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I leoni di Albione


Darth Ronin

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Inviato

Lorenzo Castaldi

Esatto Giorgio, avverto una fortissima aura provenire dalla cella la in fondo, potrebbe esserci un incantesimo anti-scrutamento da quanto riesco a percepire, stiamo molto attenti anche alla presenza di eventuali trappoli.. Fedrigo te ne occupi tu?


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Inviato

Quando la serratura scatta e la porta si apre tiro un sospiro di sollievo, lieto di non essere rimasto fulminato.

Come i miei compagni osservo estasiato tutte le ricchezze ammassate in quelle celle, lasciandomi fuggire un sogghigno. Alle parole di Castaldi torno alla realtà e subito allungo il braccio per fermare il Forgianti. Presta attenzione, Giorgio.. Potrebbero esserci altre trappole. poi, voltandomi verso Castaldi Non ti preoccupare.. Me ne occupo io!

Detto questo muovo un passo verso le celle, ma subito mi blocco. Mi volto verso Arno Arno, mentre noi recuperiamo l'oggetto corri di sopra.. Indossa gli indumenti dell'inquisitore morto, prendine le sembianze e nascondi il cadavere.. Potrebbe tornarci utile per la fuga.. O per tenere buona la gente se dovesse entrare..

Torno ad addentrarmi nella sala, stando ben attento a dove metto i piedi e cercando con cura la presenza di qualsiasi congegno particolare.

@DM

Spoiler:  
Cerco trappole +9 (in ordine: sul tragitto tra me e le celle, porta della cella in penombra, porta della cella con le armi, cella con merci pregiate, cella con monete), se le trovo disattivare congegni +11. Se non trovo nulla provo ad aprire la porta della cella in penombra con una delle chiavi di ferro, sennò scassinare serrature +11.

Nel mentre faccio anche una prova valutare +3 per vedere se adocchio qualcosa nelle altre celle di notevole valore e che sia facilmente trasportabile.

Inviato

@ Paccinelli

Spoiler:  
Tutto quello che si trova lì sotto è di valore: oltre al denaro, ogni altro oggetto può valere una piccola fortuna. Quanto al trasportabile, forse potreste prendere qualche bottiglia di vino, che sicuramente è pregiato e deve valere parecchio per trovarsi lì, oppure qualche arma: ci sono spadini, daghe, boccolieri, guanti d'arme che sembrano essere tanto di valore quanto inutili in combattimento, sicuramente oggetti di rappresentanza e da parata.

Ti viene in mente però che se si trovano lì può essere solo per due motivi: i proprietari li hanno dati in pegno in cambio di somme di denaro, oppure li hanno depositati per tenerli al sicuro. State già derubando l'Inquisizione, siete sicuri di voler sottrarre oggetti di valore anche ad altri Signori, di cui non sapete bene quanto possa essere considerevole la loro influenza?

Paccinelli avanza controllando cautamente dove mette i piedi, ma per fortuna sembra che non ci siano altre trappole lungo il percorso. Anche la gabbia con i tre forzieri, nonostante l'aura magica che ha rilevato poco prima Castaldi, non presenta sistemi di sicurezza, e infatti Paccinelli la apre senza alcun problema, utilizzando una delle due chiavi di ferro.

Ora, a pochi metri da voi, vi trovate questi tre forzieri, completamente anonimi, ma al tempo stesso dall'aspetto vagamente inquietante.

Inviato

Va bene, faccio più veloce che posso, però prendete un po' d'oro anche per me! dico abbozzando una risata.

Queste missioni mi ricordano i vecchi tempi, speriamo che fili tutto liscio.

Vado di sopra e faccio sostanzialmente quello che ha detto Federigo, prendo i cadaveri, li metto dietro il bancone ed indosso le vesti dell'inquisitore, dopo aver riposto le mie nello zaino. Cerco di pulire al meglio il sangue a terra e risistemo come posso l'ordine nella stanza.

Inviato

Giorgio Forgianti

mi avvicino ai tre forzieri non appena mi assicurano che non ci sono trappole

in uno di questi c'è ciò che cerchiamo! controlliamoli tutti e andiamocene

intanto mi approccio ad uno di loro e provo ad aprirlo

  • 2 settimane dopo...
Inviato

@Arno 

Raggiungi il piano superiore, ma ti basta un'occhiata per capire che ripulire è più facile a dirsi che a farsi. I corpi giacciono in pozze di sangue che vanno via via allargandosi, mischiando fluidi corporei e materia organica. Potresti trascinare i corpi e nasconderli, ma dubiti che, anche avendo prodotti e attrezzi adatti, riusciresti a rimuovere il sangue in meno di una giornata di lavoro.

