Urizen Inviato 25 Marzo 2013 Autore Segnala Inviato 25 Marzo 2013 Gortan pare pensieroso. "Non so... Len è una ragazza che si agita facilmente, non credo reagirebbe bene se le raccontassimo una cosa simile". Rimane assorto per qualche istante, prima di riprendere: "Facciamo così: teniamoci la storia per noi, al momento. Chiediamo al barcaiolo se cose del genere sono già successe da queste parti, poi decidiamo il da farsi, eh?". Per te è palese che l'anziano fabbro vuole ritardare il più possibile il momento in cui parlerete alla figlia della questione.
simo.bob Inviato 25 Marzo 2013 Segnala Inviato 25 Marzo 2013 Guardo lui, poi Len, quindi mi metto a osservare in direzione dell'acquitrino, impaziente di rivedere quel dannato barcaiolo. "D'accordo, faremo così. Ma andiamoci piano ache con lo sconosciuto. Potrebbe essere una comunità superstiziosa e evitarci o addirittura perseguitarci. Ne ho già viste di cose simili e non sono raccomandabili a nessuno." Detto questo inizio a girare pensieroso. Controllo quanti viveri abbiamo e la quantità di legna. Il fuoco è l'unica cosa che scalda in questo posto maledettamente umido. "Sveglia i tuoi figli, faremo colazione e poi continueremo a organizzare questo campo base. Meglio raccogliere ancora un pò di legna, nel caso non arrivasse il barcaiolo."
Urizen Inviato 25 Marzo 2013 Autore Segnala Inviato 25 Marzo 2013 Gortan annuisce alle tue parole. "Accidenti, Wilimac" commenta ridacchiando mentre iniziate a fare un pò di ordine, "hai l'aria di uno che ha viaggiato parecchio, eh?". Mentre parla si avvicina a Bert e Len, svegliando l'uno con alcuni calcetti e la seconda con delicatezza; i figli si stiracchiano, e dopo un rapido buongiorno iniziano a contribuire alle attività del vostro piccolo campo. Vi prendete una piccola pausa per fare colazione, e mentre addentate le razioni estratte dal carro osservate il fuoco andare lentamente a scemare - sostituito per fortuna dalla calura della palude che, già dalla mezza mattina, inizia senz'altro a farsi sentire. Quando manca un pò all'ora di pranzo il campo è stato perfettamente sgomberato, ma prima che possiate lamentarvi dell'inattività vi giunge alle orecchie un lungo, acuto fischio. Vi volgete immediatamente tutti verso il folto della palude, ed il fischio si fa sentire una seconda volta. A quel punto dall'intrico del fogliame sull'acquitrino emerge un grosso barcone: non troppo dissimile dalla zattera del giorno prima, se non per le pure e semplici dimensioni, esso scivola sull'acqua apparentemente senza fatica, sospinto dalle pertiche di svariati uomini. Sul 'fronte' dell'imbarcazione (poichè essendo essa rozzamente quadrata è difficile parlare di una vera e propria 'prua') vedi il pittoresco barcaiolo del giorno prima fare un cenno di saluto: "Ehilà, compari!" dice a gran voce, celebrando il nuovo incontro sputando fuori bordo la solita robaccia.
simo.bob Inviato 25 Marzo 2013 Segnala Inviato 25 Marzo 2013 "Finalmente..." borbotto mentre si avvicina la zatterona. "Non so se avrei sopportato un'altra notte in questa palude." Mentre l'imbarcazione si avvicina inizio a raccogliere i miei averi, facendo notare appositamente la mia impazienza ai barcaioli. "Eccoci, finalmente. Salute a tutti, e grazie per la cortesia di essere venuti sino a qui."
Urizen Inviato 25 Marzo 2013 Autore Segnala Inviato 25 Marzo 2013 Il grande barcone si avvicina alla vostra striscia di terra, permettendoti di dare un'occhiata più approfondita. Di forma vagamente quadra, lo zatterone è decisamente grande - misura probabilmente sette o otto metri di lato, tanto che ti domandi come un mezzo così ingombrante possa muoversi con agio tra gli acquitrini di una palude. La risposta ti è nota poco dopo: la grande imbarcazione è in realtà composta di quattro differenti zattere unite tra loro con robusto cordame, e che probabilmente potrebbe in ogni momento essere suddivisa nuovamente senza alcuna fatica. Per quanto concerne il gruppetto capeggiato dal barcaiolo, si tratta di quattro uomini piuttosto robusti con braccia muscolari e spalle larghe; la tua idea è che siano manovali di qualche tipo, o comunque gente che fa lavoro di fatica. Fortunatamente meno appariscenti del loro 'capo', si rivelano gente pratica e alla mano, salutando te ed il trio con un calore che non ti saresti aspettato, inizialmente. Nessuno di loro si presenta, né chiede i vostri nomi; pare che qualunque spiegazione Rob abbia dato loro sia stata sufficiente. Tu ed i tuoi vi trovate coinvolti in una serie apparentemente interminabile di strette di mano e pacche sulle spalle. I convenevoli e le risa di questi uomini (che nei loro modi di fare ti ricordano molto alcune comunità rurali) vengono interrotti da Rob, che sputando per terra (ma non la finisce mai, quella roba?) ne richiama l'attenzione: "Forza gente, diamoci da fare! Non vorrete fare notte quaggiù, spero! Forza, cominciamo a caricare quel benedetto carro!"
