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[TDG] Blood of Sigmar - L ascesa dell Oscurita'


Pentolino

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Inviato

Ludovico

Il sonno era agitato, costellato di piccoli risvegli, in cui la situazione era sempre la stessa. Un fremito e il freddo della morte che lo risvegliava. Quelle creature avevano lasciato il segno dentro di lui e non volevano andarsene. Si infagottava continuamente cercando ristoro nelle coperte finche' il sonno profondo lo colse e venne svegliato da quel lento tossire, quasi fosse una sorte di salvezza.

Sentire quelle parole e la vista di quegli abiti lo riporto' al tempo degli studi. Ebbe un fremito di tristezza mentre li toccava, memoria di un tempo passato e perduto.

" ... lezioni ... la casa ... la servitu' ... lontano ... oramai ... "

Le parole del capitano lo scossero da quei pensieri; intui' che bisognava presentarsi, anche se lui non avrebbe voluto immergersi di nuovo in quell'ambiente, quasi volesse marcare una distanza, ma erano richiesti ed in silenzio si preparo'.

Agli ordini sergente...


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Inviato

Altdorf 11 Brauzeit 2520 - Mattino

Passati primi momenti di stupore ed imbarazzo i mercenari deciso di accettare l invito a palazzo. Indossati gli abiti nuovi di sartoria e rasati alla bella e meglio i cinque furono in strada tra gli sguardi curiosi dei loro commilitoni.

I giovani paggi in testa al gruppo iniziarono a guidarli verso il palazzo imperiale, lungo le strade, gruppi di cuirosi si fermava ad osservare quello strano corteo cercando di capire cosa stesse accadendo, al di la' degli abiti il portamento dei cinque non era decisamente regale e questo non faceva altro che aumentare la sorpresa negli sguardi dei cittadini di Altdorf.

Salita la collina giunsero finalmente nella piazza sulla quale dominavano il palazzo imperiale e la cattedrale di Sigmar, all apparire del grande tempio un brivido percorse la schiena dei mercenari. Oltrepassata la facciata del palazzo i paggi voltarono in una strada laterale, e dopo pochi passi giunsero davanti ad una porta di bronzo davanti alla quale due miliziani in cotta di maglia ed alabarda erano di picchetto. I paggi mostrarono una pergamena ai miliziani che dopo alcune domande acconsentirono a farli entrare.

Un ampio corridoio lastricato di marmo nero si apri davanti a loro, le pareti, bianche e perfettamente intonacate, erano interrotte di quando in quando da grossi dipinti rappresentanti uomini a loro sconosciuti o scene di battaglie. Camminarono oltrepassando alcune porte per poi fermarsi davanti ad una porta a doppia anta piu' ampia delle altre di legno scuro finemente cesellato.

Uno dei paggi busso' educatamente, una voce educata sebbene dal tono deciso rispose

"Si accomodino"

Il giovane apri' la porta, la stanza che appari' era decisamente ampia, un tavolo campeggiava al centro di essa, tomi e pergamene erano disposti un bell ordine su di esso, alle spalle del tavolo un ampia finestra coperta da pesanti tendaggi damascati illuminava l ambiente di luce naturale. Ai lati della stanza, librerie alte due volte un uomo tappezzavano le pareti, anche qui dipinti di scene quotidiane e una statua rappresentante una giovane donna, arricchivano ulteriormente l ambiente gia' di per se opulento.

Ad attenderli in piedi sul lato sinistro del tavolo vi era un uomo di mezza eta' vestiva con una giacca nera dalle lunghe code che arrivavano fin dietro le ginocchia, una camicia di seta  con collo a sbuffo, collo cinto da una pesante catena d'oro con appeso un medaglione altrettanto importante. I pantaloni, di stoffa pesante rosso borgogna finivano dentro un paio di stivali di pelle nera lucidati al punto che i cinque potevano quasi specchiarsi al loro interno. Il viso, severo, era incorniciato da folte basette nere striate di grigio che si andavano a congiungere a baffi altrettanto folti, lunghi e ben curati

L uomo, sebbene in silenzio e non minaccioso, incuteva loro una sorta di rispetto e timore

"Sono il lord ciambellano Herger von Neumann.... incantato di conoscere lor signori"

Inviato

Ludovico

Mentre camminiamo lungo le sale osservo le opere d'arte con una certa ammirazione

" ... che arazzi ... e che opere grandiose ... la bellezza dovrebbe essere maggiormente dispensata ... "

Entro nella stanza in silenzio e alle parole del ciambellano rispondo con un inchino.

