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Vanità - Campagna in solitaria per Lamadanzante


Black Wolf

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Inviato

La zuppa è molto buona, soprattutto perchè è la prima cosa che butti nello stomaco da un paio di giorni. Quasi ti ustioni la bocca, ma non importa. Ne trangugi mezzo paiolo, l'altro mezzo se lo mangia il tuo compagno. Divori anche il pane, ottimo e fragrante. Ti coglie un gran sonno, quel sonno che solo una profonda stanchezza può indurre. L'anziano, dopo mangiato, si corica in una delle brande, raggomitolandosi dentro le coperte e sistemandosi come meglio riesce. "Meglio dormire, amica mia. Tanto ci sveglieranno, in caso di novità."

Non te lo fai ripetere. La testa ti è pesante per la grande spossatezza, tanto che quasi finisci con la faccia nel piatto, appisolandoti da seduta. Ti metti dunque più comoda che puoi sulla branda e prendi sonno quasi subito, cullata dal tepore delle coperte, della pancia piena e del braciere. Il tuo sonno è profondo e privo di sogni, cosa di cui dovresti essere grata, dato ciò cui hai assistito. Purtroppo, però, ti sembra anche molto breve.

"Sveglia, prigionieri! Lo Haltmann vuole vedervi!" una mano guantata ti scuote bruscamente. Il volto imberbe di un ragazzo ti intima di svegliarti da dietro un elmo troppo grande per lui. Del sangue insozza la sua livrea, e nel tono ha l'urgenza. Il tuo anziano compagno si sta alzando dalla branda, imprecando per il brusco risveglio.

Venite di nuovo bendati e la sola cosa di cui hai cognizione è che ti fanno salire delle scale. Quando ti tolgono la benda, ti trovi in una stanzetta claustrofobica. Un semplice tavolo di legno, qualche sedia e un paio di armadi ingombrano un'ambiente di pochi metri quadrati. Il disordine regna sovrano: mappe, fogli, pugnali, barili, bottiglie vuote, piatti sporchi e pelli di animali affollano ogni superfice disponibile. Un forte odore di fumo è provocato da un caminetto che arde allegro. Fortuna che alcune candele illuminano fiocamente l'interno, poichè l'unica finestra somiglia estremamente ad una feritoia.

Una donna sulla trentina, dal fisico tonico e dai capelli biondi raccolti in una crocchia severa sta in piedi presso la feritoia, scrutando all'esterno. Il suo volto è sporco di sangue e le gambe sono ancora protette da schinieri di metallo. Un medico sta armeggiando attorno alla spalla di lei, da cui sgorga sangue scuro. Il ragazzo che vi ha condotti qui vi annuncia: "I prigionieri, Haltmann!"

A questo richiamo la donna si gira, piantandovi occhi verdi e severi sul viso. "Convincetemi che non siete spie."

Il tuo anziano compagno si fa avanti, subito tirato indietro dal ragazzo di scorta. "Signora, veniamo da Kaupang. Sono Herjolf, zio del Krage Birger. Il nostro sangue è lo stesso! Siamo arrivati tre giorni fa per soccorrervi! Ma siamo stati trucidati! Siamo gli unici sopravvissuti."


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Inviato

Il mio compagno ha ragione. Esclama Soraya, che non si aspettava una donna in quella posizione. Siamo accorsi in vostro aiuto, ma al porto un gruppo di quelle infernali creature ci ha teso un agguato. Siamo riusciti a salvare la pelle per miracolo! E poi siamo onesti...se il vostro nemico e' lo stesso che abbiamo affrontato giu' al porto, dubito che usi umani come spie! Soraya respiro' profondamente, dopo riprese: Siamo chi diciamo di essere. E siamo disposti ad aiutarvi...sembra che abbiate bisogno di tutto l'aiuto possibile!

Inviato

La donna congeda con un gesto della mano il medico che stava finendo di tamponare la ferita. Vi ascolta mentre studia una mappa disposta sul tavolino, mentre si copre la spalla nuda e sangunolenta con la manica della casacca che indossa. Passano alcuni secondi prima che ti risponda.

