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Il Tomo di Ifar


Black Wolf

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Inviata

Dopo una notte di riposo in qualche bettola, locanda o osteria di Blodhevn, l'alba giunge repentina, tingendo le strade di malinconia e mettendo in fuga ladruncoli ritardatari affaccendati in chissà quali loschi traffici. Ti svegli tonico e pieno di energia, iniziando la giornata, una volta tanto, con una carica di ottimismo. Una rapida colazione è tutto ciò che ti concedi prima di raccattare le tue cose e dirigerti alla Porta del Lupo. Capisci bene perchè l'hanno chiamata così. Le guardie dai mantelli color ruggine tengono alla catena almeno una dozzina di enormi bestie feroci, che lanciano occhiate fameliche alla gente, ma specialmente ai carri dei macellai che si recano al mercato. Le guardie pretendono un obolo per entrare, ma tu stai uscendo, per cui non ti degnano di uno sguardo. Solo i lupi ti scrutano, fiutando l'aria che ti lasci dietro come se fossi un boccone succulento.

La piazzetta esterna al grande portale è gremita di contadini e piccoli commercianti in attesa di poter entrare, ma il tuo occhio esperto riconosce subito le persone che cerchi. Sono persone che, come te, hanno il volto segnato dalla vita, dalle esperienze non sempre facili, dal troppo visto e dal troppo fatto. Sono avventurieri, gente fuori dalle logiche di quelli che amano definirsi 'persone normali'. Ne conti due, ma altri stanno giungendo, quasi contemporaneamente a te. Vi riconoscete per la vostra natura, e formate un piccolo capannello dissociandovi dal marasma di gente accalcata presso la porta.

@tutti

Spoiler:  
Questa descrizione generica vale per ognuno di voi. Vi incontrate. Fornite una breve descrizione di voi stessi e, se volete, scambiate qualche parola. Della persona che deve istruirvi non c'è ancora traccia.

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Inviato

ALEXANDER

Si sveglia pieno d'energia e con voglia di fare. Si rende conto che quello che inizierà oggi potrebbe essere quello che finalmente lo porterà a quello che più agogna nella vita: entrare a pieno diritto nella società guerriera del suo popolo e guadagnare abbastanza per crearsi un seguito per ottenere poi il comando di una nave della flotta!

Eccitato da questi pensieri, scende veloce le scale della locanda dove ha passato la notte e , dopo una colazione frugale, si dirige al luogo dell'appuntamento , uscendo per la Porta del Lupo. Passando osserva gli splendidi animali, sentendo una forte empatia con loro e desiderando intensamente correre nei boschi con loro e ululare alla luna! Reprimendo l'istinto animale che sente crescere dentro di se, Alexander prosegue e esce sulla piccola piazza che funge da entrata alla città .

Riconosce subito, in mezzo all'altra gente, un po' fuori la strada, il gruppo di persone che probabilmente è lì per il suo stesso motivo. Si avvicina a loro, ma standosene in disparte , senza allacciare discorso. Si trova più a suo agio con gli animali piuttosto che con le persone.

Inviato

KODZAR DU ZIR

La notte è trascorsa tra mille pensieri, eccitazione mista ad un po' di timore, voglia di rimettersi in gioco, voglia di esplorare l'ignoto: è sempre così per Kodzar prima di una partenza. L'alba lo coglie ancora sveglio, ma lui è temprato dalla tipica resistenza della sua razza, per cui non fa a caso a qualche ora di sonno in meno. Il rito mattutino è sempre lo stesso: visita alla latrina per svuotare i litri di birra ingurgitati la sera prima, un'ora di preghiera per venerare il Dio Possente, Ras Kerg, una visita all'oste per chiedere una birra a colazione.

Meglio sbrigarsi, non mi piace far tardi agli appuntamenti importanti.

