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Mi servirebbe una mano per dettagliare una religione


Edmund

Messaggio consigliato

Salve a tutti questa religione è parte di Kerghom un'ambientazione che sto aiutando a sviluppare qui

Le parti in bianco davvero non so come riempirle, poi sarei anche un po' stanchino essendo reduce da altri lavori se qualche utente di buon cuore volesse aiutarmi a finire gliene sarei grato.

EDIT: come skin dovrebbero richiamare l'India o il medioriente non so bene come mettere giù cerimonie e paramenti per rendere la cosa iconica e godibile a un tempo.

IL CULTO DEI PROTETTORI
Pantheon Dagashtar
Simbolo: rotolo di pergamena.
Entità di Riferimento: Efreet e Djin.

Professata a: Dagashtar e Merida meridionale.
Arma preferita: Scimitarra.
Paramenti:
Templi: ogni tempio è dotato di una piazza con una o più fontane dove i fedeli lavano le mani prima di entrare. Ogni tempio è dotato di una grande aula, di un tabernacolo dove vengono conservati i libri (possibilmente in Rotoli, in tomo solo nei templi più poveri) dei Protettori, ogni Protettore ha un libro, cioè una pergamena o un capitolo che contiene dei versetti con le parole che il protettore ha lasciato agli umani. Le parole degli Djin sono norme o sentenze, quelli scritti dagli Efreet esortazioni o suppliche.

CREDENZE
Miti:
Leggende:
Dottrine:

PRATICHE
Riti:
Agnizione
Età Adulta
Matrimonio
Funerale
Cerimonie:
Investitura sacerdotale
Apertura di strade e porti

Norme di comportamento

FOCUS

Divinità maggiormente adorate
I Dagasthari essendo eredi quasi diretti della prima era hanno un ricordo molto più preciso, seppur mitizzato di come sono andate veramente le cose per cui venerano come coppie di divinità con i loro nomi i Djinn e gli Efreet. I Dagashtari però, pur non negando l’esistenza delle altre divinità, non le ritengono degne di venerazione, anzi ai seguaci dei Protettori è vietato invocarle in qualsiasi modo ed è vietato consacrare templi ad altri dei o portare oggetti religiosi estranei sul suolo di Dashtar, questo però non vale per le navi… Motivo per il quale a volte sulle navi Dagshtari ci sono oggetti sacri ad altre religioni e persino chierici pagani.

Amir
Amira
Shadi
Maram
Rashida
Maher
Talal
Ghada
Naima
Rashid
Fares
Siham
Ishidar
Talib

