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[Licia Troisi] Le Cronache del Mondo Emerso


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  • Supermoderatore

Il problema secondo me è che la gente è mediamente poco "socievole", nel senso che molti non sono bravi/interessati a intessere relazioni sociali di qualità. Sono cafoni per colpa o per destino, insomma. Da qui la necessità di cautelare le sensibilità tracciando regole per cercare di limitare lo sproloquio e gli atteggiamenti dolorosi per qualcuno. Purtroppo spesso la cosa è stata veicolo per atteggiamenti ridicoli (vedi il MOIGE in Italia, le varie associazioni negli USA che a momenti ti impediscono anche di avere i baffi in luogo pubblico perché potresti offendere chissà chi e cose simili). Insomma, si rischia spesso di scivolare nel ridicolo con troppe cautele.

Sono d'accordo, il mio post volevo solo sottolineare che non andrebbero fatte generalizzazioni e conseguenti crociate verso qualcosa che di per sé non è sbagliata. Poi è ovvio che come in ogni cosa c'è chi esagera o se ne approfitta.

Allora sono perfettamente d'accordo, e ti dirò di più: spesso ho trovato anche da parte di gente istruita e (sulla carta) educata una spaventosa ignoranza riguardo i disabili, i portatori di handicap in generale e i malati, una mentalità paurosamente retrograda e ottusa ("Non è che se vado a trovarlo in ospedale mi becco il cancro anche io?"). Il disagio che tutti più o meno proviamo di fronte a situazioni insolite e tristi a volte diventa una barriera che impedisce di capire.

L'importante secondo me è non fossilizzarsi sulla questione "che appellativo devo usare?".

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Io proporrei onestamente ai Mod di splittare la discussione: detesto l'autrice degli orrendi libri in questione, ma credo non sia il caso di procedere qui con l'OT. Si è però creata una discussione -sebbene delicata- molto interessante, sarebbe bello riuscire a mantenere toni e argomenti in un thread apposito sul Politically Correct.

Putroppo la "questione fossile" che dici tu, Ithiliond, è un comodo paravento: "Non costruiamo rampe per le carrozzine per accedere al Municipio (nel mio paese era così fino a pochi anni fa, dannati loro), è più urgente vietare che a scuola i professori chiamino i paraplegici handicappati, perché potrebbero offendersi". Italica ipocrisia, direi.

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  • Supermoderatore

Ammetto di aver avuto un tono di arroganza nei post da te quotati, Ithiliond, (e me ne scuso) che può aver portato a queste repliche sarcastiche da parte tua; d'altro canto confermo le mie opinioni e la logica che vi sta dietro.

Beh non c'era eccessiva arroganza, semplicemente sono io che amo fare del sarcasmo quando ne ho l'opportunità.

Sì, e con ciò? Non capisco il tuo punto.

Io affermo che l'educazione non dovrebbe imporre delle parole-tabù da evitare, bensì dovrebbe insegnare un uso corretto e proprio del linguaggio e soprattutto a ragionare sul significato della frase, e del contesto, in cui le singole parole vengono poste.

Se concordi su questo, indipendentemente dal grado di appropriatezza dei paragoni e della battute sarcastiche, non c'è nulla da discutere.

Se invece sostieni che chiamare afro-americano qualcuno che l'Africa mai neanche l'ha vista, mai neanche l'hanno vista i suoi nonni, sia una forma di cortesia vera, non ipocrita, beh, non siamo d'accordo.

Il punto è che da nessuna parte (ma magari ho letto male) uno degli utenti aveva scritto il motivo per cui non dovrebbe andar bene l'appellativo "afro-americano"; mi era sembrato che a non andarvi giù fosse il fatto di non poter dire la prima cosa che vi passa per la testa.

Ti ha già risposto esaurientemente Aerys. É semplicemente un'improprietà di linguaggio. Chiamare le cose con il proprio nome è il primo passo verso farle capire.

Questo è un forum di discussione e come tale ho espresso la mia opinione su un argomento. Non vedo perchè dovrebbe essere inutile parlarne.

Inoltre, non vedo come, partendo da queste basi, tu abbia ricavato che "predico bene ma razzolo male" ovvero non metto in pratica i miei stessi consigli. I dovrei sommare tutti i 5 minuti al giorno persi per scrivere vari post durante l'anno e fiondarmi a fare (ulteriore) volontariato?

