Vai al contenuto

[Cyberpunk2020] Cuori Smarriti -Reloaded-


Mezzanotte

Messaggio consigliato

Inviato

Mentre spingo il medico tolgo la sicura e controllo l'arma, gli faccio segno di prendere anche la sua di pistola, quella datagli dalla donna.

«Su di noi...» per tutta risposta mi limito a correggerlo con un'espressione ferina in volto. In ogni caso è questione di poco prima che scatti l'allarme.

«E tu apri la cazz0 di porta! ORA!» sibilo nelle orecchie del vecchio prima di lanciare un'occhiata al nero «Controllalo e non fare cazz4te» dico come se fossi un adulto ad ammonire un infante.

Poi mi volto verso la fine del corridoio e vado a finire il lavoro che ho lasciato a metà. Affretto il passo per non perdere tempo, mi avvicino all'uomo senza dire nulla mentre un sadico e malvagio sorriso si dipinge sul mio volto. Poi lo ammazzo, se si è reso conto del mio avvicinarsi e si è voltato verso di me gli afferro la faccia con la mano cibernetica e gliela schianto con forza contro il muro, se non si è reso conto del mio avvicinarsi gli sferro semplicemente un violento calcio con la gamba destra al centro della schiena, per fondergli la colonna vertebrale con gli organi interni.

Poi senza fermarmi o rivolgere una seconda occhiata al cadavere torno indietro dai due a passo svelto. Non ho intenzione di perderci più di una ventina di secondi per rimettere le cose in pari.


  • Risposte 525
  • Creato
  • Ultima risposta
Inviato

Il medico ti vede e balbetta qualcosa. Prima che tu possa raggiungerlo si apre la porta dell'ascensore e questo ti obbliga ad affrettarti.

Sei costretta a seguirlo nella cabina e a finirlo lì.

La videocamera dell'elevatore registra tutta la scena, impassibile.

Qualcuno urla nel corridoio: un'infermiera pallida come un lenzuolo richiude subito la porta da cui era appena uscita.

Il Nero sta premendo la faccia del chirurgo contro il sensore che sporge dallo stipite della porta.

Una luce incassata nel pvc della parete cambia colore.

Con un sordo ronzio di motori elettrici il pannello blindato della body bank gira lentamente su cardini invisibili.

Inviato

Mi tocca finirlo nell'ascensore, tanto vale che lo lasciavo andare a questo punto.

Tic Tac, Tic Tac... penso sarcasticamente mentre torno scattando dai due vicino la porta blindata.

Dopo che il medico ha aperto la porta lo afferro di nuovo per la spalla, con la stessa mano con cui ho appena massacro i suoi colleghi.

Faccio cenno al nero di sbrigarsi a fare quello che deve fare «Prima finisci, prima ce ne andiamo...» O per meglio dire: prima iniziamo a sparare per andarcene!

 

Inviato

Indugi sulla soglia.

Oltre puoi vedere un'ampio ambiente con interminabili file di cilindri grigi ordinati su scaffali metallici, e bracci robotici immobili, appesi a binari che corrono sul soffitto e sul pavimento della Ghiacciaia, dove staziona una nebbiolina gelida.

C'è una piccola anticamera chiusa prima di entrare nella Banca dei Corpi vera e propria, un cubo trasparente con due porte dove il personale deve infilarsi delle tute sterili, ma Jibril le ignora ed entra senza perdere tempo.

Un allarme comincia a suonare, e luci lampeggianti ammantano di vermiglio quel gelido paesaggio artificiale.

Non vedi valigie per gli organi lì dentro. Gigolò non se li fila neanche di stricio i cilindri pieni di preziosi organi da razziare.

Invece, fra le file che si perdono nella nebbia, il Nero estrae qualcosa dal giubotto gonfio: è una piccola scatola di plastica con una maniglia a pressione rossa attaccata di lato.

La tiene stretta in mano, lontana dal corpo.

Sai cosa è, anche se in medio-niente preferivano usare bambini e un cellulare per l'innesco da remoto.

Dispositivo vigilante. Interruttore del Morto.

Jibril è impaccato di esplosivo e sta per far saltare tutta la baracca in aria.

Con voi dentro.

Se molla la presa sull'interruttore, voi morite.

Il Nero ti guarda e dice qualcosa, ma il vetro smorza i suoni e tu puoi solo leggergli le labbra.