simo.bob Inviato 25 Marzo 2013 Segnala Inviato 25 Marzo 2013 La frase del barcaiolo, che sembra essere il leader del gruppo, mi da lo spunto per chiedergli qualcosa sulla notte passata:"Hai detto che non è molto divertente passare la notte qui, e in effetti così è stato, anche se siamo sopravvissuti incolumi." Dico mentre disfo il campo base e carico il carro con l'equipaggiamento rimasto a terra. "Cosa posso sapere di utile su queste paludi? A cosa devo fare più attenzione? Bestiacce o qualcosa di peggio?" Osservo bene sia il barcaiolo che gli altri nuovi arrivati, per vedere le loro reazioni alle mie domande. Spoiler: percepire inganni, per capire se nasconde qualcosa anche solo per paura
Urizen Inviato 26 Marzo 2013 Autore Segnala Inviato 26 Marzo 2013 Mentre il resto della compagnia aiuta Bert e Gortan a far salire il carro sul barcone, Rob si gratta il mento con un ghigno: "Nottata agitata, eh? D'altronde da queste parti la tranquillità notturna è un lusso... dico bene, ragazzi?" dice rivolto ai suoi compari, i quali - senza smettere di sfacchinare - ridono in coro. "Tuttavia, se il vostro problema non sono le bestie ma sogni che vi turbano il sonno, la persona con cui dovete parlare è il nostro capo, nel villaggio" dice; non puoi fare a meno di rimanere un attimo basìto di fronte alla sicurezza e tranquillità con cui il bifolco ha individuato esattamente il problema a cui accennavi. Inoltre noti che nessuno sembra trovare la cosa strana o preoccupante; che si tratti di un fenomeno comune, o già vissuto?
simo.bob Inviato 26 Marzo 2013 Segnala Inviato 26 Marzo 2013 Guardo Bert e Gortan, per vedere se hanno sentito tutto, con aria un pò stupita. "Beh, i brutti sogni sono il minimo in questo posto, giusto?" e sorrido, come per scacciare qualche brutto pensiero. Rimango qualche istante in silenzio, a raccogliere i miei pensieri. Poi continuo:"Credo allora che dovremo parlare col capovillaggio. Ieri mi hai nominato creature che non conosco: linguelunghe, facce di seta e altri. Potresti aiutarci e dirci verso cosa stare attenti, noi non conosciamo creature con quel nome...o soprannome."
Urizen Inviato 26 Marzo 2013 Autore Segnala Inviato 26 Marzo 2013 Mentre il carro finisce di salire a bordo del barcone, facendolo scricchiolare in modo preoccupante e sollevando onde sullo specchio d'acqua palustre, Rob riprende fiato appoggiandovisi con una spalla. "Oh bè, di cose a cui stare attenti è pieno, da queste parti... ma se vuoi che ti faccia conoscere qualche bestiaccia locale, non c'è problema". Mentre lo zatterone si avvia oziosamente sulla sua strada, inizia a descriverti con dovizia di particolari le peculiari creature di cui accennava il giorno prima - e che sembrano costituire le minacce più diffuse (anche se certo non le uniche) nella palude. Le 'linguelunghe', come immaginavi, sono le robuste serpi che popolano gli acquitrini: con la loro lunga lingua adesiva bloccano le prede, che provvedono poi a stritolare tra le possenti spire. Le 'facce di seta' sono una varietà molto pericolosa di ragni grandi come pecore: il loro nome deriva dalla ragnatela che tessono tra i rami, proprio ad altezza del volto per un essere umano; incredibilmente adesiva, una volta appiccicata non viene via se non ferendo dolorosamente la vittima. Infine i 'piantamorti' sono vegetali semoventi - riconoscibili dalle peculiari striature violacee sul fusto - che attaccano animali e uomini con lunghi aculei velenosi: una volta uccisa la preda, la 'seppelliscono' alla bell'e meglio nel suolo e vi mettono radici, lasciando che il corpo in decomposizione nutra il suolo marcescente e quindi, indirettamente, loro. Durante il racconto Bert e Len ascoltano con aria inorridita, e ogni tanto guardano Gortan come per dire, ma dove ci hai portati?, mentre il padre sta parlando con alcuni dei lavoratori che sono con voi. Rob a quel punto ti si rivolge di nuovo: "Di questo passo ci metteremo almeno un paio d'ore abbondanti, ad arrivare. C'è altro che vorreste sapere a proposito di questa splendida e rigogliosa terra?" dice, sogghignando e sputando di nuovo la solita robaccia.
