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Inviato

Se uno sguardo potesse uccidere quell'uomo sarebbe già morto. Fott*ti...

Incrocio le braccia aspettando che riprenda a muoversi, poi comincio a seguirlo rimanendo un paio di passi indietro. Quell'uomo non sa nemmeno cosa sia un professionista, altrimenti avrebbe insistito per camminare affiancati. Solo un idiota si porta una minaccia alle spalle, o forse non mi crede una minaccia? Tsk... digrigno i denti per un istante prima di forzarmi a rilassarmi.

Quando raggiungiamo il locale aspetto una decina di secondi e poi entro.


Inviato

Spoiler:  
Non ha insistito perché non mi avevi detto che gli avresti camminato dietro....

Nessun solitario sarebbe cosi fiducioso nei confronti di un estraneo.

Insiste perché camminiate affiancati e ti tiene la porta cavallerescamente aperta per farti entrare per prima nel Matrioska.

Appena entrata noti che il locale è molto spartano; i tavoli sono costituiti da enormi bobine di legno per arrotolare i cavi d'acciaio, le panche sono assi buttate tra due bidoni di latta.

Il bancons, una struttura formata da bidoni messi in verticale l'uno accanto all'altro, occupa la parte destra dello spazio, mentre in fondo si apre una porticina di alluminio che supponi essere il bagno.

I tavolini sono separati da spazi eccessivi, evidentemente non è posto per curiosi, e piuttosto affollati.

Dietro di voi entra il militare che avevi notato sul treno.

Vi squadra, come squadra tutto il locale, poi ordina una birra e va a sedersi nel tavolo all'angolo, con due muri alle spalle.

Noti che ti guarda con insistenza, poi passa a squadrare tutti i presenti come se cercasse qualcuno.

Il tuo cervello ti manda un fastidioso senso d'inquietudine.

Quell'uomo ha l'aria di essere a caccia.

Inviato

Spoiler:  
Colpa mia, visto che avevo scritto che lo seguivo avevo dato per scontato che lo facessi "da dietro".

Allora ignoriamo pure quello che Jade aveva pensato dell'uomo.

Non appena entro storco il naso per lo stile del locale, non fa per me. Osservo la folla e poi il bancone, non mi piace sedere in mezzo alla folla e non mi piace sedere al bancone offrendo la schiena. Alla fine, e a malincuore, scelgo quest'ultimo. Aspetto che l'uomo che mi ha fatto da guida si allontani prima di andarmi a trovare un posto al bancone in mezzo a due spazi vuoti.

Faccio un segno all'uomo dietro il bancone Whiskey, liscio.

Nel frattempo tutto faccio tranne guardare l'ex-militare. E' sceso prima di me dal treno e si è allontanato in un'altra direzione per poi raggiungere questo locale. Sta seguendo qualcuno e le possibilità si riducono a due: me o Mr. Bocconcino. Se dovessi scommettere punterei sulla seconda; quindi ora io sono per lui un'incognita e si domanda chi caz*io io sia. Sorrido tra me e me Inoltre o gli ha messo una cimice o era già a conoscenza delle sue intenzioni.

Lancio uno sguardo alla sala, soffermandomi su tutti gli avventori Se non verrà a darmi fastidio mi farò i fatti miei, non sono solita immischiarmi nei lavori altrui.

Inviato

Gli avventori sono chiaramente solitari e da quanto deduci da stralci di conversazione e modi di fare, sono quasi tutti di origine baltica.

Rimani per quasi un'ora in attesa di qualcosa, ma non accade nulla.

In particolare il militare prende un panino e lo mangia con calma. Ha l'arja di aspettare qualcuno.

Inviato

Faccio segno al barista di avvicinarsi Un altro gli dico spingendo il bicchiere verso l'altro lato del bancone.

Quando si avvicina mi piego in avanti sul bancone per fare in modo che solo lui possa sentirmi Senti, se voglio lavorare nella zona di chi devo chiedere?

Inviato

Il barista ti indica un tizio pelato, pieno di tatuaggi e muscoli trapiantati.

Quello è Gagarin, si occupa lui degli arredamenti giornalieri...

Se invece cerchi un impiego stabile chiedi a quell'altro laggiù coi capelli rossi e le braccia cromate, si chiama Zug e lavora per la mafia...

Inviato

Avvicino il bicchiere appena riempito al viso annusandolo brevemente Non hai niente di meglio? gli dico infastidita prima di posare nuovamente il bicchiere sul bancone.

Che tipo è? domando al barista prima di accennare a Gagarin col capo, poi mi volto per studiare meglio l'uomo.

