Vai al contenuto

Un Viaggio Fantastico


Pippomaster92

Messaggio consigliato

Inviata

Londra, 13 novembre 1894.

Il freddo questa mattina è terribile e tocca i due gradi Celsius sotto zero, ma un pallido sole illumina le vie di Londra e la sua incessante attività. Oltre alla solita folla di londinesi indaffarati, quest’oggi le strade della città sono popolate anche da centinaia di curiosi e da un buon numero di candidati per gli ormai famosi colloqui. Nonostante le basse temperature, uomini e donne di ogni estrazione sociale attendono impazienti davanti al Savoy Hotel.

 Agli incroci i ragazzini di strada si offrono come guide per la città, puntando agli ingenui stranieri con infallibile precisione. 

La strada davanti all'Hotel è presieduta però da un piccolo drappello di poliziotti che, manganelli alla mano, impediscono a chicchessia di avvicinarsi prima dell'orario convenuto. 

L’ingresso stesso dell'elegante palazzo è stato sgomberato per permettere l’ingresso esclusivamente agli interessati e ai clienti, e poco fuori quattro uomini in livrea sono impegnati a smistarli. Mentre gli ospiti del Savoy vengono fatti entrare senza problemi, tutti gli altri devono prima fornire le proprie generalità e il proprio campo di competenza. Solo a quel punto uno degli uscieri permette l'accesso, e solo dopo averne trascritto i dati anagrafici su un piccolo taccuino.

La situazione è ben presto chiara: i tecnici vengono inviati alla stanza 24, i linguisti e gli umanisti alla stanza 26, gli scienziati alla stanza 28, i militari alla stanza 30 e i giornalisti nella stanza 25. Se qualcuno dei candidati rientra in più di una categoria, viene lasciata a lui la libertà di scelta. 

Nessuno di voi ha difficoltà ad entrare al Savoy e dopo pochi minuti lasciate il freddo di Londra per l'accogliente calore della main hall. Una volta dentro avete la possibilità di ammirare lo splendido arredamento interno del lussuoso Hotel, e nessuno sembra interessarsi particolarmente a voi. Presso un camino acceso sono disposte delle poltrone dove attendere il proprio turno leggendo il Times o discutendo con gli altri presenti. su un tavolo molto lungo sono serviti tramezzini con cetriolini e formaggio, tea e caffè nero. 

Per ora una dozzina di candidati attende nella sala, cincischiando vicino alle scale oppure osservandosi attorno.

Oltre alle scale che portano al piano superiore c'è una porta che da ad est e una seconda porta che da ad ovest. Un cartello indica l’ala est e riporta la dicitura “Esposizione Emerson-Marshall”.

 

@ Tutti

Iniziate nell'ordine che preferite. I colloqui sono privati, quindi saranno messi sotto spoiler. Potete anche perdere un po' di tempo chiacchierando con altri candidati o facendo una seconda colazione. Sentitevi liberi di fare ciò che più desiderate, nei limiti del normale.

Detto questo, buona avventura!


  • Risposte 183
  • Creato
  • Ultima risposta
Inviato

Leonard Hofstadter

Aveva dormito poco , l emozione del colloquio lo aveva tenuto sveglio alla sua scrivania fino a tarda notte. Sorseggiando la seconda tazza di caffe' del mattino si rimprovero' per quella leggerezza, d'altro canto, cosa avrebbero potuto chiedergli che gia' non sapesse? inoltre, la mente annebbiata dal sonno non lo avrebbe sicuramente aiutato.

Superato il dedalo di strade che caratterizzava il quartiere di Covent Garden, sbuco' finalmente nel piazzale antistante il Savoy hotel. L attivita' era frenetica, la polizia aveva installato transenne per contenere la folla di aspiranti esploratori e semplici curiosi che numerosi si erano presentati sin dalle prime luci dell alba , creando dei check point per poterne verificare le generalita'.  Quando finalmente riusci' a farsi strada fino al punto di accesso, un poliziotto dal forte accento gallese lo squadro' da capo a piedi prima di riconsegnargli la lettera di convocazione e lasciarlo passare.

"L ingresso del personale di servizio e' sul retro non, l hai ancora imparato?"