Inoltre, esaminando il corpo dell'inquisitore, ti rendi conto che difficilmente potresti riutilizzare i suoi abiti, ormai completamente impregnati di sangue sgorgato dalle molte ferite che gli avete inferto; a questo aggiungi che il peso del cadavere renderebbe quantomai difficoltoso rimuoverne i vestiti, almeno senza l'aiuto di uno o due dei tuoi compari.

@Tutti gli altri  

Usando la dovuta cautela per evitare altre trappole, riuscite ad aprire i tre forzieri, che vi rendete conto essere ben fissati al pavimento.

Il primo contiene un martello da battaglia, dal manico in legno e la testa in pietra scura, quasi nera. È di buona fattura, ma dall'aspetto consunto e antico.

Nel secondo trovate una scatoletta nera, quasi quadrata: ad occhio e croce misura 12 cm per 10 per 8. È composta da listelli di legno laccato di nero che si intrecciano a formare un motivo geometrico, rinforzata lungo gli spigoli da staffe d'argento, e chiusa da una serratura anch'essa d'argento.

Infine, nel terzo trovate un elmo dalla foggia quantomai peculiare, completamente cesellato a dall'aspetto tanto prezioso quanto antico.

800px-2004_sutton_hoo_01.JPG

 

Inviato

Giorgio Forgianti

 

ammiro la fattura del martello e dell'elmo "se solo avessi più tempo per imparare a fabbricare armi tanto belle quanto forti! ma il tempo non è a mio favore"

spero che quella scatola contenga ciò che cerchiamo! non sappiamo cosa dovrebbe esserci dentro quindi non serve aprirla dico riflettendo sull'impossibilità di assicurarsi che il contenuto sia ciò che siamo stati mandati a prendere

sembra che il nostro lavoro sia finito, vediamo di abbandonare questo posto senza farci notare

in attesa di idee su come abbandonare la banca estraggo la scatola

Inviato

Giovanni Della Rovere

Finito di recuperare gli oggetti mi preoccupo di riempire un sacco con quante più monete possibile (anche di piccolo calibro)  poi dico io dico di far nevicare monete sulla folla di fronte alla banca, mentre noi ci caliamo da dietro in tutta velocità... magari Arno o chi sa lo spagnolo potrebbe dire qualche frase reazionaria, per depistare leggermente gli inseguitori... dai, dai abbiamo sprecato anche troppo tempo...

@Dm

Più o meno quanto tempo abbiamo impiegato fino ad ora?

 

Inviato

Lorenzo Castaldi 

Se non vi dispiace posso portare io la cassettina.. IL mio incantesimo per volare è ancora attivo.. Potrebbe essere più facile per me tenerla al sicuro.. 

Inviato

Giorgio Forgianti

porgo lo scrigio a Castaldi questo oggetto è la missione, se le cose si mettono male vola via e porta questo a Tarlati il prima possibile;

do' un'occhiata agli altri nella stanza e poi aggiungo noi sapremo cavarcela

infine riprendo a salire di sopra, tenendo strette le monete "non è una cosa molto onorevole, ma è necessario per distrarre la folla ... comunque questi potrebbero anche essere i loro soldi"

Inviato

Giovanni della Rovere

D'accordo a te la scatola! Io posso prendere l'elmo! Ci vediamo sul tetto,  non vedo l'ora di vedere la reazione di quei popolani quando gli cadranno le monete dal cielo ahahah!  scoppio a ridere e inizio a risalire verso il tetto della banca con in mano un sacco di monete e nello zaino l'elmo trovato in una delle scatole.

Inviato

Arno de La Croix

Mentre gli altri se la sbrigano di sotto, mi rendo conto che non è possibile "ripulire" velocemente il piano terra. Guardo se ci sono un po' di monete da arraffare qua e la e poi aspetto gli altri.

