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1 ora fa, greymatter ha scritto:

Anche questa la trovo molto interessante come risposta. Vedo e conosco un sacco di giocatori di D&D 3.5 che dicono di preferire avventure con molto roleplaying (o comunque più ruolo che combattimento), e trovo interessante che questi stessi giocatori adottino D&D 3.5 come sistema di scelta, che è molto croccante e ha una grande attenzione al combattimento. Ora, è ovvio che la presenza di regole per il combattimento non ti "intralcia" se vuoi fare una campagna con molto roleplaying (semplicemente, le ignori quando non ti servono); tuttavia, mi sembra un po' come prendere un monster truck per andare all'edicola in fondo alla strada. (Spero che tu non prenda questo paragone per il verso sbagliato - non vuole essere infiammatorio/polemico, e mi scuso in anticipo se risulta tale; in questo caso, posso rimuoverlo o cambiarlo). Non pensi che un sistema più leggero sarebbe più adatto per un gioco del genere? è una domanda neutra e non retorica, sono interessato a sentire la tua risposta.

Sicuramente un sistema più leggero sarebbe più gestibile, ma:

1) Cambiare sistema vuol dire modificare tutta l'ambientazione come già detto nelle problematiche di sopra.
2) Essendoci abituato non vedo tutta questa complessità. Anche perché nel caso di dubbi amletici sulle regole si va a buon senso, le regole non sono mai obbligatorie.
3) Il fatto che prediliga il roleplay non vuol dire che non ci siano pezzi di sane mazzate. Ho masterizzato giusto quest'anno un'avventura epico-apocalittica dove un trio malefico progettava di consegnare il mondo all'Entropia e i PG si facevano strada a suon di mazzate tra fiume di non morti e demoni inviati dall'entropia in una terra ormai devastata da questa "piaga". Di ruolaggio ce n'era poco e anche se valorizzato in tutte le sessioni c'erano combattimenti.

Diciamo che se dovessi partire da zero, potrei valutare un sistema diverso.

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Rispondo alla premessa del post: personalmente non ho interesse a muovermi ad un altro sistema di pari complessità perché da un lato mi manca il tempo, dall'altro non ne sento il bisogno, dato che faccio con la 3.5 tutto quello di cui ho bisogno. Potrei imparare tutti i talenti/CdP di pathfinder, ma sarebbe inutile perché non penso sarebbe più divertente della 3.5.

Rispondo al quote su di me: hai ragione in parte. Lo sbilanciamento c'è fin dai primi livelli (spruzzo colorato, sonno, polvere luccicante, ray of stupidity, nebbia solida etc.), solo che è meno scenico. Sicuramente diventa più accentuato agli alti livelli, ma penso non sia del tutto ingestibile, con un bravo master. In ogni caso anche quando il gioco si sbilancia tanto non trovo che sia un fattore così negativo, a me i sistemi di questo tipo piacciono (anche se ammetto che alcune cose sono eccessive, in questo caso).

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3 ore fa, Costantine10 ha scritto:

Se proprio dovessi consigliare un D&D, consiglierei la 5th a dei novizi per 3 motivi:

1-sistema simile alla 3.x ma semplice( non semplificativo), possiamo dire più userfriendly

2-supporto on-line da parte del produttore( UA escono ogni mese e sono free)

3-un migliore bilanciamento tra le classi( insomma se faccio un fighter o un rogue non mi sentirò meno "utile" o meno potente di un mago o druido ecc ecc).

 

Se dovessi consigliare dei neofiti su un gdr fantasy consiglierei One Ring a man basse.

Se dovessi consigliare un GDR a dei neofiti D&d non sarebbe nemmeno nella mia TOP TEN.

Un paio di considerazioni:

Veri i motivi che ti spingono a consigliare D&D 5th ai novizi, ma tralasci il fattore linguistico. Non c'è una localizzazione in italiano e tantissimi giocatori (molti anche di mia conoscenza) non hanno voglia o competenza per leggere e imparare un regolamento in inglese. Ergo in Italia non tira. E' un dato di fatto. 

One Ring. Letto e giocato. Il feeling della Terra di Mezzo c'è. Il gioco è buono per one shot di 10 sessioni e il manuale è organizzato e strutturato in maniera pessima a mio parere. Va bene per degli intermezzi tra una campagna di D&D e l'altra.

PS. sono fan sfegatato della 5th edition, non particolarmente amante della 3.5 (anche se ci ho giocato per anni) e tolkieniano integralista nonchè co-fondatore del presidio culturale/blog Decumano Sud. 

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In questo momento, Norseman ha scritto:

Un paio di considerazioni:

Veri i motivi che ti spingono a consigliare D&D 5th ai novizi, ma tralasci il fattore linguistico. Non c'è una localizzazione in italiano e tantissimi giocatori (molti anche di mia conoscenza) non hanno voglia o competenza per leggere e imparare un regolamento in inglese. Ergo in Italia non tira. E' un dato di fatto. 

One Ring. Letto e giocato. Il feeling della Terra di Mezzo c'è. Il gioco è buono per one shot di 10 sessioni e il manuale è organizzato e strutturato in maniera pessima a mio parere. Va bene per degli intermezzi tra una campagna di D&D e l'altra.

PS. sono fan sfegatato della 5th edition, non particolarmente amante della 3.5 (anche se ci ho giocato per anni) e tolkieniano integralista nonchè co-fondatore del presidio culturale/blog Decumano Sud. 

One Ring: l'hai giocato "male" visto che è due anni che stiamo giocando la solita campagna, praticamente stiamo snoccialando tutti gli eventi compresi tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. 5th edizione si trova tradotta in Italiano, non il cartaceo, ma qualche pazzo l'ha tradotta e messa su internet. Non so se posso linkarla. One Ring: il Manuale( quello da  50.00 Euroe passa ) è suddiviso in due manuali 1 per la sola lettura del DM ed 1 anche per i giocatori. Quello per i giocatori presenta come creare il PG nella prima parte e come avanzarlo nella seconda. Nella terza parte ci sono le regole per il combattimento ed il viaggio. Niente di complesso. Poi in fondo al libro c'è l'indice analitico. One Ring è più narrativo di D&D posso capire il feeling "è solo per oneshot", non ci si sente come ad avanzare a D&d e mettere numeri su numeri.

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1 minuto fa, Costantine10 ha scritto:

One Ring: l'hai giocato "male" visto che è due anni che stiamo giocando la solita campagna, praticamente stiamo snoccialando tutti gli eventi compresi tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. 5th edizione si trova tradotta in Italiano, non il cartaceo, ma qualche pazzo l'ha tradotta e messa su internet. Non so se posso linkarla. One Ring: il Manuale( quello da  50.00 Euroe passa ) è suddiviso in due manuali 1 per la sola lettura del DM ed 1 anche per i giocatori. Quello per i giocatori presenta come creare il PG nella prima parte e come avanzarlo nella seconda. Nella terza parte ci sono le regole per il combattimento ed il viaggio. Niente di complesso. Poi in fondo al libro c'è l'indice analitico. One Ring è più narrativo di D&D posso capire il feeling "è solo per oneshot", non ci si sente come ad avanzare a D&d e mettere numeri su numeri.