simo.bob Inviato 26 Marzo 2013 Segnala Inviato 26 Marzo 2013 Prendo mentalmente nota delle minacce descritte dal barcaiolo, in modo da fare particolare attenzione a questi pericoli della palude. Quindi gli chiedo, mentre osservo la zattera inoltrarsi tra i giunchi:"Beh, mi chiedevo che tipo di comunità siete. Come mai vivete qui, isolati da questo lato della palude? Siete gli unici o ci sono altri villaggi?" "Maledizione qualcosa di buono deve esserci per vivere in questo postaccio..." Intanto cerco di capire a grandi linee la direzione che stiamo prendendo, per avere qualche elemento di orientamento nel fitto della palude.
Urizen Inviato 26 Marzo 2013 Autore Segnala Inviato 26 Marzo 2013 Rob ride di gusto, prima di risponderti: "Ahah, scommetto che non sembra un bel posto in cui vivere, vero?". Poi si lascia scivolare fino a sedersi sul pavimento dell'imbarcazione, a gambe incrociate: "il fatto è che questa dannata palude è la nostra casa; non sarà un gran vedere o un posto comodo come tanti altri, ma siamo parte di questa terra da generazioni ormai, e sarebbe difficile imparare a vivere altrove. Spero che riusciate a capirlo, in qualche modo" dice. A quel punto ti fissa con sguardo penetrante, ed un ghigno quasi inquietante sul volto: "E poi qui non ci manca nulla, grazie alla ricchezza con cui la palude ci ha ricompensati per essere stati degli scocciatori tanto tenaci"; a sottolineare le sue parole, lo vedi infilare la mano dentro una delle tasche del gilet ed estrarre nientemeno che un pezzo d'argento grezzo grosso... almeno quanto una mela!
simo.bob Inviato 26 Marzo 2013 Segnala Inviato 26 Marzo 2013 "No, non capisco proprio perchè semplicemente non ve ne andate..." penso tra me e me, osservando la vegetazione soffocante che superiamo lentamente sul barcone. Alla vista del pezzo di argento strabuzzo gli occhi stupito. "Allora Gortan aveva ragione..." "Diamine che ricompensa... Ora vi capisco un pò di più. Beh, sembra che siamo stati più fortunati di quello che credevamo a trovarvi." Dico ridendo e strizzando l'occhio a Rob. Malgrado continui a darmi fastidio, la sua presenza inizia a rassicurarmi in un certo senso, visto che conosce i pericoli della palude e potrebbe aiutarmi in caso di necessità. E poi con quella pietra grezza tra le mani ha guadagnato molta più stima da parte mia. "Meglio cercare di diventare amico di questo qui!"