Indossata l'armatura e lo zaino con tutto il necessario, si avvia verso il luogo di incontro. I lupi di guardia gli riservano il solito sguardo famelico:

Mi mettono i brividi! Scommetto che non vedono l'ora di assaggiare un po' di carne di nano. Gli umani e i loro strani modi di fare la guardia...

Arrivato in piazza nota subito un gruppo di persone fuori dal coro.

Saranno di sicuro i miei compari di viaggio.

Heilà gente, è un buon mattino questo per partire alla volta dell'ignoto. Io sono Kodzar Du Zir, al vostro servizio.

Inviato

THERN

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Poso il boccale d'acqua e mi alzo, uscendo dalla locanda che mi ha visto suo ospite per più di un mese: è passato fin troppo tempo dall'ultimo incarico che sono riuscito a procurarmi, e l'apatia stava diventando un carico fin troppo grave per delle spalle abituate a sopportare il peso dell'acciaio. Non sono avvezzo al riposo, questo l'ho scoperto da anni, e l'inattività forzata è una sfida troppo ardua per chi trova ben poca differenza tra un letto di piume e un pagliericcio nel bosco.

Quell'annuncio è stato un vero colpo di fortuna!

L'aria frizzante del primo mattino mi invade bruscamente, anche se ai miei polmoni pare fin troppo calda, così diversa dal gelido vento che spira tra i Monti Neri; scosto infastidito il grigio mantello di lupo, il quale ricade alle spalle dell'elaborata armatura che mi ricopre: un vezzo - forse l'unico che mi sia mai permesso - costatomi anni di sudore e ferite.

Mi dirigo così verso la Porta del Lupo.

Ricordo che, la prima volta in cui passai da quell'accesso a Blodhevn, un brivido mi corse lungo la schiena: le dodici belve ringhianti, selvagge e fameliche, mi scrutavano astiose, e io non potei che pensare a quelle catene di ferro, che mai dovrebbero imprigionare la forza e il valore del lupo... un affronto agli spiriti, un affronto agli dèi, un affronto ai miei stessi antenati!

Da quel giorno cercai sempre di evitare la Porta, ma oggi, costretto a tornarci, di nuovo quello stesso brivido mi percuote, facendomi istintivamente condurre la mano destra verso i capelli dal colore del fuoco

Corti, troppo corti da troppo tempo... mi dico ...ma arriverà il tempo in cui permetterò che crescano di nuovo

Scosto lo sguardo dagli animali, sposto la mente dai miei pensieri, e mi guardo attorno cercando altri che, come me, hanno deciso di rispondere all'annuncio.

Vi sarà una selezione? In quanti verranno scelti? Sarò costretto a viaggiare con qualcuno? Domande simili a queste mi passano davanti, mentre occhi freddi e sospettosi scrutano le persone che mi trovo dinnanzi.

Alcuni lupi non sono animali da branco.

Qui voi siete per annuncio? domando avvicinatomi al gruppetto. Il Comune non è certo ottimo, ma l'accento è quello dei Monti Neri - come i miei tratti del volto non esitano a dimostrare - e le genti di quei luoghi non sono conosciute come fini letterate...

Inviato

Jacques "Lucky Strike" Jeddens

Clever_Gambler.jpg

Mi sveglio con addosso ancora un po' dell'odore di alcol della sera prima, oltre che col profumo di donna caldo ancora che mi abbraccia le labbra.

Mi rigiro tra le lenzuola, e vedo il volto di lei, dormiente. Mi rigiro ancora, abbandonando con lo sguardo i capelli dorati e lunghi della fanciulla, per cercare di raccapezzarmi. Dal mobilio che vedo intorno, non è di certo il mio alloggio.

Sinuoso come una silfide scivolo dunque fuori dal letto, ritrovando con le mani i vestiti, e senza far rumore alcuno sgattaiolo verso l'uscio, che con gesti rapidi e sapienti della mano apro e richiudo dietro me in un battito d'ali di farfalla estiva.

