Lamadanzante Inviata 28 Agosto 2014 Segnala Inviata 28 Agosto 2014 Una nuova, grigia e fredda alba, sorge a salutare il triste e malato mondo sotto di lei. Una pallida luce si irradia, nascosta dal perenne strato di gas, pulviscolo e fumo sporco che nasconde l'astro a tutti quelli che vivono in quel pianeta distrutto. La gente di questi tempi sa dell'esistenza del sole solo per racconti tramandati di padre in figlio, per generazioni e per gli sporadici libri che, in qualche strano modo, sono arrivati fin li'. In quei testi si racconta di giornate luminose, con il sole giallo e arancione come una palla di fuoco in un cielo completamente azzurro, caldo e confortante. E' difficile da credere, per qualcuno che , da quando e' nato, vive in una perenne esistenza fatta di tante tonalita' di grigio, con pochi colori e nessuna vivacita'. Le piante che crescono negli orti della comunita', sono piccole , rachitiche, piu' marroni che verdi, i pomodori sono poco piu' grandi delle noci, la lattuga e' grigia e secca, le carote storte e dure, le patate sono come pietre. Il freddo della zona dove sorge Rosafredda di certo non facilita le cose. Con un inverno che dura nove dei dodici mesi dell'anno, riuscire a coltivare qualcosa di commestibile e' sempre una grande sfida e non sempre da' i risultati sperati. L'allevamento di animali non e' molto migliore. Vacche e pecore nascono malate, il sangue si mischia al latte quando vengono munte e la carne e' acida nel migliore dei casi. Le poche cose che avanzano da quelle necessarie per il sostentamento delle mille anime che popolano il villaggio, viene scambiato con prodotti di prima necessita' con i rari mercanti che si spingono fin lassu', in una piccola valle formata dalle grandi montagne che sorgono tutt'intorno. Le notizie che portano questi mercanti sono sempre allarmanti, ma ultimamente sembra che ogni volta la situazione sia peggiore nel grande mondo la' fuori. Sembra che un gruppo di persone, che si definisce il Nuovo Vaticano, stia cercando di poner ordine e disciplina nelle terre intorno a una grande citta' del passato, chiamata Rom e, a detta dei mercanti, prima o poi il suo controllo arrivera' anche qui da voi. La cosa non sembrerebbe del tutto negativa, anche perche' si dice che questo gruppo sia estremamente ricco e che possa permettersi cose fuori dall'immaginazione! Pero' , c'e' un pero'...tutti i mercanti sono d'accordo con il fatto che i sistemi usati da questo Nuovo Vaticano sono piuttosto violenti, soprattutto per chi non e' d'accordo con quello che loro dicono. Hanno una cosa che chiamano Dogma, una specie di codice di leggi che tutti sono obbligati a seguire. Praticano lo schiavismo e la tortura e vivono in grandi ville isolati da tutto e da tutti. La gente di Rosafredda non sa davvero cosa pensare di queste notizie, ma sono cosi' lontane dalla loro realta' di tutti i giorni, che non danno loro troppa importanza. Il capo del villaggio, Giacomo, si siede sempre a tavola con i mercanti di turno, nell'unica taverna di ROsafredda, La Birra Ghiacciata, e ascolta le loro notizie. Ma il giorno dopo, torna nei campi come tutti gli altri e el sue preoccupazioni sono quelle di tutti, la speranza che il prossimo vitello nasca vivo, che la nuova coltivazione di mais che seminarono il emse prima, dia i suoi frutti, che l'inverno quest'anno non sia troppo rigido e che non uccida troppi uomini validi...questa era l'esistenza a Rosafredda, fino al giorno dell'arrivo dello Straniero... Arrivo' con un mercante di passaggio, e si sistemo' in una delle quattro camere disponibile nella locanda. La camera era vuota da cosi' tanto tempo, che la locandiera, Anna, dovette cambiare i materassi ormai mangiati dalle tarme e sostituirli con nuovi cuciti in fretta e furia da alcune sue amiche e riempiti con piume di gallina. Lo Straniero era un uomo alto, con pantaloni e giacca neri. Alla cintola portava una spada, una spada vera, cosa mai vista in quelle lande perdute. Era arrivato la sera prima ed era, naturalmente la notizia del giorno nel villaggio. Vi svegliate , fa freddo, come sempre e, come tutti gli altri siete incuriositi da quella strana figura che, a quanto sembra , non e' ancora uscita dalla locanda. Giacomo e' andato a parlare con lui durante la colazione, ma non ha ancora parlato con nessuno, dopo quell'incontro. Mentre lavorate nei campi parlate di chi potrebbe essere e di quale motivo lo aveva portato fin li'. In un mondo sempre uguale, quell'avvenimento era sicuramente la cosa piu' strana che era capitata da molti anni a quella parte. Quando finalmente arriva l'ora della pausa, la campana del municipio, che di solito suona sola per annunciare degli incendi, si mette a toccare e immediatamente si sparge la notizia che Giacomo, ilc apo del villaggio, voglia parlare a tutti e di riunirisi quindi nella piazza principale di Rosafredda. Incuriositi come gli altri, vi incamminate verso il centro del villaggio...
