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[3.5] s.p.i.n.


GipsyGyps

Messaggio consigliato

Nella stanza c'è un silenzio glaciale, surreale. Ti trovi supina, stesa su una fredda tavola d'acciaio. Cinque aste delle stesso materiale, ognuna sormontata da una sfera, ti circondano. Al di là del vetro riesci a vedere un piccolo gruppo di persone che ti osserva immobile. Deglutisci.

Anno XVIII, Ciclo II, XV Agosto, ore 03:54. Sia lode al Grande Imperatore.

Esistono cose, al mondo, in cui l'essere umano sente il bisogno di rifugiarsi, di nascondersi, che usa per creare un scudo tra sé e la realtà che lo circonda, cose con cui entra in contatto sin da bambino, che gli vengono fatte conoscere affinché ne tragga insegnamenti, affinché si diverta o riesca ad addormentarsi. Queste cose sono le storie.

A te nessuno ne ha mai raccontate, le hai conosciute solo da adulta e le hai sempre viste per quello che in fondo sono: soltanto storie. Esse però rievocano all'uomo un passato lontano, ormai dimenticato, durante il quale sulla terra crescevano piante in maniera del tutto spontanea, in cui animali selvaggi correvano liberi tra i boschi, o pascolavano sui prati...

Prati... ma com'è vedere un prato? Questo non lo puoi sapere, poiché in tutti i luoghi che hai visitato, o in cui hai dovuto compiere missioni, si trovavano solo palazzi, metropoli a perdita d'occhio, e al di là il deserto. Tutte le aree verdi si trovano infatti in luoghi accessibili a pochi,racchiuse nei quartieri della upper class, gli unici posti dove, si dice, sopravvivano ancora i fiori. A voi comuni mortali spetta la vista del cemento: più solido degli alberi, più funzionale della terra. E tanto vi basta.

Negli ultimi cento anni le conoscenze tecnologiche sono accresciute con un'impennata esponenziale, portando ottimizzazione, razionalizzazione e sfruttamento del territorio. Nella scienza gli uomini hanno iniziato a credere più che negli dèi, i cui culti sono finiti con lo scomparire. Nelle mani dei Grandi Imperatori, infine, la conoscenza scientifica ha potuto svilupparsi e progredire ulteriormente, sempre al servizio del bene comune. Sia lode al Grande Imperatore.

Il pianeta, però, non sembra essere stato troppo d'accordo con il Grande Imperatore. Inondata dagli scarti delle produzioni, la terra ha smesso di essere fertile,sommerse da indesiderati residui chimici, le acque si sono private dei pesci, arricchita dai gas emessi dalle industrie, l'aria ha cominciato a surriscaldarsi. Ovviamente nessuna di tali naturali impudenze poteva spaventare il Grande Imperatore, i cui scienziati provvederono immediatamente a trovare fonti nutritive sintetiche e a rifornire i negozi di bombole di ossigeno con cui il cittadino, riconoscente, può tutt'oggi depurare l'interno del proprio appartamento... ma ciò che, al limite, potrebbe destare un po' di timore è un particolare morbo che sta iniziando a diffondersi tra la popolazione: si tratta di un virus mortale, resistente ad ogni tipo di terapia conosciuta, trasmissibile per via aerea, che uccide in una decina di giorni. Il problema, ancora insoluto, è: come trovare una cura?

Fortunatamente la risposta c'è e arriva dell'ultima frontiera della scienza sperimentale. Decenni di studi sulla struttura spazio-temporale hanno portato alla costruzione del primo prototipo di Scompositore e Propulsore di Interfrequenze Nanoatomiche, o, per i non addetti ai lavori, della prima macchina del tempo. Si è quindi iniziato ad inviare personale volontario lontano nel futuro, in modo che potesse tornare con la cura... attualmente nessun ritorno è stato riscontrato. Il motivo? Evidentemente questa cura non si trova nel futuro, dove, sempre evidentemente, si è radicato un ambiente ostile e mortale. Ma allora, dove trovare questa cura? Nel porsi questa domanda, a qualcuno sono tornate in mente le vecchie storie.