Probabilmente l'ho giocato male, o meglio, forse il gruppo con cui l'ho giocato cerca in un GdR qualcosa di diverso dal feeling proposto da Nepitello. Ciononostante credo che proprio la suddivisione dei capitoli e dei paragrafi sia un po' confusionale e poco pratica (ora non ricordo esattamente e non posso farti esempi: non sono nemmeno a casa e non ho i manuali con me ovviamente). Credo ci si possa divertire molto ma col gruppo giusto. Non la vedo come un'alternativa a D&D 3.5 ma nemmeno a D&D 5th perchè presenta, come giustamente scrivi tu, un approccio totalemente focalizzato sulla narrazione, dunque non adatto al gruppo che si diverte con stat e build, con oggetti magici e tesori.

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In questo momento, Norseman ha scritto:

Probabilmente l'ho giocato male, o meglio, forse il gruppo con cui l'ho giocato cerca in un GdR qualcosa di diverso dal feeling proposto da Nepitello. Ciononostante credo che proprio la suddivisione dei capitoli e dei paragrafi sia un po' confusionale e poco pratica (ora non ricordo esattamente e non posso farti esempi: non sono nemmeno a casa e non ho i manuali con me ovviamente). Credo ci si possa divertire molto ma col gruppo giusto. Non la vedo come un'alternativa a D&D 3.5 ma nemmeno a D&D 5th perchè presenta, come giustamente scrivi tu, un approccio totalemente focalizzato sulla narrazione, dunque non adatto al gruppo che si diverte con stat e build, con oggetti magici e tesori.

Se sono in cerca di stat build e tesori allora consiglierei Numenera(capolavoro assoluto) .  D&D sta cercando di rinnovarsi( penso all'ispirazione), ma è sempre troppo legato al concetto di scheda e numeri. La maggior parte dei GDR che escono ora e che vengono premiati alle fiere si allontanano molto dal feeling di D&D. Al comics( per fare un esempio) l'ultimo premio che D&D vinse fu con la 4th alla sua uscita.

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5 ore fa, greymatter ha scritto:

Giuste osservazioni (soprattutto quella degli stili di combattimento). Capisco molto bene queste tue riserve; sono le stesse che avevo anche io e che in ultimo hanno contribuito a farmi allontanare dalla 3.5, insieme ad altre cose. Capisco anche comunque che se per te l'edizione funziona, e continui a divertirti, non ci siano ragioni forti per cambiare.

Al riguardo do una specifica. Io mi diverto proprio perché nonostante tutto reputo che in 3.5 esistano quei "trucchetti" per riuscire a far brillare ogni personaggio, ogni stile. 
Uno su tutti, l'ottimizzazione. Il mio paladino elfo spada&scudo normalmente sarebbe stato inutile vicino al barbaro ubercharger di un compagno, ma quando inizio ad usare Scudo Divino e Maestria, ad avere come danno 1d8+15 (senza bonus magici, semplicemente somma Forza, Destrezza, Intelligenza e Carisma, questa ultima statistica per via di un oggetto) a botta e tenendo ad una CA di 34 senza tanti problemi posso giocare e ruolare il mio personaggio senza stare lì a mangiarmi le dita perché non ho giocato l'ennesimo mago trasmutatore o chierico.

Insomma, dipende da cosa si cerca. Io poi personalmente non faccio testo. Ho gusti talmente vari che giocherei a un po' di tutto. Partecipo ad un torneo di GDR nella mia città soltanto per provare nuovi sistemi, nuovi giochi e nuove ambientazioni. Mi piace sperimentare esperienze di gioco nuove e, con il DM adatto, la 3.5 è sempre buona per questo. 
Non ho giocato ancora tutte le mie idee per l'edizione, e finché ne avrò penso che le sfrutterò a dovere. 
Magari nel frattempo mi unirò ad un gruppo che gioca in 5^, o ad altri giochi più interpretativi e snelli (in vita mia devo giocare Vampiri, ma non ho mai avuto l'occasione), ma non per questo rinnegherò i bei 15 minuti spesi a compilare una scheda e a vedere cosa programmavo di dare al PG. 
Perché, dopotutto, non ditemi che è divertente anche questo ahahahahha!

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@Aeveer: 15 minuti? Penso complessivamente di aver speso sulla scheda del mio attuale PG (di 7° partito al 5°, non di 20°) almeno 10 ore tranquille tra poteri, incantesimi, talenti, varianti di classe, razza, archetipi, abilità e via dicendo (è anche un po' più complesso perché è essenzialmente un gestalt). E non conto i tempi di salita di livello (ormai abbastanza brevi). E onestamente la trovo una delle parti più divertenti, anche dopo aver buildato centinaia di PG/PNG.

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In 24/11/2015, 19:29:54 , greymatter ha scritto:
  • perché state giocando a D&D 3.5?

Perché è la più variegata, che pure con tutti i suoi limiti, incoerenze e contraddizioni, consente un maggiore realismo (specie adottando un po di varianti ufficiali) e permette di ricreare praticamente qualunque personaggio di film o libro si abbia letto.

Cita
  • Sareste idealmente interessati a provare altro o proprio non vi interessa?  In particolare: conoscete D&D 5E? vi incuriosisce?

No. In ogni caso per alcun circostanze ho dovuto sfogliare i manuali di PathFinder e D&D 4 e 5 e mi sembrano ridicoli. Se penso al mio amico il quale ogni volta con tanto entusiasmo mi parla della 5.0, perché ha eliminato una marea di regole e meccaniche "così il gioco e più semplice!", mi fa tanta tenerezza.

Cita
  • Avete pensato seriamente (in passato) o state pensando (adesso) di passare ad altri gdr (es. Pathfinder o D&D 5e)? Se sì, cos'è che vi ha frenato/che vi frena?

Mi incuriosisce RoleMaster, ma non saprei dove trovare i giocatori. Tutti gli altri sono semplicistici.

Cita
  • Infine: pensate che questa popolarità continuerà a durare o pensate che i giocatori di D&D 3.5 si ridurranno (a breve/medio/lungo termine)?

Credo e spero non si ridurranno mai, anzi spero o mi illudo un giorno la WotC possa fare ammenda per il tradimento perpetrato ai danni dei giocatori della 3.5. Che ricominci a produrre materiale per quella edizione (con lo stesso nome o con un altro per salvare la faccia, non mi interessa) e che lo faccia allo scopo di migliorare, integrare e arricchire ulteriormente le meccaniche, non per renderle "più semplici".