Fu la frase di benvenuto dell usciere del prestigioso hotel, un uomo sui trent anni avvolto in un pesante cappotto e dal tipico copricapo a tuba. Leonard guardo' lo  negli occhi, si era abituato a quel tipo di attitudine nei suoi confronti, decise di non replicare, se la fortuna lo avesse assistito sarebbe partito di li a pochi giorni. Gli diede la lettera di convocazione senza distogliere lo sguardo l uomo la osservo' e senza battere ciglio o scusarsi per la rude accoglienza, gli fece cenno di entrare

 Entro' nella hall del Savoy lasciando che il tepore sciogliesse dalle sue membra il freddo dell inverno londinese e dei suoi maleducati cittadini. Passeggio' senza meta per alcuni minuti, rapito dall eleganza e la ricchezza degli arredi prima di raggiungere il punto di raccolta dove alcuni candidati attendevano davanti un grosso camino di essere chiamati. Leonard non era cio' che si definiva un animale sociale, dopo aver salutato cordialmente con un cenno del capo coloro che incrociarono il suo sguardo prese una tazza di tea e si diresse verso l ala est, deciso a visitare l'esposizione e fare cosi' il primo passo nel misterioso Nepal.

Inviato

Herald Assington

Herald amava il freddo umido pungente di Londra. Il suo cuore era da sempre combattuto fra la sua città e il sudest asiatico, che considerava la sua seconda patria.

Quella mattina, dopo aver gustato l’aria mattutina con una passeggiata, aveva preso una carrozza e si era fatto portare fino al Savoy Hotel: durante il viaggio aveva ripassato le domande che si era preparato per iniziare a comporre il suo reportage non badando a ciò che accadeva intorno. Un occhio veloce alla sua nuova macchina fotografica che conservava con cura nella borsa a tracolla, quindi scese ed entrò nell’hotel

Era già stato al Savoy tempo prima per lavoro e come allora apprezzava molto l’ambiente. Si diresse subito all’ala est guardandosi intorno cercando di fissare nella mente le facce degli altri presenti.
Velocemente si diresse alla stanza 25, intenzionato a fare subito il colloquio.


@Narratore

Pronto per il colloquio.

Inviato

@ Leonard  

È la sala dei ricevimenti est ad ospitare la piccola esposizione. Su cinque tavoli sono stati adagiati oggetti peculiari, che senza fallo destano curiosità e scalpore. Alcuni giornalisti stanno osservando con grande attenzione, ma la maggior parte degli individui presenti sono semplici curiosi. In ogni caso due agenti di polizia sono stati posizionati presso ogni tavolo, impedendo de facto a chiunque di toccare i pezzi in esposizione.

Facendovi largo tra i presenti potete osservare con agio ognuno degli oggetti, tutti abbastanza diversi tra loro e dotati di cartellini esplicativi.

 

Il primo è a prima vista un apparecchio telegrafico di ridotte dimensioni, che consiste in un battente di ottone per comunicare con il codice Morse. Bene o male avete già visto oggetti simili, ma il cartellino in inglese, francese e tedesco spiega che questa è una versione brevettata dal noto Nicola Tesla. Stando a ciò che è scritto, questo apparecchio permette una comunicazione chiara e semplice senza l’utilizzo di fili o cavi. La portata utile dell’apparecchio è di ben venti miglia terrestri.

 

Subito dopo viene un oggetto decisamente più massiccio, il cui scopo è sicuramente bellico. A prima vista parrebbe una sorta di piccolo cannone, ma la dicitura sul cartellino lo descrive come “Mortaio Jacobsen-Hanson”. Il peso ridotto di “solo” 61 libbre permette un trasporto agevole, senza ridurre la portata e la potenza dell’arma. Jacobsen, già famoso per altre avveniristiche invenzioni, ha annunciato che porterà con sé altri “giocattoli interessanti” per garantire la sicurezza della Spedizione.

 

Impossibile non notare il terzo pezzo: alcuni potrebbero vederci una sorta di velocipede, ma in verità il sistema di propulsione sembra decisamente più complesso. Costruito da Gottlieb Daimler e battezzato Reitrad, questo apparecchio è in grado di muoversi autonomamente grazie ad un motore a combustione interna di ridotte dimensioni. Utilizzando la benzina come propellente, permette di muoversi ad una velocità di 23 miglia orarie; la forma sottile invece consente di spostarsi in ambienti dove i carri non possono passare e dove i cavalli dovrebbero rallentare notevolmente. Due esemplari saranno inclusi nella Spedizione allo scopo di fornire agili mezzi di esplorazione.

