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[LNS] - Mondo di Sogno


Sabaudian

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Ferion non varcò la soglia,spostava il peso da una gamba all'altra.le sue marici si dilatavano e si restringavano come se annusasse qualcosa.Infine scosse la testa e si passò la mano destra sul volto,raccogliendo il sangue e spalmandolo sul simbolo di lendys sull'artiglio,coprendolo.Si guardò indietro;sembrava indeciso tra avanzare e tornare inidetro,e dalla sua espressione,entrambe erano spiacevoli per lui.

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Sbrigati Ferion!!!

Si rivolge telepaticamente alla propria spada

Larvae, sei stato tu?! cosa gli hai fatto?!?

purtroppo non c'entro niente, un arcano potere interiore sssssssi è imposssssssessssssssssato di lui...

Arrabbiato, si rivolge a Ferion: Muoviti, non indugiare o finirai sepolto..!

Non crrrrrrrrrrrredo che darà retta a te...

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Una risata demoniaca scosse le nubi e una voce pesante e suadente bofonchò qualcosa sull'aver guadagnato abbastanza "servi". All'improvviso l'inferno cessò e la notte tornò calma e serena... quasi normale se non fosse stato per la città rasa al suolo...

Persino la torre smise di tremare.

Il male aleggiava nell'aria, qualcosa di veramente malvagio era stato fatto, ma nonmorti o demoni erano spariti. La calma tornò all'improvviso, come una pesante coperta che viene stesa senza preavviso.

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Black era ancora inginocchiato quando sentì l'animo rimpolparsi di nuova tempra.

La forza gli venne dal suo stesso pensiero,dalle sue parole,da Torm.

Rivolse un ultima preghiera al dio e disse

<Concedimi grande Torm la possibilità di salvare ancora oggi delle vite,in onore della mia vocazione ti prego di concedere ai miei compagni di varcare la soglia e di guarire le loror ferite>

E,pensando a Ferion continuò

<ed i loro spiriti con esse.

Come il cielo che ci sovrasta l'amarezza della lotta e il dolore delle ferite ci sembra troppo grande per essere sopportato in una volta,per essere guarito in un unico soffio di vita.

Solo la tua grazia ci può essere d'aiuto.>

D'un tratto il paladino aprì gli occhi che fino a quel momento erano stati chiusi in preghiera.

Si girò verso i compagni di viaggioe disse solennemente in tono imperioso

<entrate,Torm permette la vostra sosta in suesto suo sacro tempio,siate rispettosi di questo luogo e non vi saranno accadimenti spiacevoli di nessun genere,per nessuno>

i due sembravano titubanti,soprattutto Ferion che scartava di lato,da una parte all'altra della soglia cercando di fiutare l'aria quasi come un animale in cerca di un inganno.

<non temere amico mio,non ti sarà fatto nulla,entra e sarai salvo dall'oscuro destino che attende alla soglia del mondo la fuori>

Il primo entrò incerto oltrepassando la soglia,convinto dalle parole del paladino.

Il secondo,Ferion,ostentava il suo incerto sembiante sulla soglia.

<entra ti dico!se rimarrai su quella soglia non vedrai altre porte dalle quali passare,per sempre,quindi ti dico,varca quella soglia senza ripentimenti o crucci di nessuna natura!>

Sembrò farsi coraggio e muovere un passo oltre la soglia.

D'un tratto fu tutto nel tempio,ma,come il corpo che esce dall'ombra andando ala luce,il suo caontatto con il tempio sembrò cancellargli dal ovlto e dal corpo i segni e l'aspetto poco umano che lo avevanocaratterizzato da tempo a quel momento.

Svenne.

Ed uno schianto provenne da fuori,il portone si chiuse maestoso tanto quanto era stato nell'aprirsi.

Non seppero quello che successe fuori.

Ma la torre crollò in un mare di macerie lasciando scoperto solo la cupola del tempietto,bassa,in un inferno ormai spento,ormai placato.

Si inginocchiò di nuovo ed il paladino convinse l'amico ancora in piedi a riposarsi,adagiò Ferion sul terreno e si mise a meditare,per passare le ore della notte.

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Rivolgendosi telepaticamente alla propria spada

Adesso io e te ci facciamo una bella chiacchierata...

Di sicuro sotto quel guscio biometallico nacondi qualcosa che non riveli nepppure a chi, fino a poco tempo fa, era stato tuo padrone e amico...

Nnnniente ssssmancerie. Che cossssa vuoi?

Mi sembra logico. A questa torre era interessata prima una creatura così potente da asservire alcune ombre notturne, poi un'orda di demoni trabi quali alcuni miei ex-compagni, e addirittura un'avatar del Diavolo Supremo (che si è limitato a distrugere l'area circostante)...

Coincidenze spiacevoli e molto poco casuali, no..?

Uno cossssssì ssstupido era mio amico e padrone?!?

Dovevano essere tempi bui... Orrenda risata telepatica Questo tempio è molto ssssspeciale, avrai notato che non è andato dissssstrutto come tutto il resto...