No ma evidentemente avevo frainteso il tuo post, e mi scuso per questo.

Ad ogni modo non mi pare che "disabile" sia una parola tabù; io l'ho sempre usata e nessuno mi ha mai fatto la predica, e se per caso me la facessero mi affiderei al vocabolario. Quindi comunque non vedo il perché del tuo sfogo.

Ancora, non vedo il tuo punto. Io ho un'opinione: oggi si tende a concedere e permettere molto in campo artistico, arrivando a considerare "arte" qualsiasi cosa. Io sostengo che se si cercasse di insegnare i paradigmi dell'arte anzichè dire "ma sì, è tutto bello!" sarebbe meglio.

NOTA BENE: non sono contrario a sovvertire detti paradigmi, una volta conosciuti. Van Gogh sarebbe stato bocciato come inetto ai tempi di Caravaggio (più o meno lo è stato anche nel suo tempo). Ma è chiara la conoscenza di certi parametri, che poi vengono cambiati.

A valle delle singole risposte, mi rendo conto che avendo tu un punto di vista differente dal mio ed avendo io postato in maniera molto acida, tu abbia risposto a tono: tuttavia oltre a dire che non sei d'accordo e fare accuse abbastanza sparate, hai fatto esempi campati per aria e non hai esposto il tuo punto di vista in modo molto coerente (come ho fatto io nei post precedenti, ora me ne rendo conto :redface:).

Ti invito a farlo, senza dover per forza rispondere a tono ai singoli post, per portare avanti la discussione.

Non mi riferivo alla questione dell'arte (ho sbagliato a quotare quel punto), comunque sicuramente mi sono lasciato trasportare. Quello che voglio sottolineare è che non mi sembra giusto dare la colpa al politically correct o al fantomatico relativismo per il comportamento scorretto di alcune persone.

[EDIT]:

Putroppo la "questione fossile" che dici tu, Ithiliond, è un comodo paravento: "Non costruiamo rampe per le carrozzine per accedere al Municipio (nel mio paese era così fino a pochi anni fa, dannati loro), è più urgente vietare che a scuola i professori chiamino i paraplegici handicappati, perché potrebbero offendersi". Italica ipocrisia, direi.

Ma infatti, qui poi si "scade" nella solita solfa "i politici non fanno niente, rubano solo soldi a noi poveri cittadini"; non che non la condivida, ma sinceramente sono stufo di ripetermi, e comincio a sentirmi un po' mia nonna ogni volta che lo faccio.

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Beh non c'era eccessiva arroganza, semplicemente sono io che amo fare del sarcasmo quando ne ho l'opportunità.

Il punto è che da nessuna parte (ma magari ho letto male) uno degli utenti aveva scritto il motivo per cui non dovrebbe andar bene l'appellativo "afro-americano"; mi era sembrato che a non andarvi giù fosse il fatto di non poter dire la prima cosa che vi passa per la testa.

Non è esattamente così. A me personalmente irrita non poter dire le cose come stanno, ma dover fare giri di parole.

Afroamericano è un'improprietà di linguaggio. O meglio, lo è se messa sullo stesso piano di "bianco". Ad afroamericano dovrebbe corrispondere "euroamericano" o qualcosa del genere.

Volendo chiamare un nero degli USA "afroamericano" come chiami un nero del Senegal?

Io ho un amico nero, americano. Se scoprisse che in giro dico "afroamericano" proabilemente mi verserebbe il sale nella birra la prima volta che usciamo. Perchè? Perchè è una parola STUPIDA (ed errata) senza mezzi termini, nella sua opinione come nella mia.

No ma evidentemente avevo frainteso il tuo post, e mi scuso per questo.

Ad ogni modo non mi pare che "disabile" sia una parola tabù; io l'ho sempre usata e nessuno mi ha mai fatto la predica, e se per caso me la facessero mi affiderei al vocabolario. Quindi comunque non vedo il perché del tuo sfogo.

Insomma. Forse disabile non è tabù, ma allora perchè esiste l'espressione "diversamente abile"?

Il mio sfogo è esattamente quello che è: uno sfogo. Quando sei con amici, insultare il professore che non sa spiegare non ha senso, loro neanche lo conoscono. Però lo fai. É uno sfogo.