 

Sul quarto tavolo è adagiato uno strumento di forma complessa. Alcuni lacci di cuoio sembrano suggerire che l’aggeggio debba essere indossato sul petto o sulla schiena e assicurato in modo molto efficace. Il grosso dell’apparecchio è formato da un cilindro piatto e largo all’interno del quale si trova una corda avvolta con grande cura, che termina con un rampino a molla. La parte più bizzarra però è una specie di serbatoio allungato, dotato di una piccola manovella retrattile.

Progettati e costruiti su disegno di Mr. Emerson, sono descritti come “Rampini auto-avvolgenti”, e viene descritto come il piccolo motore a combustione interna possa riavvolgere rapidamente la corda: tutto l’apparecchio può reggere con facilità 220 libbre e addirittura sollevarle mentre la corda si riavvolge. Uno strumento ritenuto, a ragione, assai utile per speleologi ed alpinisti.

 

Infine, sull’ultimo tavolo, è adagiato un reperto del tutto diverso dai precedenti. Si tratta infatti di una spada, o meglio della lama di una spada il cui manico è andato evidentemente perduto. Si tratta di un oggetto di incredibile pregio, decorato con grande cura con ghirigori e incisioni. Lunga quasi un metro, brilla come se fosse appena uscita dalla forgia, ma alcune tacche e graffi indicano invece un uso assiduo.

Il laconico bigliettino recita soltanto “Spada cerimoniale in acciaio damascato. Datazione stimata tra il V e il IV secolo a. C. Proviene dal Nepal sud-orientale”.

Sebbene sia difficile valutare con efficacia l’oggetto, si tratta senza dubbio di qualcosa di prezioso e di grande valore storico.

 

Su una delle pareti è stata inoltre attaccata una cartina dell’India e delle terre confinanti, con tracciato un percorso che parte dalla cittadina costiera di Surat, raggiunge Benares nell’oriente del paese e infine giunge al confine con il Nepal. Da qui si dipartono tre ipotetici percorsi, che vanno rispettivamente verso il nord, il centro e il sud del paese. È inevitabile notare che la cartina non riporta nemmeno un toponimo del Nepal, né vi sono segnati elementi orogenici o idrici. 

@ Herald

 Come potevi aspettarti, la stanza dell’hotel è ben arredata, accogliente, pulita e lussuosa in un modo sobrio ed elegante. Un bel tavolo di mogano è stato spostato in centro al piccolo salotto, e sedie imbottite sono poste da ambo i lati lunghi. Una per te, le altre tre occupate da altrettanti individui.

Subito pensi di aver sbagliato stanza, perchè davanti a te siedono tre uomini, di cui due in divisa. 

In centro siede un uomo con folti baffi neri, che porta una benda sull’occhio destro e la divisa della USArmy. Il gagliardetto mostra una tenda indiana e un braccio coperto di armatura che impugna una lancia. Sopra, è ricamato il numero XII. I gradi dell’ufficiale sono quelli di un capitano, ma porta anche tre medaglie al valore, che lo rendono un veterano con un’evidente carriera ben movimentata.

Ai suoi lati sono seduti un sergente inglese con i favoriti sale e pepe e un civile con piccoli occhiali tondi e un sorriso freddo stampato sul volto glabro.

L’uomo in centro si alza e ti porge la mano, dandoti una stretta energica e molto virile.

-Bartholomew Holde, XII Fanteria del Colorado! È un piacere parlare con il nipote di Lord Machlebach! Sedetevi, e prendete un bicchiere di brandy, servitevi senza paura-

Si rivolge poi all’uomo in abiti borghesi:

-Mr. Jenkins, prego, a lei le prime domande-.

L’uomo interpellato si umetta le labbra e apre un piccolo quaderno intonso, impugnando una penna; nel fare tutto ciò, e per tutto il colloquio che seguirà, non cessa mai di fissarti negli occhi.

