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L'Eroe... e gli Altri


Airon

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Piazza Ducale, Fortezza di Acquaghiaccia, Provincia di Erbalta

Termine dell’inverno, ora terza dopo l’alba

Tutti

Il cielo è limpido come cristallo il mattino in cui Madmartigan lascerà la Fortezza. Chiunque possa si è presentato davanti al palazzo della Duchessa per salutare l’eroe che parte per la sua pericolosa avventura – straccivendoli e soldati, bambine e prostitute si accalcano nella gelida aria mattutina, lasciando appena libera la via per l’eroe ed i suoi compagni per uscire. La maggior parte ignora intenzionalmente i bagliori rossastri nel cielo a nordest, dove le orde di Rothbrand si preparano all’invasione.

«È una bolgia là fuori» dice il Comandante Samaras scostando una tenda ricamata. La sua voce stentorea rimbomba sotto la volta dell’anticamera del palazzo.

Sparsi su un tavolo massiccio e finemente cesellato, certo pensato per scopo più nobile, c’è quel che rimane dei vostri averi, le poche cose che avete reputato non essenziali nell’avventura. State chiudendo zaini e borse da sella, e controllando che tutto sia in ordine; Madmartigan, la duchessa Eloisa D’arvenian e il visir Noghorok sono in preghiera nella cappella a fianco; Il picchetto d’onore aspetta gli ordini di Samaras vicino al portone, pronto per l’uscita trionfale dell’eroe.

Il comandante, la naturale bellezza elfica deturpata dall’età avanzata e da orrende cicatrici da ustione su tutto il lato destro del volto, sbircia nella cappella «Ne avranno ancora per un pezzo, Noghorok gli sta facendo recitare ogni salmo mai scritto. Bah.» scuote la testa «Ragazzi » vi indica «sì, voi tre, chi altri? Venite nel mio ufficio.» vi precede zoppicando, e lascia la porta del locale in cui è entrato aperta – dentro intravedete solo un tavolo zeppo di oggetti disparati e degli sgabelli, in contrasto con l’anticamera tappezzata di arazzi. «L’ultimo richiuda.»

Spoiler:  
Nel primo post, mettete sotto spoiler anche la vostra descrizione fisica. Inoltre, almeno per i primi post, ricordatevi di mettere il nome del PG come intestazione del post.

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Corpo atletico, slanciato e poco muscoloso.

Ad occhi umani appare un ragazzo con pochi piu' muscoli della media, non tanto forte o resistente. L'aspetto inganna: se messo a confronto con un suo simile, appare ben piu' grosso di ossa e muscoli. Errore comune sottovalutarne la forza e la resistenza, vista la scarsa percentuale di catfolk in queste terre. Il rapporto tra forza/muscoli è diverso nei catfolk, generando questa erronea convinzione.

il suo pelo è leopardato sulle parti piu' esposte come le gambe, le braccia, le spalle e la testa. Nelle zone piu' interne il pelo tende al bianco.

Veste solamente un pantalone, la sua breastplate ed un paio di guanti per impugnare meglio la spada. Provenendo da nord, il suo pelo è piu' adatto alle zone piu' fredde, e veste leggerissimo per non morire costantemente di caldo.

Tende a curarsi spesso nell'aspetto prima di andare in locanda, quindi appare trascurato solo tra una battaglia e l'altra.

Sistemo le ultime cose, disponendo lungo la cintura e a tracolla il piu' possibile. Sulla schiena un grosso zaino contenente la sola tenda da campo, adatta ad accogliere l'intero gruppo.

Un ultimo controllo, seguendo con lo sguardo i progressi dei compagni.

Se qualcuno e' troppo appesantito, mi da'... mi dia pure qualcosa.

Entro dalla porta, appoggiando lo zaino della tenda ai miei piedi. A braccia incrociate mi appoggio ad una parete prossima alla porta.

Piccoletto, Paparino: sbrigatevi, o perrrderete i dettagli di missione.

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Leggermente discostato dagli altri, più per abitudine che per altro, infilo meticolosamente le ultime cose all'interno della borsa magica. Il cuore batte all'impazzata al pensiero dell'avventura che sto per intraprendere. Finalmente posso aiutare Madmartigan, il mio eroe, ed il terrore di sbagliare qualcosa, di dimenticare qualcosa d'importante, mi attanaglia lo stomaco. Ecco perché impiego più degli altri a sistemare i miei averi, li controllo più volte per essere sicuro che sia tutto a posto.