Spoiler:  
Cosa riesco a capire del tipo? è seduto da solo?
Inviato

Gagarin ti appare come un tipo decisamente tosto, sicuramente un combattente, basta guardare il modo in cui i suoi occhi non stanno mai fermi.

Sai che lui ti ha già notata, anche se fa l'indifferente e continua a parlare con i suoi tre compagni di tavolo, uno dei quali sta mescolando un mazzo di carte.

Inviato

Allungo venti eurodollari al barista, prima di raccogliere il nuovo bicchiere con la sinistra e di alzarmi con grazia.

Scivolo giù dallo sgabello limitando gli svolazzi del trench per poi avanzare con fare spavaldo verso l'uomo. Poso lo sguardo soltanto su quell'uomo ignorando bellamente gli altri, lo raggiungo fermandomi a qualche passo di distanza dal tavolo. Mister Gagarin dico più come un'affermazione che come una domanda.

Tengo d'occhio l'uomo e senza farlo notare troppo anche gli altri tre Mi dedicherebbe un po' del suo tempo? dico simulando un tono cordiale mentre il mio viso rimane inespressivo. Non accenno nemmeno a tendergli la mano.

Spoiler:  
Mi sono reso conto che non abbiamo mai affrontato il tema delle lingue che parla Jade.

Sicuramente parla e scrive correttamente l'inglese ed il russo, poi direi che Edward le ha insegnato (almeno superficialmente poi non so) qualche altra lingua\dialetto dell'est europa. Cosa mi dici?

Come reagisce Gagarin nel vedermi avvicinare? ed i 3 scagnozzi? fammi una valutazione (a livello di quanto mi sembrano capaci, svegli e pericolosi) ma sono l'unico solitario donna in sala?

Inviato

Spoiler:  
Per le lingue va bene... scegli pure un dialetto est europeo.

Gagarin ed i suoi sembrano piuttosto duri, a parte la cameriera, che appare parecchio in gamba detto per inciso, sei l'unica donna.

L'uomo ti guarda duro.

Un bocconcino come te ha tutta la mia attenzione.

Gli altri tre si lasciano sfuggire una breve risata.

Cosa vuoi?

Inviato

Non distolgo gli occhi dall'uomo nemmeno quando sento le risate dei tre, il mio sguardo si fa ancora più gelido.

Mi è stato detto che lei è l'uomo da contattare se si è in cerca di lavoro regolo il tono di voce per far in modo che soltanto gli uomini al tavolo possano sentirmi.

Prendo un sorso dal bicchiere senza interrompere il contatto visivo.

Inviato

Tagliamo corto.

Ammazzo la gente, Gagarin dico atona scandendo le parole con cura.

E' la prima volta che sono io a chiedere di lavorare, è quasi ironica la cosa. Già immagino i problemi...

Ne parliamo in privato? Il pubblico non mi è mai piaciuto.

Continuo senza interrompere il contatto visivo mentre controllo gli altri con la visione periferica.

Inviato

Gagarin ti guarda duro. Poi si stringe nelle spalle, sbuffa e si alza.

Vieni con me

L'uomo ti guida fuori del locale, fa un paio di passi a sinistra della porta.

Inspira l'aria carica di salsedine e ti offre una sigaretta, accendendola assieme alla propria.

Potresti essermi utile.

Ci sono un paio di lavori in zona... se sei capace di farli.

Inviato

Prendo un lungo sorso prima di lasciare il bicchiere sul tavolo, voltarmi e seguire Gagarin fuori dal locale.

Mi appoggio al muro con la spalla sinistra rifiutando la sigaretta Non fumo.

Sono tutta orecchi dico scegliendo di ignorare le sue ultime parole.

Inviato

Lui sbuffa seccato all'idea di dover buttare una sigaretta, poi la spegne contro il muro e la ripone nel pacchetto.

È un lavoro piuttosto classico; una persona scomoda che deve sparire. Non importa come, basta che non sia riconducibile a noi russi...

Trecento carte, cinquanta ora e il resto a lavoro finito.

Ti interessa?

Inviato

Non lavoro alla cieca dico sbuffando a mia volta Se mi dai più informazioni magari ti rispondo. In ogni caso sembra un lavoro che può fare qualsiasi teppista con una rivoltella dico seccata.

Gli altri? Hai parlato al plurale.

Inviato

E così hai un'alta opinione di te stessa.

Bene.

Se vuoi un lavoro difficile ti accontento, ma restano trecento carte, più cinquanta per le spese.

Il suo sorriso malizioso lascia intendere che non ti crede in grado, ma ti passa una busta da lettera.

Ace Mallen, è un agente della polizia corporativa Arasaka di New York, in questo momento è in vacanza a Los Angeles.

Nella busta hai la sua foto e l'indirizzo dell'albergo dove risiede.

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