Ciao, MadLuke.

Modificato da MadLuke
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10 ore fa, greymatter ha scritto:

Trovo alcune di queste risposte curiose e un po' idiosincrasiche (sebbene me le immaginassi). Cioè, da una parte abbiamo giocatori che amano la 3.5 per la complessità; dall'altra, questi stessi giocatori non hanno intenzione di provare un sistema diverso perché non vogliono impararne un altro da capo. Non so, la trovo una prospettiva singolare, sebbene ne capisca i motivi. Nel senso, da un lato mi aspetterei che un giocatore che apprezza i sistemi complessi non abbia grossi problemi a imparare altri sistemi complessi (e lo dico perché io stesso apprezzo i giochi croccanti e mi sono divertito quando sono arrivato a studiarmi GURPS e Shadowrun!). Cioè, un gioco complesso ha una bassa barriera di entrata per qualcuno che i sistemi complessi li apprezza. Dall'altro, mi aspetterei che qualcuno che non ha voglia di imparare molti sistemi tenda a preferire sistemi semplici perché sono immediati e semplici da imparare.

Credo che l'apprezzamento e la capacità di comprensione dei "sistemi complessi" vada scollegato dalla voglia di farlo. Per dire a me è sempre piaciuto suonare la tastiera, e probabilmente se avessi preso lezioni di pianoforte seriamente sarei diventato molto bravo. Invece non l'ho fatto, perché evidentemente non ero abbastanza motivato (in assoluto, o in relazione ai miei altri interessi).

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Quella che segue è una sacrosanta verità:

Cita

Chi si diverte con D&D 3.5 dovrebbe continuare a giocare con D&D 3.5. Nessuno dovrebbe lasciarsi influenzare da chi va in giro a evangelizzare e decretare paternalisticamente cos'è divertente e cosa no (fanboy forgiti, sto guardando voi); se giochi di ruolo con qualcosa che non ti diverte, hai tipo scoperto l'unico modo per farlo male. Detto questo, mentre penso che sia giusto rifiutare *atteggiamenti*, penso che non si dovrebbero rifiutare giochi. In altre parole: per quanto irritanti possano essere i fanboy del gioco del momento (es. Dungeon World), rifiuta l'atteggiamento dei fanboy, ma non rifiutare il gioco. Il gioco provalo per conto tuo, e giudica se ti può piacere o no.

E lo scrivo da appassionato di D&D 5a Edizione. Nessuno dovrebbe mai provare ad imporre agli altri il proprio gioco preferito. Può provare a consigliare, ma agli altri va lasciata la libertà di decidere liberamente il gioco che preferiscono giocare (certo, come mi scriveva fenna in un altro topic, può risultare un peccato non darsi la possibilità di sperimentare un po').

Detto questo, qui di seguito faccio la mia semplice analisi delle risposte, in maniera simile a quanto fatto da Greymatter, ovvero per cercare di spiegare quelle che, secondo la mia opinione, sono le motivazioni di certe scelte anzichè altre. Non è un giudizio sulla 3.5 e sicuramente non è un commento negativo verso coloro che giocano alla 3.5 (ci mancherebbe).

 

Le persone sono naturalmente conservatrici: si considera sempre preferibile scegliere il già conosciuto e controllabile, allo sconosciuto e difficile da giudicare (perchè nuovo). Non mi stupisce, quindi, che diversi utenti abbiano affermato di preferire di rimanere nella 3.5 perchè hanno faticato ad apprendere quel regolamento, dunque non vogliono dover impazzire dietro al doversi studiare un regolamento completamente nuovo. Per lo stesso motivo, non mi stupisce che diversi altri abbiano messo in evidenza il loro amore per la 3.5. Oltre ad essere una cosa legittima e più che comprensibile, mette in evidenza la tendenza conservatrice delle persone a scegliere di rimanere con il "primo amore", piuttosto che scambiarlo con qualcos'altro di sconosciuto e percepito come "non necessariamente all'altezza". Quando una persona ha imparato ad amare una cosa, difficilmente deciderà di cambiare. La gente ha bisogno di un motivo davvero valido per cambiare e, anche quando questo motivo c'è, quello che vince alla fine è il proprio gusto: si sceglie prima di tutto ciò con cui si è più in confidenza e che più ci piace.


La questione dell'amore per la complessità, invece, è una questione legata al gusto specifico di alcuni giocatori, che per passione personale preferiscono sistemi più complessi a sistemi più semplici. Ha lo stesso peso dell'amore di altri per l'estrema semplificazione dei regolamenti. Non dipende, secondo me, tanto dal fatto che si giochi o meno con la 3.5, ma semplicemente dal modo in cui il singolo giocatore ha imparato a giocare di ruolo: mentre alcuni hanno scoperto di preferire sistemi che riducono il più possibile il lavoro di gestione del regolamento, altri hanno invece scoperto di amare quei sistemi che garantiscono strumenti complessi con cui si può ottenere tutto ciò di cui hanno bisogno.
Secondo me, se davvero la complessità è un motivo per cui questi giocatori rifiutano giochi nuovi, lo è semplicemente per il fatto che negli ultimi anni i nuovi giochi hanno teso sempre di più a semplificare i regolamenti. I giocatori che amano i sistemi complessi, quindi, saranno inevitabilmente meno portati ad anche solo considerare l'idea di provare quei giochi nuovi dal sistema semplificato.

 

infine, c'è un altro fattore che secondo me è importante considerare: il fatto che D&D 3.5 rimane attualmente l'edizione di D&D più longeva e - contemporaneamente - quella più famosa. La fama di un Gdr attira pubblico e fa in modo che i suoi fan rimangano numerosi nel tempo. Già D&D è il Gdr più famoso al mondo. A questo c'è da aggiungere il fatto che D&D 3.5 è nato nel 2000 ed è ancora oggi il sistema più conosciuto (complici l'OGL e Pathfinder, che ne hanno prolungato la fama anche dopo la conclusione della pubblicazione ufficiale). Inoltre, a tutto questo bisogna aggiungere che, contrariamente alle edizioni ancora precedenti, D&D 3.5 ha fin da subito potuto contare sul supporto di internet. E' molto più facile tenere in vita un Gdr se questo prodotto viene costantemente pubblicizzato e condiviso tramite internet, attraverso il passaparola degli utenti.

Ci sarebbe, poi, da considerare la "debolezza" della concorrenza per chiudere il cerchio:

  • Come scritto da qualcuno qui in giro, Pathfinder subisce il problema dell'avere un nome diverso da D&D.
  • La 4a Edizione ha seguito una strada troppo radicalmente diversa per poter essere facilmente accettata.
  • La 5a Edizione paga il non avere una traduzione ufficiale e un supporto ufficiale in Italia (oltre che un sistema troppo semplice, per chi preferisce sistemi complessi).
  • Altri Gdr sono troppo poco celebri o troppo diversi da D&D per poter attirare abbastanza l'attenzione.

