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Inviato

Questi quartieri come sono collegati l'uno con l'altro?

- Portali

- Semplicemente adiacenti, magari basandosi su una geometria dellà città simile ad un prisma multisfaccettato, a gravità relativa (un po' come Sigil stessa)

- Tante isole galleggianti (un po' come Union)


Inviato

Questi quartieri come sono collegati l'uno con l'altro?

- Portali

- Semplicemente adiacenti, magari basandosi su una geometria dellà città simile ad un prisma multisfaccettato, a gravità relativa (un po' come Sigil stessa)

- Tante isole galleggianti (un po' come Union)

i quartieri sono adiacenti. E' una cosa che mi gusta troppo, passare magari dal quartiere medioevale a quello tecnocratico semplicemente girando l'angolo.

Ciò non toglie che alcuni quartieri possano essere collegati anche tramite portali, o sotterranei...

Inviato

1)La città è su due, tre o quattro dimensioni?

Mi spiego:

  • due dimensioni è una città normale i cui quartieri si estendono in lunghezza e larghezza.
  • tre dimensioni è una città tipo Sharn, che si estende sia orizzontalmente che verticalmente, con quartieri sovrastanti altri.
  • quattro dimensioni è una città i cui quartieri sono tipo le stanze dell'Ipercubo: si estende su tre dimensioni ma anche lungo la linea del tempo.

2)la posizione dei vari quartieri l'uno rispetto all'altro è costante o variabile? ci sono quartieri che si spostano?

Inviato

1)La città è su due, tre o quattro dimensioni?

Mi spiego:

  • due dimensioni è una città normale i cui quartieri si estendono in lunghezza e larghezza.
  • tre dimensioni è una città tipo Sharn, che si estende sia orizzontalmente che verticalmente, con quartieri sovrastanti altri.
  • quattro dimensioni è una città i cui quartieri sono tipo le stanze dell'Ipercubo: si estende su tre dimensioni ma anche lungo la linea del tempo.

2)la posizione dei vari quartieri l'uno rispetto all'altro è costante o variabile? ci sono quartieri che si spostano?

1)direi su due dimensioni, ma non non escluderei la terza e la quarta, in caso di necessità (cmq in casi particolari, di regola direi 2)

2)generalmente costante, ma come prima, qualche particolare quartiere può sparire e comparire in diverse zone

Inviato

servirebbe, e qui invoco Mantis, qualche indicazione su come magari gestire regolisticamente parlando, diverse difficoltà per quanto riguarda i quartieri. In modo da creare un sistema di creazione dei quartieri che preveda livelli di difficoltà semplici, medi e difficili

Inviato

1)direi su due dimensioni, ma non non escluderei la terza e la quarta, in caso di necessità (cmq in casi particolari, di regola direi 2)

2)generalmente costante, ma come prima, qualche particolare quartiere può sparire e comparire in diverse zone

Ti spiego: nel momnento stesso in cui ho letto il primo post a me è venuta in mente una città concentrica... non so ancora se a spirale o ad anelli... in cui magari le varie spire giarassero l'una dnetro la'tra come se fossero orbite di vari pianeti. in questo modo si avrebbero alcuni quartieri (quelli ai lati, lungo la stessa orbita, grossomodo alla stessa distanza dal centro) che erano sempre fissi come posizione, mentre quelli davanti o dietro (sempre rispetto al centro) cambiavano: e così per passare da un quartiere all'altro si deve aspettare la "coincidenza" o percorrere molta più strada: i quartieri più vicini al centro avrebbero cambi frequenti, mentre più ci si allontana dal centro più le cose diventano stabili, e lo shift dei quartieri potrebbe essere percepito come molto più lento.

L'alternativa era che man mano che ci si avvicinava al centro, l'altitudine aumentava, come se la città si avvolgesse pian piano su una collina.

In questo modo si potrebbero definire alcuni quartieri principali (quelli vicini al centro). Man mano che ci si allontana alcuni quartieri potrebbero restare "vuoti" per il master, che comunque per giustificarne la vicinanza con altri quartieri non dovrebbe far altro che aspettare che il moto circolare porti a contatto il suo quartiere con pre-descritto.

