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Inviata

Le ali dell’arcangelo nero

Parte 1°a Sangue e spada

Capitolo 1 L’iniziazione

Una carrozza,nera come la notte,avanzava cigolando nell’oscurità di quella sera senza luna. La strada dissestata la faceva balzare e sbandare,lanciando sassi e fango in ogni direzione e il cocchiere faticava a mantenere la propria posizione sulla cassetta,impegnato a proteggersi il volto con un lembo del proprio mantello dalla pioggia incessante che sferzava la campagna sin dal crepuscolo.

I lampi bianchi squarciavano le tenebre e lo aiutavano a vedere la via,ma il rombo di tuono successivo spaventava i quattro potenti cavalli,che nitrivano nervosi,rimanendo uniti solo grazie ai finimenti di cuoio scuro,reso lucido dall’acqua.

I passeggeri contemplavano il silenzio dell’oscurità,rotto solamente dall’interminabile scricchiolare del legno e dal monotono ticchettio della pioggia,le cui pesanti gocce colpivano come il maglio l’incudine;le tende coprivano i vetri delle finestre,nascondendo al mondo esterno chi si celava li dentro.

Un altro tuono,più forte dei precedenti,fece fischiare le orecchie per qualche minuto al conducente,che si distrasse per un attimo nel tentare di stapparsele con un dito agguantato di cuoio viscido e un altro scossone gli fece sfuggire dalle dita la frusta,che cadde tra i duri zoccoli ferrati dei cavalli,affondando nella melma. Un ennesimo balzo della carrozza gli fece perdere anche le redini,ma l’imprecazione del cocchiere venne coperta da una lunga serie di rombi dei tuoni,che fece imbizzarrire i cavalli,i quali iniziarono a correre senza controllo,facendo sbandare eccessivamente la carrozza,che iniziava a dare segni di voler rompersi,con grandi scricchiolii e col rumore del metallo che si piega.

La carrozza avanzava a velocità folle lungo il pantano che fino a poche ore prima era un sentiero,che in quest’ultimo tratto continuava senza curve;Il povero uomo,che era costretto a tenersi avvinghiato al proprio sedile per non venire scaraventato nel fossato che accompagnava la strada in quel tratto,guardò dove si stesse dirigendo e vide in lontananza delle lucidi una abitazione,che si avvicinavano sempre di più,ma ancora più vicino vide un imponente cancello,circondato da molte lanterne che persistevano a diffondere il loro chiarore anche sotto quel tremendo temporale.

Un ennesimo lampo illuminò le figure di due uomini avvolti in un mantello con cappuccio che facevano la guardia all’ingresso,e appena videro la carrozza arrivare,ai affrettarono ad aprirlo e ad aspettare ai lati,pronti al salto. Appena i due cavalli davanti furono a portata,i due figuri incappucciati vi saltarono in groppa con agilità,afferrandosi alle lunghe criniere degli animali;una volta trovata stabilità,avvicinarono la bocca alle orecchie degli animali terrorizzati e sussurrarono qualcosa. Quando ebbero finito,si voltarono in sincronia,sfruttando la schiena bagnata del cavallo per scivolare,e fecero la stessa cosa con i due di dietro.

I quattro cavalli iniziarono a rallentare finche non si fermarono ad una cinquantina di metri dall’immensa villa,circondata da un vastissimo cortile,divenuto ora un acquitrino nel quale numerose statue,come se nascessero dall’acqua,si ergevano ad abbellire quello che sarebbe stato un meraviglioso spettacolo,una volta che l’acqua si fosse asciugata.

Il cocchiere scese e andò incontro ai due,e iniziò a ringraziarli,mentre scendevano dai destrieri.

<Chi trasportate,buon uomo?>disse uno dei due guardiani del cancello cercando di sovrastare il rumore della pioggia,interrompendo i ringraziamenti dell’uomo.

<Oh….>si interruppe<Vi ho portato Fratello Garuf e le sorelle Vielr e Sil>disse andando ad aprire la porta della carrozza. Da questa uscirono tre persone anche loro avvolte nel mantello,tutte evidentemente scosse dal viaggio che ha rasentato la catastrofe. Un uomo,Fratello Garuf,si avvicinò al cocchiere.

<Ti sembra il modo di trattare la carrozza che ti ho concesso di condurre?>disse adirato,poi si rivolse ai guardiani<Siamo molto in ritardo?>chiese con tono dispiaciuto.

<No,siete ancora in tempo se fate in fretta>dissero i due. Il guardiano che parlò col cocchiere lo guardò ancora.

<Potete andare a riposarvi la,sarà una cosa lunga…..>gli disse indicando una piccola capanna dietro al cancello <Vi troverete anche di che sfamarvi>

<Grazie messeri>disse lui correndo verso la modesta abitazione.

Fratello Garuf si rivolse a Sorella Vielr e a Sorella Sil.

<Andiamo mie care?>chiese loro,le quali annuirono da sotto il cappuccio.

I tre si diressero spediti verso la pesante porta di ingresso,senza evitare le pozzanghere che tappezzavano la strada,schizzando acqua fangosa da tutte le parti;Infine giunsero di fronte all’ingresso della magione.

Sorella Vielr bussò con insistenza finche la porta non fu aperta dall’ennesimo incappucciato.

<Finalmente siete arrivati!!> disse nervosamente quest’ultimo<Stiamo per cominciare…sbrigatevi!>

Si precipitarono dentro,in un immenso atrio,da cui partivano numerose scalinate di marmo bianco inerpicandosi sulle alte mura,che si univano in un soffitto a volta,sulla quale era affrescato un immenso drago,di colore blu,che impugnava tra gli artigli della destra una spada,mentre fra quelli della sinistra fluttuava una goccia di sangue;corsero su per la rampa più vicina e si infilarono in un lunghissimo corridoio decorato da centinaia di ritratti,tutti della stessa famiglia,dato che tutti avevano il cognome Vallas. Erano molto diversi tra loro,tranne per un unico particolare:gli occhi…tutti avevano gli occhi dello stesso colore azzurro intenso.

Arrivati ad un bivio,presero la via di sinistra,una lunga scalinata che andava verso il basso,illuminata da piccole lanterne che splendevano di tremolante luce azzurra;continuarono a correre,i loro passi in principio echeggiavano nel silenzio,per poi venire coperti dal crescente rumore di risa,grida e musica.

<Ci siamo persi la festa….>Si lamentò Sorella Sil.

<Gia,cerchiamo almeno di non mancare all’inizio della cerimonia,risparmia il fiato e corri!>le rispose Fratello Garuf,con il cappuccio che per la corsa era scivolato indietro,rivelando il volto scolpito come quello di una statua,sulla quale erano incastonati due profondi occhi azzurri intenso.

Finalmente giunsero in fondo alle scale,in un’ampia sala circolare,rischiarata dalle stesse lanterne,nel cui centro,su un alto gradino che fungeva da palco,danzavano e suonavano varie fanciulle seminude,impegnate ad allietare la marea di gente seduta a tavoli disposti attorno,anche loro avvolti negli ampi mantelli blu,che mangiavano,bevevano e guardavano lo spettacolo.

Il cappuccio non copriva i loro volti,quindi erano visibili in tutti gli stessi occhi di Fratello Garuf e dei quadri del corridoio.

Garuf,Vielr e Sil si diressero in fretta verso tre posti liberi verso la metà del tavolo più vicino al centro e si sedettero.

L’uomo accanto a Garuf aveva lo sguardo fisso sulla ballerina che scuoteva i fianchi davanti a lui.

<Sei sempre in ritardo…>disse senza girarsi,gli occhi che danzavano con la ragazza seguendola in ogni piroetta.

<Fatti gli affari tuoi,Fratello Kart>Disse Garuf tirando a se un piatto pieno di carne arrostita<C’è un tempo da licantropi la fuori!>continuò dopo aver inghiottito il primo boccone.

<Si fa la solita scommessa?>chiese Fratello Kart distogliendo lo sguardo dalla danzatrice e traendo di tasca un sacchetto di monete.

<Questo è ciò che preferisco della cerimonia!>rispose Garuf mostrando a sua volta un sacchetto di pelle,che tintinnò allegramente quando venne appoggiato sul legno scuro del tavolo.

Improvvisamente la musica cessò,un altro uomo avvolto in un mantello,questa volta rosso sangue,si portò al centro del rialzo circolare e si calò il cappuccio,rivelando un volto segnato dall’età e una capigliatura brizzolata.

Il vecchio alzò le braccia e nella stanza calò il silenzio,interrotto solo da qualche raro sussurro.

<Fratelli!!!>tuonò con voce profonda,che echeggio varie volte nel silenzio ormai totale.

<Questa cerimonia è stata compiuta infinite volte nel corso della storia…..>continuò<Ma mantiene sempre la sua magnificenza e il suo significato>

L’uomo inspirò profondamente.

<Millenni e millenni or sono,all’inizio del tempo…..>Iniziò con tono solenne<Nacque Ariel,la splendente,regina di tutto ciò che è luce…In principio ella era solo una bambina,e vago in solitudine per le realtà dell’universo,piangendo…..e da ogni sua lacrima ebbero origine tutte le creature esistenti..>fece una piccola pausa per aumentare la suspence,come aveva sempre fatto in questo punto<Ma noi siamo qui,tutti riuniti,perché due specifiche lacrime,caddero molto vicino tra loro!>

Guardò gli ascoltatori,tra i quali,i più anziani che conoscevano la storia a memoria,erano più distratti,mentre i più giovani lo fissavano avidi di sentire la storia sgorgare da lui con quella voce così potente da far vibrare i tavoli.

<La lacrima Ietrai,dalla quale nacquero gli umani,e la lacrima Matran,la lacrima dei draghi…>

<Il sacro testo narra che le due caddero vicine,narra che si è creato un legame…e abbiano condiviso i doni di Ariel:Loro diedero a noi la capacità di attingere alle infinite energie magiche che muovono la realtà di Nidrya,e loro ricevettero la razionalità e l’intelligenza,e si elevarono dalle bestie,come noi che ne eravamo destinati>Pose molta enfasi sulle molte parole,forse troppa,pensò.

