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Inviata

No, non intendo nulla di allarmante! Semplicemente, qualche ora fa ho portato a termine la mia primissima campagna e vorrei condividere quest'esperienza e discuterne un po' in un angolo caffè assieme a chi vorrà leggere!

Come già detto, è stata la mia prima esperienza; non solo come DM, ma anche come giocatore di D&D o di qualsiasi altro gdr carta e penna! A conti fatti, l'avventura è durata un anno abbondante, partita timidamente in sordina (nemmeno i miei player avevano mai provato d&d o simili) nell'inesperienza generale ed evolutasi col progredire delle sessioni. Riguardando indietro ricordo i primi lanci di dado, i primi dialoghi e le prime narrazioni. Ricordo il malloppo di maxiquaderni che mi tenevo in macchina per appuntare le idee più divertenti e i manuali sempre nella valigia. Ricordo i primi filacci di trama e mi chiedo come i PG abbiano fatto a seguire e capirci qualcosa, quando a me che l'ho scritta sembra una baracca pericolante sull'orlo del crollo! I primi personaggi nati nell'incertezza; le prime interpretazioni distaccate e fredde, sia di PG che di PNG. E poi, piano piano, affezionarsi a quella personalità, al suo modo di parlare, al suo modo di relazionarsi col mondo. Vedere come i rapporti tra i personaggi cominciano a diventare più solidi, man mano che iniziano a conoscersi meglio; le interpretazioni più penetranti e genuine ed il mondo attorno a loro diventare sempre più vivo e ricco. Sedersi attorno ad un tavolo a giocare e sentire finalmente immergersi in un altro luogo, dove si incontra gente che ormai ci sembra di conoscere. E' in qualche modo malinconico pensare che tutti loro, non solo numeri e statistiche, siano giunti al termine della loro esistenza. Voi che ne pensate? Che esperienze avete avuto e come le descrivereste?


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Inviato

Le mie sensazioni sono state in qualche modo simili alle tue.

Non parlo certo delle mie prime esperienze di GdR ma della mia prima in assoluto grande campagna compiuta e portata a termine come narratore. Iniziata un po' brancolando, soprattutto per il regolamento a cui non ero avvezzo, le avventure reciclate o improvvisate che non sapevo ancora bene dove dovessero andare a parare, giocatori molto giovani e dallo stile appena sbozzato. Partenza classica, dungeon, statistiche, il fascino dei primi livelli e del vecchio stile spensierato e un po' becero degli adolescenti, che si incontrano per vivere il loro mondo fantastico in allegria.

Poi col tempo l'esperienza, la raffinatezza, la maturazione, il dipanarsi della storia dopo ore ed ore di gioco e di lavoro, l'impegno nel metterci bellezza, caratterizzazione e complessità da parte di tutti...

...quando si giunge alla fine lascia come un vuoto, avvertito chiaramente da tutti, allorchè si realizza che è stata una gran bella esperienza che ci ha fatto vivere tanti magici momenti insieme e che era entrata quasi a far parte della routine.. e che per tutti quei personaggi indimenticabili è giunto il momento di diventare ricordi di giovanili leggende passate.

Inviato

No, non intendo nulla di allarmante! Semplicemente, qualche ora fa ho portato a termine la mia primissima campagna e vorrei condividere quest'esperienza e discuterne un po' in un angolo caffè assieme a chi vorrà leggere!

Come già detto, è stata la mia prima esperienza; non solo come DM, ma anche come giocatore di D&D o di qualsiasi altro gdr carta e penna! A conti fatti, l'avventura è durata un anno abbondante, partita timidamente in sordina (nemmeno i miei player avevano mai provato d&d o simili) nell'inesperienza generale ed evolutasi col progredire delle sessioni. Riguardando indietro ricordo i primi lanci di dado, i primi dialoghi e le prime narrazioni. Ricordo il malloppo di maxiquaderni che mi tenevo in macchina per appuntare le idee più divertenti e i manuali sempre nella valigia. Ricordo i primi filacci di trama e mi chiedo come i PG abbiano fatto a seguire e capirci qualcosa, quando a me che l'ho scritta sembra una baracca pericolante sull'orlo del crollo! I primi personaggi nati nell'incertezza; le prime interpretazioni distaccate e fredde, sia di PG che di PNG. E poi, piano piano, affezionarsi a quella personalità, al suo modo di parlare, al suo modo di relazionarsi col mondo. Vedere come i rapporti tra i personaggi cominciano a diventare più solidi, man mano che iniziano a conoscersi meglio; le interpretazioni più penetranti e genuine ed il mondo attorno a loro diventare sempre più vivo e ricco. Sedersi attorno ad un tavolo a giocare e sentire finalmente immergersi in un altro luogo, dove si incontra gente che ormai ci sembra di conoscere. E' in qualche modo malinconico pensare che tutti loro, non solo numeri e statistiche, siano giunti al termine della loro esistenza. Voi che ne pensate? Che esperienze avete avuto e come le descrivereste?

Bella esperienza...

