Black Wolf Inviato 13 Settembre 2013 Autore Segnala Inviato 13 Settembre 2013 Il vecchio ti segue senza proferire verbo. Attraversate le rovine fumanti di Thorren Hall che trasmettono un forte senso di perdita. Vi fate strada cautamente tra edifici rosi fino alle fondamente, cadaveri carbonizzati e desolazione. Un tuono in lontananza preannuncia l'arrivo di una tempesta. Da sud est un enorme massa di nuvole nere fa da controparte alla cappa di fumo scuro che si innalza dalla città distrutta. Si avvicina a gran velocità e potete già scorgere gli ampi scrosci d'acqua che riversa sul mare tumultuoso. Varcate quelli che erano i portali di Thorren Hall, di cui rimangono solo due mozziconi di colonne lignee proprio mentre l'acquazzone vi raggiunge. Vi porta sollievo, specialmente a te che sei stata esposta al fuoco, il ricordo delle sue dita roventi che ancora ti fa dolere la gola e parte del volto. Il vecchio commenta, tetro: "Arrivi tardi Jordr." Si ferma e si volta a guardare la desolazione di Thorren Hall. La pioggia estingue gli ultimi focolari producendo scoppi di vapore rovente e infradiciando ogni cosa. Lava via il massacro e la sofferenza, pulendo le strade dal sangue caramellato dal fuoco, scorticando la fuliggine dalle strade, portando il sozzume di quei mostri fino al mare. "Soraya, tu conosci la leggenda di Skogas?"
Lamadanzante Inviato 13 Settembre 2013 Segnala Inviato 13 Settembre 2013 Soraya solleva il volto al cielo e apre la bocca perche' quanto piu' acqua fresca le bagne la gola riarsa dalle fiamme. Con un sospiro di sollievo riabbassa il volto e fissa l'anziano che cammina di fianco a lei. No, non la conosco...raccontamela. Forse mi dara' qualche indizio da come uscire da questa situazione e su come proseguire la mia ricerca!
Black Wolf Inviato 13 Settembre 2013 Autore Segnala Inviato 13 Settembre 2013 L'acqua fredda è come un balsamo per la tua gola martoriata. Scorre dolce e morbida come il bacio di un amante, donandoti sollievo. Anche il vecchio sembra godersela, sebbene non perda l'espressione truce e segnata. Si avvolge per bene nel mantello di pelliccia, coprendo la corazza e il suo equipaggiamento e diventando simile ad un orso. Al tuo invito risponde con un ferreo silenzio. Proprio quando pensi che non parlerà più, la sua voce profonda rompe il silenzio. Qualcosa nel suo tono è cambiato rispetto a prima. Sembra quasi un'altra persona. "La leggenda di Skogas risale ai tempi antichi, quando il mondo era coperto di neve e il nero mare non era ancora sgorgato dagli occhi affranti di Bikla. Allora gli uomini erano coperti di spesse pellicce e adoravano bestie e sassi. Skogas era una di queste pietre. Alto ed imponente, si stagliava come un monito molti metri sopra le teste degli uomini. Era venerato come un dio. Era motivo di contesa tra gli uomini, i quali si uccidevano a vicenda per il privilegio di rendergli onore con offerte e doni. Skogas era una grande roccia piena di anfratti e insenature. In queste guglie naturali gli uomini deponevano i propri morti. Quando al mattino successivo tornavano a salutare le spoglie dei cari, queste erano scomparse. Era segno che Skogas li aveva reclamati, portandoli con sè nel grembo caldo della terra. Un giorno Nodjifl, una forte guerriera delle tribù, decise che avrebbe scalato Skogas per guardare dalla sua cima il mondo. Per guardare il mondo con gli occhi di un dio. Nessuno osò opporsi alla sua decisione, così lei salì sulla cima della grande roccia. Qui si rese conto che gli occhi di un dio non erano poi così interessanti. Una fitta nebbia ammantava la cima di Skogas, celando il mondo alla vista di Nodjifl. Ma la sete di grandezza della guerriera era grande. Non sarebbe mai tornata in basso senza nulla da raccontare. Si mise ad esplorare la sommità della roccia e ben presto trovò una sorta di buco, un'apertura squadrata che conduceva ad un pozzo infinito nel cuore di Skogas. Decise di calarsi all'interno. In qualche modo vi riuscì. Nessuno la vide più. Passarono gli anni, e di Nodjifl non era rimasto