spicca il tuo, che è il più spazioso e sfarzoso. Oltre il quarto piano uscite sul ponte, dove c'è un fervore incredibile: tutto l'equipaggio sta lavorando per mettere in moto la nave, comandi vengono urlati di qua e di là, le numerose vele vengono spiegate in un maestoso svolazzare proprio quando arrivi tu, e tra gli altri c'è una donna che ti sta aspettando: Togashi.

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Attraverso a passo svelto i primi due piani mentre discuto col Capitano Kiruno su alcuni dettagli riguardanti il viaggio e la nave, quali la durata della traversata e le caratteritiche dell'imbarcazione. Arrivato al terzo piano trovo schierato il mio Artiglio, e mentre li osservo sento una vampata d'orgoglio incendiare il mio corpo. Eccoli qua, gli uomini con cui ho condiviso molti momenti della mia vita. Questi soldati sono alcuni tra i più disciplinati e meglio addestrati di tutto l'esercito, darebbero la vita per me, e io sono grato di poterli avere al mio fianco durante questa missione.Compagni! Presto parteciperemo alla nostra prima Caccia al Wyld! Presto potremo vendicarci dei torti e delle sofferenze che i Solari ci hanno inflitto negli oscuri anni in cui vigeva la loro tirannia, e che continuano a infliggerci anche in questa era! Affilate le vostre lame, preparate i vostri scudi: costringeremo l'Anatema ad arrendersi, oppure bagneremo le nostre armi col suo sange e con quello dei suoi seguaci! Faccio una piccola pausa per riprendere fiato e per vedere la reazione dei miei soldati. Vi chiedo di dare il meglio di voi in questa missione. In ballo c'è molto più di quello che sembra. Voi oggi lotterete per il futuro della Casata Cathak. Il suo destino ed il suo onore sono nelle vostre mani. continuo quindi parlando con voce grave e vibrante. Vi chiedo di essere di dare il meglio di voi: non dovrete essere solo agili e forti, ma dovrete anche essere scaltri e astuti. Siete pronti, soldati?! concludo urlando l'ultima frase. Rimango qualche minuto insieme alle mie truppe, per sentire le loro opinioni e per dare eventuali spiegazioni, dopodichè mi dirigo verso il quarto piano. Una volta arrivato cerco la mia stanza e ci deposito i miei oggetti personali. Davvero una magnifica camera...forse troppo. Non vorrei rammollirmi. Chiederò al Capitano Kiruno se è per me possibile dormire insieme ai componenti del mio Artiglio: credo sia giusto che i miei soldati sentano la mia vicinanza prima di una missione così importante. Dopo aver scaricato le mie cose salgo sul ponte. Osservo per qualche secondo i marinai lavorare freneticamente, quindi mi dirigo verso Togashi. Sono onorato di conoscervi, Cathak Togashi. Io sono Cathak Zuko, Generale di Artiglio. le dico inchinandomi. Chissà che tipo di persona è...

Inviato

"Il viaggio," ti delucida il Capitano, "durerà giusto un paio di settimane. Manterremo la rotta e non faremo soste, mi è stato ordinato di accorciare i temi il più possibile.le provviste caricate nel magazzino sono sufficienti a tutto l'equipaggio, il vostro esercito e gli ufficiali per un totale di tre settimane, ma ovviamente queste precauzioni non saranno necessarie, sono semplice routine, sciocchezzuole necessarie e richieste a livello formale. Per quanto riguarda la nave, è una brava ragazza, la usiamo da quasi cinque anni in tutti i mari, ne ha passate di cotte e di crude, ed ancora è salda come fosse nuova, va che è un piacere e gli uomini sono i migliori. Per l'occasione, che ci onora e ci gratifica, l'abbiamo dotata di dieci prodi Peleps che ci assicureranno il favore dei venti ed una velocità sostenuta." Kiruno parla di nave ed equipaggio con orgoglio e convinzione, senza risparmiare fiato.

L'Artiglio freme quando giungi dinanzi ad esso, i soldati sussurrano, attendono, vengon sfamati dalle tue parole, esplodono in grida di battaglia e battere di pugni sugli scudi, si placano, ascoltano, si consultano, ondeggiano, festeggiano, colgono l'ultima frase, esplodono in un boato senza fine. Acclamano, gridano, saltano, ridono, esultano. Il rapporto con loro non varia, rispettano la figura e stimano la persona, un misto di reverenza e distacco e fratellanza e amicizia.