Ludovico Carrer signore. Onorato di fare la sua conoscenza.

Inviato

Uhler Wolfsen

L’umore del sergente era pessimo: non sapeva perché ma si era svegliato di mala voglia e quell’invito a palazzo non gli era in quel momento gradito

Sigmariti” borbottò a mezzi denti all’ingresso nelle sale. Poi quando si trovò davanti a Von Neumann, la professionalità ebbe il sopravvento

Tentando di stare più dritto possibile aggiunse alle parole del compagno “Wolfsen, sergente Uhler, come richiesto” concluse laconico tenendo gli occhi sul ciambellano

Inviato

Fearil

 

Gli uomini sapevano essere incredibilmente sfarzosi ma allo stesso tempo esageratamente pacchiani. Questo era il pensiero dell'Asur passo dopo passo all'interno del palazzo. Si era abituato a certe cose ma in questo ambiente tutto superava di gran lunga quel che aveva già visto ed era tutto così lontano dall'altrettanta bellezza, facendo una considerazione oggettiva, accompagnata da non misurabile eleganza che invece allietava la vista di chiunque potesse passeggiare sulla sua grande Isola natia.
"Fearil Leralonde, di Saphery. Onorato dell'Invito e dell'omaggio della Vostra presenza."

Inviato

Altdorf 11 Brauzeit 2520 - Mezzodi

Il lord ciambellano, finite le presentazioni, alzo' un sopracciglio. Passarono alcuni secondi durante i quali i quattro mercenari, fatta forse eccezione per il solo Asur, si sentirono osservati come strani animali ammaestrati che, nel tentativo di fare acrobazie, finivano col fare qualcosa di buffo.

"Incantato"

ripete' 

"Lor signori a breve incontreranno sua altezza imperiale Karl Franz, primo del suo nome, re degli Umberogeni e protettore dell impero. Incontrare sua altezza imperiale richiede una certa etichetta ed un adeguato protocollo."

fece una breve pausa

"E' evidente che lor signori sono valorosi comandati nondimeno coraggiosi aiutanti di campo, sua Altezza Imperiale e' anch' egli uomo d arme quindi per questa occasione eccezionale passeremo sopra alcune regole ..sono certo che sua Altezza Imperiale capira'.. "

l uomo passeggiava avanti ed indietro con le spalle dritte ed il petto in fuori come se stesse presenziando ad una parata militare

"Una volta entrati vi fermerete a non meno di 10 passi da sua Altezza Imperiale, sposterete il peso all indietro sulla gamba destra piegandola leggermente, la sinistra sara' ben distesa davanti a voi, chinerete il capo al petto portando la mano destra al cuore ed allo stesso tempo distenderete il braccio sinistro verso l esterno ben allineato alla spalla e rivolgendo il palmo della mano sinistra verso l alto. Solo a questo punto pronuncerete il vostro nome e solo quello..."

il lord ciambellano si esibi' nell inchino appena descritto

"Lor signori hanno capito?...lor signori hanno domande?"

concluse rivolgendo uno sguardo totalmente inespressivo ai mercenari

 

Inviato

Uhler Wolfsen

La situazione pareva paradossale al sergente. Figlio di una classe povera, addestrato all’arte militare tra mercenari, abituato agli ufficiali in campo non era avvezzo a simili comportamenti, e a volte gli parevano devianti

