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I.N.S. - In Nomine Simplex


darteo

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Inviato

Venire da me e fare rapporto immediato è un suo obbligo, sempre, non l'esito di una mia convocazione. Inoltre sono io a convocare lei e non viceversa. Faccia in modo che io non debba più ricordaglielo. dico alla donna con un tono perentorio e molto contrariato. Poi, al sentir parlare del misterioso uomo religioso giunto in città, mi acciglio ancora di più e sta volta dico con vera ira: E aspettava l'invito per venire a comunicarmelo?!! Andrò di persona a parlare con quest'uomo. La riunione alla domus si terrà al mio ritorno, se sarà ancora necessario. ​Aspetto qualche istante per vedere se padre Severino intende venire con me e poi, in entrambi i casi, mi dirigo velocemente alle mura est.


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Inviato

E' mio obbligo farle rapporto quando HO un rapporto da fare. Non so' a che razza di portavoce inacapaci e arrivisti e' abituato lei, ma fino a due minuti fa' il mio rapporto era "Si alza del fumo da Santa Barbara e la popolazione e' spaventata" cosa che puo' vedere dalla finestra, padre. Appena ho saputo del messo, mentre convocavo i templari e americani per poter decidere, l'ho fatta convocare istantaneamente e istruito i miei uomini per... faccio notare neanche minimamente intimorita, sbuffando pero' capendo che non c'era molto da ribattere. Come vuole lei, padre. Usciremo noi dalle mura. dico accompagnandolo nel tragitto vedendo l'uomo fuori dalla domus dico velocemente semplici ordini. Vai dentro e aspetta. Intrattieni l'americano e offrigli qualcosa da mangiare e bere se vuole.

Citta' in tumulto, a corto di uomini, una citta' sparita, un prete strano... E ora pure il Padre Inquisitore della citta' che fa i capricci e va' a spasso fuori dalla citta' rendendo il tutto un parapiglia peggiore. O mi danno altri dieci uomini o e' la volta buona che mi dimetto

Raggiunte le porte e intercettato l'excubitor che avevo congedato e gli excubitor alle porte.

Due di voi con me. Armi un mano, protezione del Padre Inquisitore in formazione a Delta. ordino secca ai due di stargli ai fianchi leggermente avanti a lui ed io dietro a chiudere, come li ho addestrati. Uscendo sfodero la Colt in una mano e il lanciagranate nell'altra.

Inviato

Sentendo le parole della donna mi fermo e mi volto parlando con tono autoritario e pacato: Ricordati qual'è la tua carica e qual'è la mia. Pretendo che tu porga ora le dovute scuse oppure puoi considerarti immediatamente sollevata dal tuo incarico. Detto questo porgo lentamente la mia mano destra chiusa a pugno dove brilla un grosso anello perchè lo baci.

Inviato

Francesca Lucilis

Mi fermo, letteralmente allucinata dall'inquisitore. La citta' e' in stato di emergenza, Santa Barbara è sparita dalla sera alla mattina, ottomila persone rischiano di perdere il senno, un misterioso messaggero è alle porte... e lei si ferma a perdere tempo chiedendo delle scuse minacciandomi. Adesso? chiedo sorpresa da tutto cio'.

Celere ma in maniera composta mi tolgo il crocefisso dal collo senza pensarci due volte: piccolo simbolo ufficioso del portavoce di Ivrea da quando sono stati fondati, prima di mio padre, adesso mio. Con decisione lo poggio sul suo pugno. Mi considero rimossa dall'incarico da lei da lei allora, come preferisce, e le porgo le mie scuse ma da privata cittadina per ogni modo in cui posso averla offesa. Le consiglio Cagnaccio come successore: è il piu' esperto in anzianità dopo di me e suppongo abbia i requisiti per piacerle. Ho gia' dato tutti gli ordini agli uomini per tenere la cittadina al sicuro, si spera. Buona fortuna, e che il Signore l'assista e benedica.