Tutte le storie per bambini esistenti nel folklore si ambientano in un passato remoto e sconosciuto, più esattamente prima di quello che viene comunemente chiamato "il Cataclisma". Non si sa di cosa si sia trattato, fatto sta che riuscì a spazzare via ogni forma di civiltà allora sviluppatasi. Seguì un periodo oscuro, in cui ogni razza tentò di riprendersi. Elfi e nani non ce la fecero, soccombendo, mentre la razza umana diventò presto la dominante. Di cosa ci fosse stato prima del Cataclisma nessuno ne è certo, perché i dati su cui gli studiosi possono ragionare non sono molti, e quasi esclusivamente di tipo archeologico.

Ed ecco che vengono in aiuto le storie: parlano di re e cavalieri, di draghi, di fate e stregoni, di miracoli e virtù. Naturalmente sono solo storie, o almeno così crede la maggior parte del mondo scientifico. Fa eccezione il Professor Alexander Hartdegen: egli sostiene infatti di aver ritrovato un osso tale da non poter appartenere a nessun animale conosciuto, ed è convinto che si tratti di un osso di drago. Ma, se sono veramente esistiti i draghi, c'ho che è sempre stato creduto una favola per bambini potrebbe essere reale? Il progetto Arcana ha il compito di verificarlo, nella speranza di aver scoperto finalmente qualcosa che possa salvare gli esseri umani dall'estinzione: la magia.

Sia lode al Grande Imperatore.

Deglutisci.

La tua mano va istintivamente ad accarezzare il vestito che indossi: una lunga gonna cerulea, a balze,ed una candida camicetta ricamata nascondono alla vista la tua tuta in Titax. Sei perfettamente conscia di star indossando, a conti fatti, una fortuna: tutto l'abbigliamento – ricostruito sulla base di qualche reperto pittorico rinvenuto – è stato tessuto in vero cotone, materiale che solo gli uomini e le donne più ricchi possono permettersi. In tutta la tua vita, pensi, non arriverai mai a toccare tanto denaro quanto quello necessario a comprarsi un abito del genere... Scacci da te questi pensieri, rifocalizzandoti sulla tua missione.

Dietro al vetro, riconosci il Professor Hartdegen a causa dei suoi capelli spettinati – riesci a notarne l'unto anche da quella distanza. Accanto a lui il si erge impettito il Sergente Hust, mentre tutt'intorno una serie di tecnici è intenta ad immettere impostazioni e a controllare dati. Kurt osserva più indietro, roso dall'invidia per non essere lì, al posto tuo. Lo conosci bene, Kurt, poiché vi siete addestrati insieme, condividendo, a volte, anche la fatica delle missioni: è leale, è affidabile, è più forte ed agile di te e ottiene sempre migliori punteggi a tutti i test scritti. Purtroppo per lui, però, è nato mezz'orco, ed in un mondo dominato dagli umani significa essere e rimanere eternamente di serie B.

Hartdegen batte sul microfono. Nessun rumore. Batte ancora. Dice qualche cosa ad un uomo del suo staff. E con un fischio la surrealtà di quel silenzio viene rotta.

Prova. Uno, due, tre, prova. Mi sente? Faccia un cenno se mi sente. Benissimo.

Come sa, in questa operazione la porteremo indietro di settecento anni esatti, nella periferia di quella che oggi è Mistgrad.

Sei stata a Mistgrad, una volta, per uccidere il capo di una cellula terroristica. Ciò che di essa non potrai mai scordare è il fetore delle sue strade.

Sono state rinvenuti reperti che ci lasciano ipotizzare che, in tale periodo, lì esistesse un conglomerato urbano di buone dimensioni. La sua missione sarà di dimostrare la fondatezza del progetto Arcana attraverso delle prove indiscutibili: tali prove potranno essere di tipo fisico, attraverso il recupero di reperti magici, oppure audiovisivo, realizzate grazie alla microcamera in dotazione.

Il varco temporale che permetterà il suo ritorno dovrebbe aprirsi ad una settimana esatta dall'arrivo, nello stesso luogo. Il timer in dotazione le servirà a calcolare il tempo trascorso: ha solo una possibilità di tornare al presente, non se ne dimentichi.

Dal momento che il Sergente Hust dovrebbe averle già spiegato i pericoli nei quali potrebbe incorrere in quanto viaggiatrice temporale...

Come scordare il discorsetto in cui l'amabile sergente ti ha data per spacciata, "divorata dal bianconiglio"?

...mi limiterò soltanto ad invitarla a limitare i contatti con gli autoctoni allo stretto necessario per la missione. Dopotutto si verrà a trovare in un passato che potrebbe avere una qualche ripercussione sul nostro presente...