Sto mandando avanti una campagna da 9 mesi. Ti dico che sei fortunato ad avere un gruppo unito di PG, i miei PG sono subdoli e meschini, ma perchè l'ambientazione lo richiede.

Il paladino del gruppo per esempio organizza un esercito per invadere i regni "malvagi" per così dire. Mentre tutti gli altri giocatori hanno cambiato personaggi per motivi di trama. Nonostante le difficoltà, la trama e l'ambientazione si evolve sempre in modo positivo se i giocatori hanno voglia ed il dungeon master è di larghe vedute. Quindi ti dico: non seguire troppo le regole ed inventa sempre qualcosa di originale, offri ai PG qualcosa che desiderano, ma poi colpiscili nei loro punti deboli (famiglia, casa, sentimenti).

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No, non intendo nulla di allarmante! Semplicemente, qualche ora fa ho portato a termine la mia primissima campagna e vorrei condividere quest'esperienza e discuterne un po' in un angolo caffè assieme a chi vorrà leggere!

Come già detto, è stata la mia prima esperienza; non solo come DM, ma anche come giocatore di D&D o di qualsiasi altro gdr carta e penna! A conti fatti, l'avventura è durata un anno abbondante, partita timidamente in sordina (nemmeno i miei player avevano mai provato d&d o simili) nell'inesperienza generale ed evolutasi col progredire delle sessioni. Riguardando indietro ricordo i primi lanci di dado, i primi dialoghi e le prime narrazioni. Ricordo il malloppo di maxiquaderni che mi tenevo in macchina per appuntare le idee più divertenti e i manuali sempre nella valigia. Ricordo i primi filacci di trama e mi chiedo come i PG abbiano fatto a seguire e capirci qualcosa, quando a me che l'ho scritta sembra una baracca pericolante sull'orlo del crollo! I primi personaggi nati nell'incertezza; le prime interpretazioni distaccate e fredde, sia di PG che di PNG. E poi, piano piano, affezionarsi a quella personalità, al suo modo di parlare, al suo modo di relazionarsi col mondo. Vedere come i rapporti tra i personaggi cominciano a diventare più solidi, man mano che iniziano a conoscersi meglio; le interpretazioni più penetranti e genuine ed il mondo attorno a loro diventare sempre più vivo e ricco. Sedersi attorno ad un tavolo a giocare e sentire finalmente immergersi in un altro luogo, dove si incontra gente che ormai ci sembra di conoscere. E' in qualche modo malinconico pensare che tutti loro, non solo numeri e statistiche, siano giunti al termine della loro esistenza. Voi che ne pensate? Che esperienze avete avuto e come le descrivereste?

Bella esperienza...

Sto mandando avanti una campagna da 9 mesi. Ti dico che sei fortunato ad avere un gruppo unito di PG, i miei PG sono subdoli e meschini, ma perchè l'ambientazione lo richiede.

Il paladino del gruppo per esempio organizza un esercito per invadere i regni "malvagi" per così dire. Mentre tutti gli altri giocatori hanno cambiato personaggi per motivi di trama. Nonostante le difficoltà, la trama e l'ambientazione si evolve sempre in modo positivo se i giocatori hanno voglia ed il dungeon master è di larghe vedute. Quindi ti dico: non seguire troppo le regole ed inventa sempre qualcosa di originale, offri ai PG qualcosa che desiderano, ma poi colpiscili nei loro punti deboli (famiglia, casa, sentimenti).

Inviato

Le mie sensazioni sono state in qualche modo simili alle tue.

Non parlo certo delle mie prime esperienze di GdR ma della mia prima in assoluto grande campagna compiuta e portata a termine come narratore. Iniziata un po' brancolando, soprattutto per il regolamento a cui non ero avvezzo, le avventure reciclate o improvvisate che non sapevo ancora bene dove dovessero andare a parare, giocatori molto giovani e dallo stile appena sbozzato. Partenza classica, dungeon, statistiche, il fascino dei primi livelli e del vecchio stile spensierato e un po' becero degli adolescenti, che si incontrano per vivere il loro mondo fantastico in allegria.

Poi col tempo l'esperienza, la raffinatezza, la maturazione, il dipanarsi della storia dopo ore ed ore di gioco e di lavoro, l'impegno nel metterci bellezza, caratterizzazione e complessità da parte di tutti...

...quando si giunge alla fine lascia come un vuoto, avvertito chiaramente da tutti, allorchè si realizza che è stata una gran bella esperienza che ci ha fatto vivere tanti magici momenti insieme e che era entrata quasi a far parte della routine.. e che per tutti quei personaggi indimenticabili è giunto il momento di diventare ricordi di giovanili leggende passate.

Hai ragione, quando ti affezioni ai personaggi, ai luoghi, agli alleati e a tutto il resto, non puoi prendere e ripartire da zero cosi sepmlicemente. Anche se i miei giocatori sono inclini a cambiare spesso personaggi, perchè hanno voglia di cambiare, ma soprattutto per rinnovare la campagna con facce nuove.

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