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Inviato

Però come divinità dell'ordine potresti non volere una razza che si evolva e si adatti ad ogni difficoltà. Dipende qual'è l'obbiettivo che ti sei prefissato creandola, e i valori che coltivi. Non tutte le divinità sono benevole nel senso stretto del termine, tanto meno verso le proprie creature. 
Un dio dell'ordine potrebbe creare una serie di razze che formino delle caste in cui è diviso il mondo. Caste impermeabili e immutabili; questo perché il nume potrebbe non volere una serie di razze in grado di adattarsi ai cambiamenti del mondo, ma direttamente un mondo il più immutabile possibile. Molte divinità alla D&D in realtà mirano a trasformare il piano materiale in un determinato modo: è un obbiettivo che può essere o meno raggiunto che è il culmine dei loro piani...sia un mondo morto e freddo per certe entità malvagie, o un mondo al 100% abitato da animali e umanoidi allo stato ferale (per qualche dio protettore della natura).


Inviato

@Pippomaster92 @Shape Un'altra possibilità che potete prendere in considerazione (anche in aggiunta a quelle che avete già considerato) è il fatto che, a prescindere da quanto perfette siano state create dalle divinità, le creature abbiano ricevuto o abbiano sviluppato il libero arbitrio, grazie al quale hanno iniziato a seguire strade non necessariamente previste/volute dalla divinità. Scegliendo nuove strade, esplorando nuovi luoghi o mondi, mettendosi alla prova con nuove sfide oppure acquisendo nuove abitudini, essi hanno finito con l'evolversi in qualcosa di diverso rispetto alla creazione originaria.

Nelle storie mitiche esiste spesso esiste anche il tema dell'agire dei figli delle divinità che, a dispetto delle volontà di queste ultime, spesso riescono a definire il proprio destino, peccando d'orgoglio oppure dimostrandosi anche migliori di quello che la divinità originariamente pensava. E così si hanno le storie dell'elevazione o della caduta dei popoli, a seconda di quelle che sono le conseguenze e del punto di vista di chi racconta la storia.

Inviato
6 minuti fa, SilentWolf ha scritto:

@Pippomaster92 @Shape Un'altra possibilità che potete prendere in considerazione (anche in aggiunta a quelle che avete già considerato) è il fatto che, a prescindere da quanto perfette siano state create dalle divinità, le creature abbiano ricevuto o abbiano sviluppato il libero arbitrio, grazie al quale hanno iniziato a seguire strade non necessariamente previste/volute dalla divinità. Scegliendo nuove strade, esplorando nuovi luoghi o mondi, mettendosi alla prova con nuove sfide oppure acquisendo nuove abitudini, essi hanno finito con l'evolversi in qualcosa di diverso rispetto alla creazione originaria.

 

Si, infatti questo era il dilemma nell'ambientazione che ho tratteggiato due post fa: le creature nate dalla Legge potrebbero disobbedire e dunque cominciare a cambiare. 
Interessante sviluppo, l'idea che finché una creatura della legge rispetta il volere del creatore mantenga delle caratteristiche: quando disobbedisce e cambia è il singolo individuo ad "evolvere e mutare" fisicamente. I cultori dell'ordine la vedranno come una perdita della grazia divina, i seguaci del caso/caos come una liberazione dal giogo.

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36 minuti fa, Shape ha scritto:

La perfezione non esiste. Ci si può avvicinarsi ma mai raggiungerla. Qualsiasi illusione di poter creare una creatura perfetta è, appunto, un illusione.

Concordo al 100% con te.
Se il dio è perfetto (e, per esserlo, deve essere onnipotente e onniscente), per creare una razza perfetta può solo fare una copia perfetta di se stesso... e a se tale razza manca anche una sola cosa, che il suo creatore invece ha (tipo l'immortalità o poteri divini), allora non è perfetta.
Se il dio non è perfetto (quindi non è realmente onnipotente e onniscente), allora non può in nessun modo creare una razza perfetta... perchè significherebbe che ha creato qualcosa di superiore a se!

Inviato
1 minuto fa, MattoMatteo ha scritto:

Concordo al 100% con te.
Se il dio è perfetto (e, per esserlo, deve essere onnipotente e onniscente), per creare una razza perfetta può solo fare una copia perfetta di se stesso... e a se tale razza manca anche una sola cosa, che il suo creatore invece ha (tipo l'immortalità o poteri divini), allora non è perfetta.
Se il dio non è perfetto (quindi non è realmente onnipotente e onniscente), allora non può in nessun modo creare una razza perfetta... perchè significherebbe che ha creato qualcosa di superiore a se!