Arthas II Inviato 28 Agosto 2014 Segnala Inviato 28 Agosto 2014 Cerco di origliare tutte le conversazioni di coloro che si stanno avvicinando come me al centro del villaggio mentre penso spero che questa volta sia qualcosa di positivo.. Spoiler: Mi guardo attorno per vedere se intravedo qualcuno che conosco Percezione +6
OminoMagico Inviato 29 Agosto 2014 Segnala Inviato 29 Agosto 2014 @Tutti. Descrizione generale: Spoiler: Marcello è alto più di un metro e ottanta e il suo fisico robusto lo rende un ottimo lavoratore. E’ molto estroverso e positivo, nonostante tutto, e cerca sempre di trovare il lato migliore della cosa. Il suo modo di porsi e la sua stazza fisica lo fanno apparire un po’ tonto, ma di fatto è molto intelligente e sveglio nonostante non lo mette in mostra. Ha gli occhi azzurri e i capelli biondi e corti. Non si tira in dietro se viene sfidato e questo, assieme alla sua avventatezza, lo porta spesso a cacciarsi nei guai. Una nuova mattina comincia. Marcello si alza dal letto stanco come al solito, ma sa che appena sarà nei campi e inizierà a lavorare le forze torneranno da sole. Dopo un misero pasto, quel tanto che basta per non sentire troppo dolorosi i crampi allo stomaco, Marcello si avvia verso il campo. La prima mazza giornata di lavoro scorre veloce fra le chiacchiere riguardanti lo straniero appena giunto in paese. Prima la notizia del Nuovo Vaticano e poco dopo spunta questo straniero, che sia qualche portavoce o in qualche maniera collegato? Mah... Prima ancora che ci si possa sedere per riposare un po' la campana del municipio inizia a suonare; Marcello, incuriosito, inizia quindi a dirigersi verso la piazza del villaggio assieme agli altri ragazzi che erano nel campo con lui. Quando suona la campana non è niente di cui esser felici. Ma incendi non ne vedo, quindi potrebbe essere qualcosa di buono. Chissà cosa vorrà dirci il capo, potrebbe anche essere una bella notizia. Sicuramente centrerà in qualche modo quel misterioso straniero.
Matt-O Inviato 29 Agosto 2014 Segnala Inviato 29 Agosto 2014 Mentre la serena monotonia della vita quotidiana viene interrotta dal suono forte e ruvido dell'ottone della campana della piazza centrale, Malachia è intento a intrattenere quattro passanti con acrobazie e spiccioli trucchetti in una via della città. La mattina in falegnameria era stata avara di divertimenti, e i bastoni che aveva in lavorazione con suo zio erano quasi completati, appoggiati con cura sopra gli scaffali della bottega in attesa di qualche compratore, ormai troppo raro in quelle giornate. Altra campana, altro incendio...mi chiedo fino a quanto ancora Rosafredda potrà resistere. Attirato dal flusso di persone che risale la via verso la piazza, in poco tempo si ritrova in mezzo alla folla, faticando inizialmente a realizzare cosa stesse accadendo.