che il ricordo e un figlio. Questo figlio decise di andare a cercare la madre. Ma non appena toccò Skogas, questo mutò la propria forma, avvinghiandolo con braccia di pietra e stritolandolo. Il figlio di Nodjifl fu inglobato dalla pietra, e di lui non si ebbe più traccia. Gli uomini, spaventati, decisero che Skogas non era un dio benigno. Nè cancellarono il culto ed iniziarono a costruire un grande macchinario per demolire la roccia. Ma non riuscirono mai a portare a termine il progetto. Furono tutti falcidati da mostri feroci usciti dal cuore della notte. Erano bestie immonde, creature che erano pallide imitazioni degli uomini. Erano privi di peli, dalle teste allungate e dagli sguardi spaventosi. Erano privi di occhi. Goffi e sgraziati, erano dotati di grande forza fisica e grande appetito. Divorarono gli uomini e distrussero le loro opere. Poi scomparvero nell'ombra da cui erano giunti. Per secoli non ci fu vita attorno a Skogas. Le epoche trascorsero. Bikla ebbe il cuore spezzato dalla morte del fratello e pianse fino a dar origine al mare. Skogas fu quasi del tutto sommerso, ma la sommità resto all'asciutto. La montagna al suo fianco divenne l'isola che noi chiamiamo di Thorren. La grande pietra andò dimenticata, finchè Thorren il Valoroso non vi si imbattè durante l'esplorazione dell'isola. Udì, trasportata dalle onde, la voce di Nodjifl che gli narrò la leggenda. Lui la insegno ai suoi compagni, che la tramandano fino a noi. Thorren compì grandi opere in quest'isola, ma all'età di sessant'anni, spinto da una curiosità bruciante, senza dir niente a nessuno, si recò su Skogas. Fu seguito, inconsapevole, dal suo fidato amico Gormundr, che lo vide traversare le Secche della Rovina a nuoto, salire sullo scoglio e, celato alla sua vista da un flutto marino, scomparire. Quando l'amico, angosciato, raggiunse Skogas, trovò soltanto pietra nera. Di Thorren, o di cavità nell terreno, nessuna traccia. Decise di costruirvi un faro in memoria di Thorren. Un faro che, come dissero i sacerdoti, era destinato a non spegnersi mai, emblema della memoria immortale di Thorren. Quanto si sbagliavano!".
Lamadanzante Inviato 19 Settembre 2013 Segnala Inviato 19 Settembre 2013 mmmm, interessante...che sia Skogas il mio destino? Il faro che non doveva spegnersi mai? Potrebbe essere... Grazie , una bella storia...pensi che questi mostri che abbiamo incontrato possano essere quelli della leggenda? O almeno dei lontani parenti? Comunque se non troviamo niente al forte, sara' meglio andare a visitare il faro. Forse la' potremo trovare delle risposte... Soraya era ansiosa di raggiungere il forte, era ansiosa di trovare delle risposte alle numerose domande che aveva da quando aveva lasciato la sua mentore...affretto' il passo...
Black Wolf Inviato 19 Settembre 2013 Autore Segnala Inviato 19 Settembre 2013 Procedete sotto la pioggia battente. L'acqua scioglie la neve, trasformandola in poltiglia fangosa, che vi rende difficile il cammino. Ogni tanto oltrepassate alcuni monoliti incisi, che indicano il sentiero verso il forte. Vari boschetti costellano l'isola, piccole foreste di abeti, larici e cerri. "Credo che le somiglianze siano molte. Se quelle bestie sono creature partorite dalla leggenda, poco possono i nostri sforzi. Eppure le nostre lame li hanno martoriati, e sembravano piuttosto morti quelli macellati per le strade. In ogni caso credo che a Skogas andremo comunque. Quantomeno per accenderlo." l'anziano, detto questo, tace, procedendo di buon passo. Camminate per l'intera giornata, fermandovi solo per bere un pò d'acqua e mangiare qualche cosa. Riuscite persino a beccare una lepre selvatica, infilzandola con una freccia, poche ore dopo che la pioggia smette di cadere. "Può far comodo per riempirsi la pancia." Le nubi restano dense e minacciose, ma la pioggia è cessata. Vi rendete conto solo dalla stanchezza che sta giungendo la sera. Trovate una gola rocciosa presso una bassa collina che può fornire riparo durante la notte. "Cosa dici Soraya, ci accampiamo?" chiede il vecchio.