Solo quando Midio ci rivolge la parola alzo lo sguardo verso i miei due compagni. Troppo concentrato sull'assicurarmi che tutto sia a posto sono rimasto in silenzio fino a questo momento.

Ehm... mister Midio... parlo a voce bassa, impacciata. Nonostante abbia già partecipato a qualche avventura con il felino, la mia natura servile mi impedisce di essere spigliato. Non serve che portiate il peso della tenda nello zaino. Mentre parlo infilo una mano nella borsa ed estraggo parte della tenda che avevo già infilato. Ho già pensato io alle cose di prima necessità e vi assicuro che non mi pesa quasi per niente. Sorrido, un sorriso contornato da labbra in parte marcite ma pieno di speranza. Sembra quasi il sorriso di un bambino che, convinto di essere stato bravo, si aspetta un sorriso dai genitori. Anzi... ho ancora posto nella borsa magica se volete.

Quando il comandante ci ordina di seguirlo mi affretto ad infilare le ultime cose ed a trotterellargli dietro.

Finalmente...

Aigor è piccolo anche per lo standard degli gnomi ma soprattutto anni di torture e lavori forzati, uniti alla maledizione che lo caratterizza, gravano sul suo corpo. Fisicamente è contorto, con una leggera gobba sulla schiena, il volto perennemente piegato leggermente da un lato e braccia e gambe che sembrano quasi rachitiche. La sua pelle inoltre è in putrefazione costante, con piccoli squarci e parti raggrinzite. Gli occhi di un verde slavato sono grandi e luminosi, scarsamente contornati dai pochi capelli neri ed unti che ancora gli rimangono sul capo.

Indossa un mantello grigiastro che lo ricopre interamente e, nonostante in questo momento lo tenga abbassato, solitamente gira con l'enorme cappuccio calato sul volto per nascondere gli effetti della maledizione.

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Lord Harold Saerildor è un uomo abbastanza alto, ben piantato ma forse più magro e scavato di quel che ci si aspetterebbe da uno con la sua robustezza; porta una cotta di maglia, su cui è posta una tunica rossa, aperta sui fianchi, con piccoli orli dorati, stretta in vita da un'alta fascia rossa, come è tipico degli abiti dei sacerdoti; porta, poco più giù della spalla sinistra, un simbolo sacro, appuntato alla tunica. Sulla schiena, uno zaino, su cui è legato, a tracolla, uno scudo, recante il simbolo sacro di Iomedae, una spada rilucente, attorniata da raggi dorati. Alla cintola, un lama in mithral, chiusa nel suo fodero nero, con un'elsa lavorata, incisa, con incastonato un luminoso rubino.

Tuttavia l'espressione di Lord Harold è determinata, severa, scura, cupa; ha un'aria attenta, ma è facile intuire che quest'uomo è profondamente ed esistenzialmente triste.

Entro a grandi ma misurati passi, precisi, quasi a scatti, marciando. Chiudo la porta, una volta dentro, quindi appoggio ad una parete, di lato, lo zaino, giro sui tacchi e, senza proprio scattare - Non è il caso di fare rumori secchi, dopotutto costui, seppur meritevole di rispetto, non è un mio diretto superiore, non essendo un sacerdote. - mi pongo sull'attenti, senza però irrigidire la posizione, restando comunque vicino ai miei compagni, verso cui lancio una breve occhiata d'intesa.

«La ascoltiamo, signore.»

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Tutti

Samaras vi indica gli sgabelli «Sedete» fa un po’ di spazio sul tavolo, ci appoggia tre coppe di terracotta e versa in ciascuna un dito di liquido dall’odore pungente ed alcolico «e bevete.» suona più come un ordine che come un’offerta.

«A quest’ora la voce si sarà sparsa per tutta Erbalta, i bardi saranno arrivati sino a Palco di Marros con l’annuncio della missione. La gente si aspetta un eroe, ed un eroe avrà.» prende un profondo respiro «Voi avete già accompagnato Madmartigan in un paio di scaramucce. L’avete visto all’opera. Sapete che può sconfiggere un drago in duello. Quello che forse non sapete…» la sua mano passa delicata sulle sue fattezze rovinate, seguendo con le dita le crepe nella pelle cicatrizzata e crostosa «…è che ha bisogno di qualcuno che lo salvi dalla trappola del drago, prima. La gente sa quanto invincibile egli sia. Non l’ha mai visto di persona, l’ha sentito descritto come un gigante di due metri dai capelli biondi, o come un falco del sud in forma umana, naso aquilino e occhi dorati. Non hanno idea di che faccia abbia… ma sanno che affrontarlo in campo aperto è una cattiva idea.»