Kaen89 Inviato 29 Agosto 2014 Segnala Inviato 29 Agosto 2014 @tutti. bg Spoiler: Daniel è un ragazzo di ventun anni, nato e cresciuto nel villaggio di Rosafredda. I suoi genitori (Paul e Clara) sono morti quando lui era piccolo, per malattia; conserva scarsissimi ricordi di loro, e le uniche cose che sa per certo sono i loro nomi ed il fatto che non erano originari del posto. Di loro, però, conserva un oggetto che gli è stato lasciato, un libro che custodisce gelosamente. Da piccolo era di statura più bassa rispetto ai coetanei e persino un po' più gracilino, motivo per il quale era sempre vittima di scherzi (e cose peggiori) dagli altri ragazzini. All'età giusta, però, ha sviluppato un fisico ben più alto della media ed il lavoro a cui, come gli altri ragazzi, è stato iniziato tra i 15 ed i 16 anni ha contribuito ad irrobustirlo. Tutte le cattiverie subite da piccolo, hanno fatto di lui, nel suo piccolo, una specie di protettore dei più deboli; così, soprattutto tra i ragazzi, quando vedeva qualcuno che non poteva difendersi da bullismi, scherzi o persino privazioni, interveniva per aiutarlo, così come aiutava chi stentava nel fare il proprio lavoro e spesso regalava il proprio cibo a chi ne aveva più bisogno. Le sue abitudini sono molto semplici: si alza al mattino e lavora come tutti gli altri, o anche di più, e, una volta finito, fa visita ai suoi amici mettendosi a disposizione praticamente per qualsiasi aiuto. Quando è in casa da solo legge e rilegge il suo amato libro, di cui però non parla mai, o quasi. @tutti. descrizione fisica Spoiler: Daniel è alto poco meno di un metro e novanta; ha i capelli scuri, neri, che porta abbastanza lunghetti, racchiusi in un codino dietro la testa; comunque non arrivano neanche all'altezza delle spalle; ed ha occhi di un colore a metà tra il verde ed il grigio. La sua carnagione è leggermente scura. Come abitudine, indossa abiti da lavoro molto sgualciti: una camicia con qualche bottone mancante ed un maglione scuro, un paio di jeans leggermente larghi, strappati e macchiati in qualche punto, chiusi da una cintura improvvisata e senza fibbia, che si chiude sul lato con una specie di clip di ferro; ed un paio di vecchie scarpe da lavoro, una delle quali si sta aprendo sul lato. Per abitudine, va in giro con al fianco, agganciata alla sua "quasi" cintura, una rudimentale clava, fatta, però, di buon legno. La campana interruppe improvvisamente quella che era la sua solita tanto noiosa quanto inevitabile giornata di lavoro. Durante la sua pausa, si era fermato a chiacchierare, con uno degli uomini dei campi, delle solite cose: la miseria di quei campi, le carenze del villaggio e via di seguito. Quell'interruzione gli fece lo stesso effetto che fece a tutti: all'inizio tanta preoccupazione per l'eventualità di incendio, e poi gli instillò curiosità, quando gli arrivò la voce che in realtà la campana era una convocazione da parte del capo villaggio. Wow. Chissà per quale motivo... E prima ancora di finire di formulare il pensiero, si era già alzato ed incamminato verso la piazza, insieme con l'uomo con cui prima stava parlando. Hai idea di quale possa essere il motivo? e se riguardasse il tipo che è arrivato l'altro giorno? Presto fu inghiottito dalla folla che si accalcava nella piazza e si guardò intorno per vedere se, con la sua altezza, poteva vedere qualcuno dei suoi amici. @tutti e master Spoiler: tra noi siamo amici, giusto? nessuno vuole essere il mio protetto? XD master ho cambiato il nome al pg... non penso ci siano problemi
Lamadanzante Inviato 29 Agosto 2014 Autore Segnala Inviato 29 Agosto 2014 Mentre tutti camminate nella via principale che dai campi conduce al centro del villaggio, ognuno chiedendosi di cosa si possa trattare, vi incontrate in mezzo all'altra gente e decidete di proseguire insieme fino alla piazza. Una volta arrivate li', notate che e' stato tirato fuori il piccolo palco di legno che usa sempre il sindaco quando deve parlare alla popolazione, cosa che comunque accade molto raramente. Vicino a lui un'alta figura vestita tutta di nero, con un mantello lungo foderato della pelliccia di un qualche animale, nel fodero al suo fianco, una spada lunga con una impugnatura anch'essa nera come il carbone. Rimane in silenzio mentre il capo villaggio chiede di suoi concittadini di prestare ascolto e di non fare confusione. "Gente di Rosafredda. Sembra che dopo tanto tempo , il mondo esterno si sia ricordato della nostra esistenza. Insieme a Giacobbe, il mercante che sempre viaggia per le valli inferiori, ieri, come saprete, e' arrivato uno straniero, latore di notizie gravi, a quanto sembra. Qualcosa