Nathaniel Joseph Claw Inviato 24 Aprile 2013 Autore Segnala Inviato 24 Aprile 2013 « "Come li ho ottenuti", mi chiedi? » sorride, poi torna seria. « Se te lo dicessi, questa conversazione non avrebbe senso » Rimane in silenzio molto a lungo e, quando vede che stai per uscire dalla stanza, riprende a parlare con tono estremamente calmo. « Sai, uno degli uomini di mio figlio ha pensato di tagliarti la gola nel sonno per rubarti le armi. Ha programmato tutto nei più minimi dettagli, studiando e perfezionando il piano giorno e notte. Sai perché sei ancora vivo? » Un gatto grigio balza dal bordo del letto sulla gonna della donna, aggrappandocisi con gli artigli. « Aveva fatto male i calcoli. Avrebbe dovuto ucciderti questa notte. Ah, se solo suo padre gli avesse ficcato bene in testa l'arte di far da conto, ora tu avresti una gola in meno, quell'uomo una spada in più e Targos un'orda dei dar in grembo » Il tono rimane calmo, ma la voce si fa leggermente più forte. « Ora cosa farai? Ringrazierai il padre di quel cretino? In fondo, non fosse per il suo scarso interesse nei confronti dell'istruzione del figlio, tu ora saresti solo un cadavere sul fondo del Mare dei Ghiacci. Ma no, non lo farai. Ne hai il motivo, ma non lo farai. E sai perché? Perché le azioni non contano. E se le sue, che pure ti hanno salvato, non contano per te, perché le tue dovrebbero contare per qualcuno? Perché io dovrei esserti riconoscente per aver combattuto quei dar in casa mia? Qual è la differenza tra te e il padre di quel marinaio balordo? »
social.distortion Inviato 24 Aprile 2013 Segnala Inviato 24 Aprile 2013 «La differenza è che lui ha educato male il figlio, motivo per cui quello è cresciuto stupido e non riesce a pianificare un attentato alla mia vita, io invece sono entrato in casa tua per salvarti. Le mie sono azioni attive, compiute mettendo a repentaglio la mia stessa vita, le sue azioni casuali senza una conseguenza evidente. Non penso che alla domanda "perché non hai educato tuo figlio?" risponderebbe "per evitare che in futuro sappia fare bene i calcoli e quindi non riesca a pianificare in maniera corretta un attentato", mentre io alla domanda "perché sei entrato ad uccidere quei goblin?" risponderei "per salvare la vita dell'abitante di questa casa". Questa è la differenza e le azioni fatte coscientemente sono in grado di contare eccome.» rispondo fissandola interessato dal suo ragionamento.
Nathaniel Joseph Claw Inviato 24 Aprile 2013 Autore Segnala Inviato 24 Aprile 2013 Mentre la donna ascolta con interesse la tua risposta, alcuni gatti si siedono ai suoi piedi, fissandoti con la testolina leggermente piegata da un lato, come se stessero seguendo il tuo ragionamento. « Dici questo solo perché guardi il mondo da un punto di vista sbagliato. Le intenzioni dietro un'azione non sono altro che un impercettibile soffio di vento tra le foglie di un albero mentre un tornado devasta la foresta. La cicatrice che ognuno di noi lascia sul corpo di Abeir-Toril non dipende né dalla nostra volontà, né tanto meno dalle nostre azioni. Gli occhi del cielo ricordano solo ciò che vedono e, te lo assicuro, non sei ancora grande abbastanza per essere notato da lassù » Sembra sul punto di dire altro, ma si interrompe un istante per lasciarti il tempo di replicare. Spoiler: Abeir-Toril è il pianeta.
social.distortion Inviato 24 Aprile 2013 Segnala Inviato 24 Aprile 2013 «Che io non sia ancora sufficientemente grande da essere notato dagli occhi del cielo lo voglio ben sperare, in fondo sono solo un guerriero con qualche dote non troppo comune, ma credo comunque fortemente nella forza delle persone e nelle loro intenzioni. Che senso ha vivere altrimenti, se non quello di trascinarsi fino alla morte? Ma dimmi, i tuoi gatti riescono a capirci? Mi sembra quasi che siano interessati alle nostre parole...» concludo lasciando la frase in sospeso, in attesa della sua risposta.
