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Inviata

Stavo pensando: nel mondo delle possibilità aperto dalla miriade di manuali di D&D, quale ruolo possono avere gli stregoni in un'ambientazione? Sto parlando non di meccaniche, ma del flavour dell'ambientazione.

Ad esempio: possono essere dei maestri di arti arcane? I maghi ricoprono meglio quel ruolo. Dei personaggi con poteri innati? Per quello ci sono gli psionici. Discendenti di entità sovrannaturali? Ecco che spunta, molto più adatto, il warlock.

Insomma: come si giustificano gli stregoni all'interno del mondo? Hanno perso di significato?


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Principali partecipanti

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Inviato

Generalmente gli stregoni sono personalità molto forti e difficilmente avranno un ruolo definito all'interno di una qualsiasi società, e probabilmente molti non sentono neanche il bisogno di essere inquadrati. Vedili come spiriti liberi.

Riguardo ai Warlock è diverso, gli Stregoni hanno la magia nel sangue, i Warlock l'hanno ricevuta da qualcun altro. Per come la vedo io, lo stregone medio odierebbe venire paragonato a un Warlock.

Inviato

purtroppo prima di pathfinder gli stregoni non erano poi così ben definiti, si diceva che possedessero la magia grazie a una discendenza o a un retaggio passato ma aldilà di quello non era delineato il ruolo o il valore della classe. con l avvento di pathfinder si è cercato di definire meglio perchè uno stregone possiede la magia e non la apprende come il mago, ed ecco che hanno creato le diverse discendenze (draconiche, elementali, infernali ecc..) con un sistema cosi a mio avviso si rende la classe più accattivante e maggiormente personalizzabile. per quanto riguarda il ruolo all'interno dell'ambientazione sta a te immaginarti il ruolo a seconda della situaziione, uno stregone che ha una discendeza elementale potrebbe essere un personaggio schivo e solitario che intraprende la cdp del sapiente elementale e cerca di avvicinarsi il più possibile alla forma elementale da cui discende. uno con discendenza draconica potrebbe servire un drago potente con lo scopo di accumulare ricchezza e potere... per il resto quoto dark-sephirot, vedili come spiriti liberi che vagano per il mondo in cerca di qualcosa senza doversi troppo preoccupare di studiare e accumulare tomi come i maghi, grazie a questo vivono più spensierati :)

Inviato

Aggiungo che Warlock e Psionici sono arrivati diverso tempo dopo il manuale del giocatore, e quindi in origine erano gli stregoni, gli unici innati.

Una buona idea per innovare sarebbe introdurre in 3.5 lo stregone di Pathfinder se non si vuole passare in toto alla nuova edizione.

Inviato

Bella domanda.

Personalmente credo che in D&D lo stregone sia stato pensato per essere una versione più trasgressiva del mago e per questo diventa difficile "incastrarlo".

Come flavour ci si può divertire; secondo me potrebbero essere dai classici maghi pazzi (visionari forse è più adatto) sino allo spirito libero. Se un mago si avvicina alla magia con lo studio lo stregone invece lo ha dal principio, da quando nasce e quindi ha una visione del mondo completamente diversa dalla comunità in cui vive. "lo strambo", "lo spirito libero", "il trasgressivo","il visionario" sono tutti a mio giudizio ottimi modi per inquadrarlo in un'ambientazione.

Inviato

Vorrei condividere una mia idea. Premetto che non c'entra con i meccanismi di D&D, ma potrebbe dare qualche spunto.

Inizio citando Pratchett per poi dire la mia:

"C'era una volta l'ottavo figlio di un ottavo figlio, che, naturalmente, era un mago. E poteva anche finire lì... Ma, per ragioni ch'è meglio non indagare, il mago ebbe a sua volta sette figli. E poi un ottavo figlio che era un mago, anzi uno stregone, dai poteri così grandi che avrebbe potuto dominare il Mondo Disco..."

Da questo estratto (o meglio dal libro "Stregoneria") ne risulta che sia i maghi che gli stregoni hanno poteri "innati" ma, mentre il mago utilizza una magia "addomesticata", "comune", lo stregone ha la capacità di piegare la stessa magia, quella vera, ovvero l'essenza prima di ogni cosa creata.