Inviato

Leggendo un po' i post mi sono venute in mente queste 2 opzioni, la prima mi pare bene o male sia come quella di Airon

OPZIONE 1 - http://img155.imageshack.us/img155/210/7spherecompxt9.jpg

Ogni piano gira per conto proprio e come dite voi ogni tanto arrivano le "coincidenze" per saltare da un quartiere all'altro, il problema e' che piu quartieri aggiungiamo piu difficile sara' passare dai centrali agli esterni ( escludendo l'utilizzi di portali diretti )

OPZIONE 2 - http://img98.imageshack.us/img98/3760/scansione0001bq6.jpg

il concetto e' semplice ed e' lo stesso del multiverso dei fumetti della DC ( batman, superman ecc...) ovvero tanti mondi ( i nostri quartieri) che occupano lo stesso spazio ma vibrano a frequenze diverse. Il problema qui e' come raggiungere i vari quartieri e senza portali per "cambiare frequenza" i quartieri sarebbero totalmente isolati, in questa opzione pero' i quartieri qui rimarrebbero fermi dove sono senza girare in giro come nell'opzione 1

Inviato

servirebbe, e qui invoco Mantis, qualche indicazione su come magari gestire regolisticamente parlando, diverse difficoltà per quanto riguarda i quartieri. In modo da creare un sistema di creazione dei quartieri che preveda livelli di difficoltà semplici, medi e difficili

Per le regole non vi preoccupate, quelle poi si adattano, credo invece che la cosa importante ora sia decidere come si sviluppa la città e scrivere qualche cosa in modo da avere un testo su cui lavorare.

Questo, credo sia molto importante, poi le regole si adattano...

Mantis

Inviato

salve...scusate se mi intrometto,

son d'accordo con mantis...

rileggendo il tutto alla fine mi sono perso, l'idea iniziale è molto buona,

poi però diventa caotica,

state facendo troppe cose tutte insieme, ricerca di informazione, implementazione di materiale etc...

ancora il progetto non ha un corpo, o almeno è la sensazione che provo leggendo, fino ad ora avete elencato soluzioni adottate da altri giochi, ambientazioni o saghe letterarie e televisive, tutto positivo ;-)

ma ancora non vedo la spina dorsale che regga il tutto, o almeno non ne vedo una veramente solida...

mi permetto dei consigli...

1)scegliete le leggende alle quali ispirarvi e scartatene alcune, altrimenti viene un minestrone..

2)prima di "assemblare" la città datele una storia, un'origine o comunque una giustificazione...

per farvi un esempio

nella serie televisiva stargate sg9 si racconta come, tramite i portali, alcune civiltà terrestri si diffusero in altri pianeti e si spiega la natura aliena degli dei...

quindi una domanda che mi viene spontanea è...la città nasce prima o dopo le civiltà che la compongono...?!

un'altro esempio, nell'ambientazione Empyrea esiste un "piano" che è una città infinita, i cui confini sono delimitati da una nebbia che si dirada man mano che la città si ingrandisce...

altra domanda, come si affronta il problema dell'espansione della città? ci sono luoghi privi di case? ed i materiali dove si reperiscono?

spero non pensiate ad una sorta di "discarica" del tiangolo delle bermuda ;-)

scusate davvero se faccio la pigna, ma esteticamente ( è il mio punto forte :-p) l'idea mi piace tantissimo, se poi pensiamo che viene preparata per dimensioni, il facino aumenta ;-)

EDIT

leggendo alcuni suggerimenti mi è venuto in mente l'anime master mosquito dove 2 piramidi identiche divenivano una via di comiunicazione tra la terra e la luna,

nel modo reale i fanta-archeologi dicono che la piramide di giza sarebbe un portale...

come suggerivano alcuni di voi, nella "città", potrebbero esserci dei monumeti identici a quelli terrestri, se non proprio gli stessi in una sorta di ubiquità dimensinale....

alla fine di spunti ce ne sono migliaia, bisogna solo decidere quali prendere in cosiderazione per modellarli e dare all'ambientazione un carattere personale ;-)

EDIT 2

scusate la sfilza di edit ma sto seguendo il filo di un ragionamento e ve lo illustro ora che è chiaro...

sembre riferendomi all'ubiquità dei palazzi...

ispirandomi a numero di fibonacci, sezione aura e numero sacro degli egizi,

si potrebbe immaginare che una civiltà abbia acquisito le conoscenze per creare una sorta di portali naturali,

in questo modo la "città" potrebbe essere la dimensione dove riescono a riunirsi tutte le civiltà giunte a tali conoscenze...

oppure

visto che oltre ad altlantide ci son leggende su altre civiltà scomparse come lemuria e mu,

si potrebbe immaginare che questo popolo abbia abusato di tali conoscenze ed esiliato, in tempi remotissimi,

tutto il territorio in una dimensione aliena, lasciando però sulla terra sparse testimonianze e molti misteri...

magari la civiltà avrebbe continuato a prosperare per un certo periodo, come sapete le difficoltà accentuano la spinta evolutiva,

oppure potrebbe essersi autodistrutta consumando le risorse...