Hartdegen copre il microfono con la mano, mentre una donna in camice bianco gli sussurra qualcosa all'orecchio.

Ci sono domande? Chiede infine

Spoiler:  
aggiungiti la tua sveglia all'equipaggiamento.

Se hai delle domande, questo è il momento opportuno. Quando sei pronto a procedere, basterà che Echo lo dica

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Deglutisco.

Il cuore che batte all'impazzata sembra quasi che voglia esplodermi fuori dal petto. Mi liscio lentamente la gonna cercando di rilassarmi mentre cerco di controllare la respirazione per rallentare il battito cardiaco. Non ci riesco, niente poteva realmente prepararmi a questo; tutte quelle ore di addestramento, di teoria e di simulazioni ora sono semplicemente svanite. Ci sono solo io e le mie paure.

Non è ne il salto ne quello che troverò dopo a terrorizzarmi, al contrario temo me stessa; quella me stessa che ha già fallito una volta. La mia paura più grande è quella di non essere all'altezza. Tutti quei pensieri che avevo soppresso riguardo la missione salgono a galla ora.

Ho fallito. Io. E sono stata selezionata per questa missione comunque. Non è possibile... non dovrei essere qui, non quando ho trad--

Vengo interrotta dal Professore, annuisco in silenzio.

Che aspetto ha un "reperto magico"? E come lo riconosco? mi domando, sono quasi sul punto di chiederlo ad alta voce quando mi interrompo Diamine, se non ne è sopravvissuto nessuno che senso ha domandarlo?

Deglutisco ancora. Nessuna. Pronta al salto.

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Benissimo risponde il professore

Faccia attenzione all'arrivo, potrebbe ricevere un "piccolo shock". Sia lode al Grande Imperatore.

La comunicazione s'interrompe nel momento stesso in cui le aste metalliche iniziano a vibrare. La voce di Hartdegen viene sostituita da un'acuto stridio, simile a quello di un gessetto che sfrega su una lavagna. Le sfere si illuminano, prima fievolmente poi in maniera sempre più intensa, passandosi scariche elettriche a vicenda. Poi, improvvisi, dei fasci energetici si scagliano contro di te: sebbene sopportabile, il dolore si fa sempre più acuto

Ti tornano in mente le ultime parole che, quella mattina, ha pronunciato Kurt: E se nel futuro non ci fosse un ambiente ostile? si è chiesto Se semplicemente fosse difettoso il sistema di ricomponimento cellulare?

Vieni svegliata dalla luce che filtra dalla finestra. Deve essere maledettamente tardi, alle tre saresti già dovuta essere al laboratorio: possibile che la sveglia non abbia suonato?

Poi riconnetti i pensieri, e ricordi che, alle tre, effettivamente, eri nel laboratorio. Poi la preparazione, il discorso di Hust, le parole di Kurt, quelle di Hartdegen, i fasci di energia... ma dove ti trovi ora? Quando ti trovi?

Apri gli occhi. La testa sembra scoppiarti. Ti rendi conto di essere nuda, tra le coperte di un letto. Morbidezza, la morbidezza del cotone ti avvolge in maniera paradisiaca. Dall'esterno provengono suoni sconosciuti e nell'aria percepisci profumi nuovi, mai sentiti prima. Starnutisci.

Ti trovi in una stanza dalle pareti candide. Pochi mobili la arredano, di legno così come le travi del soffitto: mai visto tanto legno tutto assieme. Su uno di questi, una sedia, giacciono le tue cose. Un bambino ti osserva.

Appena ti svegli il ragazzino si getta fuori dalla stanza, gridando Mamma! Mamma! La tizia stramba si è svegliata! Mamma!

Starnutisci di nuovo.

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La luce mi acceca, chiudo gli occhi ma filtra lo stesso attraverso le palpebre; serro la mascella mentre attendo che tutto finisca.

Immagino che ora lo scoprirò...

Mi alzo a sedere schermandomi gli occhi con la mano Cosa? per alcuni istanti il mio sguardo vaga avido nella stanza, abituata alle fredde abitazioni cubiche e dalle pareti in acciaio questa mi risulta così... strana.

Poi mi riscuoto, scatto in piedi bloccando la porta con la sedia. Sono svenuta? dannazione! Era questo il "piccolo shock"? Brutto figlio di...