<Quando tutte le razze furono create,Ariel la luminosa era ancora giovane,e lo erano anche le razze,divennero amici,giocavano insieme,ma lei prediligeva gli umani;ma notò una cosa…..mentre gli uomini invecchiavano e morivano,lei rimaneva una bambina…..in principio non capiva ciò che succedeva,ma quando vide che anche i draghi,le creature che aveva iniziato a ritenere più simili a lei,prima o poi venivano accolti dal braccio della morte…..Ariel fiorì,come un bocciolo a primavera>Allargò le braccia<Divenne adulta,consapevole della triste realtà,che solo lei sarebbe esistita in eterno,mentre tutto intorno a lei muore>con un gesto teatrale del braccio fece finta di asciugarsi una lacrima all’angolo degli occhi.

<Non accettando il destino delle creature nate da lei,Ariel creò i campi eterni,il luogo dove l’anima di quelli che non sono più con noi può trovare eterna gioia,ma per mantenerli reali,dovette abbandonarci,lasciandoci la promessa che la avremmo rivista nei campi eterni se avessimo seguito una vita giusta all’insegna delle luce>Il vecchio smise di muoversi e parlare,ansimando leggermente per tutto quell’urlare.

Ora che la storia era finita,tutti gli sguardi erano fissi su di lui,era giuntoli momento del vero motivo della cerimonia.

Da qualche parte nella stanza riprese la musica

<Noi non siamo umani!!>ricominciò all’improvviso<Siamo la perfetta unione di uomini e draghi,noi siamo i DRACONI!!!!!!>

In tutta la sala esplose un urlò un risposta alla frase.

<Noi siamo i prescelti di Ariel!!!>Gridò estasiato dal calore dei fratelli.

Un altro urlo accompagnato da pugni sui tavoli.

<E oggi….>gli urli si interruppero all’istante,il vecchio giunse le mani.

<Oggi si unirà a noi un nuovo fratello!!>si voltò verso una zona in ombra della stanza circolare <Vieni avanti…>disse

Dal piccolo cono d’ombra uscì una figura avvolta in un mantello grigio

<Maschio!>sussurrò Fratello Garuf traendo silenziosamente una moneta dal sacchetto e appoggiandola sul tavolo.

<Femmina!>fu la risposta di Fratello Kart,mentre imitava il compagno.

Il nuovo arrivato si portò al centro del palco.

<Mostrati a noi….>disse il vecchio dal mantello rosso.

Il cappuccio grigio venne abbassato,rivelando il volto di un giovane dai lineamenti fini e dai lisci capelli neri lunghi fino alla cinta,tra i quali era possibile distinguere gli occhi color zaffiro

Fratello Garuf prese la moneta di Kart.

<Quinta linea di sangue>Disse questi scommettendo altre dieci monete

<Settima>fu la risposta.

<Fratelli….vi presento Ferion,l’ultimo nato della prima linea di sangue>

I vari sussurri delle scommesse in corso,che era pratica comune in quella cerimonia,si interruppero.

Garuf e Kart rimasero immobili e a bocca aperta,lasciando le monete al loro posto

<P-prima??> riuscì a dire Kart,asciugandosi le mani sudate sui pantaloni

Il vecchio lo aveva sentito e si avvicinò a lui.

<Esatto,prima!Sembra incredibile,ma l’ultimo padre della prima linea,che era sempre stato considerato incapace di avere figli…..>gesticolò un poco<Invece,alla fine,prima di partire per la battaglia e non ritornare più,ha giaciuto con la sua amante,e nacque Ferion….>

I sussurri ripartirono.

<Potremmo continuare?>Parlò per la prima volta,con voce splendida ma anche con tono infastidito.

Sorella Sil rabbrividì.

<Che cosa ti succede,sorella?>le chiese Sorella Vielr.

<E’ magnifico…..>disse lei sognante,ma Vielr le diede un piccolo schiaffo sulla testa.

<Frena i tuoi pensieri lussuriosi,sai benissimo che il rapporto carnale fra due Vallas è vietato!!>le sibilò Sorella Vielr.

Fratello Garuf aveva sentito e sogghignò.

<Sarà anche magnifico e discendente della prima linea di sangue,ma scommetto che è una nullità,adatto solo per i rapporti diplomatici….>disse mettendo l’intero sacchetto di monete come posta. Fratello Kart fece la stessa cosa.

Questa volta fu Ferion a sentirlo,si avvicinò a lui e lo fisso negli occhi.

<Sono in grado di ucciderti due volte prima che te ne renda conto!>disse,e fratello Kart iniziò ad allungare la mano verso il sacchetto.


Inviato

Il vecchio attirò l’attenzione di Ferion con un piccolo colpo di tosse.

<Gia,Gia…in futuro avrai molte occasioni di mostrare il tuo valore > battè le mani e le ballerine di prima arrivarono danzando in cerchio,al centro del quale un’altra fanciulla trasportava qualcosa di lungo al di sopra della testa. Il cerchio si aprì e la ballerina centrale salì sul palco,portando l’oggetto:era uno spadone.

Era uno splendido spadone,della lunghezza di un metro e mezzo,che ricordava una sciabola,data la lama ricurva che si intuiva dalla forma del fodero rivestito in pelle nera,la guardia formata da un paio di ali di drago,color della notte,che ricoprivano quasi tutta la lunghezza dell’impugnatura,in fondo alla quale vi era una testa di drago dalle fauci aperte e gli occhi di zaffiro.

<Questa è Lothrien,messaggera delle stelle>disse il vecchio,prendendola gentilmente dalle mani della ragazza e sfoderandola,mostrando le numerose incisioni lungo la lama bianca,che sembravano riprodurre un braccio della galassia,con tutte le sue costellazioni <Ci sono voluti diciotto anni per forgiarla…è stata cominciata il giorno in cui sei nato e completata il giorno in cui hai raggiunto la maggiore età,è tua di diritto>la porse a Ferion.

Ferion afferrò Lothrien con delicatezza,e la impugnò con entrambe le mani,muovendo le dita per trovare la presa ideale sull’impugnatura sagomata,rigirandola per ammirarne la magnificenza;il suo sguardo si fermò sul filo della lama,che sembrava in grado di tagliare a metà un blocco di pietra con il minimo sforzo.

Resistette alla tentazione di passarci sopra un dito per provarlo e chiese il fodero,dopo averlo ricevuto,rinfoderò la messaggera delle stelle.

<E’ una spada magica>Disse il vecchio<Creata per mondare le tenebre,perché,se entrerai tra i Vallas,questo sarà il tuo unico scopo d’ora in poi>

Iniziò a recitare in maniera solenne.

<Ferion,accetti la responsabilità di vegliare sul mondo e difenderlo dall’oscurità?>

Ferion si inginocchiò,appoggiando Lothrien a terra.

<Io Ferion,accetto questo fardello>.

<Giuri con tutta l’anima di seguire la retta via di Ariel?>

<Lo giuro>Esclamò Ferion abbassando il capo.

Il vecchio frugò tra le pieghe del mantello e ne estrasse quello che sembrava un ditale e una piccola lametta.

Allargò le braccia per mostrare i due oggetti,finemente decorati,dall’ovvio scopo rituale,a tutti i presenti,poi fece scorrere velocemente la lametta sulla punta dell’indice,la sua bocca si mosse appena dal fastidio;una goccia di sangue uscì dal taglio,e fu abbastanza svelto da raccoglierla nel ditale,e continuò finche non si riempì fino all’orlo.

<Nelle vene dei Vallas scorre latente il sangue di Pyrabos,il drago capostipite…Ferion,il più giovane tra noi,attingi alla fonte scarlatta del più anziano e risveglia il drago>porse il ditale a Ferion.

Ferion lo prese,attento a non rovesciare la preziosa linfa vitale,e la bevve.

Il vecchio sfoderò uno stiletto.

<Ora,ragazzo,domina il potere,non permettere il contrario>sussurrò

Ferion cadde in ginocchio,afferrandosi la gola,e iniziò ad urlare,con gli occhi sbarrati. Le sue urla di sofferenza rimbombavano nella grande sala,alcune delle sorelle si coprirono le orecchie e gli occhi per non vedere quel bel giovane con il volto contratto in una smorfia bestiale,rotolare a terra dal dolore.

<Non ce la fa….>Disse Garuf cercando di prendere le monete.

<Ce la fa…..>Disse Kart cercando di impedirglielo.

Improvvisamente Ferion si alzò,con la schiena curva,le mani contratte ad artiglio.

Il vecchio si preparò a colpire alzando il braccio al disopra della sua testa,ma Ferion si raddrizzo,le mani si rilassarono e si tolse i capelli dalla fronte madida di sudore,sorridendo soddisfatto.

Il vecchio mise via l’arma appuntita e raccolse Lothrien,restituendola a Ferion.

Non sentendo più le grida,Sorella Sil si scopri gli occhi.

<Ora sei Ferion Vallas,ultimo dei draconi>disse il vecchio.

Nella sala fu tirato un respiro di sollievo,non si poteva perdere in maniera tanto orribile l’ultimo rampollo della prima linea di sangue.

Ferion si tolse il mantello grigio,simbolo del potere dormiente,e rimase a torso nudo con dei pantaloni blu.

Vedendolo così,Sorella Sil inconsciamente si leccò le labbra,e persino Sorella Vielr deglutì.

Ferion sfoderò Lothrien e la alzò sopra la testa,gridando di gioia,accompagnato da quelli che ora erano suoi fratelli

<Benvenuto,Fratello Ferion>fu il grido del vecchio unito a quello di tutti gli altri.

<Ora osserviamo quanto il sangue di drago ha agito in te…> disse il vecchio battendo le mani. In risposta giunsero molti uomini di fatica,che trascinavano con delle lunghe e spesse catene cinque creature più alte di un uomo,dalle spalle larghe e massicce e la pelle grigiastra. Orchi.

<Li abbiamo trovati che esploravano i dintorni con equipaggiamento da guerra>disse il vecchio a Ferion.

Il vecchio si avvicinò al più grosso dei cinque.

<Non provate a scappare,non varchereste la soglia dell’uscita….>disse con calma poi indico Ferion <Uccidetelo e sarete liberi>Sentendo ciò Ferion si mise in posizione di combattimento,con Lothrien che risplendeva in risposta alle luci delle lanterne.