è ancora da sgrezzare come spunto e ci sono vari elementi da decidere,

ma secondo me potrebbe essere una giusta fusione di tutti i suggerimenti fatti fino ad ora ;-)

Inviato

Allora.

La Città è un paradosso spazio-temporale.

Riporto una interpretazione del fumetto, che mette alla luce una metafora interessante, tra la Città e una qualsiasi città:

[...] superate certe dimensioni (massa critica?), una città acquisisca una volontà e consapevolezza indipendente da quella dei suoi abitanti, che da quel momento non ne godranno più le comodità, ma le subiranno. La città da quell'istante diverrà un dio geloso e maligno, che giocherà con i miseri mortali che zampettano come insetti per le sue strade: essa blandirà, tormenterà, cambierà le regole della partita quando più le farà comodo, e se si mostrerà benigna sarà solo per colpire alle spalle. Nella città, da quel momento, non ci sarà spazio per solidarietà, affetto o tolleranza: ogni uomo sarà solo, nemico mortale del suo simile, e dovrà lasciar da parte scrupoli e pietà per sopravvivere. Homo homini lupus. L'odio, soltanto l'odio sarà il padrone.

Sono inquietudini che trovano terreno fertile, in noi che passiamo ore al mattino prigionieri di ingorghi stradali, inveendo e gridando oscenità astiose verso gli altri automobilisti, ringhiosi avversari nella guerra dei sorpassi e dei posteggi; in noi che ci faremmo tagliare una mano piuttosto che rivolgere la parola al vicino di casa accanto a cui viviamo magari da decenni; in noi che cambiamo disgustati marciapiede per evitare il contatto con un tossico, un nomade, un barbone; in noi camminiamo a occhi bassi e labbra strette, evitando i vicoli bui e voltando lo sguardo di fronte alla prevaricazione; in noi che ci facciamo scudo di antifurti, indifferenza e pavidità, e non ci sogneremmo mai di intervenire per sventare un crimine commesso sotto i nostri occhi...

Magari ci sforziamo di ignorarle, queste inquietudini, quando chiudiamo a tripla mandata la porta di casa per lasciar fuori i fantasmi della notte. Ma esse restano, dentro di noi. "La Città" è un indice accusatore, è un allarme che ci riporta alla mente quanto avevamo cancellato. E in fondo il compito dell'arte è proprio questo: far emergere in superficie quanto gli uomini rimuovono. [..]

Da un punto di vista di gioco, dunque la Città può assumere diverse "forme".

Praticamente, direi che si tratta di nodo tra mondi e universi, un luogo dove non esiste una regola uniforme per le leggi della logica e della natura, ma dove in ogni angolo, ci sono regole diverse.

A questo punto, più che altro bisognerebbe chiedersi se esiste davvero la Città.

E questa è la domanda che a me piaceva lasciare senza risposta.

L'avventura nella Città, può assumere caratteristiche metafisiche e oniriche. Potrebbe non essere altro la dimensione in cui l'anima viene intrappolata quando si raggiunge la pazzia, diciamo una variazione sul tema della relatività cartesiana.

Oppure la Città potrebbe essere un dio o un demone o tutti e due. E i gli ignari cittadini non sono altro che pedine nelle loro mani. Pellegrini persi in un mondo variabile e senza punti di riferimento, dove la follia è la normalità, e la morte potrebbe essere nello stesso tempo la fine di tutto o una via d'uscita, visto che la ricerca di una "vera" via d'uscita nella Città potrebbe essere paragonata alla ricerca del Graal, sia dal punto di vista "archeologico" (la difficoltà della ricerca) che dal punto di vista spirituale (la fede nella sua esistenza, e la condizione ascetica da raggiungere).

