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D&D, considerazioni varie ed eventuali


primate

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No, non è una cosa sicura uccidersi a vicenda, è solo più probabile. Il che giustifica ampiamente il fatto che possano far più soldi.

O.o

E' più probabile solo se facessi un CM pazzo che ama il gusto della carne di umanoidi insieme ad un CM che vuole arrivare a tradire 150 alleati l'anno insieme ad un NM che ha giurato di sterminare tutti gli umanoidi della terra.

un caotico malvagio avrà caotici malvagi che lo servono e lo difendono (!) (ti auguro buona fortuna, in caso, ne avrai bisogno).

Non so se conosci il manuale d'ambientazione di FR "Signori dell'Oscurità", ma, in caso non lo conoscessi, sappi che è un manuale interamente dedicato alle organizzazioni malvagie, legali, neutrali o caotiche che siano. Ti assicuro che lì non si notano più problemi di quanti non ce ne siano in un'organizzazione buona. Anzi, probabilmente un'organizzazione LM sarà sicuramente meglio organizzata, preparata e funzionale di una CB!

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Vorrei comprendere meglio questa affermazione. Cosa vuol dire che il gruppo "si sfonda"? Un DM che crei una campagna per un gruppo malvagio deve pensarla in modo che siano costretti a collaborare per qualche motivo almeno fino alla conclusione di una quest, altrimenti non è un gruppo, è una serie di individui malvagi completamente slegati tra loro (tra l'altro parecchio stupidi se non riescono a capire che stare riuniti è conveniente, almeno nei momenti di bisogno). Non è una campagna malvagia, non è neppure una singola quest! Per definizione, in D&D, non puoi fare una campagna se i PG non collaborano, sei davvero disposto a sacrificare all'interpretazione di un personaggio malvagio monodimensionale (ti tradisco, certo, sono cattivo! Non conosco il significato di parole come riconoscenza, amicizia o semplice interesse da parte mia! *inserire risata malvagia qui*) qualunque storia, tra l'atro aggrappandoti a una flebile assunzione di bilanciamento?

Se il guerriero è legale potrebbe benissimo sentirsi in obbligo di adempiere ad un patto. Con il sistema che dici tu penalizzi i caotici malvagi (già penalizzati da qualsiasi interpretazione data dalla Wizard) e favorisci i legali malvagi.

Quindi sono penalizzati i legali buoni, sono penalizzati i caotici buoni, sono penalizzati i caotici malvagi... insomma, questi chierici o te li fai legali malvagi o fanno proprio schifo come classe.

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Non so se conosci il manuale d'ambientazione di FR "Signori dell'Oscurità", ma, in caso non lo conoscessi, sappi che è un manuale interamente dedicato alle organizzazioni malvagie, legali, neutrali o caotiche che siano. Ti assicuro che lì non si notano più problemi di quanti non ce ne siano in un'organizzazione buona. Anzi, probabilmente un'organizzazione LM sarà sicuramente meglio organizzata, preparata e funzionale di una CB!

Forse dovresti leggertelo tu, quel manuale, e guardarti le trame degli zhenterim o la chiesa di Bane, per esempio, prima di parlare di organizzazioni dove non si tradisce nessuno.

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Forse dovresti leggertelo tu, quel manuale, e guardarti le trame degli zhenterim o la chiesa di Bane, per esempio, prima di parlare di organizzazioni dove non si tradisce nessuno.

non si tradisce nessuno no, ma neanche è palese obbligatorio e sicuro che si tradiscano tutti sempre proprio nel bel mezzo di una importante missione da svolgere per cui è necessaria la presenza di X persone per sopravvivere!

PG malvagi possono facilmente collaborare se il DM dà loro le giuste motivazioni da trama e se non sono "io orco barbaro cm voglio uccidere tutti per il gusto di farlo". Non è più difficile che far convivere un gruppo CB, affatto. Ed è anche molto divertente. E con più risorse possono letteralmente conquistare il mondo, se collaborano sfruttando le varie capacità personali di ogni pg e non hanno nemmeno remore morali.

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Quindi sono penalizzati i legali buoni, sono penalizzati i caotici buoni, sono penalizzati i caotici malvagi... insomma, questi chierici o te li fai legali malvagi o fanno proprio schifo come classe.

Sto solo portando il TUO pensiero alle sue conseguenze. Ora potresti per piacere rispondermi organicamente invece che con queste frasette ironiche che non giovano a nessuno?

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A vederla in maniera cosi rigida (ogni classe esiste perchè c'è un organizzazione dietro) può anche andare bene.