Mi sistemo in strada, alla buona, mentre comincio ad orientarmi. Identificata la zona in cui mi trovo, mi prendo un momento in più: mi allaccio i bottoni della camicia di seta, che subito rimetto nei calzoni con cura, mi allaccio la cintura di pelle nera, e mi sistemo i capelli corvini e lunghi con rapide passate delle mani, che poi lisciano a loro volta la pelle priva di barba del viso. Dopo di che riporto la mia tuba sul capo, con gesto teatrale.

Molto meglio Commento, sorridendo. Guardo poi il sole, capendo che ore si sono fatte. Cavolo se è tardi, meglio che mi sbrighi! Sguscio fra i vicoli, raggiungo con i polmoni che scoppiano il mio alloggio, e prendo tutto il mio equipaggiamento: zaino, armatura, pugnali, ed esco in tutta fretta.

Mi dirigo allora a passo spedito verso la porta del lupo: il mio sguardo indugia per un attimo verso le bestie feroci, poi, attraversato l'antro e raggiunta la piazzetta, mi guardo un po' intorno. Noto figure fuori dal comune, e porto le mani dietro la schiena, mentre avanzo. Allegro l'amichetto Mentre sento le parole del nano, appena prima che possa presentarmi, il colloquiare un po' grezzo del rosso mi precede. Mi volto quindi verso di lui, con un sorriso ammiccante, e dico ad entrambi, facendo una sorta di inchino a metà, con il capo e di poco le spalle: Si Signori, son qui per l'annuncio, come voi anche, suppongo. Sospiro L'educazione esige che mi presenti: mi chiamo Jacques, anche se sono conosciuto con nomi differenti in differenti ambienti...ma nel caso dovessimo peregrinare insieme, gli "intimi", per così dire, mi chiamano "J".

Inviato

Ho sempre amato unirmi a compagnie zeppe di persone loquaci e allegre, così da rendere il viaggio stesso un'avventura. Di solito, però, i compari più affidabili si son sempre rivelati quelli più silenziosi.

Kodzar si sfiora la cicatrice sull'occhio destro, apparentemente immerso in qualche ricordo, dal quale riemerge con aria più seria e dura. Il suo volto non ha mai ispirato simpatia, ma chi lo conosce sa bene che è solo l'impressione, che sotto la dura scorza di un nano spesso si nasconde uno spirito da giovane impaziente di vivere la "bella vita".

Il tipo con quello strano accento sembra meglio non farlo arrabbiare, ma può esser molto utile in uno scontro visto il suo fisico. Questo damerino appena arrivato mi sembra più un attore di teatro che altro, meglio tenerlo d'occhio. L'altro è muto, buon segno. Chissà cosa sanno fare...

Bene ragazzi, l'annuncio diceva che cercavano 4 avventurieri ardimentosi: eccoci. Come giustamente afferma J, l'educazione esige una presentazione, conoscere almeno i vostri nomi. Tu come ti chiami giovanotto? - indica con la mano destra il ragazzo rosso col mantello di lupo sulle spalle.- E tu avvicinati, non ti mangiamo mica... - dice rivolgendosi all'uomo in disparte.

Inviato

THERN

Al ricevere una risposta, mi volto verso il nuovo arrivato.

E questo come è conciato?

Alzo il sopracciglio, squadrandolo da cima a piedi: tuba, seta, scarpe eleganti... di sicuro non molti avventurieri avrebbero scelto un abbigliamento simile!

Crede forse che il Tomo sia nascosto in qualche salottino buono? Mi sfugge un sorrisetto sarcastico Speriamo che non si riveli una palla al piede...