Termino infine dandogli le spalle togliendo il disturbo e andandomene in direzione opposta, innervosita.

@Dm

Spoiler:  
Arrivo a casa mia passando per le strade semi-deserte andando in cucina e prendendo una bottiglia di vino e versandomene un po' in un bicchiere. Slaccio la bandoliera poggiandola sul tavolo e bevendo il bicchiere guardandola con sguardo vuoto, spento.

Era da tanto che sentivo che tutto questo non aveva senso... combatti, ti fai il ****, e poi vengono sempre quelli sopra di te, assetati di potere sulle spalle dei piu' deboli oppure ciechi dal loro potere... oppure semplicemente incapaci. Un altro sorso. Non ho bisogno di bere, ma questa attività meccanica mi aiuta a scandire i miei pensieri.

Da uno scaffale tiro fuori un pacchetto che custodivo gelosamente. Un pacchetto con due sigarette, custodito come un tesoro essendo quello preferite del mio defunto marito, pari piu' ad una reliquia che ad un bene di consumo. Prendendone una la accendo, appoggiando l'accendino sul tavolo e guadando il fumo alzarsi con lo stesso sguardo spento.

Era questione di tempo comunque.

Dio non ti vuole bene e ti fa' suo strumento se non hai il pene, quindi come donna ho gia' raggiunto il massimo possibile concesso in questa società...per cosa poi ho combattuto? per ordine e sicurezza? Chi di coloro che ho salvato mi ha mai detto grazie per quello che ho fatto, tranne quella ragazza? E per lei sono pure morta.

Come carabiniere davo la vita per i deboli e gli indifesi, per la pura e semplice giustizia, ascoltando solo gli ordini di colleghi di grado piu' alto, qua invece devo sottostare a leggi medievali e maschiliste, ascoltando un uomo che mentre la città è nel panico e i villaggi bruciano se ne sta' annoiato nella sua chiesa, non scomodandosi di alzarsi lui stesso fin dall'inizio a vedere la situazione. Che schifo.

Guardando vuota la porta di casa sbuffo, fumando lentamente la sigaretta.

Passo direttamente a bere la bottiglia. Tanto non posso ubriacarmi penso, totalmente dimentica della situazione fuori. Non è piu' affare mio. mi convinco.

...dovrei darmi alla malavita mi capita di pensare Lì non si guarda a sesso o niente, solo a chi fa' meglio le cose. Tanto tutto questo non aveva comunque senso, tanto vale provare l'ebrezza del potere che tanto fa' ammattire gli uomini.

Rifuggo questo pensiero, tornando a guardare la porta, scura e vuota in volto, quasi sperando che accada qualcosa. Dalla bandoliera tolgo le pistole, osservandole e appoggiandole sul tavolo.

Inviato

@Anna

Sospetti si tratti di polmonite, ma è strano che tale malattia abbia effetti così gravi in così poco tempo. Non sei sicura della tua diagnosi. La madre ti risponde, sempre in lacrime, che non ha fatto assolutamente nulla di diverso rispetto agli altri giorni.

Proprio ora giunge un prete francescano, il quale si scusa con voi per ritardo (l’evento della nube nera ha creato un gran trambusto anche nel De Burgo). Dopo un rapido controllo alla bambina, il prete dice che bisogna immediatamente portarla all’ospedale: aiutatemi, Anna. Dice infine.

@Francesca

Non accade nulla di anomalo. Puoi sentire fuori dalla tua porta gli abitanti di Ivrea che discutono sulla nube nera. Alcuni di loro sono ancora allarmati, altri sono arrabbiati, altri cercano di stare calmi e altri ancora sono terrorizzati. Infine senti uno di questi cittadini dire (probabilmente) ad un gruppetto di uomini: bisogna stare calmi e confidare in Dio, i templari stanno per tornare a casa. Loro ci diranno cos’è accaduto.