MA:

1) E' il tuo modo di vederla, non quello del manuale

2) Il modo è ipocrita. Perchè nessuna classe, eccezion fatta per: guerriero,ladro, bardo e stregone(sempre se non banni pure lui), può andare all'avventura.

Un chierico ai bassi livelli risponde ad un superiore, agli alti sta a commandare: non ha tempo, ne la possibilità di scelta, di andare all'avventura. Andare in giro a predicare? non un chierico, un anima prescelta forse.

Un paladino deve rispondere al suo ordine, quindi non può allontanarsi

Un barbaro ha la sua tribù, andare via significa tradire e non tornare mai più. Un ranger è un difensore dei boschi e risponde ai ranger, nemmeno lui può andare via.

Stesso dicasi dei druidi. I maghi ai bassi livelli sono in un accademia, agli alti ci insegnano. Etc Etc

La coerenza richiede di esserlo fino in fondo, non a metà perché cosi fa comodo.

---

Personalmente sono convinto che le classi non debbano mai essere intese come elementi di trama. Sono un mezzo per un fine, quello regolistico(che prevede anche un bilanciamento per la pura necessità di fare un gioco, non un plausibile mondo fantastico).

Una chiesa può avere al suo capo sia chierici che paladino, o guerrieri, o nobili.

Un esempio è la seguitissima serie di Giant in the playground (giantitp), dove la guardia cittadina/templari che si da l'appellativo di "samurai", è composta da paladini.

Il paladino è l'elemento in scheda, samurai quello di trama. E' sbagliato pensare che alcuni samurai non abbiano poteri divini? No. E se fosserò chierici? Non cambia nulla, per la trama loro sono samurai devoti alle divinità.

Recitazione e dnd non vanno così d'accordo.Schede, dadi, punteggi e matematica complessa non c'entrano nulla con la recitazione. Magari su giochi live come vampiri si fa, ma dnd è qualcosa di estremamente ludico. La prova è che giochi banali come "lupus" abbiano più recitazione. DND è nato come duengon crawler, e resta un crawler. Se tu adori la recitazione, è meglio che tu cambi gioco o tenga i pg al livello 1.

Recitare arricchisce il gioco, si , ma della stessa misura di usare dadi colorati, schede digitali o più manuali. Tutti elementi simpatici, ma non fondamentali.

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A vederla in maniera cosi rigida (ogni classe esiste perchè c'è un organizzazione dietro) può anche andare bene.

MA:

1) E' il tuo modo di vederla, non quello del manuale

2) Il modo è ipocrita. Perchè nessuna classe, eccezion fatta per: guerriero,ladro, bardo e stregone(sempre se non banni pure lui), può andare all'avventura.

Un chierico ai bassi livelli risponde ad un superiore, agli alti sta a commandare: non ha tempo, ne la possibilità di scelta, di andare all'avventura. Andare in giro a predicare? non un chierico, un anima prescelta forse.

Un paladino deve rispondere al suo ordine, quindi non può allontanarsi

Un barbaro ha la sua tribù, andare via significa tradire e non tornare mai più. Un ranger è un difensore dei boschi e risponde ai ranger, nemmeno lui può andare via.

Stesso dicasi dei druidi. I maghi ai bassi livelli sono in un accademia, agli alti ci insegnano. Etc Etc

La coerenza richiede di esserlo fino in fondo, non a metà perchè cosi fa comodo.

Sebbene io concordi in parte con l'idea alla base della tua osservazione sull'ipocrisia (anche se, poi, va da sé che un po' di sospensione dell'incredulità è necessaria...), ci sono alcune cose che non quadrano.

Ad esempio, dici dei maghi che ai livelli bassi studiano in accademia, ai livelli alti insegnano: scusa, e allora nel mondo reale come dovrebbe funzionare con, che so, gli ingegneri? Dovrebbero tutti essere solo o studenti di ingegneria, o docenti? Non mi quadra molto...

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ciucc3llone non è certo vietando ai druidi di vendere incantesimi che otterrai il bilanciamento.

Tanto per cominciare esiste una regola che è una regola e non un suggerimento e che riguarda la ricchezza per livello. Un druido di un certo livello deve avere un certo tesoro in oggetti o contanti pari a quello di qualsiasi altro personaggio di quel livello. Il come lo ottiene è trascurabile (e detta tra noi il commercio non lo vedo adatto a nessuno in D&D perché è un gioco di avventurieri, non mercanti). Immagino però che avrai nerfato questa regola sulla ricchezza.