Signore” disse “porterò massimo rispetto al nostro Imperatore, nella figura d comandante di tutte le forze dell’Impero di Sigmar: e come tale presterò un rigoroso ‘attenti’ alla sua presenza. Penso che sia da parte mia il modo più corretto di dimostrare il dovuto rispetto alla sua figura”

Inviato

Fearil

 

L'Asur si limitò ad annuire verso il ciambellano, era evidente che quella chiamata lo lasciava completamente esterrefatto ma al contempo le sue emozioni erano smorzate per varie motivazioni tra le quali l'evidente fatto che non era certo un imperiale.
Infine semplicemente replicò l'inchino seguendo al dettaglio tutte le indicazioni, lo fece con la grazia che contraddistingueva ogni suo movimento seppur forse questo genere di gesto, rivolto all'Imperatore, richiedeva meno grazia e più intensità. Voleva però risultare quantomeno quasi perfetto.

Inviato

Altdorf 10 Brauzeit 2520 - Mezzodi

L alto dignitario si limito' ad arricciare la bocca e sospirare, nonostante i modi impeccabili sembrava visibilmente scosso e per nulla interessato ad intavolare una discussione sulle buone maniere.

"Si certo, sono convinto che lor signori sapranno come rendere omaggio alle piu' alte cariche di stato..."

concluse

"Prego vogliano seguirmi"

Uscirono dallo studio del lord e si inoltrarono nel palazzo Imperiale. Proseguirono seguendo il corridoio per il quale erano arrivati, notarono con stupore che la presenza di guardie e personale di servizio era piuttosto esigua. Giunsero davanti ad un ampia porta finemente lavorata e piantonata da due guardie del Reik in armatura completa ed Alabarda. Il lord si volto' a guardarli un ultima volta.

"Attendete qui che vi annunci dopodiche' entrate e rendete omaggio"

Una delle guardie apri la porta ed il ciambellano spari' dietro di essa, pochi istanti dopo il gruppo' pote' sentire chiaramente la sua voce 

"Uhler, sergente Emmerich von Wolfsen da Middenheim e le sue schiere!"

La guardia del Reik che aveva aperto la porta fece cenno di entrare, i quattro mercenari varcarono la soglia e quello che videro li lascio' esterrefatti. 

Una folata di aria gelida li investi', dapprima rimasero sorpresi poi alzando gli occhi al soffitto si resero conto che parte di esso era formato da una vetrata, almeno lo era stato in passato, visto che ora gran parte di essa risultava distrutta. A terra, detriti di vetri colorati risplendevano illuminati dalla luce del giorno, tre servitori armati di scope di saggina erano intenti a rimuoverli ma il lavoro sembrava ben lontano dall essere terminato. La stanza era di forma rettangolare, molto ampia e lussuosamente decorata, sulle due pareti lunghe, tre file di arazzi tappezzavano i muri, sulla parete corta alla loro destra campeggiava un mosaico rappresentante il leggendario Ghal Maraz alto tre volte un uomo.

Al centro della sala vi era un lungo tavolo di forma ovale attorno al quale vi erano 12 scranni, il tavolo era di legno chiaro e sembrava essere stato ricavato da un unico tronco d albero ma cio' che piu' li copi' fu chi li stava aspettando sul lato sinistro della sala.

Seduto su di una poltrona di marmo sulla quale vi erano drappeggiati panni e cuscini color blu e borgogna vi era Karl Franz, accanto a lui vi era un uomo piuttosto in la con gli anni, il cranio completamente rasato era cinto da una corona di acciaio,  aveva un volto che sembrava scolpito nella pietra incorniciato da due lunghi baffi grigi. Indossava dei paramenti sacri ed impugnava una sorta di bastone che recava sulla somita' l immagine di un grifone mentre brandisce un martello.

I mercenari si stupirono al pensiero che tra i due, colui il quale li intimidi' maggiormente fu quello strano vecchio dallo sguardo severo ed imperscrutabile

Karl Franz ruppe gli indugi e prese la parola

"Bene...ecco finalmente i nostri eroi, siamo lieti che abbiate accettato l invito a palazzo. Sergente Uhler, presenti il suo plotone!"