Stende sul tavolo una mappa della regione. «Facciamo un riepilogo del vostro percorso.»

Spoiler:  
map-theOtherGuys.png

«I monaci del Tempio dell’Eternità cederanno l’ossatura della Corona a chi supererà la loro Prova.» segue il percorso col dito mentre lo spiega «Nelle Marchdrowns dovrete cercare le sei ametiste laterali – possibilmente senza farvi mangiare dagli alligatori. Poi a sud, ad Anverskeep, dove Madmartigan prenderà in sposa la duchessina Jolanda, ricevendo come dote il diamante centrale e l’alleanza delle sue truppe. Quest’ultima parte dovrebbe essere semplice, se sopravvivrete alle prime due. E a tutto ciò che Rothbrand invierà per intercettarvi. È chiaro?»

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Seggo sullo sgabello, non molto contento, in verità, di doverlo fare. Non intendo bere il liquido che mi è stato offerto; avvicino alle labbra il bicchiere, annuso - Questa roba è forte... Perché al mondo tutti offrono alcool? - evito a malapena di storcere il naso, per educazione, quindi bagno appena le labbra e bevo solo qualche goccia, pro forma; ascolto attentamente Samaras.

Fare il gregario non è un problema. Spero di non dover fare la balia a un pallone gonfiato che vuol far l'eroe.

«Chiaro, signore. Altri ordini? Qualcos'altro che dobbiamo sapere, signore?»

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Mi siedo sullo sgabello annuendo al capitano e, come da lui ordinato, prendo il bicchiere e ne ingoio in un fiato il contenuto. La forte gradazione alcolica mi fa storcere il naso un secondo ma tutto sommato la bevanda non mi dispiace.

Lo ascolto parlare ed osservo attentamente la mappa, immaginandomi i possibili percorsi e frugando nella memoria cercando di ricordare più cose possibili sulle nostre mete.

Sulla prova non so molto esordisco alla fine del discorso. La mia voce, ora che sono su un terreno, quello delle conoscenze, a me familiare, è molto più sicura di quanto non lo sia di solito ma per le ametiste laterali, se non troviamo informazioni prima, potremmo chiedere informazioni alle streghe che si dice abitino nella palude. Non credo siano molto ospitali ma il nostro valoroso Madmartigan riuscirà sicuramente ad ottenere ciò che vuole.

Esito alcuni secondi continuando a studiare la mappa.

Per il resto non dovremmo incontrare troppi problemi durante il viaggio, con l'esclusione di ciò che Rothbrand potrebbe mandarci contro ovviamente. Il percorso segnato dal capitano è ottimale…"

Mi gratto distrattamente il mento, osservando ancora la cartina prima di sorridere soddisfatto.

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Raggiungo lo sgabello spostando lo zaino con la gamba destra, portandolo allo sgabello dove mi siedo. Bevo in un sorso la bevanda offertami. Mmm..non male. Ma e' gia' finito? Penso leggermente rammaricato mentre comincia a spiegare.

Ascolto attentamente i dettagli, memorizzando come puo' le dinamiche della missione.

Fatico a ricordarmi i nomi dei posti, come del resto mi capita spesso, per questo quando posso me li segno. Oggi non segno nulla, fidandomi ciecamente della memoria dei miei compagni.

Che Rothbrund mandi tutte le orde che desidera. Renderanno solo l'impresa piu' eroica agli occhi del popolo.

Comincio, col mio inguaribile ottimismo.

Non dovremmo avere nemmeno prrroblemi con le streghe, col nostro eroe. Sperando solo che quelli la' della zona rossa sulla cartina non le contattino prrrima continuo, concordando con Aigor.

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Tutti

Il capitano osserva scettico la rigida compostezza di Harold, e annuisce mentre Aigor aggiunge i dettagli che sa.

Poi guarda criticamente Midio «Ecco, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un babbeo assetato di gloria. Madmartigan è un uomo buono e giusto, la sua non è una facciata. Ma è prono, come dire… alle distrazioni?»

«Rothbrand e i suoi diavoli ci alitano zolfo sul collo. Se Madmartigan dovesse, non so... perdersi a salvare una contadinotta e arrivasse tardi da Jolanda, suo padre potrebbe ripensare all’alleanza.» il cinismo del capitano è tanto in contrasto con i discorsi carichi d’ideale che avete sentito in bocca alla duchessa e a Madmartigan stesso.