@Michele

Padre Severino e Sonia hanno seguito in religioso silenzio la tua discussione con Francesca.

(L’ormai ex) portavoce è andata via, e solo in questo momento gli altri tuoi due conversi tornano nel duomo, ti raggiungono e ti informano di tutto quello che è appena accaduto. Ti spiegano di aver visto i due templari e Vittorio parlare con un uomo vestito di bianco e che, in qualche modo, quest’ultimo ha convinto i tre (Massimo, Felice e Vittorio) a tornare ad Ivrea.

Uno dei due conversi continua: i due templari e Vittorio stanno di nuovo per varcare le mura.

@Vittorio – Massimo – Felice

Mattia si limita solo ad annuire a Massimo e Vittorio, in seguito si rivolge a Felice: magari un altro giorno, se Dio vorrà, incontrerò il vostro egregio inquisitore, ma oggi non mi è consentito. Il mio compito infatti e quello di riferirvi il messaggio che il problema è stato contenuto, e che per il momento la via è chiusa. Riceverete presto una lettera che vi dirà quando l’accesso a Santa Barbara sarà di nuovo aperto. Signori, io vi saluto. La pace sia con voi.

E detto questo, Mattia si volta e inizia, lentamente, a dirigersi ad est, verso la coltre di fumo nero.

Inviato

Un sorriso sarcastico mi si dipinge in volto.

Quel che diranno non cambierà' nulla. Nel caso peggiore sarà' una brutta notizia tale da causare il panico. Nel migliore diranno che va tutto bene, ma non servirà' a nulla per fermare il panico. Con 30-40 uomini minimo si potrebbe farli girare per le strade a rassicurare la popolazione, ma in queste condizioni ho paura che una parte buona della popolazione non crederà' a tutto ciò è potrebbe ribellarsi, scappare o dare il via al saccheggio... Ma è tutt'altro che affare mio.

Con la sigaretta in bocca raggiungo la stanza al piano di sopra, nella stanza matrimoniale e apro l'armadio tirando fuori un pantalone color terra e una camicia nera, cambiandomi per non avere più' la uniforme e causare confusione. Appoggio la cinta su una sedia sotto la finestra per abitudine di avere sempre le armi vicine e apro la finestra, guardando fuori con la ormai mezza sigaretta in bocca e guardando le persone che parlano fuori con sguardo spento e stanco

Statevene buoni e calmi. E' tutto sotto controllo. State tranquilli che qualunque sia il problema verrà' risolto. cerco di calmarli mentre fumo, il tono decisamente stanco, mentre guardo distratta la folla e chi sta' parlando per cercare di riconoscerli.

Inviato

bhè non penso che ci sia altro che possiamo fare dico rivolto a Felice e Vittorio, io torno al mio giro d'ispezione, se mi volete sapete dove trovarmi.

anche se questa storia puzza...

Rimonto in sella al cavallo e mi ridirigo in città per completare la mia ispezione

Inviato

Felice Montinari

Appena Mattia se ne va via, rivolgo lo sguardo verso Massimo, e annuisco alle sue parole. Atteso che l'inquisitore di Sprenger si sia allontanato ancora un po' mi rivolgo al mio compagno e a Vittorio

io andrò da Michele e Lucilla per avvisarli di cosa ci ha detto... Si occuperanno loro del resto...

Detto questo risalgo anche io sul cavallo, dirigendomi in città e cercando l'inquisitore Della Torre o Francesca, chi trovo per primo

Inviato

Copro bene la bambina cercando sempre di tenere libere le vie respiratorie, poi seguo il frate facendo cenno alla madre della piccola perchè ci segua al De Burgo.

Inviato

Vittorio e i due templari tornano all’interno delle mura di Ivrea, e subito si dirigono dall’inquisitore Della Torre per riferire ciò che hanno appreso.