sta succedendo nel mondo, qualcosa che, sembra, potrebbe avere delle ripercussioni anche qui da noi. Tacque per un attimo, con una espressione in volto incredula, di qualcuno che non pensa che qualcosa del genere possa succedere per davvero. Poi prosegue: Ma questo non e' il posto per entrare nei particolari. Il signore qui di fianco a me sta cercando volontari per un ,mmm, diciamo movimento, gruppo, non ho ben capito cosa, che dovrebbe cercare di arginare o risolvere i problemi di cui sopra. Io non ho il potere di obbligare nessuno a non andare, ma , se posso esprimere una mia opinione personale, non credo che Rosafredda abbia bisogno di protezioni particolari. COmunque sia, per chi fosse interessato, il signore qui, vi spieghera' di cosa si tratta nella sala comune della locanda. QUesto e' quanto. Non appena il sindaco termina di parlare , la confusione esplode nella piazza, tutti parlano, qualcuno grida delle domande, certi altri ridono. Il sindaco e il suo ospite non fanno caso a nessuno e, con l'aiuto di qualcuno degli anziani presenti, si fanno strada fino alla locanda cittadina, dentro la quale spariscono. Dal cielo cadono pesanti fiocchi di neve sporca e il terreno e' gia' un manto grigiastro e fangoso. Si formano gruppi di persone che discutono quelle nuove notizie, che sono cadute sulla comunita' come un fulmine a ciel sereno... X tutti Spoiler: Si, siete amici
Kaen89 Inviato 30 Agosto 2014 Segnala Inviato 30 Agosto 2014 Le parole del sindaco colpirono lui come tutti i presenti. Chi per un motivo, chi per un altro. Daniel era stato colpito anche dall'immagine dello straniero. Però quel tipo ha un aspetto proprio serio e... nobile. Quel mantello di pelliccia.. e la spada... chissà cosa vorrà in un paesino sperduto come questo La neve iniziava a cadergli sul maglione e sui capelli, ma quasi non ci fa caso, un po' perchè abituato persino a lavorare sotto la neve, ed un po' perchè troppo preso dalla situazione del momento. Chissà, magari qualcuno dei ragazzi vuole persino unirsi a questo tipo; io di certo voglio almeno sentire cos'ha da dire Ed un sorrisetto fulmineo per un attimo si dipinge sul suo volto al pensiero che magari potrebbe persino vedere qualcosa di più della semplice miseria di quel villaggio; ma subito ricompone la sua espressione e ridimensiona i suoi pensieri. Bisognava discutere
Arthas II Inviato 30 Agosto 2014 Segnala Inviato 30 Agosto 2014 Il volto vissuto, il portamento fiero e allo stesso tempo cupo, ma soprattutto quei suoi strani abiti non potevano far altro che suscitare in Marcus una tangibile curiosità al contrario dei soliti mercanti quest'uomo potrebbe aver visto i reali problemi che affliggono questa zona, varrà sicuramente la pena andare a parlarci. Lo proporró ai miei amici. Il suo viso pensieroso si distingueva da quelli visibilmente preoccupati e scossi della gente accanto a lui, d'altronde le parole appena ascoltate non si potevano di certo chiamare buone notizie. Puntando il bastone tra il fango e la poltiglia di acqua e neve rivolge il suo sguardo verso i suoi amici, cercando di intuire le loro intenzioni, e dopo aver visto Daniel sogghignare fa la prima mossa So cosa a state pensando. Chi viene? Dopodiché si copre meglio il capo per evitare di bagnarsi completamente e rimane in attesa di una risposta, molto impaziente, con un passo già rivolto alla locanda
Matt-O Inviato 30 Agosto 2014 Segnala Inviato 30 Agosto 2014 Alla parole di Giacomo, l'animo di Malachia è pervaso da un vivo entusiasmo: da troppo tempo era rinchiuso in quella cittadina e troppi anni erano trascorsi nella carestia e nelle calamità di ogni genere. Questa è l'occasione che stavo aspettando, avevo bisogno di un segno, di qualcosa che mi svegliasse dal torpore con cui Rosafredda soggioga i propri abitanti. Di sicuro sta succedendo qualcosa di strano nelle terre qui intorno, e la presenza di questo avventuriero significa che il tempo a disposizione sta terminando. L'ambizione di Malachia ha sempre contraddistinto il giovane, e questa occasione si presenta come foriera di novità e di nuova speranza verso il futuro, lontano da quella terra arida e desolata che per troppo tempo ha chiamato "casa". Lo zio capirà... Mentre Giacomo parlava alla folla, Malachia si faceva strada attraverso la moltitudine, tra le facce incuriosite e spaventate delle persone. Avendo individuato Marcus, si avvicina al gruppetto di amici con invidiabile tempismo, rispondendo alla domanda del giovane: Ho già prenotato un posto in prima fila! Su, che aspettiamo?! Se riscontra generale consenso tra gli altri membri del gruppo, Malachia si avvia verso la locanda.
