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Inviato

Per come la vedo io lo stregone non dovrebbe studiare nulla, neanche i nuovi incantesimi: la magia è insita in lui ed è sopita nel suo profondo e si risveglia un po' alla volta con l'esperienza, magari proprio in caso di forti emozioni o di situazioni molto impegnative, come è stato detto da qualcuno. E' vero che gli incantesimi hanno una certa "ritualità" che bisogna conoscere ma potrebbe essere che ogni stregone ha la sua, maturata con l'esperienza: ad esempio, le componenti somatiche potrebbero non essere quelle canoniche che insegnano nelle accademie di magia ma magari dei gesti personali che ogni stregone scopre essere necessari per lanciare un certo incantesimo. Così come la sapienza magica si può maturare sul campo, affrontando incantatori e vedendo come gli accademici lanciano incantesimi nella maniera più ortodossa.

Poi, ovviamente, D&D offre infinite possibilità di interpretazione quindi può esserci lo stregone analfabeta, lo stregone "medio" e lo stregone acculturato a prescindere da come utilizza le sue doti innate.


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Principali partecipanti

Inviato

Guarda, secondo me possiamo fare quest'altro esempio.

Prendiamo due persone: una che è stata fino a 30 anni a studiare sui libri, e una che fino a 30 anni è stata in giro per il mondo a fare esperienze sempre nuove. La cultura generale di entrambi non può essere la stessa?

Entrambi possederanno una cultura generale, ma se si trattasse di una cultura su un singolo campo specifico lo studioso è avvantaggiato. Io posso girare il mondo e apprendere tante cose, ma non saprei comprendere tutte le sfumature de La Divina Commedia, anche avendola letta, come un dottore in lettere.

Non saprei come gestire pienamente un'impresa come un economista anche se possedessi un negozio.

Non comprenderei i vari e complicati calcoli matematici come un matematico.

Eppure non avendo la cultura del letterato, che sarà maggiore rispetto alla mia in questo campo specifico, potrei nascere con un dono che mi permette di scrivere ottimi versi come Dante Alighieri, mentre il letterato ne è capace perchè ha studiato metrica all'università.

Potrei nascere con un dono che mi permette di scoprire teorie scientifiche che sconvolgono per sempre le leggi della fisica pur non sapendo niente di matematica, mentre il matematico ne è capace dopo aver sudato sui libri per anni e anni (questo esempio l'ho preso spunto da Einstein: un uomo che ha fatto quel che ha fatto pur essendo stato bocciato in matematica :D)

è anche giusto che chi ha studiato per molti anni un determinato argomento ne sia molto più esperto di chi non l'abbia fatto.

Riguardo sempre lo stregone: alla fine non ho ragione. Nel senso, è un mio modo di concepirlo e non nè giusto nè sbagliato. Può essere solo uguale o diverso rispetto al pensiero di qualcun altro.

Ho capito qual'è il tuo modo di concepire lo stregone, purtroppo non coincide con il mio ma nonostante questo mi fa tanto piacere discutere con te e scambiarci le nostre opinioni :-)

e ringrazio Alaspada per il consiglio, sicuramente andrò a leggere qualcosa su Pathfinder :-)

Spero si capisca quello che intendo dire e soprattutto di aver scritto bene e in maniera chiara.

Inviato

Se tanto vi crea problemi lo stregone, che lancia gli incantesimi in maniera del tutto spontanea: cosa fate per gli incantatori divini?

come fanno a conoscere tutti gli incantesimi anche se hanno INT pari a 4? in teoria è la divinità che gli da i poteri, quindi prima di poterli lanciare non saprebbero quali sono...In realtà è l'incantatore che si sceglie gli incantesimi, risultando così molto più versatili degli incantatori arcani.

Dopo questa premessa, lo stregone non serve che studi, lui lancia gli incantesimi e li apprende con la stessa facilità che ha una persona ad apprendere nuove parole, senza studiarle, sentendone il suono e contestualizzandole su di una frase. Per conoscere un nuovo incantesimo lo stregone va un po a..."naso" ma essendo che la sua capacità magica è limitata quando apprende un nuovo incantesimo, un'altro non riesce più ad usarlo perché è limitato dall'istinto e non dalla mente.