Lamadanzante Inviato 19 Settembre 2013 Segnala Inviato 19 Settembre 2013 Mi affido alla tua esperienza...per me un posto vale l'altro, non sono molto esperta di vita selvaggia. Pero' si, ho bisogno di riposarmi e recuperare le mie energie magiche. E credo che anche tu debba recuperare le tue enrgie fisiche. Credi che possiamo accendere un fuoco? Per riscaldarci oltre che per cuocere quella bella lepre che hai catturato?... Oltre la stanchezza Soraya sentiva crescere anche la fame...il suo stomaco brontolo' per ricordargli questa semplice questione.
Black Wolf Inviato 21 Settembre 2013 Autore Segnala Inviato 21 Settembre 2013 "Fuoco? Con la pioggia che cadeva, la legna buona sarà del tutto fradicia. Senza contare che un fuoco è il modo migliore per dire a quei bastàrdi dove siamo. Pare che, nonostante la mancanza di occhi, ci vedessero molto bene!" tuttavia il vecchio si siede su una grossa pietra, srotolando un logoro fagotto che teneva legato alla schiena. Si tratta di una spessa coperta, che stende su una roccia piana e leggermente incava invitandoti a sistemarti lì, più comoda che puoi. Poi, presa la lepre ed un coltello dal filo letale, inizia a scuoiarla con perizia, rimuovendo la pelle morbida e tenendola da parte. Poi incide il petto e la pancia della bestiola, infilando due dita nello squarcio e tirando con violenza. Tutte le interiora dell'animale vengono fuori in un grumo sanguinolento. L'anziano comincia a separare organo per organo, mostrandoti i pezzi commestibili e scartando le vene e le mucillaggini. "Ecco Soraya, nessun bisogno del fuoco. Prendi questo fegato. Dolce come il latte, ti darà tanto nutrimento. Eccoti il cuore, è un pò duro. E i reni, che ti assicuro che sono ottimi. Io mangerò il cervello, se ti sta bene."
Lamadanzante Inviato 21 Settembre 2013 Segnala Inviato 21 Settembre 2013 Soraya era disgustata...gia' non le piaceva la carne cruda, figuriamoci le interiora...un ripugnante odore veniva dalla carcassa della lepre. Cercando di riprendersi dalla nausea, Soraya tiro' fuori la sua borraccia e bevve alcune sorsate di acqua. Ti ringrazio amico mio, ma non credo di poter mangiare quella roba in questo momento. Mangia pure quello che vuoi. Io aspettero' domani, sperando di avere piu' fortuna...se non ti dispiace dormirei ora, devo riposare. Svegliami quando e' il mio turno di guardia...buonanotte e...grazie per oggi, sei stato molto valoroso. Detto questo si avvolse nel proprio mantello e cerco' di dormire, nonostante gli orrori di quella giornata..
Black Wolf Inviato 23 Settembre 2013 Autore Segnala Inviato 23 Settembre 2013 "Devi nutrirti, Soraya, o non farai molta strada. Non voglio forzarti tuttavia. Se desideri dormire, ti auguro di riposare bene. Ne abbiamo entrambi bisogno." detto questo il vecchio si spazzola con gusto le frattaglia del leprotto, per poi coricarsi sotto una pesante pelliccia e chiudere gli occhi. L'alba giunge con un fragore di tuono. Un violento scroscio d'acqua ti ruba al sonno, strappandoti dal dolce oblio nel quale eri caduta e riportandoti alla realtà. Una realtà di fango e freddo, in cui il tuo anziano compagno duella con le cinghie del suo bagaglio nel tentativo di chiudere la guaina incerata impermeabile. "Bella giornata di mèrda, eh?" verbia, poi aggiunge "Dobbiamo andare!"
Lamadanzante Inviato 24 Settembre 2013 Segnala Inviato 24 Settembre 2013 Soraya si sveglia, infastidita per le fredda pioggia che cade su di lei. Non ha niente da ridire sulle parole del compagno. E' effettivamente una giornata di *****...spero pero' non peggio di quella di ieri... Si alza e stira i muscoli intorpiditi del suo corpo. Oggi voglio raggiungere il Forte. Pensi che ce la faremo? Voglio delle risposte e le voglio al piu' presto! E magari anche qualcosa da mangiare...che non siano...mmm...frattaglie! Dai , andiamo! E cercando di mettere positivita' nel tono di voce, si avvio'...