-Bene Mr…ehm..Assington, cominciamo. Prima di tutto, mi dica le sue generalità, poi ci spieghi per quale motivo desidera partecipare alla Spedizione…ehm…Emerson-Marshall. Prego, parli liberamente-

Inviato

Victor Lowley

Victor correva verso il Savoy, ignaro del freddo di Londra a cui era abituato, sapendo perfettamente di essere in ritardo. All'ingresso notando che c'era ancora gente che veniva smistata si rilassò, eccitato dall'eventuale possibilità di ritornare a viaggiare dopo i lunghi anni di ricerca accademica. Dopo una breve attesa era finalmente in salone ad attendere il suo turno, dove riconobbe molte facce conosciute nel'ambiente scientifico di cui faceva parte, ma non aveva voglia di fermarsi a parlare per cui decise di dirigersi verso la mostra per ammazzare il tempo.

Inviato

@ Victor

 

È la sala dei ricevimenti est ad ospitare la piccola esposizione. Su cinque tavoli sono stati adagiati oggetti peculiari, che senza fallo destano curiosità e scalpore. Alcuni giornalisti stanno osservando con grande attenzione, ma la maggior parte degli individui presenti sono semplici curiosi. In ogni caso due agenti di polizia sono stati posizionati presso ogni tavolo, impedendo de facto a chiunque di toccare i pezzi in esposizione.

Facendovi largo tra i presenti potete osservare con agio ognuno degli oggetti, tutti abbastanza diversi tra loro e dotati di cartellini esplicativi.

 

Il primo è a prima vista un apparecchio telegrafico di ridotte dimensioni, che consiste in un battente di ottone per comunicare con il codice Morse. Bene o male avete già visto oggetti simili, ma il cartellino in inglese, francese e tedesco spiega che questa è una versione brevettata dal noto Nicola Tesla. Stando a ciò che è scritto, questo apparecchio permette una comunicazione chiara e semplice senza l’utilizzo di fili o cavi. La portata utile dell’apparecchio è di ben venti miglia terrestri.

 

Subito dopo viene un oggetto decisamente più massiccio, il cui scopo è sicuramente bellico. A prima vista parrebbe una sorta di piccolo cannone, ma la dicitura sul cartellino lo descrive come “Mortaio Jacobsen-Hanson”. Il peso ridotto di “solo” 61 libbre permette un trasporto agevole, senza ridurre la portata e la potenza dell’arma. Jacobsen, già famoso per altre avveniristiche invenzioni, ha annunciato che porterà con sé altri “giocattoli interessanti” per garantire la sicurezza della Spedizione.

 

Impossibile non notare il terzo pezzo: alcuni potrebbero vederci una sorta di velocipede, ma in verità il sistema di propulsione sembra decisamente più complesso. Costruito da Gottlieb Daimler e battezzato Reitrad, questo apparecchio è in grado di muoversi autonomamente grazie ad un motore a combustione interna di ridotte dimensioni. Utilizzando la benzina come propellente, permette di muoversi ad una velocità di 23 miglia orarie; la forma sottile invece consente di spostarsi in ambienti dove i carri non possono passare e dove i cavalli dovrebbero rallentare notevolmente. Due esemplari saranno inclusi nella Spedizione allo scopo di fornire agili mezzi di esplorazione.

 

Sul quarto tavolo è adagiato uno strumento di forma complessa. Alcuni lacci di cuoio sembrano suggerire che l’aggeggio debba essere indossato sul petto o sulla schiena e assicurato in modo molto efficace. Il grosso dell’apparecchio è formato da un cilindro piatto e largo all’interno del quale si trova una corda avvolta con grande cura, che termina con un rampino a molla. La parte più bizzarra però è una specie di serbatoio allungato, dotato di una piccola manovella retrattile.

Progettati e costruiti su disegno di Mr. Emerson, sono descritti come “Rampini auto-avvolgenti”, e viene descritto come il piccolo motore a combustione interna possa riavvolgere rapidamente la corda: tutto l’apparecchio può reggere con facilità 220 libbre e addirittura sollevarle mentre la corda si riavvolge. Uno strumento ritenuto, a ragione, assai utile per speleologi ed alpinisti.

 

Infine, sull’ultimo tavolo, è adagiato un reperto del tutto diverso dai precedenti. Si tratta infatti di una spada, o meglio della lama di una spada il cui manico è andato evidentemente perduto. Si tratta di un oggetto di incredibile pregio, decorato con grande cura con ghirigori e incisioni. Lunga quasi un metro, brilla come se fosse appena uscita dalla forgia, ma alcune tacche e graffi indicano invece un uso assiduo.