Secondo la mia modesta opinione, questi sono i motivi per cui la gente preferisce rimanere alla 3.5.
Ditemi se siete d'accordo o meno. 

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2 ore fa, SilentWolf ha scritto:

Le persone sono naturalmente conservatrici: si considera sempre preferibile scegliere il già conosciuto e controllabile, allo sconosciuto e difficile da giudicare (perchè nuovo).
(...)
Secondo la mia modesta opinione, questi sono i motivi per cui la gente preferisce rimanere alla 3.5.
Ditemi se siete d'accordo o meno. 

Non sono d'accordo con la prima affermazione: non credo che le persone siano di natura conservatrici. Nel caso specifico preferisco una spiegazione come quella fornita da Ithiliond e greymatter: molte persone continuano a giocare alla 3.5 perché ciò li soddisfa e non hanno quindi il bisogno di altro (le altre motivazioni che porti le trovo abbastanza condivisibili). Comunque eviterei di dare spiegazioni basate su generalizzazioni antropologiche perlomeno opinabili (è solo un consiglio, spero che tu non ti offenda).

Nel mio caso sono "nato" come giocatore 3.5 poi dopo diversi anni migrato alla 5a. Il motivo del cambio è stata inizialmente la curiosità, sono poi rimasto perché mi è piaciuta l'eleganza e la semplicità del gioco. Non nego comunque di sentire un po' di nostalgia per la 3.5, soprattutto la profondità meccanica, la marea di opzioni e il character-building, tanto che mi piacerebbe riprendere a giocare. So che sembro incoerente, ma semplicemente mi piacciono entrambi i tipi i gioco.

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Ovviamente preciso che il mio non voleva essere un tentativo di ridurre tutte le esperienze dei giocatori di D&D 3.5 a una definizione. ;-)
Le ragioni dietro alla decisione di rimanere a giocare alla 3.5 possono essere molte più di quante si possa esprimere in una analisi di qualche tipo.
Aggiungo che la mia era solo la mia opinione personale, quindi opinabile per definizione.
E' più che giusto se non siete d'accordo con quanto ho scritto. ;-)

Inviato (modificato)
14 hours ago, MadLuke said:

No. In ogni caso per alcun circostanze ho dovuto sfogliare i manuali di PathFinder e D&D 4 e 5 e mi sembrano ridicoli. Se penso al mio amico il quale ogni volta con tanto entusiasmo mi parla della 5.0, perché ha eliminato una marea di regole e meccaniche "così il gioco e più semplice!", mi fa tanta tenerezza

Wut. Non si può negare che D&D 4E e 5E costituiscano semplificazioni rispettto alla 3.5, ma Pathfinder... stiamo parlando dello stesso gioco? Posso capire che uno possa apprezzare più D&D 3.5 che PF, ma non capisco su quali basi tu sia giunto alla conclusione che sia "ridicolo" (addirittura?). I meccanismi base sono pressoché identici, e come quantità di materiale pubblicato non è per niente inferiore a D&D 3.5 - anzi, io ho l'impressione che ci sia più materiale pubblicato per PF di quanto sia mai stato pubblicato per D&D 3.5. Posso concedere che quando uscì il Core, PF era molto più snello della 3.5, ma attualmente il gioco è bloated esattamente come la 3.5 alla fine del suo ciclo vitale, se non di più. Attualmente vedo PF come D&D 3.5 sotto steroidi.  C'è un incredibile quantità di talenti, classi, incantesimi, oggetti magici, etc, più tutte le regole opzionali (es. mythic heroes, tratti, gestione di un regno, e così via).

Riguardo al resto del tuo commento, non sono un mod ma ti invito ad usare un tono meno infiammatorio e più neutro, onde evitare che il thread degeneri. Nessuno ti critica per apprezzare un sistema complesso, però cerca di fare lo stesso con chi apprezza caratteristiche diverse o ha priorità diverse dalle tue. Ci possono essere tanti motivi per non volere un gioco troppo complesso. Io per esempio ho giocato tanti anni alla 3.5, e la apprezzo, ma sono stato contento di essere passato a un sistema più semplice per una serie di motivi, alcuni di questi al di fuori del mio controllo (es. il fatto che non ho più tantissimo tempo libero)

14 hours ago, MadLuke said:

Mi incuriosisce RoleMaster, ma non saprei dove trovare i giocatori. Tutti gli altri sono semplicistici.

Non ci ho mai giocato, ma Rolemaster secondo me è più semplice della 3.5 come meccanismi di base; più che altro ha miliardi di tabelle che lo fanno apparire più complicato di quello che è. Questa è la mia impressione leggendo il manuale. Però sicuramente è nello spettro del croccante. 

Che tutti gli altri gdr siano semplicistici non è vero. Sicuramente l'industria si è mossa verso gdr più semplici negli ultimi anni, ma ci sono tantissimi gdr complessi. Ti consiglio di dare un'occhiata a GURPS, Hero system, Ars Magica, Anima: Beyond Fantasy, Exalted, e Hackmaster (che sto leggendo in questo periodo).

11 hours ago, SilentWolf said:

Detto questo, qui di seguito faccio la mia semplice analisi delle risposte, in maniera simile a quanto fatto da Greymatter, ovvero per cercare di spiegare quelle che, secondo la mia opinione, sono le motivazioni di certe scelte anzichè altre. Non è un giudizio sulla 3.5 e sicuramente non è un commento negativo verso coloro che giocano alla 3.5 (ci mancherebbe).

[snip]

Grazie della tua opinione! Non direi che le persone sono naturalmente conservatrici (alcune lo sono, altre no), però penso ci sia un fondo di verità in quello che hai scritto. Nel senso, nella storia dei giochi di ruolo ci sono molti esempi di fan che si ribellano oltraggiati di fronte alla nuova edizione del gdr o dell'ambientazione preferiti perché ne stravolge le caratteristiche che i fan avevano imparato ad amare nella vecchia edizione. I due esempi più lampanti sono Traveller e D&D 4E. Mi rendo conto che suoni un po' come un discorso da bar, ma nelle edizioni dei gdr sembra un po' valere la massima "tutto deve cambiare affinché niente cambi"; dalla nuova edizione si pretende innovazione, ma allo stesso tempo se la nuova edizione cambia troppo rispetto alle caratteristiche dell'edizione preferita, non piace. In fondo è successo anche con D&D 3.x - alla sua uscita, molti fan di AD&D non ne sono rimasti esattamente entusiasti perché alterava molte caratteristiche che i fan associavano al gioco che amavano. In effetti, l'idea che mi sono fatto è che D&D 3.x abbia avuto successo (e continui a essere popolare) non tanto perché abbia "convertito" i giocatori di AD&D esistenti, ma in gran parte perché la sua uscita è avvenuta in un periodo in cui tantissimi nuovi giocatori sono entrati nell'hobby - che a partire dalla metà degli anni '90 è diventato sempre meno di nicchia e sempre più mainstream. Questi giocatori, figli del "d20 boom", rappresentano oggi la maggior parte dei giocatori attivi, visto che molti giocatori "storici" di AD&D oggi dovrebbero avere 25+ anni (e dunque è plausibile che molti, tra lavoro e famiglia, non giochino più - io stesso mi sto avvicinando a grandi passi a questo endpoint). Per i d20 boomers, l'edizione di riferimento è la 3.5, ed è facile immaginare che ogni edizione successiva venga misurata contro la 3.5. Naturalmente, tutte queste sono tendenze che mi pare di osservare, ma 1) non ho dati forti a supportare questa affermazione; 2) si tratta di tendenze, quindi ci sono eccezioni.

