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[LNS] - Mondo di Sogno


Sabaudian

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La figura sospira e si siede sulla sabbia, sembrando ad un tratto mortalmente stanca -Visto che mi avete visto combattere e avete visto il mio volto vi racconterò direttamente cosa mi ha ridotto così

La Legione di Cristallo era un'enorme falange di guerrieri che usava bene tanto il ferro quanto la magia. I suoi costituenti erano persone animate dalla volontà di proteggere e aiutare, mentre l'impero ci tacciava di essere una compagnia di mercenari. Ad ogni modo, quello che prima era un drappello di avventurieri divenne un vero e proprio squadrone.

Un giorno gli stregoni di regno, uno degli ultimi rimasti indipendenti dall'impero, scoprirono l'attrito di un piano alieno con una zona ben circoscritta di questo mondo. Io conoscevo...

La voce del mostro si spezza

... conoscevo la loro principessa, quindi convinsi i miei amici ad aiutarla contro quella che poteva essere un'invasione. Andammo lo stesso, anche se sapevamo solo che una specie di portale si stava aprendo nella zona corrispondente all'antica Ru'Glatah

Così presidiammo la radura dove il gorgo dimensionale, ormai visibile ad occhio nudo, vorticava nel cielo. Eravamo pronti a tutto ma ci si aspettava che qualcosa uscisse da quella faglia dimensionale.

Ma era una trappola: i colori dell'ambiente che ci circondava cambiarono all'improvviso, il gorgo sparì e quando guardai più in alto quasi persi il senno.

Un'enorme circonferenza iridescente ci sovrastava al posto del sole, simile ad un occhio di vetro incandescente.

Per alcuni minuti non accadde nulla, e ciò ci diede il tempo di notare che l'ambiente si era fatto in qualche modo più alieno e grottesco, come se il vortice ci avesse risucchiato senza che noi ce ne avvedessimo in un piano imitatore.

Iniziai a sentirmi strano e mentre pensavo ad un effetto dell'aria pesante che permeava quell'incubo, uno spasmo di dolore mi fece crollare a terra. Attraverso il velo di dolore che mi stava accecando vidi i miei compagni contorcersi sul terreno, mentre mutavano: rostri ossei spuntavano attraverso la loro pelle, mentre bocche ed occhi germogliavano sulle armature

Il dolore che provai fu immane, e quando mi resi conto che il mio destino era di morire lontano da tutto soffrendo atrocemente in mezzo ai miei amici senza neanche sapere la causa, urlai un nome...

E mi ritrovai nel luogo originario dove ci eravamo fermati a scrutare il vortice

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Si istupì di quanta calma sfoggiassero i due che conversavano nonostante il boato della nave continuasse impersistente a calare la propria ira sulla cittadella marittima.

<Sveglia gente.

Non c'è più tempo di parlare

in sella!

dobbiamo andarcene da questa spiaggia,qualcosa mi dice che la nave non punta a noi,ma mi dice anche che non punta direttamente alla città>

Fece salire i compagni sulla schiena di rufus e si sedette in sella brandendo il proprio martello.

"quella è una nave imperale,e questa è una cittadella portuale della costa.

Non la abbatterebbero se non ce ne fosse motivo,le città marittime sono tutte possedimenti imperiali ed hanno un importanza commerciale non indifferente,quindi comporterebbe solo svantaggi l'abbatterla,a meno che non celi qualcosa"

E,d'un tratto capì

<Le cannonate abbattono le mura,ma non provocano fiamme,allora..com'è che la cittadella sta prendendo fuoco?>

Qualcosa non quadrava,e doveva accertarsi di cosa fosse.

Sorvolarono le case in fiamme avvolti dal calore.

Black sapeva che i compagni ritenevano la cosa una cosa inutile,e che avrebber preferito andarsene da un isola dove il conflitto era iniziato e dove sembrava stesse addirittura per terminare,ma non poteva lasciar perdere,sapeva e si era accorto di cse che i compagni non potevano sapere,o almeno non sembravano dar l'idea di cogliere.

Scrutò la città immersa nelle fiamme,tra i roboanti suoni di cannonate di grida e di pianti,la scrutò per lunghi attimi.

Si chiese cosa fosse meglio fare,abbandonare la città oppure rischiare di cedere per il calore o,addirittura di esser colpito da un palla di cannone diretta alla città.

Si ricordò delle mappe che suo padre gli faceva studiare con tanto fervore,fin troppo zelante forse verso i suoi impegni,e si ricordò anche che odiava studiare continuamente i nomi di città che,al tempo,sembravano insignificanti e prive di senso nel corso di battaglie e di guerre.

Non era mai stato tanto felice di ricordare quanto in quel momento.