Nathaniel Joseph Claw Inviato 24 Aprile 2013 Autore Segnala Inviato 24 Aprile 2013 « Non mi sembra il momento di parlare dei miei gatti, Versel Cha'sid » Scuote la testa, ignorando la tua domanda e continuando con il discorso. « L'esistenza dei singoli È un trascinarsi a passo stanco fino alla morte » risponde risoluta. « E la vita non ha niente a che fare con questo incessante ed inutile brusio. Il respiro di Abeir-Toril è tutto ciò che conta, la vita del mondo è l'unica vera vita. La quasi totalità degli individui abbandona questo luogo senza lasciare alcun segno, senza neanche accorgersi di essere stata parte di qualcosa di più grande, di più vivo, di più vero » I gatti sono tutti immobili, dritti verso l'alto, con le orecchie tese. « Altri, invece, percepiscono il richiamo della Grande Madre. Altri ancora, più fortunati, riescono ad entrarci in contatto, ad ascoltarla e a capirne le parole » Stringe i pugni, come per soffocare un forte sentimento. « Infine, c'è un'ultima razza di viventi: i più fortunati di tutti, gli odiati dalla natura. Abeir-Toril stesso teme questi individui, nati con troppo potere nelle vene, talmente forti da sfuggire alle catene della Grande Madre. Le loro decisioni lasciano impronte indelebili, le loro azioni cancellano il passato e riscrivono un nuovo futuro. Niente e nessuno è in grado di fermarli, se non un loro pari, un altro figlio senza controllo » Fa una breve pausa, giusto il tempo di farti riflettere sulle sue parole. « E tu, mezzosangue, a quale razza credi di appartenere? »
social.distortion Inviato 24 Aprile 2013 Segnala Inviato 24 Aprile 2013 «Credo di appartenere alla razza di coloro che cercano di scavarsi una propria nicchia e guadagnarsi un posto di prestigio in questo grande palcoscenico col sudore e con le proprie azioni. Faccio parte di quelli che provano ogni giorno a far sì che la loro esistenza non sia quello che tu chiami "un trascinarsi a passo stanco fino alla morte". Faccio parte di quelli che un giorno saranno grandi.» Mi fermo per un istante a riprendere fiato, stupito dalle mie stesse parole «Però, probabilmente, sono solo un illuso. Tu invece parli da saggia, sei molto più di quello che pensavo. Come mai allora ti sei agitata tanto al mio arrivo? Non dico che dovessi per forza ringraziarmi, ma almeno evitare di distrarmi mentre rischiavo di venire ucciso sarebbe stato carino. Ti chiedo nuovamente scusa per il mio comportamento di prima, la foga della battaglia mi fa diventare molto più irascibile del dovuto.»
Nathaniel Joseph Claw Inviato 24 Aprile 2013 Autore Segnala Inviato 24 Aprile 2013 « Delle scuse sincere! » le labbra si contorcono in una smorfia di stupore. « Sarò anche in grado di vedere il futuro dietro queste pesanti palpebre, ma mai mi sarei aspettata una cosa del genere! Questa è la seconda volta che mi stupisci, oggi, Versel Cha'sid » Sorride, tornando composta. « Non rischiavi di venire ucciso. Presto lo farai, ma non è ancora giunto il tuo momento » sospira, aprendo la mano davanti ad un gatto. « Hai scacciato i fuochi dei golin'dar da Targos e quelli della rabbia dal mio cuore » Il gatto appoggia una zampetta sul palmo, salendo rapidamente lungo il braccio. « Ho già risposto alla tua domanda, c'è altro che io possa fare per te? »
social.distortion Inviato 26 Aprile 2013 Segnala Inviato 26 Aprile 2013 «No, credo di no, devo andare a riferire a Jex. Grazie dell'aiuto.» Mi incammino rapidamente per andare a riferire a Jex che non ci sono più goblin in città e chiedergli quali sono i nuovi ordini.