Ebbene, anche senza di essa non risolvi nulla (certo, migliori) perché il druido è sbilanciato anche da nudo. Oltretutto la ricchezza è di gruppo quindi tanti soldi ha il druido quanti ne ha il guerriero, ma immagino che anche questa l'hai nerfata.

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Sebbene io concordi in parte con l'idea alla base della tua osservazione sull'ipocrisia (anche se, poi, va da sé che un po' di sospensione dell'incredulità è necessaria...), ci sono alcune cose che non quadrano.

Ad esempio, dici dei maghi che ai livelli bassi studiano in accademia, ai livelli alti insegnano: scusa, e allora nel mondo reale come dovrebbe funzionare con, che so, gli ingegneri? Dovrebbero tutti essere solo o studenti di ingegneria, o docenti? Non mi quadra molto...

Gli ingegneri lavorano e fanno ricerca. I maghi fanno solo ricerca.

Anche perchè l'accademia è finanziata sempre da qualcuno: re( nobili) o maghi (auonomi). In entrambi i casi, l'accademia dovrebbe essere vista come un ordine massonico. Una volta dentro, non ne esci.

Per inciso, merlino, il grande mago, secondo i racconti del primo millenio è un bardo.

I famosi maghi di corte (od alchimisti di corte) sono autodidatti. Nel nostro passato lo studio era tutto nelle mani della chiesa, altro ordine rigido. Ecco, vedi i maghi come i preti del nostro passato. I preti avventurieri erano frati di qualche ordine monastico inferiore, sempre se ci sono mai stati.

Certo che se per te l'accademia magica è un università con tanto di diplomino, allora di maghi avventurieri dovrebbe essere pieno il mondo.

Niente più mondo low magic(tutt'altro), visto in quanti maghi dovrebbero girovagare..

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Forse dovresti leggertelo tu, quel manuale, e guardarti le trame degli zhenterim o la chiesa di Bane, per esempio, prima di parlare di organizzazioni dove non si tradisce nessuno.

:banghead: Ti ha già risposto Nani su questo argomento. Aggiungo solo un esempio, quello dei maghi rossi. Per quanto anch'essi abbiano al loro interno delle cospirazioni e per quanto lo zulkir dell'invocazione vorrebbe far esplodere la testolina secca di Szass Tam, non lo fa, e per quanto il lich sia molto più potente di Aznar Thrul, questi non lo ammazza per un semplice motivo: sarebbe stupido. Essendo abbastanza potente da poterlo controllare, Szass Tam decide che Aznar Thrul gli serve più da vivo che da morto e non lo ammazza! Questo è un esempio di come l'intelligenza possa essere un deterrente all'omicidio puro e semplice.

Rimanendo tra i maghi rossi, vediamo come un'altra zulkir, quella delle divinazione, abbia stretto un'alleanza molto forte sempre con il nostro lich! Un'alleanza priva di tradimenti o complotti, al contrario Yaphyll è uno dei punti forti di Szass Tam, grazie alla magia divinatoria che lei condivide con lui.

Infine, ricordo che una persona di allineamento malvagio non deve essere necessariamente un sociopatico e/o psicopatico: un uomo malvagio può avere una storia d'amore, può avere delle fortissime amicizie, può avere dei figli o provare un grande affetto e rispetto per i propri genitori. Potrebbe avere degli amici per i quali sarebbe disposto a morire, con il sorriso sulle labbra, se questo significasse salvare loro la vita!

Recitazione e dnd non vanno così d'accordo.Schede, dadi, punteggi e matematica complessa non c'entrano nulla con la recitazione. Magari su giochi live come vampiri si fa, ma dnd è qualcosa di estremamente ludico. La prova è che giochi banali come "lupus" abbiano più recitazione. DND è nato come duengon crawler, e resta un crawler. Se tu adori la recitazione, è meglio che tu cambi gioco o tenga i pg al livello 1.

Recitare arricchisce il gioco, si , ma della stessa misura di usare dadi colorati, schede digitali o più manuali. Tutti elementi simpatici, ma non fondamentali.

Su questo non sono d'accordo, l'interpretazione può essere un punto focale, centrale del gioco, potrebbe anche esserne lo scopo, addirittura, se questo piace ai giocatori. Per esempio nel mio gruppo diamo moltissima importanza all'interpretazione ed io personalmente sono felicissimo di passare anche intere giocate senza fare neanche un combattimento, ma interpretando il mio personaggio sempre meglio e sempre di più.