Rapidamente controllo che tutto il mio equipaggiamento sia a posto, poi mi rivesto in fretta e furia. Mi infilo nuovamente la tuta in titax, allaccio al polso l'orologio e la sveglia per poi infilare le pistole nelle fondine della tutta; infine indosso la gonna e la camicetta. Un po' mi spaventa l'idea che qualcuno possa aver toccato o maneggiato l'equipaggiamento ma di contro mi rassicura la certezza che non possano comprenderlo.

Controllo l'orologio per capire quante ore ho perso. Merd*, ho perso il punto di rientro. Devo scoprirlo al più presto o sarà stato tutto inutile, se non riesco a tornare che cosa accadrà al progetto Arcana? Bollato come un fallimento!

Starnutisco ancora, così rapidamente apro la valigetta medica per prendere ed ingerire una delle sette pastiglie antistaminiche. Rimetto tutto a posto prima di infilarmi lo zaino a tracolla, poi con la mano all'altezza della pistola sblocco lentamente la porta. Non interagire con gli autoctoni? cazz*!

Spoiler:  
Quanto tempo è passato?

Ma non ho nulla ai piedi?

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6 giorni, 21 ore, 27 minuti, 15 secondi. I numeri luminosi sul timer ti indicano che sono passate circa due ore e mezza dal tuo arrivo. Ti rivesti in fretta, riscontrando che non manca niente al tuo equipaggiamento. Fai appena in tempo ad indossare il tuo zaino che una voce femminile parla attraverso la porta

E' permesso?

La maniglia della porta si gira, ma l'anta è bloccata dalla sedia

Va tutto bene?

I mobili incominciano a tremare, così come il pavimento.

La porta freme, spinta dall'altro lato.

Aprimi pure, non temere

La scossa sismica si fa violenta: un armadio ti cade addosso, ma lo eviti per un pelo, mentre una trave casca dal soffitto, insieme a pezzi di muratura.

Ti sta per crollare tutto addosso.

Spoiler:  
Riflessi: 16

Non l'ho specificato, ma ai piedi hai della scarpe in cuoio, dipinte d'azzurro e ben rifinite

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Noto il timer e mi rilasso leggermente Almeno non ho perso troppo tempo... poi sento la voce dall'altro lato della porta.

Di nuovo sul chi vive rispondo atona Che cosa mi è successo? con cautela rimuovo la sedia. Poi tutto comincia a tremare Cosa? No, che non va bene! d'impulso mi getto contro la porta girando la maniglia, con il braccio intirizzato mi rendo conto che la porta si apre nel senso opposto. Giro la maniglia e tiro la porta di scatto.

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Apri la porta ma al di là non c'è nessuno. Solo il vuoto. La stanza è stata costruita sulla poca superficie disponibile sopra uno sperone roccioso, che s'innalza dalle nuvole.

Davanti a te uno stretto ponte di corda collega la pietra alla terraferma.

Dietro di te la stanza crolla sempre più.

Sotto di te solo nubi, e delle grandi crepe che stanno via via aprendosi sulla colonna rocciosa.

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Mi blocco appena fuori dalla porta, guardo avanti e poi mi volto indietro. Strizzo gli occhi scuotendo il capo per poi guardare in baso Questo no... no, no, no...

Scatto immediatamente lungo il ponte che sembra tutto tranne che rassicurante Dove cazz* mi hanno spedito? Non può essere reale! Guardo l'orologio Non può esserci già una di quelle distorsioni.

Poi un'idea mi fulmina E se la sveglia non funzionasse? E se i calcoli fossero errati?

Spoiler:  
Conoscenza (geografia) +7 per capire dove mi trovo\che posto è questo
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Ti getti verso il ponte, ma la precarietà del passaggio ti impedisce di percorrerlo alla velocità che vorresti. Avanzi più in fretta che puoi. Hai percorso una decina di metri quando metti il piede in fallo. Ti blocchi, fai un respiro profondo e riparti.

Con un rombo di tuono, lo sperone di roccia crolla su se stesso. Se ti potessi girare, vedresti un'enorme colonna di polvere spandersi tutt'intorno. Il ponte, senza più uno dei suoi appigli, cade, facendoti sbattere contro la parete rocciosa. Grazie alle tue doti atletiche, riesci ad attutire il colpo, ma già sai che domani ti ritroverai un gigantesco livido sul braccio sinistro.

