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Gioco Narrativo- Ambientazione Pirati-Il tramonto del Sole


doria

Messaggio consigliato

@tutti

Spoiler:  
Indicazioni di scrittura: scrittura normale per la descrizione delle azioni e degli ambienti; corsivo per i pensieri, staccandoli di un paragrafo dalla scrittura normale; nero per le parole pronunciate ad alta voce a tutti; utilizzate lo spoiler solo per far dire qualcosa di privato ad un altro PG da un PG, non per indicazioni tecnico organizzative: per quelle esistono i PM e il Topic Organizzativo.

Indicazioni ulteriori sull'ambientazione: ultimamente l'Impero e la Militanza si affrontano in rade schermaglie, fingendo una tregua che in realtà non c'è. Si narra che l'isola Cristalluna sia teatro, ultimamente, delle scorrerie di un'alleanza di pirati, messa in piedi da Frederick Sparckel. Non si hanno però ulteriori notizie, anche perché al momento nessuno è tornato per raccontare di un attacco subito.

Piccola precisazione: nel caso in cui uno di noi non scriva per una giornata, senza aver avvisato di una eventuale assenza, lo aspettiamo. Se dopo altre 24 ore non posta più lo si considera escluso dal gioco.

Tempi verbali: vi pregherei di scrivere tutto al presente quando narrate di cose che accadono ora. Rende meglio l'idea di una storia in fase di creazione. Personalmente userò la prima persona, nessuno vi vieta di usare la terza

Prifel dorme cullata dalle onde del mare. Di lontano, dall'isola dei Gabbiani, provengono le luci del piccolo faro, che si mescolano vorticose ai bagliori lunari. Il cielo appare coperto di stelle e alcune voci solitarie si inerpicano lungo le vie del porto. La bottega è vuota. Ho spento la candela e guardo dalla finestra il mio paese. Tutto ha un sapore di già visto e ogni giornata, da troppo tempo, si ripete uguale a sé stessa.

Eppure va bene così...

E' questo il pensiero che continuo a ripetermi, di solito affiancandolo ai volti dei miei nipoti, immagini di tiepida gioia fugace. Sorrido. Solo questo mi rimane: il calore dell'affetto famigliare e la continua ripetizione di gesti già conosciuti. E poi Lui, il Padre, l'Unico, il Grande Uno. E' sempre con me, al mio fianco, nei volti delle persone che incontro, nei rapporti con gli altri, nei Tu che il tempo e la storia mi mettono davanti.

Eccoli qui, finalmente...

Bussano alla porta. Apro in fretta e senza farmi vedere, lasciando che i due uomini, avvolti da quel mantello nero, entrino nel negozio. Non servono parole. Pochi attimi e quei componenti, quelli vietati, quelli ricercati dal Sindaco, scompaiono nelle vie cittadine. Le mie tasche tintinnano di nuove monete. Almeno il denaro riesce ancora a soddisfarmi.

Mi alzo, esco dalla bottega e mi dirigo a casa. Una volta dentro mi infilo subito sotto le coperte. L'alba sembra arrivare subito dopo. Mi preparo ed esco. Prifel brilla di una nuova giornata e centinaia di cittadini ne attraversano le vie...

Prima di aprire farò la mia solita passeggiata...chissà che non porti delle novità il risveglio del molo...

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Non è ancora l'alba quando mi sveglio. Il cielo è già di un blu chiaro, segno che il sole sta arrivando a riscaldare nuovamente il giorno. Mi sciacquo la faccia con acqua fredda, per svegliarmi al meglio e mi vesto. Infilo i foderi da polso, facendo attenzione a stringere bene le fibbie. Infilo i pugnali al loro posto e passo al vestiario vero e proprio. Un paio di pantaloni aderenti, scuro, e una maglia di lino dello stesso colore, a maniche lunghe e larghe, a cui appongo la mia spilla. Indosso gli stivali a suola doppia, avendo l'accortezza di infilare i pantaloni all'interno. Aggancio un fodero da coscia e ci infilo un pugnale lungo, alla cintola infilo la mia fida pistola. Mi copro con un lungo mantello, scuro anch'esso ed esco.

Osservo il cielo, e noto che per fortuna la luna è ancora li, ed il sole non ha ancora fatto capolino all'orizzonte. Mi affretto verso il mare e mi siedo sugli scogli, rivolta verso il mare. È in quel momento che il sole fa capolino, e la luna e il sole si scorgono. Ed è in quel momento che innalzo la mia preghiera a Isis e Osiris. Salutando il sole e la luna ringrazio di poter per un altro giorno seguire la mia vita e le mie scelte. Finito di ringraziare le mie divinità mi rialzo e mi muovo verso la cittadina.