Modificato da greymatter
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15 ore fa, MadLuke ha scritto:

 

No. In ogni caso per alcun circostanze ho dovuto sfogliare i manuali di PathFinder e D&D 4 e 5 e mi sembrano ridicoli. Se penso al mio amico il quale ogni volta con tanto entusiasmo mi parla della 5.0, perché ha eliminato una marea di regole e meccaniche "così il gioco e più semplice!", mi fa tanta tenerezza.

 

Ora ridicoli... non esageriamo.

4th ha l'unico problema di aver provato a dare qualcosa di diverso finendo per essere ghettizzata dai puristi, ma fino ad oggi è il prodotto più "bilanciato"( parlando di regole) che WoftC abbia rilasciato.

PF è pressocchè identico a D&D ma ha il merito di aver reso quelle classi, come dire, scarse della 3.5 giocabili. Insomma il Guerriero non ha più solo talenti tra le sua abilità( solo per fare un esempio).

5th è un misto tra 3.5 e 4th( IMHO), inoltre il suo regolamento è più semplice( finalmente non ci sono 700 skills ma solo una manciata, veramente una delle cose cosa peggiori della 3.5 erano la quantità disumana di skills), la concentrazione ha impedito agli incantatori di essere dei mostri e picchiare più duro di qualunque classe marziale, per il resto le meccaniche sono pressocchè identiche alla 3.5( anche se si è introdotto un si sistema diverso dal BAB). Bisogna inoltre ricordare che 5th è appena nata quindi è ancora povera di contenuti, diamo tempo al tempo. AH. Ultima cosa... La 5th ha levato di torno Touch Armor che era un abominio.

Cita

Mi incuriosisce RoleMaster, ma non saprei dove trovare i giocatori. Tutti gli altri sono semplicistici.

Semplici o userfriendly non significa semplicistici. Mage: The Ascensio è complicatissimo, il cypher system non è per nulla semplice, GURPS, Exalted sono alcuni dei GDR "complicati". Leggendo Mouse Guard mi sembra complicatissimo anche se ha un sistema semplice( Burning wheel), e per quanto riguarda Sine Requie( il mio gdr preferito) io lo trovo semplicissimo, ma alcuni miei giocatori lo trovano troppo complesso. Quindi gioco complesso e semplice dipende un po' da persona a persona. Per alcuni sarà molto più complesso FATE che D&D perchè molto più astratto e narrativo, per altri il contrario.

 

 

 

Spoiler

P.S.: degenesis in sconto del 50% solo per oggi( in lingua inglese), non so se sia spam o no, ma cavolo lo dovete prendere e provare solo per le tavole

 

Modificato da Costantine10
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Non so se è il caso di rispondere, ho paura di ripetere semplicemente quello che hanno detto gli altri, comunque proviamoci.. (do per scontato che parliamo solo di D&D non di altri giochi)

In 11/24/2015, 7:29:54 , greymatter ha scritto:
  • perché state giocando a D&D 3.5?
  • Sareste idealmente interessati a provare altro o proprio non vi interessa?  In particolare: conoscete D&D 5E? vi incuriosisce?
  • Avete pensato seriamente (in passato) o state pensando (adesso) di passare ad altri gdr (es. Pathfinder o D&D 5e)? Se sì, cos'è che vi ha frenato/che vi frena?
  • Se giocate da poco (=meno di 2-3 anni): come mai avete iniziato con D&D 3.5? Eravate a conoscenza di alternative? Se no, pensate che l'essere a conoscenza di altri gdr avrebbe cambiato la vostra scelta?
  • Infine: pensate che questa popolarità continuerà a durare o pensate che i giocatori di D&D 3.5 si ridurranno (a breve/medio/lungo termine)?

1. Perché è l'edizione che più mi piace (esclusa Pathfinder che, però, non conosco bene). Sicuramente ha molti problemi, soprattutto di bilanciamento e di .. non so.. realismo? Ma il fatto è che quei problemi non mi toccano minimamente. Il bilanciamento si può tranquillamente aggiustare in gioco, soprattutto considerando che i miei amici ed io diamo soprattutto valore all'interpretazione (i combattimenti ci annoiano) e che quindi non notiamo questa grande differenza tra caster e mundane. Per quanto riguarda il realismo, che si perde soprattutto in ambientazioni come Forgotten, sinceramente non mi interessa. Se volevo la vita reale, non iniziavo certo un gioco dove si possono creare piani con flussi temporali diversi, no? Certo, un certo grado di realismo è necessario, ma se la scelta è tra maggior realismo e bilanciamento e maggior magia e potere (non parlo di pp.. non di schede), allora preferisco di gran lunga la seconda scelta! Di fatto, la lotta tra 3E e 5E è proprio questa: magie che possono fare praticamente di tutto, o un gioco semplice e bilanciato? 

2. Mah io sarei interessato a provare tutto, tempo e soldi permettendo. Dovendo fare una scelta preferisco restare dove sono. Se avessi tempo e denaro illimitati (o comunque sufficienti) certamente proverei anche la quarta edizione, almeno per poterla commentare con esperienza alle spalle. La 5E mi incuriosisce, questo è certo, e se ne avessi l'occasione sicuramente la proverei. Tuttavia, leggendo dei suoi punti forti e deboli, dubito che mi piacerebbe.

3. Se parliamo solo di D&D, ho pensato a passare a Pathfinder. Tuttavia il mio master è un purista e non vuole neanche prenderlo in considerazione, sarebbe come chiedergli di usare la pancetta quando la ricetta "originale" dice che ci vuole il guanciale. Da quello che leggo, sembra sia migliore della 3.5 dal punto di vista del bilanciamento, mantenendo, però, l'high power che a me piace. Se parliamo di altri gdr, mi incuriosisce molto Mondo di Tenebra (soprattutto per Maghi) e in generale tutti i gdr con alto contenuto di magia mi affascinerebbero. Il gdr ideale è quello con un elevato livello di potere magico e una bassa attenzione al lato del combattimento, in favore di quello interpretativo e di narrazione.

