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Jade - Figlia d'arte


Tayan Chingachgook

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Faccio dietro front e riducendo i giri al minimo, per evitare di farmi scoprire nell'ipotesi in cui non l'abbiano già fatto, riporto la moto lungo la strada che ho percorso. Seguo la strada per qualche centinaia di metri e poi cerco un punto dove abbandonare la strada che sia abbastanza riparato. Cerco un buon compromesso tra il più nascosto possibile e il meno tempo speso per l'operazione. Poi apro la cassa per ispezionarne il contenuto.

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Giri la rotella del sottovuoto, che sibila mentre la tensione interna della cassa scende, quindi apri le quattro linguette in polimero e sollevi il coperchio.

La cassa è occupata da un'arma divisa in due parti, immersa in una protezione di spugna sagomata che imprigiona anche una vecchia cassettina metallica da 1000 munizioni NATO ed una decina di vecchi caricatori da 5.56 in lamierino.

Francesca ha preso sul serio il tuo "Niente alla moda".

Monti il castello sull'impugnatura facendo scattare i due pin, una semplicità imbarazzante, e ti ritrovi ad osservare un vecchio Colt M4 A1 dalla scocca graffiata.

Non ne avevi mai visto uno se non nei film del secolo scorso, ma sai che ha poco da invidiare alle sue versioni moderne.

Certo, non ha slitte sul manicotto e la canna esce nuda, con tanto di mira metallica anteriore, con un aspetto fastidiosamente anni '80, ma è un'arma affidabile, che difficilmente s'inceppa prima dei 300 colpi se correttamente oliata... E ti basta un'occhiata all'otturatore per renderti conto che la tua è oliata a dovere. 

Monta un vecchio mirino olografico, letale sulle corte distanze, ma ha anche una mira metallica posteriore amovibile che puoi usare assieme a quella anteriore fissa per tirare su distanze superiori, certo non oltre i cento metri.

I caricatori sono vecchi ma ben tenuti, da 30 colpi ciascuno, testi le molle interne che ti rispondono con vigore.

Quando apri la cassettina scopri che hai a disposizione circa 500 colpi, abbastanza da scatenare una mezza guerra, e che non si tratta dei vecchi 5.56 NATO, bensì di un lotto molto più recente, prodotto da meno di quattro anni, come leggi sulle scatoline di cartone targate MILTECH.

Certo avresti preferito un calibro con maggiore potere d'arresto, magari un 7.62, ma il 5.56 non è una brutta scelta contro avversari corazzati.

Nel complesso non puoi lamentarti del prodotto, visto quanto lo hai pagato.

Scopri sul fondo della cassa una cinghia per il fucile, evidentemente Francesca ha preso sul serio anche il tuo desiderio di usare l'arma per un po'.

Modificato da Tayan Chingachgook
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Guardo l'arma sogghignando divertita Volevo qualcosa che non attirasse l'attenzione, questo è quasi così vecchio da farlo... poi scrollo le spalle e mi metto all'opera. Riempio tutti e dieci i caricatori, restando poi a guardare i colpi che avanzano. Scuotendo il capo passo alla prossima operazione. Ho l'impressione che dovrò fare un po' di moto e non mi va di perdere colpi per la strada, lasciando dietro di me un sentiero di proiettili come una moderna Gretel. Inoltre una volta iniziato il concerto non avrò di certo il lusso di mettermi a riempire i caricatori vuoti, proiettile per proiettile. Metto il primo al suo posto e tirando l'otturatore mi godo la scena, quasi erotica, del proiettile che viene incamerato. Metto tutto da parte, recuperando le mie fondine e indossandole. Controllo le pistole, i caricatori e quelli di riserva prima di metterli al loro posto. Faccio lo stesso con i caricatori del fucile, prima di agganciare quest'ultimo alla cinghia a tre punti e passarmela intorno al collo. Alla fine non mi resta nulla da fare se non infilare i miei occhiali a specchio e prendere a muovermi.

Andiamo a giocare ad acchiappa il russo...

Se il sottobosco diventa troppo fitto e il trench risulta troppo un fardello nel muovermi me ne libero. Nascondo il soprabito e tutti i caricatori che non riesco a portare con me, dietro una radice e tra il fogliame. Memorizzo la posizione nel caso al ritorno avessi urgenza di proiettili... o di tornare a sentirmi dark e misteriosa.

