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Inviato

Ricambio il sorriso mentre un pizzico di colore tinge il mio volto, quando me ne accorgo mi infilo all'interno dell'edificio sperando che lui non abbia notato niente.
Mentre salgo le scale prendo il cellulare che uso per lavorare, lo spengo e lo infilo nella tasca della giacca in rivestita in kevlar. Lascio nel trench quello che uso ogni tanto per contattare Elliot. Paranoica? Chi, io?

Grazie dico con la voce abbassata di un pelo.

Non dirmi che non ti piace il mio marchio di fabbrica! mentre parlo alzo la mano al volto per scostarmi i capelli poco sopra la tempia destra, scoprendo così la sprangata.
Non che tu ti possa lamentare visto il tuo di marchio... scommetto ci dormi anche la notte.

Ho dato una testata sotto il mobile della cucina accenno alla ferita con fare innocente.
Lui sa che non sono capace di cucinare, ed io so che lui sa. L'unica cosa che sono in grado di fare è il caffè... e quello non è neanche cucinare. In realtà non ho neanche una cucina.

Mi porto la birra alle labbra come se nulla fosse. In casa di un'altra persona non avrei mai accettato la birra, ma qui posso farlo.


Inviato

-Siediti e fammi dare un'occhiata-

Una boccetta di disinfettante sembra apparire dal nulla assieme a del cotone, che lui usa per medicarti.

-Non è niente,  solo un graffio per una come te... certo che sei davvero sbadata... colpire un mobile di ferro così è proprio difficile. .. dovresti fare più attenzione alla testa-

Elliot ti sorride,  ma capisci che si aspetta qualcosa da te. Ha capito che il motivo della tua visita non è il graffio che hai in testa e probabilmente si sta interrogando su quale sia la vera ragione della tua presenza in casa sua.

Inviato

Faccio come mi dice lasciandomi medicare, in realtà la ferita aveva anche smesso di pulsare e me ne ero quasi dimenticata. 

Era molto arrabbiato... il mobile, intendo. In effetti l'afroamericano nel vicolo era grosso come un armadio. 

Quando finisce picchietto con l'indice della mano destra su una delle sue ginocchia. 

Non mi hai mai raccontato come ti sei conciato così... mentre parlo poso la bottiglia e mi alzo. Mi sfilo il soprabito e lo aggancio ad un appendiabiti facendo attenzione a non far cascare nulla. Apro anche un po' la cerniera della giacca in Kevlar, sfortunatamente non sempre quello che ti salva è anche comodo da indossare. Mentre torno a sedere lancio uno sguardo in giro curiosa di notare i cambiamenti dalla mia ultima visita.
In realtà sono io a non avergli mai chiesto nulla delle game, anche se sono sempre stata curiosa. Lasciavo a lui la sua storia come io tenevo per me la mia. Quindi non lo chiedo tanto per prendere tempo.

Mi siedo e riprendo la birra in mano portandomela nuovamente alle labbra. Totalmente a mio agio, nonostante le fondine con le armi siano in bella vista.

Spoiler

Mi descrivi l'appartamento?

 

Inviato (modificato)

Lui siede sul divano accanto a te, noti che non riesce a fare a meno di buttare un'occhiata alla tua scollatura,  ma poi si sforza di ignorarla, sa che non ti piace essere guardata in quel modo.

Tira una golata di birra, posa la bottiglia e con calma si rimbocca la manica della camicia.

Quell'unica volta che siete stati a letto assieme era buio e tu non hai notato il tatuaggio che copre tutta la spalla edil bbraccio sinistro. 

Lo avevi notato prima sulla scala ma non ci avevi fatto caso.

Si tratta di una manica di tatuaggi old scool, con rose, pistole, rondini, teschi col cilindro, pin up eccetera.

Ma ad attirare la tua attenzione è un cartiglio stretto fra i denti di un teschio ridente sulla spalla. "RANGERS"

-Non sono sempre stato in polizia,  a 18 anni ero nell'esercito,  le gambe sono rimaste tra le lamiere di un mezzo blindato in centro America... In effetti avrebbero anche potuto salvarmele, ma io ero giovane e stupido... E le cybergambe mi semplificavano parecchio il lavoro.

Allora le avevamo quasi tutti,  era una specie di moda delle forze speciali-

Capisci che Elliot larla con una certa mmalinconia del suo burrascoso passato, ma allo stesso tempo non lo rimpiange.

