Pubblicato 28 Novembre 200618 anni comment_109958 Recentemente, mi sono imbattuto online in diverse recensioni molto positive di questo particolare manga di Susumu Higa. Incuriosito, l'ho acquistato online, e proprio ieri l'ho letto. Vincitore del Premio del Ministero della Cultura Giapponese per il miglior fumetto del 2003 (estiqaatsi...), Kajimunugatai è una raccolta di storie vere, o che ritenere vere è quantomeno obbligatorio, sulla Guerra. Nella fattispecie, si parla della Seconda Guerra Mondiale, e si parla della prefettura di Okinawa; si parla cioè di un tempo e un luogo in cui gente semplice e comune, gente che viveva di pesca, si trovò letteralmente tra due fuochi, l'uno, quello Americano, dichiaratamente ostile (ma, vedremo, a conti fatti non il peggiore tra i due), l'altro, quello del patrio esercito Nipponico, sorprendentemente crudele e frustrante. Okinawa, considerata quasi una colonia straniera dagli abitanti dello Yamato (ovvero il resto del Giappone), è percossa prima, durante e dopo l'arrivo del conflitto in Giappone da questi fuochi: gli americani, invasori prima e occupanti poi (tutt'ora occupanti, in parte) delle isole, bombardano ma gettano caramelle, vessano ma (a volte), aiutano; i giapponesi, in rotta, usano prima Okinawa come banco di prova per un'eventuale invasione della "vera patria", e sfogano poi sulla popolazione l'asfissiante sensazione di sconfitta: ecco, dunque, popolani uccisi dai loro stessi protettori, reduci dalla campagna nipponica in Cina che si fingono pazzi per sfuggire all'orrore del sangue, stupratori di ragazzine ("i diavoli dai capelli rossi e il diavolo nero"), bambini patriottici illusi prima e delusi poi, reduci riconoscenti e funzionari ottusi... Kajimunugatai riporta sei storie, narrate attraverso un disegno particolare, tra il tratto infantile e quello delle antiche stampe sui samurai, fa storia e denuncia, ripropone tratti caratteristici dell'antico oriente ma anche punti di vista forse non scontati (l'isolano che sfida con i sai (dunque con l'arma rurale della propria tradizione) l'arrogante e ottuso funzionario statale (armato impropriamente di una lama da samurai) macchiatosi della morte di molti civili, dicendo che se questo rappresentava davvero lo stato, sarebbe stato lieto di morire per mano sua, ma che avrebbe comunque combattuto cercando di ucciderlo...). Insomma, ci sarebbe da parlarne a lungo, ma mi limito a consigliarlo a tutti, facendo notare che (non per niente), l'opera è stata presentata in Italia (altro paese dotato di basi USA...) in anteprima alle famiglie delle vittime della strage del Cermis, e che contiene diverse illustrazioni d'epoca molto pregevoli e molte note piuttosto interessanti.
1 Dicembre 200618 anni comment_110749 Lo stai leggendo in jappo? Oppure si può reperire in Italia? P.S. Ma "Racconti di vita e di morte portati dal vento" è la traduzione di "Kajimunugatai"?
1 Dicembre 200618 anni Author comment_110764 L'ho letto in italiano... "Racconti di vita e di morte portati dal vento" dovrebbe essere in effetti la traduzione di Kajimunugatai.
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