L’orco emise un grugnito per indicare che aveva inteso.

Il vecchio scese dal gradino e un altro uomo salì,a togliere le catene e portare le armi orchesche,rozze asce e picche,ai loro proprietari.

Intanto Ferion passò delicatamente il palmo della mano sul piatto della spada pronunciando sottovoce una breve formula,e una runa rossa apparve dove toccò.

Appena fu liberato e riprese la propria arma,l’orco più vicino a Ferion caricò menando un poderoso colpo orizzontale,che Ferion evitò semplicemente flettendo le ginocchia e attaccò con un fulmineo fendente anch’esso orizzontale.

L’orco guai e tornò dai compagni,si guardò il torace,dove non vi era nient’altro che un graffio rosso,che lo attraversava da parte a parte,ma niente sangue.

Garuf scoppiò a ridere.

<Era in una posizione perfetta e lo ha colpito di striscio con un spadone a due piedi di distanza>gridò

Gli orchi si unirono alla risata.

Ferion puntò la mano verso l’orco che lo aveva attaccato,e la mosse come se stesse chiamando qualcosa.

L’orco,da grigio,divenne bianco,il graffio divenne uno squarcio e la parte superiore cadde a terra con un tonfo,seguita da quella inferiore che si accasciò.

Gli altri orchi urlarono di terrore,mentre Ferion iniziò a sussurrare velocissime formule in maniera cosi sciolta che pareva stesse sibilando. Il sangue dell’orco,sia quello che lordava il pavimento,che quello rimasto dentro alle due parti del cadavere,si alzò in volo e iniziò a raggrupparsi in una grossa sfera rosso cupo,lucida come giada.

<Un emomante!!>Esclamò il vecchio meravigliato.

Con un altro gesto della mano,la sfera andò a schiantarsi contro il petto di un altro nemico,fracassandone le costole e tornando indietro.

La vittima iniziò a tossire sangue,Ferion sorrise,era sufficiente.

Mosse nuovamente le mani verso l’orco a terra,contratte a ghermire qualcosa,la sua vita che scorreva;uscì come un lungo serpente scarlatto dalle fauci della bestia,che si abbandonò a terra bianco in volto, e strisciando si andò ad unire alla sfera,che partì nuovamente all’attacco,ma prima di colpire si vaporizzò,trasformandosi in nebbia rossa,che si insinuò nelle narici e la bocca dell’orco avvolto dalla nube.

Sembrava ancora integro,quando cominciò a tossire,qualcosa gli squarciò il petto:una testa di drago scarlatta che in quel momento luccicava come cristallo. Il corpo del drago uscì dall’apertura,trascinando via il resto della linfa vitale.

Il Draghetto adocchiò uno dei due orchi e gli balzò addosso,dilaniandolo con zanne e artigli di sangue;l’altro era paralizzato dall’orrore e ciò diede a Ferion il tempo di avvicinarsi camminando e mozzargli la testa con un gesto elegante del braccio che impugnava Lothrien.

Nella stanza per l’ennesima volta ristagnava il silenzio,orripilati e incantati dalla esibizione di Ferion,i Vallas osservavano il giovane dracone ergersi fra i cadaveri mutilati degli orchi,senza neanche una goccia di sangue a sporcarlo.

Ferion smise di recitare le arcane formule,e la creatura di sangue si disciolse ,allagando il palco e iniziando a colare sul pavimento più in basso.

Fratello Kart prese la sua vincita.

Qualcuno batte le mani,e tutti lo imitarono.

Sorella Sil rabbrividì nuovamente davanti a quell’esempio di forza,grazia e bellezza.

Terminato l’applauso,il vecchio riprese a parlare.

<Fantastico!!Quale incredibile potere!!!Se sai gia usare la emomanzia a questi livelli a diciotto anni,non oso immaginare quale potenza tu possa sviluppare con l’esperienza.>Disse traendo da sotto il proprio mantello rosso,quello blu di Ferion e avvolgendoglielo attorno alle spalle,dichiarò conclusa la cerimonia.

Ferion balzò giù dal palco,dirigendosi all’uscita della stanza,la pozza di sangue che si apriva per lasciarlo passare,rinfoderò Lothrien e attraversò la porta.

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  • 11 mesi dopo...
Inviato

Capitolo 2 Frenare gli istinti

Il vecchio guardò i presenti,che si stavano alzando per andarsene.

<Fratelli>tuonò<Non vorrete andarvene con questo tempo?>

Tutti si voltarono verso di lui

<Abbiamo abbastanza stanze per tutti,passate la notte qui,cosicché si possa festeggiare ancora!>

La proposta fu accolta calorosamente dai presenti,e nella mente di Sorella Sil iniziarono a delinearsi vari modi per festeggiare.

Ci vollero varie ore per pulire la stanza dal lago di sangue che si stava incrostando sullo splendido pavimento della stanza circolare,e per prepararla ad una festa,smontando il palco e spostando i tavoli,lasciando lo spazio libero per ballare,poi con l’ingresso delle ballerine,la festa iniziò.

Nel frattempo Sorella Sil vagò per tutta la villa alla ricerca dell’oggetto del suo desiderio proibito.

<Hai visto dove è andato Ferion dopo che è uscito?>chiese a tutti quelli che incontrava,ma ottenne negazioni e risposte discordanti.

Alla fine,disperata,decise di abbassarsi a parlare con i servi,per quanto questo le riempisse la bocca di bile.

Inizio a girare per gli interminabili corridoi di quell’immenso edificio,tra armature antiche e decorate,quadri e vasi di grande valore,finche non vide una serva intenta a spolverare un busto di marmo. Le si avvicinò silenziosamente e le afferrò il braccio;la serva urlò e per poco fece cadere il busto,ma Sorella Sil le intimò di calmarsi.

<ZITTA stupida!Calmati>la serva si voltò e riconobbe la Vallas . <C-Che desidera padrona?> chiese lei ancora scossa.

<Dove è Ferion?>chiese bruscamente.

<L’ultima volta che l’ho visto si stava dirigendo verso l’atrio….>disse la serva.

Sil la buttò da parte in malo modo e si fiondò nel corridoio che conduceva all’atrio.

Lo attraversò correndo,sollevando l’orlo dell’abito da festa per non inciampare,accanto a lei saettavano i quadri dei Vallas più importanti,tra i quali sicuramente ci sarebbe stato anche Ferion.

Sil mugolò di piacere perverso;nella sua mente scorrevano le immagini dei suoi desideri.

Si era distratta;battè violentemente il bassoventre contro il corrimano della scalinata e passò oltre,cadendo da vari metri di altezza,senza neanche avere il tempo di cominciare ad urlare.

Cadde fra forti e sicure braccia.

Sorella Sil tremava,guardò chi l’aveva salvata da una morte ridicola.

<Ferion!!>esclamò,con troppa gioia,ora era fra le sue braccia.

Ferion la posò a terra con delicatezza.

<Che stavi facendo??>chiese Ferion irritato <Si guarda avanti quando si corre,non credi?>.

Sil scoppiò a piangere e saltò addosso a Ferion,stringendolo.

<Ho avuto tanta paura…..grazie>singhiozzo lei,sincera.

Ferion fu un attimo sorpreso,ma le diede dei colpetti sulle spalle,per consolarla.

<Perché correvi?>chiese più dolcemente

<Ti cercavo>

<E perchè?>chiese Ferion curioso.

Sil non poteva dire la verità,almeno non ora.

<Non ti vedevo alla festa…sei l’ospite d’onore,andiamo?>

Ferion pensò per un attimo,poi sospirò.

<Va bene,andiamo…>disse,rassegnato

<Ma…cosa facevi qui?> chiese Sorella Sil prendendo a braccetto Ferion

Ferion guardò il magnifico affresco del drago,terrificante e maestoso allo stesso tempo.

<Guardavo Pyrabos…e ringraziavo Ariel dei doni che mi ha fatto..>

“Gia…gran bei doni….” pensò Sil,col cuore che accelerava i suoi battiti.

Sil rallentava apposta il passo di Ferion,per stare il più possibile con lui,intanto salirono le scale e attraversarono i vari corridoi,ma Ferion iniziava a spazientirsi di tale lentezza.

<Se camminiamo cosi piano arriveremo quando la festa sarà finita>disse e aumentò notevolmente il passo,con Sorella Sil che faticava a rimanergli vicino.

Dopo la cerimonia,Ferion si era cambiato,ora indossava una lunga tunica azzurra,con vari ricami argentati,e per vezzo,Lothrien era agganciata alla cintura nera.

In quella camminata frenetica,la veste ondeggiava come mossa da un forte vento,e Lothrien sbatteva contro la gamba, e più di una volta rischiò di colpire i vari oggetti lungo il corridoio.

In un quarto del tempo che avrebbero impiegato per giungervi al passo di Sil,arrivarono nella stanza circolare,ora completamente trasformata,addobbata in maniera allegra per la grande festa,i tavoli non c’erano più,al centro della sala,ballavano numerosi Vallas,chi allegramente con amici e amiche,e qualche fortunato, con le ballerine;in un angolo della sala vari musicisti suonavano violini e flauti,spandendo la loro melodia grazie all’acustica della sala.

Ferion rimase ad aspettare Sil sull’entrata,che arrivo ansimando qualche istante dopo.

Si aggrappò a Ferion per sorreggersi,senza fiato,con un certo fastidio di quest’ultimo.

<Eccoci alla festa….>disse lui,staccandosi da lei.

<Balliam…>cercò di chiedere Sorella Sil,ma Ferion era gia sparito.

<Fratello Kart!>esclamò Ferion andando ad abbracciarlo.

<Fratello Ferion>disse allegramente,ricambiando il gesto. Accanto a loro c’era Fratello Garuf,che portava istintivamente la mano dove prima c’era la borsa delle monete,ma ora scomparsa.

Fratello Kart lo guardò.

<Ah,gia,Ferion…la tua parte> disse lanciando a Ferion un sacchetto grande la metà di quello originale.

Fratello Garuf li guardò strabiliato.

<Ma eravate d’accordo!!>Urlò senza ritegno,tutti si voltarono

<No…ci conosciamo da quando siamo piccoli,anche se non sapevo che fosse della prima linea di sangue..>disse Kart mettendo via la sua parte di monete.