Un dio può essere perfetto e creare una razza tecnicamente perfetta composta da individui imperfetti. Dipende dagli standard: un dio perfetto è onniscente e onnipotente, ma un essere umanoide membro di una specie non deve esserlo a sua volta! Un umano "perfetto" potrebbe essere in grado di coesistere con i suoi co-razziali in perfetta armonia, non ammalarsi, non essere commestibile e dunque predabile, e al contempo non avere un impatto negativo sull'ambiente. Tutto questo lo rende perfetto a suo modo. 

Comunque discussioni del genere sono interessanti, ma se volgiamo proseguirle forse è meglio splittare la discussione a parte, no?

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Inviato
17 hours ago, Shape said:

Mmmm... perchè? Immagino ci sia un buon motivo per cui dici questo, ma onestamente non riesco a visualizzare quale sia la difficoltà. O almeno, non lo trovo più difficile di un centinaio di altre cose legate al worldbuilding.

Una cosmogonia creazionista e una evoluzionista hanno implicazioni molto differenti. 

Un drago sputa del fuoco perché è l’incarnazione simbolica di un concetto. Se vogliamo una razza di draghi che vivano nei fiumi infernali, adattiamo i simboli. Nell’Ade della mitologia greca esistevano delle ninfe, poiché l’Ade stesso era un luogo fisico con la sua natura e le ninfe sono emanazione della natura.

Contestualizzare questa simbolicità insieme a una meccanica evolutiva è difficile. Ovvero: buttare lì qualche spiegazione a casaccio è facile, mentre generare un’idea efficace che conservi atmosfera e coerenza è difficile.

 

In effetti, conciliare la coerenza di biologia e fisica con la coerenza dei simboli è molto più difficile degli altri aspetti del worldbuilding.

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Inviato
17 ore fa, Ji ji ha scritto:

È difficile inserire in una stessa ambientazione sia l’idea delle razze create dagli dei sia l’evoluzione naturale senza fare un mostruoso pastrocchio.

 

Sono d'accordissimo e in disaccordissimo.

D'accordissimo: mischiate Creazionismo tradizionale e Selezione Naturale è una delle cose più di cattivo gusto a cui possa pensa pensare. (Trivia: una delle persone col QI più alto del mondo (top 10) sta cercando elaborare una teoria che mischi Creazionismo e Selezione Naturale :_D non è una notizia dolce e rassicurante per chi ha un QI più basso del suo? lol )

Disaccordissimo: mettiti in un'ottica scientifica. Le divinità sono esseri superiori con conoscenze eugenetiche (panspermia e porcate varie). Fine del cattivo gusto. Tipo a me piacque troppissimo 'sta cosa in Watchman, Dr. Manhattan alla fine va su un altro pianeta e dice che vuole creare la vita. Secondo me con un supereroe è ancora più bello che con alieni/gente dal futuro/razze superiori e altre porcate! 

Inviato (modificato)

Quoto. Un'altra cosa bella è mischiare miti classici con la scienza moderna.

 

Purtroppo con l'avvento degli USA anziché "Atomo", "Etere luminifero" e "complesso di Edipo" abbiamo "Big Bang" e "Black Hole. Che volgarità. 

Modificato da Lord Karsus
  • 3 settimane dopo...
Inviato

Altra idea che mi è venuta mentre scrivevo per la mia ambientazione.

E' ben noto che molte creature ultraterrene valutino molto le anime mortali. In alcuni mondi, vengono usate come cibo, fonte di energia e, nel caso di anime particolarmente valide, per creare i rappresentanti più deboli delle rispettive "razze" di esterni. 

Tuttavia questo non ha senso. Perchè creature ultraterrene composte da solo spirito dovrebbero essere interessate alle anime dei semplici mortali? Quale fonte di potere possono fornire che i possenti spiriti di altri piani non possono fornire? Perchè cercare di appropriarsi dell'anima di diecimila mortali quando un singolo, potente immondo può fornire la stessa energia e usandolo si ha anche il vantaggio di aver eliminato un potente nemico?

La risposta sta nel fatto che le anime mortali sono, in mancanza di un termine migliore, "neutre" rispetto alle forze planari. Le creature di altri mondi sono composte principalmente delle stesse energie e dagli stessi concetti del loro piano: energie e concetti di altri mondi sono antitetiche e incomprensibili per loro, e usarle rischia di distruggere o corrompere questi esseri. Un'anima mortale, non essendo composta da null'altro che dallo spirito di un mortale, è sostanzialmente un misto tra un foglio di carta bianca e argilla bagnata: può essere plasmata in qualsiasi forma e adattata a qualsiasi concetto e funzione.