Dopo l’apprensione e il terrore iniziale, i cittadini di Ivrea riacquistano pian piano la calma, anche se restano comunque sospettosi e nervosi riguardo tutto ciò che è accaduto. Verso il tramonto, la fumata nera si è ormai diramata, e tutto sembra essere tornato alla normalità (anche se tutti continuano a chiedersi cosa può essere successo a Santa Barbara).

La notizia del licenziamento di donna Lucillis da parte dell’inquisizione è ormai sulla bocca di tutti. Alcuni uomini vorrebbero rivedere la donna riassegnata al suo ruolo di portavoce, altri invece sono curiosi di sapere chi sarà il suo sostituto. Una cosa è certa: tutta Ivrea trema al sol pensiero di vedere Giulio “cagnazzo” Gambali come nuovo capo degli excubitores.

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Duecentosedici

Tutti ad Ivrea pensavano che non ci sarebbero state più (brutte) sorprese, quattro giorni dopo invece ogni cittadino si è dovuto ricredere.

Un gran caos e trambusto si è verificato nella piazza di città, attirando l’attenzione di tutti. Non riuscite a capire cosa sia accaduto fino a quando non raggiungete il luogo. Scoprite così che l’intero ospedale De Burgo (che si affaccia proprio sulla piazza) è stato evacuato con urgenza.

Tutti i malati e il personale della struttura sanitaria (suore, francescani…) occupano la piazza, sembrano traumatizzati e stravolti. Attorno a loro si sono ammassati tutti gli altri popolani del paese.

Cagnazzo, che si trovava già li ad investigare, quando vi vede arrivare tra la folla vi raggiunge e vi spiega ciò che ha scoperto: sembra che un deceduto nell’ospedale non è stato bloccato in tempo, e risvegliandosi ha fatto una carneficina nel De Burgo. Questi francescani e malati che vedete sono i soli che si sono salvati “dall’epidemia” di morti che è dilagata nell’edificio.

Attualmente abbiamo isolato l’ospedale, sacrificando purtroppo diversi innocenti. In questo momento il De Burgo pullula di morti.

Una ragazza sgomita tra la folla per poter raggiungere il centro della piazza.

Si tratta di Paola Gambali. E’ agitata e spaventata, e sembra stia cercando qualcuno. Paola! Una voce si eleva tra i malati e il personale sanitario. Si tratta di Francesco, il suo amato.

Il ragazzo si trovava proprio nel De Burgo quando si è verificato l’incidente, per farsi controllare un banale raffreddore. Paola corre in lacrime verso di lui, e i due si abbracciano forte… questo gesto fa intenerire e commuovere l’intera città, ad eccezione di cagnazzo, che fissa i due con apparente calma.

@Anna

Spoiler:  
E’ stato tutto tremendo.

Ti trovavi nel De Burgo quando è divampata la piaga degli zombie. Eri lì dentro per sincerarti delle condizioni della piccola Stefania… che è rimasta purtroppo dentro l’ospedale con altri infanti.

Inviato

Francesca

Da quattro giorni passo il mio tempo al bar a bere senza ubriacarmi pero' oppure a casa mia per conto mio, uno sguardo stanco e vuoto dipinto in volto. Nel frattempo ho solo fatto richiesta per la licenza come cacciatrice di morti per poter avere il porto d'armi in caso di necessita' e poter andare fuori a seccare qualche morto per non logorarmi dall'ozio. Il trambusto attira la mia attenzione essendo io seduta al bar vicino.

Davanti al palazzo sento il rapporto del mio Ex-secondo. Faccio per dare deglio ordini ma mi mordo il labbro inferiore.

Armo la mia colt, e la giacca da ufficiale che ormai portavo in vita la metto in spalle per non intralciarmi. Vado dentro, anche da sola se necessario. Forse c'e' qualcuno ancora vivo e lo tirero' fuori. dico al mio veccio secondo, guardando anche gli excubitor alle porte. Qualcun'altro?