Urizen Inviato 27 Marzo 2013 Autore Segnala Inviato 27 Marzo 2013 A Gortan quasi prende un colpo alla vista di tanto argento nelle mani di quello che sembra un balordo. Anche Rob ride, e ti dice "Di questo puoi star sicuro, compare: se la vostra merce è buona, non rimpiangerete di essere passati da Bosco Salice... vero, ragazzi?" chiede rivolto ai suoi uomini, i quali quasi in coro rispondono un "Sicuro!" scoppiando poi a ridere. Sicuramente se c'è qualcosa che a questa gente non manca è l'allegria... che sia una reazione all'ambiente palustre? "E poi spero per voi che il viaggio si riveli fruttuoso" riprende il barcaiolo, "perchè oltre al nostro villaggio quaggiù non c'è niente di niente; l'insediamento più vicino è oltre la palude, ad almeno due settimane di viaggio". Rifletti su come rispondere, quando vieni distratto da Bert che con grida di eccitazione indica un punto non meglio precisato fuori bordo. Osservando cosa attiri la sua attenzione, puoi vedere che su una striscia di terra distante a malapena venti metri da voi c'è un grosso albero secco e spigoloso - dal fusto striato di viola - che si muove in modo quasi grottesco... deve essere uno dei famosi 'piantamorti' di cui parlava Rob. E alla faccia della 'pianta'! Sarà alto almeno quattro, no, forse cinque metri... puoi distinguere nettamente un paio di lunghi rami secchi che - muovendosi come inquietanti braccia - scavano nella terra umida della palude; poco distante dalla pianta, vedi la carcassa straziata di un grosso lingualunga, da cui spuntano come frecce diverse spine legnose. Mentre osservate rapiti la scena, Rob ed i suoi non si scompongono; ridacchiando, ti dice "Visto? Ecco un giovane piantamorti in azione... sapete, quando invecchiano sono talmente grandi che hanno braccia così lunghe da non avere più bisogno di spostarsi, colgono la gente dalle barche come frutti maturi. Ehi gente" fa, rivolto ai suoi, "vi ricordate quell'elfo, diversi anni fa, che insisteva tanto nel volersi muovere tra i rami per evitare l'acqua?". La risposta è uno scoppio di risate della compagnia... e che risate! Quando Rob ti parla ancora, ha le lacrime agli occhi e deve prendere fiato: "Un piantamorti lo prese al volo mentre faceva i suoi balletti elfici di albero in albero, ahah!". Evidentemente sopraffatti dall'ilarità di un elfo tra i rami, colto come un frutto, da parte di un albero, Rob e i suoi se la ridono di gusto ancora una volta. Gortan e Bert ridono pro forma, un pò a disagio. Len invece sta guardando ancora il 'giovane' albero assassino fuori bordo, mentre ve lo lasciate alle spalle; sul viso della ragazza una espressione di assoluto sconforto.
simo.bob Inviato 27 Marzo 2013 Segnala Inviato 27 Marzo 2013 Rido anche io al pensiero dell'elfo acchiappato al volo. Non mi sono mai stati simpatici gli elfi e una lezione ogni tanto gli sta bene. Poi noto lo sguardo della ragazza, impaurita forse? "Ehi Len, tutto bene? Non preoccuparti siamo al sicuro. Se questa gente ci vive vuol dire che dove andiamo non troveremo di queste cose." Poi mi avvicino di più per non farmi sentire troppo dagli altri :"O c'è qualcos'altro?"
Urizen Inviato 28 Marzo 2013 Autore Segnala Inviato 28 Marzo 2013 Len ti guarda, e inizialmente pare così smarrita non trovare le parole. Poi, quando anche lei è sicura di non essere udita da altri, ti sussurra "No, Wilimac, non va tutto bene. Come potrebbe? Ci troviamo in una palude piena di pericoli mortali, abitata da creature disgustose e letali... anche se questa gente vive qui, come possiamo essere al sicuro? E se si sbarazzassero di noi in qualche modo solo per portarci via il carro?". La vedi quasi tremare, gli occhi già arrossati dalle imminenti lacrime, mentre si torce le mani con nervosismo probabilmente eccessivo: è comprensibile che Len sia scossa, ma forse sta esagerando. Lei stessa pare accorgersi della propria reazione eccessiva: dopo alcuni istanti in cui respira più lentamente, ti si rivolge di nuovo (stavolta con un flebile e poco convincente sorriso). "Perdonami Wilimac, forse sono solo stanca... il brutto sogno di stanotte, anche se non lo ricordo, deve avermi rovinato il riposo. Ti prego, non badare alle mie lagne". Poi si volge di nuovo a guardare fuori bordo, con l'intenzione di concludere la conversazione. Spoiler: Se non che, con un acuto colpo d'occhio, noti distintamente che - mentre Len si volge fuori bordo - il suo sguardo indugia un momento sulla raffazzonata figura di Rob; subito dopo la vedi scossa da un sottile brivido.
simo.bob Inviato 28 Marzo 2013 Segnala Inviato 28 Marzo 2013 L'occhiata che Len da al barcaiolo mi incuriosisce. Forse ha ragione lei, forse non dobbiamo essere poco cauti con questa gente."Dopotutto potrebbero benissimo sopraffarci, sono in superiorità numerica e, ahimè, Gortan e Bert non mi sembrano esperti combattenti." Questi pensieri mi si accavallano, mentre una instancabile voglia di ottimismo cerca di scacciarli. Il miraggio di ricchezze nascoste si contrappone violentemente all'aria pesante del posto, lugubre e pericoloso. Decido di lasciare la ragazza ai suoi pensieri e mettere in guardia Bert, quindi con una scusa cerco di farlo salire sul carro e, senza farmi sentire dai barcaioli, cerco di fargli capire che deve sempre avere un'arma con se:"Uno dei suoi coltellacci andrà benissimo."