<Ne mancano due…> disse Ferion soppesando il sacchetto,e Fratello Kart,visibilmente scocciato tirò fuori il sacchetto e diede le due monete a Ferion,che le lascio cadere nel suo sacchetto facendole tintinnare.

<Bravo…>disse Ferion a Fratello Kart <Sono anche piuttosto contento che tu abbia scommesso contro di me,Garuf…> disse Ferion sorridendo<La tua faccia è stata la cosa più appagante,oltre a entrare fra i Draconi>

<Vedendoti qui,ne deduco che Sorella Sil ti abbia trovato>Disse Garuf,non volendo pensare alla cospicua somma perduta<Ti ha cercato per tutta la villa>.

<Gia….>Ferion si guardò attorno<E’ rimasta indietro…>

<Sono qui!!> disse Sil,comparendo all’improvviso da dietro Ferion;aveva dovuto attraversare tutta la stanza per raggiungerli.

<Sorella Sil….>la salutò Fratello Kart.

Ferion si sentì trascinato per il braccio destro da Sorella Sil,al centro della pista,che prese la sua mano e se la mise sul fianco.

<Ti condurrò io,non ti preoccupare>sussurrò avvertendo del disagio in Ferion.

La canzone suonata fino a quel momento fini,per venire rimpiazzata da un'altra dal ritmo molto energico.

Sorella Sil venne trascinata dalla partenza di Ferion,che volteggiava in maniera perfetta,facendola sfigurare di fronte a tutti,ma lei non si sentiva in imbarazzo,anzi,più di una volta cercava di vedere gli sguardi invidiosi delle altre donne,ma stranamente non ne vedeva,anzi,qualcuna scuoteva la testa. Una piccola pressione sul fianco da parte di Ferion la invitava a non distrarsi,dopo che gli aveva pestato un piede varie volte nello stesso passo. Nello stesso istante in cui la musica finì,Ferion si stacco da Sil e tornò dai suoi compagni;mentre lei lo guardava allontanarsi vide passare davanti a lei una ragazza con un calice di vino in mano e le venne un idea.

<Era ora Ferion…volevi rimanere minorenne per tutta la vita?> gli disse Kart mettendogli il braccio attorno al collo <Eeeeh questi ragazzi..>continuò <Crescono cosi in fretta..>fece finta di piangere<Un giorno hanno paura del buio,e quello dopo sono emomanti>fece finta di soffiarsi il naso sulla veste di Ferion.

<Ma smettila!!>esclamò Ferion ridendo<Sei stato iniziato soltanto due anni fa,e ti comporti da nonno…>

<Tecnicamente sei il più piccolo>disse Kart scompigliandogli i lunghissimi capelli neri<Il nostro cucciolo di drago…>

<Anche se per l’altezza ti supero di una spanna buona….>Disse Ferion,dando delle piccole pacche sulla testa di Kart,che lo lasciò fare.

<Eh,gia…sei alto,bellissimo persino per i Vallas,bravo a combattere,emomante,colto, …appena comincerai il servizio per madre Ariel le sacerdotesse ti moriranno dietro…>disse allegramente,senza invidia.

<Mah…io preferirei trovare quella giusta,piuttosto che avere infinite avventure senza significato..>disse Ferion pensando a quello che aveva detto Kart.

<E anche romantico..>aggiunse Fratello Kart alla lista di pregi di Ferion,dandogli una pacca sulla spalla.

<Io ora andrei a dormire,se domani hai finito di elogiarmi,vienimi a svegliare>Disse Ferion sorridendo.

Fratello Kart rise,e alla risata si unì anche Garuf,che aveva sbollito la rabbia.

<Ma si…sono ricco,chi se ne importa di quel sacchetto..>porse la mano a Ferion <Magnifica esibizione,i miei più sinceri complimenti>.

Ferion strinse la mano,con gioia.

<Cosa hai fatti negli ultimi dieci anni?>chiese fratello Kart a Ferion,curioso.

<Niente di che,ho studiato l’emomanzia alla cattedrale scarlatta,e nel tempo libero mi esercitavo nella settima forma degli stili di Namraeil>disse lui con leggerezza.

<La danza del drago??ma è difficilissima!!>dissero Kart e Garuf stupefatti.

<In effetti ho qualche incertezza in vari punti,ma tutto sommato riesco ad usarla>

<Ah,ma allora devi mostrarcela,quando fuori si sarà asciugato quel pantano…>

<Oh bè certo!>disse Ferion

<OPS!!> urlò Sorella Sil,inciampando nella sua gonna e rovesciando un bicchiere di vino addosso a Ferion,inzuppandogli la manica della sua splendida veste azzurra.

Ferion lanciò un esclamazione,perché il vino era freddo,e anche la stanza non era esattamente calda.

<Ma che ….>si interruppe quando vide Sorella Sil stesa a terra,con la gonna che nel volo era arrivata a coprirla la testa,scoprendo così le gambe.

<Sorella!!>si affrettò a soccorrerla Garuf,che era veramente suo fratello di sangue.

Sil si rialzò e si riassettò il vestito.

<Sto bene,sto bene>disse lei,rialzandosi.

Ferion era intento a guardare la macchia scura che si espandeva sul suo braccio.

<Vado a cambiarmi..>Disse.

<Va bene> disse Kart.

Ferion si voltò e si avviò verso l’uscita,passando agilmente fra i ballerini che piroettavano al centro della stanza,seguito furtivamente da Sorella Sil.

Ferion passò un’altra volta per l’atrio e salì un’altra scalinata che si dirigeva più in alto,infilandosi nell’ennesimo corridoio,questa volta decorato con un enorme dipinto di una immensa prateria,dove angeli e uomini vivevano in armonia,sotto s’era una targhetta con scritto “i campi eterni”.

Ma l’altra parete era piena di grandi finestre,che mostravano come ancora li fuori infuriasse il temporale. L’insistente scrosciare della pioggia copriva il rumore dei goffi passi di Sil,che riusciva a fare più rumore di quanto ne avrebbe fatto camminando normalmente.

Ferion,nella solitudine di quei lunghi corridoi,iniziò a cantare una malinconica canzone d’amore.

Sono giorni che ti inseguo

fra gli affilati rami della foresta

tra i rovi che mi feriscono le gambe

ti ho vista vagare tra le querce

attraversata dalla luce lunare

lo sguardo rivolto al cielo

la tua anima pesante come le montagne

ti ancorava alla realtà

cercai di avvicinarmi

ma tu mi sfuggisti

ma il tuo sguardo,

triste e saggio

mi pregava

di non rinunciare

abbandonai la spada

mia unica compagna

a terra,nel fango

e continuai ad inseguirti

nei miei occhi,

l'immagine fissa dei tuoi

che mi pregavano di continuare

ti seguii

in luoghi che non conoscevo

nelle dimore degli elfi

tra gli alberi

nei loro antichi castelli

da giorni non mangiavo

da giorni non bevevo,

solo la tua presenza

mi incitava a continuare

più dolce del nettare divino

le mie mani,protese ad afferrarti

sfioravano l'aria

i miei piedi doloranti

il mio cuore batteva il ritmo

di quella corsa infinita

ti seguii in un castello

magnifico ed antico

nella sala del trono

dove tu seduta come regina

mi offrivi il posto dei re

mi sedetti su morbido velluto

tu ti alzasti,e mi porgesti la mano

riuscii a toccarla

e capii

tu regina immortale,mi hai scelto

per essere il tuo re

ti ringrazio per il dono

non persi nulla

e ora

siamo re

e regina

eterni

nella dimora degli elfi

Inviato

Sorella Sil conosceva quella canzone,era sempre stata una delle sue preferite,e varie volte aveva chiesto al suo tutore di cantarla,ma non avrebbe mai raggiunto il livello di Ferion,la cui splendida voce faceva impallidire il rombo dei tuoni,che non osava sovrastare la sua melodia cantata con il cuore.

Ferion continuò a camminare per vari minuti,la sua stanza era la più lontana,ma alla fine arrivò davanti alla porta,girò la maniglia dorata ed entrò,il pesante legno sui cardini cigolava in maniera lamentosa. Cercò a tentoni sul muro finche non trovo una sfera,che si accese illuminando di luce azzurrina tutta la stanza e il grande letto a baldacchino e la cassapanca che stava ai suoi piedi.

Chiuse la porta,si slacciò la cintura appoggiando Lothrien sulla cassapanca e iniziò a levarsi la veste,sfilandola da sopra;mentre era avvolto da quel mare di stoffa sentì la porta aprirsi e chiudersi un’altra volta,e lo scatto della serratura.

<Chi c’è?>urlò,non essendo ancora riuscito a togliersi la veste.

Nessuna risposta.

Alla fine riuscì a levarsela e la gettò a terra con rabbia,e vide davanti a se Sorella Sil davanti a se,con la chiave della stanza in mano.

<Che vuoi?>chiese ,anche se stava iniziando a farsene un’idea.

<Passavo di qua…>disse lei indifferente

Ferion con uno scatto cercò di afferrare la chiave,ma Sil tirò un attimo la stoffa della scollatura e vi fece cadere dentro la chiave,rabbrividendo leggermente per il contatto col freddo metallo.

<Prova a prenderla….>disse lei con tono malizioso,allargando le braccia per invitarlo.

<E’ proibito,sorella…>disse Ferion avvicinandosi.

<E chi lo dice?Noi siamo di due linee di sangue diverse,Il sangue del drago si è mischiato e non siamo come parenti…i Vallas oramai sono solo una potente setta>esclamò con voce troppo alta,che rifletteva ciò che le bruciava dentro.

Ferion,rimasto solo con i pantaloni,si avvicinò a Sil che si diresse al letto,dove si sdraiò,attendendo;in un attimo Ferion le fu sopra,la sua bocca che si avvicinava,e lei aprì la bocca e chiuse gli occhi pronta a ricevere il bacio,tremando dall’eccitazione.

Il bacio non arrivò mai,la bocca di Ferion si avvicinò all’orecchio dei lei per sussurrare qualcosa.

<Mi disgusti…>

<Cosa??> esclamò Sil,aprendo gli occhi.