Black Wolf Inviato 24 Settembre 2013 Autore Segnala Inviato 24 Settembre 2013 Un grugnito scettico è la sola 'parola' che il vecchio pronuncia per quella giornata. Vi incamminate di buon passo nella pioggia, facendovi strada al meglio delle vostre possibilità tra fango, pareti rocciose rese scivolose dall'acqua e torrenti in piena. Per l'ora di pranzo, il tuo stomaco si fa notare emettendo un basso ringhio, ma riesci a placarlo con alcune ghiande che trovate in un boschetto. Camminate di buona lena, spinti dalla brama di un tetto sulla testa, un focolare e una risposta ai dubbi che vi attanagliano. Verso metà pomeriggio, il suono di un corno raggiunge le vostre orecchie, soffocato dalla pioggia battente. Sembra provenire dalle vostre spalle. Un'oretta dopo lo udite nuovamente, ma questa volta più vicino. "Hai sentito? Non promette niente di buono!" sussurra il vecchio, raddoppiando gli sforzi nello scalare una bassa collina. Trascorre un'altra ora e notate che il terreno comincia ad innalzarsi. La visibilità è infima, bloccata dal muro d'acqua che vi circonda. Un terzo suono di corno squarcia però il fragore del diluvio. Questa volta non si può sbagliare, è a meno di venti metri da voi. Ma non riuscite a scorgere nessuno, o nulla, nella parete di pioggia. Il vecchio estra lentamente lo spadone.
Lamadanzante Inviato 26 Settembre 2013 Segnala Inviato 26 Settembre 2013 Dei, fate che siano amici... Sussurrando al mio compagno, rendo parole i miei pensieri: Non potrebbero essere amici? Comunque, estrae il suo mazzafrusto e sta pronta ad attingere alla sua riserva arcana, che sempre scorre selvaggia nelle sue vene...si guarda intorno nervosa, cercando di vedere tra quel muro di acqua che li circonda da tutti i lati...
Black Wolf Inviato 26 Settembre 2013 Autore Segnala Inviato 26 Settembre 2013 "Può darsi. Continua a camminare, non può mancare molto al forte." risponde il vecchio. La tensione è palpabile, lo scroscio della pioggia vi assorda. Poi, d'improvviso, un rombo profondo fa tremare il terreno. Cavalli, nitriti, urla. Ombra nella pioggia passano a gran velocità a pochi passi da voi. Grida di dolore, rumore di spade. "Corri, Soraya!" ti dice l'anziano, prima di avviarsi di gran carriera nella direzione opposta al vicino, eppure invisibile, bagno di sangue.
Lamadanzante Inviato 26 Settembre 2013 Segnala Inviato 26 Settembre 2013 Ecco, siamo finiti nel bel mezzo di una battaglia. Spero questa volta di essere dalla parte dei vincitori...o almeno di continuare da quella dei vivi!! In preda a funesti pensieri Soraya si mise a correre dietro l'anziano guerriero, sempre stringendo nel pugno il suo mazzafrusto nero. Se doveva morire, sarebba morta combattendo, di questo almeno era sicura!
Black Wolf Inviato 27 Settembre 2013 Autore Segnala Inviato 27 Settembre 2013 Percorrete in corsa un centinaio di metri prima di sbattere contro qualcosa di molto grande e piuttosto robusto. Alzando gli occhi, vi rendete conto che si tratta di un grande muro in pietra coperta di muschio. Il rumore della battaglia alle vostre spalle è attutito dalla pioggia. "Eccoci Soraya! Finalmente il Forte della Notte!" esclama l'anziano "Dai, cerchiamo l'ingresso!" Percorrete alcuni metri rasentando il muraglione, prima di vedere di fronte a voi qualcosa che vi induce a fermarvi. Notate un robusto cancello in legno, chiuso, che si apre in una sorta di grande corpo di guardia in pietra. Davanti al cancello, schierati, dieci uomini armati formano un muro di scudi che, a prima vista, sembra impenetrabile. L'effige dipinta sugli scudi raffigura la testa di serpente marino che è simbolo di Thorren Hall. Non appena vi scorgono, uno degli uomini urla: "Fermi! Mostratevi, o sarete infilzati come lepri!"