"In effetti è così. Ci servono persone capaci. E se voi siete chi dite di essere, allora siete i benvenuti. Domando scusa per il trattamento che vi abbiamo riservato, ma la situazione è quella che è." vi osserva alternatamente, sempre poggiata con le braccia sul tavolino. Si rivolge al ragazzo che vi ha scortati. "Togli quelle manette, Erik. Poi porta del vino caldo ben speziato e chiamami Jorkard. Ah, porta anche una tinozza d'acqua e qualche salvietta con un pezzo di sapone."

Il giovanotto vi scioglie dai vostri legacci, affrettandosi ad eseguire gli ordini dello Haltmann. Una volta soli, la donna si siede stancamente su una delle sedie, invitandovi con un gesto a fare lo stesso. "Così vi manda Birger. Come avete saputo dell'attacco a Thorren Hall? Cosa sapete di quanto è successo?"

Inviato

Il faro si e' spento, il faro che teoricamente mai si sarebbe spento. E poi abbiamo visto l'incendio dalla terraferma. Il tempo di raccogliere uomini e imbarcazioni e subito abbiamo preso il mare per venire a vedere cosa era successo e portare il nostro aiuto. Purtroppo mentre controllavamo le rovine del porto, siamo stati attaccati e il capitano e tutti gli altri sono morti per mano di quelle creature infernali. Noi abbiamo ucciso quelle che rimanevano e poi abbiamo deciso di venire fin qui, sperando di trovare ancora qualcuno!

Inviato

Mentre parli la porta si spalanca. Un uomo sulla quarantina, con indosso una semplice giubba di cuoi e con la fronte fasciata e sanguinante, fa il suo ingresso. "Haltmann, al tuo servizio!" dice a gran voce. "Dei feriti, signora, due sono morti. Gli altri sono in infermeria, i medici li stanno rattoppando. In totale dodici perdite. Hormur e i suoi hanno seguito quelle bestie superstiti fino alla costa, poi le hanno perse nella nebbia." abbandona poi il tono ufficiale per sedersi, ignorandovi, vicino a voi, e rivolgersi in modo confidenziale alla donna. "Se posso esprimermi, Isolde, qua ci facciamo la fine del topo. Non siamo in molti ormai, e la gente non ha fatto in tempo a portar via cibo da Thorren Hall. Se non ci fanno fuori quei cani, sarà la fame, o questa fottùta pioggia a ucciderci."

Il ragazzo che vi ha condotti qui rientra con una cuccuma e vari bicchieri di terracotta. Ad ognuno versa un pò di vino fumante. L'uomo ringrazia e beve avidamente. La donna, Isolde a quanto pare, prende la parola. "Jorkard, questi due sono i prigionieri di ieri sera. Sono tutto quello che è rimasto degli aiuti mandati da Birger Krage. Vogliono darci una mano."

L'uomo si alza in piedi di botto, facendo cadere la sedia e imprecando oscenamente. "E cosa càzzo ci facciamo con questi due! Un vecchio e una donnetta buona da maritare!" Si avvicina all'anziano guerriero andando a pochi centimetri dal suo volto e afferrandolo per il colletto "Siete tutto quello che il tuo Krage sa inviarci? Gli scarti di Kaupang?"

"Basta!" l'ordine di Isolde è perentorio e secco. Si alza a sua volta, scolando il vino caldo e gettando il bicchiere di lato. "Come ti permetti di trattare così degli ospiti! Hanno visto i loro compagni crepare come mosche, proprio come noi! E sono qui per aiutarci! Lo capisci, Jorkard? Smettila di frignare e controllati!"

L'uomo di lascia cadere sulla sedia, fumante di collera. La donna resta in piedi, e si rivolge a voi. "Quali sono le vostre capacità? Come pensate di esserci utili?"

Inviato

Soraya rimase impassibile davanti a quella scenata. Anche se doveva ammettere che quell'uomo la intimoriva! Poi quando la donna lo mette a tacere, sospira e risponde: Io non sono molto portata nelle armi, anche se con il mazzafrusto me la so cavare. Pero' pratico l'arte arcana e posso aiutare con la magia in combattimento... Non specifico' quale tipo di magia. Era abituata a vedere la gente reagire male a chi praticava la necromanzia.

Inviato

"Io sono armigero. Il mio spadone lo avete voi." dice laconico Herjolf, guardando risentito l'uomo.