Ferion la tirò su e la sbatté contro il muro,il suo bel volto una maschera di rabbia.

<Cagna!>sibilò a denti stretti <Come osi insultare la tua stessa famiglia,dicendo idiozie e cercando di commettere incesto con un tuo fratello?Mi fai schifo!>disse continuando a premere sulle sue spalle,schiacciandola contro la parete.

Sil rimase paralizzata dal terrore,e iniziò a piagnucolare;Ferion afferro la stoffa dell’abito e con uno strattone lacerò il tessuto,scoprendo il seno di sorella Sil.

Non guardò neanche,e si girò appena sentito un piccolo tonfo metallico,dove era caduta la chiave.

Prese Lothrien,aprì la cassapanca con un calcio e prese la prima camicia che trovò,la indossò,riallacciò la cintura e ci agganciò lo spadone, uso la chiave sulla porta e la aprì ed uscì,richiudendola con violenza;Appena fuori dalla stanza,Ferion sferrò un pugno al muro:la mancanza di rispetto alla famiglia e alle sue regole lo aveva riempito di una rabbia bestiale,che avrebbe potuto concludersi in tragedia se non se ne fosse andato.

Un altro pugno contro il muro,molto più forte,il suo tonfo echeggiò nel corridoio mentre Ferion se ne andava,e Sil rimase nella stanza a piangere.

Inviato

Capitolo 3 Il battesimo dell’acciaio

“Mai guardare un Dracone negli occhi,se regge una spada!!” detto orchesco

Ferion,mentre avanzava a grandi passi per il corridoio,si sentiva male,non per le azioni di Sorella Sil,sapeva che ormai era una regola che nessuno oramai rispettava. Stava male per la sua reazione violenta,che non è per niente propria per un servitore della luce. Nei primi momenti dava colpa al sangue di Pyrabos che ancora non si era assestato e bruciava nelle sue vene,ma un dubbio iniziò a insinuarsi nella sua mente.

Ferion,come ultimo discendente della prima linea di sangue,era stato educato meglio degli altri al rispetto delle regole dei Vallas...

Il suono di una campana interruppe i suoi pensieri.

<L’allarme!!> Esclamò Ferion e si precipitò nell’atrio,tenendo Lothrien in mano per non farsi male con il suo movimento.

L’atrio era pieno di Vallas,raccolti attorno al cocchiere di Garuf,quest’ultimo gridava in maniera confusionaria quello che i guardiani del cancello gli dissero di riferire.

Ferion cercò con lo sguardo Fratello Kart e si fiondò da lui.

<Cosa succede??> Gli chiese con un leggero fiatone.

<Arrivano i compagni degli orchi che hai ucciso…>disse Kart con lo sguardo fisso sul cocchiere,che sbracciava davanti al vecchio.

Ferion si spostò accanto al vecchio.

<Fratello Soya,quanti sono?> chiese con una impercettibile punta di eccitazione nella voce.

<Costui afferma che sono più di noi> rispose il vecchio Soya,riferendosi al povero e infreddolito cocchiere,poi si rivolse agli altri <Fratelli!Equipaggiatevi per la battaglia,li attenderemo nel cortile,se non avete niente dietro,potrete usare l’armeria della magione,niente armature pesanti o affogherete in quel pantano!>disse ai presenti,si rivolse nuovamente a Ferion <Non puoi usare l’emomanzia,vero?>.

<Gia…la pioggia diluirebbe troppo il sangue rendendola inutile,non sono un idromante,anche se qualcosa dovrei poter fare..> disse Ferion a disagio <Ma Lothrien e la danza del drago sono sufficienti> continuò con un sorrisetto sul volto.

Alcuni Vallas si fiondarono nel corridoio che conduceva all’armeria,ma altri portavano gia le armi sotto il mantello blu, e Ferion teneva la mano appoggiata sul pomo di Lothrien,sentendo con le dita i vari denti appuntiti della decorazione a testa di drago.

<Dove sono?>chiese a Soya.

<Al momento stanno cercando di abbattere il cancello,è molto robusto,abbiamo il tempo di organizzare la difesa….Ora tutti fuori!!>.

Fratello Soya spalancò il pesante portone e tutti iniziarono ad uscire e a organizzarsi in file serrate.

In prima linea c’erano anche Garuf,Kart e Vielr,assieme a Soya e Ferion,che non aveva fatto in tempo a mettersi il mantello,e i suoi lunghi capelli si erano attaccati alla camicia oramai inzuppata.

La falange difensiva era pronta.

<FORZA CON QUELL ARIETE!!!Sfondate la porta dei sangue-misto> gridò il generale Lokna ai vari orchi che si affannavano con un grosso tronco.

I sei umanoidi fecero vari passi indietro,sorreggendo a fatica il peso del legno fradicio,e grugnendo si scagliarono contro il pesante cancello di acciaio temprato,che si mosse appena,nonostante la violenza del colpo.

<Mandate qualcuno ad aprire il cancello>ordinò Soya,e uno dei guardiani sfrecciò verso la guardiola che conteneva il meccanismo per aprirlo.

<Ah,ci aprono la strada!!>disse il generale nella rozza lingua degli orchi. I portatori dell’ariete lo lasciarono a terra con un tonfo unito al viscido rumore del fango che ormai gli arrivava alle caviglie,e sganciarono le loro armi dalle corde che usavano come cinture per sorreggere i loro stracci coperti da placche di metallo grezzo tenute insieme da lacci di budello.

Con un potente ruggito il generale ordinò la carica,e i possenti mostri iniziarono a correre,quasi accecati dalla pioggia insistente,verso la schiera di nemici,che ancora non avevano ancora impugnato le armi.

Soya alzò il braccio.

<Piromanti in prima linea!!!>

Un piccolo gruppo di persone si portò davanti a loro e iniziò recitare varie formule,e numerose sfere di fuoco scaturirono dalle loro mani,che sibilando colpirono gli orchi,carbonizzandone molti e scaraventandone lontano altri.

<Ora i combattenti!>

Tutti sfoderarono le loro spade,tutte lame ricurve,e i piromanti si scansarono,lasciando spazio alla lenta ma decisa avanzata dei guerrieri.

Gli orchi continuavano a correre,ansimando con la bava che colava dalle loro zanne gialle,ruotando sopra le loro teste le loro rudimentali armi,gridando incomprensibili maledizioni rivolte alla ordinata squadra che avanzava ordinatamente tenendo alte le armi,cantando preghiere in coro.

Quando gli orchi furono abbastanza vicini e affaticati dalla loro corsa sfrenata,ad un grido di Soya i guerrieri si separarono e si disposero individualmente,mettendosi in posizioni adatte al proprio modo di combattere,solo Ferion e Soya continuarono a avanzare,ma alla fine anche soya si fermò.

Ferion continuava a camminare,cantando gli inni sacri di Ariel,tenendo Lothrien bassa,pronta a colpire.

Lokna si era unito alla carica dei suoi compagni,molti dei quali uccisi dagli spara fuoco dei sangue misto,l’odore della carne bruciata era percettibile anche sotto la pioggia dai grossi e sensibili nasi degli orchi,e veder volare via pezzi dei loro compagni li faceva solo accelerare ed urlare ancora di più. I loro pesanti passi sollevavano grandi spruzzi di acqua e fango,lasciando profonde impronte sotto il pelo dell’acqua,che divenivano piccole fosse nella quale qualche orco più indietro inciampava.

I loro muggiti producevano nuvolette di vapore dalla bocca,dato il freddo intenso della pioggia.

Lokna vide che un suo compagno,quello più avanti,si apprestava a colpire un sangue misto che continuava ad avanzare verso di loro che,da quello che aveva capito degli umani,era un giovane adulto. Il compagno alzò la picca sopra la testa,inarcò la schiena e ruggendo calò l’arma intenzionato a rompere il cranio al sangue misto

Ferion si fermò e guardò l’orco,i muscoli delle braccia tenuti tesi,pronti al colpo. La picca scendeva a grandissima velocità,fendendo il muro d’acqua che separava i due guerrieri,un fulmine squarciò il buio,e Lothrien colpì: Ferion piegò la schiena di lato,rimanendo coi piedi fermi,la picca sibilò accanto al suo orecchio,e la sua spada passò parallela all’arma ,mozzando il braccio e metà torace dell’orco,e penetrando sempre di piu nel corpo finche si scontrò con la dura spina dorsale della creatura,rimanendo ferma nello squarcio del petto.

Ferion tirò a se la spada e il sangue schizzò copioso,mentre con una piroetta si allontanava per affrontare il prossimo orco.

Un unico colpo,un unico colpo!!Quel sangue misto aveva abbattuto uno tra i più tra gli grossi di questo gruppo,con un unico colpo.

Lokna si fermò di colpo,quasi pattinando sulla melma.

<Attaccate gli altri e lasciate a me quello>urlò ai compagni,che si sparpagliarono,dirigendosi verso gli altri sangue misto.

Lokna si diresse verso quel moccioso,il cuore che batteva per l’eccitazione della sfida,le mani serrate attorno all’impugnatura della spada.

Ferion vide quello che dalle decorazioni tribali paresse il capo avvicinarsi a lui,e raccolse la sfida.

Entrambi caricarono,urlando per dare forza al colpo e le due spade si scontrarono a mezz’aria. La spada di Lokna era sufficientemente grande e spessa per resistere al filo di Lothrien,e il suo portatore aveva sufficiente esperienza per non farla spezzare. Sorrisero.

Ferion ruotò su se stesso,la sua lunga chioma lo avvolgeva come un mantello,e colpì,ma la melma e la pioggia rallentarono l’esecuzione di quello che sarebbe dovuto essere un attacco fulmineo,e venne parato,anche se sul volto di Lokna si delineò lo stupore per la potenza del colpo. Il Dracone continuò ad attaccare con una veloce serie di colpi ad ampi archi,incatenati ad angolo acuto, piroette e balzi per cogliere di sorpresa il nemico:era iniziata la danza del drago.

Un urlo distrasse Ferion,Fratello Kart era stato ferito al braccio dalla scure di un orco.

Approfittando della disattenzione da parte del nemico,Lokna iniziò ad attaccare con colpi potenti,ma precisi,con uno stile ed una bravura rara per un orco.