Urizen Inviato 31 Marzo 2013 Autore Segnala Inviato 31 Marzo 2013 Li per li Bert sembra non capire come mai tu voglia che sia sempre armato, ti fissa con aria quasi inebetita. Poi, lentamente, pare comprendere, finchè effettivamente lo vedi prendere uno dei coltelli e nasconderlo sotto la veste. "Lo dirò anche a mio padre" ti dice con un cenno del capo. Una volta usciti dal carro non c'è granchè ad attirare la vostra attenzione, ad eccezione del paesaggio palustre che scorre attorno a voi. "Ehi compare" ti fa Rob, sempre seduto per terra, "ora che ne dici di raccontarci qualcosa di voi? Da dove venite, chi siete..." - pausa per sputare fuori bordo - "...se è da tanto che hanno bisogno di una scorta armata, cose così".
simo.bob Inviato 2 Aprile 2013 Segnala Inviato 2 Aprile 2013 Lo guardo per capire se l'ultima frase è stata detta apposta per mettermi in difficolatà, poi guardo fuori bordo, come per cercare punti di riferimento in quella palude:"La stessa strada scorre sotto i nostri piedi, non hanno bisogno di nessuna scorta armata. La ragazzina se la cava benissimo da sola." Faccio una pausa e penso a quanto acile sarebbe metterci alle strette ora. Poi continuo:"Siamo tutti in cerca di fortuna, non è così?"
Urizen Inviato 2 Aprile 2013 Autore Segnala Inviato 2 Aprile 2013 In modo piuttosto inaspettato la tua frase viene accolta da un nuovo scoppio di risate: "Dici il vero, compare... è proprio la ricerca di fortuna che portò per la prima volta gente in questa dannata palude, tanti anni fa..." ti dice Rob, sogghignando; detto questo si volge dall'altra parte, la conversazione per lui è chiaramente terminata. Anche Gortan ed i suoi figli tacciono, fissando silenziosamente lo scorrere del paesaggio attorno a voi. Perdi la cognizione del tempo, immerso come sei in una situazione di stasi assoluta; il tuo unico passatempo è fissare la palude tutta attorno, e la compagnia non è certo delle migliori. Per carità, non che Rob ed i suoi lavoratori diano l'impressione di essere cattive persone: è solo che sono quantomeno bizzarri, alternando lunghi periodi di silenzio a battute e scoppi di risa per lo più discutibili. Per fortuna il viaggio procede senza intoppi, ed sole del primo pomeriggio (che filtra debolmente attraverso l'ormai consueto 'soffitto' di rami e fronde) illumina finalmente un significativo cambio di paesaggio, tra cui la ricomparsa della tanto agognata terraferma. O almeno, terra fangosa e dall'aria quasi viscida, ma sicuramente fuori dell'acqua. Impiegate circa una ventina di minuti per attraccare il vostro zatterone, e quasi altrettanti per far scendere il carro a terra. Mentre le operazioni procedono, getti un'occhiata tutto attorno: di villaggi o similia, nemmeno l'ombra. Rimani inoltre piuttosto sorpreso nel constatare che, una volta pronti, gli operai di Rob riprendono il largo sul barcone, lasciandovi soli sulla terraferma in compagnia del carro e del pittoresco bifolco. E' proprio Rob a rivolgersi a voi: "I ragazzi ci precederanno al villaggio, in modo che siano fatti tutti i preparativi per il vostro arrivo... vedrete che bella festa che faremo, questa sera!" dice, ridendo e sfregandosi le mani. "Su, tutto quel che dobbiamo fare ora è procedere per pochi altri minuti verso Est, forza!" dice quindi, mentre senza tanti complimenti sale a cassetta sul carro. Avvicinandosi a te quel tanto che basta per non farsi sentire, Gortan commenta tra il serio e il faceto "Devo ammetterlo, in tutta franchezza: se non fosse la nostra guida, lo strangolerei".
simo.bob Inviato 3 Aprile 2013 Segnala Inviato 3 Aprile 2013 Guardo Gortan con aria complice e strizzo l'occhio, come per dire "Tranquillo, ci penso io...". Quindi salgo in cassetta anche io, tenendo d'occhio il paesaggio e la via percorsa. Sicuramente andarsene da qui sembra difficile, se non impossibile. Passo il resto del viaggio silenzioso, osservando ed ascoltando tutto ciò che ci circonda per prendere familiarità con il nuovo ambiente. "Mi chiedo per quanto argento valga la pena di restare qui..."
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