Nathaniel Joseph Claw Inviato 26 Aprile 2013 Autore Segnala Inviato 26 Aprile 2013 Quando comunichi la notizia a Jex, lo vedi finalmente tirare un sospiro di sollievo. Facendo cenno ai soldati di andare, ti si fa davanti, tendendoti il braccio. « Ti chiedo scusa per quello che ho fatto poco fa. Non è stata una giornata facile » I due ragazzi sollevano la barella su cui giace il corpo privo di vita del compagno, uscendo dal magazzino. « Senza di te, non ce l'avremmo mai fatta. Dobbiamo la vita a te e a Guthewulfe » si gira in direzione del barbaro. « Sapevo che, nonostante tutto, ci avresti aiutato nel momento del bisogno. Sei un uomo buono, Lord Ulbrec ti ricompenserà per questo » « Non mi interessano né le tue lusinghe, né le ricompense di quel buffone di Ulbrec » il tono è tutt'altro che scherzoso. « Ho fatto quello che ho fatto per me stesso, non certo per salvare le radici malate che stanno logorando Targos » « Va bene, vecchio mercante » Jex torna duro nei confronti di Guthewulfe. « Fai come ti pare » Sospirando e appoggiandosi alla cassa, continua a parlare con te senza guardarti. « La notizia si diffonderà presto in città e il Lord vorrà parlare con te. Immagino di poterti trovare alla locanda del Lupo di Mare, giusto? »
social.distortion Inviato 26 Aprile 2013 Segnala Inviato 26 Aprile 2013 «Ti ringrazio per i complimenti, ma ho fatto solo ciò che dovevo, nulla più.» giro un attimo lo sguardo verso Guthewulfe «Si, mi puoi trovare al Lupo di Mare in compagnia di Guthewulfe, ho un combattimento da onorare. Andiamo, non vedo l'ora di rinfrescarmi la gola!» Mi allontano con Guthewulfe diretto alla locanda e quando siamo distanti da Jex gli domando «Come mai non scorre buon sangue tra te e Ulbrec? Cosa intendevi dire quando hai parlato delle "radici malate che stanno logorando Targos"?»
Nathaniel Joseph Claw Inviato 26 Aprile 2013 Autore Segnala Inviato 26 Aprile 2013 Jex ti saluta calorosamente, lasciandoti andare via e rimanendo solo nel magazzino. Quando chiedi chiarimenti a Guthewulfe, il barbaro diventa burbero e scontroso. « Non credo ti interessi davvero la storia delle dieci cittadine » grugnisce. « Queste erano le terre dei barbari del nord, uomini che non temevano né gli altri uomini, né le bestie che popolano e popolavano i ghiacciai e le montagne. Uomini forti, capaci di piegare il capo solo per chiedere il favore degli antichi dei » Si guarda intorno con la rabbia negli occhi. « Datti un'occhiata in giro, vedi ancora questi uomini? Io vedo solo un mucchio di vili, bastardi e vigliacchi, incapaci persino di difendere le loro case. A questo ha portato l'invasione delle genti del sud e la conseguente nascita delle cittadine come le conosciamo. Ah, ma prima le cose non stavano così! No! Prima erano le tribù ad avere il controllo sulle loro terre, non qualche ridicolo nobile spocchioso, né luride orecchie a punta che hanno dimenticato come tenere le gambe chiuse! »
social.distortion Inviato 27 Aprile 2013 Segnala Inviato 27 Aprile 2013 «Credo di capirti, anche a me le cittadine come sono ora fanno abbastanza schifo e non mi piace avere a che fare con nobili spocchiosi. In effetti mi piacerebbe che ci fossero più uomini di valore come te, probabilmente la situazione sarebbe molto diversa.» Appena arriviamo alla taverna chiedo al colosso al mio fianco «Ci sediamo?»