L'appartamento ti appare esattamente come lo ricordavi, solo più disordinato,  certo non si aspettava una tua visita. 

Modificato da Tayan Chingachgook
Inviato

Ascolto in silenzio mentre finisco la birra e guardo con curiosità i tatuaggi, soprattutto non mi piace non notare le cose.

Non so cosa pensare delle gambe, ma concordo che sia stato stupido. Nella stessa situazione non potrei mai scegliere di automutilarmi in questo modo, ma se non ci fossero alternative...

Forse anche Mallen è stato nelle forze speciali. Sarebbe stata un'ottima spinta per entrare all'Arasaka.
Cerco di sbirciare con lo sguardo nella stanza per cercare qualche foto ed allo stesso tempo cerco di sforzarmi a ricordare se ne ho già vista una.

 E gli occhi? Hanno una storia anche quelli? chiedo accavallando le gambe.

 

Spoiler

Per caso in casa ha delle foto di lui da militare con i suoi commilitoni o cose del genere? o posso cercare di ricordare se ho visto qualcosa del genere da lui in passato?

 

Inviato

Lui annuisce finendo la sua birra.

-Le guerre centro americane sono stati i primi conflitti dove è apparso il termine "cybersoldier".

Questo perché tutti ci modificavamo pesantemente. 

Io mi sono congedato prima di operarmi al braccio, ma l'idea era di sostituire anche il braccio forte... Sai, allora non sapevamo mica cosa fosse la perdita di umanità o la cyberpsicosi.

Eravamo soldati a cui veniva detto "ehy, perché faticare quando puoi avere delle cybergambe?  Ehy, ti piacerebbe avere un braccio abbastanza forte da poter portare in spalla un ferito senza fatica e mantenendo alte capacità offensive?  Ehy, perché farti venire l'emicrania con quelle merde di visori notturni quando possiamo installarti una cyberottica?!"

Beh, i nemici dei soldati sono sempre stati cinque: la forza di gravità,  il tempo, gli elmetti,  i visori notturni ed i camelbak. Con una scelta occulata di innesti cibernetici puoi mettere in scacco quasi tutti. 

La cyberottica in particolare era una dannata figata.

Ci dava un vantaggio mostruosoma costava una cifra.... cosi,  proprio co m e per le gambe, ho approfittato del medico della compagnia che ha falsificato le carte e lo ha passato come intervento necessario per via di lesioni in realtà inesistenti.  Ecco perché ho ancora tutto nonostante mi sia congedato, risultano protesi, non potenziamenti.

Invece questo- Dice accendendo gli occhi di un azzurro incredibilmente vivido -È il risultato di una sbronza madornale. Veramente una boiata che ho strapagato... fondamentalmente non serve a niente, è solo figo... e mi fa pure contatto con il neuralware a volte.... prima o poi me lo faccio disinstallare-

Elliot non sembra a disagio a parlare del suo cyberware,  lo tratta come un errore di gioventù del quale, tuttavia,  non sembra troppo pentito. 

 

Ci sono alcune foto sul muro della sala dove vi trovate,  non riesci a distinguere i volti, ma nessuno sembra in divisa

Inviato

Quando parla della sbronza faccio tutto il possibile per non scoppiare a ridere, cerco di celare il tutto ai suoi occhi ma fallisco miseramente. Così per sopprimere la risata mando giù quel poco di birra che restava. Poso la bottiglia a terra, vicino ai miei piedi e mi alzo dal divano.

Dimmi che qualcuno di questi qui è stato così fortunato da assistere alla scena!

Mentre parlo mi avvicino alle foto sulla parete lanciando un'occhiata ad ognuno di esse. Non mi soffermo su nessuna di esse e quando ho finito mi volto nuovamente verso di lui.

Due domande, ti risponderò sinceramente. Scegli bene e non esagerare...

Inviato

Anche lui ride.

-Quello li, il biondo- dice indicando una foto che ritrae un gruppo di giovani ritratti probabilmente in un locale notturno. Tra gli altri ti sorridono spavaldi Elliot ed Ace Mallen.

A quanto pare il tuo bersaglio appare in quasi tutte le foto.

-E anche quegli altri due,l'asiatico e quel tipo grosso con la cicatrice. 

Sono i miei vecchi compagni.... per lo meno quelli che sono riusciti a tornare vivi.- 

Elliot posa la birra e ti si affianca,  contemplando le foto.

-Due domande?  Mmm.... dici sul serio? Mi stai invitando a nozze!