Il laconico bigliettino recita soltanto “Spada cerimoniale in acciaio damascato. Datazione stimata tra il V e il IV secolo a. C. Proviene dal Nepal sud-orientale”.

Sebbene sia difficile valutare con efficacia l’oggetto, si tratta senza dubbio di qualcosa di prezioso e di grande valore storico.

 

Su una delle pareti è stata inoltre attaccata una cartina dell’India e delle terre confinanti, con tracciato un percorso che parte dalla cittadina costiera di Surat, raggiunge Benares nell’oriente del paese e infine giunge al confine con il Nepal. Da qui si dipartono tre ipotetici percorsi, che vanno rispettivamente verso il nord, il centro e il sud del paese. È inevitabile notare che la cartina non riporta nemmeno un toponimo del Nepal, né vi sono segnati elementi orogenici o idrici. 

Inviato

Herald Assington

@Narratore

Herald estrasse una veloce sigaretta dalla tasca della giacca e la accese prendendosi il tempo necessario.

Dovreste aver ricevuto dal Times le mie credenziali ed il mio accreditamento” disse con voce sicura “Il Times mi ha scelto per questa impresa per il mio passato che mi ha già portato in quei luoghi e per la mia conoscenza della lingua. Quello che mi chiedono, che voi penso cerchiate da me e che io vi darò, è la mia capacità di raccontare questa ardita missione alla gente, così che imperituri rimangano i ricordi di quanto accadrà. E di documentarle, se serve, con il miracolo tecnologico della fotografia, che ormai i giornali non possono ignorare.”
Poi fece una pausa per una boccata.
Certo anche il mio amore per quei luoghi mi ha spinto personalmente a propormi” concluse guardando i suoi interlocutori negli occhi

Inviato

@ Herald 

Mr Jenkins, l'uomo glabro, ascolta con attenzione e annota ogni tua singola parola, con una rapidità e una precisione incredibile. Tu stesso, che come reporter hai la mano rapida nello scrivere, non saresti in grado di eguagliarlo, non senza guardare il foglio almeno una volta o due. 

"Si, bene. Questo è quello che ci è stato detto. Passiamo ad altro. Si sarà chiesto il perchè di questo...ehm...colloquio. io sono qui in rappresentanza del signor...ehm...Marshall. Mentre Mr. Emerson giungerà in città domani per parlare con gli uomini selezionati, il mio cliente è...ehm...indisposto.

Ma questo non le deve interessare. Arriviamo al sodo: noi siamo interessati alla vostra partecipazione. Le vostre qualifiche sono ineccepibili. Ma abbiamo bisogno di una conferma da parte vostra."

L'uomo estrae un foglio da un registro e te lo pone. 

Si tratta di un contratto vincolante che, una volta firmato, ti imporrebbe la completa riservatezza su ogni informazione inerente la Spedizione. Non potrai parlare della Spedizione e non potrai scrivere della Spedizione. Solo al ritorno potrai produrre un qualsiasi numero di articoli, saggi o anche libri. Avrai l'esclusiva dell'evento e tutti i proventi dai sopracitati articoli, saggi o libri saranno tuoi. 

Tutti i tuoi lavori dovranno prima essere visionati da rappresentanti di Mr. Emerson e Mr. Marshall.

Il tuo compenso sarà di 30 sterline, più un bonus di 2 sterline per ogni fotografia di qualità.

"Bene, Mr...ehm...Assington. Se ha domande, chieda. Se invece ha capito tutto, firmi".

Inviato

Leonard Hofstadter

@ Narratore

La sala che ospitava la piccola esposizione si rivelo' quasi piu' gremita della hall stessa, curiosi e giornalisti si accalcavano dinnanzi ai tavoli cercando di guadagnare una posizione che gli permettesse di osservare gli oggetti e prendere appunti. La stazza minuta e l apparenza non proprio minacciosa permisero al giovane medico di raggiungere abbastanza facilmente i tavoli espositivi. Leonard era un uomo di scienza ed anche se le meraviglie esposte non impattavano direttamente il suo campo di studi, rimase alcuni minuti ad osservarle rapito dalle loro forme futuristiche, invidioso della scintilla di genio che aveva colpito i loro inventori permettendogli di creare oggetti tanto meravigliosi. Si soffermo' poi sulla lama, il piu' comune degli oggetti esposti ma non per questo meno affascinante. Aveva visto decine di spade durante la sua permanenza in cina, la forgiatura delle lame era considerata quasi una religione stessa a quelle latitudini, ma la lama esposta aveva un che di ipnotico. Si ritrovo' a seguire con gli occhi le linee sinuose degli intarsi, viaggiando con la fantasia nel tentativo di immaginare quali cerimonie fossero officiate servendosi di quell arma. 

