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Inviata

Come nell'unico altro romanzo di Salvatore che ho letto, la sequela di mostri e combattimenti la fa da padrone. C'è un evidente tentativo da parte dell'autore di affrontare il tema dell'autoaccettazione di se e dell'accettazione da parte della società per chi è in qualche modo "diverso", ma il tema che può essere sicuramente valido per un pubblico di giovanissimi, è affrontato in maniera piuttosto superficiale. Forse meritano di più le atopiche riflessioni del protagonista sulle ragioni del proprio vivere, sul successo che deriva da una vita vissuta con le persone che si ama, per le persone che si ama, rispetto una vita votata al conseguimento del successo personale, o anche di un qualche ideale, che però impone sempre più il sacrificio dell'amore, l'affetto, l'amicizia. Una spirale che può nel primo caso allargarsi concendendo di vivere una vita "ricca", nel secondo di soffocarci fino alla completa ipotrofia emotiva. Questi temi vengono si affrontati, ma appunto in maniera goffa, sono oggetto di riflessione o al più di dialogo dei personaggi. Manca cioè la percezione che i due diversi modi di affrontare la vita, siano espressione di concreti gesti quotidiani. Manca l'esempio.Credo l'autore avrebbe fatto molto meglio ad approfondire questi temi, intrecciandoli nella trama, invece di limitarsi a calarli senza continuità alla storia che invece consta molto di più di duelli, digressioni sui combattimenti e disavventure varie "senza anima".

Voto: 3/5


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