Cominciamo dalla prima allora.... Cosa ti porta qui sta sera?-

Inviato

Quando l'uomo si affianca gli lancio una breve occhiata prima di tornare a puntare lo sguardo davanti a me, mentre cerco di cogliere i dettagli delle foto.

Io te ne ho fatte due, mi sembra equo che anche tu possa farmene due.

Torno nuovamente a guardarlo Ma come? Ti do la possibilità di scoprire qualcosa su di me o sul mio passato e la sprechi in questo modo? 
Mi domando se stia per rovinare il rapporto con lui, l'errore che ho fatto non è stato quello di fargli quelle domande o di lasciarmele fare, l'errore è stato quello di venire qui oggi. Posso mentirgli ma non lo farò, semplicemente perché ho detto che non lo avrei fatto.

Faccio un lungo sospiro.

 Perché volevo vederti... e cercare di capire dove avevo già visto una persona.

Inviato

-Non voglio sapere niente del tuo passato.

Non serve una laurea per calire che è un abisso di sangue e violenza.

Tu non hai un cognome, questo succede a chi fugge e io non voglio sapere da chi fuggi.

Sono pur sempre un poliziotto e se venissi a conoscenza di certe cose dovrei dimenticarmi di te, se non arrestarti direttamente. Ma io non ho intenzione di rinunciare a te-

Elliot ha un'esressione strana, capisci che è sincero, davvero non gli importa del tuo passato, lui rischia ogni giorno la sua morale per te, ma continuerà zempre a farlo.

Forse ti ama, o forse sei il suo modo di evadere una vita monotona, il suo modo di sentirsi ancora vivo, quella dose di adrenalina dalla quale dipende.

Non salresti dirlo.

-E così hai incontrato uno dei ragazzi?  Non sarà stato uno di loro a farti quell'ammaccatura in testa spero-

Inviato

Alzo un sopracciglio quando dice di non voler sapere niente, non me lo aspettavo. In fondo è un poliziotto credevo fosse portato per natura a voler sapere.

Più che non averlo, sento che quel cognome non mi appartiene...

Non sto fuggendo, da niente e da nessuno gli dico decisa mentre gli occhi color ghiaccio si animano. Poi resto in silenzio non sapendo cosa dire o pensare. A quanto pare è più facile premere un grilletto che capire se stessi. Posso essere stata addestrata a sopprimere, quando serve, sentimenti ed emozioni... ma non a decifrarli.
Neanche per me è semplicissimo vederlo, nel mio ambiente non è molto salutare frequentare un poliziotto.

È per questo che ti ho detto di non esagerare con le domande, ma forse è meglio così faccio spallucce. 

È la seconda domanda?

Inviato

Lui ti guarda poco convinto.

È un poliziotto e sa che tu stai fuggendo.  Altrimenti perché farsi curare da lui invece che in ospedale? 

Perché quelle pistole?  Lo sa che non lavori per la Safe Child.

-La seconda domanda si collega con la terza...

Sei qui più per vedere me o più per sapere qualcosa da me? Perché nel primo caso voglio sapere se ti troverò qui quando tornerò stanotte-

Diretto, come non te lo aspettavi.

Sta sera Elliot ha qualcosa di diverso dal solito, il solito Elliot non avrebbe mai avuto il coraggio di esporre così i suoi sentimenti. 

È come se il tuo amico fosse nervoso, in un modo c he ti ricorda il tuo maestro,  prima di un lavoro.

Inviato

Rispondo alla sua occhiata diffidente con una ancora più decisa.

Gli ospedali, non mi piacciono e fino ad ora quasi mai sono stata ferita in modo così grave da richiedere un ricovero. Poi sono sconvenienti quando la maggior parte delle ferite che ti fanno sono di proiettile. Troppe domande.
E le pistole... beh, non vado da nessuna parte senza.
Lo conosco da troppo tempo e non posso essere stata in fuga per sei anni, per fin troppe ragioni. Non è fisicamente possibile tenere giù la testa per così tanto senza chiudersi in un bunker o simile. Alternativamente quello da cui fuggi ti raggiunge molto prima.

Ne ho visto uno, ma non è stato lui.

L'altra domanda non me la aspettavo, rispondo solo dopo un paio di secondi.

Non lo so... gli lancio un'occhiata stranita per questa risposta che non è da me. Le risposte sincere dovevano essere solo due, ma mi rendo conto che sul serio non lo so. Da un lato volevo saperne qualcosa in più sul ragazzo, dall'altra...
Non è da me... ripeto questa volta dando voce ai miei pensieri. 