@ Fearil

Spoiler

L albero da cui e' stato ricavato il tavolo proviene sicuramente dalle tue terre. Noti pero' uno strano perticolare, al centro di esso vi e' una strana e molto ampia chiazza rosso scuro

@ Ludovico

Spoiler

La scena che ti si presenta davanti ti lascia senza parole, un mese fa eri al fronte nel fango gelato ora sei davanti all imperatore ed al gran teogonista Volkmar.

 

Inviato

Ludovico

Seguo in silenzio i miei compagni.

" ... l'imperatore ... potesse vedermi mia madre e mio padre ... "

La sala e' immensa, come la riportano i quadri, ma quello che piu' mi lascia senza parole e' lui, Karl Franz e il Gran Teogonista.

" ... l'imperatore ... e ... Volkmar ... in persona ... "

Le parole dell'imperatore mi scuotono e comincio un inchino, ma poi ricordo che non sono io ad essere interpellato. Immediatamente mi ricompongo sperando che il gran ciambellano non mi abbia visto e attendo che sia il Sergente a presentarci. 

Inviato

Uhler Wolfsen

Il sergente si mise in un marziale attenti nel modo che si usava nelle sue terre. “Squadra dei Secondi Figli ai vostri comandi come ordinato mio Signore” disse secco e ad alta voce “Wolfsen, Carrer, Fearil, Jakovlev”
Come d’uso il middenlandese teneva gli occhi fissi di fronte a lui senza guardare l’Imperatore. La presenza del prelato Sigmarita lo innervosiva.

Inviato

Fearil

 

Per quanto Asur quella situazione era incredibile anche per lui. Ancora non comprendeva davvero il motivo di tale invito, iniziò a sospettare ci fosse qualche cosa sotto e che tale onore potesse solo nascondere molte rogne. Si inchinò come spiegato dal ciambellano, per rispetto e dovere verso chi fino a quel giorno lo aveva ospitato senza causargli problemi ma anche per non far fare brutte figure allo stesso ciambellano che tanto si era preoccupato.
Poi inevitabilmente la sua attenzione passò al tavolo e a qualche cosa sopra di esso ma alle prime parole dell'Imperatore alzò lo sguardo ponendo tutta l'attenzione che meritava. Le presentazioni le aveva fatte il Sergente.

Inviato

Altdorf 11 Brauzeit 2520 - Mezzodi

Il sovrano ascolto' le presentazioni lo sguardo era serio ed attento nonostante i mercenari fossero palesemente a disagio. Quando tutti ebbero finito prese di nuovo la parola.

"Molto bene sergente, noto con piacere che siete sopravissuti anche alle lezioni di etichetta di lord Von Neumann, sono certo che,  messe a confronto, cio' che avete affrontato e' stata una passegiata"  

disse cercando di stemperare l atmosfera e mettere i sodati piu' a loro agio. Poi torno' serio, lo sguardo passo' fisso negli occhi di ognuno di loro

"Vi siete lanciati in quell inferno con dedizione e sprezzo del pericolo, la citta' vi rende onore e piange con voi il vostro compagno caduto."

Le parole sembravano sincere e sentite

"Ottimo lavoro sergente, avete guidato la vostra squadra in una situazione al limite delle vostre capacita', combattendo un nemico che non conoscevate, da oggi, voi ed il vostro plotone, potete considerarvi membri onorari della guardia cittadina di Altdorf ed amici dell impero. Ho gia' dato ordine che veniate ricompensati come meritate"

La passione e lo spirito di corpo con cui l imperatore si rivolgeva al plotone erano diametralmente opposti all espressione, seria e seccata  che l alto prelato aveva sul volto

"Sire...il tempo stringe

oso' interromperlo.