Inviato

Felice Montinari

Ritornando in paese racconto la situazione a chi di dovere, ma è quello che sento dopo sul licenziamento di Lucilla dal suo incarico che non mi aspettavo affatto.

mi aspettavo di dare notizie, non riceverne...

Durante i quattro giorni, quando mi viene chiesta una opinione sulla cosa dico che piuttosto che rischiare che un Gambali, tra tutti Giulio, salga al grado di Portavoce è meglio che torni Francesca e la sua indubbia capacità e abilità, qualunque sia stato il motivo del suo licenziamento, visto che nessun'altro ha i requisiti per farlo, senza addentrarmi in discussioni o altro.

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Sembrava che tutto fosse tornato alla normalità, e invece appena quattro giorni dopo nell'ospedale di Ivrea accade un massacro, ad opera di un morto non assicurato in tempo al suo lettino. Arrivato in piazza a passo di carica ascolto distrattamente le parole di Cagnazzo, mentre osservo l'ospedale mesto.

numero dei morti? Numero dei presenti totali nell'ospedale?

Chiedo secco a Cagnazzo sfilando lo scudo dalla schiena e impugnandolo nella mano sinistra. Non è veramente vitale essendo un morto, è più una domanda di rito per vedere quanto si può ancora salvare, e quanto fare in fretta.

Sto per dire qualcosa ai miei compagni quando vedo Francesco chiamare il nome di Paola, e questa correre verso di lui abbracciandolo, al che sospiro sollevato vedendo che stanno entrambi bene, e senza curarmi di Giulio mi rivolgo a Della Torre

abbiamo il permesso di entrare e sgomberare l'ospedale?

Dico senza scompormi, voltando appena la testa verso l'inquisitore, per poi muovermi, quando ho il permesso, verso Francesco e posargli una mano sul capo

allontanatevi dall'ospedale... Non fate avvicinare nessuno

Detto questo mi metto ad una decina di metri dall'entrata dell'ospedale, estraendo la spada con la destra, rivolgendomi a Massimo

vieni con me?

Chi altro viene?

Quando tutti siamo pronti mi preparo ad entrare nell'edificio, scudo chiodato tenuto in avanti, pronto a qualunque cosa si avvicini

@DM & tutti

Spoiler:  

Forse sono andato un po' troppo veloce XD

Inviato

Dopo aver avvertito l'inquisitore, me ne ritorno alla mia "umilissima" casa (detta anche il Vittoriale).

Trascorro quattro meravigliosi giorni nella più assoluta tranquillità tra ore di studio "matto e disperatissimo" e piaceri terreni... e più che terreni...

Ma come tutte le cose o quasi, prima o poi finiscono.

Sembra una mattina come tante altre ma ad un tratto delle urla attirano la mia attenzione.

Provengono dalla piazza. Cavalco velocemente verso piazza e più precisamente arrivo di fronte all'ospedale dove vedo Francesca. Mi basta poco e capisco subito la situazione.

Velocemente rispondo alla domanda di Francesca: Vengo anche io.

Se questi morti dilagano in città... troppi umani verranno sacrificati inutilmente... e quindi meno per me...

Con un sorriso mi preparo al combattimento.

Di tanto in tanto un po' d'azione ci vuole!

Inviato

arrivo cavalcando molto velocemente, la folla è radunata e viene spiegata la situazione

Senza chiedere nulla avanzo verso la porta controllo che l'expiator sia al suo posto ed estraggo la spada e lo scudo, mentre avanzo sento felice chiedere il permesso per entrare..