Chissà chi sarà il mio contatto questa volta...è completamente sconosciuto, non so nemmeno come abbia saputo di me.

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il mio risveglio è lungo, partendo dall' alba; quando finalmente riesco ad alzarmi a mattina inoltrata iniziano i postumi della sbornia della sera prima.

dopo essermi vestito fisso lo sguardo sulla bottiglia di rum che ho rovesciato sul pavimento insieme a qualche litro di vomito poco prima di addormentarmi vediamo cosa ci prospetta la nuova giornata, facciamo una passeggiata raccolgo la bottiglia dal vomito e ingordigio le ultime goccie del magico liquido che sono rimaste nella bottiglia.

prima di uscire dalla porta mi massaggio le tempie per cercare inutilmente di alleviare il mal di testa; l' ambiente della bettola è molto sporco e nebbioso, densi aloni di erba pipa risalgono le scale ed entrano nei miei polmoni ricordandomi che mi sono scordato la pipa in camera.

quando finalmente riesco a trovarla in mezzo al caos esco di nuovo dalla porta e imbocco i gradini, scivolando sul primo e facendole tutte da seduto; il dolore all' osso sacro è allucinante e tutti gli avventori si girano verso di me sentendo i deboli lamenti che emetto, mi alzo poco dopo e zoppicando riesco ad andare per strada ed ecco l' inizio di una nuova giornata, vediamo dove prendere da bere

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La notte passa cullata dalle onde del mare. Un giornata spossante. Mi sveglio verso l'alba, quando ancora l'attività del molo di Prifel stenta a decollare. Quest'oggi rimarrò sul ponte ad aiutare gli altri marinai, così mi ha detto di fare il mercante.

@tutti

Spoiler:  
piuttosto che far fare a DonEf qualcosa che non vuole meglio lasciarlo in stand-by sul ponte a lavorare. Quando tornerà si potrà inserire con facilità nel gioco di noi altri.
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Mi dirigo verso l'angolo di Tammington Street, come ogni inizio mese. Lì trovo, come al solito perfettamente celate, le mie forniture di veleni. Lascio un sacchetto di monete celato alla stessa maniera e approfitto della balaustra bassa di una casa per salire sui tetti. Comincio a ricoprire le mie lame nascoste nelle maniche della camicia, con molta cautela e attenzione, di veleno di scorpione, atto a dare una morte rapida. Al pugnale lungo invece tocca il veleno della vedova nera. Questa è l'arma definitiva per far soffrire. Verso nella mia spilla il cianuro. I piccoli e aguzzi aghi che può sparare ne verranno ricoperti al momento del lancio.

Nel frattempo non perdo d'occhio la strada. E li vedo arrivare a raccogliere le mie monete, come al solito. I due alchimisti incappucciati...Copro il mio volto e salto giù dal tetto parandomi davanti a loro.

Mi avete servito bene, ma non apprezzo chi fa ricerche sulla mia identità.

Lo scatto in avanti delle mie braccia annuncia la loro morte. I pugnali conficcati nei loro crani la decreta ufficialmente. Raccolgo i pugnali, li ricopro di nuovo veleno e li rimetto a posto.

​E ora andiamo a cercare un nuovo alchimista...

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L'attività del molo freme. Urla, carretti ambulanti, merci scaricate affollano la banchisa. Mi allontano da quel fastidio rumoroso ed arrivo al "mio" scoglio. Da lì posso osservare tutto il molo. E' proprio in quel momento che lo vedo: un'ombra che salta giù da un tetto e si infila nelle vie sottostanti. Sorpreso, mi lancio verso la città e arrivo dove mi è parso di vederlo scendere.

Davanti a me ci sono due cadaveri, i corpi dei due acquirenti di ieri sera. Allungo la mano verso il fodero dove tengo la pistola, la estraggo e mi guardo intorno furtivo...