...

Me ne devi una tu ora aggiungo dopo una pausa Cosa devi andare a fare?

Inviato

Lui incassa la tua risposta con un'espressione vagamente delusa.

Sembra sul punto di incalzarti per avere la tua risposta,  ma poi non lo fa.

Ti sorride ma non è l'espressione dolce che sei abituata a vedere sul suo volto. Ha un qualcosa di felino.

-Mi hanno di nuovo cambiato distretto, ho litigato col Capitano. 

Da quando mi hanno spostato mi sono appassionato ad un caso, un veterano come me chs è tornato a casa da una missione in medio oriente, solo per scoprire che sua moglie era stata violentata, rapinata e uccisa mentre rincasava dal lavoro.

In un anno di indagini non si era scoperto molto, ma io sono riuscito a trovare una traccia e sta sera devo fare due domande ad un informatore-

Senti che non ti sta dicendo tutto, ma d'altro canto capisci anche che è combattuto tra l'uscire ed il restare con te. Non si aspettava una tua visita ed ora non sa cosa fare.

Inviato

Vedere quell'espressione un po' mi fa male dentro, vorrei trovare qualcosa da dire ma ho l'impressione che farei solo un casino e quindi sto zitta.

Grazie al cielo cambiamo discorso, però mi rendo conto di aver trovato una risposta alla domanda a cui non ho risposto. Non voglio andarmene ora.

Se devi andare, andiamo gli dico dopo un attimo come se fosse la soluzione più naturale e semplice di tutte.

 

Inviato

Elliot sgrana gli occhi.

-Vuoi davvero venire con me? È un'indagine di polizia, sicura che sia il tuo genere?-

È chiaro che non si aspettava una risposta simile, da una parte non ti vuole con lui, dall'altra non si vuole separare da te.

Inviato

Elliot sembra combattuto. 

-Senti...- Ti dice a disagio -Potrebbe esserci un po' di casino sai... lo so che cose ne hai viste ma... promettimi che non cambierai opinione su di me.-

Poi improvvisamente torna al tono eccitato di prima, sembra un bambino che sta per andare a Disneyland.

-Bene, di certo non vorrai venire con quella scollatura! Prendi!-

Così dicendo il poliziotto ti guida in camera da letto,  dove apre un armadio per prendere un oggetto che ti lancia.

Riconosci un giubbotto lamellare nero senza maniche.

Sul letto che ha visto passare la tua convalescenza è poggiato un giubbotto metal gear nero, con sistema lamellare di protezione delle spalle, un fucile a pompa, una cravatta nera, uno spolverino, una fondina ascellare speaddrow, il cappello di Elliot,  un distintivo del NYPD, una fiaschetta di metallo per liquori ed una pistola a tamburo Miltech Storm.

Conosci quella pistola,  una specie di grosso revolver col tamburo vicino al vivo di volata, in grado di ospitare nel tamburo sei colpi esplosivi calibro 12.7x51. Un dannato cannone usato dalle psicosquadre per fermare soggetti straordinariamente corazzati. 

 

 

Inviato

No, grazie. Sto bene così rifiuto il giubbotto per poi abbandonarlo da qualche parte nella camera.

Tiro il cursore della zip del mio giubbotto fino a sopra, fino al collo Ecco, problema risolto.

Faccio un cenno col capo verso l'equipaggiamento Se andiamo a caccia di elefanti dimmelo ora che vado a prendere qualche giocattolo anche io.

 

Inviato

-Spero di non dover sparare a nessuno, non mi piace farlo.

Ma quando si ha a che fare coi russi non si sa mai... senza offesa,  s'intende.

Comunque se sei preoccupata per la potenza di fuoco tienilo tu questo-

Così dicendo ti passa il fucile a pompa.

Vedi Elliot indossare il metal gear e coprirlo con una camicia,  sulla quale annoda la cravatta.

Con gesto fluido indossa la fondina ascellare e copre tutto col suo spolverino anni '50.

Porta la camicia infilata nei pantaloni e lo vedi sospendere alla cintura di vero cuoio il suo lucido distintivo.

L'uomo indossa un pio di guanti tattici che tutto sommato non stonano troppo con la figura e poi calza teatralmente il cappello,  prima di aprirti la porta con una certa galanteria. 

-Ma questo conta come appuntamento? - 

Domanda strizzandoti l'occhio

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