«Prendete pure la mappa. Madmartigan ne ha un’altra copia, assieme ad un paio di oggetti essenziali per la missione – come il Sigillo Senza Età, che sancisce l’invito alla Prova, ed un regalo per la duchessina. Partirete non appena…»

La porta si spalanca, e la voce di Madmartigan ne precede l’ingresso «Samaras! Sempre pronto a riempire di saggezza le orecchie dei giovani. Ottima abitudine!» entra, sorridente e splendente nell’armatura.

Spoiler:  
Madmartiganff.png

«Sapiente Aigor!» ti mette la mano sulla spalla cercando di incrociare il tuo sguardo sotto il cappuccio «Mi rassicura averti di nuovo come consigliere!»

«E lord Saerildor!» ti offre una stretta di mano ferma e calorosa «il tuo valore e la tua rettitudine sono di esempio per noi tutti.»

«Ah, Midio, vecchia palla di pelo!» ti abbraccia come un vecchio amico, le corazze che cozzano con rumore di ferraglia «Che piacere sarà far cantare di nuovo assieme le nostre lame!»

«Siete pronti a dar da lavorare ai menestrelli di domani?»

Se qualcuno gettasse uno sguardo al comandante Samaras, lo vedrebbe ingoiare un'altra sorsata di liquore con espressione insofferente.

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Certo! - Comincio - Sempre pronto a mettere la mia pelliccia al tuo servizio!

Mi giro a indicare col braccio i miei due compagni mentre tengo una mano amichevolmente sulla spalla.

Io, Piccoletto e Paparino siamo pronti: Samaras ci stava giusto spiegando i dettagli.

Dopo aver detto cio' prendo la mappa arrotolandola e allungandola ai miei due compagni. Tutti e tre sanno quanto sia imbranato Mid con le cartine.

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Accenno un mezzo sorriso, sincero naturalmente, per l'entusiasmo del giovane; stringo la sua mano saldamente, dicendo «Grazie, giovanotto... Ma io servo solo da spalla, qui. Tocca a te farti onore anche questa volta.»

Torno presto piuttosto composto, con la naturale rigidezza, quasi militare, che mi è propria. Questi due non vanno molto d'accordo, pare, nonostante tutto... penso, vedendo l'espressione del capitano. Costui è un po' troppo pragmatico, l'altro un po' troppo utopista... In medio stat virtus. Mi sa che dovremo equilibrare un po' la bilancia, forse. O magari non ce ne sarà bisogno.

«Noi siamo pronti.» dico a Madmartigan; quindi, rivolto al capitano Samaras, aggiungo: «C'è altro, o è l'ora di mettersi in marcia, signore?»

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Non appena sento le voce dell'eroe dietro le spalle, lesto come un furetto nascondo il volto deturpato con il cappuccio. Madmartigan ha già visto il mio vero aspetto ma comunque, soprattutto di fronte alla sua perfezione, mi continua a mettere a disagio.

Si ricorda di me!

Quando il grande eroe, il mio salvatore, mi rivolge quelle parole, il mio cuore inizia ad accelerare i battiti. Cerco di rispondergli ma quello che mi esce dalle labbra screpolate è un balbettio farfugliante di difficile comprensione. Qualcosa riguardo all'essere solo un umile servitore ed all'essere onorato. Difficile considerarlo un discorso di senso compiuto.

Solo quando volge l'attenzione verso i miei compagni ritrovo la coordinazione mentale per calmarmi e cercare almeno di finire con una frase che abbia senso.

Saremo il miglior sostegno che Vi possa seguire mio Signore! La voce è ancora incerta ma almeno vi si può leggere convinzione negli intenti.

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Tutti

Appurato che tutto sia in ordine, raggiungete duchessa e visir nell’anticamera – pronti per uscire, e procedere nel bagno di folla verso le vostre cavalcature e quindi verso la missione.

Il portone si apre, il picchetto d’onore alza le alabarde ai lati del passaggio e il fragore della folla vi investe ancor prima del sole accecante e della gelida aria di tardo inverno.

Per primo va il visir Noghorok, avvolto nel mantello di pelliccia e affiancato da due guardie. Dietro di lui camminano salutando la folla Madmartigan e l’ormai anziana duchessa. Voi siete subito alle loro spalle, e per ultimo viene Samaras zoppicando e brontolando con altre due guardie.