Una cosa che pochi sanno, però, è che questo rende le anime mortali in grado di assorbire l'essenza stessa e includerla all'interno della loro anima senza effetti collaterali, a patto, ovviamente, che la stessa essenza non prenda il sopravvento sulla sua anima, modificandola. Ciò avviene principalmente quando un mortale tenta di assorbire l'essenza pura di una creatura spirituale che è molto più potente di lui, o viene esposto a troppa essenza in solo momento. Il risultato di un atto così stupido  (o di un incidente tanto grave, a seconda) sarà invariabilmente la morte, la possessione o la corruzione del mortale in una sorta di creatura ibrida. 

Tuttavia, se il mortale viene esposto a un piccola quantità di essenza planare, i risultati sono spesso molto meno estremi. Solitamente il risultato di queste assimilazioni non porta a null'altro che un leggero cambiamento fisico. Un mortale rimasto intrappolato nel Fae potrebbe tornare nel mondo materiale e scoprire che i suoi occhi cambiano colore in base alle stagioni, o al suo umore. Un mortale esposto a energie celesti potrebbe assumere un'aspetto vagamente angelico. Un mortale esposto a energie demoniache potrebbe sviluppare strane mutazioni fisiche, come unghie più scure e spesse, canini leggermente più affilati e occhi cremisi... oppure nulla di tutto questo.

Questo però è solo un effetto collaterale. Il vero potere dei mortali risiede in quella che gli studiosi chiamano "Predazione Spirituale". Quando una creatura dotata di anima viene sconfitta, questa disperde una piccola parte della sua essenza (sempre che questa non venga divorata, come molti demoni fanno per acquisire potere, divorando demoni inferiori), e un piccola parte dell'essenza viene inglobata e "digerita". In molti casi, questo non porta significativi vantaggi per il mortale. Le condizioni per cui la Predazione Spirituale possa portare un qualsiasi vantaggio al mortale sono stringenti. La creatura deve avere un'anima molto potente, in modo che l'essenza dispersa sia sufficientemente abbondante, oppure devono esserci più creature. L'anima deve possedere un potere grossomodo comparabile a quella del mortale, altrimenti si rischia di incorrere nei problemi precedentemente esplicati, come corruzione o possessione. E infine, qualsiasi caratteristica della creatura deve non essere già posseduta dal mortale in questione, altrimenti tutto ciò che otterrà sarà un leggero incremento delle sue capacità invece che un qualsiasi tipo di potere innaturale.

Se le condizioni sono rispettate (circa: la Predazione Spirituale non è una scienza esatta) può capitare che un mortale acquisisca tratti innaturali. Per questo motivo, titoli come "Flagello del Troll", "Ammazzadraghi" hanno un grande peso. Flagello dei Troll implica che il mortale ha ucciso un gran numero di troll, e potrebbe aver acquisito caratteristiche tipiche di queste abiette creature, come rigenerazione,  forza e resistenza disumane, e altri tratti. Ora, un troll non è una creatura spiritualmente molto potente, quindi ucciderne un paio difficilmente ha qualche effetto, ma uccidere MOLTI troll è un altra questione. Al contrario, un Ammazzadraghi potrebbe aver bisogno di uccidere solo una di queste possenti bestie per cominciare a mostrare segni di poteri innaturali. Solitamente questo si manifesta in una pelle più resistente, in grado di resistere a piccole ferite, e una certa resistenza alle alte temperature.

Solo in casi ESTREMAMENTE rari un mortale può sviluppare caratteristiche che non siano puramente fisiche. Un Ammazzadraghi può essere più forte di quanto la sua stazza potrebbe far pensare, essere altamente resistente alle alte temperature e avere un pelle dura come l'acciaio, ma pochi acquisiscono la capacità di sputare fuoco, o di maneggiare la potente magia dei draghi. Questo potrebbe dipendere dal fatto che un Ammazzadraghi raramente riesce a ripetere l'impresa senza essere incenerito o schiacciato da un drago più potente di quello che aveva precedentemente incontrato (in realtà molti Ammazzadraghi non vanno a caccia di draghi veri e propri ma di creature draconiche come viverne, ma il titolo è più affascinante così), ma in generale poteri soprannaturali di varie creature sono solitamente molto difficili da acquisire. Ci sono casi documentati di queste evenienze, ma sono oltraggiosamente rari.