"Beh, sarebbe deplorevole per noi" Kiruno parla per sè stesso e chissà chi altri, probabilmente la casata intera, "permettere che un Generale Cathak non usufruisca dei servizi adeguati alla sua levatura. Siamo uomini d'onore e... Certo, se insistete... Però raccomando che la vostra figura non perda di... Ed ecco, il ponte. Lasciate che vi mostri.. Ah, ma siete atteso, provvederò, provvederò in seguito. Vi lascio." S'allontana con ancora le parole sulle labbra, che affiorano fin quasi a straripare, con un inchino, e si fa avanti Togashi, nella confusione del ponte con i marinai che lavorano sul legno e tra il cordame, a molti metri da voi ed a molti di più dall'acqua oltre le balaustre, tra bandiere che sventolano, piedi che corrono, braccia che tirano e mani che annodano, grida che rincorrono il vento e venti che avvolgono le grida, agitano le vele spiegate di fresco, sferzano vesti e volti, un clima piacevole, il cielo terso, dieci figure sul cassero di poppa che eseguono una danza fluida ed ininterrotta, dieci Eccelsi dell'aria che si esercitano.*

"Cathak Togashi," si presenta la giovane vestita di una tunica blu chiaro, bianca e rossa, un cerchio di giada tagliente che spicca sulla schiena attorno ai fianchi sottili, definiti dal vento, cerchio che riconosci come un Chakram, arma artefatta esclusiva dei Terrestri, temuta da molti per la sua letalità nel combattimento a distanza, i capelli scuri, molto vicini al nero, fermati da una fascia e resi ribelli dal frizzare dell'aria, resi liberi di invadere il volto sottile, liscio, grazioso, gli occhi neri e grandi, la bocca piccola e rossa. "Onorata" continua con un inchino. "Io... Non posseggo titoli o compiti, sono un'umile studentessa di storia, discretamente abile nell'uso del Chakram, nulla di più. Ma nonostante i miei limiti, vi seguirò fino in fondo, trascrivendo fedelmente l'impresa che porterete a termine." La ragazza è molto bella, rispetta l'etichetta, e mantiene umiltà. Lo stesso Iroh non manca di fartelo notare, una volta ritirati nella tua stanza.*

"Generale" una voce dalla porta chiusa, "stiamo partendo. Volete salire?"*

Vi guida, il Capitano, sul ponte, Dove ammirate i dieci Eccelsi di prima eseguire una serie di movimenti mentre otto marinai issano a coppie le ancore che bloccavano la nave. Uno strattone, un'onda sollevata dal piacevole vento coltivato con grazia dai danzatori, il lieve eco di un tamburo, una mossa dei remi, l'immensa nave si muove.

-Si parte, il vento che scompiglia i capelli, verso la Soglia, verso il Sud, verso la Caccia che porta onore, che porta gloria.- Togashi regge una tavoletta e una pergamena, il calamaio fissato ad un angolo del sostegno, la penna impegnata ad inaugurare il vostro viaggio.

Inviato

Ascolto attentamente il Capitano Kiruno. Sembra tutto perfetto. Spero non ci siano imprevisti durante il viaggio, perchè non vedo l'ora di sbarcare. Comunque, dubito di dovermi preoccupare: in caso di bonaccia potremo avvalerci dell'aiuto dei Peleps, e se dei pirati sono abbastanza pazzi da attaccarci... lascio in sospeso il pensiero, limitandomi a sfiorare la mia arma e a sorridere sardonico. Sostituisco il sorriso che ho sul volto con uno più gentile e tento di rispondere al Capitano, ma vengo travolto da una marea di parole che mi costringe a desistere.

Mentre la nave incomincia la sua traversata, inspiro profondamente, e l'odore salino del mare riempe i miei polmoni. Questo è l'inizio di uno dei viaggi più importanti della mia vita. penso osservando l'orizzonte. Rimango a osservare affascinato i movimenti dei cinque Peleps per qualche attimo, poi mi dirigo verso l'alloggio del mio Artiglio.

Dopo la partenza della nave passo gran parte del mio tempo ad allenarmi con i miei soldati. Benchè il viaggio sia breve io preferisco che il mio Artiglio sia sempre preparato, e inoltre addestrarsi coll'ondeggiare della nave potrebbe incrementare la capacità di combattere in situazioni in cui l'equilibrio è precario. Un'altra parte delle mie giornate la passo a parlare con Togashi: considerando che dovrò passare molte giornate con lei, conoscerla di più non mi farà certo male. Inoltre ho sempre considerato affascinante il lavoro dello storico, poichè sono sopratutto loro a consacrare i vincitori e a permettere che essi siano ricordati durante i secoli a venire. Le chiedo di parlarmi delle più famose battaglie che conosce, e assorbo ogni parola da lei proferita come se fossi una spugna, sicuro che conoscere le strategie e le tattiche usate in passato potrà aiutarmi infinitamente. Appena noto che il Capitano Kiruno ha un momento libero intavolo una discussione con lui, sperando di riuscire a proferire qualche parola senza essere travolto dalla sua parlantina. Salve, Capitano! Devo davvero complimentarmi per la qualità dell'imbarcazione e dell'equipaggio: posso affermare con assoluta certezza che questa sia la migliore nave sulla quale qualsiasi uomo possa sperare di capitare! Spero di non rubarvi secondi preziosi, ma vorrei riprendere la discussione riguardante la mia richiesta di dormire negli alloggi del mio Artiglio. Spero che voi non la prendiate come un offesa, non voglio certo mancarvi di rispetto, ma ho sempre trovato che condividere le stesse condizioni di vita coi propri uomini rafforzi il legame che c'è con essi.