Kaen89 Inviato 30 Agosto 2014 Segnala Inviato 30 Agosto 2014 Sembrava che ora tutti pensassero con un'unica testa. D'altronde le possibilità che questa vicenda schiudeva erano le più disparate, e sembravano tutte più allettanti di una vita in quel piccolo posto. Che dire... sicuramente non ci costa nulla sentire almeno cos'ha da dire quel tipo. Io sono molto curioso, a dire la verità. Fa un cenno di assenso a Malachia, che gli sembrava particolarmente elettrizzato. Oltretutto con questa neve o si lavora o si sta al coperto. A rimanere immobili in mezzo alla strada ci raffreddiamo solamente. Io ci vado. La sua preoccupazione, più che per se stesso, era rivolta a tutti quei ragazzi che sapeva essere meno resistenti di lui e magari anche cagionevoli di salute.
Lamadanzante Inviato 30 Agosto 2014 Autore Segnala Inviato 30 Agosto 2014 Tutti d'accordo, vi dirigete sotto la neve, verso la vicina Birra Ghiacciata, altre persone si avviano in quella direzione, ma piu' riluttanti di voi. Entrate nell'edificio e trovate la sala comune gia' mezza piena, cosa piuttosto rara a quell'ora del giorno. La taverna lavorava quasi esclusivamente di sera e di notte, quando tutti gli abitanti di Rosafredda ritorna dai campi e le botteghe chiudono. Nonostante le numerose persone presenti, non avete difficolta' ad avvistare l'uomo in nero. SIede a un tavolo, dal lato piu' lontano della sala, vicino a un caminetto dentro ilq uale scoppietta un vivace fuoco, che produce piu' fumo che calore, ma da' comunque una piacevole sensazione, in confronto al freddo grigio che c'e' di fuori. Intorno allo straniero si e' formato uno spazio di diffidenza e anche un po' di timore. L'uomo sta mangiando quella che sembra una zuppa calda e una coppa di vino fumante, probabilmente speziato, riposa sul tavolo, di fianco al piatto di peltro. Evidentemente nessuno ha ancora trovato il coraggio di avvicinarlo, nonostante l'evidente curiosita'. Lo sconosciuto non solleva mai lo sguardo dal suo piatto, e mangia metodicamente dal suo piatto, bevendo di tanto in tanto brevi sorsate dalla coppa. L'oste, Franco, sta pulendo nervosamente dei bicchieri dietro il suo grande banco, osservando imptoente tutta quella gente che riempie la sua locanda, ma non consuma niente! SI respira una certa tensione e nervosismo, il tempo sembra essersi come fermato in quella piccola taverna di montagna, in attesa che qualcuno rompa gli indugi...