Mentre i due si affrontavano in equilibrio,nel resto del cortile l’ago della bilancia era spostato di gran lunga in favore dei Vallas,gli orchi morivano come mosche,mentre i draconi al massimo avevano ferite superficiali.

Nei loro volti era dipinta una gioia selvaggia,che proveniva dall’ebbrezza del combattimento,dall’uccidere quelle creature orrende che li avevano invasi.

Ai piedi di Sorella Vielr giacevano numerosi pezzi e cadaveri nemici,falciati dai rotanti fendenti della sua spada,e li accanto Garuf si destreggiava con la spada e una scure rubata ad un nemico e anche Kart riusciva a difendersi con un braccio solo.

Gli orchi iniziavano ad arretrare,ma i Vallas li inseguivano urlando,scappavano in preda al panico,venendo colpiti alle spalle e aggiungendosi alla palude di fango e cadaveri che andava crescendo col passare dei minuti.

L’aria,nonostante la pioggia,era impregnata del tanfo di morte,unito all’odore di fradicio causato dalla eccessiva pioggia,che non accennava a diminuire,nonostante fosse quasi mattino.

<Dannato me e chi me l’ha fatto fare>pensò Lokna con rabbia,si rese conto che attaccare i Vallas nella loro casa,era stata una enorme idiozia,ma lui eseguiva solo gli ordini,non poteva farci niente…se non liberarsi di quello che da vari minuti lo stava impegnando tanto bene,o morire con onore.

L’ultimo orco si stava allontanando abbastanza in fretta,ma venne colpito alla nuca da un lancio fortunato della scure da parte di fratello Garuf,che dopo aver visto l’orco cadere a terra gorgogliando,si diresse ad aiutare Kart,mentre gli altri Vallas si erano messi a fissare il primo vero combattimento di Ferion,che affrontava qualcuno che avrebbe dato problemi a chiunque tra loro.

Fratello Soya guardava ammirato la tempesta di acciaio che si scatenava tra i due;Ferion era abile,ma l’orco,che dalle decorazioni che aveva sull’armatura sembrava il capo di quest’orda,aveva dalla sua parte anni di esperienza bellica,e Ferion avrebbe dovuto agire d’astuzia.

Ferion disincastrò le lame e con un balzo si portò lontano per evitare un attacco al ventre,e iniziò a correre attraverso il cortile,nella parte piena di statue. Quella parte di giardino era in depressione,così si era creato uno stagno,con l’acqua melmosa che arrivava alla vita di Ferion .

Ferion iniziò a guadare il lago,il gelo dell’acqua gli penetrava nelle ossa,ma quel punto del giardino era lastricato,almeno i suoi piedi non erano più intrappolati dal fango. Rabbrividendo arrivò vicino ad un gruppo di statue.

<Hai paura dell’acqua?>Urlò beffardo all’orco,vedendolo incerto sulla “riva”.

Inviato

Lokna compì un grande balzo,nonostante la mole,permesso dai potenti muscoli della sua gente e iniziò a correre,seppur rallentato dalla acqua,versò il dracone muovendo per aria la sua spada,che venne calata in un deciso fendente,e sibilando si scontro duramente contro la lama temprata di Lothrien;le ginocchia di Ferion si piegarono e si ritrovò con l’acqua alla gola.

I due iniziarono nuovamente a scambiarsi violenti colpi,finche non iniziò una prova di forza tra i due,le loro spade mandavano scintille mentre si sfregavano tra di loro,nei loro occhi la stessa smorfia di concentrazione.

Lokna riuscì a spostare la spada del dracone e a sferrargli un calcio nel petto,buttandolo nell’acqua,e voltò la punta della spada verso il basso,per il colpo di grazia, cercando di conficcarla nel suo petto privo di difese,ma colpì solo il pavimento della fossa. Istintivamente iniziò a sferrare veloci stoccate nelle varie direzioni in cui avrebbe potuto spostarsi,ma sentì che tutti i colpi erano andati a vuoto.

Il timore iniziava a farsi strada nel suore di Lokna,la pioggia gli impediva di notare i movimenti dell’acqua e gli sporadici fulmini che illuminavano il campo di battaglia lo accecavano per brevi ma fatali istanti.

Si guardò attorno,i fulmini rendevano spaventose le statue che emergevano dall’acqua come mostri marini,il suo sguardo si fermò sulla statua del cavallo rampante che aveva di fronte,un fulmine vicino,seguito immediatamente dal suo tuono,illuminò gli occhi del cavallo rendendoli terrificanti ed assetati di sangue,e la creatura sembrava chinarsi su di lui,sempre di più.

Lokna si gettò di lato,rendendosi conto che la statua gli stava cadendo addosso,la grande massa di marmo sollevò una massiccia quantità d’acqua,che lo spinse contro il piedistallo di un’altra statua.

Riemerse dall’acqua,sputando la fanghiglia che gli era entrata in bocca e guardò la statua caduta,le gambe del cavallo erano state tagliate di netto. Mentre guardava stupito il cavallo semi immerso nell’acqua,sentì il rumore che prima il tuono aveva coperto,l’acciaio che cozzava contro qualcosa di duro,e con un cupo rombo la statua di un guerriero in armatura crollò verso il generale orco,la spada di marmo levata in aria. Lokna la evitò più facilmente della precedente,aspettandosi un'altra mossa del genere,mentre riprendeva una posizione adatta vide una lama lurida dirigersi verso di lui in un colpo di punta,tenuta da una figura indefinibile,tanto era ricoperta di fango. Parò il colpo a fatica,e la sua spada si spezzò,mentre quella del nemico si conficco nella sua spalla.

Il braccio che impugnava il pezzo di spada era in una posizione che gli impediva di colpire con il moncone della lama,mosse il braccio e colpi al volto l’avversario con il pomo della spada. Quello indietreggio,estraendo la spada dalla sua spalla,sputò sangue in un altro fulmine sparì.

<Anche le creature di fango sanno evocare > pensò Lokna,maledicendo il dracone per avere rovinato un bel duello con la magia,anche se lui di queste cose non ne capiva nulla.

Li attorno era rimasta un’ultima statua,una dama a braccia aperte,e Lokna se ne teneva sufficientemente lontano.

Scrutava attentamente le acque,girando attorno alla statua,ma l’ennesimo fulmine proiettò un’ombra su di lui. La creatura di fango era sopra la statua,che lo fissava ghignando con i suoi occhi terrificanti,sollevò la propria lurida spada sopra la testa e spicco un balzo per colpire.

<Ineeherl Pyrabos rievuntè!!!!!!!>Gridò nella sua sconosciuta lingua,mentre la sua spada calava. Lokna istintivamente si coprì con le braccia,e poté sentire la fredda lama che penetrava nella carne,oltrepassare le ossa delle braccia e del cranio,mordendo il cervello,per fermarsi contro la scapola destra.

<Per la gloria di Pyrabos!!!!!!!> gridò Ferion,mentre con un attacco al volo mozzava le braccia e metà capo all’orco. I pezzi caddero nell’acqua,e l’orco negli ultimi spasmi di morte agitò le braccia,schizzando sangue addosso al già sporco di fango Ferion.

Il cadavere si accascio sulla superficie dell’acqua,tingendola di rosso cupo.

Ferion si affrettò ad uscire dall’acqua,convinto che se non lo avesse ucciso l’orco lo avrebbe fatto la polmonite,mentre tutti gli altri Vallas gli correvano incontro,urlando complimenti.

Kart gli saltò in braccio

<Sei stato fantastico!!!Una cosa pazzesca>gridò,su di giri.

Ferion starnutì,Fratello Soya si intromise.

<Meglio portarlo al caldo,altrimenti muore di freddo>disse.

Tutti corsero dentro la villa,zigzagando tra i cadaveri,ormai dire che erano sporchi e fradici era un eufemismo,varcarono la grande porta e si ritrovarono nell’atrio,gocciolanti di acqua e fanghiglia.

<Penso che quello che si è meritato il primo bagno sia Ferion,che ne dite?>disse Soya rivolto agli altri compagni.

Ringraziando,Ferion si diresse verso i bagni,dove i servi prepararono la grande vasca di pietra,riempiendola di acqua riscaldata su un braciere e erbe e balsami profumati.

Ferion diede Lothrien ad un servo orinandogli di portarla a pulire,si spogliò e si immerse nella calda acqua piena di schiuma,e i suoi pensieri ripresero a vorticare nella sua testa,tornando a pensare a Sorella Sil.

Guardava intensamente le bolle sulla superficie dell’acqua,che sembravano esplodere al suo pensiero.

Lui fin da piccolo era stato educato severamente alle regole dei Vallas,non da suo padre,ma dal fratello della madre,che pur non appartenendo realmente ai Vallas aveva imparato le loro complesse leggi,ma non è detto che gli abbia dato la giusta interpretazione..

Scosse la testa,la colpa era di Sorella Sil,lei aveva ceduto alla lussuria.

Ma lui non doveva arrabbiarsi così,il sentiero di Ariel impone di ricondurci quelli che lo abbandonavano.

Non era la prima volta che per lui le leggi dei Vallas e quelle di Ariel si scontravano,ma aveva sempre sfruttato l’interpretazione più utile a seconda delle situazioni.

Ma ora non trovava quella giusta.

Da un lato l’aver mantenuto il rispetto delle leggi Vallas,dall’altra il suo comportamento orribile,mentre continuava a pensare si puliva dal fango e dal sangue,nella sua mente si ripeteva in continuazione la scena della sua sfuriata,e la paura nel volto di Sorella Sil.

Improvvisamente la verità fu chiara:aveva reagito così per paura…paura di cadere in tentazione e infrangere le regole.

Una volta che tutto gli fu chiaro,uscì dalla vasca, si asciugò e indossò gli abiti puliti che gli avevano preparato,e se ne andò,passando accanto agli altri Vallas che si riscaldavano attorno ad un grande camino.

E si diresse velocemente verso la propria camera,e si fermò davanti alla porta,incerto,e bussò…nessuna risposta.

Aprì la porta lentamente ed entrò,la luce era ancora accesa.

Ferion vide Sorella Sil,stesa sul letto,che stringeva al petto la coperta per coprire lo strappo del vestito,dormiva,ma il cuscino era bagnato,segno che aveva pianto a lungo dopo che Ferion l’ebbe lasciata.