Inviato

Entrambi possederanno una cultura generale, ma se si trattasse di una cultura su un singolo campo specifico lo studioso è avvantaggiato. Io posso girare il mondo e apprendere tante cose, ma non saprei comprendere tutte le sfumature de La Divina Commedia, anche avendola letta, come un dottore in lettere.

Non saprei come gestire pienamente un'impresa come un economista anche se possedessi un negozio.

Non comprenderei i vari e complicati calcoli matematici come un matematico.

Eppure non avendo la cultura del letterato, che sarà maggiore rispetto alla mia in questo campo specifico, potrei nascere con un dono che mi permette di scrivere ottimi versi come Dante Alighieri, mentre il letterato ne è capace perchè ha studiato metrica all'università.

Potrei nascere con un dono che mi permette di scoprire teorie scientifiche che sconvolgono per sempre le leggi della fisica pur non sapendo niente di matematica, mentre il matematico ne è capace dopo aver sudato sui libri per anni e anni (questo esempio l'ho preso spunto da Einstein: un uomo che ha fatto quel che ha fatto pur essendo stato bocciato in matematica :D)

è anche giusto che chi ha studiato per molti anni un determinato argomento ne sia molto più esperto di chi non l'abbia fatto.

Infatti il mago ha conoscenze molto più ampie dello stregone. Se parliamo di sapienza magica o conoscenze arcane, come la cultura generale sono più o meno alla pari (anche se il mago ha solitamente di più avendo maggiore Int), ma appena si parla di qualsiasi altra conoscenza (piani, storia, religioni ecc..), lo stregone non sa nulla e il mago invece può sapere tutto.

Inviato

Se tanto vi crea problemi lo stregone, che lancia gli incantesimi in maniera del tutto spontanea: cosa fate per gli incantatori divini?

come fanno a conoscere tutti gli incantesimi anche se hanno INT pari a 4? in teoria è la divinità che gli da i poteri, quindi prima di poterli lanciare non saprebbero quali sono...In realtà è l'incantatore che si sceglie gli incantesimi, risultando così molto più versatili degli incantatori arcani.

Infatti io trovo ridicolo che gli incantatori divini debbano prepararsi gli incantesimi in anticipo... se dipendesse da me, li farei tutti spontanei!

In my humble opinion, of course.

Inviato

se dipendesse da me, li farei tutti spontanei! :D

Tornando IT secondo me lo stregone è colui che pasticcia con la magia: lui manipola direttamente il potere grezzo a differenza di quanto accade per il mago, che deve invece rifarsi a dei gesti, delle parole canoniche e già stabilite... Ovviamente questo non significa che i maghi non modificano la magia e gli incantesimi, anzi, il manuale del giocatore lascia presupporre che anche i maghi possano "pasticciare" con la magia, specie quelli umani che

Inviato

Il modo in cui lo stregone apprende i propri incantesimi è qualcosa di lasciato completamente all'interpretazione: può sentire le voci dei suoi antenati che gli sussurrano parole e gesti, cadere in trance, avere momenti d'ispirazione assoluta, estrarre le memorie dal proprio DNA, apprenderli per pura e semplice necessità (il Fato impone che li sappia, dunque li sa)...le vie dello stregone sono infinite, e ogni giocatore sceglie la sua.

L'unica cosa certa è che lo stregone non studia i propri incantesimi alla maniera di un mago (ovvero, per come l'ho sempre capita io) come se si trattasse di una matematica, ma che li conosce già, e li deve in qualche modo "sbloccare".

Se poi a un giocatore piace, non vedo perché uno stregone non debba ricercare antichi tomi di magia da leggere per ispirarsi e accedere ai ricordi nascosti, alla memoria genetica o quello che è. Solo, personalmente troverei più appropriato che, laddove un mago studierebbe il libro in maniera sistematica, prendendo appunti e seguendo un ordine schematico, lo stregone si limitasse a leggiucchiare qualche formula qua e là e agitare le mani, sussurrando parole e guardando cosa succede.

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