Una voce mi distoglie però da questi pensieri

...Tu come ti chiami giovanotto?
mi giro verso l'ultimo arrivato, notando subito lo sfregio sull'occhio

Ottimo: le cicatrici sono sempre un buon segno... dopotutto, per avere il segno di una lama, tale lama deve esser stata affrontata

Io Thern... rispondo ...lui Nerartiglio... poggio la destra sullo spadone riposto, nel fodero, al mio fianco ...lui non sapere e indico con l'altra mano la pelle che mi ricopre le spalle

Inviato

Thern, tu e Nerartiglio mi sembrate la spalla ideale in un combattimento. Resta al mio fianco e tutto andrà bene.

Col sorriso sulle labbra, Kodzar individua lo straniero come possibile ricevitore di alcune sue magie:

Chissà che impressione fa se diventa ancora più grosso. Quella spada ha tutta l'impressione di fare molto male!

E tu J, qual è la tua arte?

Inviato

Jacques

Io?Sorrido, con una finta vena di stupore negli occhi, alla domanda di Kodzar, facendo un mezzo passo indietro e e allargando le braccia.

Penso si noti immediatamente: sono guerriero esperto e brutale, non si capisce? Scherzo in maniera evidente coi miei interlocutori. Poi, con un gesto della mano, passo i polpastrelli al di sopra della camicia di seta, scivolando fino alla tasca destra. Da questa, estraggo una moneta, che comincio a far saltare da un dito all'altro, fra le falangi. Tutto d'un tratto, in uno schiocco, provo a far sparire il piccolo pezzetto metallico, nel nulla.

@Master

Spoiler:  
Vorrei provare a fare una prova di rapidità di mano. Roll(1d20)+15:

12,+15

Total:27

Inviato

Alexander

Alexander , sentendosi rivolgere la parola, si avvicina a quelli che probabilmente saranno i suoi compagni in questa avventura. Alza lo sguardo tranquillamente e lentamente, incrociando gli occhi di tutti, solo per un secondo: Molto piacere...mi chiamo Alexander, di Thorren Hall.. Poi ritorna nel suo silenzio. Strane persone...vedremo di chi posso fidarmi.... Rimane zitto, guardandosi intorno in attesa di colui che gli avrebbe dato le istruzioni che gli servivano. Sentiva una forte agitazione dentro di se...non vedeva l'ora di iniziare!

X tutti

Spoiler:  
Davanti a voi vedete un ragazzo alto, ma piuttosto magro e goffo. La sua pelle scavata dal sole e gli occhi di un verde profondo. Non porta armi e la sua armatura sembra coperta di foglie e rami.
Inviato

@Jaques

Spoiler:  
Riesci con facilità a far scomparire la moneta, descrivi pure tu l'azione considerando che la CD era 15, ossia ampiamente superata dal tuo 27.

Un uomo dallo sguardo truce si fa avanti. Coperto dal collo ai piedi da una grezza armatura, ammaccata in vari punti, stringe sotto il braccio un elmo con un vistoso affossamento, come se fosse stato sfondato da una mazza ferrata. Il braccio sinistro è coperto da uno scudo squadrato, recante uno stemma. Un libro aperto circondato da rovi spinati. Il volto è quello di un uomo sulla cinquantina, con una barba ben rasata e una significatura stempiatura dei capelli brizzolati. La voce con la quale si rivolge a tutti voi è quella di un uomo abituato ad essere autoritario.

"Così voi vorreste recuperare il Tomo di Ifar." esordisce mentre muove alcuni passi verso di voi, seguito da una donna vestita di una tunica blu. Non è una domanda e capite con si aspetta risposta dal fatto che prosegue, presentandosi "Sono Manerbio Delleri, Sergente Custode dell'Ordine del Libro Spinato. Mio compito è quello di avvisarvi circa i rischi della missione."

Interviene la donna con la tunica blu, piuttosto anziana e con orecchie leggermente a punta che sbucano da capelli grigi legati in modo austero. Manerbio tace non appena lei fa cenno di prendere parola, cedendole il passo perchè possa avvicinarsi a voi. La mezzelfa parla con voce pacata e sommessa, tanto che dovete aguzzare l'udito per poterla sentire.