Ho scritto questa cosa un po' per giustificare l'acquisizione di un certo potere da parte di uno dei personaggi e dall'altra perchè l'idea che i mortali siano SEMPRE una sorta i gigantesco gregge per le creature di altri piani , utile solo ad accumulare anime per qualsiasi sia la lotta che stanno svolgendo al momento, mi ha rotto le scatole. Nel mio mondo, i mortali sono pericolosi per le creature ultraterrene . Sono limitati a livello base, ma possono diventare molto potenti nelle giuste circostanze, o come gruppo. 

Beh, cosa ne pensate?

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Inviato

Shadowrun al contrario!

Ok, detta così non significa molto, quindi andiamo con ordine:
Per chi non lo conoscesse, Sahdowrun è un gioco di ruolo in cui si parte dal presupposto che, in un mondo cyberpunk, si è all'improvviso risvegliata la magia, con tutto quello che comporta: razze non umane (elfi, nani, orchi, troll) spesso discriminate, magia fianco a fianco con impianti cibernetici, sciamani che collaborano con cowboy del cyberspazio, creature fantastiche da crivellare a colpi di uzi o tagliuzzare con katane monofilari, eccetera.

Ora vediamo come possiamo "invertire le cose"; abbiamo due opzioni:

1) mondo fantasy, in stile cyberpunk (idea che lessi, se non ricordo male, su un numero della vecchia rivista Kaos); il potere non è in mano a re ed imperatori, ma a potenti famiglie mercantili (megacorporazioni); gli impianti cibernetici vengono costruiti tramite la magia, il cyberspazio è sostituito dal piano astrale (con i maghi al posto dei netrunner).
Un buon esempio (seppur non "completo", ma a metà strada con un'ambientazione tradizionale) è Eberron.

2) mondo cyberpunk, ma di origne fantasy; in pratica un normale mondo fantasy, ma in cui all'improvviso sparisce ogni forma di magia.
Questo provoca la sparizione completa di alcune creature (non-morti, folletti, esterni [elementali, angeli e demoni]), mentre quelle che rimangono perdono le loro capacità magiche (le sirene e le arpie non possono più incantare con la voce, meduse e cockatrici non possono più pietrificare, le creature troppo grandi [draghi, viverne, roc, pegasi, eccetera] perdono la capacità di volare, eccetera).
Nel corso dei secoli molte creature si estingueranno (primi tra tutti i draghi... i loro tesori fanno troppa gola!), o saranno costrette a nascondersi in luoghi isolati e difficili da raggiungere; le razze umanoidi (e non umanoidi) potrebbero integrarsi o finire in ghetti (dipende dal regno in cui si trovano).
Col passare del tempo la tecnologia comincerà ad evolversi, fino ad arrivare ad un mondo cyberpunk.

La seconda opzione fornisce anche un'interessante spunto: e che succede se, a questo punto, la magia comincia a tornare?
Molto dipende dalla rapidità (ritorno lento = possibilità di adattarsi psicologicamente, di studiarla, e quindi di permetterne l'accesso ad un numero elevato di persone) e dalla intensità (bassa intensità = incantesimi e poteri di piccolo calibro, niente che rischi di destabilizzare la società... anzi, potrebbe pure farle bene, soprattutto se, come detto prima, diventa disponibile quasi per tutti) con cui torna, ma c'è anche da vedere quali creature potrebbero tornare con essa (soprattutto angeli e demoni; un mondo in cui sono spariti diventerebbe quasi certamente più laico; il loro ritorno potrebbe far rinascere culti strani e guerre di religione).

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  • 3 settimane dopo...
Inviato

Idea ispirata da questa mappa (ok, ammetto di aver pensato anche io ad un'unico continente circolare, per una mia ambientazione, anche se io mi ero ispirato più a Pangea... in effetti, più che a forma di O era a forma di C) :

Il mondo è diviso in N continenti-isola, ognuno con il proprio clima (intendo in senso letterale: un continente è interamente  deserto, un'altro è interamente  foresta temperata, un'altro è interamente montagne ghiacciate, un'altro è un'arcipelago di isolette, eccetera), la propria flora e fauna, la propria razza, e governato dal proprio dio.
Questi dei sono in lotta, usando i propri seguaci per conquistare i territori avversari... embè, direte voi, che differenza c'è con altre situazioni simili?
La differenza è che, quando un territorio viene conquistato, comincia rapidamente a diventare, dal punto di vista di flora/fauna/clima, identico a quello da cui provengono i conquistatori! Se il popolo del deserto riesce a conquistare un pezzo del territorio montagnoso, quest'ultimo comincia ad abbassarsi e a diventare desertico; oppure, se il popolo delle isole riesce a conquistare un pezzo di territorio desertico, quest'ultimo comincia a spaccarsi in tante isolette coperte da lussureggiante foresta tropicale... eccetera!