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entro nell' osteria zoppicando ancora per l' incidente di prima e mi siedo davanti al bancone.

quando l' oste si avvicina faccio scivolare qualche moneta sotto ai suoi occhi e ordino una bottiglia di buon rum!; il caldo liquore non tarda ad arrivare e me ne scolo un sorso prima di alzarmi e dirigermi verso il porto, iniziando a barcollare quando gli effetti dell' alcool iniziano a farsi sentire

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Cammino nelle strade con calma, senza fretta, con Tessa al mio fianco. Improvvisamente mi sento seguita, quasi osservata. È una sensazione che non sbaglia mai. Mi guardo alle spalle ma non noto nessuno. Allora mi siedo, al bordo della strada, simulando uno dei tanti mendicanti che si incontrano in queste strade. Mi basta volgere al contrario il mio mantello e il retro, sdrucito apposta per tali evenienze, mi rende tale e quale ad uno di loro. Calco il cappuccio sulla testa e pongo la scarsella sul terreno, avendo prima cura di svuotarla se non per poche monete di rame. Mando Tessa a nascondersi in un vicolo alla mia sinistra. Poi lo vedo. Ho fatto appena in tempo. Un uomo, con la pistola spianata, cammina nella via deserta. Sicuramente avrà trovato i cadaveri.

​Aspetta Tessa...aspetta...

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Le vie paiono vuote, attraversate dalle lontane voci del porto in attività. Poco lontano un mendicante, con il suo cane, siede lungo la via. Ripongo la pistola, tenendo la mano sul manico, e mi rivolgo a lui

Buongiorno, domanda molto semplice: è tutto tranquillo da quando è arrivata qui?

Mentre la mano destra resta pronta ad estrarre l'arma, la sinistra è nel borsello che ho alla cintura, pronta.

Il mio vestito rosso e arancione, una lunga veste a due bande, si agita mosso dagli spifferi; mi mordo il labbro inferiore e sembro visibilmente all'erta...

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Alzo gli occhi all'uomo. Leggo nel suo sguardo diffidenza e spirito combattivo, e capisco che non crede al mio travestimento.

Un insolito acume...

Fischio per richiamare Tessa, nascosta nel vicolo, e salto sull'uomo, sfoderando al contempo il mio pugnale lungo. Miro alla carotide, con un fendente di rovescio, ma incredibilmente la sua mano si pone a blocco del mio avambraccio, impedendomi di raggiungere l'obiettivo. Nel contempo vedo il suo sorriso. E mi accorgo che nella mano stringe una pistola. Faccio appena in tempo a schivare il proiettile a bruciapelo in salto, dandomi la spinta sulla sua mano e sul suo ginocchio, esibendomi in un salto mortale appena al di sopra della traiettoria del proiettile.

TESSA!!!

Finalmente sopraggiunge, in carica. Mentre però cerca di abbattersi con tutto il suo peso sull'uomo egli le lancia sul muso una boccetta. Non faccio in tempo a disperarmi per la mia piccola che noto che il contenuto è totalmente innocuo per lei...Ma non per la nostra vista. Una foschia impenetrabile si spande nel vicolo. Non ho il tempo di pensare. Mi spingo su una cassa addossata al muro, mi lancio contro il muro spingendomi in avanti e in alto e lancio uno dei miei pugnali da polso. Nello stesso istante sento uno sparo. Il proiettile e il pugnale si incrociano a mezz'aria. Il proiettile si perde nella foschia, mentre il pugnale, ramingo e roteante, si conficca in un'imposta. Atterro con tutta la grazia concessa dall'adrenalina e scatto verso la posizione da cui proveniva lo sparo. Mezzo secondo, neanche, e il mio pugnale lungo incontra resistenza. Come la mia fronte. Metallo gelido pigiato contro la mia testa. E metallo gelido pigiato contro la gola dell'uomo.

Forse è il momento giusto per pensare...

Io e l'uomo restiamo per qualche istante a squadrarci. Poi, nello stesso istante, lasciamo cadere le braccia armate lungo i fianchi. Io ripongo il pugnale lungo, raccolgo il pugnale da braccio e lo rimetto al suo posto. Mi siedo sulla cassa addossata al muro e comincio a parlare, con calma.

Sei bravo, lo ammetto. Non molti sopravvivono per raccontare il mio primo affondo. E quelli che lo fanno spesso hanno un'armatura completa indosso.

Richiamo Tessa perchè si segga di fianco a me. Sembra cominciare a riprendersi dallo spavento e dalla sorpresa.

Non sono disposta a darti il mio nome, quindi non chiederò il tuo. Mi chiedo solo perchè tu mi stessi seguendo. E anche dove hai imparato a combattere così.

