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Inviata

Ho buttato giù un articolo sul blog nel quale parlo di alcuni elementi della mia ambientazione (quella in cui gioco le croniche pentadiendiare per intenderci), finalmente messi per iscritto.

Nello specifico tratto di:

- calendario (mooolto semplice);

- lingue dell'ambientazione (in base all'articolo dell'altro giorno);

- monete e valute (come differenziare i tesori e rendere interessante un pezzo di rame).


Inviato

Ho trovato un'errore nel calendario: all'inizio dici che l'anno è diviso in 9 mesi da 40 giorni, e che ogni mese corrisponde ad un ciclo lunare... poi, però la suddivisione del ciclo lunare (luna nuova 5 giorni, luna crescente 10 giorni, luna piena 5 giorni, luna calante 10 giorni) porta ad un totale di 30 giorni!

Se vuoi un totale di 40 giorni, il ciclo lunare dovrebbe essere 10-10-10-10 o 5-15-5-15.

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Inviato

molto interessante la descrizione delle lingue...

tempo fa cominciai un'ambientazione (adesso abbandonata per mancanza di tempo), in cui ad ogni popolo diedi un linguaggio a parte, eliminando definitivamente il comune. diedi ad ogni linguaggio però una "caratteristica" univoca, una sorta di propensione che un dato linguaggio aveva per determinati aspetti della vita. per farti un esempio, conoscere il nanico era l'unico modo per poter apprendere la matematica avanzata: ingegneri ed architetti di ogni nazione imparavano il nanico, ma anche mercanti, perché era una lingua che si prestava bene ai calcoli matematici ed alla descrizione architettonica. l'eladrin invece si prestava bene alla poesia ed alla musica, così che le ballate più belle venivano sempre composte in eladrin, ed anche chi non conoscesse la lingua riusciva ad apprezzare comunque le musiche in questa lingua...

ti sembra una cosa plausibile/interessante?

Inviato

Beh, noi usiamo i numeri provenienti dall'India, la nazione che elaborò il concetto di "zero" per motivi rituali... ^^

L'importante è che la cosa abbia un senso.

Inviato

molto interessante la descrizione delle lingue...

tempo fa cominciai un'ambientazione (adesso abbandonata per mancanza di tempo), in cui ad ogni popolo diedi un linguaggio a parte, eliminando definitivamente il comune. diedi ad ogni linguaggio però una "caratteristica" univoca, una sorta di propensione che un dato linguaggio aveva per determinati aspetti della vita. per farti un esempio, conoscere il nanico era l'unico modo per poter apprendere la matematica avanzata: ingegneri ed architetti di ogni nazione imparavano il nanico, ma anche mercanti, perché era una lingua che si prestava bene ai calcoli matematici ed alla descrizione architettonica. l'eladrin invece si prestava bene alla poesia ed alla musica, così che le ballate più belle venivano sempre composte in eladrin, ed anche chi non conoscesse la lingua riusciva ad apprezzare comunque le musiche in questa lingua...

ti sembra una cosa plausibile/interessante?

A me l'idea piace molto, perchè è una cosa che motiva un personaggio ad imparare una certa lingua.

Inviato

Una cosa da tenere a mente è che comunque le lingue non sono "rigide". Per dire, il Latino privo di lessico filosofico lo importò dal Greco o lo ricalcò sul lessico greco (come noi abbiamo preso lo "zero", anche a livello concettuale, dalla cultura indiana). E' molto probabile insomma che una lingua si muti incorporando quel che di utile c'è in un'altra piuttosto che veder adottare in toto l'altra lingua.

Ad esempio noi parliamo di "buildare, farmare, expare, masterizzare, laggare", tutti chiari esempi di come un termine sia stato incorporato all'interno della lingua.

Questo vale anche per tratti non solo lessicali ma anche morfologici, come si scopre analizzando la cosiddetta "linguistica areale" (o: lingue non geneticamente correlate fra loro che si trovano a contatto sviluppano anche tratti morfologici affini).

Quel che funge veramente da discriminante è l'accesso al patrimonio e ai testi: se tutti i trattati di matematica fossero in nanico, anche a voler tradurre in comune i termini di algebra e analisi ci si troverebbe a dover comunque studiare partendo dal nanico. E nel caso della lingua letteraria, ovviamente, un testo tradotto perde quasi tutto.

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