Oppure la Città potrebbe essere un luogo reale, fisico. Nato insieme agli altri mondi e che li collega tra loro. Dove "l'eternauta" capitatovici nel corso dei suoi viaggi cerca un modo per continuare il suo viaggio.

Oppure molte altre cose.

Mi piacerebbe non cercare di spiegare cosa sia la Città effettivamente: questo lascia molto più spazio a differenti stili di interpretazione.

Inviato

hmmmm ... leggendo quest'ultimo post mi sono venute uin mente alcune caratterische "regolistiche" che potrebbero essere utili per lo sviluppo della cita' ... ma megli ose te le dico su msn ... non voglio svelare nulla nel caso queste mie idee dovessero andare poi in porto :P

Inviato

Aspetta, mi è sfuggito qualcosa di questo discorso... tu vorresti fare della Città un luogo intrinsecamente maligno, tenebroso e malvagio? o il pezzo postato era solo di colore?

Inviato

Aspetta, mi è sfuggito qualcosa di questo discorso... tu vorresti fare della Città un luogo intrinsecamente maligno, tenebroso e malvagio? o il pezzo postato era solo di colore?

Anche a me ha dato quell'idea ..... una roba del tipo che la città si nutre dei suoi abitanti .... tipo matrix :think:

Inviato

Mi permetto di intervenire perché ho trovato l'idea alla base di questo topic molto suggestiva. Qua e là mi ha ricordato Ravenloft (e questo non è un male, secondo me resta una delle più belle idee della storia del GDR): quartieri e personaggi provenienti da luoghi e tempi diversi che convivono, impossibilità di trovare una via d'uscita, una mano inconoscibile e incomprensibile nascosta dietro il tutto...

Dopodiché una domanda mi è sorta immediatamente: ovvero, come sia possibile che luoghi con popolazioni, tradizioni, livelli tecnologici tanto diversi convivano per un tempo lunghissimo senza influenzarsi a vicenda, finendo con l'annacquare la propria specificità?

Certo di spiegarmi meglio... l'idea di base dovrebbe essere un luogo in cui si volta l'angolo finendo col trovarsi in un luogo che nulla ha a che fare con quello che si è appena lasciato, passando da Atlantide all'antico Egitto a, faccio per dire, Shangri-La. Ma questo, a rigor di logica, avrebbe dovuto col tempo creare un meltin-pot in stile New York, con quartieri che mantengono una loro specificità etnica, ma in cui lo stile di vita e il livello di tecnologia sono più o meno uniformi. Anche assumendo che i quartieri si spostino l'uno rispetto all'altro, una lunga frequentazione di popoli e culture diverse dovrebbe lasciare delle tracce.

La risposta ovvia sarebbe che gli abitanti dei vari quartieri non possono avere contatti con quelli degli altri, o possono farlo solo in modo estremamente limitato. Potrebbero essere prigionieri del proprio quartiere, dotato di una sua specifica volontà, esserne impediti da pericolosi ostacoli fisici che solo pochi coraggiosi osano affrontare (ma in questo caso i PG finirebbero col rischiare la vita semplicemente cercando di spostarsi da un quartiere all'altro) o più semplicemente non conoscere il metodo per uscirne, che sarebbe appannaggio di poche creature speciali. E di questa elite dovrebbero ovviamente far parte i giocatori, che in questo modo verrebbero a essere membri di una specie di classe dominante... o magari a essere reietti perseguitati dalla, o dalle, menti che si trovano dietro la città, che li vedono come pericolose minacce allo status-quo. A questi personaggi nativi si potrebbero affiancare anche individui che sono finiti nella Città per caso, che non appartengono a nessun quartiere specifico e che proprio per questo possono spostarsi liberamente tra di essi...

Ora, questa lunga tirata per chiedere: ha senso il mio ragionamento, o mi è sfuggito qualcosa di banale, evidente e fondamentale? :-p