Quando il conflitto che aveva coinvolto i due schieramenti opposti tra i Messaggeri che avrebbero poi scelto per sé i nomi di Celestiali e Diavoli, iniziò a degenerare in una vastità di fazioni più piccole, ognuna completamente dedita a una lotta fratricida volta solo a imporre sugli altri, alcuni tra di essi si opposero a quello strazio inflitto al loro mondo. Disinteressati al controllo del mondo, fosse tramite una guida illuminata, una tirannia spietata o una distruzione dissennata, questi abbandonarono le terre, dove insieme ai loro stessi fratelli era nato e avevano creato la più splendida civiltà di Kerghom avrebbe mai conosciuto. Nelle terre dell'est, gli spiriti degli elementi e gli antichi fatati insegnarono loro i principi della convivenza con Kerghom, senza cercare di imporre a esso e ai suoi abitanti mortali nulla, ma solo limitandosi a proteggere il mondo dall'influsso delle forze distruttive che vi si erano scatenate.
Credendo di poter vivere in armonia con le popolazioni umane che presero, come antico costume, sotto la propria protezione, ma soltanto per condividere con esse la propria conoscenza, questi Messaggeri si divisero in due stirpi gemelle, due fratrie opposte e speculari indispensabili l'una all'altra. Poco alla volta, i loro costumi si polarizzarono su due estremi opposti, l’un volto al principio ordinatore della legge, l’altro a quello creatore del caos. Per ogni Djinn che patrocinava la causa della Legge, un consorte nasceva tra gli Efreet d’indole caotica, armonizzato a esso eppure opposto, nell’innato tentativo di bilanciare Kerghom stesso. Tuttavia, non degenerarono mai nell’estremizzazione in cui erano caduti i loro fratelli, mantenendo sempre una prospettiva (---) nel loro approccio a Kerghom stesso.
Non trascorsero tuttavia molto tempo nel loro dorato isolamento, che il conflitto dei loro fratelli si estese anche alle nuove terre che avevano reclamato per sé e per le genti umane sotto la loro protezione. Solo allora compresero che qualsiasi pretesa di neutralità era stata solo una sciocca illusione, e pur se tardivamente strinsero un’alleanza con i Fatati, con i Signori delle Bestie e con i Signori Elementali, che all’epoca erano ancora liberi principi incarnati su Kerghom, e, cercando di contenere l’avanzata di quelli che ormai non erano i loro nemici, ma i nemici del mondo stesso, entrarono in guerra.
Quando infine i fatati capirono che c’era un unico modo per porre termine a quel conflitto che stava lacerando il mondo stesso, Djinn ed Efreet, accettarono senza rimpianti anche se con malinconia il Sigillo, immolandosi insieme con i loro alleati per confinare l’ottusità distruttiva dei loro antichi fratelli di là dal mondo stesso.
Una volta confinati di là dal Sigillo, i più potenti delle due stirpi gemelle compresero prima degli altri membri della loro antica razza come poter proiettare nuovamente la propria influenza su Kerghom, grazie ai loro rapporti privilegiati con i Fatati, che più di tutti gli Antichi padroneggiavano la magia con la stessa dimestichezza con cui esistevano. I più potenti potevano, infatti, donare potere ai mortali, e decisero di sfruttare questa possibilità per rafforzare ancora una volta il mondo contro un potenziale ritorno di coloro che avevano rischiato di distruggerlo, influenzando sottilmente gli umani in cambio del potere stesso perché si votassero alla custodia e alla protezione del mondo. Su tutto Kerghom sono conosciuti con vari nomi, ma nelle terre d’Oriente, dove ancora vi sono dei loro discendenti semi-umani, sono noti con i titoli che appartengono loro per diritto di nascita.
Amir, il Maestro dei Djinn, è il patrono della Giustizia, la legge incarnata nel rispetto degli equilibri del mondo; la sua consorte Amira, la Signora degli Efreet, è invece colei che porta in sé l’ideale della Libertà. Furono anticamente loro stessi a portare la propria stirpe lontana dai conflitti degli altri Messaggeri, e superano in potenza e saggezza qualsiasi altro membro della loro stirpe. Per quanto a volte le loro posizioni possano sembrare in profondo disaccordo, e le loro stirpi siano state separate dal Sigillo non differentemente che quelle dei loro antichi fratelli, l’amore che li lega è profondo e saldo, e non agiscono mai se non in armonia.
Shadi è il Maestro degli Incantesimi della corte degli Djinn, mentre la sua consorte Maram è la Signora del Sortilegio presso gli Efreet. Mentre il primo tutela lo studio della magia e la dedizione che va a essa dedicata per comprenderla, la seconda è invece legata alla manipolazione diretta delle energie antiche di cui il mondo stesso è costituito. Pur se secondi rispetto ai loro signori per potenza, sono considerati tra i più saggi della loro stirpe, in quando la loro conoscenza delle forze arcane li ha posti in una posizione privilegiata presso gli antichi alleati fatati.
Rashida è la Maestra degli Artigiani dei Djinn, colei che presiede nel creato al progresso nelle discipline scientifiche e nell’elaborazione delle tecniche artigianali. Per l’opposto, suo marito Maher è il Signore dell’Arte, chi tra gli Efreet patrocina l’ispirazione artistica in tutte le sue forme, dalla scrittura alla scultura alla pittura e a qualsiasi altra manifestazione l’estro dell’artista possa manifestarsi.
Talal è il Maestro dell’Harem dei Djinn, l’incarnazione stessa del principio virile, mentre la sua compagna Ghada È la Signora degli Harem, colei che incarna in se stessa la femminilità. Questa coppia l’Unica tra le divinità delle due fratrie a non essere effettivamente sposata, ma il loro rapporto, per quanto apparentemente incostante, è molto saldo.
Naima è la Maestra delle Città, colei che racchiude la potenza civilizzatrice che spinge i mortali a radunarsi in nuclei urbani e dotarsi di un’organizzazione politica strutturata; Rashid, il Signore dei Viaggi, è il suo sposo che incarna gli opposti principi del viaggio e del nomadismo, perpetuo ramingo per sua stessa natura.
Fares, il Maestro dello Scudo, è l’attendente alla guerra del suo signor Amir, il più valente tra i guerrieri dei Djinn e patrono delle arti belliche tra di loro; la sua compagna Siham, Signora della Lancia, era solita scendere in battaglia al suo fianco, agile e rapida nello spostarsi continuamente nel corso della battaglia così come il suo sposo era bravo nell’essere il centro della battaglia stessa.
Ishidar è la Maestra della Cronaca, l’anziana Djinn che dall’alba dei tempi dei Messaggeri raccoglie la storia di quanto avviene nel mondo e tutela la protezione della memoria, compito ingrato in un mondo che sembra aver dimenticato quel poco che conosceva di sé stesso; Talib è il vecchio Signore del Mutamento, condivide il legame al tempo che scorre della sua consorte, prestando però la sua attenzione non tanto alle cronache quanto ai mutamenti che sempre più rapidi si susseguono da quando la stirpe dei mortali ha visto la luce. Sono i più anziani delle loro stirpi, divinità bonarie eppure allo stesso tempo particolarmente aliene per l’uomo, e raramente non parlano per enigmi.

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