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mentre barcollo/ zoppico verso il molo odo un rumore di spari provenire da un vicolo che diavolo starà succedendo?; in poco tempo riesco a risvegliare parzialmente il mio cervello dallo stato di dormiveglia prodotto dall' alcool e mi dirigo verso il rumore.

quando finalmente riesco a mettere a fuoco quello che sta succedendo i miei stanchi occhi da vecchio possono vedere soltanto del denso fumo, solo in quel momento riesco a biascicare qualche parola con la classica parlantina di un ubriaco tutto a poshto quiii? poi do un altro sorso alla bottiglia di rum che tengo nella mia mano destra

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Sento una voce pesante, da ubriaco, inerpicarsi a fatica verso le nostre orecchie. Con cautela mi avvicino al mio interlocutore e, messa via la pistola, mi accosto al suo orecchio.

@Obscurecrow

Spoiler:  
Perchè la stessi seguendo? Diciamo che non è mai piacevole perdere due clienti...

Che agilità la ragazza...

Le Faccio cenno di seguirmi; la mia bottega sarà un luogo più tranquillo dove parlare.

@Obscurecrow

Spoiler:  
Mi piacciono le persone che riescono a tenermi testa. Forse nella calma della mia bottega potrebbe raccontarmi meglio cosa è successo e convincermi che non è il caso di chiamare le forze dell'ordine...

Nel frattempo lancio un'altro proiettile del fumo per disperdere i curiosi.

Così non dovrebbe seguirci nessuno

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Seguo l'uomo, più incuriosita dalle sue capacità che da altro. Inoltre...

Ha parlato di aver perso due clienti. Se si trattasse di... probabilmente si servivano da quest'uomo per i reagenti. La sua alchimia potrebbe essere superiore...e chissà che non decida di collaborare.

Dopo pochi minuti di camminata raggiungiamo la sua bottega. Alambicchi e reagenti ovunque. Nessun veleno, come ci si poteva aspettare, ma di certo questo non è un problema. Prima ancora di ricevere un qualsiasi invito da parte dell'uomo mi appolaio sulla ringhiera della scala che porta al piano di sopra. Tessa si accuccia ai miei piedi, paziente.

Dunque siete un alchimista. Ne parleremo tra poco. Volevate un motivo per non chiamare le forze dell'ordine. Ve lo darò subito. I generali dell'Armata Imperiale, cosi come quelli della Militanza, sono i miei clienti migliori. Mi devono molti favori e ritengo improbabile che chiunque mi tratterrebbe in prigione per più di qualche giorno.

Lascio che la notizia delle mie "amicizie" faccia breccia nell'uomo. Chissà che non sia in cerca di potere.

Dopodiché io potrei venire a cercare voi e la vostra famiglia...ma non divaghiamo, sono sicuro che quello che avete detto in quel vicolo era pura ipotesi.

E dove i soldi o il potere non fa breccia...sicuramente una minaccia per la famiglia lo farà.

Parlando invece dei vostri clienti...vi riferite forse a Matthew e Sarah Topking? I due "senza nome" che mi fornivano i veleni? Avrete notato che non erano molto affidabili. I più poveri e disperati dei vagabondi banchetteranno con le loro carni prima di mezzogiorno.

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Bè...è la prima volta che sento il loro vero nome. Indirettamente si potrebbe dire che già lavoriamo insieme. Dite che i Generali dell'Armata Imperiale e della Militanza sono vostri clienti? Bè...diciamo che diversi di loro sono anche miei clienti di fiducia. Penso che potremmo trovare diversi elementi in comune, lasciando da parte questioni familiari et similia.

Mentre parliamo passi concitati provengono dall'esterno della bottega. Qualcuno si sta avvicinando di corsa, forse un cliente?

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sto per fare un passo avanti quando un proiettile mi sfiora su una guancia, facendomi prendere uno spavento terribile oltre che perdere l' equilibrio (gia precario di suo).

dalla mia scomoda posizione sul ciottolato, sdraiato per terra, riesco a pronunciare qualche parola prima di rialzarmi e proseguire la mia strada verso il porto: se va tutto bene hic allora me ne vado.

quando torno sulla strada principale non faccio caso alle persone che si girano a guardarmi solo perchè sono ubriaco gia dal mattino e continuo a barcollare e inciampare per la mia strada

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Il lavoro sul ponte della nave è estenuante.

Mi fermo per un secondo, quando la voce del capitano mi chiama.

Paul, abbiamo una commissione per te...

Nel giro di pochi minuti mi trovo a dover trasportare una cassa di birre e vini pregiati verso una delle locande del porto, "La puledra rossa".

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