OminoMagico Inviato 30 Agosto 2014 Segnala Inviato 30 Agosto 2014 Dopo aver raggiunto la piazza centrale, Marcello ascolta attento il discorso del sindaco mentre i primi fiocchi di neve punteggiano qua e la di bianco il terreno e gli edifici. La notizia aveva sicuramente suscitato la sua curiosità e l'entusiasmo dei suoi amici lo convinse del tutto. Il desiderio di uscire dal piccolo paese si era insinuato in lui già parecchio tempo fa rimanendo però un sogno irrealizzabile. Invece, ora, l'occasione gli si era presentata e non se la poteva lasciar sfuggire. Seguendo i suoi amici, come loro, carico di tensione e curiosità raggiunse la locanda dove si trovava il misterioso viandante. La locanda, gremita di gente, sembrava ancora più piccola del solito. Avanzando verso la folla un vuoto si era formato li dove il viaggiatore stava consumando il suo pasto. Tutti erano fermi e nessuno osava muovere un muscolo. Tutte queste persone sono venuto più per guardare che per agire. Ma io non ho di certo intenzione di rimanere qui imbambolato ad aspettare chissà cosa... Ragazzi non accadrà niente finché rimaniamo qui come statue. Io mi butto. Con passo deciso Marcello inizia ad avvicinarsi a quella misteriosa figura, sebbene l'emozione sia comunque evidente nei suoi movimenti. Quando è finalmente vicino al tavolo, Marcello, piega leggermente il capo in segno di rispetto, dopo di che inizia a parlare Salve, il mio nome è Marcello. Ho sentito che cerca dei... ehm, ecco... volontari per qualcosa che non ho ben capito. Potrei quindi sedermi al suo tavolo per parlare?
Lamadanzante Inviato 31 Agosto 2014 Autore Segnala Inviato 31 Agosto 2014 Lo straniero solleva lo sguardo su Marcello. La pelle e' caffe' chiaro, come cuoio raggrinzito, gli occhi di un azzurro molto chiaro, profondi e dallo sguardo duro. Fa un cenno con la mano verso una delle sedie libere del tavolo. Accomodati Marcello. Il mio nome e' Simone. Posa il cucchiao con il quale sta consumando la sua zuppa, poi prosegue: Mentre aspettiamo se qualcun'altro trovera' il coraggio di farsi avanti, perche' non mi racconti qualcosa di te? Cosa fai qui? COsa pensi della tua esistenza? Saresti disposto a lasciare Rosafredda, magari per sempre? Le domande sono rapide e veloci, quasi un interrogatorio. Ma non con un tono agressivo ne' malvagio. Forse con una vena di rassegnazione, di malinconia. Lo sconosciuto osserva attentamente Marcello, in attesa delle sue risposte...
Arthas II Inviato 31 Agosto 2014 Segnala Inviato 31 Agosto 2014 Marcus Appena entrato nella locanda insieme agli altri, Marcus vede Marcello immolarsi nell'interrogatorio di Simone, il fuoriterra. La scena è atipica, tutti intorno a lui sono ammutoliti, così imbraccia il bastone e lo usa per poggiarci il mento, tecnica efficace quando intende ragionare su qualcosa Lasciare Rosafredda....per sempre... Non è mica una scelta facile, chi svolgerebbe le mie mansioni? Poi per andare dove? Non l'ha mica detto... Mmh...mi piacerebbe però confrontarmi con lui, vediamo intanto cosa dice Marcello Quegli istanti in cui Marcello preparava le sue cose da dire sembravano lunghissimi e interminabili, la sua determinazione vacillava davanti alla scioltezza con cui Simone gli aveva posto quei quesiti pesanti come dei massi enormi, eppure il suo discorso potrebbe sbloccare la situazione. Marcus era immobile, appoggiato al suo bastone, con orecchie e occhi solo per Marcello. Tutto il resto era silenzio.
OminoMagico Inviato 31 Agosto 2014 Segnala Inviato 31 Agosto 2014 Marcello rimane molto colpito dall'aspetto dell'uomo e dalla sua pelle così scura. La serie di domande rivoltagli in rapida successione lo disorienta per qualche attimo e per qualche secondo maledisse la sua avventatezza. Le domande sono pesanti e dalla sua risposta dipende il suo destino. Dopo aver raccolto nella mente qualche frase si prepara a parlare. E pensare che credevo di essere io a fare domande ma dovrò aspettare. Vede Simone, se mi posso permettere di chiamarla per nome, come tutti i presenti in questa locanda sono originario di Rosafredda. Qui conduciamo una vita umile e senza troppe pretese; a stento si mangia e il lavoro occupa la maggior parte del nostro tempo. Nonostante tutto, però, il villaggio rimane la mia casa ed è qui che sono cresciuto, è qui che vivono i miei genitori e i miei amici, dice indicandoli, ed è sempre qui che si è sempre pronti ad aiutarsi a vicenda. Diciamo che vivere qui ha i suoi aspetti positivi e negativi. Ora però l'espressione di Marcello cambia, sembra quasi preoccupato di quello che sta per dire Certo, non posso negare di non aver mai pensato di andarmene dal villaggio... ma il pensiero di lasciare i miei genitori e i miei amici qui, e tutta la comunità! Vede dice ora quasi pensando fra sé e sé mi sento come un salmone. Desideroso di vivere in un grande mare, ma pronto a risalire il fiume per tornare al mio luogo d'origine. So che un pezzo di me rimarrà sempre qui a Rosafredda... Conclude sorridendo e sperando che Simone capisca il significato delle sue parole.