Isolde ritorna al tavolino e vi mostra una grossa mappa dell'isola, simile a quella che avete voi, ma più grande e dettagliata. "Vedete, noi ora controlliamo soltanto questo forte. Ieri sera, quando siete arrivati, qui bastàrdi cercavano di prenderci di sorpresa. Abbiamo dato battaglia e li abbiamo respinti. Siamo ormai meno di cento. Tutto ciò che rimane della Guardia di Thorren Hall. Con noi abbiamo donne e bambini, in numero tre volte superiore al nostro. Quando abbiamo abbandonato le nostre case, tre giorni fa, ci siamo fatti strada combattendo quelle creature infernali. Molti sono morti. L'ultima volta che ho posato lo sguardo su Thorren Hall, era in fiamme." si ferma un momento, come se rievocare quell'immagine le costi fatica. Jorkard, respirando affannosamente per la frustrazione, ascolta ad occhi chiusi il racconto. "Non sappiamo da dove arrivino quelle creature. Di sicuro non dal mare, le coste sono sempre ben presidiate. Non possono essere sempre state qui, le avremmo scovate. Io e Jorkard pensiamo possano aver scavato dei tunnel sotterranei. Sembrano vederci bene nonostante la mancanza di occhi, fatto che fa pensare che da dove vengono non hanno bisogno di luce. La cosa più inquietante di tutta la faccenda è che Skogas è spento. Stiamo valutando di andare a controllare, ma abbiamo pochi uomini e sprecarli in azioni avventate sarebbe sciocco."

Inviato

Skogas Skogas...sembra che sia quello il mio destino...si, me lo sento nelle ossa! Facendosi coraggio, con un leggero colpo di tosse chiamò l'attenzione dei presenti: Possiamo andare a dare una occhiata noi, se vuoi. E poi tornare a riferire quello che abbiamo visto. Dammi solo due uomini ...due uomini in più o in meno non faranno la differenza nella difesa della roccaforte, ma possono aiutarmi a scoprire, forse, qualcosa di fondamentale!

Inviato

Alla tua proposta interviene Jorkard. "Ma sei matta? Lo sai cosa c'è la fuori? Neanche fossi il fottùto Thorren in persona riusciresti a portare il tuo bel culètto di nuovo a casa!"

All'ennesimo sbottare dell'uomo, il tuo anziano compagno balza dalla sedia con un'agilità sorprendente per la sua età. In un attimo afferra la spalla dell'uomo, spingendolo in ginocchio contro al tavolino e premendo il proprio avambraccio destro contro la sua gola, che si trova così intrappolata tra la morsa di ferro del vecchio e il bordo del tavolo. "Non bestemmiare, grand'uomo." gli ringhia sarcastico. Allenta la presa quel tanto che basta all'uomo per respirare e riprende "Ragiona, in pochi avremo migliori possibilità di passare inosservati. Senza contare che saremo anche più veloci."

Interviene Isolde, che non si è scomposta più di tanto davanti all'aggressione dell'anziano guerriero. "Lascialo, Herjolf, non serve a niente scornarci fra noi. E te Jorkard, smettila. Non farti prendere dall'ansia." gli si avvicina, il vecchio lascia la presa e torna a sedere. Lei pone una mano sul viso dell'uomo, sussurrandogli parole di conforto all'orecchio che riesci a malapena a sentire "Lo so che hai patito più di tutti. Ma non è il momento di crollare. Forza, fratello mio!" Jorkard sembra afflosciarsi sotto il peso di chissà quale sofferenza. Si accascia sulla sedia e resta in silenzio. Isolde riprende, voltandosi verso di voi: "D'altronde avete ragione, pochi uomini sono più mobili e possono nascondersi meglio. Sia, avrete due uomini, provviste e tutto ciò che potra servirvi dai nostri magazzini. Quando intendete partire?"

Inviato

Credo che la situazione imponga di muoverci il piu' velocemente possibile. Come tu stessa hai detto, non sai quanto ancora potrete resistere. Quindi, il tempo di mangiare qualcosa di caldo e nutriente, recuperare le nostre armi e incontrare i nostri due compagni e possiamo partire. Quanto e' distante il faro da qui? Pensi che potremo raggiungerlo prima di notte? Hai una mappa dettagliata della zona?