Nathaniel Joseph Claw Inviato 28 Aprile 2013 Autore Segnala Inviato 28 Aprile 2013 Ti guarda dall'alto in basso. « Non sembri per niente uno che ha visto le dieci cittadine » si siede allo stesso tavolo da cui l'hai prelevato poco fa, poggiando l'ascia sui grandi sacchi da cui l'aveva tirata fuori. « E, se ci fossero più uomini come me, sono quasi sicuro che le cose andrebbero molto peggio » Scoppia in una risata amara. « Sei pronto per la sfida che ci attende? O hai bisogno di una tregua per riprenderti? »
social.distortion Inviato 29 Aprile 2013 Segnala Inviato 29 Aprile 2013 «Trovo che il valore sia importante in un uomo e tu ne hai dimostrato molto. Intendevo dire che se ci fossero più uomini valorosi e meno topi di fogna, forse le cose andrebbero meglio.» il tono è fermo e deciso, per sottolineare come quello fosse il punto del discorso. Tornando ad argomenti più leggeri il tono torna più amichevole «Per me possiamo cominciare subito, in fondo tutto quell'ammazzamento di goblin mi ha messo sete.» Mi siedo ad un tavolo e faccio cenno alla cameriera più carina di venire, poi quando arriva dico rivolto a Guthewulfe. «Battaglia tua, regole tue. Cosa beviamo?»
Nathaniel Joseph Claw Inviato 29 Aprile 2013 Autore Segnala Inviato 29 Aprile 2013 Non ti resta difficile trovare la cameriera più carina: escluso il gruppo di avventurieri un po' brilli nell'angolo, l'unico presente nella stanza oltre a te e Guthewulfe è il locandiere grassoccio e pelato in piedi dietro al bancone. Arrivato al tavolo, rimane in attesa dell'ordinazione, continuando imperterrito a strofinare con uno straccio l'interno di un boccale incrostato. « Cominciamo con calma, non voglio stroncarti al primo sorso » alza la voce, come se fosse sul punto di dire qualcosa di veramente importante. « Due boccali di birra! » Trascinando i piedi sul pavimento, l'oste si dirige lentamente verso i barili. « Mettiamo subito in chiaro le regole, prima che la battaglia ti annebbi la mente. Chi rinuncia o vomita paga tutto. Chi vince si prende il trofeo che vuole » Il locandiere vi serve due grandi boccali ripieni di birra scura, facendoli scivolare fino alle vostre mani. Guthewulfe ne afferra uno, sbattendolo sul tavolo e fissandoti con uno sguardo simile a quello che aveva l'istante prima di combattere con i goblin. « Spera che la tua sete superi la mia » avvicina la birra alle bocca. « O domattina ti risveglierai con un bel mal di testa al posto della spada » Buttando la testa all'indietro, svuota il boccale in un sorso, sbattendolo poi sul tavolo per pulirsi le labbra con il dorso della mano. « Ora vuoi una tregua? O cominciamo a fare sul serio? » Spoiler: Hai superato il TS in scioltezza, vedi tu che vuoi fare.
social.distortion Inviato 29 Aprile 2013 Segnala Inviato 29 Aprile 2013 «Se volevo bere una birra da solo tristemente potevo anche andare da solo in locanda, non trovi? Altro giro!» dico sbattendo il pugno sul tavolo «Che vinca il migliore!
Nathaniel Joseph Claw Inviato 29 Aprile 2013 Autore Segnala Inviato 29 Aprile 2013 In risposta alla tua esortazione, Guthewulfe accenna un sorriso compiaciuto. « Gohar! L'hai sentito, portane un'altra! E preparane molte di più! » Fissandovi negli occhi, tracannate litri su litri di birra, accatastando sempre più bicchieri vuoti al lato del tavolo. Dopo il decimo boccale, il barbaro ruggisce divertito, tirando i muscoli per scacciare gli effetti dell'alcol. « Sei un'osso duro. Ci sai fare quasi quanto con la spada » la voce è potente. « Gohar, portaci il sangue del marinaio! » Sempre trascinando lentamente i piedi sul pavimento, il locandiere vi serve due rozzi calici pieni di un liquore rossastro che emana un forte odore di acqua di mare. Vedendo il tuo avversario buttarlo giù tutto d'un fiato, lo imiti senza pensarci: improvvisamente, ti sembra quasi di andare a fuoco e, un istante dopo, un fortissimo sapore di sale ti corrode la gola. Il bruciore è talmente forte da costringerti ad inspirare ripetutamente con la bocca, ma nella tua testa solo una cosa può placare la sete che ti sta logorando: un altro bicchiere di sangue di marinaio. Quando l'oste te lo serve, lo ingoi aspettandoti un effetto miracoloso, ma ne ricavi solo un ancora più intensa sensazione di bruciore. « RAAAAAWRRR » anche Guthewulfe sembra afflitto dalle stesse sensazioni. Sbracciandosi e grugnendo, manda giù quantità sempre più ingenti saliva, in attesa che il calice venga riempito. « RAAAAAAAAAAAAAAAAWRRR » Quando ormai hai perso il conto delle volte che il liquido è sceso giù per la tua gola, dandoti l'illusione di un istante di sollievo, il grosso barbaro estrae un medaglione a forma di testa di lupo fissato ad una catenina che porta al collo e, stringendolo forte nel pugno, sembra in procinto di dire qualcosa. « Agbl... Agbl... » ondeggia pericolosamente, buttando a terra un paio di bicchieri. « Agbl... bl... » Emettendo un ultimo grugnito incomprensibile, crolla di peso a terra, sbattendo di faccia contro il freddo pavimento di pietra. Rivoli di sangue gli partono dal naso, piegato in modo innaturale, colando su tutto il volto.