Inviato

Sì, in effetti tante etnie diverse in un unico luogo difficilmente rimangono quelle originali, il problema piu grande ( che e' poi quello che dice Gideon ) è come mescolare tutte queste varieta' in un unico luogo zenza che venga fuori un pessimo minestrone. L'idea della citta' a quartieri e' buona ma c'e' il problema, come hai giustamente sottolineato, dell'interazione fra culture diverse. Fare in modo che i quartieri siano piu' o meno isolati e' in effetti una soluzione valida ... il problema e' trovare il modo di isolarli ( del tutto o parzialmente ), non mi ricordo chi ( penso Gideon ) suggeriva di mettere delle zone disabitate/desolate/deserte fra un quartiere e l'altro, questo pero' ( imho) porterebbe a un mondo troppo vasto e forse a un mondo nel vero senso della parola, se fra un quartiere e l'altro mettiamo deserti, mari, fiumi, monti otteniamo un mondo nuovo e non piu la citta' che si voleva all'inizio. L'altra ipotesi dei quartieri che bloccano i propri abitanti al loro intero in effetti non e' male ma non mi vengono idee su come giustificare la cosa ( poi alla fine decidera' Darth ... io sono solo il mappiere XD )

Penso comunque che i punti essenziali su cui lavorare in primis siano

- L'evoluzione del mondo : come/perché/quando si e' formato e come si è evoluto, le interazioni fra i quartieri, nascita di nuovi, abbandono di altri, la scoperta di quartieri mai visti prima ma che esistevano gia'

- La forma fisica del mondo : secondo me e' la parte piu' incasinata perche abbiamo gli elementi ma dobbiamo fonderli insieme senza fare schifezze

Inviato

Se posso buttare là la mia idea a riguardo, direi che sarebbe molto suggestivo considerare ogni quartiere un mondo a sè, anzi un'illusione di un mondo a sè, perché in realtà piccolissimo: quando provi ad uscire dal quartiere ti ritrovi all'altra estremità dello stesso.

Chi si trova in un quartiere non ha percezione degli altri, solo alcune porte sparse qua e là permettono di passare da un quartiere all'altro (come le porte-scorciatoia) di matrix reloaded, queste porte sono riservate a particolari viaggiatori, ma a volte, per puro caso, vi passano anche persone normali, inoltre le porte cambiano e non conducono sempre nello posto.

Vista da fuori potremmo dire che la Città è come un enorme cubo di rubik dove ogni cubetto è un quartiere e tutto viene periodicamente rimescolato dagli esseri superiori, ogni quartiere ha un certo numero di porte verso quelli adiacenti, che però si rimescolano continuamente.

La città potrebbe trovare la sua ragion d'essere nell'essere una specie di arca, creata per volontà di un osservatore del multiverso al fine di raccogliere quante più civiltà diverse e preservarle per studiarle, osservarle, conservarle o semplice divertimento.

Questo osservatore potrebbe anche voler vedere cosa farebbero alcuni individui particolari (leggi i pg) in un ambiente diverso/ostile/assurdo, per pura curiosità o una sorta di esperimento sociale.

Coloro che viaggiano tra i suoi quartieri hanno il beneplacito dell'osservatore o sono messi di entità superiori all'osservatore stesso che necessitano di artefatti o conoscenze che egli ha salvato nei millenni all'interno della città.

Coloro che per caso varcano una porta sono considerati anomalie e l'osservatore farà di tutto per riportarli nella loro zona d'origine.

Secondo me non è male e risolverebbe alcuni problemi...

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Inviato

Riflettendoci un po' su, mi sono reso conto che probabilmente isolare i quartieri in modo così drastico come suggerito anche da me negli ultimi post finirebbe col privare l'ambientazione di parte del suo mood, che viene dato anche da elementi di colore quale affacciarsi a una balconata del quartiere di Atlantide e ritrovarsi a guardare, molto sotto di sé, il mercato di un borgo medievale.