Inviato

"Nè dubito." ti risponde Jorkard, rompendo il suo silenzio "Skogas dista due giorni di buon passo da qui. Senza contare che bisogna attraversare le Secche della Rovina per raggiungerlo. Sperando che il mare sia buono."

"Di mappe ne ho scarsissime, non posso privarmene, ma vi affiderò un uomo che conosce quest'isola come le sue mani. Non perderete la strada." aggiunge Isolde "Se avete bisogno di rifocillarvi, tra poco la mensa serve il pranzo. Poi vi accompagnerò ai magazzini e vi presenterò i vostri compagni, se vi sta bene. Ora ristoratevi un poco. Potete rilassarvi nel Parco di Ferro, se vi và. C'è uno stagno di acqua termale, tiepida e piacevole. Il Forte è ricco di angoli in cui riposare le membra stanche. Siete liberi. Ci rivediamo a pranzo!"

Inviato

Soraya si alza dalla sedia. Era soddisfatta dell'accordo, anche se doveva ammettere di aver paura. Sicuramente sara' meglio mangiare qualcosa. Chissa' quando potremo mangiare qualcosa di decente nei prossimi giorni. A dopo. Salutando tutti Soraya si dirige per prima cosa nel laghetto di acque termali. Aveva proprio voglia di togliersi di dosso tutta la sporcizia di quei giorni...cerca un posto isolato e si toglie tutti i vestiti, prima di immergersi nell'acqua calda. Il passaggio dal freddo intenso al caldo e' shockante, ma al tempo stesso molto piacevole. Rimane immersa in quelle acque una buona mezz'ora. Dopodiche' si reca alla mensa, mangia avidamente quello che le viene offerto e dopo si dirige al magazzino, per incontrare i suoi nuovi compagni...

Inviato

L'anziano guerriero si congeda insieme a te, poi, una volta fuori dalla stanza, ti saluta, dandoti appuntamento a pranzo e accennando ad alcune 'faccende' che deve sbrigare. Così ti ritrovi finalmente sola, libera di goderti, seppur per pochi attimi, il cielo grigio del Gelido Nord, quel freddo pungente e sottile che ti fa sentire limpida, trasparente.

Il Forte della Notte si rivela essere piuttosto grande e ricco di vicoli stretti e tortusi, scalinate, balconi, poggi, nicchie scavate sul fianco del monte su cui ha sede. Trovi con relativa facilità la strada per il Parco del Ferro e lo raggiungi passando per un tratto sul parapetto delle mura interne del Forte. Da qui, data la giornata nuvolosa, ma limpida, dopo la grande tempesta di ieri, riesci ad ammirare quasi tutta l'isola, che ti stupisce per il suo aspetto brullo, selvaggio, e al contempo terribilmente affascinante.

Il Parco del Ferro è un piccolo cortile tra una delle torri di vedetta e le mura dell'edificio adibito a mensa. Senti già il profumo del cibo in preparazione, che ti fa borbottare lo stomaco. Tuttavia l'esigenza di pulizia ha il sopravvento sulla fame, così, oltrepassao un vicolo coperto, e accettati alcuni panni per coprirti dopo il bagno da una donna addetta al Parco, ti ritrovi in un mondo surreale e in contrasto con la realtà crudele e feroce che ti ha circondata fino a poco prima. Vapore sulfureo impregna l'aria rarefatta del Parco, dove crescono rigogliosi salici e cespugli di ginestre. Il tepore è magnifico e quando ti lasci abbracciare dalle acqua ribollenti dello stagno, ti senti rinascere.

Con le membra rigenerate e ben riposate fai il tuo ingresso un'oretta dopo nella mensa, già mezza piena di soldati, donne e bambini che sono mesti e stranamente silenziosi. Individui Herjolf e Isolde seduti ad un tavolo, in attesa del pasto. Li raggiungi e poco dopo viene servito uno stufato di montone con pezzi di pane nero raffermo, fagioli bolliti e un buon boccale di birra profumata. Tutto è ottimo, e ti riempi per bene la pancia, godendo del tepore e della sensazione di sazietà dopo il pranzo.