social.distortion Inviato 29 Aprile 2013 Segnala Inviato 29 Aprile 2013 Non ho mai provato...soffitto...medaglione...bello... Tento di afferrare il medaglione dalle mani del barbaro impiegando tutto il tempo necessario e lo fisso, poi lo riappoggio sul tavolo e notando che è crollato a terra spaccandosi il naso, inizio a ridere come un forsennato, sdraiandomi alla meglio per terra per non cadere. Dopo un buon minuto di risate capisco che forse si è fatto male e provo a girarlo a faccia in su. «Guthew...BRUABARUAUUARUAUUAAUUAABBRRR» Mentre provo a sincerarmi delle sue condizioni ed apro la bocca per parlargli, un rutto gigantesco prende il posto delle parole. Piscia...si, mi sto pisciando addosso...medaglione...rubano...tavolo... Barcollando e provando ad evitare le persone sulla mia strada ed esco dalla locanda, cercando una stradina poco visibile nei paraggi. Appena la trovo mi ci infilo e piscio, fissando semi ipnotizzato il rivolo di liquido che inizia a scorrere per terra. Appena ho finito (ragionevolmente 5 minuti, data la complicatezza dell'operazione) rientro in taverna.
Nathaniel Joseph Claw Inviato 29 Aprile 2013 Autore Segnala Inviato 29 Aprile 2013 Finito di sbrigare i tuoi bisogni, torni indietro con passo sorprendentemente equilibrato per le condizioni in cui ti trovi. Arrivato alla porta della taverna, cerchi di aprirla spingendo con una mano, ma il blocco di legno non sembra intenzionato a smuoversi. Appoggiando anche la seconda mano sulla superficie, fai forza con tutta l'energia che ti è rimasta nelle braccia, ma nessuno sforzo si dimostra sufficiente. Gridando per la fatica immane, riesci a rompere la resistenza della superficie, spezzando il legno con i pugni e ritrovandoti con le bracia all'interno di due fori delle dimensioni del tuo avambraccio. Per la gioia di essere riuscito nell'impresa, grossi lacrimoni ti partono dagli occhi, rigandoti le guance e, incomprensibilmente, la fronte. Sorpreso che il tuo pianto sia in grado di sfidare le leggi di gravità, sbatti ripetutamente le palpebre. Quando riapri definitivamente gli occhi, sei nel vicoletto in cui hai svuotato la vescica, steso al suolo a faccia in giù. Le braccia sono sprofondate nello spesso strato di neve fino ai gomiti, mentre il volto è spiaccicato contro la piccola conca di piscio che avevi realizzato in un ammasso di neve particolarmente ghiacciata.
social.distortion Inviato 29 Aprile 2013 Segnala Inviato 29 Aprile 2013 Camminare no...gattonare... Provo gattonando ad uscire dal vicolo tornando verso la locanda. Una volta giunto alla porta mi ricompongo (per quanto possibile) alzandomi in piedi ed entro.
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