Quella era indubbiamente la cittadella di Ferowian,facente parte del sindacato marittimo imperiale,4563 abitanti e una città dal profiquo quanto costante commercio.

Si ricordò anche di un altra cosa.

Quella città presentava cinque torri.

Quattro laterali dedicate ognuna rispettivamente ai quattro elementi principali ed una che costituiva il municipio,la più alta e resistente torre della città e delle vicinanze.

"scommetto che è ancora in piedi"si ritrovò a pensare Black tutto d'un tratto.

E parlando in Draconico si rivolse a Rufus dicendo

<Portaci al centro della città e dirigiti poco più su,verso nord,lì dovrebbe esser presente una torre che,originariamente,presenta un colore bianco neve,ti prego di essere rapido più che puoi ed attento agli ostacoli che potresti incontrare durante il tragitto,le palle di cannone non sono una bella cosa da prendere in volo amico mio>

"e nemeno stando coi piedi saldi a terra"pensò.

Si ritrovarano in pochi momenti a sorvolare in velocità il centro cittadino rivolti a Nord,dove,dopo qualche istante,videro palesarsi alla vista una torre alta e maestosa,ancora bianca,come Black rammentava.

<Portaci alla sommità della costruzione,e attento a non scivolare sul materiale di cui è fatta,non sembra noprmale siccome è ancora limpido nonostante la fuliggine che ormai da tempo alegga nel borgo sottostante>Disse ancora rivolgendosi all'amico.

Era un materiale magico,si accorse dopo poco che si avvicinarono"probabilmente lavorato dai nani dei territori del Nord",probabilmente la torre restava impunita all'assalto proprio per quello.

Atterrarono però senza difficoltà,sembrava che le rocce fossero magiche ma che su di esse non fosse applicato nessun sigillo o barriera.

Cavaliere e drago si rallegrarono di questo fatto,a tutti e due inaspettato.

Scesero dalla cavalcatura tutti e tre e Black pregò Rufus di attenderli lì,dove non ci sarebbe stato pericolo

<Ne sono certo>rivelò all'amico parlando nella lingua dei draghi per l'ennesima volta.

E rivolto ai compagni fece un cenno,dicendo di seguire i suoi passi e di essere veloci ma cauti.

<Non superate il mio passo e non siate affrettati nell'attaccar briga,qui è in atto qualcosa che và oltre all'aspetto bellico,qui è in atto qualcosa in cui è il destino a comandare e dove noi possiamo solo osservare e cercar di porre rimedio>

Si diressero giù per le scale,in una spirale di pensieri e scalini che si susseguivano,tutti ugualmente alti e distanti l'uno dall'altro.

Sapeva che sarebero arrivati in fondo,ma non sapeva come ci sarebbero arrivati.

"Vivi,spero"

Ed ancora discendevano la spirale,giù,nel profondo.

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Stando in silenzio, l'essere seguiva Black.

Berchè mai una cannoniera imperiale di quelle dimensioni sparava con alzo zero, tra l'altro praticamente alla cieca, su un nodo commerciale alleato? Le fiamme...

I proiettili non erano incendiari, e allora cos'era l'inferno che si stava scatenando?

Forse...

No, non era possibile!

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Una risata spettrale si levò dal ponte della nave imperiale, udibile solo dai pochi sopravvissuti della spiaggia. Sul ponte si profilò la sagoma di un uomo, un unico uomo, coperto da una logora giacca da capitano imperiale. AL posto della sua gamba destra c'erano alcuni tentacoli violacei, e il suo occhio sinistro danzava su un penducolo di una trentina di centimetri.

Egli rise ancora ed estrasse una lunga scimitarra urlando: "Ramiross!"

Al suono della sua voce gorgogliante e profonda un gruppo di figure ammantate e semitrasparenti si calò dalla cannoniera, investendo la cittadina ed ammantandola di un presagio mortale...

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Ferion cadde a terra,colto da spasmi lancinanti,cadendo per qualche gradino.

Il suo compagno sentendo le sue grida si voltò di scatto e lo vide sdraiato a terra e scuotersi come in preda a un attacco epilettico,e si affrettò a soccorrerlo.Black lo voltò per permettergli di respirare,e vide con stupore che sul volto contratto dalla sofferenza di Ferion iniziavano a delinearsi antichi e arcani disegni.<Stanno arrivando> riuscì ad urlare.

In lontananza,da un luogo imprecisato,arrivò un lamento che non aveva niente di questo mondo,ed echeggio a lungo lungo la spirale oscura

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La figura incorporea si girò verso la creatura, rivelandosi essere un fantasma: il suo volto era l'espressione stessa del terrore...