I tamburini ducali vi fanno strada tra la folla, e ben presto tutta la gente sta cantilenando la popolare filastrocca dedicata all’eroe:

Magnifico! Magnifico!

Nobile d’animo quanto di casato

Il suo braccio regge un brando giusto ed affilato!

Magnifico! Magnifico!

Vincitore di donzelle e di duelli

Muscoli d’acciaio, ammalianti i suoi occhi belli!

Magnifico! Magnifico!

Toccato dagli dei e dal Fato onnipotente

Simbolo di libertà ed impeccabile sapiente!

Dal canto suo, Madmartigan è il ritratto del perfetto cavaliere: si ferma a salutare la gente, getta baci alle ragazze, si china sui gruppi di bambini e li delizia facendo danzare luci magiche che gli escono dalle dita.

Diversi minuti dura la processione, minuti in cui siete esposti, volenti o nolenti, allo scrutinio della gente in festa che vi giudica in rapporto al vostro leader.

Per Midio arriva qualche fischio di apprezzamento dalle ragazze più disinvolte ma anche diverse occhiate storte dai cittadini più xenofobi;

Lord Harold è grossomodo ignorato, fatto salvo un paio di saluti educati dai compagni del clero;

Aigor, infine, può sentire diversi commenti alle sue spalle – la gente del popolino fa galoppare la sua maligna fantasia quando si tratta di descrivere le leggende “Madmartigan ha salvato un mostriciattolo con due teste, e se lo porta dietro per buona fortuna”, “io ho sentito che è il figlio illegittimo del visir, nano e deforme, lo manda con Madmartigan sperando che muoia in battaglia”, “Sciocchezze! È uno gnomo indemoniato che ha tradito Rothbrand, e ora fa la spia per noi.

Finalmente giungete ai cancelli della fortezza. La folla è tenuta indietro dal picchetto di guardia, così che possiate prepararvi con calma.

Burrasca, la giumenta nera come la notte cavalcata da Madmartigan, aspetta già sellata, così come due snelli palafreni ben nutriti per Harold e Midio, e due pony montani a pelo lungo, uno sellato per Aigor ed uno mezzo carico di borse da soma.

«Ci siamo, ragazzi.» dice Samaras, ed è chiaro che in quel “ragazzi” è compreso anche Madmartigan «Se c’è qualche ripensamento dell’ultimo momento, se avete dimenticato qualcosa – questo è il momento di dirlo. Una volta usciti, il cancello sarà sbarrato fino al vostro ritorno – sperando che preceda quello delle orde di Rothbrand.»

Spoiler:  
Sto andando spedito con l'introduzione, ma se avevate qualcosa da fare, da chiedere o da dirvi tra di voi prima di partire, possiamo introdurlo anche pre-processione, ovviamente. Altrimenti, salite pure in sella col prossimo post che si parte.
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Quando si spalancano i portoni chiudo meglio il mantello, abbassando per bene il cappuccio sul volto.

Nonostante tutto non basta per passare inosservato come vorrei. I commenti dietro le mie spalle sono molti e sono uno più crudele dell'altro ma, ormai abituato (e ricordando insulti ben peggiori nel passato), continuo a camminare imperterrito, cercando di farmi più piccolo possibile e di nascondermi come meglio posso in mezzo ai miei ben più imponenti compagni.

Possono dire quello che vogliono... nessuno ricorda mai il piccolo Aigor ma non importa. So di essere d'aiuto all'eroe e nient'altro è importante!

Cammino quindi, sopportando in silenzio la folla, fino ai cancelli della città.

Quando mi viene presentato il pony con fatica gli salgo in groppa.

Io sono pronto Ser Samaras. Quando l'eroe vuole partire lo seguirò.

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Mi rivolgo al Comandante Samaras, ma il mio sguardo abbraccia tutta la folla, la città, quello che riesco a vedere. «È il momento di andare. Che Iomedae vi benedica.» Sospiro. «Che Iomedae ci benedica tutti. Addio, signore.»

Voglia il cielo che io possa essere utile a questa gente, e che io possa presto rivedere la mia Elyendel, che sia ottenendo la grazia di poterla riportare qui, o che sia raggiungendola là dov'è ora. Smetti di perderti nei pensieri, Harold. È il momento di lavorare. Concentrati, controllati, tieni occhi e orecchie aperti e resta all'erta. Ordine e metodo. Fa' un bel respiro. Ora, in marcia!