Karl Franz si volto' verso di lui lanciandogli un occhiata che avrebbe potuto incenerire un troll

"Chissa' che un giorno lord Von Neumann non voglia estendere le sue lezioni anche al nostro amato Gran Theogonist..."

ribatte'

"Ci stavo arrivando Lord Volkmar...ci stavo arrivando

lo sguardo torno' sui quattro mercenari

"Sergente, nonostante il vostro eroico intervento, un crimine di gravita' inaudita e' stato commesso la notte scorsa, questo crimine e' stato perpetrato sotto i nostri occhi e potra' avere ripercussioni gravissime sulle sorti non del solo impero...ma di tutte le razze libere.  Un nemico antico che pensavamo sconfitto si e' scagliato di nuovo su di noi ora che siamo deboli e distratti dalle forti pressioni su al nord."

Fece una pausa di pochi istanti, la voce del sovrano era carica di tensione

"Sergente Uhler, l impero ha ancora bisogno dei Secondi Figli."

lo sguardo' passo di nuovo sui mercenari come se si aspettase una risposta da ognuno di loro 

 

Inviato

Uhler Wolfsen

Per un attimo Uhler rimase dubbioso. Aveva abbandonato l’Impero anni prima: ormai non era più casa sua, lui era un mercenario. L’Imperatore e quel sigmarita si appellavano a dei sentimenti che il sergente poco sentiva. ‘Ulric che fare?’ si chiese. Pensò ad una risposta, alla risposta. 

“Se l’Impero vuole affidare un compito ai Secondi Figli” disse mantenendo lo sguardo di fronte a lui “penso che il mio capitano di ventura sarebbe d’accordo nel rispondere che certo i Secondi Figli non si tirerebbero indietro!” completando poi nella sua mente la frase con le parole ‘al giusto prezzo!’

Inviato

Fearil

 

L'Asur era immobile e inespressivo ma paziente. L'imperatore ancora non aveva detto nulla di quel che li attendeva, fino ad ora solo vuote parole. Attese quindi che l'ordine dell'Imperatore, perché solo tale poteva essere se pronunciato dalla sua bocca, fosse finalmente rivelato.

  • 3 settimane dopo...
Inviato

Altdorf 11 Brauzeit 2520 - Mezzodi

Alle parole dell imperatore ed al tentennare dei mercenari il vecchio prelato sembro' assumere un espressione persino piu' arcigna. Il volto era una lastra di marmo, gli occhi un abisso nero senza fondo. Guardava i quattro guerrieri come un gigante avrebbe guardato una formica.

"Quello che Sua Grazia sta cercando di dire con cortesi giri di parole soldati, e' che nonostante il vostro intervento ieri sera e' stato trafugato dalle Volte un tanto prezioso quanto terribile artefatto. Mentre eravamo qui a discutere ed accapigliarci su inutili diatribe riguardo lo spostamento dei confini di alcuni elettorati, un antico nemico che pensavamo sconfitto e' risorto dalle sue ceneri e ci ha dichiarato guerra."

Il prelato estrasse da una sacca un vecchio rotolo di pergamena di pelle conciata lisa e consumata dal tempo dopodiche' alzo' lo sguardo richiamando l attenzione di Ludovico il quale con passi indecisi si avvicino' a Volkmar.

Il prelato gli porse la pergamena, la pelle sebbene risultasse alla vista estremamente vecchia, al tatto era morbida ed incredibilmente flessibile

"Leggete!"

disse secco escludendo di fatto ogni possibilita' di obiezione

@ Ludovico

Spoiler

Non sei un cerusico, non ti sei mai interessato di studi medici o alchemici ma secondo te si tratta di pelle umana conciata

 Pergamena

Spoiler

Cari Conti Elettori, 

Con la presente faccio pretesa eterna a ciò che è mio. 

Sylvania secede così dal tuo impero meschino, come faranno tutti coloro che abitano entro i suoi confini. 

Tutti i mortali e defunti sono miei di diritto feudale, rinunciando voi a qualsiasi controversia per essi. Osservate il mio stato a est, e capirete da dove arriva quel sudario oscuro che lo avvolge fino ai propri margini. 