Ferion si sedette accanto a lei e le guardò il viso,triste anche nel sonno,le accarezzò i capelli,dispiaciuto per averla fatta soffrire cosi tanto.

Sentendo il contatto di Ferion,Sil si svegliò e vedendo Ferion si spaventò.

<Tranquilla…non sono più arrabbiato>disse gentilmente<Anzi…volevo chiederti scusa,per prima,ho reagito troppo violentemente>disse distogliendo lo sguardo dai suoi occhi azzurri come i suoi.

Lei le appoggiò la delicata mano sulla spalla.

<E’ colpa mia…ho mancato alle regole della famiglia,ma non sono pentita di aver tentato…>sussurrò Sil

Ferion e Sil si guardarono per interminabili istanti,senza respirare.

<Un bacio…>disse Sil<Un solo bacio e sarò felice>continuò appoggiando l’altra mano sull’altra spalla di Ferion,tirandolo delicatamente a se.

<Si…>concesse Ferion,poco prima che le loro labbra si incontrassero.

Se accadde null’altro,dopo quel bacio,nessuno potrà mai saperlo,il segreto è celato nei loro cuori.

Inviato

Capitolo 4 Arrivederci

<Dormito bene?>chiese Dorella Sil a Ferion,mentre camminavano nell’atrio.

<Si…>rispose Ferion,sbadigliando.

Era quasi mezzogiorno,e la pioggia si era interrotta subito dopo la fine della battaglia,il sole aveva picchiato duro quella mattina,ma non riuscì ad asciugare del tutto il pantano,ora simile ad una palude,i cadaveri degli orchi ancora galleggiavano nell’acquitrino,e iniziavano a puzzare,ma date le condizioni del giardino,non mandarono nessuno a pulire.

<Ben alzato,Ferion>esclamò Kart dietro di loro,con il braccio ferito fasciato e legato al collo.

Tutti e tre avevano molto sonno,dato che la battaglia finì un paio d’ore prima dell’alba,e la stanchezza veniva manifestata con frequenti sbadigli.

<Sil…perché non hai combattuto stanotte?>le chiese fratello Kart

<Sei matto a pensare che io possa uscire con un tempo come quello>le rispose aspramente Sil

<Comunque...>sbadigliò<Che si fa oggi?>chiese Ferion.

<Nulla…>disse Kart<Nulla di nulla,tutti dormono,di fuori non si può uscire…anzi…duello con le armi imbottite?>propose

<Ma non sei ferito>chiese Ferion,anche piuttosto stanco di combattere.

<Ovviamente,ma io dicevo fra voi due...devi mostrarmi la danza del drago,ricordi?>disse Kart indicando Sil con un cenno della testa.

<Si…ma non contro Sorella Sil>cercò di spiegare Ferion.

Sorella Sil si infervorò.

<Perché??Cosa c’è che non va in me??>

Ferion si ficcò un pugno un bocca,rendendosi conto della stupidaggine detta.

<Intendevo non contro chi mi è amico...è molto pericolosa,e trattenersi la rovina>.

<E allora non trattenerti!!!>esclamò Sil a voce molto alta,disse battendo il pugno sul petto,coperto da un nuovo vestito,questa volta una camicia comoda accompagnati da un paio di pantaloni.

I tre si diressero verso una scalinata che saliva verso una specie di terrazzo,chiuso con grandi finestre attorno,che prendevano la luce del sole a picco.

Il pavimento era di assi di legno e attorno appoggiate a terra vi erano vari bastoni,con le estremità o quasi totalmente avvolti da stoffa,piena di bitorzoli che stavano a indicare che sotto la stoffa c’era un certo strato di imbottitura.

Sil si diresse a passo sicuro verso un bastone che dalle dimensioni doveva rappresentare uno spadone,e Ferion fece lo stesso.

Lei tenne il bastone alto sopra la testa,invece Ferion lo tenne basso,come contro gli orchi.

Niente pioggia o fango,pensò Ferion,sarà una cosa più veloce.

Sil caricò con un colpo obliquo,e Ferion piegò nuovamente la schiena evitando il colpo,ma Sil interruppe l’attacco a metà trasformandolo in un attacco orizzontale diretto alle parti basse di Ferion. Fu colto di sorpresa,ma fece in tempo a mettere il bastone in mezzo per difendersi.

Fratello Kart scoppiò a ridere,vedendo Ferion caduto a terra con il bastone fra le gambe.

<Fa sul serio,Ferion>disse Kart.

<Esatto,e vedi di farlo anche tu Ferion>intimò sorella Sil a Ferion,il quale si era rialzato con un balzo e rimesso in posizione.

<Va bene..>sospirò Ferion.

Sil attacco nuovamente,ma Ferion evitò il colpo con una piroetta,appoggiando la spada sulla nuca di Sil.

<Contenta?>chiese Ferion,togliendo l’arma dal collo della avversaria,Kart fece un verso di delusione.

<Sil,impegnati!!>disse per incitarla,e lei ruotò su se stessa per colpire Ferion,che parò l’attacco tenendo il bastone con una mano sola.

Tra i due iniziò una veloce serie di attacchi e contrattacchi,ma ovviamente Ferion non si impegnava al massimo,facendo attacchi molto spettacolari,ma di scarso effetto,invece Sil aveva preso la cosa molto seriamente e metteva molta foga in ogni colpo.

Passarono vari minuti,e Ferion ritenne che Kart avesse visto abbastanza,con un complicato ed elegante movimento della “spada” disarmò Sil,e il suo bastone volò in alto,per poi essere preso da Ferion,che incrociò le due armi davanti al collo della Sorella.

<Ecco la danza del drago>disse Ferion,mantenendo la posizione e guardando Kart.

<Si..>disse Kart un po’ deluso,si aspettava una replica del combattimento contro l’orco…

<Spettacolare,non c’è che dire>continuò <che cosa ti sei persa stanotte,Sorella Sil..>.

Un silenzio imbarazzante calò nella stanza.

Ferion lasciò cadere i due bastoni e guardò il sole attraverso le finestre.

<E’ ora di pranzo…>disse,raccogliendo i bastoni e rimettendoli al loro posto<Andiamo a mangiare>disse con voce alta,per coprire il rumore del proprio stomaco.

Gli stomaci di Sil e Kart risposero in loro vece. Tutti si diressero verso la cucina,dove i servi si affaccendavano per preparare il pranzo.

Ferion si diresse verso il cuoco,un omone dal viso rubicondo,tanto largo quanto alto.

<C’è niente di già pronto?>chiese.

<No,mi spiace…se avete proprio fame posso darvi del pane…e un po’ d’olio…al massimo..>

I tre affamati sospirarono,presero il pane e la boccetta dell’olio e tornarono nella stanza dei banchetti,dove ancora c’era qualche panca per sedersi.

<Ci siamo scordati di prendere un coltello>disse Sil,guardando affamata la grossa pagnotta di pane integrale. Kart estrasse dalla tasca un piccolo pugnale e lo porse a Ferion,che iniziò ad affettare.

Consumarono il magro pasto in silenzio e rimasero ad aspettare che gli altri Vallas si svegliassero,per pranzare davvero.

Mentre i tre rimanevano seduti sulla panca in silenzio,Ferion pensava a varie cose,prima fra tutte il momento del suo ingresso nel tempio di Ariel.

Da sempre,chi raggiungeva la maggiore età,doveva vivere un anno al tempio per imparare i dogmi superiori di Ariel. Si attendeva la maggiore età perché quella di Ariel era si la religione più importante,ma l’appartenenza alla sua chiesa era volontaria,quindi si attendeva che la persona avesse abbastanza giudizio.

Trascorso l’anno,era possibile scegliere se continuare e divenire sacerdote,o interrompere. Fratello Kart e Sorella Sil avevano interrotto,e ora svolgevano il compito di guardie del palazzo reale. Invece Fratello Garuf aveva continuato per altri tre anni,per poi rinunciare anche lui.

Non per mancanza di fede hanno interrotto,ma il rigore di vita di un sacerdote era molto rigido,e da sempre i Vallas sono stati piuttosto dediti ai divertimenti.

<Ho deciso di continuare il sacerdozio..>disse Ferion,vedendo i primi Vallas che iniziavano ad arrivare.

<Si,come no..>disse Kart senza guardarlo,invece Sil prese molto seriamente le sue parole.

<Sei sicuro di volerlo fare?>chiese

<Si…>rispose Ferion,deciso.

<E perchè?>chiese Fratello Kart,iniziando a credere alle parole del giovane dracone.

<Perché voglio farlo>tagliò corto Ferion<E poi,almeno ogni tanto un Vallas deve riuscire a diventare sacerdote,non credete?>disse,con un mezzo sorriso.

Il volto di Sil si rabbuiò.

<Vuol dire che per un bel po’ di anni non ci rivedremo…>

Ferion sospirò.

<Gia…almeno cinque anni,se tutto va bene….>ammise Ferion.

Anche Kart sospirò.

<Non ci siamo visti per anni,e ora non ci vedremo di nuovo..>disse,un poco intristito.

Ferion,che era seduto tra Sil e Kart,mise le braccia attorno al loro collo e li scosse leggermente.

<Suvvia..>esclamò allegramente<Passeranno in fretta>

<Comunque è uno spreco…>disse Kart<Un emomante guerriero come te,dovrebbe impiegare il tempo migliorando le proprie arti,perché vuoi cimentarti anche nei poteri sacri?>

Ferion parve scandalizzato.

Inviato

<Non intendo diventare sacerdote per brama di potere,ma per fede,e comunque non celebrerò le cerimonie,entrerò subito nell’ordine delle lame lucenti>disse. Sorella Sil strinse la testa di Ferion tra le braccia,e vi sfregò le nocche delle mani,mentre Ferion si lamentava.

<Eccolo il nostro Ferion,gia me lo vedevo con il tunicone bianco dietro all’altare…dovevi dirlo subito che volevi diventare un sacerdote guerriero!>Disse Sil,infierendo senza pietà sul cuoio capelluto di Ferion,che attraverso la chioma scura era diventato rosso.

<Eh gia…>disse una voce alle loro spalle.