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Seguo la parata, mostrandomi fiero e senza fare nulla che possa dare particolarmente nell'occhio.

Alle signorine ammiccanti ricambio con un occhiolino Giusto per non far fare brutta figura, mentre alle persone che additano male Aigor reagisco istintivamente con sguardi furenti un paio di volte. So' bene cosa vuole dire essere bersaglio delle persone solo per il proprio aspetto. . Poi, ricordarmi nuovamente il mio ruolo, smetto di reagire.

Quando raggiungiamo i cavalli ne approfitto per dare due pacche sulle spalla di Aigor, abbassandomi. Non badarci. i prossimi che te ne dicono dietro non potranno piu' ffffarlo, se mi lasciano liberi gli artigli. Mi dà troppo sui nervi le discriminazione, soprattutto se verso i miei amici... perdo sempre la cama per 'ste cose, dannazione..devo darmi un contegno...

Salgo a cavallo, un po' crucciato, ascoltando i gli ultimi ordini di Samaras.

Sono pronto a seguirvi in capo al mondo. dico, fioccando un finto sorriso a Madmartigan, mentre cerco di farmi passare il nervosismo.

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Tutti

I grossi cancelli si chiudono dietro di voi, e pian piano il boato della folla e il rollare dei tamburini si perde alle vostre spalle. Scendete per la scoscesa strada che, dall’arroccata posizione nella Montagne Scudo porta alla piana di Erbalta. Al fianco del sentiero mucchi di neve sporca testimoniano la resistenza dell’inverno contro i primi caldi. Il sole alto e l’aria fresca sembrano essere un buon augurio per l’inizio della missione.

«Bene, molto bene!» Madmartigan è di buon umore quando arrivate in pianura «di questo passo, tra un paio di giorni al massimo giungeremo sulla costa, al Tempio!» la strada si allarga una volta in piano, e proseguite ad un passo sostenuto. Ai lati della strada vedete piccoli boschi, campi coltivati e villaggi collinari, in lontananza. Talvolta incrociate carri carichi di fieno o un pastore con un piccolo gregge, e Madmartigan è sempre pronto a fare due chiacchiere cortesi.

«Ah, la semplice vita del contadino. Rilassante, senza dubbio, ma non scambierei un po’ di sicurezza con la musica delle lame che cantano, dico bene Mid?» sorride l’eroe.

Spoiler:  
Prima di entrare nel vivo dell’azione, io farei scorrere il viaggio con un paio di post sociali, così per fare “cameratismo” tra di voi ma anche con Madmartigan: non trattatelo come un superiore in questo frangente, dovete far passare un pomeriggio a cavallo dopotutto ed è felice di parlare...
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<<Indubbiamente - Comincio, ammirando anche io lo stesso panorama - Fortuna che non devi scegliere. E' mio compito tenerrrti al sicuro come un fanciullo anche in mezzo all'inferno! Vedi solo di non darmi troppo lavoro!>> concludo, facendogli l'occhiolino come a sottolineare la frase scherzosa e amichevole.

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Completamente coperto da mantello e cappuccio per tutto il tragitto fino alla pianura mi dedico al paesaggio, segnando sul mio libricino ogni esemplare raro di pianta o roccia. Non sono una buona compagnia per il viaggio, abituato a stare immobile nell'angolo più buio del laboratorio, tendo a parlare solo se interrogato o quando necessario.

Ogni volta che incontriamo qualcuno inoltre cerco di farmi ancora più piccolo sul mio pony, in modo da non essere notato. Non vorrei far crescere altre voci sul mio riguardo, richiano di mettere in cattiva luce il vero eroe...

"Se volete signore" no, non sono proprio in grado di dare del tu al grande Madmartigan... posso calcolare il tempo esatto che impiegheremo, a quest'andatura, per raggiungere la nostra prima tappa: il tempio dell'eternità!

Cerco di rendermi utile come al solito.

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«Ah! Molto disponibile come sempre, mio buon Aigor, ma non ti preoccupare.» l’eroe ti rivolge un sorriso incoraggiante «Il tuo catalogare le piante della zona è un esercizio ben più importante, non sai mai quando potremmo necessitare di Prunus, o di Agave Vellutata. Con una mente attenta come la tua e quella dei nostri validi compagni, son certo che potreste recuperare i pezzi della Corona anche senza di me!» sorride poi Madmartigan, a voce abbastanza alta perchè tutti voi lo sentiate.

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