Modificato da Latarius
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Il tuo trench s'impiglia fastidiosamente fra i rami e sei certa di averlo rovinato, mentre procedi circospetta nel sottobosco.

Non fosse per i caricatori che hai stivato nelle sue ampie tasche, lo avresti già gettato a terra.

Infine raggiungi il ciglio della collinetta ed occhieggi attraverso un arbusto spinoso.

A meno di cento metri da te, la strada s'interrompe improvvisamente con un cancello di rete metallica sormontato da filo spinato.

L'intera recinzione è lunga circa quaranta metri per lato, alta due metri e mezzo e forse elettrificata.

Noti telecamere di sorveglianza ad ogni angolo e, per quanto ti riesce di vedere, non individui alcun punto cieco nella videosorveglianza.

Attraverso la recinzione vedi un giardino ed un vialetto selciato che conduce ad un grosso cottage.

I tre SUV neri sono parcheggiati sul prato macchiato di neve vecchia, assieme ad un'elegante e costosissima auto di lusso e ad un AV.

Anche gli angoli del cottage presentano telecamere.

Noti diverse persone dall'aspetto che grida "solitario"  all'esterno.

Il cancello si sta aprendo per fare uscire due di questi, che indossano scarponcini, pantaloni cargo e giacche a vento.

Entrambi impugnano con disinvoltura un Arasaka Ronin e parlano senza guardarsi, come se avessero un contatto radio.

Altri due uomini vestiti ed equipaggiati allo stesso modo sono fermi accanto al cancello.

Ci sono tre uomini vestiti in eleganti abiti neri, con grossi cappotti neri e gli occhiali da sole nonostante la plumbea giornata che chiacchierano tra loro accanto ai SUV, noti i tipici rigonfiamenti nelle loro giacche ad altezza fondina.

Un altro uomo in dress code elegante aspetta di fronte alla porta del cottage, col tipico fare da guardia, le mani giunte e la posa plastica.

Facendo un rapido calcolo dei mezzi presenti puoi dire con un certo grado di certezza che ci siano almeno tre volte tante persone sul luogo.

Non sarebbe un lavoro facile neanche con una squadra, ma tu sei sola.

 

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Un fantastico invito a ballare che preferirei non cogliere...

Osservo in silenzio la scena fin quando noto i tre uomini apprestarsi a lasciare la recinzione, a quel punto mi ritiro leggermente per tenerli d'occhio e capire se è un giro di ronda o se vengono a indagare sul rumore della motocicletta.

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Due solitari rimangono sulla soglia del cancello, che rimane aperto, mentre altri due escono e prendono a percorrere con passo svogliato la strada sterrata nella tua direzione.

Noti che si guardano attorno, ma non hanno un fare molto circospetto probabilmente si sentono molto sicuri e non si aspettano un attacco al cottage.

Non hanno un passo spedito, segno che probabilmente intendono percorrere un bel tratto.

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Quando i due solitari raggiungono la curva li senti parlare in radio in un discreto russo, con lieve accento locale

Ci sono le tracce di una moto nel fango, si fermano alla curva, forse qualcuno che ha sbagliato strada, facciamo ancora due o trecento metri, poi rientriamo.

 

Potrebbero scoprire la moto, ma non ne sei sicura.

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  • 1 anno dopo...

Ritirandomi nella boscaglia decido che il punto da cui iniziare è eliminare le due guardie che altrimenti sarebbero pronte a cogliermi alle spalle non appena scatterà l'allarme. Eliminate loro però non vedo altra possibilità se non quella di un attacco frontale, per quanto suicida possa considerarlo. Un approccio più statico sarebbe valido nel caso la tenuta non avesse mezzi di fuga. Ma tra l'AV e i SUV sarebbe troppo facile per loro crearsi una via di fuga e/o eliminarmi con la loro mobilità. La mia unica possibilità e impedire loro di arrivare all'AV, e se possibile anche ai SUV.

Inizio a seguire, non vista e non udita, le due guardie aspettando un punto lontano dalla vista delle altre guardie e delle difese statiche della tenuta, e in attesa di un momento di silenzio nelle loro comunicazioni per agire.

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