Sil mollò Ferion e si girarono,e videro Fratello Soya,il volto anziano provato dalla dura nottata.

<Ferion sarà un grande combattente,sempre se voi non lo ammazzate prima…>disse,vedendo Ferion che si massaggiava la testa<Andate a pranzare..>disse,con un gesto della mani,indicandogli tre posti liberi nella lunga tavola che andava riempiendosi velocemente di Vallas assonnati e affamati.

Ferion,Sil e Kart si sedettero,e Soya prese il proprio posto a capotavola;con un gesto della mano zittì la confusione che si era creata.

<Stanotte…>iniziò<I Vallas hanno vinto per l’ennesima volta>iniziò con la sua solita voce tonante<Gli aggressori sono stati totalmente annientati,nessuno può nulla contro il sangue dei draghi!>arrivarono vari servi che iniziarono a riempire le coppe dei presenti,quando vide che tutti avevano da bere,alzo la propria coppa<A Pyrabos!>brindò.

<A Pyrabos!!!>fu il tuono in risposta,e dopo avere bevuto il dolce vino,iniziarono a mangiare le pietanze che venivano portate su grandi vassoi d’argento.

Il pranzo continuò allegramente,e i Vallas,affamati come lupi,in breve ripulirono tutto,tra il rumore di stoviglie,risate improvvise,e altri brindisi,molti altri,e i servi che dovevano portare il vino facevano fatica a stargli dietro.

Verso la fine,Fratello Kart,un po’ alticcio,si alzò traballando,sollevando con il braccio sano la sua coppa,piena fino all’orlo,facendone cadere buona parte.

<Un brindisi>disse con la voce lievemente impastata<A ciò che Ferion ha combinato stanotte…Non me lo sarei mai aspettato da uno come lui,oh cielo,proprio no….ci sono rimasto di sasso,ho pensato:NOOOOOOO non è Ferion quello li….però sono rimasto zitto zitto a guardare…e ho capito che era proprio Ferion!>sembrò perdersi nei propri discorsi.

Ferion e Sil si guardarono,nervosi,i muscoli delle gambe tesi,pronti alla fuga.

Fratello Kart mimò un fendente tenendo la coppa come una spada,lanciando il liquido scarlatto dappertutto.

<HA PROPRIO TAGLIATO A META QUEL PUZZONE DI UN ORCO!!!>urlò mettendosi a ridere.

<A Ferion>continuò e si rovesciò in bocca il vino,mancò la bocca e quasi si affogò

<A FERION!!>fu la risposta,che coprì l’attacco di tosse di Kart

Per Ferion e Sil fu come essersi tolti un macigno dal cuore,visibilmente sollevati,si unirono al brindisi,ridendo agli occhi rossi di Kart.

Per un attimo Ferion aveva avuto davvero paura.

I giorni seguenti passarono piuttosto allegramente,il cielo si mantenne sereno,e finalmente l’enorme giardino tornò agibile,dopo che i cadaveri degli orchi furono portati fuori del cancello e bruciati,anche se la puzza di orco carbonizzato era ancora percepibile.

Ferion,Sil e Kart,che aveva tolto la fasciatura al braccio,trascorrevano la maggior parte del loro tempo all’aperto,giocando come bambini,correndo,allenandosi con i bastoni (anche se Ferion,ora che si impegnava,riusciva a battere entrambi ogni volta),e parlando allegramente del tempo che era trascorso prima della cerimonia,anche se a Ferion dovettero strappare le informazioni con le pinze.

Kart e Sil erano diventati guardie di palazzo da poco tempo,ma si erano subito distinti per il loro valore,e vennero promossi in fretta a fino a ottenere l’incarico di proteggere la vita del re stesso.

<Un vero vecchiaccio..> disse Sil,quando Ferion chiese loro che tipo fosse il re.<Sembra più decrepito lui del trono su cui si siede..>aggiunse

<In effetti…>disse Kart<E’ veramente vecchio..ha superato i novanta anni…>disse,dopo aver fatto un brave calcolo mentale

<E…come governa?>chiese Ferion,Kart lo guardò stupito.

<Ma non sai nulla?>

<No...una volta entrato nella cattedrale scarlatta non se ne esce finche non si ha finito l’addestramento...e le notizie che passavano erano davvero poche..>

<Ah,beh..allora..incredibilmente riesce a governare con lucidità..ma ha un carattere orrendo e dispotico..>Spiegò Sil.

L’attimo di curiosità di Ferion si spense,e cambiò discorso,e ripresero a parlare del più e del meno,dei salvataggi eroici di Sil e Kart,proteggendo il re da assassini e sicari.

Trascorse un’altra settimana,il giorno della partenza di Ferion giunse.

Per l’avvenimento tutti si erano vestiti elegantemente e attendevano nel grande atrio, sotto il magnifico affresco di Pyrabos che li guardava con i suoi profondi occhi zaffiro. Tutti quanti erano intenti a fare congetture sul futuro di Ferion, aspettandosi grandissime cose da lui, soprattutto Soya era sicuro che sarebbe diventato qualcuno di importante. I minuti passavano, ma Ferion ancora non si era visto.. Sil si offrì di andarlo a cercare, ed iniziò a guardare in tutti possibili posti in cui avrebbe potuto essere: iniziò dalla sua stanza, e rivedendo il letto sentì una piccola stretta al cuore, ma Ferion non c'era…i servi avevano gia portato i suoi bagagli sulla carrozza preparata davanti all’ingresso.Provò nella stanza della cerimonia,ma neanche li nulla,lo cercò infine nella stanza dove avevano combattuto con i bastoni giorni fa,e lo trovò.

Ferion stava in piedi al centro della stanza,con Lothrien in mano e gli occhi chiusi,in stato di grande concentrazione,ma quando sentì arrivare Sil si risvegliò e la guardò incuriosito.

<Che c’è?>chiese gentilmente.

<Devi andare…ti aspettano tutti>rispose Sil,vestita di un raffinato abito azzurro, sulla quale risaltavano i suoi capelli neri,e che cozzava contro i comodi abiti da viaggio di Ferion.

<Ah…è gia ora?>disse Ferion sorpreso.

Con un gesto del braccio rinfoderò Lothrien,e camminò ad ampi passi verso Sil e le diede un veloce bacio.

<Arrivederci,Sorella Sil>disse,guardandola e scendendo i primi gradini al contrario,per poi voltarsi e sparire inghiottito dalla scala.

<Arrivederci,Fratello Ferion..>sussurrò,sorpresa da quel gesto spontaneo.

Ferion comparve nell’atrio,tra le acclamazioni generali.

<Era ora!>esclamò Kart,un po’ seccato.

<Che c’è?Hai fretta di vedermi partire?>chiese Ferion ridacchiando e dirigendosi all’uscita.

Tutti uscirono,e osservarono Ferion salire sulla carrozza nera che era stata preparata per lui.

Non entrò subito,ma si aggrappò al tetto,con una mano e rimase pericolosamente in bilico.

<Gli addii sono troppo impegnativi...anche se la maggior parte di voi mi ha visto per la prima e ultima volta..Arrivederci,dunque>esclamò,e diede ordine al cocchiere di far partire la carrozza,mentre lui rimase così appeso fino a quando raggiunsero il grande cancello,appena ammaccato dall’assalto degli orchi.

Un istante prima di rientrare nella carrozza,guardò i Vallas che si erano ammassati davanti all’ingresso,e vide sulla porta Sil,che lo salutava felicemente.

<Arrivederci..>disse Ferion tra se e se.

  • 1 mese dopo...
  • 1 mese dopo...
Inviato

Non ho ancora letto tutto, mi sono onestamente fermato al primo paragrafo del primo capitolo. Oltre al fatto che ora non ho tempo e voglio leggere con calma, il motivo per cui mi sono fermato è che secondo me onestamente dovresti fare più attenzione alla scelta dei ritmi: le virgole disposte un po' a casaccio rendono la lettura pesante, IMHO.

Ho saltato quindi tutto, e sono passato alla canzone triste... Altro problema di tempi: hai provato a canticchiarla davvero tra te e te? E' dura, sai? Io ci ho provato, ma è del tutto priva di ritmica... Così com'è, potresti definirla se proprio vuoi poesia, benchè sia (perdonami) stilisticamente "vuota": priva di figure retoriche, a volte afflitta da periodi così così ("cercai di avvicinarmi ma tu mi sfuggisti ma il tuo sguardo, triste e saggio mi pregava

di non rinunciare" credo sia onestamente quasi "infantile", ma non nel senso buono...), ancora una volta carente in punteggiatura...

No no, neanche poesia.

Insomma, io questa parte la toglierei del tutto, o meglio ancora la cambierei radicalmente.

Senza offesa, sia chiaro.

Mi ripropongo comunque di proseguire. ;-)

Inviato

però la scena del combattimento contro l'orco non è malaccio, il ritmo del combattimento nel fango prende! anzi, mi è piaciuto abbastanza ;)

peccato per il paragrafo alla fine, il banchetto con gli addi.. qui quoto aerys e aggiungo, ti perdi in periodi un pò lunghi rendendoli simili ad esercizi stilistici...

  • 10 mesi dopo...
Inviato

riesumo un attimo il topic anche se sono commenti assaaaaaaaaaaaaaaaai vecchi, risalenti al periodo del mio assenteismo quindi i commenti non li avevo nemmeno letti XD

ti do ragione Aerys su tutta la linea xD a distanza di tempo, quello che ho scritto non mi soddisfaceva affatto, mi sono reso conto che ancora non ero in grado di scrivere qualcosa di lungo senza perdermi per strada (tendo molto a distrarmi mentre scrivo). Di per se non mi entusiasma nemmeno la trama che avevo inventato, è troppo lineare, avevo ancora la mente piena di videogiUochi al tempo, quindi la mia stesura (quella qui postata è attualmente la terza, l'ho ricominciato 3 volte in totale il tutto) ne ha risentito.

Ora sto riprovando a scrivere un racconto (il ~G~ postato qualche giorno fa) sperando di essere migliorato.

Spero che ci sia ancora chi abbia la voglia di commentare e criticare i miei lavori xD

(il difendermi a spada tratta, cit. Merri, se n'è andato, sono cresciuto un pochino :-p )

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