Nel caso in questione, lo stregone non deve studiare incantesimi "già inventati da qualcun altro" e con sempre gli stessi risultati a parità di livello (e da questo punto di vista è fantastico il lavoro svolto in Dimensioni, ma sto divagando), ma gli basta immaginare una cosa perchè quella accada: vuole che quella montagna non ci sia? Perfetto, sparita.

Ora, tralasciando il fatto che secondo me uno stregone in D&D dovrebbe essere più potente di un mago, o quanto meno avere incantesimi leggermente diversi e/o con la possibilità di modificarne almeno un po' gli effetti a seconda dell'uso che ne vuole fare (rivedi Dimensioni), giungiamo ad una conclusione: lo stregone lo vedo più affine ad un druido che ad un mago "accademico", più legato a riti strampalati (per gli altri, non per lui), con un forte contatto con la natura (non nel senso di alberi, fiori e ruscelli, ma di "energia vitale, cosmica) di cui è in grado di capirne il funzionamento e quindi di manipolarla. Citando (abbastanza impropriamente) Matrix:

"Non cercare di piegare il cucchiaio. È impossibile. Cerca invece di fare l'unica cosa saggia: giungere alla verità. [...] Che il cucchiaio non esiste. [...] Allora ti accorgerai che non è il cucchiaio a piegarsi, ma sei tu stesso."

E da qui mi ricollego a lepracauno: sicuramente lo stregone è uno fuori dai canoni classici. Mentre un mago me lo vedo seduto ad una scrivania in una stanza pulita e super ordinata, piena di mensole e armadi con gli ingredienti, intento bello tranquillo a sorseggiare un thè in pantofole (alla Oxford, per intenderci), lo stregone me lo vedo più in una stanza polverosa, disordinata, stipata fino all'inverosimile di cose più o meno utili, gufi impagliati sugli scaffali in alto, strambo, probabilmente asociale, febbricitante dal desiderio di capire il mondo sempre di più, diciamo un mix tra Leonardo e il Mago Merlino di "La spada nella roccia".

Inviato

Sono felice di vedere che in tanti sono accorsi al mio dilemma ^^ Comunque quello che avete scritto, seppur giustissimo, mi pare che non abbia sciolto il nodo della matassa. Cerco di spiegarmi meglio: uno stregone con discendenza demoniaca, non è forse un warlock? E poi: l'innatezza del potere dello stregone non è esattamente la stessa cosa dei poteri dello psion?

Inviato

no,il warlock riceve il potere da qualcuno (non per forza un demone),lo stregone lo ha "in famiglia" e no,i poteri psionici rappresentano la capacità della mente dello psion,gli incantesimi dello stregone sono capacità (per come la vedo io,poi,il carisma è li appunto perché rappresenta come loro riescono a rappresentare e quindi utilizzare il loro potere.

Inviato

Sono felice di vedere che in tanti sono accorsi al mio dilemma ^^ Comunque quello che avete scritto, seppur giustissimo, mi pare che non abbia sciolto il nodo della matassa. Cerco di spiegarmi meglio: uno stregone con discendenza demoniaca, non è forse un warlock?

La differenza risiede nel fatto che nel caso di uno stregone demoniaco/diabolico i poteri magici sono innati, derivanti dal fatto che un suo antenato si è bombato un immondo.

Nel caso del warlock, invece, i poteri sono concessi (se vogliamo in maniera simile a quella di un chierico) da un'entità immonda, che in qualche modo gli ha offerto la possibilità di ottenerli.

Se i tuoi genitori facessero un patto con un diavolo per farti nascere vivo, però, non so se questo ti renderebbe uno stregone o un warlock (propendo per la seconda, ma alla fine è solo questione di background, chissenefrega delle regole in casi del genere).

Volendo, poi, l'antenato di uno stregone immondo potrebbe essere un warlock.

E poi: l'innatezza del potere dello stregone non è esattamente la stessa cosa dei poteri dello psion?

No, in quanto lo psion necessita di addestramento e meditazione per manifestare.

L'innato, volendo, è più spontaneo e simile allo stregone, però i suoi poteri non nascono dal sangue, ma dalle emozioni che prova, per cui a livello di concept è estremamente diverso.

Che poi gli psionici portino molte aggiunte a una campagna è un altro discorso...

Inviato

L'innato, volendo, è più spontaneo e simile allo stregone, però i suoi poteri non nascono dal sangue, ma dalle emozioni che prova, per cui a livello di concept è estremamente diverso.

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