Inviato

Fedrigo Pacinelli

Osservo con attenzione la piccola scatola che troviamo nello scrigno, facendo bene attenzione ad ogni suo spostamento. Sento che ogni fibra del mio essere è da lei attratta. Mi ritrovo completamente travolto dalla curiosità riguardo al misterioso contenuto. Cosa può essere tanto importante per quel mentecatto del Tarlati. Sono quasi tentato di prendere parola e proporre di essere io a trasportarla, ma alla fine mi trattengo e lascio che sia Lorenzo ad appropiarsene. Perso nei miei pensieri perdo l'occasione di raccogliere qualche moneta o di trafugare qualsiasi delle ricchezze presenti. Mi limito a scattare verso l'uscita, seguendo i miei compagni di missione. Abbiamo già perso troppo tempo ed è meglio per tutti noi sparire da quel posto il prima possibile.

 

Inviato

Rapidamente, prendete la scatoletta e l'elmo e arraffate qualche moneta, dopodichè vi precipitate verso il tetto dell'edificio. Arrivate in cima giusto in tempo per vedere un drappello di guardie cittadine giungere nella piazzetta antistante, attirate dal vociare della folla di paesani che via via è andata ingrossandosi. Senza attardarvi ulteriormente, mettete in atto il vostro diversivo: la confusione che scatena la pioggia di monete è superiore alle vostre aspettative, tanto che le guardie restano di fatto intrappolate tra la calca, dandovi tutto il tempo necessario per scendere, recuperare il rampino, ed allontanarvi indisturbati dalla banca.

Come concordato con Caterina, raggiungete quindi la parrocchia, dove il diacono Don Alonzo vi sta aspettando; una volta assicuratosi che nessuno vi abbia seguito, vi conduce nella cantina della sacrestia, e da lì, attraverso una botola nascosta, vi fa strada fino ad una galleria sotterranea. Vi spiega che sotto Santa Creus si estende una serie di vecchie gallerie, ma che solo poche persone ne sono a conoscenza: infatti non incontrate alcun intoppo, finchè molti minuti non sbucate all'aperto, ai piedi delle colline circostanti il paese. A pochi metri da lì, nascosto tra le frasche, trovate un rifugio in legno, dove sono legati cavalli freschi. Il diacono non si attarda oltre, e dopo una rapida benedizione di buon augurio, vi saluta e ritorna alla galleria da cui siete appena usciti.

La cavalcata verso Vilanova procede senza problemi, e poco dopo il tramonto raggiungete la locanda di Caterina. A quanto pare, però, non avete tempo per convenevoli o per riposarvi: una volta sinceratasi delle vostre condizioni fisiche e che la missione è andata a buon fine, vi da alcuni fagotti pieno di cibo, un paio di otri e vi conduce in tutta fretta al porto. Notate subito una leggera agitazione, e la ragazza vi spiega che la voce di stregonerie e malefici avvenuti a Santa Creus è arrivata più velocemente di voi: - È necessario che partiate immediatamente, prima che qualcuno con la lingua lunga e le tasche vuote vada a raccontare all'Inquisizione di aver visto degli stranieri sospetti. - Il vostro commiato da Caterina è meno cordiale di quanto vorreste, ma la ragazza vi fa imbarcare subito sull'ultimo peschereccio ancora attraccato al molo; un rapido scambi di saluti, e subito dopo siete già al largo, diretti verso Marsiglia.

All'alba del terzo giorno di navigazione, giungete finalmente a destinazione; non appena attraccate e scendete sul molo, un uomo vi viene incontro: - Signori, vi porgo i miei omaggi, e i saluti di Calcaterra. - L'uomo appare cordiale e sorridente, ma parla a bassa voce, cercando di non farsi sentire da estranei. Vi occorre qualche attimo per metterlo bene a fuoco, ma sotto indumenti da viaggio logori e dismessi riconoscete uno dei capitani di Firenze, Ettore della Querceta, amico e uomo di fiducia di Calcaterra.

 

Inviato

Giorgio Forgianti

nonostante le mie preoccupazioni, nessuno ci aveva traditi, e riusciamo a fuggire con facilità; appoggio la fretta di Caterina

durante tutto il viaggio mi parlo poco, come sempre, cercando di evitare che la cassetta venga aperta

arrivati a Marsiglia riconosco un altro alleato signor della Querceta rispondo con lo stesso tono basso immagino che siate qui per un affare in comune, la nostra parte è fatta e spero che sia già pronto il viaggio verso casa

intanto mi guardo inconsciamente intorno "lo scontro con l'inquisizione mi costringere a temere brutte conseguenze per chissà quanto tempo, spero assolutamente che nessuno di noi sia stato riconosciuto"

Inviato

Fedrigo Paccinelli

Salgo sulla nave amareggiato, scontento di dover lasciare Caterina così presto. Tuttavia ne capisco le ragioni e l'idea di essere torturato prima e poi bruciato dall'inquisizione mi basta per convincermi a separarmi da lei; almeno per il momento. La lascio con la promessa che ritornerò.