Tutto tace. Le corde che costituivano il ponte penzolano inerti nel vuoto. Ti tieni stretta, una caduta ti sarebbe fatale. Guardi in alto: ti aspetta una "camminata verticale" di una trentina di metri... Sicuramente meno difficoltosa di una normale sessione di allenamento. Aiutandoti con le gambe, inizi la scalata.

Ti ritrovi sul bordo del precipizio e ti guardi attorno. Davanti a te si stende una giungla lussureggiante, la temperatura è decisamente elevata. Una cosa è certa:questo non è Mistgrad.

Puoi ipotizzare di trovarti su un altopiano, ma non hai ricordo di altopiani di tali altezze, e un clima del genere non dovrebbe essere possibile ad altitudini del genere. Cambiamenti climatici e geofisici di tale entità sono possibili solo in milioni di anni... Che il Cataclisma abbia avuto un ruolo in tutto questo?

All'improvviso senti uno stridio: lontano, nel cielo, un'enorme creatura rettiliforme vola leggera, e capisci che forse il Cataclisma non c'entra niente: non c'è bisogno di essere paleontologi per riconoscere uno pterodattilo, quando se ne vede uno

Spoiler:  
equilibrio: 24, 13

Acrobazia : 16

Subisci 8 danni per l'impatto

Scalare : 24, 23, 20

Conoscenze (geografia) : 18

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Ok, questo non va bene, non va bene... dannazione... non può essere vero, deve essere una distorsione! La stanza, il bambino, quel ponte... eppure... mi massaggio il braccio dolorante. Non guardo la ferita, non voglio vederla. Prendo la sveglia dalla tasca Mi avevano detto che sarebbe stato reale, ma... attivo la sveglia. Avrei dovuto capirlo prima, stringo la sveglia nelle mani fino a sbiancarmi le nocche Fa che non sia tardi, fa che funzioni.

Chiudo gli occhi in attesa di ascoltare quella voce e quelle parole.

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Clicchi sul pulsante e subito parte la voce di Yen Fei. Il tono è calmo, rassicurante, chiudendo gli occhi ti potrebbe sembrare di averlo accanto...

Terminata la registrazione, però, ti trovi ancora sul ciglio del dirupo

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Mi accascio a terra a gambe incrociate, lascio la presa sulla sveglia che finisce nell'incavo delle gambe.

Sferro un pugno al suolo, seguito da un altro e da un altro ancora Merd*, merd*, merd*, merd*, merd*...! quando le prime gocce di sangue macchiano il terreno lentamente mi blocco per poi lasciarmi andare all'indietro.

Osservo il cielo e la grossa creatura respirando pesantemente Ho fallito, ho già fallito. Non tornerò mai più indietro, il progetto verrà sospeso e non verrà mai più scoperto una cura... tutto questo a causa mia, a causa della mia inutilità...

Passa del tempo prima che riesca a riprendermi. Raccolgo e meccanicamente mi sfilo gli abiti in cotone, restando con la tuta in titax in vista; ripongo sveglia ed abiti nello zaino. Poi attivo la videocamere prima di sfilarmi l'orologio, lo punto in una direzione e mi posiziono in piedi nel raggio di ripresa. Eseguo il saluto militare, gambe divaricate e petto in fuori; le mani chiuse a pugno, la destra sul cuore e la sinistra dietro la schiena.

Sia lode al grande Imperatore dico rivolta alla telecamera, dopo alcuni secondi mi rilasso. Che diavolo sto facendo? Nessuno lo vedrà mai!

VideoLog numero 1 - Agente imperiale Genthrell - 2 ore, 40 minuti dall'inizio della missione.

La missione è compromessa. Il salto si è concluso all'interno di una distorsione, la sveglia è risultata inefficace. Abbasso lo sguardo Non riesco a trovare delle soluzioni valide al problema, non sono preparata.

Faccio una pausa di una decina di secondi per raccogliere le idee Se ho già deviato nel labirinto non riesco a trovare altre soluzioni se non continuare a perdermi con scopo di... Cosa!? di trovare un metodo di comunicazione.

Aggiornerò ancora il VideoLog in seguito Mi avvicino e raccolgo l'orologio, faccio una paronamica della zona circostante Questo è ciò che vedo.

Genthrell chiudo.

Allaccio nuovamente l'orologio al polso prima di cominciare a muovermi.

Spoiler:  
Faccio una ricognizione dell'area approfondita. Fammi prove di ascoltare, osservare, conoscenze natura\geografia\storia e sopravvivenza. Cerco qualsiasi cosa di insolito o interessante.
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