Questo chiede anche il permesso... ma non lo sà che è il "nostro" compito occuparci dei morti....

mi piazzo d'avanti alla porta e guardo i cittadini di Ivrea, bhè dopo questo dovranno acclamarmi ancora di più per la mia bravura con la spada

Muoviamoci c'è gente da salvare li dentro, vorrei qualcuno con equipaggiamento medico che conosca il posto e munizioni per le armi di Vittorio e Francesca... Immediatamente

Guardo Felice noi due avanti cerchiamo di fare strada

Inviato

Francesca

Mentre altri si aggregano controllo le munizioni e conto i colpi. Sfruttando la richiesta del templare intercetto l'excubitor che ha ricevuto l'ordine, chiamandolo per nome. Giustino, per favore, portami la bandoliera cosciale con quattro munizioni da 27mm a frammentazione o di segnalazione, quel che c'e'.

Nel frattempo che gli altri si organizzano mi avvicino a Cagnaccio e Sonia. Non so' chi sia il nuovo portavoce, nel dubbio parlo con te. Prendi dei medici, chiedigli che medicinali e strumenti servono per i malati qua fuori. Appena una stanza e' sgombra con un altro excubitor ed un medico portate fuori quello che serve. Sei libero di non ascoltarmi o farla passare per una tua idea. Ormai non sono piu' il portavoce di nessuno. il tono, come detto prima, nonostante sia determinato si nota che e' un po' spento, lo sguardo anch'esso deciso ma un po' vuoto.

Vicina alla porta rinfodero la colt ed estraggo la pistola piu' grossa, controllando munizioni e tenendo una pistola per mano.

Questa e' una lanciagranate, se la sitazione si scalda o ce ne sono troppi in un area riatretta questa li sfoltira' enuncio. Pronta.

Inviato

come sempre fratello... Nessun'altro può farlo

Dico sarcastico, ma senza ridere ne sorridere, solo per dire che questo è il nostro compito. Mi rivolgo agli altri

state a distanza di sicurezza dietro di noi: non voglio altri morti...

Incredibilmente è questa frase che da dentro l'elmo mi fa sorridere, mentre con la destra saggio l'elsa della spada nella mia mano, e con la sinistra assicuro ancora di più lo scudo chiodato

Inviato

Ancora scompigliata per il trambusto nella misericordia vedo che si sta radunando il gruppo per entrare a vedere la situazione, subito mi avvicino per trovare il modo di entrare anche io quando il templare richiede la presenza di qualcuno che conosce il posto. Mi avvicino al gruppo e colgo al volo l'opportunità.

"Fratello Massimo, io lavoro al De Burgo ed ero lì quando è successo tutto! Portatemi con voi posso guidarvi e salvare quelle povere creaturine!"

Ottimo! Massimo mi ha dato la scusa perfetta per entrare con loro!

Mi posiziono dietro a Massimo con lo sguardo fisso all'entrata e un bagliore negli occhi...

Inviato

@ flashback (tutti)

Spoiler:  
Dopo aver appreso dai Templari le parole del messaggero di Sprenger, intervengo personalmente per calmare la popolazione di Ivrea dicendo che non c'è più nulla di cui aver timore dal momento che la situazione è tenuta saldamente sotto controllo da chi di dovere.

Poi come nuovo Portavoce nomino per il momento Sonia Ferretti.

Raggiungo immediatamente il De Burgo passando nello spazio che la folla provvede a liberare al mio arrivo. Sentito il rapporto di Cagnazzo estraggo ed imbraccio immediatamente la mia Corona Spinarum, la Divina Lux, pronto a partire, degli eroi e un lieto fine è proprio ciò che ci serve per rimettere i paraocchi a queste pecore impazzite per colpa di quella colonna di fumo. Nicola e Giacomo restate qui fuori ad aiutare gli excubitores di Sonia a sistemare i malati e a proteggere i cittadini da eventuali morti che escano dall'ospedale. E voglio qui subito ciò che fratello Massimo ha richiesto. Detto questo mi metto in prima fila e, quando arrivano queste munizioni, dopo un secco: Andiamo. faccio ruggire il motore dell'arma e avanzo verso l'entrata.

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