Qui non arrivavano neanche le vibrazzzzzzzioni...

E avverto una presenza magica e potentissima sottoterra, un artefatto ssssacro a questa maledetta div/...

Non ti permetto di parlare in questo modo del dio che ci ha concesso di vivere, nonostante quello che siamo!!!

Il tono canzonatorio dell'arma svanisce per un attimo Ed è proprio per questo che lo insulto, ci ha lasciato vivere!

Terion si irrigidisce.

Poi si affloscia sul pavimento.

E dall'armatura iniziano a farsi sentire suoni acuti. Indiscutibilmente, erano singhiozzi.

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<Li!Ha!Hei!>

Così si concluse la canzone di Ferion,a torso nudo e con una lunga gonna nera, molti uomini vestiti come lui applaudirono,seduti a terra davanti ad un grande fuoco.

Ferion andò a sedersi vicino a loro,accanto ad una ragazza che gli porgeva una coppa di vino.<Bellissima canzone>disse lei.<Grazie> disse Ferion e bevve un sorso.

I due si guardarono negli occhi e si baciarono teneramente.

D'improvviso la luce del fuoco venne oscurata;Ferion si girò di scatto e vide una creatura nera,le cui grandi ali si stagliavano contro il cielo notturno.

Ferion si alzò in fretta e si voltò verso la ragazza,ma tra le sue braccia c'era soltanto un cadavere semi decomposto.

Si svegliò urlando.

Si rese conto di essere entrato nel tempio,con Black che meditava,

e Terion che stava.......piangendo?

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Terion si alzò e si mise a camminare in cerchio fissando con astio la spada.

Ferion noto che, alla luce e senza il sigillo metallico, sembrava più una creatura che un oggetto: un guscio organico e a tratti ferroso componeva l'arma, e occhi completamente rossi pulsavano di malvagità, pazzia e.. dolore.

Notando che Ferion lo stava fissando, si decide a parlare Dimmi, cosa ti ha trasformato tre ore fa?

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Ferion ignorò la domanda e si alzò,e si sentirono chiaramente vari CRACK provenire dalle sue ossa,si stiracchiò come un gatto e sbadigliò.

<Conosci Higaru?> chiese a Terion,ma ricevette una risposta negativa.

<Non fa niente>disse.

Notò un piccolo taglio al proprio braccio destro,alzò le spalle e impose l'artiglio sulla ferita e pronunciò un incantesimo minore, e tolse l'artiglio.La ferita c'era ancora;Seriamente allarmato,provò varie volte....niente

<Lendys mi ha abbandonato>disse disperato.

Si calmò all'improvviso

<Ma dovevi aspettartelo Ferion,eh si>iniziò a parlare da solo

<Hai rotto le sue catene,ora sei tu che lo porti>.

Mentre parlava gesticolava esageratamente con le braccia,l'artiglio che sibilava nell'aria.

<E ora che si fa?Senza il potere di Lendys sei inutile>.

pensò per un'attimo.

<A caval donato non si guarda in bocca>e cominciò a canticchiare stando appoggiato alla parete.

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Il paladino si girò verso Terion e disse

<solo quando i raggi del sole lambiranno la terra che sta al di fuori di qui,non prima>

Si alzò dalla posizione inginocchiata e si mise a pulire il martello che aveva colpito le ombre della notte.

Lo faceva perchè lasciare l'arma coperta di sangue era da considerarsi un gesto da barbari.

Lo puliva con precisione in ogni sua parte,il simbolo splendeva ed il resto dell'arma si stava rischiarando a poco a poco.

<Siate pazienti,tra poco tempo tutto volgerà al termine,ed ognuo,se vorrà,potrà proseguire per la sua strada,oppure continuare il viaggio alla ricerca di risposte>

Detto questo si chiuse nel silenzio della meditazione e del lavoro.

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Ferion iniziava a sentirsi nervoso.

Aveva perso il favore del suo dio,era costretto contro la sua volontà a stare dentro il tempio di un'altra divinità,e aveva fatto quel maledetto sogno,che avrebbe guastato tutta la sua giornata.

Troncò a metà la frase della canzone in cui si cimentava e si staccò dalla parete spingendosi con le braccia,graffiando il muro con la punta degli artigli.

Cercò di riassumere la situazione,rimanendo incerto su varei cose,come la provenienza di quei mostri,e il fallimento della sua ricerca.

Si sedette pesantemente a terra,e fece un fischio,Terion e Black si voltarono.

<Che si fa una volta usciti da qui?>chiese<ognuno per la sua strada?>

<Io non ho più motivi per stare qui,quello che cercavo non c'è,chi cercavo neppure,vedrò di trovare un modo di andarmene da qui.Voi che farete?>chiese ai due compagni.

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Terion si strinse nelle enormi spalle.

Io viaggiavo soltanto alla ricerca di una cura al mio orrendo stato, e a quello della mia spada. Una volta era un oggetto straordinario, ma ora la sua mente è distrutta. Così ho perso l'ultimo amico che avevo...