Inviato

I soldati sono carichi e capaci come sempre, l'oscillazione della barca in realtà è minima, ma offre qualche spunto di allenamento ugualmente. Togashi apprezza la tua compagnia, parla di antiche e famose battaglie con consapevolezza e coinvolgimento, sembra interessata alla materia, oltre che capace. Il Capitano Kiruno, anche se tra mille incertezze ed esitazioni, acconsente a spostare il tuo alloggio, ed il viaggio prosegue senza intoppi per le due settimane seguenti. Infine, giungete in vista di terra, in vista della città di Yane. La città è un porto, chiaramente identificabile come commerciale a giudicare dall'affollamento di barche tra i moli.

"Sapete," ci tiene ad informarti Togashi, "Yane è la capitale della Confederazione Varang, che come saprete controlla il commercio tra il Sud e l'Est. Sono stati alcuni tra i funzionari più fedeli al Reame che hanno richiesto questa spedizione." "Infatti, mentre i soldati verranno trasferiti su una carovana che ci porterà nei pressi del villaggio in questione, noi incontreremo quei funzionari, per avere più informazioni e per garantire il controllo, o meglio l'appoggio, della casata Cathak a questi territori." La interrompe un'unica volta Iroh, quindi ella riprende a parlare come se nulla fosse. "Esatto. Ciò che rende uniche queste terre, messa da parte l'economia fiorente dovuta alla posizione di favore, è senza alcun dubbio la profonda evoluzione dell'astrologia. I Varangiani hanno un calendario diverso, che si dice sia più preciso di ogni altro, e lo studio della volta ancestrale è per loro un'attività fondamentale: il ruolo nella società degli individui viene determinato dall'ora e il giorno di nascita, oltre che, ovviamente, dalla casta di appartenenza dei genitori. I Varangiani hanno anche un preciso codice di abbigliamento che definisce l'identità delle persone, il loro lavoro, e anche gli edifici usano colori per essere identificati, piuttosto che cartelli e scritte. Ecco, da qui si vede la torre della città di Yane. È molto alta, visibile da tutta la città, e come vedete ha un orologio per ogni lato. Questo è tipico della Confederazione Varang. Vediamo, che altro... Beh, la città ha oltre duecentomila abitanti stimati... Ah, e bisognerà guardarsi intorno, perchè tendenzialmente gli stranieri non sono esattamente ben visti, seppur appartenenti al Reame e alle Dinastie." Togashi sembra aver preso il ruolo di guida, non si risparmia nel proclamare tutto ciò che sa, fermamente convinta che tutto possa rivelarsi utile. Non si ferma finchè non raggiungete la terraferma e un uomo vestito di viola vi si avvicina. "Ed ecco la nostra guida." Dice Iroh. "Lui è Olhar. Ci condurrà senza indugio al Palazzo."*

Con un breve inchino, Olhar si volta e s'incammina, voi tre al seguito, per le popolate strade della città, molto simili a quelle di Arjuf, pensi, se non fosse che i mercanti indossano tutti gli stessi colori, gli edifici sono quasi opere d'arte, dagli angoli decorati di colori sgargianti, ed anche i gruppi di persone per la strada indossano colori definiti dalle autorità locali. Olhar è un uomo di mezzetà, lievemente ingrigito dall'abbronzatura che questi territori offrono pur non essendo aridi come i deserti più a Sud, con il volto punteggiato da una barba grigia e incolta, due folte sopracciglia e le mani rugose lievemente tremanti. Raggiungete presto il palazzo, un immenso edificio ad un unico piano sormontato da cupole dorate che culminano con una punta decorata con forme umane. Entrate senza Olhar, che spiega che vi aspetterà fuori poichè a lui non è concesso l'ingresso.

Venite accolti da due ancelle vestite (poco) di bianco, che vi conducono con movimenti sinuosi lungo corridoi stretti fino alla sala dove sono riuniti una dozzina di funzionari della Confederazione, tutti vestiti in diverse tonalità di oro o bronzo.

Il più riccamente decorato si fa avanti, presentandosi con una stretta di mano che da un lato ti spiazza, e spiazza in particolare Togashi, perchè diversa dall'approccio tipico della Dinastia, che riduce al minimo il contatto fisico, ma dall'altro ti colpisce positivamente, perchè il modo con cui si pone l'uomo che hai dinanzi ha un che di chiaramente militare, così come la stretta di mano è un qualcosa di usato in quello stesso ambiente. "Seranoj, Capo del Consiglio della Confederazione Varang."

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Ricambio la stretta di mano di Seranoj, cercando di mascherare il mio attimo di spiazzamento. Molto onorato. Io sono Cathak Zuko, Generale d'Artiglio. L'uomo accanto a me è Ozai Iroh, il mio sottoufficiale, e la giovane donna è Cathak Togashi, una delle migliori storiche che la nostra Casata possa vantare. Forse non è del tutto vero, ma non importa. Inoltre, so ancora poco di lei: potrei scoprire che questa mia affermazione è veritiera.

Spoiler:  
Togashi ha parlato anche dell'etichetta locale? So cosa è considerato buona/cattiva educazione secondo la popolazione locale, almeno a grandi linee?

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