Isolde vi conduce poi in un sotterraneo del forte, dove ha sede il magazzino/armeria. Un soldato vi consegna la roba che vi era stata requisita durante l'arresto, poi la Haltmann vi dice: "Avete accesso libero all'armeria e al magazzino. Se pensate che possa servirvi qualcosa, chiedete al Mastro armiere Lokmund, qui. Io vado a chiamarvi i compagni di viaggio."

Spoiler:  
Se ti può servire un qualunque oggetto del valore non superiore alle 2.000 mo, puoi provare a chiedere se è presente.
Inviato

SOraya risponde che non ha bisogno di niente e si mette in attesa dei suoi nuovi compagni. Si sente bene, come non si sentiva da giorni. Il bagno nelle acque termali e il pranzo caldo l'hanno messa di buon umore. Anche l'impresa che ha di fronte le sembra ora meno proibitiva. Con impazienza si mette a camminare avanti e indietro...Spero non ci mettano molto...

Spoiler:  
Mancava solo l'albero del cuore e sembrava di essere a Grande Inverno! :-)
Inviato

Anche il vecchio sembra essere soddisfatto del suo equipaggiamento, così aspettate in silenzio pochi minuti, prima che Isolde torni, seguita da una ragazza, che avrà sì e no sedici anni, e da un giovane uomo vestito di una leggera corazza di cuoio e con un lungo arco a tracolla.

Lo Haltmann ve li presenta sbrigativamente. "Ecco, questi sono Gudrid, Sacerdotessa di Bikla e Olaf, cacciatore dei Colli Verdi. Vi accompagneranno a Skogas. Mi raccomando, evitate di ingaggiare il nemico, e fate in fretta. Non siate avventati, ma nemmeno fate con troppa calma."

La ragazza sorride, con un piccolo cenno del capo. Il giovane uomo resta in silenzio e impassibile, come se ciò che viene detto non lo riguardasse.

"Dimenticavo" aggiunge Isolde "Olaf è muto dalla nascita."

Inviato

Un muto e una ragazzina...beh, niente male! Ma aveva imparato da tempo che non si doveva giudicare dalle apparenze. Lei era comunque una sacerdotessa, sarebbe stata utile...così si alzò da dove era seduta e strinse la mano ai due nuovi compagni: "Un piacere conoscervi. Spero potremo avere successo insieme, nella nostra impresa. Se siete pronti, credo che possiamo metterci in marcia!"

Inviato

La ragazzina replica, seria "Bikla ci guarda. Non falliremo." poi Olaf, senza preavviso, si mette in marcia. Vi conduce fuori da una porta secondaria del Forte, facendovi inoltrare nella brughiera nebbiosa e camminando per ore ed ore, in silenzio. Gudrid non dà segni di stanchezza, nonostante la marcia rapida e forzata, mentre Herjolf, il tuo anziano compagno, sembra piuttosto affaticato. Ansima come un vecchio mantice, ma con espressione ostinata non rallenta il passo. Olaf invece pare non accorgersi dell'andatura pesante che state sostenendo. Da guida esperta vi concede qualche minuto di pausa ogni ora, pause in cui lui scompare nella nebbia, per poi tornare e farvi cenno di ripartire.

La sera giunge in fretta, ma Olaf non fa segno di rallentare. Ora anche l'energia giovanile di Gudrid è fiaccata e sforza visibilmente per tenere il passo. Anche tu sei stremata, ma non sei da meno. D'un tratto, quando l'oscurità è ormai calata, Olaf fa segno di fermarsi, portando un dito sopra le labbra per indicarvi di fare silenzio.

Spoiler:  
Fai una prova di ascoltare
Inviato

Riesci a udire delle voci, rauche e gutturali, provenire da dietro un grosso masso muschioso. Non parlano la lingua Comune, bensì un idioma secco e raschiante, sembrano, ti viene in mente, due cani che si ringhiano contro a vicenda. Le voci sono due.

Olaf sembra in ascolto, mentre Gudrid e Herjolf non sembrano accorgersi di nulla, e osservano attoniti la vostra guida, tenendo il fiato.

Inviato

Soraya sussurra a Herjolf e Gudrid: C'e' qualcuno dietro quel grande masso, e non sono umani...non fate rumore. Poi tocca un braccio a Olaf e gli fa un cenno verso il masso: Vai a vedere di cosa si tratta. Tu sei il piu' silenzioso di tutti noi...fai attenzione!

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