 

Corri

Inviato

Mantengo il medico bloccato mentre resto in silenzio a scrutare il neretto che entra nella stanza sterile. 

La parte facile è appena terminat- penso tra me e me per poi bloccare nel notare le stranezze, come la mancanza delle valigie o la sua noncuranza verso gli organi.

Poi vedo la scatoletta «Figlio di puttana...» esclamo a mezza voce mentre senza neanche accorgermene serro i pugni con tutta la forza che ho. Stringo la mano sinistra fino a sbiancarmi le nocche e lasciarmi i segni delle unghie nel palmo, quella destra stritola la spalla del medico.

"Corri" mi dice e non me lo faccio di certo ripetere due volte. Scatto lontano dalla sala il più rapidamente possibile.

Spoiler

do per scontato che quando sono andato vicino l'ascensore non abbia visto l'accesso alla tromba delle scale (giusto?), quindi corro nella direzione opposta ofc il più velocemente possibile mentre cerco appunto le scale. In teoria l'accesso delle scale dovrebbe essere facilmente riconoscibile: indicazioni, porte tagliafuoco, ecc...

 

Inviato

Il chirurgo grida e si accascia sul pavimento reggenosi la spalla che gli hai appena rotto mentre tu inizi a correre lungo il corridoio.

Spoiler

Lungo il corridoio ti ricordo che ci sono delle porte, l'ascensore aperto fermo al piano, e ovviamente l'accesso alle scale di sicurezza.

 

Inviato

Decidi di salire invece di scendere. Del resto sei più vicina al tetto ed hai dovuto lasciare la borsa con i quattrini sull'AV.

A questo punto quei soldi sono l'unica cosa che potrebbero tenerti ancora in vita.

Sali le rampe di scale a passo di carica, aspettandoti di venir travolta dall'esplosione da un momento all'altro.

Non senti nulla, a parte la sirena dell'allarme che ora risuona in tutto l'ospedale.

Giungi davanti all'ultima porta: non sai bene dove sbuca ma dietro dovrebbe esserci l'avioporto.

Spoiler

non dovrei, ma ti ricordo che ci sono videocamere ovunque nel MC, ad eccezione che nelle stanze di degenza e nei bagni.

 

Inviato
Spoiler

BTW non serviva che me lo ricordassi e.e

Raggiungo la porta ed affiancandomi ad essa provo ad aprirla per sbirciare fuori, non ne ho tempo ma se mi riducono come una scolapasta è tutto inutile allo stesso modo. Se la porta è bloccata dal sistema centrale dell'edificio la sfondo il più velocemente possibile a pedate bioniche, tutto stando di lato alla porta per evitare di essere colpita attraverso di essa. Appena la sfondo mi sporgo di un millimetro giusto per vedere fuori.

Nel frattempo soppeso la granata con una mano Dovrò farmela bastare...

Inviato

Appena spingi cautamente la porta questa viene, come ti aspettavi, crivellata da colpi di Ras.

La scala sbuca nell'accettazione del pronto soccorso dove i due agenti Arasaka hanno seguito le tue imprese sui monitor della sicurezza dell'ospedale e ti stavano perciò aspettando.

Si sono piazzati bene: uno dietro il bancone e l'altro proprio sull'ingresso all'avioporto, riparato dal vetro blindato.

Così bene che non sarà facile schiodarli prima che arrivino i rinforzi o che il Nero decida di farsi saltare in aria.

Inviato

Avvicino la mano che regge la granata a quella che mantiene la pistola, tolgo l'indice dal grilletto e lo uso per tirare la spoletta della granata.

Calcolo il tempo di innesco e poi tiro la granata con precisione. L'intento è quello di spazzarli via entrambi, ma anche mandare a puttane la loro copertura non sarebbe male. Non ho tempo, posso solo rischiare e puntare in alto.

Dopo che la granata esplode sporgo il braccio che regga la pistola e faccio fuoco due volte contro la guardia più scoperta, poi torno immediatamente in copertura.

Spoiler

Allor provo ad hittare entrambi i tizi con la granata, mettendoci +6 di fortuna. Quindi 10riflessi +2atletica +6fortuna.

Poi sparo due colpi con la calibro nove al tizio più scoperto dopo l'esplosione, sperando che non ce ne sia bisogno.