4. -

5. Probabilmente durerà ancora un po', ma credo che si esaurirà a una certa. Direi medio termine.

Modificato da ithilden
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Gioco alla 3.5 perchè ho iniziato con la terza edizione (3.0), e la 3.5 è stata la sua naturale prosecuzione visto che i manuali accessori hanno iniziato ad uscire solo per quella edizione.

Ci continuo a giocare perchè a me al mio gruppo piace molto sia il gioco tattico che l'aspetto di costruzione del personaggio, e sono entrambe cose che vengono estremamente ridotte nella 5ed. Inoltre, avendo speso una marea di soldi in manuali nel corso degli anni, un po' ci secca sia stare a spendere un nuovo gozzillione di soldi per prendere altri manuali, sia ormai avendo molto poco tempo da poter dedicare al gdr, non tutti (me in primis) non hanno il tempo di stare a studiarsi un nuovo regolamento.

Abbiamo iniziato a giocare alla 5ed e per il momento ci piace molto, essendo decisamente più snella ed immediata della 3.5 è stato facile introdurre il "nuovo" gioco. L'unico mio dilemma è che ci venga a noia dopo un po', visto che il minmax non esiste e per fare un pg ci si sta letteralmente il tempo che occorre per scrivere le statistiche sulla scheda (anche se dal punto di vista del dm è una vera manna, 5 minuti per preparare una sessione contro le tot ore che richiede preparare una sessione per la 3.5).

Nel corso degli anni ho sempre avuto il desiderio di provare altri giochi. In alcuni casi ci sono riuscito, in molti altri meno, perchè come detto prima il tempo e la voglia di stare ad impararsi un nuovo sistema sono cose difficili da trovare.

 

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Ho continuato a chiedermi se intervenire o meno con alcune considerazioni, e come evitare che vengano percepite come "flammanti" (come si può dire? Non mi viene il termine). Spero di apparire tanto rispettoso quanto effettivamente sono.

Intanto, io ho iniziato a giocare di ruolo attorno al 2006-2007 con D&D 3.5, andavo in terza media ed era l'unico gioco di cui venni a conoscenza. Quindi no, non ero a conoscenza di alternative e sì, penso che se le avessi conosciute mi sarei orientato, ai tempi, sia su D&D che su Mondo di Tenebra (ai tempi, non ora).

Anni dopo sono passato in modo piuttosto indolore a Pathfinder, perché tanto di 3.5 avevo solo i manuali base più i Forgotten Realms, che ho utilizzato tranquillamente in PF. Ammetto che non sono mai riuscito a capire i fanatici che giocano a uno dei due giochi e considerano l'altro terribile, pessimo, ridicolo, etc etc. Avevo pensato esattamente all'esempio della carbonara che ha fatto un altro utente nel frattempo. Si tratta dello stesso gioco, cambia giusto la scelta del grana o del pecorino. Suppongo possano apparire diversi solo a chi non ha mai mangiato altro oltre alla carbonara nella propria vita, perché basta provare una spaghettata allo scoglio, una bistecca, del sushi, un panino, una torta, per rendersi conto che fare un caso di stato su grana vs pecorino e pancetta vs guanciale è abbastanza futile in confronto.

Al momento sono passato da poco a D&D 5, ma gioco con piacere anche a FATE, Apocalypse World, Dungeon World, Fiasco e altri giochi. A volte anche Mondo di Tenebra, pur non piacendomi il regolamento.

Dopo questa pappardella per chiarire a cosa gioco, provo a scrivere le considerazioni:

Trovo che l'argomento del "chi gioca da anni a 3.5 dice che si trova bene così, dunque non bisognerebbe fare i fanatici e insistere a fargli cambiare gioco" sia molto spinoso, porta in sé tanti aspetti scivolosi, che possono essere visti da due lati quasi opposti.

Da un lato, se uno dice che si trova bene con un gioco, santiddio potremmo anche dargli retta e lasciarlo giocare. Dall'altro lato, se uno non ha mai giocato a nient'altro, è possibile che non si aspetti proprio che si possa giocare in modo diverso, e che quindi si faccia andare bene la 3.5 convinto che vada bene così, ma se conoscesse qualcos'altro, per le sue personali aspettative di gioco si troverebbe meglio.

Ho notato questo fenomeno curioso, non so se qualcun altro ci ha fatto caso, o se qualcuno vuole smentirmi: nessuno pensa che i giochi da tavolo si giochino tutti allo stesso modo. Anche chi non è appassionato e conosce solo i titoli famosissimi e "commerciali" sa che il Gioco dell'oca e il Monopoly sono due giochi totalmente diversi, con cui fai cose diverse.

Con i giochi di ruolo invece non mi sembra sia diffusa la stessa consapevolezza. Mi sembra, al contrario, che ci sia l'idea diffusa che di base si giocano tutti allo stesso modo, che cambia soltanto l'ambientazione, e la "forma" delle regole, ma che sono sempre la stessa cosa, ossia regole che ti dicono quanto è bravo il PG a fare certe cose, quanto è difficile fare certe cose, come si risolve il combattimento (rigorosamente a turni), ecc.

Uno dei casi in cui tutto ciò è emblematico è la diffusa abitudine a "convertire" alle regole di D&D 3.5 pressoché qualsiasi cosa. Ho visto persone che volevano giocare di ruolo nel mondo di The Witcher, di Star Wars, del Trono di Spade, dei Pokémon, di Mass Effect, gialli, ecc, e allora cos'hanno fatto? Hanno preso e convertito classi, talenti ecc in modo da giocare col sistema d20, anche quando è palesemente controproducente per l'obiettivo che vogliono ottenere. È che c'è la convinzione che con le regole di D&D 3.5 ci puoi fare tutto.

In questi casi, dopo aver provato vari giochi diversi, ormai mi sembra di vedere persone che giocano solo a Risiko tutta la vita, e che se vogliono fare un gioco di trattative commerciali usano Risiko, se vogliono un gioco di sopravvivenza e zombie usano Risiko, e così via, adattando i carri armatini e la mappina, anziché prendersi Monopoly o Dead of Winter o che so io.

E in questi casi qual è il confine tra "ognuno si può divertire come vuole, non devo rompere" e "se solo gli facessi presente che esistono giochi con regole diverse da Risiko magari giocherebbe in un modo più soddisfacente, che ora neanche si immagina"?