Non mi riferivo alla questione dell'arte (ho sbagliato a quotare quel punto), comunque sicuramente mi sono lasciato trasportare. Quello che voglio sottolineare è che non mi sembra giusto dare la colpa al politically correct o al fantomatico relativismo per il comportamento scorretto di alcune persone.

Beh, la mia opinione l'ho espressa sopra, e Aerys ne ha fatto un ottimo esempio: che la priorità sia costruire le rampe di accesso, non obbligare la gente a non dire handicappato. Quindi in un certo senso il politically correct è colpevole di avere una priorità ingiustificata (e talvolta dannosa).

Il relativismo è colpevole dell'abbassamento di molti standard, ad esempio artistici. Per tornare clamorosamente IT (nessuno se l'aspettava) il relativismo è ciò che ha permesso alla Troisi di essere pubblicata e a altri scrittori, potenzialmente migliori, no.

Nessuna ricerca, scarsa osservanza dei paradigmi della scrittura (come ritmo, punto di vista narrativo, etc), sono OGGETTIVI segni di letteratura di genere di bassa qualità. Che viene difesa in nome del relativismo. Questa è la colpevolezza che viene attribuita ad esso.

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  • Supermoderatore

Il relativismo è colpevole dell'abbassamento di molti standard, ad esempio artistici. Per tornare clamorosamente IT (nessuno se l'aspettava) il relativismo è ciò che ha permesso alla Troisi di essere pubblicata e a altri scrittori, potenzialmente migliori, no.

Nessuna ricerca, scarsa osservanza dei paradigmi della scrittura (come ritmo, punto di vista narrativo, etc), sono OGGETTIVI segni di letteratura di genere di bassa qualità. Che viene difesa in nome del relativismo. Questa è la colpevolezza che viene attribuita ad esso.

Il relativismo per come è inteso in questo topic può al più essere la "colpa" di chi difende il testo, ma in realtà penso che ognuno abbia il diritto di farsi piacere e/o pubblicare ciò che più gli aggrada. Che poi, nonostante tutto, i libri di Licia Troisi siano piaciuti (perché altrimenti perché la gente li comprerebbe?) non è necessariamente la morte della letteratura fantasy...

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Ma Ith, state cercando in intavolare una discussione sulla tolleranza in un pos sulla troisi? grandioso!!! ^^

Mi inserisco nell'ultimo post che finalmente torna IT. l fatto che i libri della Troisi siano piaciuti e la morte della elttereatura fantasy sono IN ENTRAMBI I CASI due dati documentati. Orami è dai tempi di Martin che un libro di questa letteratura non ottiene giudizi considerevoli e seri dalla stampa non specializzata.

Che poi i due fattori non sianno collegati direttamente mi sta bene ma posso pure capire come ragionevolmente per alcuni il successo della troisi sia sintomatico della situazione. Non fa una piega.

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Che poi, nonostante tutto, i libri di Licia Troisi siano piaciuti (perché altrimenti perché la gente li comprerebbe?) non è necessariamente la morte della letteratura fantasy...

Non sarà la morte, ma un bel passo in quella direzione?

La gente non compra altro, perché di fantasy italiano attualmente non c'è molto di meglio.

Comunque, più che relativismo, vedo una politica molto miope e poco seria da parte delle case editrici. Penso siano i primi a sapere che i testi che pubblicano sono di scarsa qualità (parlo proprio della forma, non dei contenuti), ma l'importante è il guadagno immediato.

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La gente non legge, dunque non ha grosse capacità di scelta. Leggono quello che va di moda. Esce un film su Il Signore degli Anelli? Molti ragazzini iniziano a "interessarsi" al fantasy, nel senso che entrano nelle grosse librerie (Mondadori) e comprano quello che trovano con un drago in copertina e che spesso è segnalato come "novità da sballo", ovvero libri come quelli della Troisi (ancora Mondadori) o Twilight. Poi quello diventa il loro standard.

I dati di vendita IMHO non sono assolutamente indice di qualità.

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Il relativismo per come è inteso in questo topic può al più essere la "colpa" di chi difende il testo, ma in realtà penso che ognuno abbia il diritto di farsi piacere e/o pubblicare ciò che più gli aggrada. Che poi, nonostante tutto, i libri di Licia Troisi siano piaciuti (perché altrimenti perché la gente li comprerebbe?) non è necessariamente la morte della letteratura fantasy...