In questo modo ho demarcato il confine dalle tue terre, dove la luce solare e la speranza sono sempre graditi ospiti. Se questo fatto ti dovesse dispiacere, ripensaci a lungo. 

Come ultimo grande Conte di Stirland, la mia pretesa al trono dell'Impero è reale proprio come la tua. La mia stirpe è molto più radicata e presente storicamente delle vostre, il nostro sangue è puro e non co-me il vostro che si è mischiato a quello di stolti e puttane. Solo uno tra voi può affermare lo stesso. Ep-pure, nonostante la sua grande e nobile ascendenza, il tuo sacerdote è ormai vecchio e sulla via della morte. 

Forse parteciperò alla tua festa annuale fatta solo di parole, un giorno farò festa con te, a mia volta. Inutile e mortale come sei, sarebbe una misericordia per te se accadesse. Anche se prevedo poco nutrimen-to, e una sfida non affascinante. 

Come possono i grandi leader dell'Impero proteggere i propri confini, quando sono a malapena consa-pevoli di ciò che sta accadendo sotto il loro naso? 

Distinti saluti eterni, 

Conte Mannfred von Carstein 

 

Inviato

Ludovico

Prendo la pergamena in mano per istinto sentendo dentro di me la mia formazione accademica emergere. Colgo lo sguardo severo dell'arciprete e quasi cerco di farmi ancora piu' piccolo mentre prendo la pergamena in mano e ho come un sussulto

" ... pelle ... umana ... non e' possibile ... "

Mi vedete tremare mentre srotolo la pergamena tra le mie mani e comincio a leggerla per tutta la mia compagnia.

Cari Conti Elettori, 

Con la presente faccio pretesa eterna a ciò che è mio. 

Sylvania secede così dal tuo impero meschino, come faranno tutti coloro che abitano entro i suoi confini. 

Tutti i mortali e defunti sono miei di diritto feudale, rinunciando voi a qualsiasi controversia per essi. Osservate il mio stato a est, e capirete da dove arriva quel sudario oscuro che lo avvolge fino ai propri margini. 

In questo modo ho demarcato il confine dalle tue terre, dove la luce solare e la speranza sono sempre graditi ospiti. Se questo fatto ti dovesse dispiacere, ripensaci a lungo. 

Come ultimo grande Conte di Stirland, la mia pretesa al trono dell'Impero è reale proprio come la tua. La mia stirpe è molto più radicata e presente storicamente delle vostre, il nostro sangue è puro e non come il vostro che si è mischiato a quello di stolti e puttane. Solo uno tra voi può affermare lo stesso. Eppure, nonostante la sua grande e nobile ascendenza, il tuo sacerdote è ormai vecchio e sulla via della morte. 

Forse parteciperò alla tua festa annuale fatta solo di parole, un giorno farò festa con te, a mia volta. Inutile e mortale come sei, sarebbe una misericordia per te se accadesse. Anche se prevedo poco nutrimento, e una sfida non affascinante. 

Come possono i grandi leader dell'Impero proteggere i propri confini, quando sono a malapena consapevoli di ciò che sta accadendo sotto il loro naso? 

Distinti saluti eterni, 

Conte Mannfred von Carstein 

A quelle ultime due parole sollevo gli occhi con uno sguardo di terrore

" ... il vampiro ... l'arcinemico dell'impero ... risorto ... ma come e' possibile ... "

Rimango senza parole guardando il pavimento immerso in mille paurosi pensieri...

 

Inviato

Uhler Wolfsen

Le parole di Ludovico risuonarono nella mente del mercenario. Von Carlstain, il maledetto signore di Sylvania. Molte leggende tetre aleggiavano su quella terra e lui era certo il protagonista.

“Io sono solo un soldato” disse deciso Uhler guardando l’Imperatore “e non mi è chiaro tutto quello che li vi è scritto. Tuttavia se una minaccia vi è per l’Impero di Sigmar e vi è bisogno dei Secondi Figli, eccoci. Noi siamo pronti. Spiegateci cosa volete da noi.” concluse

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