diego mangani Inviata 5 Marzo 2012 Segnala Inviata 5 Marzo 2012 Cerco di spiegarvi un piccolo problema che è sorto in una delle ultime sessioni... UN incantesimo sortisce sempre lo stesso effetto. Ma anche la descrizione che si deve fare durante l'utilizzo di quest'ultimo deve essere uguale? Mi spiego meglio SESSIONE DI D&D 3.5 Il chierico del gruppo usa cura ferite leggere su un mebro del gruppo gravemente ferito. Ed ecco che parte la descrizione del master: Pronunci delle strane parole e accarezzi lo sterno della povera vittima che viene subito investita da una luce verdastra che cicatrizza subito tutte le ferite. Il tuo compagno sembra subito stare meglio Ora... questa ultima descrizione deve essere sempre uguale o può cambiare: il colore della luce diventa viola; invece di poggiare la mano compare un fascio di luce; ecc... praticamente ogni volta l'incantesimo cambia fornendo maggiore elasticità alla magia... secondo la mia modesta opinione si deve guardare da classe a classe: 1) Il chierico usa sempre li stessi incantesimi con le stesse descrizioni. Perchè il chierico deve mantenere una certa regolarità datagli dalla sua divinità. 2) Il mago usa sempre li stessi incantesimi con le stesse descrizioni. Perchè il mago impara l'incantesimi come oggetto di anni e anni di studio monotono dello stesso. 3) Lo stergone, al contrario, cambia continuamente la descrizione degli incantesimi in quanto non li studfia in maniera monotona ma li lancia spontaneamente come inclinazione naturale.
karitmiko Inviato 5 Marzo 2012 Segnala Inviato 5 Marzo 2012 a mio parere,visto che questo non è richiesto dalle regole,potresti tranquillamente cambiare sempre o semplicemente andare di improvvisazione. comunque se proprio vuoi farti una descrizione fissa per ogni incantesimo potresti fare piccoli cambiamenti nel caso degli incantesimi "cura ...... ", "evoca ......" ecc,sicuramente darebbe un buon effetto.
Amministratore Subumloc Inviato 5 Marzo 2012 Amministratore Segnala Inviato 5 Marzo 2012 Secondo me le descrizioni sono una parte importante della caratterizzazione del personaggio (e magari dovrebbe essere lui a descriverlo). Finche` l`effetto meccanico non cambia, modificare le descrizioni puo` essere un ottimo strumento per aggiungere qualche tocco a un personaggio in molti modi. Inviato dal mio cellulare via Tapatalk
fenna Inviato 5 Marzo 2012 Segnala Inviato 5 Marzo 2012 Due cent Consiglio uno è far descrivere al tuo amico cosa fa il suo personaggio, tu preoccupati solo di non accettare un "faccio cura ferite" come descrizione accettabile. Consiglio due, il gioco con il miglior sistema di magia del secolo scorso era (IMHO) Mage the Ascension [no non va bene importarlo tout court in D&D. avrebbe pure poco senso fra l'altro], però una cosa la puoi prendere e secondo me rende più interessante il (noiosissimo) sistema vanciano: il focus magico dell'incantatore non sono pietre, oggetti standard, ma qualcosa che viene da un evento: l'evento che ha dato luogo ai suoi poteri; può essere una bambola a cui si è aggrappato quando ha assistito all'uccisione dei suoi genitori (a probabilità gli avventurieri orfani sono la maggioranza); può essere il sangue e il dolore della ferita alla spalla donatagli dal rostro dell'avvoltoio che voleva cibarsi di lui mentre, nel deserto, stava morendo di sete; oppure il disegno come medium di poteri; o i numeri e la geometria. Quello che preferisce il giocatore, l'importante è che entri in ogni descrizione altrimenti l'incantesimo non ha effetto sul gioco. Tu vivi sereno. Il tuo amico ha modo di personalizzare veramente il personaggio (altro che scelta di talenti o abilità) Tutti vissero felici e contenti Yeeeeeah
Demian Inviato 6 Marzo 2012 Segnala Inviato 6 Marzo 2012 Quoto Fenna, pur possedendo una delle edizioni successive del materiale di cui ha parlato (mage the awakening). E' molto bella anche l'aura del tutto particolare che si attiva qando ogni mago attiva il proprio potere, la gestione dei poteri invece, purtroppo sarebbe molto più ostica da convertire.
shalafi Inviato 6 Marzo 2012 Segnala Inviato 6 Marzo 2012 1) Il chierico usa sempre li stessi incantesimi con le stesse descrizioni. Perchè il chierico deve mantenere una certa regolarità datagli dalla sua divinità. 2) Il mago usa sempre li stessi incantesimi con le stesse descrizioni. Perchè il mago impara l'incantesimi come oggetto di anni e anni di studio monotono dello stesso. 3) Lo stergone, al contrario, cambia continuamente la descrizione degli incantesimi in quanto non li studfia in maniera monotona ma li lancia spontaneamente come inclinazione naturale. io usavo un criterio simile quando pretendevo che il giocatore pronunciasse le componenti verbali dell'incantesimo. in ogni caso, come già detto, puoi fare come ritieni che possa rendere il gioco più stimolante. se usare quella regola fissa da buoni spunti interpretativi, seguila. se diventa una gabbia lascia perdere!
chacho2 Inviato 6 Marzo 2012 Segnala Inviato 6 Marzo 2012 Ma come mai tutte queste cose erano trattate nel manuale di 1°ed e in quello di 3° non lo sono ? Comunque dipende da giocatore a giocatore,ad uno che possa descrivere nei particolari l'incantesimo non farà né caldo né freddo ad un altro piacerà da morire.
fenna Inviato 6 Marzo 2012 Segnala Inviato 6 Marzo 2012 Chacho Ma come mai tutte queste cose erano trattate nel manuale di 1°ed Quale edizione e a che pagina esattamente? A me risulta che queste cose non venissero trattate del tutto.
chacho2 Inviato 7 Marzo 2012 Segnala Inviato 7 Marzo 2012 La 1°, da qualche parte parlava delle possibili descrizioni di una palla di fuoco,sul come farla apparire un soffio di drago sarebbe stato eccessivo,su altre descrizioni possibili/impossibili e lo usava come esempio di come gestire la manifestazione visiva degli incantesimi Avendo io giocato solo a D&D come Gdr dove si può parlare di palle di fuoco direi che è lì da qualche parte nei manuali
shalafi Inviato 10 Marzo 2012 Segnala Inviato 10 Marzo 2012 in realtà ci sono anche in 3° edizione... non ricordo però la pagina...
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