Kaen89 Inviato 31 Agosto 2014 Segnala Inviato 31 Agosto 2014 Daniel che aveva ascoltato le prime battute tra il suo amico e questo Simone, si fece avanti senza alcuna paura, rilassato ed a suo agio, per fare la sua domanda. Ma cosa.... non posso credere che sia qui per una chiacchierata tranquilla ed informale Mi perdoni, signor Simone. Il mio nome è Daniel e mi scuso se interrompo lei ed il mio amico mentre parlate; sono spinto dalla curiosità, come la maggior parte delle persone qui presenti. Sarò diretto: vorrei sapere perchè lei è qui e di cosa ha bisogno; cosa cerca in un paesino come il nostro? Mi perdoni la franchezza, posso sempre sbagliare, ma non credo che sia qui per discutere delle nostre esistenze ed aspirazioni. Il volto e lo sguardo di Daniel non tradivano alcuna malizia: desiderava solo conoscere meglio questa persona e sapere cosa era venuta a cercare a Rosafredda.
Arthas II Inviato 31 Agosto 2014 Segnala Inviato 31 Agosto 2014 L'impulsività di Daniel e la sua determinazione hanno sempre colpito positivamente Marcus, e anche in questo caso pensa che abbia fatto la scelta giusta. Ci voleva proprio quel facciatosta, chissà ora cosa avrà da dire il tizio. La curiosità di Marcus era superata soltanto dalla sua pazienza, come al solito preferisce farsi un quadro generale della situazione prima di intervenire in prima persona, quindi senza scomporsi dalla sua precedente posizione, rimane ad ascoltare fermo e in silenzio, con il mento ancora appoggiato al bastone e con lo sguardo pensieroso. Chi sarà il prossimo?
Matt-O Inviato 31 Agosto 2014 Segnala Inviato 31 Agosto 2014 Malachia entra nella locanda circospetto, unendosi al gruppo di conoscenti e a coloro che erano accorsi incuriositi dal discorso di Giacomo. Entra nella sala comune deciso ad accettare qualsiasi compito fosse stato richiesto dallo "straniero", posizionandosi nelle vicinanze del tavolo in cui Simone stava consumando il proprio pasto. Con attenzione segue il dialogo tra costui e Marcello, lasciandosi sfuggire un compiaciuto sorriso per l'interruzione di Daniel, che aveva posto fine ad uno sterile scambio di opinioni, a suo dire. Aspettando che Simone reagisca a quanto detto dai suoi due amici, Malachia aspetta il momento per uscire allo scoperto, proferendo con tono sicuro e incosciente: La sua venuta è molto gradita in questa cittadina, Simone. Mi presento, sono Malachia, falegname. La mia presenza in questa città è ormai giunta al punto di arrivo. Sono pronto a partire anche oggi stesso, e se riterrà la mia partecipazione superflua, stia sicuro che darò ugualmente il mio contributo alla sua causa.
