Nemo Inviata 15 Gennaio 2007 Segnala Inviata 15 Gennaio 2007 Master di Eberron, gioite. Il grande Rhey ir' Aiaxel ha deciso di pubblicare, nero su bianco, una piccola porzione della sua immane conoscenza strategica. Ringraziamo la gentilissima nonché bravissima Elle d' Sivis per aver trascritto il prezioso testo. Potrete inserire il trattato come testo di valore in un tesoro o bottino più "intellettuale", o potrete usarlo per tappezzarci la latrina della vostra tribù di Hobgoblin Darguun. Solo, tenete presente che rhey è piuttosto irascibile... Da oggi per circa una volta alla settimana aggiungerò nuovi post fino alla fine del trattato. Siete pregati di commentare solo tramite spoiler, per rendere più facile la lettura del trattato completo. Ps: so che tecnicamente sembrerebbe un racconto, ma non lo è, la sezione più adatta mi è sembrata questa.
Nemo Inviato 15 Gennaio 2007 Autore Segnala Inviato 15 Gennaio 2007 Trattato dal Compendio di Strategia di Rhey ir' Aiaxel, Arcanista Ultimo e Arcimago, componente straordinario del Congresso Arcano Arcanix, Aundair, 3° Mo / Zarantyr / 998 YK Il Compendio era in origine soltanto un gioco: una raccolta di tutte le tattiche da me adottate in situazioni di conflitto che mai mancavo di inviare ai miei sfidanti in duello. Un pò quindi per affermazione della mia superiorità, un pò come sincera e vera raccolta di osservazioni e ragionamenti tesi alla costruzione di una strategia imbattibile, nacque il pesante tomo di cui il lettore sta impugnando una copia sintetizzata e riveduta nei suoi asserti fondamentali. Uno studente piuttosto arrogante mi fece notare quanto sia effettivamente poco saggio insegnare tutti i propri trucchi ad allievi che un giorno sarebbero potuti divenire rivali. E che avrebbbero potuto utilizzare le conoscenze così ottenute contro di me. Al lettore che argutamente ha avuto la stessa pensata non ho che da dire ciò che risposi a quell' arrogante: provaci! E, dato che non amo perdere tempo in inutili preamboli, passo subito ad illustrare il contenuto del Trattato. Le Cinque Strategie Fondamentali Ad un pensatore superficiale la strategia può sembrare un campo più o meno uniforme di tattiche che variano a seconda del contesto in cui devono essere applicate. Ciò non è, in realtà, lontano dal vero, ma il pensatore più profondo riconosce subito che alcune tattiche possono essere raggruppate in "famiglie", e che se ne possono fare classificazioni di vario genere. La classificazione che ci interessa è quella che, pur catalogando ogni mossa, rinuncia ad ingabbiarla in una struttura rigida e inelastica. Il sottoscritto, dall' alto della sua lunga esperienza, conosce 5 generi fondamentali: ogni sua mossa appartiene ad almeno uno di essi. Le prime tattiche, le più semplici da apprendere, sono le tattiche che fanno affidamento sulla potenza, e infatti Potenza è il primo dei 5 generi: che si tratti di forza schiacciante, resistenza invalicabile o altri simili estremizzazioni di pura manifestazione di potere, sempre è una tattica di Potenza. Lo stratega più accorto sviluppa con ingegno altre idee, radicalmente opposte alla Potenza. Esse sono idee di movimento, spostamento e velocità, e il secondo gruppo è il gruppo della Mobilità. Tenersi lontano dai guai, attaccare rapidamente e ritirarsi sono i tipici comportamenti di chi fa affidamento sulla Mobilità. Così come la Mobilità colpisce spesso il punto debole della Potenza, la Agilità è studiata per combattere la Mobilità. Un Agile non rende mai manifesta la sua intenzione, il suo obbiettivo e il metodo con cui intende raggiungerlo: gli Agili sono veri e propri maestri di sotterfugi. Aldisopra di questi ultimi si posizionano coloro che padroneggiano la Tenacia. Il Tenace è colui che non demorde, che non si arrende, che attacca con ferocia e determinazione e resiste con testardaggine e forza di volontà. Tra due Agili di pari astuzia l' esperienza mi insegna che vince sempre il Tenace. La massima aspirazione dello stratega è la Prontezza. Il Pronto è colui che conosce l' avversario a menadito, sa quando colpirlo, dove colpirlo, sa quando sarà attaccato e dove sarà attaccato. Come sopra, tra due Tenaci di pari volontà il più Pronto, il più informato ed il più svelto a cogliere le occasioni, è il vincitore. Ognuna delle Strategie Fondamentali sviluppa una impressionante serie di possibilità, che saranno nel Trattato parzialmente studiate. Lo scopo non è insegnare tutto ciò che il sottoscritto conosce sull' argomento, anche perché non basterebbero decenni di corsi, ma memorizzare le nozioni base, tali da permettere al lettore di sviluppare autonomamente un proprio Compendio, che disgraziatamente mai sarà al pari del mio.