Al che ho messo il neurone al lavoro, e mi permetto di suggerire un'idea che forse potrebbe risolvere il problema. La soluzione potrebbe essere che i quartieri sono si in continuo movimento l'uno rispetto all'altro, ma un movimento imprevedibile, casuale e dalle motivazioni misteriose. Ogni tanto, in modo assolutamente imprevedibile, un quartiere, che fino a un momento prima era completamente isolato (da mura, mare, deserto, montagne, a seconda della civiltà che vi abita) si ritrova a congiungersi con un altro. I punti di passaggio talvolta sono evidenti a tutti ("Capo, fuori dalla porta principale c'è un villaggio che ieri non c'era!"), altre poco evidenti ("Ero lì che passeggiavo nel bazar di Irem dalle Mille Colonne, guardo in quello che era sempre stato un vicolo cieco... e in fondo, al posto del muro, vedo una grande distesa d'acqua in tempesta, con un relitto di nave che volava sulle onde!") o addirittura nascoste ("Che ci fa una foresta dietro la porta della mia cantina?!?"). I punti di contatto possono restare stabili per pochi secondi o per un paio di giorni, poi i quartieri tornano, sempre imprevedibilmente, a separarsi, magari per non ricongiungersi più per decenni. Gli abitanti dei quartieri hanno capito in fretta che avventurarsi al di fuori dei propri confini per esplorare quei misteriosi luoghi apparsi dal nulla può voler dire scomparire con essi da un momento all'altro, restando così separati per sempre dai propri cari. Solo individui particolarmente coraggiosi, o disperati, o che hanno una ragione davvero buona, osano abbandonare la sicurezza del proprio quartiere e sfidare l'ignoto, sapendo che potrebbe essere l'inizio di un viaggio infinito tra mondi sconosciuti per cercare di tornare a casa. In uno scenario del genere si può anche supporre l'esistenza di folti gruppi girovaghi, che non appartengono a nessun quartiere ma vagano da uno all'altro come commercianti, intrattenitori o magari predoni e razziatori (una colonna di un antico esercito scomparsa misteriosamente ricoprirebbe perfettamente il ruolo).

Questo sistema dovrebbe supporre, però, l'esistenza di un grandissimo numero di quartieri, non tutti però necessariamente abitati: la maggior parte potrebbe consistere ormai in rovine spopolate da migrazioni di massa, guerre civili o epidemie (cosa che lascerebbe spazio a individui particolarmente incoscienti che per professione esplorano queste antiche rovine in cerca di tesori, molti dei quali restano poi intrappolati nei quartieri deserti quando il loro quartiere di origine si sposta nuovamente).

A questa regola generale potrebbe sfuggire un ipotetico quartiere centrale, un luogo da cui tutti gli altri possono essere raggiunti, ma a cui si può giungere solo per la più cieca fortuna o per la volontà di chi lo abita (che siano alieni, immortali taoisti, sacerdoti maya, divinità, il Pentagono o... beh, le opzioni sono praticamente infinite).

A questo punto il mondo non avrebbe una forma definita, ma sarebbe da intendere come una serie di "isole" sospese in un limbo spazio-temporale, o per meglio dire in un luogo fuori dal tempo, e in continuo movimento l'una rispetto all'altra.

Ok, questi erano i miei due cents di giornata. Mi scuso al solito per la prolissità, e mi ritiro :bye:

Inviato

Riflettendoci un po' su, mi sono reso conto che probabilmente isolare i quartieri in modo così drastico come suggerito anche da me negli ultimi post finirebbe col privare l'ambientazione di parte del suo mood, che viene dato anche da elementi di colore quale affacciarsi a una balconata del quartiere di Atlantide e ritrovarsi a guardare, molto sotto di sé, il mercato di un borgo medievale.

Al che ho messo il neurone al lavoro, e mi permetto di suggerire un'idea che forse potrebbe risolvere il problema. La soluzione potrebbe essere che i quartieri sono si in continuo movimento l'uno rispetto all'altro, ma un movimento imprevedibile, casuale e dalle motivazioni misteriose. Ogni tanto, in modo assolutamente imprevedibile, un quartiere, che fino a un momento prima era completamente isolato (da mura, mare, deserto, montagne, a seconda della civiltà che vi abita) si ritrova a congiungersi con un altro. I punti di passaggio talvolta sono evidenti a tutti ("Capo, fuori dalla porta principale c'è un villaggio che ieri non c'era!"), altre poco evidenti ("Ero lì che passeggiavo nel bazar di Irem dalle Mille Colonne, guardo in quello che era sempre stato un vicolo cieco... e in fondo, al posto del muro, vedo una grande distesa d'acqua in tempesta, con un relitto di nave che volava sulle onde!") o addirittura nascoste ("Che ci fa una foresta dietro la porta della mia cantina?!?"). I punti di contatto possono restare stabili per pochi secondi o per un paio di giorni, poi i quartieri tornano, sempre imprevedibilmente, a separarsi, magari per non ricongiungersi più per decenni. Gli abitanti dei quartieri hanno capito in fretta che avventurarsi al di fuori dei propri confini per esplorare quei misteriosi luoghi apparsi dal nulla può voler dire scomparire con essi da un momento all'altro, restando così separati per sempre dai propri cari. Solo individui particolarmente coraggiosi, o disperati, o che hanno una ragione davvero buona, osano abbandonare la sicurezza del proprio quartiere e sfidare l'ignoto, sapendo che potrebbe essere l'inizio di un viaggio infinito tra mondi sconosciuti per cercare di tornare a casa. In uno scenario del genere si può anche supporre l'esistenza di folti gruppi girovaghi, che non appartengono a nessun quartiere ma vagano da uno all'altro come commercianti, intrattenitori o magari predoni e razziatori (una colonna di un antico esercito scomparsa misteriosamente ricoprirebbe perfettamente il ruolo).