Lamadanzante Inviato 31 Agosto 2014 Autore Segnala Inviato 31 Agosto 2014 Alle ultime parole di Malachia, negli occhi dello straniero si accende una luce di interesse e lo spettro di un sorriso si disegna su quel volto segnato dalle intemperie. Causa, dici eh? Mai parola fu meglio usata che questa, in codesto frangente. Mette da parte il suo piatto ormai vuoto e indica le altre sedie vuote: Sedete, per favore. Poi alza leggermente la voce, rivolgendosi a tutti quelli che erano rimasti lontano dal tavolo: Chi non fosse interessato, e' pregato di allontanarsi e tornare alle sue faccende. Grazie. Il tono non e' brusco, ma di qualcuno che e' comunque abituato a comandare e si aspetta di essere ubbidito. Mormorando tra lor, lentamente, tutti i presenti nella locanda, raggiungono la porta e escono nella fredda giornata, tornando ai loro lavori, duri e con poche soddisfazioni, ma conosciuti e , per questo, voluti. Non tutti erano fatti per l'avventura e non tutti avevano il desiderio di lasciare Rosafredda per un mondo che sembrava tutto meno che foriero di buone notizie. Quando tutti gli altri furono usciti, Simone passo' lo sguardo su ciascuno di voi, studiando i vostri sguardi e le vostre espressioni. Quello che vi sto per dire, non deve uscire da questo tavolo. SIa che accetterete o no la mia proposta, mi aspetto che non farete parola alcuna di quanto sentirete qui, con nessuno. Il Nuovo Vaticano ha occhi e orecchie ovunque...anche in questo posto dimenticato dagli dei, se e' vero che gli dei esistono. Aspetta un vostro cenno di assenso , prima di proseguire: Una Causa dicevamo...e di questo si tratta...la Causa. Un gruppo di persone che ha dedicato la sua vita ad opporsi a quella gente che ha intenzione di tornare a fare quello che faceva prima del Disastro. QUelle stesse cose che hanno portato all'apocalisse. Non hanno capito o non gli importa di capire , che quel modo era sbagliato. C'e' un altro modo di fare le cose, un modo migliore. E la cosa peggiore e' che, per ritornare ai tempi antichi, questa gente e' disposta a tutto. Schiavismo, massacri di massa, sfruttamento dei piu' indifesi e altre cose innominabili. E il tutto dietro la parvenza del falso buonismo e di una religione. La rabbia lo aveva portato ad alzare progressivamente la voce. Cerco' di calmarsi e questo tentativo gli costo' un forte sforzo di volonta'. Bevve un sorso di vino speziato, ormai freddo. Prosegui' con voce piu' bassa: Per ora non posso dirvi di piu'. Io sono un recrutatore. La Causa ha bisogno di nuovi soldati per le sue file. Quello che vi chiedo e' di seguirmi in una delle basi della Causa, li' ne saprete di piu' e deciderete definitivamente se unirvi o no. Ora, se avete domande, potete chiedere.
Arthas II Inviato 31 Agosto 2014 Segnala Inviato 31 Agosto 2014 Essendo l'ultimo rimasto in piedi, dopo aver sentito la richiesta di Simone, Marcus accompagna i più curiosetti fuori dalla locanda, per evitare che dessero fastidio all'acciaccato straniero. Preferisco evitare loro di diffondere pettegolezzi in paese, creerebbero solo preoccupazioni inutili Dopodichè anche lui prende posto al tavolo, in maniera molto quieta e composta, e prima di sedersi si presenta al viandante Salve Simone, sono un amico di questi furfantelli, il mio nome è Marcus e so che possiamo non sembrare determinati o in qualche modo adatti a compiti ardui, dato che abbiamo vissuto come semplici contadini o falegnami dice guardando ciascuno dei suoi amici, poi continua guardando lo straniero dritto negli occhi, con uno sguardo penetrante al contempo interrogativo e speranzoso però posso assicurarle che ognuno di noi possiede un animo forte e tutt'altro che fragile, al contrario delle capanne che ha visto qui intorno. Dalle mie parole può capire che abbiamo molto da offrire, ma prima di partire vorrei vedere nei suoi occhi l'ottimismo e la convinzione necessari per poter superare quelle tragedie che ha descritto, perchè ci sta chiedendo di togliere a Rosafredda otto braccia utili come un fuoco caldo durante l'inverno. Rimane un attimo in silenzio. Marcus stava cercando di infondere nei suoi amici un senso di responsabilità che sembrava quasi soffocato dalla loro sete di curiosità, è vero che anche lui moriva dalla voglia di sapere più cose, però qui c'era in ballo anche Rosafredda, un paese umile che al tempo stesso aveva dato loro una chance per vivere la loro vita. Se si parte non si torna indietro, e se non si torna indietro allora deve esserci un motivo bello grosso che possa lasciarmi abbandonare i miei concittadini al loro destino. Marcus interrompe il suo discorso e aspetta la risposta di Simone ma soprattutto vorrebbe sentire lo spirito di gruppo dei suoi amici, sono davvero così convinti a partire? @master Spoiler: modifico il post perché vorrei fare un tiro di percepire intenzioni +6 sulle parole di simone
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