Nemo Inviato 26 Gennaio 2007 Autore Segnala Inviato 26 Gennaio 2007 Arcanix, Aundair, 4° Sar / Zarantyr / 998 YK Le Basi delle Strategie Fondamentali L' essenza stessa della strategia è la ricerca di un vantaggio significativo sull' avversario. Questa è la regola base, l' assioma uno o come altrimenti lo vogliamo chiamare: ha la precedenza su tutto. Speculando sulla strategia è facile divagare, per questo non perdere mai di vista il proprio obbiettivo è tanto importante. Se una strategia, per quanto ben orchestrata ed esteticamente soddisfaciente, non produce un vantaggio, è inutile e forse controproducente. Non serve a niente la conoscenza del colpo definitivo, dell' attacco inarrestabile e di qualsiasi altra idiozia su cui il lettore starà sicuramente fantasticando, se ad esempio espone chi ne fa uso ad una rapida e ingloriosa morte; ancora, nelle tecniche di spada la prima cosa che si insegna è la parata e la schivata, cioè si insegna allo studente non come sconfiggere l' avversario, ma come non essere sconfitto. Ancora, nelle tecniche di spada si insegna a non sprecare le forze: non cercare di mulinare l' arma con la forza di un toro, ma con quella strettamente necessaria a infliggere il danno che si desidera. Lo stratega deve fare sue queste linee di principio: la sua strategia deve essere il più possibile semplice e vantaggiosa. Semplice e vantaggiosa è la prima domanda che io stesso mi pongo a riguardo quando ho delle nuove idee. Se non è semplice c' è il rischio che non tutto vada come previsto e che la pesantezza della strategia la inceppi in qualche parte. Se non è vantaggiosa, si commenta da sé... Passerò ora ad una osservazione diretta su ciascuno dei 5 principi. Prego di notare come la semplicità va via via scemando mentre avanziamo nell' esame. Gli strateghi più abili, quelli che padroneggiano molti dei 5 principi, sono infatti in grado di creare delle strategie più complesse e comunque avere buoni profitti nell' applicarle. Detta in altro modo, la semplicità della strategia è un fattore che diviene via via meno importante mano a mano che aumenta la capacità strategica. Questo non vale per il vantaggio: il vantaggio continua ad essere una componente essenziale: piuttosto si può notare come ad alti livelli sia sempre più difficile creare vantaggi incisivi e si proceda piuttosto per somme di piccoli vantaggi. Cioè, è più facile creare un vantaggio con una strategia di basso livello. Ovviamente, non cominciamo adesso con le domande idiote, lo sviluppo dei 5 principi ha ragioni di necessità. Non si capisce come mai uno stratega dovrebbe fare tutta questa fatica per padroneggiare la Prontezza, se la Potenza è più vantaggiosa e probabilmente più semplice. Come ho già spiegato sopra, ognuno dei 5 principi è nato in contrasto con il precedente, come contromossa. L' ultimo punto è il fattore fortuna: come il lettore può facilmente immaginare esso ha un ruolo molto importante nel confronto. Lo scopo dello stratega è minimizzarlo: uno stratega che fa affidamento sulla buona sorte è un pessimo stratega in via d' estinzione. Inoltre, quando il ruolo giocato dal fato è piccolo lo stratega ha tutto il merito delle proprie vittorie e tutta la colpa delle proprie sconfitte, che è un approccio molto più responsabile alla questione. Quando ho voglia di deridere un avversario affermo di aver vinto per pura fortuna, spingendolo così ad una ulteriore sfida ed un' ulteriore disfatta. Potenza La Potenza è mera espressione di natura. La prima domanda che ci si pone nel contrasto con qualcuno è chi sia più forte, per il semplice fatto che costui ha dalla sua la Potenza. Questo principio è quindi estremamente grezzo e adottato in larghissima misura dappertutto. La catena alimentare animale è basata sulla Potenza, salvo rare eccezioni; l' utilità dei Forgiati durante l' Ultima Guerra ne discende dalla Potenza. Un lottatore che basa il suo stile su colpi pesanti e letali ed un mago che adopera in battaglia incantesimi di larga distruzione sono entrambi strateghi, per quanto mi pianga il cuore doverli così definire, che hanno fatto proprio un semplice ragionamento: "essendo più forte del mio avversario utilizzerò questo vantaggio per chiudere rapidamente il confronto". Non si inganni dunque il lettore di fronte a manifestazioni di spettacolare ingegno arcano che senz' altro lo entusiasmano, quali palla di fuoco e fulmine: essi sono ne più ne meno che manifestazioni della Potenza di chi ne fa uso. Per quanto una tattica di mera Potenza sia senza alcun dubbio lacunosa e rischiosa, essa rimane comunque la strategia in grado di garantire il miglior rapporto vantaggio/semplicità: dunque, quando si fronteggia un avversario inferiore, invece di fare sfoggio di grandi finezze strategiche è assolutamente meglio chiudere subito il confronto con la Potenza. Se si cerca di battere un pari con la Potenza ci saranno buone possibilità di prendere una batosta. Se se ne vuole fare uso contro un nemico più forte la batosta sarà la più rosea delle speranze.
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