Questo sistema dovrebbe supporre, però, l'esistenza di un grandissimo numero di quartieri, non tutti però necessariamente abitati: la maggior parte potrebbe consistere ormai in rovine spopolate da migrazioni di massa, guerre civili o epidemie (cosa che lascerebbe spazio a individui particolarmente incoscienti che per professione esplorano queste antiche rovine in cerca di tesori, molti dei quali restano poi intrappolati nei quartieri deserti quando il loro quartiere di origine si sposta nuovamente).

A questa regola generale potrebbe sfuggire un ipotetico quartiere centrale, un luogo da cui tutti gli altri possono essere raggiunti, ma a cui si può giungere solo per la più cieca fortuna o per la volontà di chi lo abita (che siano alieni, immortali taoisti, sacerdoti maya, divinità, il Pentagono o... beh, le opzioni sono praticamente infinite).

A questo punto il mondo non avrebbe una forma definita, ma sarebbe da intendere come una serie di "isole" sospese in un limbo spazio-temporale, o per meglio dire in un luogo fuori dal tempo, e in continuo movimento l'una rispetto all'altra.

Ok, questi erano i miei due cents di giornata. Mi scuso al solito per la prolissità, e mi ritiro :bye:

Con Darth qualche giorno fa si era parlato proprio della connessione dei quartieri, ed era saltato fuori, tra l'altro, anche il discorso dei quartieri moventi con un meccanismo quasi identico a quello proposto da Ashrat.

Dopo aver passato in rassegna qualche modello utilizzato per connettere quartieri o persino regioni di città e lande particolari (come per esempio il sistema delle nebbie di Ravenloft e dei confini controllati dai signori dei domini oppure quello utilizzato da Union della città galleggiante con tanti quartieri/satelliti moventi attorno ad essa) si era pensato ad una soluzione che non è da scartare a priori.

Si potrebbe definire un quartiere nucleo al centro di un sistema circolare (a ruota o di forma diversa, come quella ellittica) con una serie di anelli concentrici (non necessariamente di forma reoglare sia chiaro ... è solo per illustrare più facilmente la tipologia e il meccanismo che si verrebbe a creare). Ogni anello potrebbe contenere più di una regione (in numero crescente dal centro verso l'esterno): tali corone avrebbero la facoltà di rotare l'una rispetto all'altra in un senso o nell'altro o nello stesso senso con velocità diverse in funzione di qualche grande forza ancora da definire bene. Potrebbe addirttura dipendere da una particolare configurazione di astri, pianeti e satelliti; potrebbe essere il frutto della volontà di un'entità supriore: un dio, un alieno alla stargate, un demone, un gigantesco sistema di controllo computerizzato o meccanico) o semplicemente un qualcosa non definibile (almeno non secondo i canoni e le possibilità percettive delle "normali" creature esistenti).

Tale entità/forza etc. etc. o una sua raffigurazione fisica (una sorta di avatar) potrebbe persino essere collocata nella città nucleo centrale ... o almeno così potrebbero pensare gli abitanti della città, dato che nessuno sinora potrebbe esser riuscito a vederla e tornare per raccontarlo.

Lavorando su queste proposte ed idee e sviluppando si può giungere alla creazione di un buon sistema su cui basare l'intera ambientazione; sistema da cui dipenderanno, oltre alla collocazione geografica, la storia nota e la mitologia della città, la politica e l'economia: se pensate che i quartieri possano spostarsi, il commercio, le relazioni tra regione e regione e persino i conflitti tra di essi dipenderanno fortemente dalla posizione che occupano, che hanno occupato e che occuperanno (soprattutto se si inserisce un movimento regolare calcolabile con delle variazioni imprevedibili che possano mandar all'aria i piani di una regione :mrgreen:).

Fate sapere al freppi cosa ne pensate. ;-)

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