Il viaggio è lungo e noioso, lo passo per lo più a dormicchiare e scambiare qualche battuta con i marinai, cercando di scoprire se le voci di stregoneria sono giunte anche a loro.

Giunti a Marsiglia ci imbattiamo in uno dei capitani di Firenze. Lo saluto con un cenno del capo Ettore! Lieto di incontrarla... mi limito a dire.

DM

Sulla nave faccio prove di raccogliere informazioni +4 per sapere se i marinai hanno sentito voci sui fatti di Santa Creus e nel caso cosa ne pensano. Cerco di essere abbastanza discreto ed evasivo per non destare sospetti.

Inoltre, se si verificasse il momento giusto nel corso dei tre giorni di navigazione, faccio prove muoversi silenziosamente e nascondersi +11/+11 per aprire la scatoletta rubata e sbirciarne il contenuto. Sto molto attento a farlo quando sono solo e non ci sono ne i miei compagni ne tanto meno membri dell'equipaggio.

Inviato

- In realtà, sono qui per comunicarvi che il vostro rientro ad Arezzo dovrà attendere. - risponde rapidamente il capitano. Se fosse imbarazzato dalla notizia che vi riferisce, non lo da assolutamente a vedere: il suo volto resta impassibile, senza lasciar trapelare preoccupazione o altri sentimenti. - Calcaterra mi ha chiesto di riferirvi che ci sono stati alcuni problemi ad Arezzo, e che la situazione è diventata un po' agitata. - si schiarisce la voce, poi imitando l'intonazione del vostro mandante, continua - "A questo punto, la prudenza deve avere la precedenza sull'urgenza". Testuali parole sue. Venite, seguitemi mentre vi spiego tutto.

Detto questo si volta e si incammina lunga la banchina del porto, passando agilmente tra la folla di marinai, pescatori, scaricatori e carpentieri indaffarati nelle loro attività quotidiane: - Io devo occuparmi di una faccenda non ufficiale più a nord, e appena possibile dovrò mettermi in viaggio. Il che vuol dire non appena vi avrò condotto alla residenza che ho preso in affitto per voi. Calcaterra, sapendo che mi sarei recato a Marsiglia, mi ha chiesto di attendere il vostro arrivo e di procurarvi una dimora sicura e lontana da occhi indiscreti. Ha detto che dovrete attendere una decina di giorni qui a Marsiglia, prima di imbarcarvi su una nave e fare ritorno alla vostra città. - Ettore cammina di buona lena mentre parla, e ben presto raggiungete una carrozza in attesa. Il capitano vi invita a salire e subito fa segno al cocchiere di partire. Solo qualche minuto dopo che la carrozza si è messa in movimento riprende il discorso: - Vi ho trovato un casolare poco fuori le mura: è isolato quanto basta e al tempo stesso non troppo distante dalle porte della città, poco più di un'ora a piedi. Non sono riuscito a procurarvi cavalli, ma immagino abbiate denaro a sufficienza per risolvere il problema da soli, nel caso ne aveste bisogno.

Calcaterra mi ha pregato anche di darvi questo. - Ettore della Querceta estrae da una tasca nascosta nel mantello un piccolo sacchetto e ve lo porge: al suo interno trovate un anello d'ottone con impresso lo stemma di Arezzo. - Ora che avete un sigillo cittadino, siete a tutti gli effetti agenti diplomatici per conto del vecchio Tarlati. Normalmente la consegna di un sigillo avviene durante una cerimonia ufficiale: se Calcaterra ha deciso di fare le cose in questo modo, temo che la situazione ad Arezzo possa essere davvero problematica.

@Paccinelli

Nottetempo riesci a dare un'occhiata alla scatoletta lontano da sguardi indiscreti. La prima cosa che noti, e che vi era sfuggita nella fretta, è che appare un po' più pesante di quanto non sarebbe ragionevole pensare, anche se fosse piena di oggetti in metallo o di pietre.

La serratura è decisamente semplice, eppure non riesci a forzarla; anzi, a quanto pare la scatoletta è chiusa dall'interno. Come sia possibile che una scatola sia chiusa da dentro, è per te un fatto decisamente misterioso.

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