Terminata la visita la smania di iniziare era divenuta incontenibile, usci dalla sala, chiese indicazioni circa la l ubicazione della stanza 28 e vi si diresse di buon passo 

Inviato

@ Leonard 

Come potevi aspettarti, la stanza dell’hotel è ben arredata, accogliente, pulita e lussuosa in un modo sobrio ed elegante. Un bel tavolo di mogano è stato spostato in centro al piccolo salotto, e sedie imbottite sono poste da ambo i lati lunghi. Una per te, le altre tre occupate da altrettanti individui.

Il posto centrale è occupato da un uomo molto alto e magro, con corti capelli biondi, una vistosa stempiatura e una barba ben curata. Indossa abiti di buona fattura ma logori e indossati con poca cura.

Ai suoi lati sono seduti due individui molto più anziani, con grandi barbe bianche e occhiali spessi: uno ti è sconosciuto mentre l’altro lo riconosci immediatamente. È infatti il dottor Harold Sarkley, un luminare nell’ambito della chirurgia, scrittore di numerosi saggi e stimato professore di antropologia ad Oxford.

Tutti e tre si alzano in piedi e si presentano. Mentre l’altro attempato professore si presenta come Johnathan Elsbury, il più giovane ha un nome (e un accento) decisamente nordico. Hai davanti il controverso genio della meccanica e della chimica, Haakon Jacobsen. Come hai sentito dire, è un individuo freddo e asociale, un uomo che preferisce di gran lunga il metallo alla carne umana. Nonostante la situazione informale si dimostra tutt’altro che amichevole.

"Bene, Mr. Hofstadter, abbiamo letto i vostri lavori. Non posso dirmi un esperto della materia, ma mi è stato spiegato da Mr. Sarkley che siete un individuo promettente. La vostra utilità per la Spedizione è indubbia, ma ci chiediamo cosa vi spinga a parteciparvi".

 

Inviato

Leonard 

@ Narratore

Giunto al secondo piano ed attraversato un corridoio lastricato di marmo rosa dal forte odore di lavanda e candeggina, il giovane meddico giunse finalmente nei locali dove si sarebbero tenuti i colloqui. Ad accoglierlo nella lussuosa stanza dell hotel vi era tre persone, Leonard riconobbe subito una di esse come il professor Sarkley, illustre collega e reggente della cattedra di chirurgia presso l universita' di Oxford. Con sua grande sorpresa fu il piu' giovane a prendere la parola, aveva gia' sentito parlare del professor Jocobsen, un luminare nel suo campo di studi, un po meno nel campo delle buone maniere.

"E' un onore fare la vostra conoscenza professor Jacobsen, e ringrazio lo stimato profesor Sarkley per le referenze. Al di la' della mia vasta esperienza nell ambito della chirurgia da campo, maturata in contesti simili, ritengo che sia nostro dovere verso la comunita' scientifica e verso la salute pubblica documentare da un punto di vista biologico e virologico zone che ad oggi sono tutt ora  un mistero dal punto di vista medico. La storia ci insegna che l umanita' ha piu' volte rischiato l estinzione a causa di mali non documentati, il mondo vede l inghilterra come un faro di speranza puntato verso il futuro, una terra promessa che potrebbe essere presto meta di flussi migratori di vaste proporzioni, il nostro dovere di sudditi della corona e di stimati membri dell intellighenzia europea e' quello di preparare la nostra nazione a questi eventi ."

Leonard non si riteneva un fedele suddito della corona, ripete' quelle frasi come un bambino ripeteva la poesia di natale ai parenti, cercando di apparire il piu' convinto e motivato possibile

Inviato

Victor Lowley

@Narratore

Victor esaminò con attenzione tutta la mostra, ben sapendo l'importanza di molte figure che avevano contribuito alla sua esecuzione, notando un gran numero di persone. Ben presto decise che era il momento di andare e si diresse verso la stanza 28, ripassando mentalmente tutto ciò che gli poteva servire per superare il colloquio,  promettendosi che uno dei posti disponibili sarebbe stato suo.