Se worka domani vado in chiesa anche se sono ateo praticamente da quando sono nato xD

 

Inviato
Spoiler

Ora ti rimangono 4 punti fortuna.

Il lancio è buono. La granata compie una parabola ed atterra fra le due guardie con un tonfo sordo. Esplode riempiendo di crepe il vetro blindato e facendo a pezzi con miriadi di schegge taglienti come rasoi il banco dell'accettazione.

Fra la polvere e il fumo prodotti vedi solo l'arasaka vicino all'entrata, a terra. Sporge della soglia con la testa coperta dall'elmetto e con una parte del busto.

Alzi la pistola per sparargli, nel caso fosse solo stordito, ma nello stesso istante una forza immane di prende da dietro, sollevandoti e mandandoti a schiantare su quello che resta del bancone, al centro della sala.

Spoiler

Prendi 3 danni. Ora sei in Grave 1 ed hai fallito il test per lo stordimento.

Svieni. Non sai per quanto. Quando emergi dalle tenebre dell'incoscienza sei sorda e l'accettazione, devastata, è piena di fumo. Tossendo e quasi cieca lotti per rimetterti in piedi. Hai perso la pistola e non sai dove possa essere finita.

Sei ferita, confusa. Un fischio continuo ti trapana il cervello.

Senti odore di cose bruciate. Capisci che Jibril si è fatto saltare.

Le piattaforme dell'avioporto sono vuote. Gli AV sono volati via come uccelli spaventati quando è suonato l'allarme o è esplosa la bomba.

Anche Marta si è involata, con i tuoi soldi e l'unica speranza di fuga.

Poco a poco riacquisti l'udito.

E allora lo senti.

Rombando nella notte un aviogetto emerge dalle tenebre, a luci spente.

La sua carlinga nera opaca sembra bere la luce dei faretti alogeni dell'eliporto. Una lettera M sovrasta un triangolo rovesciato dipinto in oro sulla fiancata.

L'avio della Militech atterra su una delle piattaforme vuote. Il portello laterale si apre. Una donna con i tacchi a spillo e un costoso completo da corporativa rampante mette piede sul tetto deserto dell'ospedale -che probabilmente sta bruciando, o è sul punto di crollare, o entrambe le cose- con la stessa sicurezza e flemma di una modella che calca la passerella della Settimana della Moda di Milano.

La donna guarda nella tua direzione e arriccia il naso nel vedere il casino che hai combinato, nell'espressione di disgusto e riprovazione che tuo padre ha sempre trovato irresistibile, fin da quando eravate bambine.

è tanto che non vedi tua sorella Sharon.

A fatica ti rialzi, puntellandoti contro quel che rimane del bancone.

Il tuo destino è venuto a prenderti.

Non vuoi che ti trovi in ginocchio.

Inviato

Fottuto bastardo di un nero! è la prima cosa che si formula nel mio cervello dopo che si riattiva e dopo che mi sono resa conto della situazione. Se non si fosse appena fatto saltare in aria mi sarei ripromessa di farlo morire molto lentamente e molto dolorosamente.

Scuoto il capo per scacciare quei pensieri ma è ancora troppo presto ed i gesto mi fa vedere le stelle, sono costretta a reggermi le tempie con una mano per alcuni secondi prima di riprendermi. Poi alzo lo sguardo sull'eliporto Ancora vuoto... noto come non sia ancora arrivata sul posto l'Arasaka e mi domando per quanto sia rimasta incosciente. Minuti ipotizzo, non troppo in ogni caso.

Cerco l'arma con lo sguardo, non la trovo ma percepisco la pressione rassicurante del pugnale contro la coscia e questo mi rassicura un poco. Sporgendomi dall'altro lato del bancone cerco il corpo della guardia che ho steso nella speranza di poter recuperare il Ras. Se ci riesco controllo l'arma, se ci sono altre munizioni e la ricarico.

Poi il suono che mi aspettavo di udire da un po' mi riscuote, ma studiando il velivolo mi rendo conto che appartiene alla corporazione sbagliata.

Merda! avrei preferito fosse l'Arasaka.

Merda... ripeto ancora una volta nel mio cervello, ma questa volta è per la sorpresa. Rivedere dopo più di sedici anni Sharon è una sorpresa per me, non che abbia mai sentito il desiderio di rivederla... ed anzi ne avrei fatto a meno anche ora.