Sospira, l'aria che sembra venir fuori da una grotta semi-crollata.

Temo che dovrò continuare a cercare.

E tu Black?

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  • 2 settimane dopo...

Black, però, non potè rispondere: il suo sguardo era stato letteralmente rapito da un tipo di manto che conosceva fin troppo bene. Da una porta laterale si avvicinò un'uomo vestito con gli abiti ufficiali dei chiarici della Torre Bianca: Black conosceva bene il vestito, ma per quanto si sforzasse non riusciva a ricordarsi di nessun chierico che avesse quel volto.

Lunghi capelli neri scendevano lisci sulle spale dell'uomo e il volto magro era sormontato da un lungo naso e due occhi neri profondi come la notte. Alla domanda che Black gli porse rispose di essere un chierico arrivato da poco alla torre, istruito nei sacri doveri e cresciuto nel rispetto della quasi leggendaria figura del paladino che aveva domato il Drago Rosso. La sua voce suonava come un testo scritto bianco su nero, anzichè nero su bianco.

Sorrise debolmente.

"Salve a tutti voi o potenti e leggendari combattenti..."

Fece qualche passo avanti e si pose in mezzo ai tre

"Io sono Mor, Figlio di Faius, demonologo planare e studioso dei piani superiori... Nonchè unico sopravvissuto al massacro di questa bella città, oltre a voi..." Diede una rapida occhiata sardonica in direzione del colonnato buio alle spalle del gruppo, per poi tornare a concentrarsi sui tre eroi che aveva di fronte.

"Ho studiato a lungo i piani superiori, quelli inferiori e quelli esterni, nonchè la magia e tutti gli effetti che può avere...ho studiato tanto a lungo e tanto a fondo che ho rintracciato la sorgente di ognuno di questi poteri, nonchè il sostentamento del piano materiale..."

Fece una pausa sorridendo di fronte alle espressioni attonite degli eroi che si trovavano ad ascoltare un chierico sconosciuto che vaneggiava sui suoi studi

"Voi forse non ci crederete, ma sono i sogni a plasmare ogni cosa, qui: i sogni di gloria e i sogni ad occhi aperti, così come i sogni notturni e i desideri dell'anima, tutti si uniscono e si rimescolano in un dove che io chiamo semlicemente il piano dei sogni, che fornisce materia per la creazione di magia e creatura fatate, male e bene condensati in possenti combattenti o dona agli uomini la possibilità di modificare il mondo e di create, con i sogni di fede, gli stessi dei...

I sogni sono strettamente legati a questo mondo: tutto qui dipende da essi male e bene, potere e debolezza, persino il fatto che la materia mantenga delle regole e delle forma fisse.... I miei studi mi hanno portato a dedurre addirittura che nella notte dei tempi, in un caos primigeneo sia nata sponteneamente una mente sognante, che coi suoi primi pensieri ha forgiato la vita e tutto ciò che la circonda...

Tutt'oggi i sogni forgiano il mondo, come vi ho già detto, e il potere maggiore di tutti, il potere risolutivo, quello che permetterebbe di controllare tutto a proprio piacimento sarebbe proprio quello di controllare il piano dei sogni....

Ma il punto è: perchè io, unico sopravvissuto a questa catastrofe oltre a voialtri, non fuggo o non chiedo aiuto ma mi limito a farvi questo complicato e forse fuori luogo discorso?"

Sorrise ironicamente all'indirizzo dei presenti, attendendo una risposta come un maestro fa con i suoi allievi nel momento in cui decide di portare avanti la lezione non per spiegazione, ma per tentativi di deduzione dei suoi pupilli...

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Ferion aveva la mente troppo affaticata per formulare una risposta convincente,ma provò ugualmente a rispondre a quello sconosciuto.

<Perche tu vuoi che impediamo che quel potere cada in mani sbagliate,cioè quelli che hanno distrutto la città,perchè qui vi è nacosta qualche informazione fondamentale per ottenerlo?>chiese incerto,con la testa dolorante.

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Il paladino si fece pensieroso,e nei primi momenti non disse nulla e si mise accostato ad una colonna.

Pesantemente seguiva le parole del chierico,e si chiese se quel paladino potesse essere lui.

Il drago rosso,Rufus.

Già Rufus,si era salvato?

Il chierico venuto dal nulla era ben disposto al dialogo,e sembrava conoscere molto.

Ma non parlò di Rufus.

Disse soltanto che erano gli unici sopravvissuti.

Aspettò che Ferion scilolinasse la sua azzardata ed alquanto inverosimile supposizione,ma di certo era difficile in quelle condizioni pensare a qualcosa di più lontano, gli si affiancò e lo superò di un passo salutando il chierico e dicendo

<non so chi tu sia nè da dove tu possa essere venuto in questa desolazione,ma prima di discutere di certe cose mi piacerebbe porti alcune domande,una su tutte,il mio drago,Rufus.

Di certo saprai pure questo,ma ha una colore rosso,dimmi lo hai veduto?

è urgente,gli sono molto legato e lui lo è a me>

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