Se, tuttavia, i giocatori non amano la recitazione, ma solo andare in giro a combattere, non vedo perché questo debba essere considerato sbagliato. Anzi, è addirittura più vicina all'idea originale di D&D, imho.

Ad esempio, dici dei maghi che ai livelli bassi studiano in accademia, ai livelli alti insegnano: scusa, e allora nel mondo reale come dovrebbe funzionare con, che so, gli ingegneri? Dovrebbero tutti essere solo o studenti di ingegneria, o docenti? Non mi quadra molto...

Un laureato in ingegneria cosa può fare dopo la laurea? (A parte il disoccupato:yes:) Potrebbe fare l'insegnante, potrebbe diventare un ricercatore o potrebbe trovare lavoro come ingegnere da qualche parte (più o meno eh, adesso non cerchiamo tutti gli sbocchi lavorativi di ogni corso di laurea:lol:).

Un mago potrebbe fare la stessa cosa, potrebbe insegnare, creare oggetti magici per poi venderli, fare il ricercatore di incantesimi et similia.

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Su questo non sono d'accordo, l'interpretazione può essere un punto focale, centrale del gioco, potrebbe anche esserne lo scopo, addirittura, se questo piace ai giocatori. Per esempio nel mio gruppo diamo moltissima importanza all'interpretazione ed io personalmente sono felicissimo di passare anche intere giocate senza fare neanche un combattimento, ma interpretando il mio personaggio sempre meglio e sempre di più.

Se, tuttavia, i giocatori non amano la recitazione, ma solo andare in giro a combattere, non vedo perché questo debba essere considerato sbagliato. Anzi, è addirittura più vicina all'idea originale di D&D, imho.

Parliamo di due cose diverse. Ciucc3llone lo intendeva chiaramente come un qualcosa di teatrale. E' ovvio che bisogna interpretare, e restare sempre nel personaggio, altrimenti basta giocare a diablo. Però interpretare <> recitare. O meglio, recitare è un piccolissimo sottoinsieme di interpretare.

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Piccolo e inutile intervento di un ignorante:

Il mago tecnicamente è lo studioso, ok, e fin qui siamo d'accordo... ma ogni persona (e quindi il pg) non è formata solo dalle sue esperienze lavorative e capacità, ma anche da sentimenti e emozioni. Il mio attuale mago infatti non aveva alcun motivo per lasciare la scuola, se non fosse sparita la compagna che amava (classico as fuck ma non importa), cosa che lo ha portato a uscire dalla scuola di magia per cercarla. Magari avrà qualche lacuna, ma in fondo è un motivo logico, no? La forza di un sentimento può spiegare un'azione poco logica.

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Piccolo e inutile intervento di un ignorante:

Il mago tecnicamente è lo studioso, ok, e fin qui siamo d'accordo... ma ogni persona (e quindi il pg) non è formata solo dalle sue esperienze lavorative e capacità, ma anche da sentimenti e emozioni. Il mio attuale mago infatti non aveva alcun motivo per lasciare la scuola, se non fosse sparita la compagna che amava (classico as fuck ma non importa), cosa che lo ha portato a uscire dalla scuola di magia per cercarla. Magari avrà qualche lacuna, ma in fondo è un motivo logico, no? La forza di un sentimento può spiegare un'azione poco logica.

Ma per quanto vale, può anche andare via perchè ambizioso ed in accademia avrebbe richiesto troppo tempo. etc etc. Insomma, è un gioco di ruolo. Non si può giustificare tutto, o non esisterebbero gli avventurieri. Se non in Tv, ecco.

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1) Recitare un po' può essere divertente o divertentissimo o noioso, dipende dai gruppi. C'è chi preferisce "Il mio guerriero chiede dove si trova la locanda", chi "Scusi, dove si trova la locanda?" e chi "Chiedo venia, cortese damigella, questo umile umano è in cerca di cortesi indicazioni sulla posizione della locanda cittadina se vorrete essere così gentile da indicarmi la direzione da prendere vi sarei eternamente grato."

Vanno bene tutti e tre. Io personalmente preferisco il secondo. Raramente il terzo (magari un po' meno logorroico XD). Ma sono tre modi ugualmente "giusti" di giocare a D&D.

2) Un PG mago, come un PNG, può uscire dall'accademia in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo.

Se crediamo che esista un elfo mago possiamo credere a qualsiasi altra cosa eh.

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A parer mio, interpretare non è recitare.