Mi raddrizzo come posso pulendomi il sangue e la polvere dal viso. La gamba destra è salda e ben piantata al suolo, quella sinistra un po' meno.

«Hei sorellina esclamo, quando si avvicina, con tono tutt'altro che amichevole mentre arcuo l'angolo destra della bocca a formare uno sghembo sorrisetto sarcastico.

Inviato

L'arasaka dall'altra parte del banco è ridotto male. La granata gli è esplosa praticamente addosso e la corazza non è riuscita a salvarlo.

Prendi il suo RAS. Ha proiettili solo per un altro colpo e non hai tempo per cercarne altri.

Tua sorella avanza, e dietro di lei scivolano come ombre i mercenari della Militech, fuori dal ventre oscuro dell'aviogetto. Ne conti sei, con fucili d'assalto, vesti antiproiettili e passamontagna, tutti neri. Solo gli occhi brillano nella notte, rischiarati dagli incendi. Sguardi impassibili di uomini abituati ad uccidere a comando. Senza esitazione.

L'arasaka vicino alla porta a vetri è ancora vivo. Emette un gemito, chiede aiuto.

Passandogli vicino Sharon gli infila con noncuranza un tacco nell'occhio, piantandogli lo stiletto dritto nel cervello.

Rigira bene la caviglia prima di estrarlo.

Ora ha un tacco color argento e l'altro è rosso, con un po' di materia cerebrale attaccata sopra.

I ninja si aprono a ventaglio intorno a te.

ciack ciack ciack ciack ciack ciack, fanno le loro armi quando vengono alzate contro di te, quasi all'unisono.

Fissi le bocche da fuoco, minacciose. Le dita che accarezzano i grilletti.

In mezzo al plotone di esecuzione tua sorella incrocia le braccia sul seno e storce la bocca.

"Dobbiamo parlare", dice.

 

Inviato

Mi sfugge un sorriso divertito nel vederla finire l'uomo con noncuranza Nessuna mela cade lontano dall'albero, eh?! penso mentre sposto l'attenzione sugli uomini della Militech. Osservo le loro armi puntarsi contro di me ma non reagisco in alcun modo, impugno l'arma con entrambe le mani ma la bocca da fuoco è puntata verso il basso.

Non l'ho raccattata come arma da usare contro di loro, non c'è la minima possibilità che io me ne vada da qui sparando. Neanche se fossi in condizioni migliori con molte più cartucce. L'arma serve per non farmi prendere, viva. Tra morire e tornare all'istituto non serve neanche che io ci pensi su.

Sorrido divertita ancora una volta «Parliamo allora, tanto non ho di meglio da fare ora...» alzo le spalle, poi mi ricordo di una cosa «Che fine ha fatto il Vecchio poi? Respira ancora o è schiattato?» chiedo spassionatamente.

Inviato

"Per tua fortuna nostro padre vive ancora" risponde glaciale "ma la tua stupidità gli è quasi costata la vita"

è tanto che non vedi tua sorella, ma avverti in lei un freddo rancore.

Non sei stupita ti odi ancora, visto che hai provato ad ucciderla solo per assecondare le tue malate pulsioni omicide, ma intuisci c'è dell'altro fra te e lei.

Altrimenti saresti già morta.

"Sei sempre stata la preferita di papà" continua "ma non te ne è mai fregato nulla di lui. Delle sue attenzioni"

"Piccola stronza malata"

Si muove descrivendo una lenta spirale attorno a te, come uno squalo si avvicina senza fretta ad una preda che sta dissanguandosi, sapendola condannata.

Questo ti costringe a girarti continuamente verso di lei per non perderla di vista o ad accettare che periodicamente scivoli fuori dal tuo campo visivo, dove non puoi controllarla.

Non sembra armata, ma dopo quello che ha fatto all'arasaka ferito sarebbe un assunto ridicolo da sostenere.

Come lo ha fatto.

Tua sorella è diversa ora.

Ha modificato capelli e occhi per imitare l'azzurro e il taglio orientale dei tuoi.

E come si muove poi.

Scommetti che ha riflessi accelerati e chissà cos'altro sotto la pelle e dentro la sua testolina da prima della classe con un enorme complesso di Elettra.