"Reddassssss.... Timur lo zopooohhh..... moorteee..."Parlava a stento, come se fosse sotto il comando di qualcuno "CAOSSSSS!"

con un movimento rapidissimo girò l'angolo e tornò a mietere vittime per la strada....

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Ferion riuscì a reprimere il dolore e ad alzarsi,con il volto ancora ricoperto dai simboli.<Andiamo>disse e si precipitò giu dalle scale,seguito da Black,che non comprendeva quel che era successo

Dopo molti minuti di corsa,arrivarono a quello che pareva un pianerottolo,dove si fermarono un istante a prendere fiato.

Il pavimento tremò.

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<No Ferion,non ci si può fermare,bisogna raggiungere in fretta la base di questa torre,e questo,comunque,non mi sembra un buon posto per sostare>

Detto ciò riprese ad avanzare seguito da Ferion che sembrava ancora dolorante.

<comunque stai certo di una cosa,ho già affrontato questa situazione più di una volta nel mio paese e ne siamo quasi sempre venuti fuori vincitori>

e pensò

"però quella volta in cui non siamo stati abbastanza forti non è stata una bella esperienza,anzi,ma è meglio non pensarci troppo"

Probabilmente la situazione era disperata più di quanto non sembrasse,se la creatura d'ombra avesse continuato ancora impersistente avrebbe "colonizzato" anche quella cittadella e loro sarebbero stati costretti a scappare.

si ritrovarono d'un tratto a sfociare in un ampio salone incorniciato da finestrate giganteggianti sui lati della sala.

Le colonne doriche si stendevano nello spazio circostante facendo somigliare la stanza ad una foresta cupa,senza foglie ma con alberi tendenti all'infinito.

"Dannazione"pensò violentemente Black Vincent,figlio di un paladino.

<è una seccatura che avrei evitato molto volentieri,specialmente adesso Ferion,ma sembra che ci siano "persone"che non ci vogliano troppo bene.

Non-morti,probabilmente sono le guardie del castello trasformate da chi si è infliltrato in città,quell'essere da cui si è diretto Kuja>

Ferion sembrava stupito di come Black sapesse dove si era diretto Kuja visto che non l'aveva minimamente accennato.

<è il momento di sfoderar le armi caro amico mio,e farci largo tra i cadaveri di gente che già una volta è morta>

Detto ciò riprese il suo pesante martello e pronunciò alcune parole magiche,probabilmente un preghiera che li avrebbe protetti dai non-morti.

D'altronde era figlio di un paladino,certe cose le sapeva.

<attento ai loro movimenti,sembrano un branco di animali più che un gruppo di guardie comunali,e saltano fuori dalla notte per colpirti con violenza,non curarti di ucciderli,ci vorrebbe tempo che noi non abbiamo,ricorda

dobbiamo solo arrivare dall'altra parte e continuare la nostra discesa verso la base della torre!

ed ora forza!dobbiamo crearci un varco!>

e,correndo,sperò che la cittadina occupata non avesse troppe guardie al servizio del proprio comune.

Roteò il martello nel buio.

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Non mi sono mai piaciuti i fantasmi... hanno un sapore orribile!!!

I non-morti venivano fatti a brandelli e consumati da fiamme verdastre, provocate dalla spada di Kuja. Essa non aveva più il guscio di metallo e si vedeva che aveva la forma di un'orribile fauce chiusa, completa di tendini e denti... organici.

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Che piacere rivederti.... disse l'essere che aveva evocato i fantasmi all'eroe appena giunto

è dai tempi della guardia di cristallo che non ci si vede... anche tui sei sopravvissuto al caos, vedo....

Sarai felice di riunirti al resto della legione... Reddas ci a salvati tutti! Vieni con me, riincontrerai Falcar, Zapher e gli altri...

Gli porse una mano scheletrica... i tentacoli che componevano la sua gamba destra ebbero un fremito... Non avere paura.......

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Ottimo... La figura ghignò...

è bello sapere che sei ancora dalla nostra parte... Non ti resta che dimostrare a Reddas che sei degno della sua fiducia...

La vedi quella torre bianca laggiù? Deve essere liberata da ogni forma vivente che non sia non-morta... fai questo favore a Reddas, e lui mi darà il permesso di accompagnarti dagli altri... Vai... per la legione di cristallo!

Lasciò la sua mano e gli diede una pacca sulla spalla con fare sinistro...

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C-cosa stai dicendo?

Noi dobbiamo proteggere...

Perchè il comandante ci ha ordinato questo?!

Quella torre...

In quella torre non c'erano viventi, a parte Ferion e Black...

Tu non sei colui che mi era amico tre anni fa...

Reddas non è più colui che sconfisse tre draghi per salvare un bambino...

Siete armature maledette, più di me...

Detto ciò, con un salto si porta sul pennone della nave

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