"Ed io sono Valimia, Somma Archivista dell'Ordine de' Bibliotecari. Sono io che ho indetto il bando per la ricerca del Tomo ed io vi illustrerò i vostri compiti." vi fa cenno con una mano grinzosa di seguirla, riprendendo "Prima di cominciare, avete domande da porre? In tal caso vi risponderò, onde non essere interrotta durante le spiegazioni."

Inviato

Jacques

Dopo che la moneta sparisce fra le dita della destra, passo la sinistra sulla mano dominante, facendo ondeggiare le dita su di essa, come una sorta di alga acquatica mossa dai flutti.

All'entrata in scena dei due nuovi figuri, lo sguardo si fa più serio. Mi metto dritto, in piedi, ascoltando le parole di entrambi. Uhm Rimugino fra me La vecchietta, ai suoi tempi, avrebbe potuto essere un discreto biscottino penso, mentre con la mano mi accarezzo il viso.

Avrei una domanda: quello che "incontreremo" lungo la strada, se così grossolanamente si può dire asserisco verso l'anziana entrerà, di fatto, entro le nostre disponibilità, oppure saremo tenuti a restituirlo?

Inviato

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Cos'era che diceva mamma? Una moneta che non si fermava? Piuttosto avrebbe dovuto parlare dell'altalena che era la sua vita, insomma per ogni fortuna, come quella di trovare un lavoro così ben pagato e altrettanto avventuroso - e pericoloso, ma sono dettagli - e subito pareva che il fato stesso dovesse subito chieder indietro pegno. E poi oltre al danno la beffa, una nottata solitaria senza neanche una birra - tristezza, profonda tristezza - al fine di svegliarsi riposato e pronto a partire, per poi trovarsi in ritardo complice un oste sbadato - eh no, niente mancia questa volta - e un letto troppo comodo. Malvagità, era pura malvagità da parte della Signora dei dadi.

Senza parlare, infine, del fatto che si era, per giunta, quasi soffocato da un pezzo di noce mangiato in tutta fretta!

Cosa poteva essersi di peggio? Ah sì, la Porta.

Sinead era abituato alle stranezze delle altre razze, gli Halfling in generale avevano accettato che le altri genti potessero avere costumi diversi, costumi che talvolta - spesso, spessissimo - era incompresibili o agli antipodi, ma certe cose erano proprio al di là della sua comprensione: perchè tenere alla catena tali pericolosi animali, costringendo gente addestrata e spendere il loro tempo ad accuparsi di loro invece di addestrare altri uomini? Mah, usi umani. E poi quei cosi dovevano mangiare un sacco - che spreco di risorse, senza una minima possibilità di rientrare delle spese - senza contare che alla sua altezza il loro alito, anche alla massima distanza a cui tentava di tenersi - diventare uno stuzzichino non è decisamente tra i miei piani - non era decisamente acqua di rose.

O al massimo era acqua di rose in cui si era lavato i piedi un hobgoblin. Brr. Doveva smetterla con certe similitudini.

Fu solo lasciatasi la Porta alle spalle - e quei denti. Incubi, ecco i vostri nuovi protagonisti - che Sinead iniziò a prestare sufficiente attenzione a quanto lo circondava - lupi a parte, dimenticati dei lupi. Pensa all'oro. - e al non così piccolo drappello che si era andato a formare nella piazzatte interna: decisamente non un gruppetto di contadini, a meno che oltre agli stravanganti lupi non vi fosse anche l'usanza di traverstirsi da...beh, definiamola gente variegata. C'era da sentirsi a casa.

Due, però, spiccavano tra il gruppo o, meglio, era evidente che non ne facessero parte e non fosse neanche loro intenzione, tutto dai loro modi al loro aspetto lo dice a gran voce e le parole della donna non fecero che confermare la sua ipotesi. Un punto per me buonsenso ~

"Non una domanda, Somma Archivista, ma uso la vostra pausa per dare voce alla mia presenza e scusarmi del mio ritardo all'orario concordato."