"Tua madre era una sporca troia"

"Ha rubato l'affetto di papà. Ed ha generato un mostro che continua la sua opera diabolica"

Ora è vicinissima, alle tue spalle, e tu devi decidere se girarti per fronteggiarla o ignorarla, ostentando un freddo distacco.

"Non importa quanto provi ad assomigliarti. Lui ama solo te"

 

 

Inviato

Il Vecchio è vivo, registro l'informazione e la metto da parte. Non è così rilevante ora.

Faccio spallucce quando mi dice di essere sempre stata la preferita, non so neanche come dovrei prendere la cosa o cosa dovrei rispondere.

«La piccola stronzetta sei tu, sul malata possiamo anche discuterne...»

Mentre inizia a giocare con me lascio che mi giri intorno senza reagire. Noto le modifiche ai capelli ed agli occhi e mi sfugge un sorriso sarcastico.

Scoppio a ridere fragorosamente quando da della troia a mia madre «Per quello che ne so, magari hai anche ragione!» torno seria scuotendo leggermente il capo. Non ho sviluppato un legame affettivo con le persone con cui sono cresciuta, perché dovrei averne sviluppato uno con una di cui non ho neanche un ricordo. E solamente perché mi ha messo al mondo? Tsk...

Mi volto verso di lei, i soldati sono un pericolo ma non spareranno senza l'ordine della donna e poi voglio guardarla negli occhi. 

«Ma è stata tua madre il rimpiazzo, non dimenticarlo...» dico atona con l'unico intento di ribattere all'offesa con un'altra.

«Non ti conosco sorellina, non ti conosco affatto. Ma su questo tetto distrutto non sono l'unico mostro, manco per il c4zzo!» sorrido ancora prima di riprendere «Sei qui per togliermi di mezzo? Vuoi eliminarmi per poter riempire il vuoto nel suo cuore? Peccato che non funzioni così! Puoi assomigliarmi, puoi uccidermi... ma non puoi essere me, Sharon. L'unica cosa che otterrai sarà quella di far capire al Vecchio che ha generato non uno ma ben due mostri...».

Spoiler

Se da l'ordine di sparare provo ad afferrarla, bloccarla , ruotando per metterla tra me ed i soldati a mo di scudo. Nel caso ci ficco gli ultimi quattro punti fortuna che mi restano. Se prova a colpirmi e basta faccio la stessa roba di prima ma senza i punti fortuna.

 

Inviato

"Toglierti di mezzo come tu hai provato a fare con me? Cristo santo eravamo solo bambine!" si scalda.

Agita la mano nell'aria, come per scacciare una mosca molesta.

"Ucciderti. Ucciderti..." borbotta "Ucciderti, certo. Ma come potrei presentarmi davanti a nostro padre, il tuo sangue sulle mani?"

"Ucciderti! Mio Dio, no!" esclama fingendo pacchianamente orrore.

"Io sono qui per salvarti. Non è quello che fanno le buone sorelle maggiori?"

La sua espressione si addolcisce mentre ti porge la mano aperta.

"Voglio che papà torni ad essere sereno" dice "per questo sono pronta ad umiliarmi"

"Accetta il perdono, mia dolce sorella, diventiamo una famiglia felice. E se proprio non puoi, fingi. Andrà bene lo stesso."

"Non mi dire che preferisci crepare qui piuttosto che darmi una così piccola soddisfazione"

Sorride e ti porge la mano.

è evidente che si aspetta che tu gliela stringa.

Inviato

Salvarmi?! TSK... quell'unica parola basta a farmi incazzare e serro la presa sull'arma con tutte le forze che ho per non tirarle un pugno sui denti.

Resto in silenzio ad ascoltarla domandandomi se sia ingenua, non meno malata di me o se mi stia semplicemente prendendo per il culo.

«Ho danzato e giocato con la morte tanto a lungo da non essere più spaventata da quella prospettiva. È una sorte che preferisco di gran lunga se messa a confronto con il dover tornare in quel fottuto istituto. E se per te e per il caro paparino questa è ancora la vostra unica di idea di un mio ritorno all'ovile allora, dolce sorellina scelgo piombo e sangue!»

Spoiler

Idem con patate per quanto riguarda lo spoiler di sopra.

Comunque studiando la donna con la vista e con l'occhio cibernetico riesco a capire qualcosa in più su di lei?

