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Poesia By Black


Black God

Messaggio consigliato

l'ho scritta un po di tempo fa..e a dir la verità avrei dovuto lavorarci un po di più..spero comunque che vi piaccia..distruggetemi pure..:-(

E

il vento che taglia i legamenti del mio

grande

corpo

che

vitreo piombo in fiamme

decade al suolo con tonfo gentile

per morire

con sfiato

e

sospiro

di

"sleeping giant"

che ormai ripiega verso la gentile

nadre

nel muschio e nei roseti

che accolgono la massa

scura

con il verdeggiare dell'estate primaverile

ancora un ultimo battito

pesante

e

corroso

dal vecchio tempo

che piega le stelle

le piogge

i venti

veglia ancora dal filo dell'erba

il gigante

sul monte

che ora lo vede

su se stesso

morto

e rifulgente

nel

rifuggire

del

ricordo del fuoco

che

ancora

lo brucia

poesie per il vento..

per il sonno

per la pioggia..

Spoiler:  
aspetto i commenti.. :-p
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  • 2 settimane dopo...

  • 4 settimane dopo...

Questa poesia l'ho scritta tempo addietro..il modo è leggermente arcaico,però l'ho rivista e ci ho lavorato un po su..certo non è un caplavoro..però chi ha voglia..la legga..

-L'OCCHIO-

Come il corvo in su la gobba

ripiega a sè il proprio

potere

che l'omo gli invidia sotto il sol che chiude.

Tale

è la sottile tenda che,tende,

s'incontra nel leggero sbatter di ciglia.

Nascosto per breve attimo

il fulgor d'alba

che sorge,sembra,ad intervallo

cadenzato.

In su come in giù del tempo,

leste.

D'autunno,

d'estate

d'ogni quattro

che l'omo,da sempre,

vive.

Rivelano con stupore

ad ogni sguardo.

Trafitto dal dardo

del piccolo

capriccio.

Una tal confusione crei

che forse il tuo possesso

è indegno

se non che cotal viso porti fieramente

la favilla del chiudere e racchiudere.

Esempre ritorna e sempre

tormenta

l'incauto osservator

che tramite esso osserva,

esso stesso.

chiudere-riaprire.

Eccolo di nuovo ed ancora!

Che libertà ci può essere

nel fronteggiar esso,con essi ?

In coppia col fratello che eguale

lo accompagna,

nei ritmi e nei recessi dell'incauto bisticcio.

che tanto

mi concerta.

che ne pensate???:-D spero non sia troppo noiosa.

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  • 2 settimane dopo...

posto qui una mia piccola poesia:

con fare impulsivo mi ritrovai sulla via

dell'ipocrita

e del sacrificato martire sanguigno.

massacrato ritrovai il padre che per tanto tempo mi fu nascosto

avviluppato nell'etere del progresso,

della vita.

Passarono i popoli delle lucertole che,vendicative,

ripassavano col sangue del mondo morto i portali concreti della

cancrena del mondo risorto.

vivete ora popolo perduto!

e risorgete dalle ceneri dell'umano popolo che morì in tempo irrequieto.

dicevano le voci.

Lo sciamano riprese il suo rito.

Ed il popolo rettile si rivestì di notte serpente.

Di morte viscosa.

Di fulgido sole il mondo fu ricoperto.

E di puro amore le ceneri riempite.

Ecco il nuovo mondo,il mondo in cui vivrei per sempre

il mondo in cui vivrei intensamente

il mondo in cui il fato guiderebbe i passi del nostro cammino,

sui passi della via dell'ipocrita e

del sacrificato martire sanguigno.

il Chaos imperversa

e la mente non riesce

e massacra il proprio essere avviluppato nell'utero della madre.

nasci nuovo mondo

nasci.

morte

distruzione

disperazione.

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  • 2 settimane dopo...

Altra poesia...che scrissi di qui a qualche tempo..spero valga la pena^^

uccisi il vecchio

perchè mi ritrovai un coltello insanguinato in tasca.

Uccisi il vecchio perchè il non sapevo che insegnamenti fossero

usciti dal saggio essere umano.

L'uomo sedeva sulla roccia nel tramonto

come cancellereste voi il sole in un mondo

che conosce solo il pianto?

questa la domanda della persona nel tramonto.

La pioggia mi copriva il midollo che,stanco,

si rilasciava nell'etere.

Otto ossa rotte

e sei uomini morti ammazzati

La crepa del muro di mattoni blu mi sorride,

nel vialetto della casa morta.

[quella lucertola mi osservava inquieta]

Probabilmente deliravo in quel mare

che tanto era da non permettere ad alcuna nave di passare nel suo corpo convulso

nella tempesta,

nella pioggia.

[Pandora aprì il vaso,ed io conobbi il mondo]

Un po vecchia forse...ma l'ho ritrovata quasi sbiadita in un cassetto..allora ho voluto salvarla e condividerla con voi^^

spero non sia poi così orribile

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  • 2 settimane dopo...
  • 2 settimane dopo...

mi riaffaccio di nuovo su questa discussione per postare una poesia quasi dimenticata nei miei taccuini..

in particolare in un piccolo taccuino che avevo quasi perso nei meandri delle mie scartoffie..