Il suo tono era pacato e il dispiacere nelle sue parole era percepibile, mentre con cenno del capo e un sorriso appena accennato sul volto sottile raggiunse lo strano gruppo che si era andato a creare in sua assenza. Mentre percorreva gli ultimi passi, con nonchalance cercando, però, mettersi in una posizione in cui l'altezza maggiore degli altri non gli ostacolasse la vista, lanciò un saluto silenzioso formato da un sorriso più ampio e un sperimentale tentativo di incrociare lo sguardo altrui perchè se vi era una cosa che parlava del cuore di un'altra persona questa erano di certo gli occhi.

Inviato

kodzar

Guardando il truccheto di Jacques, Kodzar porta istintivamente la mano al sacchetto delle monete, con un mezzo sorriso sulle labbra.

Non pensare di fare una cosa del genere a me ragazzo, sono un tipo vendicativo. Dichiara il nano sorridendo.

All'arrivo dei due nuovi individui, Kodzar si mette silenzioso all'ascolto. Più che all'uomo, sembra maggiormente interessato alla mezz'elfa, custode forse di un potere nascosto e, di sicuro, fonte di parecchie storie se solo volesse narrarle. Si perde un po' nei suoi pensieri, rinvenendo quando Jacques pone la sua domanda. In effetti, anch'egli è interessato alla sorte del possibile bottino: le monete d'oro sono la chiave per qualsiasi cosa in queste terre.

Con un bel gruzzoletto potrei migliorare il mio equipaggiamento, soprattutto questa spada: ne ha viste tante, giusto rendergli onore spendendo oro per lei.

Vorrei chiedere una cosa anch'io se mi è permesso: abbiamo qualche vaga idea di chi affronteremo?

Inviato

Quando Jaques prende la parola, Manerbio lo squadra da capo a piedi, con un'espressione che potrebbe definirsi perplessa, a voler essere eleganti; disgustata, se si vuol dire il vero. L'anziana mezzelfa, tuttavia, pare non curarsi dell'aspetto eccentrico del giovanotto, rispondendogli con garbo.

"Il nostro interesse è circoscritto all'antico Tomo di Ifar. Ciò che è altro dal Libro, non mi riguarda, nè riguarda la Biblioteca Aurea di Blodhevn. Si fa eccezione per qualunque manoscritto, pergamena o volume in cui potreste imbattervi. Documenti di tal sorta saranno da noi esaminati e, qualora costituissero ragione di interesse, vi saranno debitamente corrisposti in moneta contante." Il Comune parlato dalla Bibliotecaria presenta impercettibili difetti di pronuncia, che magari Thern può non notare, ma un uomo colto e raffinato come Jaques certo non può ignorare.

All'arrivo della piccola halfling, Manerbio erompe in uno sbuffo di disapprovazione, mentre, di nuovo, Valimia non sembra impressionata. Rivolge un cenno del capo alla ritardataria prima di rivolgersi a Kodzar, con un sorriso di cortesia.

"La tua domanda anticipa ciò che avrebbe dovuto spiegarvi il Sergente Custode Manerbio, per cui sarà lui a rispondere."

L'attempato guerriero fornisce una lapidaria spiegazione, col solito tono autoritario e deciso.

"Viaggerete attraverso Normedr Wùt. Bestie feroci e tribù di creature selvagge la popolano."

Interviene la mezzelfa con tono conciliante.

"Tuttavia si ha raramente notizia di aggressioni. Questo è bene dirlo, Manerbio."

Il Sergente Custode annuisce, ma sembra quasi infastidito da questa intromissione.

"In ogni caso, state in guardia. Dovrete addentrarvi là dove i cacciatori raramente si spingono, per cui non abbiamo notizie certe. Quando arriverete a destinazione, poi, starà a voi scoprire cosa vi attende. Il rischio della missione è tutto qui. Ho idea però che damerini da corte non siano adatti a questo lavoro, potrebbero esserci... sorprese poco piacevoli." L'ultima parte della frase è chiaramente indirizzata a Jaques, ma Valimia interviene ancora, mitigando le parole del collega.

