Nadrim Inviata 27 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviata 27 Novembre 2006 Volevo sentire la vostra al proposito. So che tempo fa su questi stessi canali già si parlava di U. Eco, ma a me di U. Eco "in generale" non interessa. Vorrei centrare l'attenzione su un romanzo, ed uno solo, già il Pendolo va al di là della mia attenzione. E visto che il mio è proprio un interesse mooooolto profondo ciò che vi chiedo non è un parere estetico sul libro, mi preme intavolare una discussione quanto più approfondita possibile, critiche, riflessioni e spunti. Ad esempio, perchè, secondo voi, tanto successo per un libro che, neanche tanto in fondo, non è di facile lettura? Cosa ha portato milioni di lettori a sorbirsi lunghi passi in latino, dotte discussioni sulla lecità del riso, annosi problemi sulla povertà del clero? Venghino signori, venghino al gran baraccone del carnevale del medioevo! Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
esahettr Inviato 27 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 27 Novembre 2006 Comunque, è un ottimo libro. Contrariamente a quanto dice qualcuno, non è mai noioso, e l'intreccio è costruito da Dio. In più, l'affresco dell'epoca, soprattutto la faccenda di fra Dolcino e gli eretici, mi ricorda che mi aveva colpito molto a suo tempo quando l'avevo letto... Ci vado matto per gli eretici, io... Secondo l'enorme successo è dovuto al "volersi sentire colta" delle gente. Imho, meno di metà dei lettori hanno capito la trama nella sua interezza, non perchè sia un libro impossibile, anzi, però rispetto al Codice Da Vinci, azz! Gran bel libro, immancabile per qualsiasi amante della letteratura! PS: so di aver scritto banalità pazzesche, ma sono completamente fuso, magari domani, con un po' più di tempo, riuscirò a fare un'analisi un po' più approfondita... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Godric il Paladino Inviato 27 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 27 Novembre 2006 è il mio libro preferito in assoluto,l'ho letto ben 4 volte. Un giallo immerso nella vera realtà storica medievale,Eco non poteva davvero fare di meglio. ECCELSO!!!!1:cool: Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nerevar L'Oscuro Inviato 27 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 27 Novembre 2006 Si è un bel libro. Anche se, secondo me, la prima parte è effettivamente noiosetta. Sono un pò refrattario alle descrizioni chilometriche, ma c'è chi sostiene che sia stato fatto apposta, come una sorta di "selezione all'ingresso" dei lettori. Se superi quella parte, vuol dire che sei degno di proseguire Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Dusdan Inviato 27 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 27 Novembre 2006 Bella questione: in effetti il libro e` a tratti particolarmente ostico, soprattutto nella parte centrale. Credo comunque che l'intreccio e la voglia di sapere "come va a finire" tengano sulle spine il lettore medio quanto basta per fargli sopportare le parti piu` "noiose". Il libro e` comunque scritto molto bene, e non si viene colti da noia mortale come con un libro di Faletti (per dirne uno). Un discorso simile si potrebbe fare per il signore degli anelli, che ha alcune parti in cui si fissa un punto del muro e si spera in una morte veloce (Tom Bombadil su tutti). Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nadrim Inviato 27 Novembre 2006 Autore Segnala Condividi Inviato 27 Novembre 2006 Secondo l'enorme successo è dovuto al "volersi sentire colta" delle gente. Imho, meno di metà dei lettori hanno capito la trama nella sua interezza, non perchè sia un libro impossibile, anzi... Cioè tu mi stai dicendo che la gente lo ha letto non per passione (in effetti essendo il primo romanzo passione non poteva esserci), magari non perchè alla moda o primo nelle classifiche di vendita, ma forse per saperne un pò di più, una sorta di piccolo bignami di storia. Oppure perchè leggere un testo di quella risma portava una sorta di auto-gratificazione culturale/nozionistica? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Re dei draghi Inviato 27 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 27 Novembre 2006 Cioè tu mi stai dicendo che la gente lo ha letto non per passione (in effetti essendo il primo romanzo passione non poteva esserci), magari non perchè alla moda o primo nelle classifiche di vendita, ma forse per saperne un pò di più, una sorta di piccolo bignami di storia. Oppure perchè leggere un testo di quella risma portava una sorta di auto-gratificazione culturale/nozionistica? In molti lo leggono solo per poter dire "io ho letto quel libro", che poi alla fine non ci hanno capito niente....è molto probabile che si tratti anche di un gesto di autogratificazione perchè facendo una cosa che è al di sopra delle loro capacità si autoinfondono della stima in loro stessi... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nadrim Inviato 27 Novembre 2006 Autore Segnala Condividi Inviato 27 Novembre 2006 secondo me' date=' la prima parte è effettivamente noiosetta. Sono un pò refrattario alle descrizioni chilometriche, ma c'è chi sostiene che sia stato fatto apposta, come una sorta di "selezione all'ingresso" dei lettori. [/quote'] Si, magari la si può chiamare così. Oppure si può parlare di "preparazione" del lettore al seguito del romanzo. In effetti l'inizio fornisce una fotografia di un periodo non molto conosciuto ma assolutamente necessario a capire il testo. Quantomeno la parte sui rapporti Chiesa/Impero. In effetti da un lato taglia fuori gli (ATT:termine forte in arrivo) indegni, dall'altro battezza gli inizati. A questo punto mi domando, e vi domando, se e quanti ad un tratto hanno cominciato a leggere di frase in frase, a salti e balzi tra i capoversi per saltare le svariate pagine di descrizioni! Ed è qui che torno a chiedermi se di fronte a queste cose la gente comincia a saltare le pagine. E nel caso chiederei anche perchè, secondo loro, l'autore le ha inserite. Per fare un esempio: Spoiler: La descrizione dell'estasi di Adso dura dalle cinque alle sette pagine ( nelle edizioni che ho io), presa quasi in toto dal Cantico dei cantici. Ora Eco sa che inserire una cosa del genere vuol dire portare un lettore su cinque a volare su quelle pagine. Allora perchè stanno li? Quale sadica pulsazione ha spinto l'utore a dilungarsi su un Tom Bombadil qualsiai? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Re dei draghi Inviato 27 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 27 Novembre 2006 Un'autore in genere si dilunga molto su di un'argomente peraltro noioso, in genere, quando vuole mettere alla prova i lettori oppure per rendere un pò più complicato il libro in modo tale che anche le persone che sono abituate a leggere dei pesanti tomi in latino trovino alla "loro altezza" tale libro.....un'altra ipotesi, però assai meno prebabile, potrebbe essere quella di allungare il libro.Io credo però che per allungare un romanzo si potrebbe descrivere di più una parte che è più semplice e di più facile lettura, per cui mi viene da dire che sia più probabile una delle due opzioni che ho citato prima.... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nerevar L'Oscuro Inviato 27 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 27 Novembre 2006 hmm.. secondo me anche più di un lettore su cinque finisce col sorvolare su alcune parti. Io stesso, non nel caso del libro di Eco, ma su Tom Bombadil ho ampiamente sorvolato. Però secondo me c'è una sostanziale differenza tra le due situazioni. Nel primo caso infatti, secondo me, Tolkien ha scritto qualcosa che probabilmente piaceva a lui, ma sostanzialmente evitabile e indubbiamente noiosa (mi riferisco a Tom Bombadil). Insomma è una parte che non aggiunge molto al resto del romanzo. Nel caso di Eco e de "Il nome della Rosa" è il libro stesso a presentare differenti livelli di lettura. Si tratta infatti di un libro che a seconda di chi lo legge e del suo background culturale presenta molteplici aspetti. Lo si può intendere come un semplice giallo (e in questo senso un lettore particolarmente interessato a sapere "come va a finire" potrebbe saltare certe parti senza perdersi) oppure come un romanzo storico in cui è contestualmente inserito un "giallo", oppure ancora come un romanzo costruito su altri romanzi dato che ogni pagina è piena di citazioni e rimandi ad altri autori e romanzi. Per questo credo fondamentalmente che il libro, in un certo senso, "si adatti" a chi lo sta leggendo. In questo senso, ritengo che sia un capolavoro, perchè riesce a coinvolgere anche chi non coglie la cultura immensa di Eco che permea ogni pagina del romanzo. Credo che Eco abbia cercato di stimolare sia il lettore casuale, che il lettore più "colto". Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nadrim Inviato 28 Novembre 2006 Autore Segnala Condividi Inviato 28 Novembre 2006 Nel caso di Eco e de "Il nome della Rosa" è il libro stesso a presentare differenti livelli di lettura. Si tratta infatti di un libro che a seconda di chi lo legge e del suo background culturale presenta molteplici aspetti. Lo si può intendere come un semplice giallo [...] oppure come un romanzo storico in cui è contestualmente inserito un "giallo", oppure ancora come un romanzo costruito su altri romanzi ... Al proposito ne ho trovata un'altra, di possibile lettura: romanzo allegorico, o a chiave. Sostituisci i dolciniani con le BR, i francescani con i comunisti, i Bendettini con la DC, ed hai una bella "italietta" fine anni '70 con tanto di shock post caso Moro! Quella dei diversi livelli possibili di lettura è una valida idea, su questa volevo cercare qualcosa in più. Tra l'altro ci sarebbe anche un'altra possibile, e forse anche più ****: Gothic novel. C'è tutto: morti, mistero, chiese gotiche, labirinto, storie di spettri... Sono pure d'accordo sul dire: Credo che Eco abbia cercato di stimolare sia il lettore casuale, che il lettore più "colto". anche se molti sono propensi a credere che sia solo una grande genialata commerciale: da consumato esperto di mezzi di comunicazione di massa sa benissimo come accaparrarsi fette di pubblico più spesse! Fai un collage di pezzi fritti e rifritti e vedi che in 15 anni vendi più di otto milioni di copie. un'altra ipotesi, però assai meno probabile, potrebbe essere quella di allungare il libro. Io credo però che per allungare un romanzo si potrebbe descrivere di più una parte che è più semplice e di più facile lettura, per cui mi viene da dire che sia più probabile una delle due opzioni che ho citato prima... In effetti la seconda ipotesi mi ricorda molto i miei espedienti alla scuola elementare per "allungare il brodo" nel caso dei temutissimi reassunti e VERBALIZZO (nome orripilevole con cui la maestrina intendeva temi o compiti in classe). Io, in effetti, sono sempre indeciso sulla questione puramente estetica, o funzionale dei passi dove gli autori si dilungano. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Kitiara Inviato 28 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 28 Novembre 2006 In molti lo leggono solo per poter dire "io ho letto quel libro" Vero credo che sia questo il motivo del grande successo . Libro molto bello , ma dal mio punto di vista , da molte persone non è stato per niente capito ! Anzi .. Non dimentichiamoci anche che il libro è stato ristampato più volte e letto da molte persone , dopo che era stato girato il film ! PS : Lasciamo perdere per 5 minuti il Codice da Vinci ! Che secondo me , non è un libro .. al massimo un Harmony Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Aerys II Inviato 28 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 28 Novembre 2006 Hey, a me Tom Bombadil è piaciuto! Vabbè, de gustibus, sarà che ho letto per la prima volta Il Signore degli Anelli che ero piuttosto piccolo... Fatemi capire, qui si parla di quale può essere secondo noi il motivo del successo de Il Nome della Rosa? Beh, diverse concause, a mio avviso: intanto è innegabile la molteplicità di livelli di lettura di cui parlavate già voi, e questa non può che giovare (difficilmente una massaia si metterebbe a leggere un libro di Odifreddi, ad esempio, come altrettanto difficilmente una persona dotata di una cultura "avanzata" si metterebbe a leggere Eragon...); secondariamente, innegabile l'effetto retroattivo della bella versione cinematografica, nonchè la medesima retroazione dovuta alle opere seguenti di Eco (Eco diventa famoso con Il Nome della Rosa, quindi i libri successivi vendono perchè è famoso. Arrivano nuovi lettori incuriositi dalla fama di Eco, comprano opere successive e dicono "Ah, non male... Aspetta che mi procuro anche i libri precedenti!" e così via). In generale, concordo anche sul senso di "quanto sono fico: leggo un Romanzo Storico!", che agì e agisce sia su lettori di quest'opera che su quelli di varie ciofece (analogo al senso di "quante ne so: leggo Dan Brown e ve lo spiego io il Vaticano!"). Che altro dire? La prima volta lo lessi alle medie, su "consiglio" di un'insegnante ferocissima, e non capii naturalmente una fava (più o meno come per I Pilastri della Terra). Poi, negli anni, ebbi modo di approfondire e rileggere. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nadrim Inviato 28 Novembre 2006 Autore Segnala Condividi Inviato 28 Novembre 2006 Fatemi capire, qui si parla di quale può essere secondo noi il motivo del successo de Il Nome della Rosa? Si E no. Il mio intento è di ragruppare tutti gli spunti di discussione possibili. Magari anche qualche suggerimento di utili fonti bio-bibliografiche al proposito. La questione "successo" la ritengo, giustamente, importante; ma ci sarebbe tanto altro su cui parlare. E su cui vorrei sentire la vostra. Tipo la questione libri, i segni e loro interpretazione... Esempio: secondo quanti l'hanno letto, fino a che punto è possibile considerare il "Nome" un testo dotato di elementi comici e/o ironici? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
esahettr Inviato 28 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 28 Novembre 2006 Sì, io credo che molte persone l'abbiano letto perchè è di moda. Inoltre, Eco riesce a racchiudere in un numero non esagerato di pagine molte cose. Un romanzo con almeno tre o quattro livelli di lettura, una narrazione quasi simbolica della maturazione di un adolescente, un giallo, un affresco d'epoca ben strutturato... Come dice Aerys, sia la massaia che l'intellettuale si trovano soddisfatti. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Cold Inviato 28 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 28 Novembre 2006 ho letto il nome della rosa l'anno scorso. Sinceramente non ho trovato grosse difficoltà a leggere le prime cento pagine (definite da molti come uno "scoglio" per i lettori da superare), così come ho apprezzato le varie descrizioni. Ma la parte più interessante della narrazione è il nuovo valore che ottengono proprio queste parti al termine della prima lettura: infatti ci si rende conto che il finale viene costantemente anticipato nelle discussioni con i monaci e le varie controversie. Ora non ricordo bene in che punto, ma in un capitolo viene descritto un particolare (forse un bassorilievo) e nasce una conversazione su di esso che si dilunga, e tratta proprio di un tema centrale del finale. La cura quasi maniacale dei particolari rende questo libro unico, che forse di poliziesco ha proprio poco, infatti le indagini non portano all'arresto del colpevole, di fatto l'investigatore esce sconfitto dalla vicenda. Secondo me è stato letto da molti perchè "consigliato" da altri che lo avevano già letto (gli studenti sono stati quasi tutti costretti, ma ciò non toglie valore al libro). Io avevo già in mente di leggerlo da tempo, però ho avuto bisogno di uno stimolo per farlo (scuola), non so se è capitato anche ad altri. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nadrim Inviato 28 Novembre 2006 Autore Segnala Condividi Inviato 28 Novembre 2006 Ora non ricordo bene in che punto, ma in un capitolo viene descritto un particolare (forse un bassorilievo) e nasce una conversazione su di esso che si dilunga, e tratta proprio di un tema centrale del finale. E' il portale della chiesa, inspirato dalle visioni dell'Apocalisse. Tra l'altro Eco lo prende pari pari da qui: http://cloguy.club.fr/PatMoissac3.htm .... rende questo libro unico, che forse di poliziesco ha proprio poco, infatti le indagini non portano all'arresto del colpevole, di fatto l'investigatore esce sconfitto dalla vicenda. A tutti gli effetti si! A proposito del finale: Spoiler: è curioso il fatto che in un libro, fatto di pezzi e brani di altri libri, e che parla di una biblioteca che cela dei libri, l'assassino materiale sia proprio un libro! Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Merin Inviato 29 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 29 Novembre 2006 Quando ho visto il film tratto dal romanzo di Eco non avevo letto il libro. Poi ho iniziato a leggerelo, ma non sono andato molto avanti, sono successe delle vicissitudini che mi hanno fatto abbandonare, ma grazie a questo topic probabilmente adesso lo leggerò da cima a fondo. Eco è bravo, niente da dire, ma la fama di essere un "copione" e un "assemblatore" di roba altrui, sebbene poi lui la scriva in maniera impeccabile, mi pare sia meritata. Quando sono andato a vedere il film ho capito piuttosto facilmente l'arcano, non perché io sia particolarmente geniale, semplicemente perché non mi perdevo un episodio di "Ellery Queen" una serie poliziesca tratta da romanzi di non mi ricordo chi, e girati TANTI anni prima che Eco scrivesse il suo libro. Ebbene in uno degli episodi succede esattamente quello che succede nel film ... Spoiler: Il libro avvelenato, gli angoli che toccati con le dita umettate dalla saliva trasferivano il veleno, le labbra blu/nere delle vittime... Certo, non sarà molto...mi domando dove abbia copiato il resto Certo che però sapere lo strano meccanismo di morte di un romanzo e di un film così elaborati, non per conseguenze logiche ma perché da piccolo avevi visto un poliziesco in tv...beh, non è che faccia fare una gran bella figura. ciao Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Re dei draghi Inviato 29 Novembre 2006 Segnala Condividi Inviato 29 Novembre 2006 Quando ho visto il film tratto dal romanzo di Eco non avevo letto il libro. Poi ho iniziato a leggerelo, ma non sono andato molto avanti, sono successe delle vicissitudini che mi hanno fatto abbandonare, ma grazie a questo topic probabilmente adesso lo leggerò da cima a fondo. Eco è bravo, niente da dire, ma la fama di essere un "copione" e un "assemblatore" di roba altrui, sebbene poi lui la scriva in maniera impeccabile, mi pare sia meritata. Quando sono andato a vedere il film ho capito piuttosto facilmente l'arcano, non perché io sia particolarmente geniale, semplicemente perché non mi perdevo un episodio di "Ellery Queen" una serie poliziesca tratta da romanzi di non mi ricordo chi, e girati TANTI anni prima che Eco scrivesse il suo libro. Ebbene in uno degli episodi succede esattamente quello che succede nel film ... Spoiler: Il libro avvelenato, gli angoli che toccati con le dita umettate dalla saliva trasferivano il veleno, le labbra blu/nere delle vittime... Certo, non sarà molto...mi domando dove abbia copiato il resto Certo che però sapere lo strano meccanismo di morte di un romanzo e di un film così elaborati, non per conseguenze logiche ma perché da piccolo avevi visto un poliziesco in tv...beh, non è che faccia fare una gran bella figura. ciao Può essere molto probabile che eco non avesse visto "Ellery Queen" per cui non avrebbe potuto sapere che quel metodo fosse già stato usato da un'altra persona... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nadrim Inviato 29 Novembre 2006 Autore Segnala Condividi Inviato 29 Novembre 2006 Certo che però sapere lo strano meccanismo di morte di un romanzo e di un film così elaborati, non per conseguenze logiche ma perché da piccolo avevi visto un poliziesco in tv...beh, non è che faccia fare una gran bella figura. ciao Sai, questo non è vero. E' verissimo. Eco ha preso da altri testi, e non solo la questione del libro. Al "Nome della rosa" ci sto dedicando "un pò" di tempo ed interesse (anche sudore e soldi, ma è un'altra questione), e ti posso assicurare che Eco non solo cita a piene mani da una miriade di altri testi, ma lo fa ammettendo di averlo fatto. Nelle "postille", uscite tre anni dopo, ammette che sua intenzione era quella di scrivere un libro dove non ci fosse niente di suo. In effetti il romanzo è un grande collage. Sono 16 (quasi 17) anni che lo sport preferito di molti critici è la caccia alla citazione, ma ancora nessuno le ha trovate tutte. Nè Eco si sogna anche lontanamente di renderle note. Io, saputo tutto questo, non sapevo se ridere o sentirmi preso per il cù. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Messaggio consigliato
Crea un account o accedi per commentare
Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento
Crea un account
Crea un nuovo account e registrati nella nostra comunità. È facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Hai già un account? Accedi qui.
Accedi ora