è una poesia corta..che per me significa,ed è significata molto,in passato come adesso..

scritta "ispirato" da una ragazza(eh già..sempre così eh..eheh..:-p ) che in seguito ho cnosciuto..ma va beh..non mi voglio dilungare troppo..era solo come introduzione..

-POESIA CORTA DELLA FUGGITIVA-

Ti vedo

giù in strada,

l'asfalto segue i tuoi passi.

Rapido seguo le linee

della tua figura fuggente,

rotta dalla luce,

nel mattino fluente

Da cosa scappi?

Beh come ho detto è un po vecchia..(diciamo di un tre anni fa più o meno..)

e forse non è bellissima..ma ci sono,come ho già detto,affezionato..

un saluto:bye:

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Noi

cosa faremo

quando la fiamma della sigaretta che ho tra le dita

sarà morta?

nessuno lo sa

in questo mondo rosso

mi pare di scorgere un'

effimera linea di ghiaccio

che freme

Al volere dello schiavista

che nell'alto dei cieli

ci giudica

e sopra le nostre teste

governa una realtà da lui realizzata

Al nostro terreno pianto

risponde una crudele,

sanguinaria,

celeste risata.

Fragorosa

Che come una valanga

investe le cose a noi più care

senza lasciare scampo

ai flebili sentimenti

che rodono le nostre menti,rendendole più chiare

Compiaciuto dello scempio

compiuto,e

del corretto sterminio mentale

Mostra la sua avida mano mentre ruba,innocente,

le anime

di santi

di chierici

battone,e

allibratori di assassini

Non paghiamo per la salvezza

chi la concede non può intenderci senza soffrire

ma non temere

la luce di chi ha la giustizia

per la mente

un giorno si rivelerà

Rivoluzioni

contro il potere

sommosse

disordini

Questo sarà la nostra salvezza

In questo io vi dirigo,senza timore alcuno,in deliranti nebbie

della mente,che requisisco alle tenebre per mio unico volere,

per mia unica pazzia.

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  • 1 anno dopo...

ritorno dopo tempo a questo topo quasi desertico;-)

Chissenefrega se la pioggia è gialla

Mi paragonavi a quel piccolo cane che vedevi

tutte le mattine

là, fuori che cigolava in parte alla sua 'padrona'.

che poi non si è mai capito

chi fosse il cane

dei due.

Te la ricordi?

si,

si proprio quella.

Non ha mai fatto gran chè ma tu mi paragonavi al suo cane!

No, non ho bevuto.

Lascia perdere.

Tu mi lasciavi sempre lì con quel mezzo bicchiere

in mano

con la sigaretta ancora da spegnere.

'io vado'

mi dicevi,

ed io rimanevo lì, senza fare un ca**o.

Ogni volta che vedo quel cane mi vieni in mente tu,

non è strana la vita?

no, è vero, non lo è...

noi siamo strani,

non lei.

Cosa vuoi che me ne freghi del colore della pioggia.

Non sai che riuscivi a farmi dimenticare

le mosche che giocavano

con la mia pelle?

Beh si

non ridevamo molto.

Ma non capisco, dopotutto cosa volevi da me?

quel che è successo non è altroche un incidente: tu sei finita

nel riverbero del mio sentimento.

Mentre io sono finito nel ventre del tuo baratro.

Ti piaceva il suono del vento?

Come posso dire...sembrava che desse un certo tono ai tuoi capelli,

Alla tua bocca, ai tuoi occhi.

Si i tuoi occhi.

No, non sto dicendo ca**ate.

Mi manchi.

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mi fumavo anche il filtro

Capivi al volo quando ero inca**ato.

Capivi al volo anche quando ero solo un poco irritato.

Capivi al volo nel momento in cui mi vedevi, in lontananza sul lastricato.

Bagnato.

Sorridevi e mi dicevi: 'oggi sei strano'.

Sorridevi ed io stavo lì in piedi sull'attenti, e qualche volta mi prendevi la mano.

Sorridevi e io non sorridevo.

Mi chiedevi sempre cos'avevo da fare quella faccia lì,

mi chiedevi in continuazione perchè non rispondevo alle tue domande,

odiavi i miei silenzi.

Mi consideravi patetico.

Mi consideravi...diciamo che mi vedevi.

Sapevi di quel tuo odore candido.

Mi rimaneva sempre addosso anche se pioveva.

Si, mi fumavo anche il filtro.

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Se stavamo seduti, io te ed il fumo

ci mangiavamo il cervello

e ridevamo

nell'alba

[dell'alba all'alba]

come bambini nel giorno del giudizio.

Come piccole scorie di Manhattan,

come ricoperti dallo stesso telo.

'Mi rimane sempre l'ultima'

'No quella l'ho fumata io'.

Sembrava un cigno

che risplendeva nell'acqua

ed invece eravamo noi, con il sole, e le stelle.

Non ci si accorgeva

praticamente

di nulla.

Perchè non si faceva nulla.

Perchè ci sparavamo addosso i vetri delle nostre sofferenze.

Non ci facevamo caso, ci facevamo soltanto male.

Rido ora e ridevo allora.

Allora rido ancora,

come ridevo allora.

L'alloro ci copriva e ci copre come le capre che masticano il nostro intimo.

E nel nostro intimo ci piaceva.

'Cosa sai del nulla?'

'Nulla'

Nulla.

Nulla.

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