Per cui anche la linea tra "fanatismo e fanboyismo indie/forgita" e "volontà di far spaziare oltre dei confini che non esistono" è molto labile. L'ossessione c'è, lo riconosco tranquillamente, la vedo spesso su FB e i forum (sia l'ossessione purista forgita che l'ossessione purista da D&D 3.5, mi sembrano due facce della stessa medaglia). Io stesso conoscendo altri giochi ho avuto un breve periodo in cui li presentavo con toni denigratori verso D&D che non contribuivano certo alla discussione. Il che ha generato equivoci, perché io a D&D ci giocavo e ci gioco tuttora (ho appena preso tutti i manuali di 5° edizione e non vedo l'ora di iniziare).

Si tratta di separare l'atteggiamento spiacevole dal contenuto delle affermazioni. Trovo spiacevole, proprio per il panorama ludico e per il divertimento delle persone, che la quasi totalità dei giocatori di ruolo conosca solo D&D 3.5 e pensa che sia l'unico modo di giocare che si applica un po' a tutto. Perché ne ho conosciuti molti che si dicevano soddisfatti di come giocano, ma se poi gli si andava a fare domande più specifiche saltano fuori sempre gli stessi problemi (pesantezza, focus sul combattimento, che è statico, campagne che dopo poco vanno a monte perché il master non riesce a gestire tutto, giocatori annoiati e che stanno al cellulare anziché giocare, giocatori che fanno powerplaying spudorato e non si calano neanche lontanamente nel personaggio, anche perché le campagne sono quasi sempre calate dall'alto e il gruppo deve bene o male fare le stesse cose, ecc - questo è un capitolo enorme che sto appena sfiorando, non è il caso di parlarne qui). Con alcuni ho provato altri giochi, e sono piaciuti, hanno notato che effettivamente ci sono modi diversi di giocare e il gdr non è solo D&D 3.5, anche se con altre ambientazioni.

Questa discussione e le risposte mi hanno fatto capire una cosa che prima non avevo minimamente realizzato: il fatto che si vendano tanti manuali lungo il corso del tempo, a lungo termine è dannoso per l'hobby del giocare di ruolo. Spinge molti giocatori ad attaccarsi ad uno ed un solo gioco, giustamente perché ci hanno investito un sacco di tempo, denaro, fatica per imparare a destreggiarsi tra le regole e le opzioni. A pensarci lo trovo spiacevole, l'effetto ottenuto è di fidelizzare ad un prodotto (e di per sé non ci sarebbe nulla di male), ma anche di disincentivare il provare anche altri prodotti (e questo è sì un male: per chi non pensa sia così, ripropongo di pensare all'analogia coi giochi da tavolo).

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22 minuti fa, Alex93 ha scritto:

Ho continuato a chiedermi se intervenire o meno con alcune considerazioni, e come evitare che vengano percepite come "flammanti" (come si può dire? Non mi viene il termine). Spero di apparire tanto rispettoso quanto effettivamente sono.

Intanto, io ho iniziato a giocare di ruolo attorno al 2006-2007 con D&D 3.5, andavo in terza media ed era l'unico gioco di cui venni a conoscenza. Quindi no, non ero a conoscenza di alternative e sì, penso che se le avessi conosciute mi sarei orientato, ai tempi, sia su D&D che su Mondo di Tenebra (ai tempi, non ora).

Anni dopo sono passato in modo piuttosto indolore a Pathfinder, perché tanto di 3.5 avevo solo i manuali base più i Forgotten Realms, che ho utilizzato tranquillamente in PF. Ammetto che non sono mai riuscito a capire i fanatici che giocano a uno dei due giochi e considerano l'altro terribile, pessimo, ridicolo, etc etc. Avevo pensato esattamente all'esempio della carbonara che ha fatto un altro utente nel frattempo. Si tratta dello stesso gioco, cambia giusto la scelta del grana o del pecorino. Suppongo possano apparire diversi solo a chi non ha mai mangiato altro oltre alla carbonara nella propria vita, perché basta provare una spaghettata allo scoglio, una bistecca, del sushi, un panino, una torta, per rendersi conto che fare un caso di stato su grana vs pecorino e pancetta vs guanciale è abbastanza futile in confronto.[...]

Mi trovo d'accordo quasi con tutto. Fino a 8/10 anni fa giocavo solo a d&d 3.x o 4 che fossero, poi ho cominciato a leggere Cthulhu e abbiamo provato a giocare a CoC 5th, la campagna Orrore sull'Orient Express(masterizzavo io), sarei voluto tornare indietro nel tempo( anche i mio giocatori avrebbero voluto) e prendermi a calci nel sedere perchè non avevo mai voluto giocare nient'altro che non fosse D&D. Ora giochiamo un po' a tutto e ad&d ci giochiamo solo per "distrarci" e fare i muchkin.

Mi prenderete per un Fan di CoC, ma dopo 3 campagne mi è passata anche quella smania, alla fine il regolamento non è tutto questo granchè e si cominciano a sentire i suoi quasi 20 anni di vecchiaia. E quindi si giocano campagne con vari sistemi e varie ambientazioni a secondo del gusto del momento e della "moda".

 

Campagne giocate.

D&D 3.5 DragonLance

Pathfinder Ravenloft

D&D 4th Dark SUn

D&D 5th Ravenloft

CoC 5th Cthulhucaus

Campagne Masterate

CoC 5th Orrore sull'Orient Express

CoC 5th i Mille Volti di Nyarlhathothep( o come diavolo si scrive)

CoC 5th il giorno della bestia( bruttina assai)

Sine Requie Gli occhi del Serpente

Sine Requie USA

Avventure Masterate

Sine Requie Vodzene

Alba di Cthlhu le 2 One Shot all'interno del manuale

Campagne che sto masterizzando

Ultima Forsan la camapgna del manuale base

Campagna che sto giocando

Unico Anello

 

 

In futuro spero di GIOCARE a Numenera( ho provato a masterarla ma non mi riuscì)

 

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Inviato (modificato)
21 hours ago, ithilden said:

Non so se è il caso di rispondere, ho paura di ripetere semplicemente quello che hanno detto gli altri, comunque proviamoci..

Non ti preoccupare! Grazie per aver espresso la tua opinione, ognuno aggiunge una sfaccettatura diversa :)

21 hours ago, ithilden said:

soprattutto considerando che i miei amici ed io diamo soprattutto valore all'interpretazione (i combattimenti ci annoiano) e che quindi non notiamo questa grande differenza tra caster e mundane

Ti faccio la stessa domanda che ho fatto ad un altro utente. Penso sia bene ripetere che la mia non è una domanda retorica, sono sinceramente interessato alla tua risposta. Perché giocare a D&D 3.5, in cui i combattimenti lunghi e dettagliati sono uno dei punti di forza dell'edizione, se i combattimenti vi annoiano? Ritieni che un gioco con combattimenti più semplici (o comunque diversi) non farebbe più al caso vostro?