"Il vostro rischio sta nel non sapere cosa affrontate, ed è per questo che sarete retribuiti. Ora, se non ci sono altre domande, inizierei a spiegarvi qualche cosa."

Inviato

Menerbio preferirebbe avere un battaglione di guerrieri più che un gruppo di avventurieri. Ma a volte la mera forza fisica non basta e c'è bisogno di varietà per compiere le migliori imprese.

Kodzar sorride gentilmente all'anziana mezz'elfa, ringraziandola per la sua gentilezza e le sue risposte esaustive.

Per me è tutto chiaro. Diteci solo dove andare e cosa fare, sapremmo meritarci una così lauta ricompensa.

Inviato

Alexander

Dopo aver ascoltato con molta attenzione i loro datori di lavoro Alexander sospira. Una mezz'elfa.... Sente un sapore strano in bocca, una acidita' nello stomaco. Non gli piacciono gli elfi, come non piacciono al suo maestro. Oltre al potere gli ha trasmesso anche odi e amori...gli elfi non vedono di buon occhio druidi che non siano della loro razza...Come se la natura fosse a loro esclusivo uso e consumo...idioti!. Fa un passo in avanti e dice semplicemente: Io sono pronto. . Bestie feroci e creature selvagge non gli fanno paura...teme piu' gli uomini...e gli elfi...ma sara' pronto, come sempre!

Quando partiamo?

Inviato

Uuuh~ posti sconosciuti e terre insplorate, più o meno, non poteva chiedere di meglio. Ecco, magari, avrebbe fatto a meno bestie feroci, tribù selvaggie e tutto il delizioso elenco che il gentile Sergente, al cui sbuffo, per onore della cronaca, aveva risposto con un sorriso e un occhiolino, giusto perchè, se i suo istinto non si sbagliava, era il tipo di uomo che trovava certi atteggiamenti molto...fastidiosi - alcuni umani, i maschi soprattutto, erano così bacchetto~ooni - avrebbe continuato a decandare con tanto amore e dettagli. Probabilmente sperava di spaventarli e probabilmente poteva anche riuscirci, ma per sua sfortuna Sidead era il tipo di persona, e di halfling, che non si lasciava fermare da queste cose: se si amava l'ignoto si doveva anche amare la paura sua compagna.

Allo stesso tempo, però, i suoi compagni di viaggio sembravano fin troppo ansiosi di partire e se poteva capire il nano, la sua gente era gente di viaggiatori, sebbene diversi dagli halfling perchè la loro era una ricerca invece di un modo di vivere, i modi del giovane spilungone umano era al limite dell'educazione e non dal lato giusto.

"Credo dalle parole della Somma Archivista, mio estremamente alto futuro compagno, che ella abbia ancora altro da dirci ed è, io credo, meglio attendere ora piuttosto fasciarsi la testa poi per qualcosa che poteva essere facilmente scoperto." Disse con fare amichevole e sempre il sorriso sulle labbra, tentando di non risultare troppo paternalistico: non era sua intezione imporsi o "correggere" il ragazzo, ma risultare maleducati era una possiblità che non intendeva permettere.

@DM

Spoiler:  
Se necessario il mio mod di Diplomazia è +11
Inviato

THERN

La piccola dimostrazione fornita da Jaques mi impressiona molto... e non in positivo

Quindi la sua specialità sarebbe l'inganno e il sotterfugio, immagino. La vittoria va ottenuta vis-à-vis, solo così è possibile dimostrare il proprio valore e la propria forza!

Avevo imparato a diffidare da chi è troppo svelto di mano: subito sono pronti a riaffiorare ricordi di sacche alleggerite e di dadi fin troppo sospetti.