I libri della Troisi vengono comprati per via della morte della cultura personale dei giovani, nonché per via del fatto che cavalcano la moda del momento. Moda per lo più artificialmente indotta. Quindi niente a che fare con la qualità della letteratura corrente.

Poi si può discutere se sia colpa del relativismo o meno, ma quella è un'altra storia.

Edit: bruciato in volata da Aerys :-p

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  • Supermoderatore

E alla fine si ritorna al classico "si dovrebbe invogliare di più i giovani a leggere"... e magari fare una riforma seria del sistema scolastico italiano potrebbe giovare in qualche modo.

Ma Ith, state cercando in intavolare una discussione sulla tolleranza in un pos sulla troisi? grandioso!!! ^^

A quanto pare... in realtà a me delle opere di Licia Troisi non potrebbe importare di meno, ho iniziato a scrivere proprio sulla scia degli "interessantissimi" OT :rolleyes1

Orami è dai tempi di Martin che un libro di questa letteratura non ottiene giudizi considerevoli e seri dalla stampa non specializzata.

Solo che Martin (per fortuna) non è morto e la sua serie non è ancora conclusa, nonostante i tempi di attesa tra la pubblicazione e la traduzione in italiano (ma anche tra due pubblicazioni) possano sembrare infiniti.

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Ma Ith, state cercando in intavolare una discussione sulla tolleranza in un pos sulla troisi? grandioso!!! ^^

Mi inserisco nell'ultimo post che finalmente torna IT. l fatto che i libri della Troisi siano piaciuti e la morte della elttereatura fantasy sono IN ENTRAMBI I CASI due dati documentati. Orami è dai tempi di Martin che un libro di questa letteratura non ottiene giudizi considerevoli e seri dalla stampa non specializzata.

Non che ne abbia mai ricevuti, eh. Da sempre Fantascienza e Fantasy sono considerati (in parte a ragione, in parte a torto) un genere da poco dal grande pubblico. DA SEMPRE.

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  • 1 mese dopo...

Sono d accordo con la maggior parte di voi...primo i libri della troisi sono da bruciare..se ne ho letto uno sforzandomi..il secondo l'ho regalato a un barbone :D...Ma la Trosi come dite voi non è che una delle tante dimostrazioni di come la cultura fantasy sia arrivata in una fase di decadimento totale! Quando una volta si scriveva un fantasy si ricreava totalmente un mondo, un'idea, un sogno..si inventavano mondi e creature, ma non solo a parole...anche nei fatti....si creava una seria cronistoria..dei linguaggi specifici..delle culture a parte...insomma leggendo quei libri era come entrare realmente in quei mondi meravigliosi...e oggi??oggi si pubblica per soldi..oppure se uno scrive un libro pensa che per farlo bene sia sufficiente mettere due parole di seguito in italiano....mi ricordo questa estate..disperato..in libreria..che chiedevo con disperazione in ginocchio alla libraia di trovarmi un testo valevole e meritevole...mi disse..guardi..abbiamo taaanti libri interessanti...uno tra i quali è questo: Il libro di WoW.....O_o......le volevo ribaltare la libreria.....ma non sarebbe servito a niente..orde di ragazzini li compravano e io..povero me..che si sente troppo vecchio e fuori dal mondo anche per l'età che mi ritrovo...sono stato costretto a tornare a casa e leggere quel libro..piangendo....

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Ascolta ma davvero sei già riuscito a leggerti tutto Pratchett? OO (per la serie "ci è di meglio e si trovva" ^^)

Dici a me??^^...ahaha se dici a me ti dico che no non lo ho letto...ma solo perché me lo hanno sconsigliato....dici che dovrei provarlo?????oh io mi fido..se poi è come gli altri vengo a casa tua e..ahahah scherzo..davvero è valido???:D

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Allora, è un fantasy ironico (quindi dal genere non si scappa). Per il resto è un capolavoro sia a livello di trama che di scrittura...

Io te lo consiglio assumendomente piena responsabiltà...

"IL SIGNOR CYRANO?"

(questa la capirai in seguito ^^)

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