Inviato

@ Leonard

 

Dopo aver sentito tutte le tue risposte i tre scienziati si scambiano qualche frase sussurrata, ma annuiscono quasi subito mostrando approvazione per ciò che hai detto. Quindi Jacobsen si rivolge di nuovo a te.

"Molto bene, siamo felici di poterle assicurare un posto nella nostra Spedizione. Io sarò il responsabile dell’elemento scientifico, ma intendo lasciarvi completa libertà nel vostro ambito accademico. Ma io punto sempre sempre il massimo, e pretendo lo stesso da chi lavora con me. Vedete di non deludermi. Se vi stanno bene queste condizioni, potete considerarvi assunto. Il vostro compenso verrà discusso dopo l’annuncio ufficiale dei partecipanti. Tornate qui domani, alla stessa ora, e vi forniremo tutte le informazioni necessarie, e il biglietto per l’India. Arrivederci".

 I tre ti stringono la mano: nel farlo Jacobsen ci mette forse un poco di forza in più del necessario.
 Se non hai nulla da replicare, ti viene fatto cenno di lasciare la stanza.

@ Victor 

Sali rapidamente le scale per raggiungere la stanza 28, ma la trovi occupata. Un ragazzo con la livrea dell'Hotel ti spiega che attualmente uno dei candidati è sotto esame. Ti chiede gentilmente di aspettare un poco più in là, per garantire la privacy necessaria alla conversazione.

Mentre aspetti ubbidiente, un uomo anziano dalla rossiccia si avvicina con fare amichevole. indossa una giacca beige un po' fuori moda e porta sotto braccio una scacchiera portatile. Ti porge la mano e sorride:

"Mi scusi per intromisione. Lei è candidato, si? Il mio nome è Costinel Mihailic,  sono in ricerca di Mr. Jacobsen. Voi conoscete, si?"

Inviato

Herald Assington

@Narratore

Il giornalista prese il foglio e lo rilesse più volte.

Io ho un contratto con il Times” riprese serio “che mi obbliga ad una fedeltà nei loro confronti e ad alcune notizie sui progressi della spedizione da pubblicare regolarmente. Dobbiamo trovare una mediazione su questo punto”

Si fermò a pensare

Sono disponibile a scrivere articoli generici in viaggio, che non riguardino la spedizione ma solo il folclore locale, ovviamene da far rivedere a vostri rappresentanti prima di essere inviati. Per quanto riguarda il ritorno, la censura che mi imponete è troppo opprimente: datemi un limite temporale su cui si applica. Tre anni? Cinque anni? proponete. Poi sarò libero di scrivere ciò che voglio” concluse

Nervosamente spense la sigaretta e ne accese una nuova.

Inviato

Leonard

@ Narratore

Ce l aveva fatta, sarebbe partito, avrebbe finalmente lasciato quella citta bigotta. Strinse la mano ai tre professori mostrando un moderato e professionale entusiasmo ed usci' dalla stanza dei colloqui. Torno' a casa camminando, fu una camminata lunga, il giovane medico si fermo' ad osservare ogni angolo della londra vittoriana cercando di imprimere nella sua mente i dettagli piu' belli, raggiunta la sua abitazione si preparo' una tazza di tea caldo, si sedette alla sua scrivania, prese un foglio di carta da lettere dal cassetto ed inizio' a scrivere.

Inviato

Victor Lowley

@‌Narratore

Victor strinse la mano, chiedendosi da dove potesse venire l'uomo in quanto non ne ricobbe l'accento, rispondendo: "Purtroppo no! L'unico Jacobsen che ho mai sentito è lo sviluppatore del mortaio in mostra dall'altra parte del Savoy, e comunque è stata la prima volta in cui ho sentito questo nome. Come mai vuole saperlo?".  Non si fidava dell'uomo  poichè sapeva benissimo che, come  in molte altre spedizioni scientifiche, c'erano persone che volevano ottenere dei vantaggi in maniera non legale oppure avevano interesse nell'ottenere informazioni private.

 

Inviato

@Herald 

L'uomo ti osserva freddamente, e la bocca gli si piega in una smorfia antipatica. Ma quanto riprende a parlare, non perde il suo freddo tono professionale.