La mia attenzione va poi alle persone che sopraggiungono, alle parole dell'uomo, alle parole della donna, fino "all'intrusione" del piccolo halfling

Così simile a Billon ma così diverso nel carattere...

Attendo poi in silenzio che la Somma Archivista torni a parlare

Inviato

"Credo tu abbia ragione, giovanotta." borbotta Manerbio, che pare ben poco a suo agio tra la gente. Prende dunque la parola Valimia, che finalmente comincia il suo monologo.

"Bene, mi pare sia giunto il momento di darvi le spiegazioni di cui necessitate. Innanzi tutto vi parlerò dell'antico manoscritto che vi accingete a recuperare. Si tratta, come avete capito, del Tomo di Ifar, un artefatto che pare contenga il sapere che permette di far tornare in vita i morti. Vi renderete conto dell'importanza di un tale oggetto e spero vi rendiate conto anche della delicatezza del vostro compito. Il Tomo esiste da più di tre millenni. Se ancora esiste. Infatti è una possibilità quella che, una volta giunti a destinazione, scopriate che il Tomo è andato distrutto, o è stato trafugato. In questo caso verrete ugualmente compensati, ma con la metà della cifra pattuita. Se tuttavia doveste trovarlo intatto, si tratterebbe di un oggetto molto delicato, il quale necessita di enorme attenzione e riguardo per il trasporto. Sono certa che troverete un modo congruo per consegnarci il manoscritto nelle condizioni che sono auspicabili."

La mezzelfa si apre in uno dei suoi sorrisetti di cortesia, e prosegue:

"E' un fatto da molto tempo notorio che il Tomo si trova nelle rovine di un antico tempio consacrato ad Ifar, dio della morte dell'antichissimo popolo dei Baluin, tuttavia fino a poco tempo fa l'ubicazione del tempio ci era sconosciuta. Da una fonte recente abbiamo appreso che un accesso al tempio si troverebbe nei pressi di una torre che sorge nel folto della foresta di Normedr Wùt. Questa torre risale a più di trecento anni fa e fu edificata da Benezio Verdeschi, Sommo Chierico di Frand-Lier, affinchè fosse la dimora sua e della sua famiglia negli ultimi anni di vita. La nostra fonte riporta un framento, che è quello che ci interessa, in cui si afferma che Benezio, durante gli scavi di fondazione, trovò reperti facilmente riconducibili al popolo Baluin. Il nostro autore ha disegnato uno schizzo di alcuni di questi frammenti, uno dei quali mostra antiche rune e geroglifici che abbiamo potuto decifrare. Nominavano Ifar, indicando la presenza di un luogo dedicato al suo culto. Da qui, incrociando dati precedenti, siamo riusciti a ipotizzare che sia esattamente quello il tempio che cerchiamo."

Con un gesto molle della mano, passa la parola a Manerbio, che si sforza visibilmente per ignorare la piccola halfling impertinente.

"Ora, le fonti non registrano alcunchè circa le sorti della Torre di Benezio, ma una ricognizione effettuata una trentina di anni fa da alcuni guardiacaccia ha rivelato che l'edificio è semi-diroccato, ma di sicuro abbandonato. Facile pensare che sia in qualche modo utile come rifugio a bestie selvagge o creature più sinistre. Di ciò che troverete nel sottosuolo della Torre, nessuno ha certezza."

Riprende la parola Valimia.

"In definitiva, il vostro compito è il seguente: raggiungete la Torre di Benezio, entrate, scoprite l'accesso ai sotterranei nonchè al tempio, recuperate il Tomo del dio Ifar e tornate qui per riscuotere la ricompensa. Per ovvie ragioni, la consegna del Tomo avverrà in privato, presso la Locanda del Drago Nero, nella Piazza degli Affari. Mi raccomando di usare riservatezza e possibilmente un'identità in incognito. Se avete dubbi, potete domandare."

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