Inviato

Bello ma sorge un dubbio: come mai in breve tempo il continente non si è omogeneizzato? Se mettiamo il deserto conquista la foresta, non ci saranno poi eventuali abitanti delle foreste per riconquistare il territorio...c'è diciamo eliminazione diretta.

Inviato

Beh, possiamo ipotizzare che conquistare un'intero continente sia impossibile, per cui le guerre di combattono solo lungo i bordi di ogni isola; inoltre ricordati che ci sono molte fazioni in gioco.
Per esempio: A conquista un pezzetto di B, poi C conquista un pezzetto di A; per opporsi a C, A è costretto a ritirare le sue forza da B; quando A e B sono tornati "normali", è la volta di B attaccare A... solo che, dopo, B è a sua volta attaccato da D, e per difendersi è costretto a ritirare le sue forza da A... e così all'infinito!

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Si può andare indietro del tempo di pochi decimi di secondo. 

In combattimento entrambi gli avversari lo possono fare.

I combattimenti fisici sono equilibrati nel senso che una mossa falsa può essere immediatamente undo. Bisogna fare molte mosse false di seguito per trovarsi in una posizione di svantaggio posizionale rispetto ad un avversario.

I combattimenti hanno il gusto di una partita a scacchi, in cui le aperture sono più o meno le stesse, per un po' gli scambi posizionali sono equi, fino a quando da molti piccoli scambi equi ma non simmetrici emerge uno schema posizionale più grande, non equo, che determina un vantaggio posizionale a favore di uno dei due combattenti.

Inviato

Interessante, ma meccanicamente questo è difficile da rendere e rischia di essere problematico (e lungo) al tavolo.
Poi qui si parla solo del lato narrativo e il mio resta un appunto che lascia un po' il tempo che trova!

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Inviato
3 ore fa, Pippomaster92 ha scritto:

Interessante, ma meccanicamente questo è difficile da rendere e rischia di essere problematico (e lungo) al tavolo.

Concordo!

Rischia davvero di essere più una "partita a scacchi", che un combattimento standard.

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Inviato

L'ultimo post ispirato alla mia ambientazione, visto che andare più nello specifico vorrebbe dire invischiarsi in minuzie che non sono lo scopo di questa discussione.

La magia. Fonte di infinita meraviglia e stupore per i mortali, la magia si basa su un concetto semplice: quando usi la magia, usi le leggi in un altro mondo per compiere azioni straordinarie. Tutti qui. Tutto ciò che non si basa su questo principio (come i poteri psichici, o gli straordinari poteri fisici di coloro che si addestrano nell'arte della guerra) non è magia, ma... qualcos'altro.

La magia è la capacità più temuta e pericolosa dei mortali, una capacità che possiedono solo loro, e che può essere solo parzialmente replicata dalle creature spirituali, visto che essi non sono in grado di utilizzare leggi di mondi che non sono le proprie. Un angelo non potrà mai usare il potere di un demone, e un elementale del fuoco non può manipolare il potere dell'acqua (anche se, a onore del vero, gli elementali del fuoco particolarmente astuti hanno un debole controllo sul gelo). I mortali possono farlo in quanto le loro anime sono neutre alle leggi spirituali, ma nessun'altra creatura ha questo dono. Perfino la "magia" delle divinità non è altro che la naturale estensione del loro potere e dell'autorità che esercitano sulle forze che comandano.

La magia ha i suoi limiti, ovviamente. E' limitata dalla comprensione che ha il mortale delle leggi che sta cercando di manipolare, è stancante fisicamente e mentalmente, e cercare di usare incantesimi che vanno in netto contrasto con le leggi del mondo in cui ci si trova è particolarmente difficile. Ma non è impossibile, e questo vuol dire che scagliare un grumo di puro caos contro una creature dell'ordine, cosa che provoca nel migliore dei casi ferite simili a bruciature (che non sono scottature visto che una creatura di ordine non è fisica, ma il concetto è lo stesso), nel peggiore provoca una reazione a dir poco esplosiva, è sicuramente una tattica efficace. E visto che nessuna creatura può perdere accesso al suo potere, indipendentemente da dove si trova, i mortali possono agire al pieno dei loro poteri in qualsiasi circostanza e mondo, senza problemi. Questo li rende, assieme ad altri fattori, una minaccia seria, limitata solo da fatto che i mortali non dispongono dello stesso livello di puro potere che possiedono la maggior parte delle creature spirituali. Il problema è che possono tranquillamente arrivare ad avere quel livello di potere. I mortali, la loro magia e i loro poteri, possono essere riassunti con una sola parola: potenziale.

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