E sono anche contrario alla prima persona, in tantissimi casi. Perché, semplicemente, in troppi casi parlare in prima persona genera effetti ridicoli: maghi che non azzeccano un congiuntivo, ragazze dall'esile voce che interpretano rudi nani (o viceversa nerboruti omaccioni che parlano in falsetto), tutte cose che fan più ridere che altro.

Sorvolando sul fatto che recitare bisogna saper recitare, e troppe volte ho visto gente recitare da cani pur di non interpretare.

Preferisco di gran lunga un giocatore balbuziente che parla costantemente in terza persona ma che interpreta il PG in maniera coerente rispetto allo scafato istrione le cui scelte fanno a pugni col concetto dietro al suo PG.

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1) Recitare un po' può essere divertente o divertentissimo o noioso, dipende dai gruppi. C'è chi preferisce "Il mio guerriero chiede dove si trova la locanda", chi "Scusi, dove si trova la locanda?" e chi "Chiedo venia, cortese damigella, questo umile umano è in cerca di cortesi indicazioni sulla posizione della locanda cittadina se vorrete essere così gentile da indicarmi la direzione da prendere vi sarei eternamente grato."

Vanno bene tutti e tre. Io personalmente preferisco il secondo. Raramente il terzo (magari un po' meno logorroico XD). Ma sono tre modi ugualmente "giusti" di giocare a D&D.

2) Un PG mago, come un PNG, può uscire dall'accademia in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo.

Se crediamo che esista un elfo mago possiamo credere a qualsiasi altra cosa eh.

A parer mio, interpretare non è recitare.

E sono anche contrario alla prima persona, in tantissimi casi. Perché, semplicemente, in troppi casi parlare in prima persona genera effetti ridicoli: maghi che non azzeccano un congiuntivo, ragazze dall'esile voce che interpretano rudi nani (o viceversa nerboruti omaccioni che parlano in falsetto), tutte cose che fan più ridere che altro.

Sorvolando sul fatto che recitare bisogna saper recitare, e troppe volte ho visto gente recitare da cani pur di non interpretare.

Preferisco di gran lunga un giocatore balbuziente che parla costantemente in terza persona ma che interpreta il PG in maniera coerente rispetto allo scafato istrione le cui scelte fanno a pugni col concetto dietro al suo PG.

Piccolo off topic. Parlare in terza persona va benissimo in casi in cui parlare sarebbe inutile ( il pg deve solo raccontare ma richiederebbero ore per venir spiegate, es: l'altro giocatore le ha già sentite ma non il suo pg. quindi basta un "gli racconto com'è andata".) o troppo complesso (cercare informazioni? parlare con 20 omini per sapere delle info locali e non segrete etc).

Però in tutti gli altri casi un po' di sforzo io lo pretenderei. Altrimenti è davvero un videogame. Senza il master che si impersonifica , cioè fa le "vocine", si perde tutto il pathos del gioco di ruolo..

Io sono per il caso 2, così come spiegato da nani.

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Boh, secondo me l'interpretazione, a differenza della recitazione, sta anche e soprattutto altrove. Specialmente perché interpretare con una voce che non ci sta è deleterio rispetto all'effetto che si vorrebbe ottenere. Poi io per primo, come master, mi sforzo in tanti casi di fare voci e vocine e vocette particolari, ma in troppi casi l'esito sarebbe ridicolo se insistessi a interpretare la PNG damigella in prima persona.

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@feanpi ma il gioco di ruolo è fatto anche di scene buffe. E nel caso di una damigella in pericolo, puoi anche fregartene di parlare. Si tratta di un png di ultima categoria di cui non hai pensato nemmeno un nome. Ma Per la piratessa (cit senatessa) che i pg incontreranno ed affronteranno per più di 10 sessioni si. I personaggi importanti devono essere caratterizzati. Cosa che non significa fare le vocine, ma significa impostare un dialogo. Se il png è un illetterato, e tu inizi a parlare come un campagnolo, i giocatori si sentiranno maggiormente immersi nel tuo mondo. Usare la terza persona spezza la fluidità del gioco di ruolo, facendo distrarre i tuoi giocatori. Rischi situazioni dove uno sta a whatsappare ed uno su candy crash solo perchè "Non è il loro turno".

Purtroppo giocare in terza persona è più facile, ma annoia.

E' come nella buona letteratura dove vige il "Show, don't tell".

ps. io gioco spesso bardi, ma non mi metto di certo a cantare o raccontar vere barzellette. Non ne sarei capace, e mi limito ad usare la terza persona i quei casi. Però, capisci anche tu che sono casi dove effettivamente non c'è modo di interpretare..e va bene cosi :)

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