@Alex93 Grazie per il tuo intervento, che ho trovato molto costruttivo. Mi rendo conto che l'oggetto sia particolarmente delicato, e quindi richieda un certo 'tatto' per essere misurati e non urtare nessuno.

18 hours ago, Alex93 said:

Da un lato, se uno dice che si trova bene con un gioco, santiddio potremmo anche dargli retta e lasciarlo giocare. Dall'altro lato, se uno non ha mai giocato a nient'altro, è possibile che non si aspetti proprio che si possa giocare in modo diverso, e che quindi si faccia andare bene la 3.5 convinto che vada bene così, ma se conoscesse qualcos'altro, per le sue personali aspettative di gioco si troverebbe meglio.

Ho notato questo fenomeno curioso, non so se qualcun altro ci ha fatto caso, o se qualcuno vuole smentirmi: nessuno pensa che i giochi da tavolo si giochino tutti allo stesso modo. Anche chi non è appassionato e conosce solo i titoli famosissimi e "commerciali" sa che il Gioco dell'oca e il Monopoly sono due giochi totalmente diversi, con cui fai cose diverse.

Con i giochi di ruolo invece non mi sembra sia diffusa la stessa consapevolezza. Mi sembra, al contrario, che ci sia l'idea diffusa che di base si giocano tutti allo stesso modo, che cambia soltanto l'ambientazione, e la "forma" delle regole, ma che sono sempre la stessa cosa, ossia regole che ti dicono quanto è bravo il PG a fare certe cose, quanto è difficile fare certe cose, come si risolve il combattimento (rigorosamente a turni), ecc.

Uno dei casi in cui tutto ciò è emblematico è la diffusa abitudine a "convertire" alle regole di D&D 3.5 pressoché qualsiasi cosa. Ho visto persone che volevano giocare di ruolo nel mondo di The Witcher, di Star Wars, del Trono di Spade, dei Pokémon, di Mass Effect, gialli, ecc, e allora cos'hanno fatto? Hanno preso e convertito classi, talenti ecc in modo da giocare col sistema d20, anche quando è palesemente controproducente per l'obiettivo che vogliono ottenere. È che c'è la convinzione che con le regole di D&D 3.5 ci puoi fare tutto.

In questi casi, dopo aver provato vari giochi diversi, ormai mi sembra di vedere persone che giocano solo a Risiko tutta la vita, e che se vogliono fare un gioco di trattative commerciali usano Risiko, se vogliono un gioco di sopravvivenza e zombie usano Risiko, e così via, adattando i carri armatini e la mappina, anziché prendersi Monopoly o Dead of Winter o che so io.

E in questi casi qual è il confine tra "ognuno si può divertire come vuole, non devo rompere" e "se solo gli facessi presente che esistono giochi con regole diverse da Risiko magari giocherebbe in un modo più soddisfacente, che ora neanche si immagina"?

Questa (il vedere D&D 3.5 come una sorta di sistema generico) è una cosa che ho notato anche io, e di cui spesso mi dispiaccio. In generale mi ritrovo un sacco nelle tue considerazioni. Mi è capitato più volte in questo stesso forum di esprimermi con particolare veemenza su questo argomento ("se usi D&D per questo tipo di gioco, non ti verrà bene!") [ne abbiamo discusso diverse volte io e il buon @SilentWolf, che la vediamo in modi radicalmente opposti, e per inciso penso che il suo sia un modo di vedere la cosa ugualmente valido.]

 Diciamo che questo secondo me ha in parte a che fare con le motivazioni che adduci (cultura ludica d20-centrica), in parte con altri elementi.

1) Io apprezzo la varietà di giochi di ruolo esistenti. Leggendo e giocando a giochi di ruolo molto diversi sono stato esposto a idee che non mi sarebbero mai venute in mente se mi fossi messo a fare house rules per il d20 system senza guardarmi intorno. Tuttavia, non tutti la pensano così, e per certe persone può non valere la pena imparare un nuovo regolamento per giocare un particolare genere. Se io ed il mio gruppo conosciamo già il regolamento di D&D 3.5, e se sono a corto di tempo/soldi/voglia, è naturale per me cercare di adattare quel regolamento a un genere diverso, piuttosto che studiarmi un sistema del tutto nuovo (e magari, se sono stato esposto solo a D&D 3.5, dò per scontato che tutti i sistemi siano ugualmente pesanti da imparare)

2) Questa è una cosa che io ho capito solo di recente; prima non avevo insight su questa cosa. Persone diverse possono avere aspettative diverse sul gioco. Per esempio, un gioco dalle tinte horror basato su D&D 3.5 può non soddisfare *me* per una serie di motivi, ma può soddisfare altre persone che hanno aspettative diverse dal gioco. Se chiedi a me, io ti dico che D&D 3.5 è un sistema sommamente inadatto per l'horror per i motivi X, Y e Z, e una sessione giocata con quel sistema mi lascerebbe insoddisfatto. Magari per un'altra persona quella stessa esperienza sarebbe totalmente soddisfacente. Io magari troverei molto insoddisfacente reskinnare un mago per giocare un cavaliere Jedi (non riuscirei a "dimenticarmi" del fatto che quando sto usando la forza, sto lanciando il solito dardo incantato...); per un'altra persona, giocare un Jedi che lancia dardi incantati può essere non solo pienamente soddisfacente, ma anche un pro perché il tutto è familiare.

3) Ci sono persone che amano modificare i sistemi e creare house rules, e per le quali modificare un sistema è più interessante/soddisfacente che impararne uno nuovo. 

Rispondendo alla tua domanda finale, credo sia giusto suggerire l'esistenza di altri giochi che secondo me/te sarebbero più adatti ad un certo genere o ad un certo stile di gioco (io lo faccio continuamente); però allo stesso tempo penso che questo debba essere fatto senza essere troppo pushy ed evitando se possibile toni da fanboy/evangelizzatore, e sopratutto senza denigrare il gioco preferito o il modo di divertirsi degli altri.

18 hours ago, Alex93 said:

Questa discussione e le risposte mi hanno fatto capire una cosa che prima non avevo minimamente realizzato: il fatto che si vendano tanti manuali lungo il corso del tempo, a lungo termine è dannoso per l'hobby del giocare di ruolo. Spinge molti giocatori ad attaccarsi ad uno ed un solo gioco, giustamente perché ci hanno investito un sacco di tempo, denaro, fatica per imparare a destreggiarsi tra le regole e le opzioni. A pensarci lo trovo spiacevole, l'effetto ottenuto è di fidelizzare ad un prodotto (e di per sé non ci sarebbe nulla di male), ma anche di disincentivare il provare anche altri prodotti (e questo è sì un male: per chi non pensa sia così, ripropongo di pensare all'analogia coi giochi da tavolo).

Questa è una conclusione su cui non avevo riflettutto, ma la trovo una riflessione interessante. Grazie del tuo intervento!

Modificato da greymatter

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