 

Inviato

La mano di Sharon è strana. Fra le dita ha una sottile memebrana semi trasparente, come gli anfibi.

Ti chiedi fin dove si sia spinta nel modificare il suo corpo.

"Come vuoi" dice, e capisci che vuole poggiarti una mano sulla spalla.

Le afferri il polso destro mentre Sharon prova a covarti gli occhi con le dita della sinistra.

C'è una vorticosa danza di morte mentre i vostri arti si intrecciano in ripetuti attacchi e difese della durata di battiti di ciglia.

Ancora un istante e ti porti in vantaggio, torcendogli il polso dietro alla schiena. Il braccio con il Ras glielo passi sulla gola, per strozzarla.

Pensi di poterla controllare così. Lei e i suoi uomini che ti fissano tranquilli.

Tranquilli.

"Un abbraccio di benvenuto degno della nostra famiglia, sorellina" esclama Sharon roca, perché non le stai rendendo facile respirare.

Ma in lei non avverti la paura che cercavi. La paura che provano tutte le tue prede quando capiscono di essere alla mercé di una psicopatica sadica e senza scrupoli.

Capisci che qualcosa non va quando tu cominci ad avere problemi a respirare.

Sharon si scioglie dalla presa. Si libera come se niente fosse.

I tuoi muscoli non rispondono.

Tua sorella ti mostra le mani. Ha piccoli aghi che le fuoriescono dai polpastrelli.

"Tetradotossina" scandisce "puoi mangiare fugu in un pessimo ristorante giapponese o farti toccare da me: è la stessa cosa".

Le gambe non ti reggono più, crolli in ginocchio di fronte a lei.

Sharon ti guarda dall'alto in basso, sorride e dice "questo mi piace"

E ti mette un tacco sulla fronte, ti spinge indietro.

Giaci riversa sul tetto del Medical Center in fiamme mentre soffochi, paralizzata.

"Stanno arrivando i rinforzi Arasaka. Dobbiamo ritirarci, signora"

I ninja di tua sorella sono preoccupati. Ti chiedi se la trascineranno via sull'AV prima di dare inizio ad una nuova guerra corporativa.

Se ti lasceranno a morire in pace, lassù.

Lei sbuffa e mette il broncio come una bambina a cui hanno appena detto di mettere via il suo nuovo giocattolo.

"Ci siamo appena riviste dopo tanto tempo" lamenta.

Qualcuno si inginocchia al tuo fianco, armeggia con fiale e ipodermiche.

Tua sorella lo allontana.

"Non ancora, è forte"

Sharon si china su di te. Ti guarda negli occhi. Ti guarda negli occhi e basta, mentre tu annaspi in cerca di aria.

I chirurghi plastici hanno fatto un buon lavoro, sono come i tuoi. Ti sembra quasi di fissarti allo specchio.

è strano ed inquietante. Anche di più quando lei comincia a raccontarti tutto quello che ha fatto negli anni in cui vi siete perse di vista.

Quello per cui ha lottato. Quello che ha amato. Quello che ha perduto.

Rimani cosciente per quasi tutto il tempo.

E ci metti davvero tanto a morire.

 

***

Ti risvegli in un letto, in una stanza spoglia. Ma non sembra l'Istituto né un ospedale.

Indossi una veste da notte di cellulosa bianca e, cosa sorprendente, non sei legata in nessun modo.

In un angolo della cella, assicurato al soffitto, c'è un televisore dove trasmettono le ultime notizie.

Dicono che con la distruzione della principale Body Bank della città il prezzo di un rene o di un cuore è schizzato alle stelle.

Hai aiutato il Signore degli orfani a spazzare via la concorrenza a quanto pare.

E che sei diventata ufficialmente una terrorista della Jihad Cremisi. Qualsiasi cosa sia.

Ah, e che sei morta durante il tuo primo attacco suicida.

"Complimenti, alla fine sei riuscita ad ammazzarti. Il risultato migliore di tutta la tua vita"

Tua sorella Sharon è appollaiata su di una sedia e guarda la televisione con te.

Ha un numero di Playman che scorre sul tablet poggiato sulle ginocchia coperte dal suo tailleur Armani.

 

 

 

 

 

 

Archiviata

Questa discussione è archiviata ed è chiusa alle risposte.

×
×
  • Crea nuovo...