Lamadanzante Inviato 27 Settembre 2013 Segnala Inviato 27 Settembre 2013 Siano ringraziati tutti gli dei, sono amici! Calma calma, siamo amici. Veniamo dal porto, siamo sopravvissuti a un attacco di strane creature partorite da chissa' quale inferno! Siamo venuti qui nella speranza di trovare qualche sopravvissuto e sembra che ci sia andata bene. Com e' la situazione del forte? Potete darci asilo?
Black Wolf Inviato 28 Settembre 2013 Autore Segnala Inviato 28 Settembre 2013 "Al porto non c'è più nessuno! Non prendermi per il cùlo! Sono tutti crepati!" risponde il guerriero, irato. Interviene l'anziano, tuo compagno, che, a gran voce sovrasta il fragore della pioggia. "Birger Krage ci manda! In vostro soccorso! Sbarcammo a Thorren Hall ieri mattina, ma di cinquanta di noi, siamo in due ad esser sopravvissuti. Gli altri sono morti e bruciati!" La risposta è silenzio. Poi due uomini si distaccano dal muro di scudi dopo aver ricevuto un ordine sussurrato dal guerriero che vi ha apostrofato. Vengono verso di voi, con le lance spianate. "Consegnate le armi. Sarete legati e condotti nelle prigioni, in attesa che il Haltmann giudichi la vostra situazione." per quanto nella voce ci sia dispiacere, lo sguardo sotto l'elmo è risoluto "L'alternativa è morire qui fuori. Dentro avrete cibo caldo e un bracere. A voi la scelta!" Il vecchio ti guarda, sconsolato. "Cani, non riconoscete un fratello? E sia, ecco la mia spada!" dice, porgendo la grande arma dalla parte del manico ai due soldati. Uno dei due la afferra, l'altro passa una corda attorno alle mani dell'anziano guerriero e la stringe. Tutti e tre ora puntano gli sguardi su di te.
Lamadanzante Inviato 28 Settembre 2013 Segnala Inviato 28 Settembre 2013 Siamo amici e abbiamo rischiato la vita per arrivare fin qui. Abbiamo lottato contro un gruppo di mostri inferociti, siamo sopravissuti e questo e' il modo con cui ci accogliete? Pensavo che i guerrieri avessero piu' onore! Soraya era inferocita! L'avrebbero rinchiusa in una cella ...questo era il premio per essere arrivati fin la' in mezzo a tanti pericoli! Pero' capiva che era inutile opporsi. Sperava che questo tipo che doveva giudicarli si rivelasse piu' disposto ad ascoltare le loro ragioni. Consegno' il mazzafrusto e la balestra ai tre guerrieri che aspettavano. Comunque mi rimane la mia magia...
Black Wolf Inviato 29 Settembre 2013 Autore Segnala Inviato 29 Settembre 2013 Mentre venite legati e bendati, udite ancora suoni di massacro in lontananza, alle vostre spalle. Poi due mani si posano sulle tue spalle, spingendoti leggermente per guidarti, dato che tu non vedi nulla per via del pezzo di stoffa che ti copre gli occhi. Quando la benda ti viene tolta, ti trovi in una cella umida, con piccole gocce di acqua che piovono dal soffitto. Sei in compagnia dell'anziano guerriero e di una guardia armata, che ti slega le mani senza proferire verbo prima di uscire dalla cella e chiudere una pesante porta di legno. Nella cella avete a disposizione un bracere acceso che a malapena riscalda l'ambiente. Due sgabelli di legno sono preparati intono ad un piccolo tavolo. Completano l'arredo due tavolati di legno sopra i quali sono adagiati due materassi di paglia e un paio di coperte. Giusto il tempo di un'occhiata intorno prima che la porta si apra, e una donna sulla cinquantina, con uno sporco grembiule di cuoio, entra con in mano un paiolo di rame da cui proviene un profumo invitante di zuppa calda. Con un sorriso, la donna dispone sul tavolo due scodelle di legno, due cucchiai e il paiolo. Da un tascone sul grembiule tira fuori una pagnotta nera e un fiaschetto di vino. "Non preoccupatevi, non resterete molto. Lo Haltmann sarà di ritorno a breve! Intanto mangiate e state al caldo."
Lamadanzante Inviato 29 Settembre 2013 Segnala Inviato 29 Settembre 2013 Soraya annuisce alle parole di quella che doveva essere la cuoca. Spera vivamente di non rimanere rinchiusa lì dentro per molto tempo. Poi lascia da parte pensieri e speranza e si avventa famelica sulla zuppa. Era affamata!
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