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Inviata

Ultimamente stavo riflettendo su come nello scribacchiare versi mi fossi "adagiato", componendo sempre allo stesso modo e senza variare niente di nulla, componendo per comporre e non perché mi sentissi di comporre.

Devo cambiare qualcosa, lo so. E dal cambiamento è nato questo scherzo.

Davvero ho infranto le catene d'altri,

Quei vetusti retaggi ammuffiti,

Per aggiogarmi poi da solo

Con nuove catene antiche?

Davvero la conquista

Di cui vado fiero

È nulla, un nulla

Celebrato

E vuoto?

Questo

Mi

Chiedo,

Se forse

M'ha rinchiuso

Il troppo orgoglio

Dentro qualche gabbia

Di versetti serrati,

Tutta intarsiata d'accenti

Disposti secondo uno schema

Antico, sterile, ammutolito.

L'arte mi elude, inganno di superbia.

Niente di serio, ma se vi interessa saperne qualcosina di più potete pure leggervi l'autoanalisi che ne ho fatto sul blog.


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