"Non le poniamo veti sulle semplici descrizioni. Per tutto il viaggio da Londra a...ehm...Benares potrà scrivere e pubblicare ciò che vorrà. Una volta giunto in Nepal dovrà invece mantenere il...ehm...silenzio stampa. Del resto, le comunicazioni non saranno facili; sono barbari, lì. 
Una volta tornato dalla spedizione, appunto, potrà invece pubblicare tutto ciò che vorrà. Articoli, appunto, ma anche...ehm...romanzi, diari o saggi. Siamo sicuri della vostra integrità professionale: siamo sicuri che pubblicherà solo la verità. 
Per questo i nostri esperti potranno visionare i vostri scritti senza problemi, sicuri di non dover alterarne il contenuto. Non è una forma di...ehm...censura. La veda più come un'assicurazione che chiediamo, offrendole in cambio piena fiducia e libera mano nella questione. 
Si ricordi che avrà l'esclusiva".

Notando evidentemente la scarsa comprensione che Mr. Jenkins sembra offrirti, il sergente dai folti baffi prende stancamente la parola. Il forte accento gallese accompagna parole più cortesi.

"Non vogliamo imporle nulla, Mr. Assington. Questi vincoli servono solo per evitare cattiva pubblicità all Spedizione. Domani, quando si terrà la riunione dei partecipanti, vi sarà chiarito tutto. Per Giove, noi vogliamo che un uomo del vostro calibro ci accompagni! Di sicuro non intendiamo porle dei limiti. 
Giovanotto, si parla pur sempre dell'esclusiva sull'evento: sarete il solo ed unico a parlarne nel mondo intero!"

@Victor   

"Mi scuso, non sono stato chiaro, mia colpa. Io lavoro per Mr. Emerson e lavoro per lui su questa Spedizione. Sono tropo vechio per partire, vero, ma mia filia è glotologa di spedizione. Volevo dire a Mr. Jacobsen che noi non abiamo candidati che sano cinese. Se per caso qualche uomo presenta questo particolare, sarebe buona cosa...come si dice...asumerlo?"

Per quanto tu possa capire, questo anziano individuo ha tutto sommato una pronuncia comprensibile e modo cortesi. Probabilmente è istruito, ma non riesci a comprendere l'origine. Il cognome ha una sonorità balcanica, ma non riesci ad essere più specifico.

Inviato

Victor Lowley

@Narratore

Victor si rilassò leggermente, non ancora completamente a proprio agio ma più bendisposto verso l'uomo. "Purtroppo non conosco nessuno con questa capacità, ma se mancasse una figura del genere sarebbe un grave problema per la spedizione in quanto mancherebbero i mezzi di comunicazione con la popolazione. Sinceramente penso che sarebbe buona cosa assumerne uno. Se posso essere indiscreto lei di dove è originario?"

Inviato

@ Victor  

"No, non sarebe groso problema. Nepal è paese dove lingua è...strana. Ma melio sapere lingue di paesi confinanti, molti cinesi portano merci in Nepal. Anche qualche indiano. Ma mia filia conosce Hindi. Georghita molto brava, conosce bene anche inglese, più melio di me.
Io, vengo da Romania...lei è nata qui e non sembra buffa quando parla. Ma prego, mi scusi, non le ho nemeno chiesto nome! Perdoni mia cativa educazione!"

Sembra meditare un po' su ciò che ha appena detto, poi alza le spalle.

"Se vuole, può perdonarmi dopo tuo coloquio, le ofro qualcosa da bere, si? Magari lei entra in Spedizione. Mi sembra bravo giovanoto, caro filiolo".

Inviato

Herald Assington

@Narratore

Vada per il silenzio stampa” disse il giornalista “E vada per la censura, anche se preferite non chiamarla così. Ma se al ritorno non mi permetterete di pubblicare nulla l’esclusiva mi sarà davvero poco utile… E stante a quanto scrivete qui è una possibilità che voglio mettere in conto”

Poi si rivolse direttamente al gallese “Non mi fraintenda neanche lei. Io voglio partecipare a questa spedizione, tuttavia voglio essere certo che ci siano dei punti fermi, come lo volete voi”

un punto di mediazione va trovato’ pensò il londinese accendendo l’ennesima sigaretta.

@Narratore come giocatore

Se sto esagerando dimmelo.

Archiviata

Questa discussione è archiviata ed è chiusa alle risposte.

×
×
  • Crea nuovo...